Waiting for the happy ending
Mancavano pochi giorni al plenilunio e il cielo già
splendeva di una luce argentea che illuminava la spiaggia dove ancora
qualcuno rideva sommessamente.
La trapunta di stelle che si stendeva a
perdita d'occhio nel cielo nero, lasciava senza fiato
lì, lontani dalle luci delle
metropoli.
Due donne troppo allegre per essere
definite perfettamente lucide si allontanarono dalla riva tenendo le scarpe dai
tacchi vertiginosi in una mano, mentre camminavano a piedi nudi sulla sabbia
fresca.
Luna Lovegood e Ginevra Weasley non erano decisamente inclini
a lasciarsi andare con l'acool, e probabilmente anche se non
fossero state così poco abituate a smaltire le sbornie non sarebbero
comunque riuscite a camminare in linea
retta.
Ondeggiando e ridendo come solo due
donne ubriache possono fare, lasciarono Hermione da sola sulla spiaggia,
interamente illuminata dalla luce lunare.
Lei
respirò l'odore della notte saziando, almeno per un po', la malinconia che
la divorava.
La gonna nera a tubino, che le fasciava le gambe, le impediva
anche di passeggiare liberamente ed Hermione si affrettò a rimuoverla, lasciando
che a coprirla fosse soltanto il top di strass.
L'acqua le sfiorò i
piedi nudi che si muovevano lenti sulla sabbia scura, mentre le gambe tornite e
ormai nude venivano solleticate da una brezza leggera. Osservava oziosamente il
paesaggio, spostando gli occhi dal profilo delle casette alla sua destra,
lontane poche decine di metri, all'immenso mare che le ricordava tanto
l'inchiostro con cui erano scritti i suoi adorati libri.
Fissò la superficie liscia dell'acqua che, statica, si faceva
accarezzare dai raggi della luna.
Poi si sedette
sulla spiaggia, senza curarsi di sporcare di sabbia le mani e le gambe poggiate
sul terreno, e chiuse gli occhi ascoltando il rumore delle onde
infrangersi sul bagnasciuga e il canto lontano dei
grilli che echeggiava nell'aria, il sapore dell'estate e della salsedine sulle
labbra.
Si accorse di una presenza al suo fianco
solo quando sentì qualcuno sedersi a pochi centimetri
dalla sua mano.
Un odore pungente e familiare
le invase per le narici, quell'odore che per
tanto tempo le era rimasto sui vestiti, sulla pelle, nel cuore.
- È una
bella serata, non trovi?- esordì lui, come se quelle non fossero le prime parole
che le rivolgeva dopo tutto quel tempo.
Non aprì gli occhi, non si voltò, non
mosse nemmeno un muscolo: per non fargli cogliere immediatamente quel velo di tristezza
palpabile che la avvolgeva.
-Già, fa molto caldo.- rispose la donna, prendendo in mano
della sabbia e giocandoci distrattamente, in modo da non doversi girare ad
osservare i lineamenti perfetti del suo
viso.
-Effettivamente devi avere molto
caldo per non vestirti.- frecciò lui sarcastico,
rimanendo schivo e controllato come sempre.
In risposta la Granger aprì
gli occhi alzandoli al cielo per esprimere tutto il suo disappunto e li
posò lentamente in quelli cinerini di lui che le
facevano sempre lo stesso effetto.
Il cuore prese ad accelerarle nel
petto e tremò per un secondo senza che lei se
ne rendesse conto.
-Perché sei qui?- domandò lei,
tornando a fissare l'acqua scura che le solleticava le dita.
Contro
ogni buon senso il giovane Malfoy le si avvicinò ancora di
più, iniziando a disegnarle invisibili cerchi
concentrici sul dorso della mano.
-Avevo bisogno di vederti, di sapere
quello che ti passa per la testa, di sapere se lo ami.- proferì in un sol
respiro continuando a fissarla.
-Io...- la bella giornalista aprì la bocca
senza che ne uscisse alcun suono, richiudendola poco dopo.
-Io cosa
Hermione? Lo ami davvero?- esclamò incredulo, mentre lei abbassava lo
sguardo sulla sua mano che continuava a sfiorarla.
Lui scrutò ogni ciocca, ogni sfumatura della sua chioma scura, ogni
centimetro di pelle, delle labbra piene e lucide, del collo, dell'incavo dei
seni, delle gambe. Ogni suo particolare, per memorizzare e ricordare nei momenti
più difficili quando
lei non ci sarebbe stata.
