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Autore: AliceRose    07/03/2009    9 recensioni
Il racconto inizia a New York,qualche mese prima dello scoppio del caso Kira in Giappone. Principalmente si tratta di una storia d'amore, ma in seguito si riallaccerà con le vicende dell' anime,modificandole in parte. Come capirete dal titolo mi è stata ispirata da una canzone secondo me molto azzeccata. Buona lettura!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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16. Fuga

Una brezza tiepida mi accarezzava il viso in quella profumata mattina di primavera. I petali dei fiori di ciliegio volteggiavano pigramente nell’aria, per poi depositarsi a terra con delicatezza.

Lo spettacolo sarebbe stato senza ombra di dubbio più godibile senza le persistenti occhiate degli studenti che affollavano l’area esterna della Todai.

Io e Ryuzaki davamo decisamente nell’occhio.

In mezzo alla moltitudine di persone che indossavano completi eleganti, lui spiccava in maniera eclatante con i suoi jeans, la t-shirt bianca e le scarpe malandate.

Dal canto mio, i miei centosettanta centimetri d’altezza, mi facevano superare in statura tutte le ragazze presenti. Era palese che fossi straniera.

“ Ora dobbiamo separarci.” Mi ricordò Ryuzaki.

Quella era una delle condizioni per la mia presenza. All’interno dell’aula magna dell’ateneo non dovevamo rimanere vicini. La seconda condizione consisteva nel mescolarmi in mezzo alle matricole e una volta terminato il discorso d’apertura, raggiungere Watari all’esterno dell’edificio, senza badare a dove fosse Ryuzaki.

Se fossi contravvenuta a tali istruzioni, mi sarei ritrovata sul primo volo diretto a New York con un biglietto di sola andata.

A malincuore avevo acconsentito.

Ci erano volute settimane per convincere Ryuzaki e sapevo che non avrei potuto ottenere di più.

“ In bocca al lupo.” Gli dissi scaramantica.

Non mi riferivo solo al discorso.

“Crepi.” Rispose lui.

E ci dirigemmo in due direzioni opposte.

Una volta sola, destai molte meno occhiate incuriosite.

Avevo fatto bene ad indossare un sobrio tailleur grigio chiaro (l’unico in mio possesso siccome prediligevo gli abiti casual).

Trovai posto a fianco di una ragazza robusta, con i capelli neri tagliati corti e occhiali dalla montatura ovale.

La sala era completamente gremita.

Cercai di non guardarmi troppo intorno alla ricerca di Ryuzaki, mentre il rettore parlava. Infine arrivò il momento che attendevo:

“E ora, un breve discorso dal rappresentante delle matricole Yagami Light, insieme all’altro rappresentante Ryuga Hideki.” Annunciò l’uomo.

Si levarono velate esclamazioni di stupore a quel nome.

Io invece, nel sentire “Ryuga Hideki” venni quasi travolta da una delle mie famose crisi di ilarità, che mascherai con un attacco di tosse.

La ragazza a mio fianco si voltò a guadarmi e io assunsi un’espressione di circostanza, seria e mortificata. Ovviamente per trattenere una ridarella poco dignitosa e assolutamente inadatta a una matricola della Todai.

Ripensai con nostalgia alla cerimonia di apertura dell’anno scolastico della Columbia. Connor continuava a farmi ridere dilettandosi in pittoresche imitazioni del panciuto rettore e io mi morsicavo a sangue l’interno delle guance nel vano tentativo di trattenermi.

“Ti abbandonerai più tardi al dolce viale dei ricordi. Torna su pianeta Terra.” Mi richiamò la vocina.

Ritenni saggio darle retta. Durante la mia distrazione, Ryuzaki era già salito sul palco. A fianco di Light Yagami.

Quest’ultimo, era come immaginavo, impeccabile. Vestito con gusto e classe, composto nei movimenti e nei gesti. Calmo, posato, sicuro di sé. Assolutamente irritante.

“Piantala..” Brontolò la vocina.

