16.
Fuga
Una
brezza tiepida mi
accarezzava il viso in quella profumata mattina di primavera. I petali
dei
fiori di ciliegio volteggiavano pigramente nell’aria, per poi
depositarsi a
terra con delicatezza.
Lo
spettacolo sarebbe
stato senza ombra di dubbio più godibile senza le
persistenti occhiate degli
studenti che affollavano l’area esterna della Todai.
Io
e Ryuzaki davamo
decisamente nell’occhio.
In
mezzo alla
moltitudine di persone che indossavano completi eleganti, lui spiccava
in
maniera eclatante con i suoi jeans, la t-shirt bianca e le scarpe
malandate.
Dal
canto mio, i miei
centosettanta centimetri d’altezza, mi facevano superare in
statura tutte le
ragazze presenti. Era palese che fossi straniera.
“
Ora dobbiamo
separarci.” Mi ricordò Ryuzaki.
Quella
era una delle
condizioni per la mia presenza. All’interno
dell’aula magna dell’ateneo non
dovevamo rimanere vicini. La seconda condizione consisteva nel
mescolarmi in
mezzo alle matricole e una volta terminato il discorso
d’apertura, raggiungere
Watari all’esterno dell’edificio, senza badare a
dove fosse Ryuzaki.
Se
fossi contravvenuta
a tali istruzioni, mi sarei ritrovata sul primo volo diretto a New York
con un
biglietto di sola andata.
A
malincuore avevo
acconsentito.
Ci
erano volute
settimane per convincere Ryuzaki e sapevo che non avrei potuto ottenere
di più.
“
In bocca al lupo.” Gli
dissi scaramantica.
Non
mi riferivo solo al
discorso.
“Crepi.”
Rispose lui.
E
ci dirigemmo in due
direzioni opposte.
Una
volta sola, destai
molte meno occhiate incuriosite.
Avevo
fatto bene ad
indossare un sobrio tailleur grigio chiaro (l’unico in mio
possesso siccome
prediligevo gli abiti casual).
Trovai
posto a fianco
di una ragazza robusta, con i capelli neri tagliati corti e occhiali
dalla
montatura ovale.
La
sala era
completamente gremita.
Cercai
di non guardarmi
troppo intorno alla ricerca di Ryuzaki, mentre il rettore parlava.
Infine
arrivò il momento che attendevo:
“E
ora, un breve
discorso dal rappresentante delle matricole Yagami Light, insieme
all’altro
rappresentante Ryuga Hideki.” Annunciò
l’uomo.
Si
levarono velate
esclamazioni di stupore a quel nome.
Io
invece, nel sentire
“Ryuga Hideki” venni quasi travolta da una delle
mie famose crisi di ilarità,
che mascherai con un attacco di tosse.
La
ragazza a mio fianco
si voltò a guadarmi e io assunsi un’espressione di
circostanza, seria e
mortificata. Ovviamente per trattenere una ridarella poco dignitosa e
assolutamente inadatta a una matricola della Todai.
Ripensai
con nostalgia
alla cerimonia di apertura dell’anno scolastico della
Columbia. Connor
continuava a farmi ridere dilettandosi in pittoresche imitazioni del
panciuto
rettore e io mi morsicavo a sangue l’interno delle guance nel
vano tentativo di
trattenermi.
“Ti
abbandonerai più
tardi al dolce viale dei ricordi. Torna su pianeta Terra.” Mi
richiamò la
vocina.
Ritenni
saggio darle
retta. Durante la mia distrazione, Ryuzaki era già salito
sul palco. A fianco
di Light Yagami.
Quest’ultimo,
era come
immaginavo, impeccabile. Vestito con gusto e classe, composto nei
movimenti e
nei gesti. Calmo, posato, sicuro di sé. Assolutamente
irritante.
“Piantala..”
Brontolò
la vocina.
Non
potevo farci
niente. Tutto mi irritava di Light Yagami, dai lisci capelli castano
chiaro
perfettamente curati, alla voce suadente, fino agli abiti che
sembravano
essergli stati cuciti addosso, tanto cadevano senza pieghe.
Mi
pareva più fasullo
della frutta di cera.
