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Autore: cleomery    09/03/2009    2 recensioni
In un futuro dove il trio miracoli è ancora unito, gli intrecci di un sadico destino faranno riaffiorare reminescenze del passato.
Vecchie scelte riecheggiano in un presente pieno di aspettative.
Perchè Hermione si sente sola? Qual'è il mistero che spinge Draco Malfoy ad allontanarsi forse per sempre da lei?
Ad Alexluna perché non solo è una pazza speciale, ma è anche una brava insegnante e senza di lei non sarebbe la stessa cosa.
Genere: Romantico, Malinconico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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                                     Waiting for the happy ending

Mancavano pochi giorni al plenilunio e il cielo già splendeva  di una luce argentea che illuminava la spiaggia dove ancora qualcuno rideva sommessamente.
La trapunta di stelle che si stendeva a perdita d'occhio nel cielo nero,
lasciava senza fiato lì, lontani dalle luci delle metropoli.
Due donne troppo allegre per essere definite perfettamente lucide si allontanarono dalla riva tenendo le scarpe dai tacchi vertiginosi in una mano, mentre camminavano a piedi nudi sulla sabbia fresca.
Luna Lovegood e Ginevra Weasley non erano decisamente inclini a lasciarsi andare con l'acool, e probabilmente anche se non fossero state così poco abituate a smaltire le sbornie non sarebbero comunque riuscite a camminare in linea retta. 
Ondeggiando e ridendo come solo due donne ubriache possono fare, lasciarono Hermione da sola sulla spiaggia, interamente illuminata dalla luce lunare.
Lei respirò l'odore della notte saziando, almeno per un po', la malinconia che la divorava
.
La gonna nera a tubino, che le fasciava le gambe, le impediva anche di passeggiare liberamente ed Hermione si affrettò a rimuoverla, lasciando che a coprirla fosse soltanto il top di strass.
L'acqua le sfiorò i piedi nudi che si muovevano lenti sulla sabbia scura, mentre le gambe tornite e ormai nude venivano solleticate da una brezza leggera. Osservava oziosamente il paesaggio, spostando gli occhi dal profilo delle casette alla sua destra, lontane poche decine di metri, all'immenso mare che le ricordava tanto l'inchiostro con cui erano scritti i suoi adorati libri.
Fissò la superficie liscia dell'acqua che, statica, si faceva accarezzare dai raggi della luna.
Poi si sedette sulla spiaggia, senza curarsi di sporcare di sabbia le mani e le gambe poggiate sul terreno, e chiuse gli occhi ascoltando il rumore delle onde infrangersi sul bagnasciuga e il canto lontano dei grilli che echeggiava nell'aria, il sapore dell'estate e della salsedine sulle labbra.
Si accorse di una presenza al suo fianco solo quando sentì qualcuno sedersi a pochi centimetri dalla sua mano.
Un odore pungente e familiare le invase
per le narici, quell'odore che per tanto tempo le era rimasto sui vestiti, sulla pelle, nel cuore.
- È una bella serata, non trovi?- esordì lui, come se quelle non fossero le prime parole che le rivolgeva dopo tutto quel tempo.
Non aprì gli occhi, non si voltò, non mosse nemmeno un muscolo:
per non fargli cogliere immediatamente quel velo di tristezza palpabile che la avvolgeva.
-Già, fa molto caldo.- rispose la donna, prendendo in mano della sabbia e giocandoci distrattamente, in modo da non doversi girare ad osservare i lineamenti perfetti del suo viso.
-Effettivamente devi avere molto caldo per non vestirti.- frecciò lui sarcastico, rimanendo schivo e controllato come sempre.
In risposta la Granger aprì gli occhi alzandoli al cielo per esprimere tutto il suo disappunto e li posò lentamente in quelli cinerini di lui che le facevano sempre lo stesso effetto.
Il cuore prese ad accelerarle nel petto
e tremò per un secondo senza  che lei se ne rendesse conto.
-Perché sei qui?- domandò lei, tornando a fissare l'acqua scura che le solleticava le dita. 
Contro ogni buon senso il giovane Malfoy le si avvicinò ancora di più, iniziando
a disegnarle invisibili cerchi concentrici sul dorso della mano.
-Avevo bisogno di vederti, di sapere quello che ti passa per la testa, di sapere se lo ami.- proferì in un sol respiro continuando a fissarla.
-Io...- la bella giornalista aprì la bocca senza che ne uscisse alcun suono, richiudendola poco dopo.
-Io cosa Hermione? Lo ami davvero?- esclamò incredulo, mentre lei abbassava lo sguardo sulla sua mano che continuava a sfiorarla.
Lui s
crutò ogni ciocca, ogni sfumatura della sua chioma scura, ogni centimetro di pelle, delle labbra piene e lucide, del collo, dell'incavo dei seni, delle gambe. Ogni suo particolare, per memorizzare e ricordare nei momenti più difficili quando
lei non ci sarebbe stata.
Si passò una mano fra i capelli serici e sbuffò impaziente in attesa di
una risposta.
-Vorrei amarlo, ma non ci riesco. Non posso.- sospirò lei
, mentre lacrime calde cominciarono a scivolarle sul viso, dove lui le asciugò con un dito.
Il ragazzo
si allontanò di qualche centimetro, puntellando i gomiti sulle ginocchia e appoggiandosi il viso sulle mani. 

