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Autore: ValeryJackson    13/12/2015    3 recensioni
[ Snowbarry l friendship!centric l Au/What if ]
"Ci sono persone a questo mondo che non puoi far altro che amare, non importa cosa tu voglia o quale sia il rapporto che vi lega. [...]
Per Barry, Caitlin era una di quelle persone."


E se fosse stata Caitlin la migliore amica di Barry? E se il ragazzo si fosse reso conto troppo tardi di essere innamorato di lei?
L'amicizia è sempre una scelta, certo. Ma che mi dite dell'amore?

«Fino alla fine, e anche oltre, Mr.Allen.» 
«Fino alla fine, e anche oltre, Dottor Snow.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Caitlin Snow, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A volte capita di incontrare una persona a noi assolutamente estranea per le quali proviamo fin dal primo sguardo - all’improvviso e in maniera inaspettata - una forte attrazione; un interesse che nasce prima ancora che una sola parola venga pronunciata.
Magari inizialmente troveremo impossibile anche solo pensare di poter essere vincolati a lei da un sentimento, perché non la riteniamo alla nostra altezza, o forse semplicemente perché non siamo in cerca di una storia d’amore. Ma poi incrociamo i suoi occhi, e ricambiamo un suo timido sorriso, e senza rendercene conto diventa tutto inavvertitamente così giusto che non possiamo fare altro che lasciarci trasportare dalla corrente del mare di emozioni che albergano nel nostro petto, gonfiandolo di gioia e passione.
A Caitlin era successa esattamente la stessa cosa.
Una sera era davanti allo specchio intenta a prepararsi per il suo ennesimo appuntamento con Ronnie di quel mese, e qualche ora dopo si stava rilassando tra delle candide lenzuola, mentre stringendosela tra le braccia lui le lasciava dei teneri baci sul collo.
Tenere segreta la loro relazione a lavoro era stato facile finché Cisco – dopo una confidenza- non l’aveva rivelato all’intero secondo piano degli S.T.A.R. Labs. A quel punto era diventato inutile fingere, e nessuno ormai si scandalizzava più nel vederli pomiciare durante la pausa pranzo dietro la scrivania di Larry Patchman.
Tranne Larry Patchman, naturalmente.
Dopo tre intense settimane di frequentazione, Caitlin sentiva di essere cambiata. Era più sicura di sé, più diligente, più matura, e questo nuovo lato della sua personalità, in un certo senso, la spaventava.
Ronnie stava facendo di lei la donna che avrebbe sempre dovuto essere, ma che era convinta non sarebbe mai stata; e la Snow ne andava fiera. 
Ma se era davvero disposta a diventare qualcun altro, quali erano le cose della sua vecchia vita a cui sarebbe stata costretta a rinunciare?
E soprattutto: a chi?
 