Messi
a confronto lui e
Ryuzaki sembravano provenire da due diversi pianeti e non ero certo
l’unica a
rendersene conto.
“
Quello a destra è il
mio tipo.” Bisbigliò la ragazza con gli occhiali,
riferendosi a Ryuzaki,
all’indirizzo dell’amica che le sedeva accanto.
Io
le scoccai
un’occhiata di fuoco di cui lei non si accorse.
“Qualcuno
qui è di
nuovo geloso..” Pigolò la vocina in un odioso
falsetto.
“Che?!
Kyoko, tu sei
proprio strana! E’ molto meglio l’altro!”
Le sibilò la compagna in risposta.
Non
fosse per
l’insignificante dettaglio che si
tratta dell’unico
indiziato del caso
Kira. Avrei voluto renderle partecipi.
Stavo
iniziando a
vedere rosso. Come si permetteva di esprimere un simile parere su
Ryuzaki?
“Insomma,
non vuoi che
venga espresso apprezzamento, ma nemmeno il contrario.. Un
po’ incoerente non
credi?” Mi fece notare la vocina.
Mi
dimenai sulla sedia
in preda alla stizza, non sopportavo di non poter rispondere a tono.
Poi ebbi
un’illuminazione:
Mi
schiarii
rumorosamente la gola e assunsi un’espressione disapprovante
e infastidita.
Funzionò.
Le due
ragazze arrossirono e io gongolai.
“Perché
perdo ancora
tempo con te?” Sospirò la mia coscienza.
Sogghignai.
Poi tornai
a concentrarmi su Ryuzaki.
Era
intento a leggere
il discorso, reggendo il foglio con il suo contenuto, alle
estremità.
Quando
terminò, Light
fece un breve inchino, mentre lui si grattò con noncuranza
la testa.
Un
sorriso
inconsapevole mi si dipinse sul viso.
Ci
fu uno scroscio di
applausi e realizzai che era ora per me di levare le tende.
Prima
di alzarmi,
lanciai un ultimo sguardo a Ryuzaki.
Seguiva
Light a
distanza ravvicinata mentre questi scendeva dal palco. Sembrava gli
stesse
dicendo qualcosa.
Fui
attanagliata dalla
ormai famigliare sensazione di angoscia che mi chiudeva la bocca dello
stomaco.
“
Non è certo che sia
davvero Kira, inoltre anche se fosse, non ha idea
dell’identità di Ryuzaki, ne
tantomeno di come si chiami. Non può fargli del
male..” Mi rassicurò la vocina.
Sentendo
le gambe
pesare come macigni mi alzai.
Nessuno
badò a me,
erano tutti troppo presi a osservare i due primi classificati nella
graduatoria prendere
posto sulle sedie.
*
Watari
era già ad
attendermi fuori dall’edificio.
“Grazie.”
Mormorai
quando come di consueto, l’anziano signore aprì la
portiera del sedile posteriore
per farmi salire a bordo della vettura.
Mi
accomodai sui
morbidi sedili di pelle, ma per come mi sentivo in quel momento, non mi
sarei
accorta della differenza tra loro e un letto da fachiro.
Dopo
qualche minuto
iniziai a tamburellare nervosamente le dita sulle ginocchia,
occhieggiando
l’ingresso della Todai, inquieta.
“
Non si preoccupi
Akiko, sa quel che fa.” Tentò di rincuorarmi
Watari, guardandomi dallo
specchietto retrovisore.
Io
annuii e cercai di
sorridergli.
Poi
tornai imperterrita
a controllare la situazione, mordicchiandomi il labbro inferiore.
Trascorse
una mezzora
abbondante, nella quale non feci altro che agitarmi sul sedile.
Watari
era davvero un
santo a sopportarmi.
“
Il termine è
riduttivo dato che è di te che si sta parlando.”
Inveì la vocina, decisamente
inopportuna.
All’improvviso
in
lontananza scorsi Light Yagami. Il giovane si arrestò di
colpo e dopo un
istante, finalmente, venne raggiunto da Ryuzaki.
Tirai
un sospiro di
sollievo.
Mi
spiaceva essere così
lontana e non poter udire quello che si stavano dicendo. Tuttavia,
sarei stata
accontentata a breve, visto che si stavano dirigendo verso il veicolo.
