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Autore: keinit    19/12/2015    5 recensioni
« Hermione? È ora »
Il Ballo del Ceppo è finalmente arrivato, Harry e Ron ignorano l'identità del misterioso accompagnatore dell'amica... Ancora per poco
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
- Questa storia fa parte della serie 'Messaggi'
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Il ballo

 
 
« Hermione? È ora » annunciò Ginny, decretando così l'inizio dei preparativi per il ballo che si sarebbe tenuto a minuti... Beh, forse non proprio minuti, ma gli incantesimi per truccarsi, aggiustare i vestiti sulla propria figura ed acconciare i capelli nel giusto taglio avrebbero richiesto del tempo.
 
 
« Secondo te è vero che qualcuno ha invitato Hermione? Per me no: pensa a che figura farà al ballo da so- » cominciò Ron, tentando di rimuovere pizzi e merletti dal vecchio abito da cerimonia tramandato nella sua famiglia da generazioni. 
 
« Ne abbiamo già parlato » sbottò Harry assolutamente stanco di parlare di chi avesse o meno invitato al Ballo del Ceppo l'amica « e tua sorella ha detto che sì, qualcuno l'ha invitata. »
 
« Non ci credo» disse il rosso mentre altri brandelli dell'abito cadevano al suolo come vecchi stracci abbandonati « l'hanno detto solo perché erano arrabbiate... »
 
«...con te » puntualizzò il moro.
 
Anche se in cuor suo il ragazzo-che-è-sopravvissuto voleva scoprire chi fosse il misterioso accompagnatore della strega più brillante del suo tempo e propria amica, adesso che il ballo era imminente la curiosità fu sopraffatta dal mal di stomaco, poiché “i campioni e i loro partner aprono le danze”, come gli aveva detto la professoressa McGranitt giorni prima, alla fine di una lezione dove avevano trasformato dei merli indiani in porcellini d'India. 
 
Dopo aver tentato invano di aggiustarsi i capelli ribelli sul capo il quarto campione, mentre scendeva la scalinata verso la Sala Grande, sperò che il misterioso ragazzo che avrebbe accompagnato di lì a poco Hermione fosse un ballerino più bravo di sé; e non ci sarebbe voluto poi molto, per esserlo...
 
 
 
I due amici avevano appena sceso le scale che subito incontrarono una vista non gradita: un gruppo di Serpeverde che saliva i gradini dalla loro sala comune sotterranea, capeggiato da un Draco Malfoy rivestito d'un abito di velluto nero d'alta sartoria, evidentemente fatto su misura.  I pantaloni scendevano con morbidezza mirabile sulle gambe longilinee del rampollo purosangue quasi fossero di pura acqua, nessuna piega indesiderata ne deturpava l'armoniosità, e ciò non si poteva dire per tutti i partecipanti all'evento dato che i più vestivano con completi dozzinali; con altrettanta sinuosità le maniche della giacca fasciavano le braccia del ragazzo sino ai polsi, ornati da gemelli d'argento rilucenti in cui brillava il bagliore verde d'uno smeraldo a simulare l'occhio della serpe sullo stemma della casata che vi era rappresentato; la camicia d'un bianco quasi brillante era coperta dal gilet color argento nel quale, alla luce delle torce, parevano cogliersi delle sfumature quasi che il prezioso metallo cui rassomigliava fosse stato utilizzato per tesserne la trama. 
 
Ma i ragazzi notarono solo la brutta faccia del tanto odiato nemico Serpeverde, che si distanziò dalle altre serpi per guardarsi attorno. 
 
« Harry, guarda là » disse il rosso Grifondoro puntando col mento verso il nuovo venuto « cos'è, quelle della sua Casa non erano abbastanza purosangue per lui?» 
 
A quella battuta Harry rise, ma riscossosi dal momento di ilarità e guardatosi attorno chiese all'amico: « Ma dov'è Hermione?»
 