Perché doveva essere tutto così difficile fra di loro? Perché lei doveva essere così complicata?
-Draco…- Hermione portò la mano sottile sulla sua costringendolo a voltarsi. Teneva gli occhi sulle loro mani, intrecciate proprio come un tempo, e non poté vedere i suoi occhi, illuminati da una luce che non era quella della luna.
-...mi dispiace per tutto quanto.- continuò, con la voce che le usciva dalle labbra tremanti, incerte.
L'ex Serpeverde scosse la testa ghignando, lei chiedeva scusa. Stava facendo del male a tutti e due, non solo a lui.
-Vuoi farmi credere che non ti importa? Vuoi dirmi che queste scuse del cazzo sono solo per me? Non ci credo Mezzosangue, non è vero...-
La prese per le spalle, guardandola negli occhi, fissandola; la trafisse con il suo sguardo, con quelle lame gemelle che avevano il potere di scavarle dentro.
Lei dovette abbassare nuovamente lo sguardo, sfuggendo il sui.
Diamine, era sempre una lotta con lui.
-Non ti importa niente di noi? Davvero è così?- le stava rivolgendo la tipica espressione che aveva in volto quando era ferito, quella che aveva quando si erano lasciati, quella che compariva ogni volta che i loro occhi si incrociavano.

-Tu non capisci.- sussurrò, portandosi le mani sul viso e scrollando la testa.
-Non capisco? E allora spiegamelo dannazione, spiegamelo!- stava urlando, e Draco Malfoy non lo faceva mai. Non ce la faceva più nemmeno lui, sempre così cinico, riservato, calcolatore di emozioni.
-Non puoi capirlo.- si alzò di scatto cominciando a camminare, con gli occhi ormai allagati, il viso rigato dalle lacrime.
Malfoy la fermò per un polso, non accettando un'altra volta una fuga in risposta alle sue domande.
-Dimmi che non te ne frega niente, che ami davvero lo Sfregiato, che non conto più niente per te, poi ti lascio andare.-
Riconobbe la sfida, il dolore e la delusione in quei laghi cinerei, 
mentre dentro di lei ribolliva rabbia, rabbia per non riuscire a buttarsi
fra le sue braccia, per non essere capace di dire ciò che le passava per la testa.
Hermione Jane Granger era rimasta senza parole, senza una fottutissima parola da dire.
-Ho bisogno che tu mi risponda.- bisbigliò l'uomo, avvicinandosi e poggiando la fronte sulla sua.
-Ho paura.- quelle due parole, quelle uniche due parole che era riuscita a pronunciare vennero sussurrate come la confessione di un assassino che finalmente ammette le proprie colpe.
Non poteva crederci, gliel'aveva detto davvero. Smise di piangere e il respiro le si fermò nei polmoni appena intuì quello che sarebbe successo di lì a pochi secondi.
Attese con gli occhi spalancati finché non venne investita dalle labbra di Draco che si fiondarono sulle sue.
E fu paradiso, fu inferno, fu gioia e dolore. Le labbra morbide e calde dell'ex Serpeverde 
erano complementari alle sue, il tocco delle mani sempre lo stesso, il suo sapore, il sapore dei suoi baci, impossibile da dimenticare. 
Lo strinse forte a sé, senza riuscire a smettere di respirare il suo profumo, lo abbracciò aderendo al suo corpo, ricongiungendosi a lui.
Il sangue ricominciò a pulsarle nelle vene, dopo troppo tempo.
-Dio, grazie.-
Quelle parole sussurrate vicino al suo orecchio ebbero il potere di farla sorridere, di farla gioire di nuovo, come se il suo vaso di Pandora si fosse rotto e tutte le emozioni riuscissero ad uscire fuori, a trasbordare dal cuore sostituendo il sangue che ne sgorgava fino a poco prima. 
Sorrise sulle sue labbra e lo baciò ancora, perché di lui non si sarebbe mai stancata.