Watari
scese
dall’abitacolo per far entrare Ryuzaki e si
posizionò esattamente davanti al
mio campo visivo.
Sentii
Ryuzaki
accomiatarsi da Light dicendogli:
“Ci
vediamo al campus.”
E
il ragazzo rispondere
affermativamente.
Dopodiché
Ryuzaki entrò
in macchina, posizionandosi a mio fianco.
Ebbi
appena il tempo di
scorgere Light e viceversa, che Watari avviò il motore e
partimmo, circondati
dagli sguardi invidiosi che alcuni studenti rivolsero alla lussuosa
automobile.
“
Bentornato, Ryuga
Hideki..Potrei avere un autografo?” Apostrofai ironicamente
Ryuzaki.
Lui
sorrise brevemente.
Sembrava
perso nelle
sue elucubrazioni.
Né
ebbi la conferma non
appena prese a mordersi il pollice.
Avrei
tanto desiderato
saper leggere nel pensiero, per capire cosa gli frullava in testa.
“
Allora, cosa pensi
riguardo al figlio del sovrintendente Yagami?” Provai ad
inquisirlo.
“
Non ti piace molto.”
Affermò lui per tutta risposta.
Mi
chiesi come diavolo avesse
fatto ad intuirlo.
Tanto
valeva scoprire
le carte in tavola.
“Proprio
così.”
Confermai.
“Per
quale motivo?”
“
Sembra uscito da una
di quelle pubblicità dei biscotti per la prima colazione
dove tutti sono
perfetti. Le persone così mi danno sui nervi.”
Spiegai.
Ma
non era tutto, c’era
qualcosa di intangibile che alimentava la mia antipatia per Light
Yagami, ma
non riuscivo ad afferrare che cosa.
“
Comunque mi sono
accorta che stai cercando di deviare il discorso per non
rispondermi.” Aggiunsi
risentita.
Inaspettatamente
Ryuzaki si mise a ridacchiare.
Era
la seconda volta
che lo sentivo ridere dacché lo conoscevo.
“
Ritengo che sarebbe
un ottimo elemento da inserire nella squadra investigativa.”
Mi annunciò con
assoluta noncuranza.
“Cosa?!”
Trasecolai.
“Quindi
non sospetti
più di lui.” Dichiarai quando mi riebbi dalla
sorpresa.
“
Non ho detto questo.”
Replicò, fissandomi con gli occhi scurissimi.
Restai
a guardarlo
basita.
“
Se entrasse nella
squadra potrei al
contempo tenerlo
d’occhio e avvalermi delle sue capacità
deduttive.” Mi illustrò.
“Ma
è pericoloso!” Non
potei esimermi dall’esclamare.
“
Ma inevitabile.”
Obiettò lui.
“
Come pensi di
proporglielo?” Domandai mesta.
“
Lo rivedrò alla
Todai, ho già in mente cosa fare.”
Aprii
la bocca per
parlare, ma lui mi precedette:
“
No. Tu non verrai.”
E
con questo fu chiuso
l’argomento.
*
Il
primo giorno con
Ryuzaki al campus trascorse senza intoppi.
Aveva
provveduto a dare
disposizioni, affinché gli agenti si
riunissero ugualmente nella suite dove alloggiavamo, per informare
Watari di
eventuali novità e per attendere il suo rientro dalla Todai
nel tardo
pomeriggio, con lo scopo di aggiornarsi a vicenda sulle reciproche
indagini.
La
loro presenza si
rivelò utile per salvaguardarmi da eventuali crisi di
panico, dato che il
pensiero di Ryuzaki a stretto contatto con Light, non mi faceva sentire
esattamente tranquilla.
“
Rasenti l’isteria
ogni cinque minuti.” Commentò la vocina.
Come
al solito
esagerava.
*
Il
secondo giorno al
contrario, non andò liscio per niente.
Stavo
tentando di
aiutare Watari a servire il caffè (si opponeva con strenuo
vigore ogni volta
che ci provavo), quando il sovrintendente Yagami,
all’improvviso si accasciò a
terra portandosi le mani al petto.
Immediatamente
mi tornò
alla memoria Lind L. Tailor poco
prima
che morisse.