Non potevo farci niente. Tutto mi irritava di Light Yagami, dai lisci capelli castano chiaro perfettamente curati, alla voce suadente, fino agli abiti che sembravano essergli stati cuciti addosso, tanto cadevano senza pieghe.

Mi pareva più fasullo della frutta di cera.

Messi a confronto lui e Ryuzaki sembravano provenire da due diversi pianeti e non ero certo l’unica a rendersene conto.

“ Quello a destra è il mio tipo.” Bisbigliò la ragazza con gli occhiali, riferendosi a Ryuzaki, all’indirizzo dell’amica che le sedeva accanto.

Io le scoccai un’occhiata di fuoco di cui lei non si accorse.

“Qualcuno qui è di nuovo geloso..” Pigolò la vocina in un odioso falsetto.

“Che?! Kyoko, tu sei proprio strana! E’ molto meglio l’altro!” Le sibilò la compagna in risposta.

Non fosse  per l’insignificante dettaglio che si tratta  dell’unico indiziato del caso Kira. Avrei voluto renderle partecipi.

Stavo iniziando a vedere rosso. Come si permetteva di esprimere un simile parere su Ryuzaki?

“Insomma, non vuoi che venga espresso apprezzamento, ma nemmeno il contrario.. Un po’ incoerente non credi?” Mi fece notare la vocina.

Mi dimenai sulla sedia in preda alla stizza, non sopportavo di non poter rispondere a tono. Poi ebbi un’illuminazione:

Mi schiarii rumorosamente la gola e assunsi un’espressione disapprovante e infastidita.

Funzionò. Le due ragazze arrossirono e io gongolai.

“Perché perdo ancora tempo con te?” Sospirò la mia coscienza.

Sogghignai. Poi tornai a concentrarmi su Ryuzaki.

Era intento a leggere il discorso, reggendo il foglio con il suo contenuto, alle estremità.

Quando terminò, Light fece un breve inchino, mentre lui si grattò con noncuranza la testa.

Un sorriso inconsapevole mi si dipinse sul viso.

Ci fu uno scroscio di applausi e realizzai che era ora per me di levare le tende.

Prima di alzarmi, lanciai un ultimo sguardo a Ryuzaki.

Seguiva Light a distanza ravvicinata mentre questi scendeva dal palco. Sembrava gli stesse dicendo qualcosa.

Fui attanagliata dalla ormai famigliare sensazione di angoscia che mi chiudeva la bocca dello stomaco.

“ Non è certo che sia davvero Kira, inoltre anche se fosse, non ha idea dell’identità di Ryuzaki, ne tantomeno di come si chiami. Non può fargli del male..” Mi rassicurò la vocina.

Sentendo le gambe pesare come macigni mi alzai.

Nessuno badò a me, erano tutti troppo presi a osservare i due primi classificati nella graduatoria  prendere posto sulle sedie.

*

Watari era già ad attendermi fuori dall’edificio.

“Grazie.” Mormorai quando come di consueto, l’anziano signore aprì la portiera del sedile posteriore per farmi salire a bordo della vettura.

Mi accomodai sui morbidi sedili di pelle, ma per come mi sentivo in quel momento, non mi sarei accorta della differenza tra loro e un letto da fachiro.

Dopo qualche minuto iniziai a tamburellare nervosamente le dita sulle ginocchia, occhieggiando l’ingresso della Todai, inquieta.

“ Non si preoccupi Akiko, sa quel che fa.” Tentò di rincuorarmi Watari, guardandomi dallo specchietto retrovisore.

Io annuii e cercai di sorridergli.

Poi tornai imperterrita a controllare la situazione, mordicchiandomi il labbro inferiore.

Trascorse una mezzora abbondante, nella quale non feci altro che agitarmi sul sedile.

Watari era davvero un santo a sopportarmi.

“ Il termine è riduttivo dato che è di te che si sta parlando.” Inveì la vocina, decisamente inopportuna.

All’improvviso in lontananza scorsi Light Yagami. Il giovane si arrestò di colpo e dopo un istante, finalmente, venne raggiunto da Ryuzaki.