Si passò una mano fra i capelli
serici e sbuffò impaziente in attesa di una
risposta.
-Vorrei amarlo, ma non ci riesco. Non posso.- sospirò
lei, mentre lacrime calde cominciarono a scivolarle sul viso, dove
lui le asciugò con un dito.
Il ragazzo si
allontanò di qualche centimetro, puntellando i gomiti sulle
ginocchia e appoggiandosi il viso sulle mani.
Perché doveva essere tutto così
difficile fra di loro? Perché lei doveva essere così complicata?
-Draco…- Hermione portò la mano
sottile sulla sua costringendolo a voltarsi. Teneva gli occhi sulle loro mani,
intrecciate proprio come un tempo, e non poté vedere i suoi occhi, illuminati da
una luce che non era quella della luna.
-...mi dispiace per tutto quanto.- continuò, con la voce
che le usciva dalle labbra tremanti, incerte.
L'ex Serpeverde scosse la
testa ghignando, lei chiedeva scusa. Stava facendo del male a tutti e due, non
solo a lui.
-Vuoi farmi credere che non ti importa? Vuoi dirmi che
queste scuse del cazzo sono solo per me? Non ci credo Mezzosangue, non è
vero...-
La prese per le
spalle, guardandola negli occhi, fissandola; la trafisse con il suo sguardo, con
quelle lame gemelle che avevano il potere di scavarle
dentro.
Lei dovette abbassare nuovamente lo sguardo,
sfuggendo il sui.
Diamine, era sempre una lotta con lui.
-Non
ti importa niente di noi? Davvero è così?- le stava rivolgendo la tipica
espressione che aveva in volto quando era ferito, quella che
aveva quando si erano lasciati, quella che compariva ogni volta che i loro occhi
si incrociavano.
-Tu non capisci.- sussurrò, portandosi le mani sul viso e
scrollando la testa.
-Non capisco? E allora spiegamelo dannazione,
spiegamelo!- stava urlando, e Draco Malfoy non lo faceva mai. Non ce
la faceva più nemmeno lui, sempre così cinico, riservato, calcolatore di
emozioni.
-Non puoi capirlo.- si alzò di scatto cominciando a camminare, con
gli occhi ormai allagati, il viso rigato dalle lacrime.
Malfoy la fermò per
un polso, non accettando un'altra volta una fuga in risposta alle sue
domande.
-Dimmi che non te ne frega niente, che ami davvero lo
Sfregiato, che non conto più niente per te, poi ti lascio andare.-
Riconobbe la sfida, il dolore e la delusione in quei laghi
cinerei, mentre dentro
di lei ribolliva rabbia, rabbia per non riuscire a buttarsi
fra le sue braccia, per non essere capace di dire ciò che le
passava per la testa.
Hermione Jane Granger era rimasta senza parole, senza
una fottutissima parola da dire.
-Ho bisogno che tu mi risponda.- bisbigliò
l'uomo, avvicinandosi e poggiando la fronte sulla sua.
-Ho paura.-
quelle due parole, quelle uniche due parole che era riuscita
a pronunciare vennero sussurrate come la confessione di un assassino
che finalmente ammette le proprie colpe.
Non poteva
crederci, gliel'aveva detto davvero. Smise di piangere e il respiro le
si fermò nei polmoni appena intuì quello che sarebbe successo di lì a pochi
secondi.
Attese con gli occhi spalancati finché non venne investita dalle
labbra di Draco che si fiondarono sulle sue.
E fu paradiso, fu inferno, fu
gioia e dolore. Le labbra morbide e calde dell'ex
Serpeverde erano complementari alle sue, il
tocco delle mani sempre lo stesso, il suo sapore, il sapore
dei suoi baci, impossibile da
dimenticare.
Lo strinse forte a sé, senza riuscire a smettere di
respirare il suo profumo, lo abbracciò aderendo al suo corpo, ricongiungendosi a
lui.
Il sangue ricominciò a pulsarle nelle vene, dopo troppo tempo.
-Dio,
grazie.-
Quelle parole sussurrate vicino al suo orecchio ebbero il potere di
farla sorridere, di farla gioire di nuovo, come se il suo vaso di Pandora
si fosse rotto e tutte le emozioni riuscissero ad uscire
fuori, a trasbordare dal cuore sostituendo il sangue che ne sgorgava
fino a poco prima.