Padma e Calì, sentendosi ignorate dai loro accompagnatori, cominciarono a chiacchierare con delle amiche, chiedendo la stessa cosa. Ginny, che arrivò accompagnata da un estasiato ed imbarazzato Neville, rispose al quesito: « sta arrivando. »
 
L'attenzione della moltitudine di persone presenti all'ingresso fu catturata da una figura rivestita d'un abito blu pervinca che discendeva in balze man mano più scure, sfumandosi con mirata astuzia da ricordare il giorno susseguito dalla notte. La vita della giovane era attraversata da un nastro che passava dal blu notte del fiocco sino alla sfumatura chiara del resto dell'abito, uno stacco dalle tonalità che ricordava ma al tempo stesso riusciva a distinguere, come a dividere il corpetto semplice dalla più elaborata gonna. I capelli castani erano raccolti dietro la testa da un morbido chignon cui sfuggiva un boccolo dai riflessi dorati, il tutto così da lasciare il viso pallido, con le guance lievemente arrossate dall'imbarazzo dato da tutti quegli sguardi, scoperto.  Una collana argentea impreziosita da pietre d'un blu brillante, invece, contornava il collo niveo che discendeva in una lunga linea delicata spezzata solo dall'avvento delle spalline chiare che tenevano l'abito e discendevano a fasciare le spalle col loro tessuto carezzevole. Fleur Delacour, improvvisamente, fu nient'altro che carina, in confronto. 
 
« Ciao, ragazzi » disse la raggiante nuova venuta quando scese l'ultimo gradino della scalinata che portava fin lì dalla torre di Grifondoro, ora un ricordo lontano offuscato dall'improvvisa realizzazione sull'identità della ragazza: 
 
Era Hermione.
 
« Her-Hermio-?! » balbettò Ronald in un vano tentativo di pronunciare correttamente il nome dell'amica, rinunciando per chiedere: « come hai fatto? »
 
Un cipiglio era in procinto d'affacciarsi sul volto radioso della Grifondoro quando il quarto campione, intuendo il pericolo imminente, si affrettò a dire « Herm, sei stupenda », guadagnandosi però un'occhiata truce dalla propria gelosa accompagnatrice. 
 
« Oh, grazie Harry » rispose la ragazza vestita di blu nuovamente raggiante d'ilarità. Trovandosi da sola tra le coppie già riunite, si sporse a guardare oltre le spalle dei presenti che si frapponevano tra lei e la vista della sala, chiedendo nel mentre: « Avete visto...? »
 
Dei passi risuonarono alle spalle dei due amici accompagnati dalle sorelle Patil. Fecero per girarsi, ma qualcuno girò loro attorno prima che potessero, tra lo sbigottimento generale di chi già aveva avuto vista di chi Hermione stesse cercando. « Oh, eccolo » ebbe il tempo di dire la ragazza colta subitaneamente dopo da un sorriso spontaneo, le guance le si imporporarono nuovamente. 
 
Una nuca bionda si frappose tra Harry e l'amica.
 
Una figura alta e longilinea si chinò per eseguire un perfetto baciamano, sfiorando appena con le labbra il dorso della mano della ragazza vestita di blu; mentre si chinava i più vicini, ma soprattutto la ricevente di tale gesto, poterono sentir fuoriuscire dalla bocca del ragazzo una singola parla che riassumeva quanto di più intrinseco vi era, in un tono dalla parvenza quasi riservata ai due singoli protagonisti della scena: « Magnifica. »
 
L'ingresso parve congelarsi all'istante come se quell'aggettivo fosse un incantesimo dalla potenza straordinaria: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e parte degli stessi Serpeverde restarono immobili come fosse stato scagliato su di loro un Petrificus Totalus. Il biondo rialzò la schiena; dalla posizione cui era Harry non riuscì a vedere cosa stesse facendo, ma vide Hermione sorridere in quel suo modo speciale che riservava ad eventi particolarmente piacevoli, come i complimenti ricevuti dalla professoressa McGranitt per un compito in classe. Allora il moro si voltò verso l'amico al suo fianco per cercare di convincersi che tutto ciò che i suoi occhi avevano visto fosse reale, per essere certo di non essere impazzito o magari ancora per non sentirsi l'unico cui una vena di gelosia era nata nel cuore. 
 