Quando la mattina del nove giugno Harry James Potter aprì gli occhi, la luce del sole mediterraneo non ferì le sue iridi smeraldine come credeva.
Un timido raggio di sole entrava dalla finestra, lottando contro le nuvole che però non coprivano interamente il cielo azzurro, chiazzato solo in parte da quei batuffoli bianchi.
Posò una mano sull'altra
piazza del letto, trovando le lenzuola fresche e intatte.
Non era rientrata. Era sicuramente rimasta in spiaggia con qualcuno. Il suo pensiero volò subito a Malfoy, che probabilmente aveva trovato le palle per parlarle, oppure no.  
Si alzò dal letto lentamente, rabbrividendo al contatto con il pavimento freddo, mosse alcuni passi e si sporse dalla finestra che si affacciava sul mare.
Una sottile pioggerellina cadeva insistente, illuminata dal sole non ancora alto nel cielo. Il rumore sordo che provocava cadendo sulla sabbia era lieve e rilassante, e il colore chiaro della spiaggia si era tramutato in un ocra scuro, cosparso di puntini chiari ancora asciutti.
In fondo era una bella giornata anche così: la pioggia aveva lo aiutava a riflettere di solito.
Fece scorrere lo sguardo sulla casetta poco distante dalla sua, dove un uomo stava tranquillamente appoggiato alla porta-finestra sorseggiando il suo caffè.
Si stropicciò gli occhi ancora di gonfi per il sonno per vedere meglio chi fosse, riconoscendo subito la chioma fulva dell'amico, così si vestì in fretta e uscì sotto la pioggia per raggiungerlo.
Non appena mise il naso fuori dalla porta percepì un calore che dentro casa non avrebbe mai immaginato. La pioggia lì non era come quella londinese, al contrario: non avvertì alcun freddo pungente, tanto meno lo smog misto all'umidità che tanto odiava.
Era una pioggia rilassante, una pioggia calda, che non scrosciava sui palazzi, che cadeva dai tetti spioventi e non si depositava sulle grondaie dei grattacieli, che profumava di erba e non faceva salire nell'aria l'odore del cemento.
Era la pioggia vera, quella che annaffiava i campi, che rinsaviva le piante e nutriva la terra secca.
Anche Ronald Weasley l'aveva notato quella mattina, appena sveglio. Era uscito fuori a sorseggiare il suo caffè osservando l'acqua che scendeva lenta sulla sabbia.
-Caffè anche per te?- chiese, staccando gli occhi dalla superficie del mare lievemente increspata dalle goccioline.
L'amico annuì e si accomodò per terra, sulle assi di legno, rimanendo in silenzio per un po', 
mentre osservava le onde che si infrangevano sulla spiaggia.
-Strano come sia piacevole la pioggia qui, no? Non sono abituato al silenzio di questo luogo.- disse Ron, accompagnando la frase con una risatina mentre versava dell'altro caffè in una tazza.
-Mi piacerebbe rimanere qui, è il posto ideale dove vivere.- rispose pacatamente l'amico.
Rimasero in silenzio per un po', lasciando che i pensiero affluissero senza sosta.
Il bambino sopravvissuto ripensò a tutto quello che era successo in quei giorni: come un flash ogni cosa fu chiara, ogni tassello del puzzle tornò al suo posto, ogni particolare divenne nitido.
E capì, finalmente.
Weasley lo scrutò attentamente, comprendendo a suo volta quello a cui stava pensando il celebre Harry Potter.
Una sola volta aveva riconosciuto quella scintilla nei suoi occhi, una sola volta gli aveva visto quell'espressione dipinta sul volto, e all'epoca avevano sedici anni ed era innamorato di sua sorella.
-Ti sei innamorato.- proferì con una nota di lieve stupore nella voce.
-Ron,credo di essermi innamorato.-
Parlarono quasi insieme, poi ognuno scoppiò in una risata.
Quando il rosso tornò serio, si grattò la barbetta incolta che aveva lasciato
crescere sul mento, ponderando su quella frase un pochino insolita. Osservò l'orologio e notò che erano solo le nove e un quarto.
La lancetta ruotava lenta nel quadrante, quasi scandisse il tempo più apaticamente del solito, più pigra della pioggia che ticchettava sulle tegole del portico sopra le loro teste.
Sospirò, fece per parlare, poi tornò a riflettere
-Di Hermione?- chiese infine stabilendo la domanda esatta, la prima che riuscì a formulare davanti a quell'affermazione.
Harry prese la tazza, che l'amico d'infanzia gli porgeva, e scosse la testa riflettendo su quello che stava per dire.
-E di chi?- Ron dilatò gli occhi per la sorpresa, fissando il Bambino Sopravvissuto che non lo degnava nemmeno di uno sguardo. Si sedette
per terra con lui, continuando a guardarlo, mentre l'altro chiudeva gli occhi e respirava profondamente.
-Veramente ancora non ne sono sicuro. Ma non riesco a togliermela dalla testa, e non riesco a dimenticare quel bacio.-  strinse le mani sulla stoffa dei jeans facendo sbiancare le nocche, ancora con gli occhi chiusi, ricordando il desiderio che l'aveva travolto in quel momento.
-Harry ma di chi stai parlando?-
Il ragazzo lo guardò accigliato pensando che fosse ovvio, ma Ron scosse la testa facendogli capire che non aveva afferrato.
Fra di loro non c'era bisogno di parole. Quasi mai. Quella volta la situazione era molto più complicata del solito: non si trattava di un litigio con la propria donna e nemmeno di lavoro. Il Bambino Sopravvissuto di era innamorato.
Alle loro spalle una figura slanciata, fragile fisicamente forse, ma integra e forte nella sua moralità, scoccò la lingua, avanzando verso di loro.
Fece ondeggiare i capelli del colore del grano, e li osservò dall'alto con i suoi occhioni azzurri da bambina.
-Ron sei uno zuccone, ingenuo e zuccone. Parla di Clarissa, anche se devo dire che del bacio non sapevo niente ancora.-
Prese una sedia e la trascinò fino alla terrazzina, poi si accomodò con le gambe candide accavallate e una tazza di the fumante, mescolato con un cucchiaino che roteava da solo, fra le mani.
I crini biondi le incorniciavano il viso dai lineamenti dolci e perfetti, mentre da due labbra sottili usciva un soffio leggero diretto sulla bevanda calda.
Gli occhi cerulei da cerbiatta in attesa, attenti e pronti a captare qualsiasi movimento da brava giornalista, scrutavano i due uomini.
-Ebbene?- disse dopo qualche minuto in cui fra i due regnava silenzio.
-Harry! Ma, miseriaccia, ti sei innamorato di Clarissa?- domandò l'ultimo figlio maschio dei Weasley dopo che il messaggio gli entrò realmente in testa. Aveva assunto un colorito pressoché cianotico, mentre Luna sorrideva beata con il suo solito fare affettuoso.
-Quando ti sei innamorato di me Harry ti ha capito subito, benché io sia molto più eccentrica e stralunata di Clary.-
-Grazie Luna. Il fatto è che non sono sicuro di essere veramente innamorato e non voglio illuderla e non so come reagirebbe Hermione e...sono realmente confuso.- il moro si mise le mani nei capelli, pronto per scoppiare in stile teiera bollente quando sentì la mano calda dell'amica posarsi sulla sua spalla.
-Harry non dire sciocchezze! Hermione ha altro a cui pensare, e tu lo sai meglio di me. Oltretutto sono sicura che se dovessi accorgerti che non la ami lei capirà.-  Luna era la voce dell'innocenza, dell'ingenuità e della saggezza in quei momenti, per questo l'adorava.
-E se non dovesse funzionare? Se tutto ciò mi portasse
 in uno stato di maggiore confusione?-
La ragazza sorrise ancora, incoraggiandolo con lo sguardo dolce e materno.
Tanto valeva provare, si disse l'uomo.
Si alzò e le diede un bacio in fronte, poi scappò sotto la pioggia correndo come un pazzo.
-Secondo te la ama sul serio?- la Lovegood scese dalla sedia e si accoccolò di fianco al ragazzo appoggiandosi alla sua spalla
-Non c'era bisogno di farlo correre, potevi chiederlo a me. Non lo vedi com'è ridotto?-