Tirai un sospiro di sollievo.

Mi spiaceva essere così lontana e non poter udire quello che si stavano dicendo. Tuttavia, sarei stata accontentata a breve, visto che si stavano dirigendo verso il veicolo.

Watari scese dall’abitacolo per far entrare Ryuzaki e si posizionò esattamente davanti al mio campo visivo.

Sentii Ryuzaki accomiatarsi da Light dicendogli:

“Ci vediamo al campus.”

E il ragazzo rispondere affermativamente.

Dopodiché Ryuzaki entrò in macchina, posizionandosi a mio fianco.

Ebbi appena il tempo di scorgere Light e viceversa, che Watari avviò il motore e partimmo, circondati dagli sguardi invidiosi che alcuni studenti rivolsero alla lussuosa automobile.

“ Bentornato, Ryuga Hideki..Potrei avere un autografo?” Apostrofai ironicamente Ryuzaki.

Lui sorrise brevemente.

Sembrava perso nelle sue elucubrazioni.

Né ebbi la conferma non appena prese a mordersi il pollice.

Avrei tanto desiderato saper leggere nel pensiero, per capire cosa gli frullava in testa.

“ Allora, cosa pensi riguardo al figlio del sovrintendente Yagami?” Provai ad inquisirlo.

“ Non ti piace molto.” Affermò lui per tutta risposta.

Mi chiesi come diavolo avesse fatto ad intuirlo.

Tanto valeva scoprire le carte in tavola.

“Proprio così.” Confermai.

“Per quale motivo?”

“ Sembra uscito da una di quelle pubblicità dei biscotti per la prima colazione dove tutti sono perfetti. Le persone così mi danno sui nervi.” Spiegai.

Ma non era tutto, c’era qualcosa di intangibile che alimentava la mia antipatia per Light Yagami, ma non riuscivo ad afferrare che cosa.

“ Comunque mi sono accorta che stai cercando di deviare il discorso per non rispondermi.” Aggiunsi risentita.

Inaspettatamente Ryuzaki si mise a ridacchiare.

Era la seconda volta che lo sentivo ridere dacché lo conoscevo.

“ Ritengo che sarebbe un ottimo elemento da inserire nella squadra investigativa.” Mi annunciò con assoluta noncuranza.

“Cosa?!” Trasecolai.

“Quindi non sospetti più di lui.” Dichiarai quando mi riebbi dalla sorpresa.

“ Non ho detto questo.” Replicò, fissandomi con gli occhi scurissimi.

Restai a guardarlo basita.

“ Se entrasse nella squadra  potrei al contempo tenerlo d’occhio e avvalermi delle sue capacità deduttive.” Mi illustrò.

“Ma è pericoloso!” Non potei esimermi dall’esclamare.

“ Ma inevitabile.” Obiettò lui.

“ Come pensi di proporglielo?” Domandai mesta.

“ Lo rivedrò alla Todai, ho già in mente cosa fare.”

Aprii la bocca per parlare, ma lui mi precedette:

“ No. Tu non verrai.”

E con questo fu chiuso l’argomento.

*

Il primo giorno con Ryuzaki al campus trascorse senza intoppi.

Aveva provveduto a  dare disposizioni, affinché gli agenti si riunissero ugualmente nella suite dove alloggiavamo, per informare Watari di eventuali novità e per attendere il suo rientro dalla Todai nel tardo pomeriggio, con lo scopo di aggiornarsi a vicenda sulle reciproche indagini.

La loro presenza si rivelò utile per salvaguardarmi da eventuali crisi di panico, dato che il pensiero di Ryuzaki a stretto contatto con Light, non mi faceva sentire esattamente tranquilla.

“ Rasenti l’isteria ogni cinque minuti.” Commentò la vocina.

Come al solito esagerava.

*

Il secondo giorno al contrario, non andò liscio per niente.

