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Autore: Atra    28/12/2015    3 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata la storia di Final Fantasy VIII se Seifer avesse avuto una sorella?
Beh, io sì e questo è il risultato:
Il sangue è un vincolo.
E dai vincoli non ci si può liberare.
E non si può nemmeno scegliere senza farsi male.
O senza subire perdite.
Cosa scelsi io? Perché scelsi?
Quando avrei potuto cambiare qualcosa, feci tutto ciò che era in mio potere?
Il sangue è un vincolo.
Lo rimane anche quando è versato.
Potrai perdonarmi adesso, Seifer?

Buona lettura e spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Seifer Almasy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
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-Ehi, voi!-.
-Fermatevi subito! Fermi, ho detto!-.
-Bloccateli!-.
-ZELL, IO TI SPENNO VIVO!- grido, agguantandolo per la maglia e trascinandolo nella corsa, mentre dietro di noi risuonano gli scalpiccii concitati di almeno cinque persone che si sono gettate al nostro inseguimento.
-Che diavolo credevi di fare, eh?- sbraito, prima di mollarlo e guardarlo incespicare nei propri piedi.
Zell riesce a recuperare l'equilibrio e accelera per raggiungermi:
-Scusa, ma ho visto un distributore automatico e...- si giustifica, facendosi piccolo piccolo anche mentre corre.
Hyne, se ne avessi il tempo mi fermerei a pigliarlo a schiaffi.
-Appena trovo un cassonetto ti ci spedisco dentro a calci, razza di deficiente- lo apostrofo con rabbia, schivando con un balzo un tipo sbucato da un vicoletto laterale.
-Ma oggi è caccia all'uomo?- si lamenta il gallinaccio dietro di me, prima di cacciare uno strillo non appena si vede incalzato da quattro persone.
-Datti una mossa e piantala di lamentarti- ringhio. Improvvisamente qualcuno mi afferra per il braccio e mi strattona di lato. Mi preparo a divincolarmi, quando la mano di Seifer mi scrolla e mi tira violentemente in avanti per spingermi a seguirlo in un percorso a ostacoli tra i bidoni della spazzatura. Mi guardo indietro per vedere Zell sgattaiolare dietro di noi, bianco come un cencio.
Percorriamo tutto il vicolo laterale in cui ci siamo infilati fino a raggiungere Fujin e Raijin, che ci stanno aspettando alla confluenza della stradina con quella principale, però un bel po' più avanti rispetto a dove l'abbiamo abbandonata. Alla nostra destra le luci del "Nautilus", il negozio d'armi di Dollet, brillano di verde acido proiettando un'aura soffusa sul palazzo di fronte. Nella mia memoria il déjà-vu lampeggia per la frazione di un secondo, giusto il tempo di incamerare avidamente tutto l'ossigeno che posso, prima che Seifer ci spinga malamente tutti quanti dentro al negozio e chiuda la porta con uno schianto.
-Maledizione, cominciamo male- borbotta poggiando la testa contro il battente e passandosi una mano sulla fronte, le dita che indugiano leggermente sulla cicatrice.
Mi reggo al muro, constatando con sollievo che in negozio non c'è nessuno.
-Posso aiutarvi, ragazzi?-.
Ok, lo giuro che la prossima volta starò zitta. Mannaggia alla sfiga e alle sue orecchie da pipistrello.
La commessa ci scocca uno sguardo confuso, vedendoci barcollanti, grondanti di sudore e ansimanti. Sventolo una mano in aria:
-Ci dia...un momento- gemo, poggiando la fronte contro il muro e cercando di respirare profondamente.
-Atra, stai...- comincia Zell, ma io scatto come una molla:
-Tu taci, emerito deficiente! - lo apostrofo - Se hai così tanta fame, perché non ti ingoi qualche pugnale o una bella bomba incendiaria, adesso che sei qui? Dovevi proprio fermarti ai distributori automatici?!-.
Seifer solleva le sopracciglia:
-Gallinaccio sei peggio dei bambini, porca miseria! Avevo detto o no di non dare nell'occhio?!- lo rimprovera aspramente. Zell solleva gli occhi al cielo:
-Ehi, piantatela di trattarmi così male! E poi Atra, ti avevo anche detto che mi allontanavo un attimo. L'avevate detto pure voi che la situazione era più tranquilla di quanto pensavate!- si difende, incrociando le braccia al petto e aggrottando le sopracciglia in una smorfia offesa. Gli lancio un'occhiataccia:
-Tu mi hai detto che ti saresti allontanato un attimo, non che saresti passato sotto il naso del commesso dell'autonoleggio che abbiamo derubato a prenderti un sacchetto di patatine!- lo rimbrotto, puntandogli il dito contro.