Voltò il capo mentre la porta della Sala Grande si apriva e vi fuoriusciva la professoressa di Trasfigurazione; prima che la nuova venuta potesse parlare e richiamare a sé l'attenzione di tutti il ragazzo riuscì a scorgere l'espressione di Ronald:
 
Occhi sgranati, bocca aperta all'inverosimile, testa reclinata all'indietro tanto da rendere l'equilibrio precario ed un colorito che dava sul ceruleo. Simili espressioni di puro stupore e annichilimento misto ad orrore e disgusto sul volto del rosso potevano essere notate quando un ragno troppo curioso decideva di sostare sul suo letto e non muoversi di lì, sordo a minacce e crepitii di incantesimi che aprivano buchetti bruciacchiati qua e là sulla coperta ma mancavano prontamente l'aracnide. 
 
« I campioni qui, per favore! » Tuonò la professoressa abbigliata d'un abito da sera scozzese rosso. La ghirlanda di cardi posta sul cappello la faceva sembrare una grossa decorazione natalizia.
 
Le quattro coppie dovettero spostarsi di lato per permettere ai non-campioni di accedere alla Sala Grande; una lunga sfilata di ragazze e ragazzi in abiti appariscenti ed in alcuni casi al limite della decenza in fatto di gusto. Spiccavano positivamente tra questi Fleur Delacour nel suo abito di satin grigio argento, accompagnata da Roger Davies ( capitano della squadra di Corvonero ) e la stravagante coppia formata da Hermione Granger e Draco Malfoy. Questi ultimi, seguiti da un'imbronciata Pansy Parkinson che guardava con odio la nuca della Grifondoro e del suo accompagnatore Corvonero dall'aria scocciata, sembravano quasi raggianti come una coppia ben rodata di divi del cinema.   
 
Il braccio della strega vestita di blu era stretto attorno a quello offertogli dal ragazzo che l'accompagnava: il quarto campione non poteva saperlo, ma chi aveva visto il signor e la signora Malfoy durante una delle loro passeggiate in città, avrebbe riconosciuto la compostezza sincera e l'intimità che solo due anime affini unite da un sentimento comune erano capaci di personificare. 
 
I vari studenti che ancora non erano a conoscenza della novità rimasero sconcertati quando i due presero posto l'uno di fianco all'altra, guardandosi negli occhi e scambiandosi un sorriso. Non vi erano elementi per gridare allo scandalo, alla relazione segreta finalmente uscita allo scoperto... Ma già le teorie più fantasiose serpeggiavano sinuose tra le menti giovani ed inebetite dall'esperienza del ballo di parte dei presenti; teorie che accoglievano, inglobavano e stracciavano certezze che potessero contrastarle, nutrendosi di dettagli scabrosi che nulla avevano di reale.
 
Ma, infondo, i due ragazzi lo sapevano. 
 
Avevano ben compreso i rischi d'un simile gesto: voci; amici dell'uno e dell'altra sull'orlo di una rissa; lo scandalo...
 
Ed avevano deciso di ignorarli.
 
Ignorare le voci crudeli che avrebbero tentato di infangarli; ignorare i dissidi tra le due Case; ignorare la gelosia selettiva di taluni elementi solo quando quella persona vicina, ma vista come distante, sceglie di rapportarsi con altre persone.
 
I nuovi arrivati sedettero nei tavoli posti ai lati della Sala, mentre i Campioni si mettevano in posizione e cominciavano a ballare. Harry aveva davvero provato ad imparare, aveva persino costretto Ronald a fare coppia con lui per gli allenamenti... Ma non vi erano stati miglioramenti sostanziali. Il quarto campione, quindi, decise di farsi condurre. 
 
« Sono quasi imbarazzato per lui » annunciò il ragazzo dai capelli biondo-platino, porgendo alla propria dama un bicchiere di punch. Potter non aveva l'assoluta idea di cosa fosse un ballo: per chi aveva ricevuto lezioni sin dall'infanzia non era difficile scorgere i segnali che indicavano chi avesse davvero preso le redini della danza: Calì. 
 