Stavo tentando di aiutare Watari a servire il caffè (si opponeva con strenuo vigore ogni volta che ci provavo), quando il sovrintendente Yagami, all’improvviso si accasciò a terra portandosi le mani al petto.

Immediatamente mi tornò alla memoria Lind L. Tailor  poco prima che morisse.

Per un istante rimanemmo tutti pietrificati, come incapaci di muovere un muscolo.

Pensavamo la stessa cosa:

Kira.

“Yagami San!!!” Gridarono Matsuda, Aizawa e Ukita all’unisono. Mogi era di turno al comando di polizia.

Dopo quel breve attimo di intorpidimento dovuto al panico, mi riscossi e in un attimo fui china sul corpo esanime dell’uomo.

“ Chiamate un’ambulanza!” Gridai prima di praticargli il massaggio cardiaco.

Negli U.S.A. lo insegnano sin dalle scuole elementari.

Non avrei mai immaginato che mi sarebbe tornato utile.

Quando sentii il cuore di Soichiro riprendere a battere, seppur debolmente, tirai un momentaneo sospiro di sollievo.

“Non si tratta di Kira.” Dissi con voce rotta.

Watari, Matsuda, Aizawa e Ukita, sospirarono di sollievo a loro volta.

*

In breve arrivò un’ambulanza a soccorrere il sovrintendente e, senza quasi rendermene conto, mi ritrovai sopra di essa insieme a Matsuda.

Watari rimase in albergo per avvertire Ryuzaki, mentre Aizawa e Ukita si recarono al comando di polizia ad informare Mogi.

In ospedale, mentre Matsuda contattava la moglie di Yagami, un medico mi comunicò che fortunatamente, l’uomo era fuori pericolo e si complimentò per la mia prontezza nel fargli il massaggio cardiaco.

“Per una volta ti sei resa utile.” Osservò la vocina.

Possibile che non tacesse proprio mai?

*

Sachiko Yagami, a differenza del figlio e come il marito, mi piacque subito.

Era una donna di mezza età, con i capelli castano scuro portati in un morbido caschetto, dai lineamenti e dagli occhi gentili. In gioventù doveva essere stata molto bella. Probabilmente Light aveva preso da lei.

“ La ringrazio moltissimo Akiko San.” Mi ripeté per l’ennesima volta, da quando le era stato detto che il mio intervento si era rivelato fondamentale per la salvezza del marito.

“ Oh.. Si figuri..” Balbettai io imbarazzata.

Non sapevo più come schermirmi.

“Mi tolga una curiosità, fa parte della polizia? Mi sembra così giovane..” Mi domandò.

Sussultai.

Non mi ero preparata a quell’evenienza.

“Si.” Risposi troppo in fretta.

“No.” Mi contraddisse Matsuda.

Sachiko ci osservò sconcertata.

Il giovane agente si mise a ridacchiare e prima che potessi fare alcunché, mi cinse le spalle con un braccio ed esclamò:

“ In realtà Akiko è la mia fidanzata. Non volevamo ancora spargere la voce.”

Dannato Matsuda.

Proruppi anch’io in una risatina stridula e cinguettai:

“ Eh eh eh ci ha scoperti!”

“ Che coppia..” Sbuffò la vocina.

“ Ma è meraviglioso ragazzi.” Sorrise la signora Yagami.

“Se la tenga stretta Matsuda San.” Aggiunse strizzando l’occhio al ragazzo.

“Certo!” Replicò lui, accentuando la stretta sulle mie spalle.

L’avrei strozzato.

*

Poco più tardi Matsuda si congedò adducendo di dover fare ritorno in centrale, ma non prima di avermi stampato un bacio sulla guancia.

Maledetto approfittatore.

Lasciai Sachiko in compagnia del marito e restai in attesa nel corridoio, ma qualche minuto dopo, la donna mi chiese di entrare.

“Soichiro vuole ringraziarla di persona.” Affermò.

Leggermente esitante, feci il mio ingresso nella stanza.