Sorrise sulle sue labbra e lo baciò ancora, perché
di lui non si sarebbe mai stancata.
Quando la mattina del nove giugno Harry James Potter aprì gli
occhi, la luce del sole mediterraneo non ferì le sue iridi smeraldine come
credeva.
Un timido raggio di sole entrava dalla finestra, lottando contro le
nuvole che però non coprivano interamente il cielo azzurro, chiazzato
solo in parte da quei batuffoli bianchi.
Posò una
mano sull'altra piazza del letto, trovando le
lenzuola fresche e intatte.
Non era rientrata. Era sicuramente rimasta in
spiaggia con qualcuno. Il suo pensiero volò subito a Malfoy, che
probabilmente aveva trovato le palle per parlarle, oppure no.
Si
alzò dal letto lentamente, rabbrividendo al contatto con il pavimento freddo,
mosse alcuni passi e si sporse dalla finestra che si affacciava sul
mare.
Una sottile pioggerellina cadeva insistente, illuminata dal sole non
ancora alto nel cielo. Il rumore sordo che provocava cadendo sulla sabbia era
lieve e rilassante, e il colore chiaro della spiaggia si era tramutato in un
ocra scuro, cosparso di puntini chiari ancora asciutti.
In fondo era una
bella giornata anche così: la pioggia aveva lo aiutava a riflettere di
solito.
Fece scorrere lo sguardo sulla casetta poco distante dalla sua, dove
un uomo stava tranquillamente appoggiato alla porta-finestra sorseggiando il suo
caffè.
Si stropicciò gli occhi ancora di gonfi per il sonno per vedere meglio
chi fosse, riconoscendo subito la chioma fulva dell'amico, così si vestì in
fretta e uscì sotto la pioggia per raggiungerlo.
Non appena mise il naso
fuori dalla porta percepì un calore che dentro casa non avrebbe mai immaginato.
La pioggia lì non era come quella londinese, al contrario: non avvertì alcun
freddo pungente, tanto meno lo smog misto all'umidità che tanto odiava.
Era
una pioggia rilassante, una pioggia calda, che non scrosciava sui palazzi, che
cadeva dai tetti spioventi e non si depositava sulle grondaie dei grattacieli,
che profumava di erba e non faceva salire nell'aria l'odore del cemento.
Era
la pioggia vera, quella che annaffiava i campi, che rinsaviva le piante e
nutriva la terra secca.
Anche Ronald Weasley l'aveva notato quella mattina,
appena sveglio. Era uscito fuori a sorseggiare il suo caffè
osservando l'acqua che scendeva lenta sulla sabbia.
-Caffè anche per
te?- chiese, staccando gli occhi dalla superficie del mare lievemente increspata
dalle goccioline.
L'amico annuì e si accomodò per terra, sulle assi di
legno, rimanendo in silenzio per un po', mentre osservava le
onde che si infrangevano sulla
spiaggia.
-Strano come sia piacevole la pioggia
qui, no? Non sono abituato al silenzio di questo luogo.- disse Ron,
accompagnando la frase con una risatina mentre versava dell'altro caffè in una
tazza.
-Mi piacerebbe rimanere qui, è il posto ideale dove vivere.- rispose
pacatamente l'amico.
Rimasero in silenzio per un po', lasciando che i
pensiero affluissero senza sosta.
Il bambino sopravvissuto ripensò a tutto
quello che era successo in quei giorni: come un flash ogni cosa fu chiara, ogni
tassello del puzzle tornò al suo posto, ogni particolare divenne nitido.
E
capì, finalmente.
Weasley lo scrutò attentamente, comprendendo a suo volta
quello a cui stava pensando il celebre Harry Potter.
Una sola
volta aveva riconosciuto quella scintilla nei suoi occhi, una sola volta gli
aveva visto quell'espressione dipinta sul volto, e all'epoca avevano sedici anni
ed era innamorato di sua sorella.
-Ti sei innamorato.- proferì con una nota
di lieve stupore nella voce.
-Ron,credo di essermi innamorato.-
Parlarono
quasi insieme, poi ognuno scoppiò in una risata.
Quando il rosso tornò
serio, si grattò la barbetta incolta che aveva
lasciato crescere sul mento, ponderando su quella frase un pochino
insolita. Osservò l'orologio e notò che erano solo le nove e un quarto.