-Ehm, ragazzi...che ne dite di discuterne altrove? Tanto dovremmo averli seminati- balbetta Raijin, osservando l'espressione sempre più confusa della commessa, che sta lentamente assumendo un colorito cadaverico.
-Nessun problema, signora. Torniamo, eh- la saluta Seifer, l'ultimo della fila a fiondarsi fuori dalla porta.
Ci guardiamo freneticamente attorno: nessuno in vista, per nostra fortuna.
-Siamo vicini alla piazza: raggiungiamola e facciamo la deviazione per la torre di trasmissione. Sarà pieno di soldati, cercate di abbatterli senza dare nell'occhio. Atra, una volta arrivati al sentiero di montagna farai da avanguardia con Fujin: voi due vi occuperete di sgomberarci la strada- ordina Seifer, riprendendo a camminare con una certa baldanza mista a nervosismo.
Anche io comincio a sentirmi parecchio ansiosa: la vicinanza con la Strega non mi ha mai fatto bene e non oso pensare a cosa succederebbe se ci beccasse; ci siamo andati molto vicino l'ultima volta. Tanto più che se ci scoprisse sarebbe solo colpa nostra, dato che è stata una nostra idea venire qui.
Quando raggiungiamo la piazza, deserta a parte due vecchietti davanti al fiorista che discutono animatamente sul colore dei fiori da mettere sul balcone, ci accorgiamo di un piccolo inconveniente che ci sbarra la strada per la torre.
-Avanti, Atra: fallo fuori- mi sprona Seifer, accennando con il mento alla sentinella di guardia: mento sollevato, tutto impettito, l'uniforme di almeno due taglie più grandi di lui...un novellino, insomma.
-Non posso tirargli una freccia da qui. Se ne accorgeranno tutti e il piano andrà a monte- bisbiglio in risposta, prima di sbirciare da dietro la statua che ci nasconde.
-Ma noi dobbiamo passare!- ringhia impaziente mio fratello, chiudendo la mano sull'Hyperion. Gli afferro il polso:
-Calmo, Seifer. Lascia fare a me- lo rassicuro, prima di posare l'arco a terra e rialzarmi da dietro il piedistallo della statua, per poi avvicinarmi tranquillamente al soldato, che si affretta a fare una tremante riverenza.
Un novellino, eh? Adesso ti sistemo io.
-Posso aiutarla, signorina?-.
Reprimo un sorrisetto ironico e la rispostaccia che mi sta salendo alle labbra; fingo invece un'aria meravigliata e un tono innocuo:
-Sono qui in vacanza e non posso assolutamente andarmene senza aver visto la famosa torre di trasmissione di Dollet. Mi hanno detto che per andarci si passa per di qui ma forse ho capito male io- mi spiego, sentendomi estremamente patetica. Credo che dietro la statua "qualcuno" si stia facendo un bel po' di risate. Ma guarda un po' cosa mi tocca fare.
Il soldato biascica un po’ di parole senza senso, prima di recuperare il contegno:
-Ehm...sì la strada è questa effettivamente, ma al momento non è possibile accedervi: è zona posta sotto stretta sorveglianza-.
Annuisco, un'espressione molto dispiaciuta dipinta sul viso:
-Oh, capisco - trillo con una vocina delusa - Problemi con la trasmissione, giusto? Sa, io mi intendo di queste cose- dico, aggiungendo anche un occhiolino che faccio molto controvoglia.
Però è vero, io trasmetto molti messaggi ma il testo è sempre lo stesso: "levati dai piedi o ti tolgo di mezzo io".
Il soldato scuote la testa, tornando poi sull'attenti (anche se sembra più che gli abbiano punto il sedere con uno spillo):
-Non...non sono autorizzato a parlarne con lei, mi...mi di...spiace- balbetta, facendo un'altra riverenza.
Sfodero un sorriso rassicurante (credo, non mi sono mai guardata allo specchio quando lo faccio perché è la prima volta che mi capita):
-Oh, non si preoccupi. A proposito, sembra che qualcuno stia arrivando per parlare con lei - gli faccio presente, prima di voltarmi leggermente per dargli l'impressione di starmene andando - La saluto, soldato- faccio, mentre quest'imbecille si gira sorpreso.