Per
un istante
rimanemmo tutti pietrificati, come incapaci di muovere un muscolo.
Pensavamo
la stessa
cosa:
Kira.
“Yagami
San!!!”
Gridarono Matsuda, Aizawa e Ukita all’unisono. Mogi era di
turno al comando di
polizia.
Dopo
quel breve attimo
di intorpidimento dovuto al panico, mi riscossi e in un attimo fui
china sul
corpo esanime dell’uomo.
“
Chiamate
un’ambulanza!” Gridai prima di praticargli il
massaggio cardiaco.
Negli
U.S.A. lo
insegnano sin dalle scuole elementari.
Non
avrei mai
immaginato che mi sarebbe tornato utile.
Quando
sentii il cuore
di Soichiro riprendere a battere, seppur debolmente, tirai un
momentaneo sospiro
di sollievo.
“Non
si tratta di
Kira.” Dissi con voce rotta.
Watari,
Matsuda, Aizawa
e Ukita, sospirarono di sollievo a loro volta.
*
In
breve arrivò
un’ambulanza a soccorrere il sovrintendente e, senza quasi
rendermene conto, mi
ritrovai sopra di essa insieme a Matsuda.
Watari
rimase in
albergo per avvertire Ryuzaki, mentre Aizawa e Ukita si recarono al
comando di
polizia ad informare Mogi.
In
ospedale, mentre
Matsuda contattava la moglie di Yagami, un medico mi
comunicò che
fortunatamente, l’uomo era fuori pericolo e si
complimentò per la mia prontezza
nel fargli il massaggio cardiaco.
“Per
una volta ti sei
resa utile.” Osservò la vocina.
Possibile
che non
tacesse proprio mai?
*
Sachiko
Yagami, a
differenza del figlio e come il marito, mi piacque subito.
Era
una donna di mezza
età, con i capelli castano scuro portati in un morbido
caschetto, dai
lineamenti e dagli occhi gentili. In gioventù doveva essere
stata molto bella.
Probabilmente Light aveva preso da lei.
“
La ringrazio
moltissimo Akiko San.” Mi ripeté per
l’ennesima volta, da quando le era stato
detto che il mio intervento si era rivelato fondamentale per la
salvezza del
marito.
“
Oh.. Si figuri..”
Balbettai io imbarazzata.
Non
sapevo più come
schermirmi.
“Mi
tolga una
curiosità, fa parte della polizia? Mi sembra così
giovane..” Mi domandò.
Sussultai.
Non
mi ero preparata a
quell’evenienza.
“Si.”
Risposi troppo in
fretta.
“No.”
Mi contraddisse
Matsuda.
Sachiko
ci osservò
sconcertata.
Il
giovane agente si
mise a ridacchiare e prima che potessi fare alcunché, mi
cinse le spalle con un
braccio ed esclamò:
“
In realtà Akiko è la
mia fidanzata. Non volevamo ancora spargere la voce.”
Dannato
Matsuda.
Proruppi
anch’io in una
risatina stridula e cinguettai:
“
Eh eh eh ci ha
scoperti!”
“
Che coppia..” Sbuffò
la vocina.
“
Ma è meraviglioso
ragazzi.” Sorrise la signora Yagami.
“Se
la tenga stretta
Matsuda San.” Aggiunse strizzando l’occhio al
ragazzo.
“Certo!”
Replicò lui,
accentuando la stretta sulle mie spalle.
L’avrei
strozzato.
*
Poco
più tardi Matsuda
si congedò adducendo di dover fare ritorno in centrale, ma
non prima di avermi
stampato un bacio sulla guancia.
Maledetto
approfittatore.
Lasciai
Sachiko in
compagnia del marito e restai in attesa nel corridoio, ma qualche
minuto dopo,
la donna mi chiese di entrare.
“Soichiro
vuole
ringraziarla di persona.” Affermò.
Leggermente
esitante,
feci il mio ingresso nella stanza.
Mi
fece impressione
vedere un uomo energico e robusto come Soichiro Yagami, steso in un
letto
d’ospedale, attaccato al tubo per la flebo. Tuttavia, eccetto
il volto pallido
e patito,sembrava che il peggio fosse passato.