I jeans erano intrisi di sabbia e la pioggia lo stava bagnando completamente. Il ritmo delle goccioline era aumentato e man mano che correva le sentiva cadere sul suo viso umido, sui vestiti e sui capelli ormai grondanti, sugli occhi.
La casetta di Draco era chiusa e la cravatta appesa fuori era segno che il giovane Malfoy era in compagnia. Non ci pensò due volte, sfrecciò sulla spiaggia, vicino al mare.
Ah, quanto avrebbe desiderato la sua scopa in quel momento.
Per arrivare prima, prima dei suoi pensieri, prima del tempo.
Si fermò solo quando la vide seduta sulla sabbia, bagnata anche lei, con i piedi nell'acqua, intenta a disegnare qualcosa con un bastoncino sulla sabbia scura.
Rallentò il passo e riprese fiato, continuando ad osservarla da lontano. Voleva baciarla, lo voleva davvero, voleva sentire di nuovo emergere quelle sensazioni provate quella sera a casa di Blaise, e soprattutto voleva rivedere il paradiso sfiorando quelle labbra rosse e piene.
La colse di sorpresa, arrivandole alle spalle. La giovane sobbalzò appena per poi aprirsi in uno splendido sorriso non appena lo riconobbe.
-Che ci fai qui? Sei completamente bagnato.- sussurrò a pochi centimetri dal suo viso.
Non rispose, il dolce respiro di lei lo mandava in confusione, lo stuzzicava, faceva sì che la desiderasse più di quanto già non la volesse prima.
Fece scorrere gli occhi dal suo collo candido alle labbra socchiuse dove posò un dito per poi accostare il proprio viso al suo, sfiorarle il viso con le dita, respirare il suo profumo.
Con le palpebre socchiuse e le mani poggiate sulle ampie spalle del giovane, la Harvey respirava affannosamente, desiderosa di farlo suo. 
Lo baciò come voleva fare ormai da tempo, e poi si lasciò andare fra le sue braccia, facendolo cadere per terra, chiedendo accesso alla sua bocca, al suo paradiso.
Gli spostò i capelli dalla fronte, poi si staccò di qualche centimetro per osservarlo, per constatare che tutto fosse davvero reale.
E sorrise. Aveva il sorriso più bello del mondo in quel momento, perché era un sorriso felice, un sorriso vero e spontaneo.
Il sorriso di una donna innamorata.
Si osservarono per una frazione di secondo, per capire cosa davvero volessero dirsi.
Cosa c'è da dire in un momento così?
Le parole non bastano mai per descrivere l'amore.
Harry riprese a baciarla, sotto la pioggia, mentre il rumore del mare diventava la loro colonna sonora.
Rideva Clarissa Angel Harvey, perché non c'era cosa più bella al mondo di un amore corrisposto.
Quella vacanza le aveva portato fortuna. Aveva portato fortuna a tutti loro.