Fulminea recupero il pugnale dallo stivaletto e lo scaglio, centrando perfettamente la sua nuca. Mi affretto a lanciargli un Novox che soffochi eventuali lamenti che potrebbero tradirmi, mentre mi guardo intorno per accertarmi di non essere stata notata: i vecchietti si sono decisi a non comprare niente e se ne stanno andando via tranquillamente, mentre da lontano un cane scruta attentamente la fontana che gorgoglia al centro della piazza, come se niente fosse.
Faccio un segnale ai miei compagni, prima di scavalcare il corpo del soldato e recuperare il pugnale, infilandolo nella cintura.
-Accidenti, l'ha messo nel sacco ben bene!- commenta fra sé e sé Zell, sorpreso.
-Fu', Atra- ci chiama intanto Seifer passandomi l'arco e la faretra mentre subito vengo affiancata da Fujin con il Chakram già sfoderato, gli spuntoni affilati dell'arma che sibilano nell'aria mentre riprendiamo a correre.
Saliamo indisturbati più di quanto ci saremmo aspettati prima di imbatterci nella prima pattuglia di soldati, composta da sei elementi.
-E voi come siete arrivati fin qui?- esclama sorpreso uno di loro, subito messo a tacere dalla mia freccia che gli trapassa la giugulare.
Gli altri sguainano le spade, ma Fujin lancia il Chakram e ne colpisce tre: due al collo e uno al busto, secondo il movimento discendente del suo disco dalle lame ritorte. Finisco in fretta il terzo soldato colpito da Fujin e ne scorgo arrivare altri quattro, le lame che brillano ignare e altezzose...come i loro proprietari, del resto.
-Fujin, andiamo avanti!- la sprono con un gesto della mano. Lei fa roteare il Chakram e mi supera, il sangue che schizza dalle punte della sua arma in tante piccole gocce scarlatte.
Mi appoggio alla parete rocciosa alla nostra destra e comincio ad abbattere i soldati dalla seconda fila in poi, mentre quelli che fungono da avanguardia vengono falciati a gruppi di tre dalle lame letali di Fujin.
Devo dire che non mi è capitato tanto spesso di combattere insieme a lei, ma mi ci trovo abbastanza bene. Sempre meglio che combattere vicino alle ascelle sudate di Raijin.
In questo momento un forte calcio alla base della schiena mi sbilancia in avanti, ma riesco a non cadere e faccio una fulminea piroetta per piantare una freccia dritta nel petto al soldato che mi si è avvicinato troppo.
Dato che l'ho scagliato molto vicino al mio bersaglio, il proiettile esce fischiando dal suo corpo e si pianta nella roccia.
Osservo disgustata l'uomo accasciarsi ai miei piedi, in tempo per intercettare l'affondo del collega dietro di lui. Afferro velocissima il pugnale e devio la spada dal mio fianco, prima di tirare una precisa ginocchiata al piatto della lama e sollevarla quel che basta per rispedirla al mittente con un fendente del pugnale. Il taglio della mia lama stride prepotentemente contro il metallo della spada e il soldato subisce un contraccolpo inaspettato di cui si accorge solo quando si ritrova la lama piantata in faccia. Non mi resta altro da fare che dargli un calcio in pancia per farlo cadere all'indietro, addosso all'uomo subito dietro, che lancia un grido sorpreso e poi un'imprecazione prima di scrollarsi di dosso il corpo del collega e accerchiarmi insieme a un altro galbadiano.
-Seifer, maledizione!- grido, arretrando fino a sentire la roccia graffiarmi le spalle nude e infilandomi in fretta l'arco a tracolla.
-Lo so, ci stiamo provando!- mi risponde più in là la voce di mio fratello, seguita dal clangore della sua spada e da un colpo della semi-automatica del suo Gunblade.
Intanto i due soldati mi attaccano contemporaneamente e io istintivamente mi accuccio contro la parete, mentre il metallo colpisce violentemente la roccia dietro di me.
Impugno saldamente il pugnale e scatto il piedi, penetrando subito dopo la guardia del primo con una gomitata e quella del secondo con il pomo dell'arma. Mentre i due galbadiani subiscono il contraccolpo, sorprendo un terzo soldato cercare di colpirmi alle spalle. Mi tolgo velocemente dalla sua traiettoria e ne approfitto per dargli una spintarella che lo fa finire contro al soldato più a sinistra con la spada ancora levata. Corono il tutto con uno spintone ancora più forte del primo, sperando che la fortuna giri per una volta dalla mia parte.