~
 
Per quanto si sforzasse, Barry non riusciva a sostenere una conversazione con Ronnie Raymond per più di dieci minuti.
Quel ragazzo era bello, atletico, intelligente, solare e gentile; in un certo senso, incarnava tutto ciò a cui ogni ragazza avrebbe aspirato. Ma tra l’indescrivibile schiera di donne che giacevano ai suoi piedi, pronte ad accontentarsi anche di uno sguardo rubato, lui aveva scelto Caitlin.
La splendida Caitlin. La sua Caitlin.
Ed il giovane Allen non aveva potuto fare nulla per impedirlo.
Faceva ancora fatica ad abituarsi alla sua presenza nelle loro vite.
Non che lo odiasse, per carità. Però in brevissimo tempo era comunque stato in grado di far capovolgere tutte le sue convinzioni.
Se n’era reso conto quando quella mattina si era diretto tranquillamente verso casa della sua migliore amica, e quando era giunto al suo appartamento l’aveva trovata già lì fuori ad aspettarlo, non più in ritardo, bensì in anticipo.
«Come mai sei già sveglia?» le aveva infatti chiesto, l’interdizione dipinta sul viso.
Lei si era stretta innocentemente tra le spalle, bevendo un rapido sorso del proprio caffè. «Non volevo fare tardi a lavoro» si era limitata ad annunciare, e per il giovane era stato come ricevere un violento schiaffo in faccia.
Chi era quella ragazza? E che ne aveva fatto del suo Dottor Snow?
Da quando si era fidanzata con quel tipo, stava diventando pressoché irriconoscibile. Ma perché?
Cos’aveva prima, che non andava? Lui l’aveva sempre trovata perfetta, anche in ogni suo minimo difetto.
Dov’erano, ora, quelle bellissime imperfezioni?
Che ne era stato di lei?
Quel suo sconcertante cambiamento l’aveva non poco turbato; e molto probabilmente non sarebbe riuscito a sopportare tutte quelle repentine alterazioni della loro routine, se non fosse stato per Felicity.
Con il suo luminoso sorriso e il suo fare imbranato era entrata in brevissimo tempo nel cuore del tenero Allen, che in lei aveva trovato la confidente ideale.
Non le aveva raccontato dei propri sentimenti per Caitlin, ovviamente; anzi, quand’era in sua compagnia non parlavano affatto di lei. Avevano così tanto in comune che non c’era spazio per far venire a galla i rispettivi problemi.
Quasi questi ultimi non esistessero, riuscivano sempre a trovare il modo di non trascorrere neanche una mezz’ora senza una risata.
Per quanto riguardava l’archivio dei casi irrisolti, l’aiuto della bionda era stato essenziale. Grazie alle sue conoscenze tecnologiche erano riusciti a trovare tutti quei colpevoli che per mesi se l’erano scampata; e ora che il suo compito in centrale era finito, era arrivato il momento, per lei, di tornare a casa.
«Perché non la inviti, stasera?» propose emozionata la Snow, al ché Barry inarcò un sopracciglio.
«Ehm… non credo sia una buona idea» annunciò, evitando il suo sguardo.
«Ma che dici? Lei sta per andarsene per sempre, e tu non vuoi nemmeno sfruttare la tua ultima possibilità?»
Il ragazzo si riassestò sul posto, nervoso. Erano andati da Jitters’ per poter sorseggiare un caffè prima di pranzo. Così, come ai vecchi tempi.
Solo lui e lei, prima che Ronnie giungesse a crear scompiglio.
«Felicity è una ragazza fantastica» insistette la mora, determinata. «Ed è perfetta per te. È dolce, simpatica, carina…»
«E vive a più di due ore di treno da qui» le ricordò lui.
La giovane arricciò il naso. «Non se ha un valido motivo per restare.»
«La sua vita è a Starling City, Cait» replicò quindi Allen, perentorio. «Il suo lavoro, la sua famiglia… forse ha anche un fidanzato, lì. Chi può saperlo?»
«Te ne ha mai parlato?»
«No» ammise.
«E allora non ce l’ha.»
«Cosa ti fa pensare che me l’avrebbe detto?»
«Il modo in cui ha lasciato che tu ti avvicinassi a lei senza sentirsi minimamente a disagio. Fidati, Barry» aggiunse quindi, sporgendosi di poco sul tavolo. «Lei aspetta soltanto che tu faccia la tua mossa.»
Sapeva essere convincente, questo doveva riconoscerglielo. Ma lui non era di certo mai stato così intraprendente, quando si trattava di relazioni.
«Oggi organizzeranno una serata a tema, qui. Che ne pensi di invitarla?»
Il moro inclinò leggermente il capo di lato. «Credi che accetterà?»
L’amica gli sorrise. «Ne sono convinta» affermò. «Ci saremo anche io e Ronnie, tra l’altro. Sarebbe bello un appuntamento a quattro, non trovi?»
Barry deglutì. Come rifiutare? Non avrebbe potuto tirarsi indietro senza palesare il proprio scontento.
Un’intera sera passata in compagnia dei due teneri piccioncini?
Ma certo, perché no?
Magari in seguito avrebbe potuto anche lanciarsi dal quinto piano di un palazzo, giusto per poter raddoppiare l’agonia.
 