La
lancetta ruotava lenta nel quadrante, quasi scandisse il tempo
più apaticamente del solito, più pigra della pioggia che ticchettava
sulle tegole del portico sopra le loro teste.
Sospirò, fece per parlare, poi
tornò a riflettere
-Di Hermione?- chiese infine stabilendo la domanda esatta,
la prima che riuscì a formulare davanti a quell'affermazione.
Harry prese la
tazza, che l'amico d'infanzia gli porgeva, e scosse la testa riflettendo su
quello che stava per dire.
-E di chi?- Ron dilatò gli occhi per la sorpresa,
fissando il Bambino Sopravvissuto che non lo degnava nemmeno di uno sguardo.
Si sedette per terra con lui, continuando a
guardarlo, mentre l'altro chiudeva gli occhi e respirava
profondamente.
-Veramente ancora non ne sono sicuro. Ma non riesco a
togliermela dalla testa, e non riesco a dimenticare quel bacio.- strinse
le mani sulla stoffa dei jeans facendo sbiancare le nocche, ancora con gli occhi
chiusi, ricordando il desiderio che l'aveva travolto in quel momento.
-Harry
ma di chi stai parlando?-
Il ragazzo lo guardò accigliato pensando che fosse
ovvio, ma Ron scosse la testa facendogli capire che non aveva afferrato.
Fra
di loro non c'era bisogno di parole. Quasi mai. Quella volta la situazione era
molto più complicata del solito: non si trattava di un litigio con la propria
donna e nemmeno di lavoro. Il Bambino Sopravvissuto di era innamorato.
Alle
loro spalle una figura slanciata, fragile fisicamente forse, ma integra e forte
nella sua moralità, scoccò la lingua, avanzando verso di loro.
Fece
ondeggiare i capelli del colore del grano, e li osservò dall'alto con i suoi
occhioni azzurri da bambina.
-Ron sei uno zuccone, ingenuo e zuccone. Parla
di Clarissa, anche se devo dire che del bacio non sapevo niente
ancora.-
Prese una sedia e la trascinò fino alla terrazzina, poi si accomodò
con le gambe candide accavallate e una tazza di the fumante, mescolato con
un cucchiaino che roteava da solo, fra le mani.
I crini biondi le
incorniciavano il viso dai lineamenti dolci e perfetti, mentre da due labbra
sottili usciva un soffio leggero diretto sulla bevanda calda.
Gli occhi cerulei da cerbiatta in attesa, attenti e pronti a captare
qualsiasi movimento da brava giornalista, scrutavano i due uomini.
-Ebbene?-
disse dopo qualche minuto in cui fra i due regnava silenzio.
-Harry! Ma,
miseriaccia, ti sei innamorato di Clarissa?- domandò l'ultimo figlio maschio dei
Weasley dopo che il messaggio gli entrò realmente in testa. Aveva assunto
un colorito pressoché cianotico, mentre Luna sorrideva beata con il suo solito
fare affettuoso.
-Quando ti sei innamorato di me Harry ti ha capito subito,
benché io sia molto più eccentrica e stralunata di Clary.-
-Grazie Luna. Il
fatto è che non sono sicuro di essere veramente innamorato e non voglio
illuderla e non so come reagirebbe Hermione e...sono realmente confuso.- il moro
si mise le mani nei capelli, pronto per scoppiare in stile teiera bollente
quando sentì la mano calda dell'amica posarsi sulla sua
spalla.
-Harry non dire sciocchezze! Hermione ha altro a cui pensare, e
tu lo sai meglio di me. Oltretutto sono sicura che se dovessi
accorgerti che non la ami lei capirà.- Luna era la voce
dell'innocenza, dell'ingenuità e della saggezza in quei momenti, per questo
l'adorava.
-E se non dovesse funzionare? Se tutto ciò
mi portasse in uno stato di maggiore confusione?-
La ragazza sorrise
ancora, incoraggiandolo con lo sguardo dolce e materno.
Tanto valeva provare,
si disse l'uomo.
Si alzò e le diede un bacio in fronte, poi scappò sotto la
pioggia correndo come un pazzo.