« È la prima volta che balla di fronte ad un pubblico, non essere crudele » lo redarguì la ragazza, non mancando di sorridere incoraggiante quando lo sguardo del moro incrociò il suo per una frazione di secondo. 
 
« Non sono crudele, sono realista » disse il ragazzo in propria difesa con la più perfetta maschera di indifferenza sul volto. Quand'ecco che un sorriso spezzò quell'aura apatica, immediatamente dopo che gli occhi grigi di Draco incontrarono un paio d'occhi nocciola, intenti a scrutarlo e rimproverarlo per ciò che aveva detto, dall'altro lato del tavolo. 
 
Si sciolse anche l'espressione accigliata della ragazza nell'osservare l'espressione contenta sul volto di Malfoy, e gli rivelò: « sai, non sei male quando non cerchi di fare a botte con i miei amici o con me...»
 
« Ancora la storia dell'ippogrifo? » chiese il giovane, quasi rassegnato all'idea della risposta affermativa. 
 
« Già, ancora Fierobecco. Ora che ci penso: non ti sei ancora scusato. »
 
Draco si alzò dal tavolo, guadagnando nuovi sguardi posati sulla propria persona; ragazzi e professori presenti incuriositi da ogni particolare sulla coppia improbabile ed inaspettata. Alcuni già temevano, o speravano di rivedere, l'antico astio riportato in auge dal loro conversare: l'espressione di Ronald si illuminò di speranza quando l'alta forma del Serpeverde si erse di fronte all'amica Grifondoro! 
 
“Ma che fa?” pensò Hermione, improvvisamente preoccupata di averlo offeso in qualche modo. Quando si era capovolto il mondo, così che lei provasse rimorso per qualcosa detto a Malfoy? 
 
La mano pallida e adornata da un anello d'argento, cui vi era impresso un serpente, si tese in direzione della mora con calcolata eleganza e formalità.
 
« Posso avere l'onore di questo ballo, per farmi perdonare? »
 
Un attimo di incertezza nella giovane dovuto al gesto inatteso ed alla sgradevole sensazione che tutti gli occhi, o quasi, della Sala fossero puntati su di lei ed il suo accompagnatore, fecero temere un rifiuto al pallido Serpeverde. Stava per ritirare la mano e tornare seduto, quando la ragazza di fronte a sé posò la propria sul palmo di lui. Estasiata, le guance colorate di rosso a causa di quel gesto galante; la risposta di Hermione non si fece attendere poi molto: « Solo se sai ballare meglio di Harry ».
 
Il volto di Draco si accese di un nuovo e raggiante sorriso che contagiò anche la ragazza che aveva di fronte, oltre che parte degli spettatori a quel dolce spettacolo. Prima di unirsi alle danze con altre coppie che si erano aggiunte ai campioni, sulle note d'un valzer, il Serpeverde sghignazzò: « Beh, non ci vuole poi molto.»
 
I due ballarono per la maggior parte del tempo, aggirando elegantemente altri ballerini dal passo incerto e divertendosi come mai avevano creduto fosse possibile, tra loro. 
 
Le lezioni seguite dal giovane Draco tramite un insegnante privato comprendevano, oltre alla filosofia ed alla musica, l'apprendimento dei balli che il rampollo di casa Malfoy avrebbe dovuto essere in grado di intraprendere durante le cerimonie e le feste dell'alta società; il ragazzo si dimostrò straordinariamente coordinato ed impeccabile in ogni sua mossa, permettendo ad una Hermione che aveva provato a danzare nei giorni precedenti il ballo con la compagna di stanza Ginny, di non sentirsi affatto sul punto di pestare i piedi al proprio partner o scivolare. Persino Fleur, che continuava a criticare chiunque le passasse vicino, dovette cedere e riconoscere l'ineccepibilità nei movimenti dei due.
 
« Pausa? » propose il ragazzo, notando la stanchezza della ragazza, ottenendo un consenso quasi istantaneo. 
 