~
 
Il giovane Allen si asciugò per l’ennesima volta i palmi contro la stoffa dei jeans, teso.
Alla fine – dopo innumerevoli tentennamenti – aveva deciso di seguire il consiglio della propria migliore amica, e aveva invitato Felicity a quel doppio appuntamento.
Inizialmente era convinto che lei declinasse l’invito. Sarebbe stato più che comprensibile, considerando che a causa del suo fare goffo e impacciato non era mai stato un gran seduttore.
Eppure pareva essere stato proprio questo suo aspetto a colpirla maggiormente.
Inutile spiegare il suo stupore nell’istante in cui la bionda aveva accettato.
«Forse è davvero arrivato il suo momento, Mr. Allen» gli aveva intimato la Snow mentre si dirigevano a piedi verso il luogo dell’incontro. Lì vi avevano trovato già Ronnie ad aspettarli, e Barry non sapeva dire con esattezza se fosse stato più imbarazzante il non riuscire ad intavolare una conversazione con l’altro ragazzo o l’essere costretto ad osservare i due fidanzati baciarsi con affetto giusto sotto il proprio naso.
Dal momento in cui si erano seduti, non era stato in grado di reprimere l’impulso si lanciare delle nervose occhiate in direzione della porta, con il timore che potesse non varcarla più nessuno.
«Arriverà» gli assicurò Caitlin sottovoce, per tranquillizzarlo.
Ma il moro non fece in tempo a formulare una risposta adeguata che le campanelline dell’entrata tintinnarono, e Felicity Smoak fece finalmente il proprio ingresso.
Il giovane inarcò le sopracciglia, stupito.
Indossava un vestito blu sopra il ginocchio, con una scollatura generosa e decisamente molto più attillato dei suoi soliti abiti sbarazzini. Gli occhiali erano stati sostituiti da delle comode lenti a contatto, che rendevano le sue iridi azzurre molto più grandi e brillanti.
Era strano vederla con i capelli sciolti, considerando che era solita raccoglierli in una coda di cavallo.
La Snow fu la prima ad alzarsi per andare a salutarla.
«Felicity!» esclamò, abbracciandola con slancio, realmente felice che lei fosse lì. «È un piacere rivederti.»
«Anche per me» ricambiò la stretta quella, prima di spostare il proprio sguardo su Barry, che le rivolse un cenno del capo.
«Bel vestito» si complimentò lui, facendo vagare discretamente gli occhi sul corpo della ragazza.
Quest’ultima arricciò il naso, preoccupata. «Troppo elegante?» domandò.
Il giovane Allen le sorrise con dolcezza, scuotendo piano il capo. «È perfetto.»
«Ci accomodiamo?» propose quindi entusiasta la mora, e dopo aver presentato il proprio fidanzato all’ultima arrivata si sedettero nuovamente al tavolo. Iniziarono a chiacchierare del più e del meno, finché Caitlin non sospirò.
«Non posso credere che tornerai a Starling questa sera» confessò, al ché l’altra abbozzò un triste sorriso.
«Il lavoro chiama…»
«Che te n’è parso di Central City?» volle sapere la Snow.
«È…» Felicity esitò, alla ricerca dell’aggettivo più appropriato. «Tranquilla» pattuì. «Di certo non si corre il pericolo di essere aggrediti all’improvviso mentre si fa jogging.»
Barry fu l’unico a ridacchiare con lei a quella battuta, mentre gli altri due si dipinsero sul viso un’espressione interdetta, un po’ incerta.
«Di cosa ti occupi?» chiese in seguito Ronnie, con educazione.
La bionda tirò su col naso, lisciandosi le inesistenti pieghe del vestito. «Lavoro per la Queen Consolidated» annunciò, con lieve disagio.
«Felicity è un pezzo grosso» la elogiò Allen, con orgoglio.
«La segretaria del pezzo grosso, in realtà» lo corresse lei, arrossendo leggermente.
«Com’è Oliver Queen come capo?» si informò Caitlin, interessata.
«Oh, lui è…» Per la seconda volta quella sera, per la Smoak fu difficile trovare le parole adatte. «Beh, non c’è un aggettivo giusto per definirlo» affermò poi.
«È fidanzato?» fece a quel punto la mora, sporgendosi verso di lei maliziosa.
«Non che io sappia.»
«E tu?»
«Perché non ordiniamo?» intervenne prontamente Barry, dando un calcio allo stinco dell’amica al fine di impedirle di esagerare. Aveva già capito dove voleva andare a parare, e non aveva nessuna intenzione di fare una figuraccia a causa sua.
I quattro presero ad analizzare i menù, e ad un tratto la Snow storse la bocca, dubbiosa. «Avete mai provato il pollo al curry che fanno qui?» meditò, al ché il giovane Allen inarcò un sopracciglio.
«Tu odi il curry» osservò, perplesso.
«Io lo adoro» convenne invece Ronnie, e il ragazzo gli lanciò un’occhiata indispettita mentre quello si sporgeva sopra la spalla della propria fidanzata per poter confrontare le pietanze. «Che ne pensi se io prendo un salmone marinato e ce li dividiamo?»
La mora annuì, soddisfatta. «Andata.»
«Fel?» domandò Barry.
«Credo che andrò sul sicuro con l’orata» annunciò lei. 
«Come dolce, io proporrei la torta di cuscus alle fragole» propose dunque lui.
«Con panna montata» aggiunse con complicità Caitlin.
«Sciroppo d’acero» continuò il moro.
«E scaglie di cioccolato.»
«Fondente, ovviamente» precisò Allen, facendo schioccare le dita. «Perché…»
«Non c’è così tanta metafisica come nella cioccolata» terminarono insieme, citando la nonna del giovane quando, all’età di dodici anni, aveva tentato di convincerli ad abbandonare i loro compiti per potersi gustare una fetta della sua torta appena sfornata.
Risero entrambi, divertiti da quel ricordo, e mentre Ronnie rivolgeva loro uno sguardo indecifrabile, i due si guardarono qualche attimo negli occhi, e per Barry fu come tornare indietro nel tempo.
In quella camera piena di disordine. Di fronte a quella scrivania.
A mangiucchiare il dolce di nonna Claire con i libri di matematica aperti davanti.
E ad accarezzare distrattamente la cicatrice sul polso della sua migliore amica, mentre lei ripeteva a memoria il teorema di Pitagora e lui risolveva qualche equazione.
E tutto era più semplice, e la loro unione era una certezza.
Sì, il ragazzo avrebbe dato qualsiasi cosa, pur di vivere per sempre nella serenità di quel ricordo. Ma forse le cose non erano così semplici come le aveva sempre immaginate.
Ormai aveva capito che doveva lottare per ciò che amava, se non voleva che questo gli venisse sottratto.
 