“Mi
ha salvato la vita
Akiko San. Grazie.” Mi accolse l’uomo, parlando con
voce flebile.
“
Oh io.. Emh.. Non c’è
di che..” Farfugliai.
“
Che abile
conversatrice.” Intervenne la detestabile vocina.
Prima
che potessi aggiungere
altro, la porta si spalancò e, scortati da
un’infermiera, apparvero Light e
Ryuzaki.
Quest’ultimo
non
sarebbe stato affatto felice di trovarmi lì.
Presi
a fissarmi con
insistenza la punta delle scarpe.
Dopo
che Sachiko ebbe
esposto la situazione a Light e dopo che questi apprese dal padre, che
le sue
condizioni erano stabili, la signora Yagami pensò bene di
presentarmi.
Ovviamente
nelle vesti
di eroina della giornata.
“
Light questa è Akiko,
la fidanzata di Matsuda. E’ stata lei a prestare il primo
soccorso a tuo
padre.” Lo rese partecipe.
Ryuzaki
rimase
impossibile, Soichiro fu scosso da un piccolo tremito.
Light
mi studiò qualche
istante.
Che
si fosse accorto
che ero la stessa persona che aveva intravisto in macchina il giorno
della
cerimonia alla Todai?
In
ogni caso non lo
diede a vedere.
Mi
venne incontro
sorridendomi ed esordì con la sua voce ben modulata:
“
E’ un vero piacere
conoscerla Akiko San. La ringrazio davvero moltissimo per quello che ha
fatto
per mio padre.”
Persino
la sua stretta
di mano era impeccabile. Né troppo salda né
troppo debole.
Stavo
forse diventando
paranoica?
Eppure
mi parve che il
suo caldo sorriso non si estendesse agli occhi.
“
Non dovete
ringraziarmi.” Replicai, cercando di sorridere a mia volta.
Ma
produssi solo una strana
smorfia.
*
“
Bene, a domani . Ti
porterò qualcosa.” Si accomiatò la
signora Yagami.
“Light,
al resto
pensaci tu.” Aggiunse prima di uscire.
“
Certo.” Ribatté il
ragazzo.
Appena
Sachiko richiuse
la porta alle sue spalle, calò il silenzio.
“Vi
lascio soli..”
Dissi accennando ad alzarmi dalla sedia sulla quale mi ero accomodata.
“
Ormai non è più
necessario.” Stabilì Ryuzaki facendomi cenno di
restare seduta.
Obbedii.
“
Lei non è la
fidanzata di Matsuda vero?” Constatò Light al mio
indirizzo.
“No.”
Rispondemmo in
coro io, Soichiro e Ryuzaki.
Il
giovane non pose
eventuali quesiti. Probabilmente aveva già capito tutto.
Li
lasciai discutere
standomene in disparte.
Light
sembrava
sinceramente preoccupato per il padre e si era indignato
nell’apprendere che
Ryuzaki lo aveva messo a parte dei sospetti sul suo conto, alimentando
lo
stress dell’uomo.
Infine
si era impuntato
per diventare membro della squadra che indagava sul caso Kira,
nonostante
l’opposizione del padre.
La
conversazione venne
interrotta dall’arrivo di un’infermiera ad
annunciare che l’orario delle visite
era terminato.
In
silenzio io e i due giovani
uomini, ci avviamo verso l’esterno dell’ospedale,
dove c’era già Watari ad
attenderci in auto.
Prima
che io e Ryuzaki
prendessimo posto nel veicolo, Light esclamò:
“Ryuga,
cosa posso fare
per convincerti che non sono Kira?” La sua era una richiesta
molto accorata.
“
Yagami Kun, se tu non
sei Kira non devi fare niente.” Replicò Ryuzaki
calmo.
“Falla
finita! Tu come
ti sentiresti se qualcuno ti accusasse di essere Kira?” Si
accalorò il suo
interlocutore.
Ryuzaki
per un attimo
non disse nulla.
“Mi
sentirei
malissimo.” Mormorò dopo quella che in apparenza
sembrava una breve
riflessione.
“Allora
che ne dici di
rinchiudermi da qualche parte, senza tv né altro e di
tenermi d’occhio per un
mese intero?” Propose Light d’impeto.