Dell'altro punch, un flusso continuo di domande e risposte per approfondire la conoscenza l'uno dell'altra; se adesso riuscivano a passare una fantastica serata assieme era anche grazie al progetto di Aritmanzia che li aveva costretti a lavorare in coppia. 


 
All'inizio non fu facile, date le occhiatacce che Pansy lanciava alla Grifondoro quando si sedeva prepotentemente vicina al Serpeverde e gli imponeva di cominciare quel compito, in libreria; man mano i due cominciarono a diminuire l'ammontare di commenti sarcastici e litigi sugli stessi, per ritrovare che riuscivano molto bene, nel lavoro di squadra. Astio sparì, sostituito da una sorta di neonata simpatia. Certo, messa a dura prova dalle spille Potter fa schifo che tanto non-gentilmente Draco aveva provveduto a distribuire per la scuola, ma si era trovato un modo di rimediare anche a quello. 
 
Rimase piacevolmente sorpresa quando ricevette quel biglietto così anonimo, ripiegato e infilatole in tasca da una mano rapida e tal tocco leggero. Aprendolo, il messaggio poneva una domanda: non vi era bisogno della firma per capirne l'autore. Più arduo fu scegliere cosa fare: accettare l'invito di Malfoy ad andare al ballo con lui? Rifiutare per... Per chi? Ronald? No, non per Ron. Per il proprio orgoglio Grifondoro? No, neanche per quello. La curiosità venne a stento trattenuta dai ragionamenti logici che affollarono nelle ore a venire la mente della ragazza. Dovette chiedere aiuto alla fidata Ginny, per analizzare la cosa in maniera obbiettiva: 
 
« ...Ipotizziamo che un ragazzo mi abbia invitata al Ballo del Ceppo » cominciò Hermione, venendo immediatamente interrotta da un meravigliato « davvero?! » dell'amica.
 
«..Si, davvero. Ora, ipotizziamo che un ragazzo mi abbia invitata al Ballo del Ceppo ed io devo dargli una risposta. E non so se accettare o meno » le mani della mora vennero torturate dalla stessa ansiosa proprietaria, in attesa della risposta.
 
« È un bel ragazzo? » chiese Ginny, ricevendo un sì come risposta. Allora continuò: « ti è simpatico? » La risposta fu la stessa. La terza domanda fu inaspettata « è mio fratello? »
 
« Tuo f- No! Non si tratta affatto di Ronald » 
Il sospiro di sollievo della Weasley accese un sorriso sul volto di Hermione.; le due amiche poterono continuare a consultarsi. La mora dovette resistere agli assalti di domande sull'identità del misterioso scrittore sino al punto di massima sopportazione.
 
« E va bene, te lo dico: Draco! »
 
La Granger chiuse gli occhi, mentre pronunciava quella frase: ammettere qualcosa considerata sino ad allora così irreale ma al tempo stesso concreta era quasi doloroso per lei. 
 
« Non dirlo a nessuno, non voglio sceneggiate» disse. 
 
La più giovane dei Weasley le rivolse un sorriso e cercò di farle aprire gli occhi chiamando il suo nome: « allora le voci erano vere... »
 
Hermione provò a chiedere di quali voci l'amica avesse sentito parlare, ma non ottenne risposta. 
 
La libreria non era un buon posto per parlare di inviti segreti tra nemici, ma la ragazza si ingegnò: fronteggiò il gruppo formato da Malfoy, Tiger, Goyle e Pansy con una espressione risoluta; si fece loro tanto vicino da poter sentire il gelo causato dalla propria semplice presenza. Andò di fronte a Draco, la classica espressione di astio mirabilmente imitata. « Sì » scandì immediatamente, prima di andarsene così com'era comparsa.  