Mi fece impressione vedere un uomo energico e robusto come Soichiro Yagami, steso in un letto d’ospedale, attaccato al tubo per la flebo. Tuttavia, eccetto il volto pallido e patito,sembrava che il peggio fosse passato.

“Mi ha salvato la vita Akiko San. Grazie.” Mi accolse l’uomo, parlando con voce flebile.

“ Oh io.. Emh.. Non c’è di che..” Farfugliai.

“ Che abile conversatrice.” Intervenne la detestabile vocina.

Prima che potessi aggiungere altro, la porta si spalancò e, scortati da un’infermiera, apparvero Light e Ryuzaki.

Quest’ultimo non sarebbe stato affatto felice di trovarmi lì.

Presi a fissarmi con insistenza la punta delle scarpe.

Dopo che Sachiko ebbe esposto la situazione a Light e dopo che questi apprese dal padre, che le sue condizioni erano stabili, la signora Yagami pensò bene di presentarmi.

Ovviamente nelle vesti di eroina della giornata.

“ Light questa è Akiko, la fidanzata di Matsuda. E’ stata lei a prestare il primo soccorso a tuo padre.” Lo rese partecipe.

Ryuzaki rimase impossibile, Soichiro fu scosso da un piccolo tremito.

Light mi studiò qualche istante.

Che si fosse accorto che ero la stessa persona che aveva intravisto in macchina il giorno della cerimonia alla Todai?

In ogni caso non lo diede a vedere.

Mi venne incontro sorridendomi ed esordì con la sua voce ben modulata:

“ E’ un vero piacere conoscerla Akiko San. La ringrazio davvero moltissimo per quello che ha fatto per mio padre.”

Persino la sua stretta di mano era impeccabile. Né troppo salda né troppo debole.

Stavo forse diventando paranoica?

Eppure mi parve che il suo caldo sorriso non si estendesse agli occhi.

“ Non dovete ringraziarmi.” Replicai, cercando di sorridere a mia volta.

Ma produssi solo una strana smorfia.

*

“ Bene, a domani . Ti porterò qualcosa.” Si accomiatò la signora Yagami.

“Light, al resto pensaci tu.” Aggiunse prima di uscire.

“ Certo.” Ribatté il ragazzo.

Appena Sachiko richiuse la porta alle sue spalle, calò il silenzio.

“Vi lascio soli..” Dissi accennando ad alzarmi dalla sedia sulla quale mi ero accomodata.

“ Ormai non è più necessario.” Stabilì Ryuzaki facendomi cenno di restare seduta.

Obbedii.

“ Lei non è la fidanzata di Matsuda vero?” Constatò Light al mio indirizzo.

“No.” Rispondemmo in coro io, Soichiro e Ryuzaki.

Il giovane non pose eventuali quesiti. Probabilmente aveva già capito tutto.

Li lasciai discutere standomene in disparte.

Light sembrava sinceramente preoccupato per il padre e si era indignato nell’apprendere che Ryuzaki lo aveva messo a parte dei sospetti sul suo conto, alimentando lo stress dell’uomo.

Infine si era impuntato per diventare membro della squadra che indagava sul caso Kira, nonostante l’opposizione del padre.

La conversazione venne interrotta dall’arrivo di un’infermiera ad annunciare che l’orario delle visite era terminato.

In silenzio io e i due giovani uomini, ci avviamo verso l’esterno dell’ospedale, dove c’era già Watari ad attenderci in auto.

Prima che io e Ryuzaki prendessimo posto nel veicolo, Light esclamò:

“Ryuga, cosa posso fare per convincerti che non sono Kira?” La sua era una richiesta molto accorata.

“ Yagami Kun, se tu non sei Kira non devi fare niente.” Replicò Ryuzaki calmo.

“Falla finita! Tu come ti sentiresti se qualcuno ti accusasse di essere Kira?” Si accalorò il suo interlocutore.

Ryuzaki per un attimo non disse nulla.

“Mi sentirei malissimo.” Mormorò dopo quella che in apparenza sembrava una breve riflessione.