“
Sarebbe una
violazione di tutti i tuoi diritti umani. E poi, sarebbe ridicolo fare
una cosa
simile a una persona solo sulla base di un sospetto.”
Obiettò Ryuzaki.
“
Capisco.” Assentì l’altro
smorzando il tono di voce.
Io
salii in macchina e
Ryuzaki mi seguì.
“
Non ti preoccupare.
Se tu non sei Kira, prima o poi lo dimostrerai. Tra l’altro
dopo averti sentito
parlare con tuo padre, sto cominciando a cambiare idea”
Dichiarò.
“Beh
abbi cura di lui.”
Si congedò subito dopo.
“Ah
un’altra cosa. Ho
detto che ti avrei aiutato con le indagini..Ma finché mio
padre non si sarà
ripreso non credo che ne avrò il tempo.” Fece
presente ancora Light.
“Capisco..
A presto.”
Ryuzaki concluse il discorso e finalmente, partimmo.
Nonostante
Light avesse
dimostrato di essere un figlio premuroso, non riuscivo proprio a
scacciare
quella sensazione di inquietudine che mi assaliva ogni volta che mi
capitava
sotto gli occhi. A distanza ravvicinata inoltre si intensificava.
Notai
che Ryuzaki non
aveva aperto bocca. Senz’altro stava riflettendo, ma trovai
opportuno
spiegarmi:
“Mi
dispiace Ryuzaki,
ma il sovrintendente stava male e non ho pensato..”
“Alle
conseguenze.”
Terminò lui per me, fissandomi.
“Già.
Sussurrai.”
“
Non importa, ormai è
andata così. Inoltre se ti capitasse qualcosa, Light sarebbe
senz’altro Kira.
Certo è, che il fatto che abbia scoperto la tua presenza,
nell’eventualità che
sia colpevole, mi rende più vulnerabile.”
Osservò.
“Mi
dispiace.” Sospirai
mogia.
Era
l’ultima cosa che
desideravo.
“
In futuro cerca di
esporti meno.” Mi consigliò.
“D’accordo.”
Acconsentii.
Non
potevo sapere che
poco più di una settimana dopo, avrei
fatto esattamente l’opposto.
*
Era
quasi sera e mentre
Matsuda, Aizawa e Ukita si trovavano in soggiorno in compagnia di
Ryuzaki e
Watari, io stavo seguendo un programma su Sakura TV. Ero piuttosto di
buon
umore, poiché le condizioni del sovrintendente stavano
migliorando.
Come
un fulmine a ciel
sereno, improvvisamente il programma venne interrotto
dall’annuncio da parte
dei presentatori, che Kira li aveva presi in ostaggio e che erano stati
costretti
a trasmettere un video con un suo messaggio.
Sudai
freddo.
Sentii
provenire
dall’altra stanza, movimenti e toni di voce concitati.
Sullo
schermo del
televisore apparve la parola “Kira” in carattere
Old London.
Rifaceva
il verso a
Ryuzaki? Piuttosto infantile.
Il
messaggio, con voce
contraffatta, invitava a sintonizzarsi su un altro canale, per
assistere in
diretta alla morte di un giornalista reo di aver giudicato Kira
malvagio.
Questa
puntualmente si
verificò.
Mi
girava la testa.
Non
volevo vedere
altro, ma rimasi incollata al programma.
Kira
uccise un altro
giornalista per la medesima ragione.
Mi
resi conto che stavo
tremando in maniera incontrollabile.
Udii
Ukita gridare che
sarebbe andato direttamente sul posto a interrompere il programma.
Quell’abominio
doveva
aver fine.
Continuai
a seguire il
video.
Kira
chiedeva la
collaborazione della polizia.
Con
mio sommo orrore,
pochi minuti dopo, mostrarono il corpo esanime di Ukita davanti
all’ingresso di
Sakura TV.
Urlai
ma nessuno se ne
accorse.
Aizawa
stava gridando
qualcosa contro Ryuzaki.
Fu
in quel momento che
mi accorsi di un dettaglio agghiacciante.
Quando
si conosce una
persona da tanto tempo, basta un particolare per riconoscerla, seppur
minuscolo, insignificante.