 
Mentre il biondo e la mora si dilettavano nel loro chiacchiericcio, a qualche tavolo di distanza, due coppie li osservavano con interesse. La prima, formata da Harry e Calì, sospirava e provava quasi pietà per la povera Padma costretta a sedersi vicina al suo accompagnatore, Ronald; quest'ultimo, intento a discutere di quanto fosse inconcepibile che Hermione si alleasse col nemico e venisse al ballo con lui, non aveva ancora ballato con la ragazza, che guardava verso la pista con aria sognante. Lo interruppe per la breve domanda: « non mi inviterai a ballare? » ed al no del rosso si alzò e trovò ben presto un ben più disponibile accompagnatore per iniziare finalmente le danze. Anche l'altra gemella se ne andò, lasciando da soli i due amici a discutere di ciò che i loro occhi riuscivano a vedere.
 
« Guardali: ridono! Ah questa non gliela perdono, è l'ultima volta che fa qualcosa del genere. » il broncio che ingombrava il volto paonazzo di Ronald discordava ampiamente col sudore freddo che lo attanagliava ogni volta che notava movimenti sospetti, come se i due ragazzi qualche tavolo più in là si stessero fugacemente prendendo per mano. 
 
« Non capisco cosa ci trovi, in Malfoy. Potevo capire un Corvonero, un Tassorosso, magari un Serpeverde! Ma non Malfoy. » Harry cominciò ad ipotizzare scenari discordanti con ciò che vedeva pur di quietare il senso di fastidio nel riuscire a sentire la risata sibillina della ragazza dopo una battuta della bionda serpe. 
 
« ...Harry! » richiamò la sua attenzione l'amico, risoluto quanto folli i suoi occhi sbarrati lo facevano sembrare « ho capito come ha fatto: ha usato un filtro d'amore! »
 
Il moro ammutolì, preferendo sorseggiare altro punch e rimuginare sulla bizzarra teoria dell'altro. Scosse la testa: « Hermione l'avrebbe riconosciuto subito, il filtro d'amore »; Weasley provò a teorizzare un ricatto, ma persino lui lo trovò troppo incredibile, e tacque. 
 
Si voltò un attimo, per apprezzare la bellezza di Fleur offuscata dalla consapevolezza di quanto inarrivabile quella ragazza fosse; quando Ronald tornò a spiare il tavolo che ospitava la strana coppia si alzò di scatto. Harry seguì quell'azione con perplessità: « Ron, cosa succede? »
 
« Sono spariti! » disse il rosso sull'orlo di una crisi di panico, « scomparsi, svaniti! Se Malfoy prova a toccarla, io...! » La minaccia si perse allo scoppio d'una canzone molto più movimentata ed allegra da cui derivò un boato d'ovazione degli studenti. 
 
Se nella Sala Grande vi era questo lieto caos, nel parco tutto taceva.
 
O almeno quasi, se non si contavano i ragazzi appartati qua e là ed un Severus Piton, seguito a ruota da Igor Karkaroff, intento a stanare chiunque tentasse di fare lo stesso. 
 
La ragazza vestita di blu ed il suo accompagnatore si godevano l'aria fresca non proferendo verbo, lasciando al fruscio delle foglie spazio per invadere il perimetro scolastico con la sua dolce musica. Stavolta non si tenevano a braccetto come quando entrarono nella Sala Grande adibita a sala da ballo, ma preferivano camminare l'uno di fianco all'altra e sfiorarsi fugacemente le dita, quasi spaventati dalla consapevolezza di cosa avrebbe causato un gesto più incisivo come lo stringersi per mano. 
 
« Credevo che non l'avresti mai fatto » confessò Hermione, osservando la lontana sponda del lago cui si stavano avvicinando. « Andare contro il “Manuale del Perfetto Purosangue”. » 
 
« Come sai che c'è un manuale? » chiese innocentemente lui in tono sincero, che proruppe in una risatina quando l'altra parve sconcertata alla rivelata esistenza di suddetto manuale: « stavo scherzando, non c'è nessun manuale. Vecchi libri con codici di condotta e tradizioni, scritti runici, ma nessun manuale vero e proprio. Dovrei scriverlo, forse... E cambiare qualche regola qua e là.»
 
La genuina risata si spense nella gola della mora che quasi non osava guardare l'altro in viso, mentre parlavano adesso finalmente soli e lontani da orecchie indesiderate: « tuo padre lo verrà a sapere, non ne sarà molto contento ».
 