“Allora che ne dici di rinchiudermi da qualche parte, senza tv né altro e di tenermi d’occhio per un mese intero?” Propose Light d’impeto.

“ Sarebbe una violazione di tutti i tuoi diritti umani. E poi, sarebbe ridicolo fare una cosa simile a una persona solo sulla base di un sospetto.” Obiettò Ryuzaki.

“ Capisco.” Assentì l’altro smorzando il tono di voce.

Io salii in macchina e Ryuzaki mi seguì.

“ Non ti preoccupare. Se tu non sei Kira, prima o poi lo dimostrerai. Tra l’altro dopo averti sentito parlare con tuo padre, sto cominciando a cambiare idea” Dichiarò.

“Beh abbi cura di lui.” Si congedò subito dopo.

“Ah un’altra cosa. Ho detto che ti avrei aiutato con le indagini..Ma finché mio padre non si sarà ripreso non credo che ne avrò il tempo.” Fece presente ancora Light.

“Capisco.. A presto.” Ryuzaki concluse il discorso e finalmente, partimmo.

Nonostante Light avesse dimostrato di essere un figlio premuroso, non riuscivo proprio a scacciare quella sensazione di inquietudine che mi assaliva ogni volta che mi capitava sotto gli occhi. A distanza ravvicinata inoltre si intensificava.

Notai che Ryuzaki non aveva aperto bocca. Senz’altro stava riflettendo, ma trovai opportuno spiegarmi:

“Mi dispiace Ryuzaki, ma il sovrintendente stava male e non ho pensato..”

“Alle conseguenze.” Terminò lui per me, fissandomi.

“Già. Sussurrai.”

“ Non importa, ormai è andata così. Inoltre se ti capitasse qualcosa, Light sarebbe senz’altro Kira. Certo è, che il fatto che abbia scoperto la tua presenza, nell’eventualità che sia colpevole, mi rende più vulnerabile.” Osservò.

“Mi dispiace.” Sospirai mogia.

Era l’ultima cosa che desideravo.

“ In futuro cerca di esporti meno.” Mi consigliò.

“D’accordo.” Acconsentii.

Non potevo sapere  che poco più di una settimana dopo, avrei fatto esattamente l’opposto.

*

Era quasi sera e mentre Matsuda, Aizawa e Ukita si trovavano in soggiorno in compagnia di Ryuzaki e Watari, io stavo seguendo un programma su Sakura TV. Ero piuttosto di buon umore, poiché le condizioni del sovrintendente stavano migliorando.

Come un fulmine a ciel sereno, improvvisamente il programma venne interrotto dall’annuncio da parte dei presentatori, che Kira li aveva presi in ostaggio e che erano stati costretti a trasmettere un video con un suo messaggio.

Sudai freddo.

Sentii provenire dall’altra stanza, movimenti e toni di voce concitati.

Sullo schermo del televisore apparve la parola “Kira” in carattere Old London.

Rifaceva il verso a Ryuzaki? Piuttosto infantile.

Il messaggio, con voce contraffatta, invitava a sintonizzarsi su un altro canale, per assistere in diretta alla morte di un giornalista reo di aver giudicato Kira malvagio.

Questa puntualmente si verificò.

Mi girava la testa.

Non volevo vedere altro, ma rimasi incollata al programma.

Kira uccise un altro giornalista per la medesima ragione.

Mi resi conto che stavo tremando in maniera incontrollabile.

Udii Ukita gridare che sarebbe andato direttamente sul posto a interrompere il programma.

Quell’abominio doveva aver fine.

Continuai a seguire il video.

Kira chiedeva la collaborazione della polizia.

Con mio sommo orrore, pochi minuti dopo, mostrarono il corpo esanime di Ukita davanti all’ingresso di Sakura TV.

Urlai ma nessuno se ne accorse.

Aizawa stava gridando qualcosa contro Ryuzaki.

Fu in quel momento che mi accorsi di un dettaglio agghiacciante.

Quando si conosce una persona da tanto tempo, basta un particolare per riconoscerla, seppur minuscolo, insignificante.