E
io avrei riconosciuto
Connor a occhi chiusi.
Lui
in quell’istante era
chino sul corpo di Ukita, probabilmente nel vano tentativo di aiutarlo.
In
pasto alle telecamere. In pasto a Kira.
Nonostante
fosse girato
di spalle, ero certa che si trattasse di lui. Gli avevo regalato io la
polo blu
che indossava in quel momento.
Per
non parlare dei capelli,
della conformazione fisica.
Non
potevo sbagliarmi.
Senza
perdere tempo a
chiedermi cosa ci facesse lì e perché non mi
avesse avvisata, mi infilai il
portafoglio nella tasca dei jeans e di soppiatto, uscii dalla mia
camera.
Nessuno
guardava nella
mia direzione, erano tutti con gli occhi fissi sui monitor dei
televisori.
Ero
quasi arrivata alla
porta quando Ryuzaki gridò:
“La
fermi Matsuda!”
Lui
era quello che si
trovava più vicino a me.
Ma
non fece in tempo a
raccapezzarsi che io stavo già correndo nel corridoio e
sapevo bene che non
poteva mettersi ad inseguirmi davanti ai clienti dell’albergo.
Avrebbe
dato troppo
nell’occhio.
“
Non farti vedere in
viso!” Feci in tempo a sentire Ryuzaki mettermi in guardia,
prima di
precipitarmi giù per le scale.
Ringraziamenti
e sproloqui dell’autrice:
Eccoci
alla
fine di un altro capitolo, spero che vi sia piaciuto perché
è uno dei miei
preferiti fra quelli che ho scritto ^.^
Come
sempre
ringrazio tutti i lettori per l’attenzione che dedicano a
questa storia!!!
Hope87:
Sono
contenta ti sia piaciuto il
finale ( e di essere riuscita a riscattarmi per le mie malefatte XD)
Vedo che
ci troviamo d’accordo su moltissime cose!
AngelVirtues:
Capisco
perfettamente la tua scelta e che questa non sia dovuta a un calo
d’interesse
mi rassicura.. Del resto mi avevi avvisata sin dall’inizio!
Mi mancheranno le
tue recensioni ma vorrà dire che a fine storia me ne farai
una con i fiocchi XD
Ormai non manca più moltissimo ^_^ Comunque grazie mille per
aver seguito e
recensito finora!
Himeno
chan:
Ahahaha
visto? Matsuda stavolta l’ha fatta grossa XD Grazie mille dei
bellissimi
complimenti e non preoccuparti per la fine della FF perché
è ancora tutto da
vedersi ;)
Bilu_Emo:
Ti
ringrazio tantissimo! Sono
contenta che ti siano piaciute la scena di B.B. e quella della torre di
zucchero, mi sono divertita a scrivere entrambe!
L
chan: Felice
di essere riuscita a farti
apprezzare la scena di B.B.! Sapevo che la aspettavi da un
po’ e non volevo
deluderti!!! E non preoccuparti se non riesci a recensire sempre ^__^
Vampires
Trenny: Eh
eh eh
confermo che quando arriverà Misa ne vedremo delle belle XD
Chissà, forse la
vocina lascerà Audrey in pace!!! Grazie mille della
recensione ^^
La
gre: Grazie
mille cara!!! I tuoi
complimenti sono dolcissimi, mi fai sempre arrossire ^//^
Umpa_Lumpa:
Divertiti
al campo scuola (aimè
quanto vorrei tornare in gita ç_ç) in effetti mi
manca il tuo poema, ma
pazienterò speranzosa XD Spero che questo capitolo abbia
stuzzicato al tua
curiosità ehe eh eh Ti ringrazio molto per la recensione e
l’apprezzamento per le tue scene preferite ^__^
Ary
Tan: Mille
grazie per i complimenti!!!
Non sai quanto mi renda contenta che la storia ti appassioni sempre di
più.. So
che sono ripetitiva con questi ringraziamenti, ma davvero mi lasciate
senza
parole *__*
Direi
che ho
detto tutto ^__^ Perdonatemi se c’è qualche errore
ma ho riletto in frettissima
che devo di nuovo scappare! Buon week end e soprattutto buona festa
della donna!!!
Bacioni
Alice