-Secondo te la ama sul serio?- la Lovegood
scese dalla sedia e si accoccolò di fianco al ragazzo appoggiandosi alla sua
spalla
-Non c'era bisogno di farlo correre, potevi chiederlo a me. Non lo
vedi com'è ridotto?-
I jeans erano intrisi di sabbia e la pioggia lo stava
bagnando completamente. Il ritmo delle goccioline era aumentato e man mano che
correva le sentiva cadere sul suo viso umido, sui vestiti e sui capelli ormai
grondanti, sugli occhi.
La casetta di Draco era chiusa e la cravatta appesa
fuori era segno che il giovane Malfoy era in compagnia. Non ci pensò due volte,
sfrecciò sulla spiaggia, vicino al mare.
Ah, quanto avrebbe desiderato la sua
scopa in quel momento.
Per arrivare prima, prima dei suoi pensieri, prima del
tempo.
Si fermò solo quando la vide seduta sulla sabbia, bagnata anche lei,
con i piedi nell'acqua, intenta a disegnare qualcosa con un bastoncino sulla
sabbia scura.
Rallentò il passo e riprese fiato, continuando ad
osservarla da lontano. Voleva baciarla, lo voleva davvero, voleva sentire
di nuovo emergere quelle sensazioni provate quella sera a casa di Blaise, e
soprattutto voleva rivedere il paradiso sfiorando quelle labbra rosse e
piene.
La colse di sorpresa, arrivandole alle spalle. La giovane
sobbalzò appena per poi aprirsi in uno splendido sorriso non appena lo
riconobbe.
-Che ci fai qui? Sei completamente bagnato.- sussurrò a
pochi centimetri dal suo viso.
Non rispose, il dolce respiro di lei
lo mandava in confusione, lo stuzzicava, faceva sì che la desiderasse più
di quanto già non la volesse prima.
Fece scorrere gli occhi dal suo collo
candido alle labbra socchiuse dove posò un dito per
poi accostare il proprio viso al suo, sfiorarle il viso con le dita,
respirare il suo profumo.
Con le palpebre socchiuse
e le mani poggiate sulle ampie spalle del giovane, la Harvey
respirava affannosamente, desiderosa di farlo suo.
Lo baciò come
voleva fare ormai da tempo, e poi si lasciò andare fra le sue braccia,
facendolo cadere per terra, chiedendo accesso alla sua bocca, al suo
paradiso.
Gli spostò i capelli dalla fronte, poi si staccò di qualche
centimetro per osservarlo, per constatare che tutto fosse davvero
reale.
E sorrise. Aveva il sorriso più bello del mondo in quel momento,
perché era un sorriso felice, un sorriso vero e spontaneo.
Il sorriso di una
donna innamorata.
Si osservarono per una frazione di secondo, per capire cosa
davvero volessero dirsi.
Cosa c'è da dire in un momento così?
Le parole
non bastano mai per descrivere l'amore.
Harry riprese a baciarla, sotto la
pioggia, mentre il rumore del mare diventava la loro colonna sonora.
Rideva
Clarissa Angel Harvey, perché non c'era cosa più bella al mondo di un amore
corrisposto.
Quella vacanza le aveva portato fortuna. Aveva portato fortuna a
tutti loro.
Spazio d'autrice:
Il mio ritardo non è assolutamente giustificabile, lo so. La mia beta si è presa un periodo di pausa dal suo lavoro e la povera Cla ha subito le mie "minacce velate" e le mie preghiere affinchè betasse questo piccolo capitolo rimasto fermo per mesi. Fortunatamente si è prestata a questo ingrato compito e ha betato benissimo! Un grazie enorme va a lei. Ti lovvo MogliaH.
Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la shot fra i
preferiti e tutti coloro che hanno avuto la pazienza di seguirmi anche senza
recensire. Vi adoro e spero che tutto ciò che ho scritto per mio personale
diletto vi sia piaciuto.
Questo era l'ultimo
capitolo ragazzi, l'epilogo non è ancora pronto e probabilmente lo
aggiungerò come shot a parte o come sequel, sempre di cinque o sei capitoli al
massimo. Spero che la voglia di seguirmi anche nel sequel non mancherà da parte
vostra.
Un grazie speciale a Daia, Hollina, Alexluna e chibi_elyon che mi
sono sempre state vicine in questo periodo. Grazie davvero a tutti quanti.
^^
Mi raccomando date uno sguardo alla mia gallery ogni tanto perchè potrei
avere una ventata di ispirazione in arrivo e potrei aggiungere qualcosa. Ora vi
lascio. Baci a tutti. Marian. ^^
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