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Autore: Shark Attack    31/12/2015    3 recensioni
Nehroi e Savannah sono due fratelli decisamente fuori dal normale e dalla legge sia del loro mondo sia del nostro. Lui ha la capacità di respingere la magia, lei è tra le più potenti creature esistenti ma il loro legame è indissolubile e lo pongono sempre al di sopra di ogni cosa.
I due fratelli sono reietti assoluti, senza famiglia né amicizie, ma non si lasciano scoraggiare facilmente dalle difficoltà che l'avere tutti contro comporta: hanno un'ardua missione da portare a termine e niente li fermerà... neanche quando vengono separati da una montagna invalicabile come la morte.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Compagni di Viaggio


«Dunque… esattamente voi come conoscete Phil?»
La voce secca ed al tempo stesso curiosa di Jenna veniva indirizzata senza remore verso una tesa Kayrin ed un annoiato Lorwaar, in cerca di qualcosa di più di quel “Puoi ospitarli?” di suo cugino. Phil, nel frattempo, era già andato a dormire al piano di sopra, stanco ed abbattuto dalla giornata.
Will era su uno sgabello appena fuori dalla porta, assorto nei suoi pensieri mentre fumava una elaborata pipa rossa che profumava di tabacco il pub alle sue spalle. La porta era tenuta aperta da un tavolo rotto a metà, così che la figura immensa dello zio sbucasse per più di metà e rapisse gran parte dei raggi lunari che sarebbero altrimenti entrati.
«Siamo compagni di viaggio», rispose Kayrin guardando fisso il boccale che le aveva portato Jenna in automatico non appena si era seduta; non aveva neanche idea di cosa contenesse, né del perché gliel’avesse dato. Lorwaar invece non si era fatto scrupoli ed aveva bevuto tutto il suo.
«Un gran viaggio», aggiunse il ragazzo dopo aver abbassato rumorosamente il boccale sul tavolo, facendo traballare il liquido rosa contenuto in quello di Kayrin. «Una cosa davvero importante che ovviamente non possiamo dirti… c’è un bagno qui?»
Jenna lo fissò senza battere ciglio, probabilmente incerta su cosa pensare. Alzò poi un dito verso la porta in fondo al locale, dietro il bancone, e Lorwaar corse via gettando la sedia a terra e spaventando i pappagalli appollaiati sui boccali puliti e capovolti sui ripiani.
«Non sapevo che Phil avesse un gruppo di viaggio», disse poi a Kayrin, squadrandola a sua volta. «Credevo fosse sempre solo.»
«Oh, credo sia effettivamente sempre stato così», convenne la donna inclinandosi verso il boccale per annusare la bevanda misteriosa. «In realtà non siamo proprio un gruppo… non che abbiamo un ruolo preciso, siamo solo persone che per un motivo o per l’altro viaggiano assieme.»
Jenna non sembrò soddisfatta. «Viaggiate assieme», ripeté.
«Sì.»
«Senza uno scopo comune?»
Kayrin prese il coraggio a due mani e sollevò il boccale, non riuscendo a mascherare del tutto la sua espressione poco decisa a proseguire con l’assaggio. «All’inizio era una missione di soccorso, ora non so…»
«È tisana di fiori locali», la rassicurò Jenna con voce seccata. «Non offro i miei preziosi alcolici a chiunque mio cugino molli alla locanda», proseguì alzando gli occhi al cielo. Kayrin si rilassò molto e bevve senza timori.
«A proposito, come mai era così stanco? Intendo, più di voi… suoi “compagni”.»
A Kayrin andò di traverso il sorso e tossicchiò un paio di volte mentre Lorwaar tornava dal bagno con una strana aria soddisfatta. «Dovresti chiederlo a lui», rispose la donna.
«È successo qualcosa a Palazzo con quel Capo gnocca», proseguì Lorwaar rovinando il tentativo di riserbo di Kayrin, la quale gli lanciò un’occhiataccia e tentò di riprendere in fretta e furia le redini della risposta che voleva dare. «Sì, ma non possiamo risponderti a qualsiasi altra domanda sull’argomento perché siamo stati sbattuti fuori non appena ci abbiamo messo piede, quindi non sappiamo nulla», aggiunse in fretta vedendo l’agitazione crescente della barista.
«Ancora quella…», mugugnò Jenna con le mani che fremevano. «Ditemi che non c’entra anche quella criminale di Feinreth», intimò ai due ospiti. Lorwaar sollevò le sopracciglia quasi con divertimento e Kayrin socchiuse gli occhi in un sospiro grave. Jenna picchiò un pugno sul tavolo.
«Perché è così idiota, sempre gli stessi errori!»
«Jenna…», la richiamò suo padre Will in una nuvola di fumo dall’esterno del pub.
«Non è possibile!», continuò invece ad arrabbiarsi lei.
«Lascialo vivere la sua vita», proseguì l’uomo dalla strada. «Se gli piace complicarsela a questo modo, che puoi farci.»
Jenna si alzò in piedi e con due ampie e pesanti falcate raggiunse il padre. Si affacciò dallo stipite e continuò a lamentarsi di Phil con lui, parlando rapidamente e cercando di non farsi sentire da Kayrin e Lorwaar, ancora al tavolo.
«Certo che ci tiene a lui», commentò il ragazzo mentre giocherellava con una delle sue treccine. «Io ho mille cugini ma non mi è mai importato nulla di loro! Ah!»
Kayrin fece spallucce e sorseggiò ancora la tisana, cercando di farsi sopraffare dal suo profumo per scacciare i pensieri.