Draco si fermò a pochi metri dalla riva scura del lago cui un grosso e viscido tentacolo si affacciava; « Hermione » chiamò, accogliendo ambedue le mani fresche per via dell'aria serale della ragazza nelle proprie calde come se vi circolasse il fuoco di drago e non sangue, nelle vene « forse non mi crederai, ma non potrebbe importarmi di meno cosa ne penserà mio padre.»
 
L'espressione sul volto della ragazza si fece perplessa e divertita, in netto contratto con quella seria e risoluta del giovane che le era di fronte. Occhi negli occhi, mani nelle mani, lei sostenne lo sguardo di lui con fierezza. Lo distolse solo quando fu presa da un attacco di riso che indispettì non poco l'accompagnatore: « Hermione, io sono serio. »
 
« Scusami » replicò lei, trattenendo nuovi scoppi d'ilarità a stento e cercando di sviare il discorso verso l'altra figura genitoriale di Draco « e tua madre? Lei cosa penserà di tutto questo? »
 
« Madre ha capito quanto invitarti fosse importante per me... E mi ha fatto promettere di aggiornarla su “eventuali sviluppi”.»
 
« Il festeggiare la fine del progetto di Aritmanzia davanti una burrobirra rientra tra gli “eventuali sviluppi”? » chiese incuriosita la ragazza, notevolmente meno tesa alla notizia che Narcissa Malfoy avesse, in qualche modo, approvato la nuova e stravagante ( almeno per i canoni dell'alta società magica ) amicizia del primogenito. Oramai sapeva quanto in conto Draco tenesse l'opinione della madre.
« Credo di poter sorvolare sulla burrobirra di contrabbando. I gemelli Weasley, vero? »
 
La ragazza sorrise e si girò, non confermando né smentendo da chi provenisse la burrobirra che avevano bevuto il pomeriggio stesso in cui finirono il progetto per la professoressa Vector. Si incamminò verso il lago trovando posto su di una roccia poco lontana dal tentacolo immobile ma sempre pronto a stritolare giocosamente qualche incauto studente. Il biondo la seguì, trovando posto  sulla stessa grande, liscia roccia.
 
« Chissà cosa hanno pensato quando ci hanno visti, Ron ed Harry..? » chiese più a se stessa che al proprio accompagnatore, la mora « già immagino quell'idiota che mi accusa di aver complottato col nemico o di avergli tenuto nascosto chissà quale segreto. »
 
« Conoscendo Weasley, scommetto che non userà toni soavi per darti della poco di buono per aver ceduto al mio fascino. »
 
Il giovane si guadagnò, così, una gomitata nelle costole. Non troppo forte tanto da sbalzarlo giù dalla roccia, né tanto lieve da far pensare allo scherzo. Un ricordo della forza che Hermione poteva esercitare, se provocata. 
 
« Ouch, mi hai fatto male. Di cosa ti preoccupi, di cosa pensa Weasley? La vita è tua, Hermione: spetta a te decidere cosa fare. »
 
La ragazza vestita di blu si girò a mirare il profilo di Draco alla luce della luna, che si rifletteva sul placido lago come una sfera perfetta e candida in contrasto con le acque nere. 
 
« Scommetto un galeone che dirà che siamo fidanzati » annunciò la giovane dopo aver posto il volto in modo da guardare dall'altra parte rispetto al biondo al suo fianco, che si girò immediatamente a scrutarla per capire se avesse sentito bene, rispondendo sarcastico: « non c'è scommessa, se la vincita è così ovvia » scuotendo la testa per la mirabile prevedibilità delle azioni del rosso Grifondoro. 
 
Una risata cristallina seguì quell'osservazione molto acuta ed altrettanto giusta, che si arrestò poco dopo lasciando spazio al fruscio che aveva accompagnato la passeggiata dei due. 
 