E io avrei riconosciuto Connor a occhi chiusi.

Lui in quell’istante era chino sul corpo di Ukita, probabilmente nel vano tentativo di aiutarlo. In pasto alle telecamere. In pasto a Kira.

Nonostante fosse girato di spalle, ero certa che si trattasse di lui. Gli avevo regalato io la polo blu che indossava in quel momento.

Per non parlare dei capelli, della conformazione fisica.

Non potevo sbagliarmi.

Senza perdere tempo a chiedermi cosa ci facesse lì e perché non mi avesse avvisata, mi infilai il portafoglio nella tasca dei jeans e di soppiatto, uscii dalla mia camera.

Nessuno guardava nella mia direzione, erano tutti con gli occhi fissi sui monitor dei televisori.

Ero quasi arrivata alla porta quando Ryuzaki gridò:

“La fermi Matsuda!”

Lui era quello che si trovava più vicino a me.

Ma non fece in tempo a raccapezzarsi che io stavo già correndo nel corridoio e sapevo bene che non poteva mettersi ad inseguirmi davanti ai clienti dell’albergo.

Avrebbe dato troppo nell’occhio.

“ Non farti vedere in viso!” Feci in tempo a sentire Ryuzaki mettermi in guardia, prima di precipitarmi giù per le scale.

 

Ringraziamenti e sproloqui dell’autrice:

Eccoci alla fine di un altro capitolo, spero che vi sia piaciuto perché è uno dei miei preferiti fra quelli che ho scritto ^.^

Come sempre ringrazio tutti i lettori per l’attenzione che dedicano a questa storia!!!

Hope87: Sono contenta ti sia piaciuto il finale ( e di essere riuscita a riscattarmi per le mie malefatte XD) Vedo che ci troviamo d’accordo su moltissime cose!

AngelVirtues: Capisco perfettamente la tua scelta e che questa non sia dovuta a un calo d’interesse mi rassicura.. Del resto mi avevi avvisata sin dall’inizio! Mi mancheranno le tue recensioni ma vorrà dire che a fine storia me ne farai una con i fiocchi XD Ormai non manca più moltissimo ^_^ Comunque grazie mille per aver seguito e recensito finora!

Himeno chan: Ahahaha visto? Matsuda stavolta l’ha fatta grossa XD Grazie mille dei bellissimi complimenti e non preoccuparti per la fine della FF perché è ancora tutto da vedersi ;)

Bilu_Emo: Ti ringrazio tantissimo! Sono contenta che ti siano piaciute la scena di B.B. e quella della torre di zucchero, mi sono divertita a scrivere entrambe!

L chan: Felice di essere riuscita a farti apprezzare la scena di B.B.! Sapevo che la aspettavi da un po’ e non volevo deluderti!!! E non preoccuparti se non riesci a recensire sempre ^__^

Vampires Trenny: Eh eh eh confermo che quando arriverà Misa ne vedremo delle belle XD Chissà, forse la vocina lascerà Audrey in pace!!! Grazie mille della recensione ^^

La gre: Grazie mille cara!!! I tuoi complimenti sono dolcissimi, mi fai sempre arrossire ^//^

Umpa_Lumpa: Divertiti al campo scuola (aimè quanto vorrei tornare in gita ç_ç) in effetti mi manca il tuo poema, ma pazienterò speranzosa XD Spero che questo capitolo abbia stuzzicato al tua curiosità ehe eh eh Ti ringrazio molto per la recensione e l’apprezzamento  per le tue scene preferite ^__^

Ary Tan: Mille grazie per i complimenti!!! Non sai quanto mi renda contenta che la storia ti appassioni sempre di più.. So che sono ripetitiva con questi ringraziamenti, ma davvero mi lasciate senza parole *__*

Direi che ho detto tutto ^__^ Perdonatemi se c’è qualche errore ma ho riletto in frettissima che devo di nuovo scappare! Buon week end e soprattutto buona festa della donna!!! Bacioni

Alice

  
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