Non mi fermo a controllare i danni subiti da uno e dall'altro e parto a testa bassa contro il soldato alla mia destra, che schiva il mio fendente e punta dritto al mio collo con un pugno. Mi accorgo troppo tardi del tirapugni che scintilla fra le sue dita e il dolore degli spuntoni in acciaio che mi penetrano la carne è così atroce che per un secondo vedo solo la realtà ridotta a polvere danzante.
Un secondo prezioso, perché il mio avversario torna alla carica e cerca di disarmarmi. Agito il pugnale alla cieca, sbattendo velocemente le palpebre per recuperare al più presto la vista. Improvvisamente la mia lama incontra qualcosa e mi affretto a fare pressione per farla penetrare.
Grazie a Hyne la mia vista ritorna nitida proprio nel momento in cui il soldato ritenta un pugno. Strappo il pugnale dal suo braccio e paro il colpo con il taglio della lama, che incide una profonda tacca nel tirapugni in metallo del soldato. Incastro il coltello fra uno spuntone e l'altro e poi tiro con tutte le mie forze in diagonale. Il pugno del soldato segue la mia lama, che infligge una profonda ferita nel suo ventre, allargata poi ulteriormente dagli spuntoni di ferro che colpiscono la stessa zona.
Improvvisamente uno spostamento d'aria dietro di me attira la mia attenzione e faccio appena in tempo a disincastrare la lama dal tirapugni e a levarmi dalla traiettoria dell'ennesima spada.
Compio un mezzo giro per guardare in faccia il mio aggressore e mi accorgo che ha un taglio profondo sul volto. Ok, la fortuna non girerà mai dalla mia parte: è il soldato che ho spinto amorevolmente nelle braccia del suo compare.
Il galbadiano tenta una finta a destra che io intercetto con il pugnale, incidendogli un lungo taglio nell'avambraccio e squarciandoglielo.
Mi impedisco di guardare ed estraggo in fretta il coltello, che cozza più volte contro l'osso scoperto prima di emergere zuppo di sangue.
Non ho tempo per disgustarmene, perché con la coda nell'occhio colgo l'ultimo, disperato movimento del soldato ancora alle mie spalle: schivo il suo debole attacco e gli faccio una finta a destra, per poi scagliare velocemente il pugnale a sinistra. Il coltello trapassa totalmente il costato del galbadiano e finisce a terra con un tintinnio, mentre finalmente il mio avversario crolla in ginocchio.
Lo respingo con un calcio, chinandomi in avanti per recuperare il coltello e lanciarmi in avanti a finire con una pugnalata al cuore il soldato sfregiato, prima di appiattirmi nuovamente contro la parete rocciosa per evitare l'ennesimo affondo da parte dell'ennesimo soldato, lanciandomi poi addosso a lui e schivando nel contempo la sua spada.
La lama scarta di lato, ma incontra la resistenza del mio pugnale a un soffio dal mio fianco. Questa volta la spingo verso il basso, per offrirmi il giusto appoggio per il piede, piantandogli l'altro in faccia ed esibendomi in una rovesciata all'indietro il cui slancio schiaccia a terra il soldato, mentre io finisco con i piedi contro la parete di roccia e mi do lo slancio successivo per rimpiombare addosso al galbadiano. Mentre sono in aria scaglio il pugnale contro un soldato che sta cercando di aiutare quello che ho buttato a terra, sul petto del quale finisco un secondo dopo con tutto il mio peso piuma, prima di fare un salto in avanti, strappare il pugnale dalla fronte del galbadiano e sgozzare quello che mi ha fornito da trampolino di lancio.
-Grazie, lo rifacciamo?- lo schernisco, nel momento stesso in cui una forte detonazione proveniente dalla cima della parete rocciosa dietro di me fa tremare il suolo sotto i miei piedi; successivamente una valanga di massi enormi comincia a pioverci addosso.
Mi accuccio contro la roccia coprendomi la testa e mi lancio addosso un Protect per evitare di finire spappolata da frammenti di roccia grandi il doppio di me. In breve questo inferno finisce e io mi alzo velocemente in piedi sollevando il pugnale e guardandomi intorno: tutti i soldati attorno a me non hanno avuto la mia prontezza e ora giacciono schiacciati dai massi che sono caduti.
Ma chi fra i miei compagni ha avuto tempo di darmi una mano?