~
 
Tutto sommato, la cena si era conclusa nel migliore dei modi.
Avevano scherzato, riso e parlato nella totale spensieratezza, passando da argomenti più frivoli ad alti più importanti.
Grazie alla presenza di Felicity, per il giovane Allen non era stato difficile accettare gli scambi di effusioni tra Ronnie e Caitlin, consapevole del fatto di non essere nessuno per poterli costringere a non sfoggiare il loro stare insieme.
A fine serata, la Smoak aveva confessato di non divertirsi così tanto da molto tempo, e durante il momento dei saluti finali lei e la mora si erano scambiate e-mail e vari recapiti telefonici, promettendosi di restare lo stesso in contatto dopo la sua partenza.
«So che sembra strano dirlo, ma mi mancherai» si era stretta nelle spalle la Snow, per poi dare un rapido bacio sulla guancia del proprio migliore amico e dirigersi verso l’auto parcheggiata del fidanzato.
Rimasti soli, Barry e la bionda si erano scambiati un timido sorriso, prima che quest’ultima prendesse un profondo respiro, controllando l’orologio.
«È arrivato il momento di andare» aveva detto a malincuore, sul viso un’espressione amareggiata. «Ho il treno tra qualche ora, e devo ancora finire di preparare la mia valigia.»
«Ti aiuto io» si era proposto il ragazzo.
«Oh, no, non preoccuparti. Devo fare in fretta, se voglio arrivare in tempo alla stazione, e non ho neanche idea di come andarci...»
«Ti accompagnerò anche lì, allora. Per me non c’è nessun problema.»
«Non te lo chiederei mai!» aveva scosso la testa lei, al ché lui aveva inarcato le sopracciglia, facendo spallucce.
«Infatti non me lo stai chiedendo.»
Era la prima volta che qualcuno compiva un simile gesto per lei.
C’era da riconoscerlo: Barry Allen era un vero gentiluomo; e Felicity non gli sarebbe mai stata grata abbastanza per averle permesso di giungere a destinazione addirittura mezz’ora prima dell’arrivo del treno.
Dopo aver sostituito quello scomodo vestito con uno più usuale, essersi raccolta i capelli sulla nuca e aver raccattato tutte le proprie cose dalla camera d’albergo, la ragazza aveva avuto la sensazione di essere in procinto di lasciare in quella città una piccola ma essenziale parte di sé.
Seduti su una della panchine della deserta stazione, i due giovani permisero ad un malinconico silenzio di inglobarli, fino a ché lui non si decise a spezzarlo.
«Sai, di solito sono sempre quello che lo perde, il treno» commentò, e la Smoak parve stupita.
«Davvero?»
«Sono un ritardatario cronico, già» ridacchiò il moro, grattandosi distrattamente un orecchio. «L’unica persona con cui non dovevo mai preoccuparmi dell’orario era Caitlin, dato che con lei avevamo trovato un nostro… equilibrio, diciamo. Ma ormai, beh, non è più così da un po’.»
La bionda annuì piano, soppesando attentamente le sue parole. «Caitlin è davvero fantastica» esordì poi, abbozzando uno sghembo sorriso. «E molto bella. Del tipo, bellissima. Congratulazioni.»
L’interdizione sul volto del ragazzo fu palese, e la sua fronte si aggrottò nella più totale confusione. «Perché? Cait non è la mia ragazza» le ricordò, imbarazzato. «Noi siamo solo amici. Cioé... lei è soltanto la mia migliore amica, che attualmente ha un fidanzato.»
Il modo in cui Felicity si concentrò sulle sue iridi verdì gli fece intendere di non essere stato molto convincente. Era stato davvero così maldestro nel nascondere i propri sentimenti?
O forse aveva interpretato male l’affermazione di lei, facendosi prendere dal panico?
«Lei e Ronnie sono davvero una gran coppia» convenne la giovane dopo un po’, inclinando di poco il capo di lato. «È rincuorante sapere che – almeno per qualcuno – stare insieme è molto più… facile.»
Barry si lasciò sfuggire un piccolo ghigno, lanciandole un’occhiata fugace. «Delusione d’amore?» intuì, e la Smoak arricciò il naso.
«Dannazione» imprecò sottovoce, arrossendo. «È così evidente?»
«Non così tanto, in effetti» ammise lui. «Ma so riconoscere un cuore spezzato, quando ne incontro uno. Vedi, ho qualche esperienza con gli amori non corrisposti.»
«Ti riferisci a Caitlin, non è vero?»