« E se non ci fosse bisogno di scommettere? »
 
Quella inaspettata ed improvvisa domanda risvegliò lo spirito di osservazione di Hermione, che prese a cercare di individuare il significato di tali parole. Ignorando il suggerimento che una vocina le stava dando, decise di chiedere: « in che senso, Draco? »
 
Non fu facile tornare su quel discorso dato che il ragazzo scosse la testa e sviò il tutto parlando della riserva di draghi appartenente alla famiglia Malfoy ormai da secoli, poi complimentandosi per la pozione perfetta ottenuta dalla ragazza ma che non le era valso nient'altro che un'occhiata di sbieco da parte del professore. Quando il Serpeverde abbassò la guardia, credendo di aver distratto abbastanza la sempre attenta e puntigliosa Grifondoro, questa tornò alla carica: « in che senso, se non ci fosse bisogno di scommettere?»
 
Il biondo si trovò in difficoltà: avrebbe dovuto trovare in fretta una scappatoia da quella situazione imbarazzante! Purtroppo non trovò un argomento di conversazione che potesse interessare la nuova amica, e sospirando optò per scoprire le proprie carte: « hai detto “scommetto un galeone che dirà che siamo fidanzati”; se non ci fosse bisogno di scommettere? Io... » vedere tanto in difficoltà un ottimo oratore come lo era il rampollo Malfoy era una gran cosa, più unica che rara. Decise di concedergli il tempo che gli serviva per trovare le parole giuste, incoraggiandolo prendendogli la mano. All'inizio l'altro parve sorpreso: osservò quelle dita intrecciate alle proprie e lentamente carezzò il dorso della mano della ragazza col proprio pollice; finì per restituire la tenue presa prima di parlare.
 
« Forse sarò affrettato, ma vorrei conoscerti meglio. »
 
L'espressione concentrata si adattava particolarmente a quel volto squadrato e dai tratti affilati, contornati da capelli che alla luce del sole quanto al bagliore della luna parevano fili di platino.
 
« Una conoscenza che implicherebbe il diventare un...noi.»
 
Quelle pause erano caratterizzate da una concentrazione non da poco, dato che Malfoy ricercava parole concise per esprimere quel concetto non da poco. Un concetto che avrebbe potuto cambiare tutto o distruggere ciò che stava cercando di creare. 
 
I pomeriggi in biblioteca, l'invito al ballo, quei bigliettini scambiati all'insaputa della maggior parte o di tutti i compagni di Casa. Certo, il brivido del poter essere scoperti a fraternizzare col nemico gravava su di loro e rendeva impossibile un qualunque tipo di rapporto oltre a quello di pura e semplice amicizia; ora che avevano reso in qualche modo pubblica, questa amicizia, perché non spingersi oltre? Perché non abbattere quel tabù che la Casa di Grifondoro e la Casa di Serpeverde non potessero in qualche modo unirsi? 
 
« Non devi rispondere subito, non pretendo tanto, solo... Pensaci, ok? »
 
Una corda di violino sarebbe parsa meno tesa, agli occhi d'un esperto liutaio, rispetto al ragazzo che ora sedeva rigidamente composto e si costringeva a non incrociare lo sguardo con la ragazza che gli era di fianco e che provava in qualche modo a calmarlo. 
 
« Se ho capito bene, tu stai proponendo una relazione. Sbaglio? » Al cenno di diniego la giovane continuò: « bene: allora conosco già la riposta alla tua proposta ».
 
L'attesa che seguì quella prima frase risultava davvero snervante, tanto che Draco si spazientì del silenzio che ne era derivato e ruppe quello in cui era piombato, in attesa: « e sarebbe? » 
 
Delle braccia si strinsero al suo che ancora teneva la mano di Hermione e ne carezzava il dorso pallido, scaldandolo un poco, mentre la testa della giovane che gli era di fianco gli si posò sulla spalla. Poté osservare come gli occhi nocciola della mora si chiusero, prima di venir travolto dal violento accelerarsi del proprio battito cardiaco a solo udire quel, seppur accennato, tanto semplice ma ricco di significato:
 
« Sì.» 


 
Grazie per aver letto!

Doveva essere una flash fic, forse una one shot... Non sono riuscito a trattenermi dallo scrivere questo papiro

Spero vi sia piaciuto!

 
   
 
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