Alla mia destra Fujin sta cercando di tenermi lontani alla bell'e meglio i nemici restanti. Un galbadiano le arriva troppo vicino perché possa abbatterlo lanciando il Chakram e lei, una volta schivato maldestramente un fendente, sfrutta lo slancio preso precedentemente per piantargli uno spuntone dell'arma nella coscia, tirando violentemente verso il ginocchio. La gamba viene amputata appena sotto la rotula, facendo rotolare a terra il soldato in un turbine di sangue e urla lancinanti.
Alla mia sinistra Seifer, Zell e Raijin si stanno difendendo dall'arrivo dei soldati dalla città e questo è il motivo per cui siamo accerchiati.
Zell è pericolosamente sull'orlo del baratro che si apre sotto lo stretto sentiero di montagna diretto alla torre e sta tenendo testa a tre soldati contemporaneamente. Schiva il basso colpo di taglio di un galbadiano semplicemente saltando e in aria compie una sforbiciata che gli permette di colpire l'avversario al volto e offrirlo all'ampio fendente di Seifer, che nel suo corso aveva già decapitato due soldati.
Gli altri due galbadiani lo avvicinano da entrambi i lati e Zell stringe i pugni.
Fa una finta al volto di quello alla sua sinistra, schivando poi un affondo da parte di quello di destra. Mentre l'avversario dalla parte opposta approfitta della sua distrazione per menargli un fendente, Zell si abbassa e rotola in avanti, facendo inciampare il nemico alla sua destra mentre cercava di spingerlo ancora più sotto la lama del compare. Il risultato è che il soldato di sinistra infilza quello di destra al costato e Zell completa il lavoro prendendo la rincorsa e tirando un calcio potente nella schiena del galbadiano ferito, spedendo tutti e due di sotto.
Raijin e Seifer combattono più arretrati, il primo contro la roccia e il secondo appena in fondo al sentiero.
Devo ammetterlo, lo scimmione se la cava bene: sta combattendo contro quattro soldati in contemporanea e finora non ha nessuna ferita.
Le spade non arrivano mai a sfiorare il suo corpo, incontrando a metà strada l'imponente mole del suo bastone, che in questo momento rotea in aria e falcia le gambe di tutti gli avversari senza che nemmeno lo vedano. Poi ognuno di loro ha una sorte differente: il primo viene sbattuto senza tante cerimonie contro la parete rocciosa, il secondo fa un bel volo sopra la cresta di Zell (e ce ne vuole) e finisce a fare compagnia alla coppietta di prima nel baratro, il terzo incontra la spada di Seifer nel tentativo di rimettersi in piedi e il quarto finisce fulminato dal bastone di Raijin, su cui lui deve aver scagliato un Thunder.
Mio fratello, abbattuto l'avversario del compare, para distrattamente un fendente, prima di sparare semplicemente al soldato che si stava tanto impegnando a fronteggiarlo.
Subito altri tre si avvicinano, circondandolo su tutti i lati. Seifer solleva l'Hyperion e parte alla carica, trafiggendo il primo al ventre fino all'elsa, sparare al secondo con il Gunblade ancora conficcato nel corpo del soldato, che spinge via con un calcio contro il terzo, per poi infilzarli nuovamente entrambi.
Mio fratello strappa violentemente la spada dai galbadiani, senza badare ai due corpi che crollano l'uno addosso all'altro, e si scaglia contro una coppia di soldati che cercava di sorprenderlo alle spalle.
Da dove mi trovo posso vedere subito la sua espressione entusiasta mentre decide di giocare un po' con loro. L'Hyperion traccia una traiettoria sanguigna in aria, abbattendosi subito dopo sulla clavicola del primo soldato e tranciandogli di netto il braccio che tiene la spada.
Mentre il galbadiano urla di dolore e crolla a terra, il secondo si avventa su Seifer, la spada che scintilla letale sempre più vicino al viso di mio fratello, che si scansa prima di agguantarlo per il collo e passarlo sotto il filo dell'Hyperion, dandogli poi una ginocchiata nella schiena per infilzarlo a dovere. Infine la spada esce dal corpo, disegnando ancora un arco in aria per poi piantarsi vibrando nel petto del soldato a terra.
Subito mio fratello solleva lo sguardo direttamente verso di me, incontrando la mia espressione involontariamente contratta in una smorfia incredula.
Ecco perché Seifer non ha più tirato il combattimento per le lunghe: sapeva che lo stavo guardando.