In altre circostanze, quella domanda l’avrebbe messo a disagio. Avrebbe mentito, negando e balbettando la prima scusa che gli venisse in mente per poter scappare all’istante via di lì.
Ma stranamente, con Felicity non aveva vergogna di parlare. E in fondo, lei era la prima a scoprire come stavano realmente le cose; quasi sapesse leggergli nel pensiero, era riuscita a decifrarlo con un solo sguardo.
«Okay» sussurrò il giovane Allen, accennando con la testa un ‘touché’. «Come l’hai capito?» indagò.
«Sei stato tradito dalle piccole cose» gli spiegò quindi la bionda. «Dal modo in cui la guardi quando lei è distratta.Da alcuni sorrisi di circostanza che forzi quando la vedi con qualcun altro. E da ciò che avresti voglia di dirle, ma che puntualmente tieni per te.»
«Come tu ed Oliver?» Lo sbigottimento della ragazza fu tale che Barry si ritrovò costretto a mostrare i palmi, con innocenza. «Scusa, ma lavoro nella scientifica. Sono sempre stato piuttosto intuitivo.»
La Smoak rise, nel disagio di esser stata presa in contropiede. «La nostra relazione è piuttosto complicata» annunciò, in vena di confessioni.
«Siamo sulla stessa barca» le fece notare lui, con un sorriso triste. «Sono anni che cerco il modo giusto per dirle la verità. Ma poi incontro i suoi occhi, e sono sempre troppo spaventato che tutto, tra noi, possa cambiare.»
«Cambierà» affermò lei, realista, per poi aggiungere con inaspettata fiducia nella voce: «Ma non è detto che questo sia un male, no?»
I due si guardarono a lungo negli occhi, prima che la bionda sbuffasse dal naso, con sarcasmo. «Che cosa c’è che non va in noi?» esclamò. «Siamo perfetti l’uno per l’altra…»
«E siamo qui a parlare di persone che non potremo mai avere» concluse il moro, con un’alzata di spalle. «Ma forse è vero quello che si dice: gli opposti si attraggono.»
«Io credo sia più una questione di destino» obiettò lei. «Un giorno incontri qualcuno, e quando senti per la prima volta la sua voce non sai che sarai costretto ad amarlo per il resto della tua vita. Magari lui non ricambierà mai i tuoi sentimenti, eppure questi resteranno immutati. Però credo che sia proprio questo il punto» appurò. «Gli esseri umani sono creature stupide e incostanti, con un gran talento per l’autodistruzione.»
Il giovane Allen assentì, d’accordo. Poi esitò, prima di auspicare: «Può darsi che un giorno sarà la volta buona anche per noi.»
«Può darsi» acconsentì lei, e si scambiarono un complice sorriso nell’attimo esatto in cui una voce radiofonica annunciò l’arrivo del treno diretto a Starling, e questo fece il proprio ingresso nella stazione accompagnato dal cigolio delle rotaie.
Loro si alzarono in piedi all’unisono, e stringendosi in un abbraccio pieno di calore intuirono all’istante che nonostante avessero trascorso solo un breve periodo insieme, sarebbero sempre sati legati da un profondo affetto reciproco; che non si sarebbe mai tramutato in nulla di più, certo, ma che li avrebbe comunque uniti da lì fino alla fine.
«Promettimi che resteremo in contatto» lo pregò la Smoak, al ché lui la prese per mano.
«Sarò sempre qui per te, quando avrai bisogno di un amico» le assicurò, e dopo aver incontrato le sue iridi azzurre ci fu una frazione di secondo – bastò quella – nella quale decise di cedere all’impulso e chinarsi su di lei per premere teneramente le proprie labbra sulle sue.
Fu un bacio dolce, casto, di due amici che avevano intenzione di restare tali. Se non l’avessero fatto, molto probabilmente se ne sarebbero pentiti, si dissero. Ma fortunatamente questo non mutò le cose tra loro.
Quando si allontanarono abbastanza da potersi guardare un’ultima volta negli occhi, si sorrisero di nuovo.
«Ciao, Barry» salutò la ragazza, e nell’avviarsi verso il proprio vagone le sue dita scivolarono via da quelle del moro, che la osservò prendere posto, sistemarsi e poi posare la fronte contro il finestrino.
In seguito in treno fischiò, le porte si chiusero; e mentre si scambiavano un già nostalgico cenno della mano, Barry avvertì una lieve stretta all’altezza della bocca dello stomaco, con la leggerezza di chi ha appena trovato una nuova alleata.
«Ciao, Felicity.»