 

 

 

Spazio d'autrice:

Il mio ritardo non è assolutamente giustificabile, lo so. La mia beta si è presa un periodo di pausa dal suo lavoro e la povera Cla ha subito le mie "minacce velate" e le mie preghiere affinchè betasse questo piccolo capitolo rimasto fermo per mesi. Fortunatamente si è prestata a questo ingrato compito e ha betato benissimo! Un grazie enorme va a lei. Ti lovvo MogliaH.

Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la shot fra i preferiti e tutti coloro che hanno avuto la pazienza di seguirmi anche senza recensire. Vi adoro e spero che tutto ciò che ho scritto per mio personale diletto vi sia piaciuto.
Questo era l'ultimo capitolo ragazzi, l'epilogo non è ancora pronto e probabilmente lo aggiungerò come shot a parte o come sequel, sempre di cinque o sei capitoli al massimo. Spero che la voglia di seguirmi anche nel sequel non mancherà da parte vostra.
Un grazie speciale a Daia, Hollina, Alexluna e chibi_elyon che mi sono sempre state vicine in questo periodo. Grazie davvero a tutti quanti. ^^
Mi raccomando date uno sguardo alla mia gallery ogni tanto perchè potrei avere una ventata di ispirazione in arrivo e potrei aggiungere qualcosa. Ora vi lascio. Baci a tutti. Marian. ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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