Era notte fonda quando Savannah fece irruzione nella stanza per gli ospiti in cui Kayrin, Phil e Lorwaar stavano dormendo tranquillamente, comparendo pallida come un fantasma e leggiadra come un angelo.
Posò una mano sulla guancia di Lorwaar, come una madre con il figlioletto, ed un sorriso le si era disegnato sul volto. «Dobbiamo andare», gli disse.
Lorwaar era scattato subito in piedi, memore di tutte le volte in cui lo stesso messaggio era stato recapitato da Nehroi, Savannah o da lui stesso agli altri due. «Annah!», aveva esclamato, ma lei gli aveva fatto cenno di non fare rumore ed il ragazzo aveva annuito ed iniziato silenziosamente a raccogliere la sua roba.
Savannah si era poi chinata su Phil, toccandolo ad una spalla. «Sveglia», disse anche a lui, «Dobbiamo andare, in fretta.»
Phil aveva fatto un mugolio ed aveva iniziato a stropicciare gli occhi, incapace di aprirli al primo tentativo come il ragazzo del deserto. «Cosa…», chiese, ma la ragazza gli scrollò il braccio e lui si svegliò del tutto. All’inizio gli era sembrata una visione impossibile, come poteva essere lei lì? Poi gli pizzicò la spalla e tutto divenne più nitido. «Che succede?»
Savannah lanciò un’occhiata a Lorwaar, sorridendo soddisfatta vedendolo pronto alla porta, e fece un cenno a Phil. «Su, prendi la tua roba che dobbiamo andare.»
«Dove?»
Annah non rispose ma si alzò in piedi e si avvicinò a Lorwaar.
«Aspetta!»
Phil fece uno scatto e si mise le scarpe in un secondo. «E Kayrin?», domandò.
La ragazza lo guardò come se avesse chiesto degli alieni. «Chi?»
L’umano indicò la donna addormentata dall’altro lato della stanza, di spalle sotto la coperta. «Lei, non viene con noi?»
Savannah la esaminò per un breve secondo, con la testa inclinata come se stesse guardando un quadro da una certa prospettiva. «Tu la vuoi?», gli domandò.
Phil rimase interdetto per qualche istante da quella domanda. «Non è che io la voglia… ha fatto tanto per noi. Non è giusto lasciarla indietro.»
Annah gli lanciò uno sguardo che lui intese al volo: la carta del “è giusto, non è giusto” con lei non funzionava mai. Si immaginò il risveglio di Kayrin, lei che aveva sacrificato la sua vita normale ed accettato rischi assurdi per gente che non conosceva e che non le interessava: sola nella locanda di altrettanti sconosciuti che non la desideravano e che lei non avrebbe mai avvicinato. «È l’allieva di Meede… ci serve», tentò di nuovo Phil, per evitarle quella sorpresa.
La ragazza sembrò accettare di più quel dettaglio. «Dubito che sia vero, ma se ci tieni tanto… svegliala.»
Phil si avvicinò in fretta alla donna e la mise rapidamente al corrente di tutto, dicendole di sbrigarsi. Poi, tutti e quattro scesero le scale, circondati dalle barriere sonore che la jiin aveva eretto per non farsi sentire da Jenna e da Will. Raggiunsero Nehroi, di guardia all’ingresso del pub, e si incamminarono verso il confine sud di Eastreth mescolandosi tra la folla agitata.
Le luci dell’alba si confondevano con il chiarore dell’incendio che divampava alle loro spalle e nessuno, tra gli abitanti e le guardie occupati a spegnerlo e contenere l’agitazione dell’attacco alla casa degli O’Shea, sembrò accorgersi di quei cinque forestieri che andavano in direzione opposta.


*-*-*-*



Hola! Ebbene sì, non sono morta!
Ci hanno provato, credetemi... ma volevo farvi sapere che non ce l'hanno fatta. La Shark ha la pelle durissima!!

Si sta concludendo l'anno e vi confesso che sono mesi che non scrivo una sola riga di questa storia, pur pensandoci molto spesso. Una settimana fa ho prestato la mia copia stampata della prima parte della storia (in pratica "il volume 1", quello concluso qui su EFP) ad un mio amico e se l'è letteralmente divorato mentre noi divoravamo pranzi e cenoni... quindi mi ha fatto tornare la voglia di scrivere! Anche perché è vero che ho mille cose da fare, esami su esami da dare ecc... ma non posso non terminare la storia dei miei amorini! E poi li avevo mollati in un momento così pieno di suspance! Cavolo, dovevo rimediare.
E quindi ecco un piccolo capitolo a fare da ponte tra le ultime vicende e il prossimo arco narrativo! Mi sembrava giusto postarlo per concludere l'anno ed iniziare il prossimo! <3
Grazie come sempre a chi legge e recensisce!! No, non andrei proprio da nessuna parte senza di voi! :)

Ebbene, un buon 2016 a tutti!! (ma non posso assicurare nulla per i nostri protagonisti, LOL)

Vostra,
Shark
   
 
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