Angolo Scrittrice
Non so davvero da dove cominciare. 
Sono quasi quattro mesi che non aggiorno questa storia, e se l'accumulo di impegni, lavori a scuola e innumerevoli problemi famigliari non sono per voi una giusta scusante, allora mi inginocchierò all'istante e invocherò umilmente il vostro perdono. 
Sono indecente, lo so. Ma voglio che tutti voi sappiate che non ho - ne avrò mai - intenzione di lasciare in sospeso questa storia. 
Molto probabilmente gli aggiornamenti non saranno del tutto regolari, ma posso promettervi che da qui al prossimmo capitolo non passerà di certo tutto questo tempo. 
Come potevamo immaginare,
Caitlin e Ronnie fanno ormai coppia fissa. Con gran delusione di Barry, che non è riuscito a dimenticare la mora neanche grazie all'aiuto di Felicity
Non che questa non avesse già la mente occupata da qualcun altro. Ah, Ollie... anche quando non ci sei, crei scompliglio!
Ho voluto riprendere la conversazione che i nostri due nerd hanno nella quarta puntata della prima stagione e modificarlo un po', così da adattarlo alla storia e renderlo più realistico. 
So che è chiedere molto, ma ditemi: che ne pensate? 
Vi piace, come capitolo? Oppure ha deluso le vostre aspettative?
C'è ancora qualcuno interessato al seguito di questa storia? O oramai è stata dimenticata da tutti voi?
Fatemi sapere se vale davvero la pena continuarla, a questo punto. Io, nel frattempo, ci tengo a ringraziare i miei stupendi Valery's Angels, che con le loro recensioni mi hanno regalato un sorriso e scaldato il cuore:
Francesca lol, Black Truth, beautiful lie, stemily, Iwuvyoubearymuch e fiore4EVER
Appena avvrò un po' di tempo provvederò a rispondere a tutti voi, uno ad uno. 
Spero di conoscere al più presto le vostre opinioni, e che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. 
Alla prossima, miei piccoli speeders!
E scusate ancora per l'immenso ritardo. 
ValeryJackson



P.s. Se state leggendo queste poche righe in blu, volevo informarvi che qualche settimana fa ho pubblicato una one-shot sempre e rigorosamente Snowbarry, ambientata stavolta nell'universo che tutti noi conosciamo, quello della DC. Se può interessarvi, mi farebbe davvero piacere che la leggeste. La trovate sul mio profilo. Grazie dell'attenzione! 


 
  
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