Neanche il tempo di batter ciglio e una seconda detonazione falcia il nutrito gruppo di soldati che sta giungendo dalla città, coprendoci di fatto la salita alla torre.
Il grido di Fujin mi riscuote dall'immediata perplessità che mi coglie ancora una volta: ma chi diavolo sta facendo esplodere delle bombe?
Mi volto di scatto, mentre mio fratello comincia a falciare altri soldati nel tentativo di raggiungermi. Sguscio fra i nemici abbattendoli tutti con il morso letale del mio piccolo pugnale, fino ad avere una visione completa di Fujin che abbatte un'altra fila di soldati.
-Sono gli ultimi?- le domando dopo aver riposto il pugnale nella cintura e una volta imbracciato di nuovo l'arco con una freccia pronta a tagliare l'aria.
Fujin si asciuga il sudore dalla fronte e tiene lontano da sé il Chakram grondante sangue:
-RITIRATA!- mi informa lei, voltandosi per guardare arrivare i nostri compagni da dietro.
-I soldati rimasti hanno ripiegato verso la città per chiamare rinforzi: l'esplosione li ha colti di sorpresa- ansima Zell, sussultando quando solleva una mano per toccarsi un brutto e profondo taglio sulla linea della mascella.
-Stai dicendo che non faceva parte della loro strategia?- domando stupita mentre mi rimetto l'arco a tracolla.
-Che importa? Approfittiamone: dritti alla torre di trasmissione!- ci ordina entusiasta Seifer, rianimato da una nuova energia mentre noialtri stiamo per crollare a terra.
-Che c'è ragazzi? Atra, sei ferita?- mi domanda mio fratello, fiondandosi al mio fianco per controllare. Scuoto lentamente la testa, levando proprio ora la mano dalla mia ferita al collo dopo averla curata:
-No, sono tutta intera- gli rispondo, osservando il suo viso imbrattato di sangue...certamente non il suo.
-Allora andiamo, ci riposeremo cammin facendo- ci sprona mio fratello prima di voltarsi e cominciare ad avanzare, seguito di malavoglia da Fujin e Raijin.
-No, questa me la spiegherà prima o poi...- borbotto, preparandomi a continuare la salita. Zell mi affianca senza dire una parola ma ansimando forte.
-Beh, gallinaccio? Ti hanno tagliato la lingua?- gli domando, osservando con disgusto il sangue colare dalla punta del coltello sulle mie gambe.
Zell scuote la testa:
-Sto bene- mormora, riportando la mano sulla mascella. Mi fermo di botto e allungo la mano a prendergli il mento fra le dita, voltandoglielo senza tanti complimenti per esaminare la ferita:
-M-ma...c-che fai?!- sbotta, arrossendo più del sangue che ha sulla faccia.
-Senti, è già la seconda volta che ti tormenti quel taglio - sbuffo - Se non la pianti ti farà infezione, quindi lasciatelo curare- dico seccamente, passandogli il pollice sulla ferita. Zell agita un po' il collo sotto la mia mano ferma, mentre l'Energira passa dalla mia pelle alla sua, pungendomi leggermente la punta delle dita e trasferendomi automaticamente la familiare sensazione di caldo mentre il freddo si occupa di richiudere il taglio e rimarginare la carne.
-Fatto, così non ci stresserai più avanti- concludo soddisfatta, levando di scatto la mano dal suo viso e riprendendo a camminare automaticamente.
-Grazie, Atra - mi rincorre Zell, riconoscente e con un sorriso serafico stampato sulla faccia - Gentile da parte tua-.
Mi volto di scatto, l'indice ben levato in alto:
-Ehi, arresta il tuo cervellino e non farti strane idee, razza di imbecille- lo rimbecco seccamente, prima di riprendere a camminare senza ascoltare i suoi mugugni offesi.
Maschi: li tratti decentemente una volta e partono a farsi film mentali peggio dei Multisala!


Sono tornata, gente!Finalmente ho trovato il tempo di continuare questa storia.
Allora, riguardo a questo capitolo non ho molto da dire: so che è un po' lungo, ma i prossimi sono più brevi, assicurato! E' lungo perché c'è la battaglia e sapete che io in quanto a mazzate non mi risparmio nulla!
Il prossimo arriverà presto e sarà quello decisivo, quindi preparatevi perché le cose si fanno molto serie.
Grazie mille a chi è rimasto pazientemente in mia attesa, appuntamento al prossimo capitolo!
   
 
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