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Autore: Seven Scars    03/01/2016    0 recensioni
Questa è una raccolta, che ho scritto e mai concluso tre anni fa, costituita da punti di vista di vari personaggi della saga di Hunger Games. L'ispirazione è arrivata dalle canzoni e musiche del primo film di Hunger Games. Era mia intenzione pubblicare la raccolta completa, ma dopo tanto tempo ho deciso di pubblicare le prime quattro scritte, nella speranza di completare le altre di cui esistono già delle bozze.
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Di corda una collana

 

Prendo la corda.
La piego in due parti uguali.
Prendo una delle estremità e la avvolgo stretta intorno all'altra.
Avvolgo molte volte finché la prima estremità della corda non finisce.
Tiro il cappio.
La corda si tende.

Finito.

 

Vedo appena il movimento delle mie mani nel buio della cantina. Dormono tutti, o meglio, tutti quelli che sono rimasti. Forse è solo Peeta ad essere ancora sveglio, ma non credo sia per i miei stessi motivi. Non mi capita spesso di non riuscire a dormire, ma quando succede non conto le pecore o le stelle in cielo. Immagino di tirare frecce col mio arco nel bosco del 12, di realizzare trappole. O di fare un nodo scorsoio. Sembra triste e deprimente, ma dipende dalle prospettive. Quel nodo non è certo per me.

Mi manca il sapore delle more. Quando io e Katniss avevamo il permesso di andare a caccia fuori dal Distretto 13 ne abbiamo mangiata qualcuna. Ma erano diverse, più amare. Anche noi siamo diversi, più freddi. Tutte quelle parole dette tra una mora e l'altra quando andavamo ancora a cacciare nel nostro bosco erano vere, ma Katniss non lo sapeva ancora. Ora lo sa.
Lei, però, non c'era quando il Distretto 12 è stato raso al suolo, andato, completamente distrutto. Non era certo a divertirsi, ma era con Peeta. Era con Peeta, ma era a morire.
 

Svolgo.

Abraham took Isaac hand
and led him to the lonesome hill”

 

Siamo stati costretti a vivere nel silenzio, a morire di fame, a sacrificarci per un futuro che non sarebbe arrivato. A volte mi chiedo come sarebbe andata se io e Katniss fossimo davvero fuggiti. Nei boschi saremmo sopravvissuti, avremmo cacciato all'infinito, lontano da Panem.
Ma sarebbe davvero stato così? Saremmo riusciti ad allontanarci veramente? Credo di no.
Se anche non avessimo avuto i miei fratelli e le nostre sorelle, le nostre madri, ora saremmo liberi? Credo di no.

La libertà non esiste in questo posto. Non esisteva nemmeno al Distretto 12, anche se non c'era la corrente alla recinzione oltre il Prato, anche se i Pacificatori chiudevano entrambi gli occhi, anche se il Sindaco era dei nostri. In altri Distretti si dice che non siano mai stati tanto indulgenti quando non si rispettavano le regole. Eppure nemmeno noi eravamo liberi. Siamo stati costretti a guardare le persone che amavamo morire nei modi peggiori: chi dalla fame, chi nell'arena. C'era chi preferiva nascondersi dietro la paura del “cosa accadrebbe se”. Altri osservavano con la coda dell'occhio mentre si sforzavano di trovare qualcosa da fare con l'unico scopo di costringersi a pensare che, viste da un televisore e da quell'angolazione, le cose assumevano un diverso significato. Non parevano più reali, c'era più distacco. Ma accadevano e noi non facevamo niente.

 

Prendo la corda.
La piego in due parti uguali.

 

While his daughter hid and watched
she dared no breathe she was so still”

 

Credo che Katniss non si rendesse conto davvero di cosa avesse creato, nemmeno quando le è stato spiegato tutto al Distretto 13. Ha creato l'occasione che mancava, quella di non nascondersi più dietro i “cosa accadrebbe se” o di fingere che le cose non ci toccassero. Ha creato lei la ribellione, perché ha reso visibile la fiamma di odio che sopita continuava a crescere negli abitanti di Panem. È stato per un gesto istintivo che ha dato il via alla guerra, ma se non ci fosse stato ora sarebbe tutto diverso. Tutto uguale a prima.
 

Avvolgo.

Just as an angel cried for the slaughter
Abraham's daughter raised her voice”

 

«Se solo i Distretti sapessero quanto potere hanno, Katniss, noi ora non saremmo qui a cacciare per i nostri fratelli. È questo che Capitol City continua a fare con i giochi: farci credere che il fatto stesso di vivere sia una concessione». Queste furono le parole che le dissi una di quelle volte in cui ci sedevamo a mangiare le more al Distretto 12. Ricordo che annuì, poi raccolse una mora e la lanciò in aria, per poi atterrare nella mia bocca. Aveva comunque un sapore più dolce.

 

Avvolgo molte volte finché la prima estremità della corda non finisce.
Tiro il cappio.

Then the angel asked her what her name was,
She said, - I have none.
Then he asked - How can this be?
- My father never gave me one.”

 

Poche ore e sarà tutto finito. Entro domani la nostra agonia sarà finita, o la vita o la morte. Ormai Capitol City non può far altro che arrendersi, perchè non c'è speranza che possano sopraffare i ribelli. Siamo in troppi, siamo agguerriti. La differenza tra noi e loro è che noi siamo abituati a pagare qualunque prezzo, perchè ci è rimasto ben poco; loro, invece, non sono abituati al sacrificio, perchè si sono sempre serviti di noi. E' arrivato il momento di dimostrare che siamo persone libere, che scelgono da soli il proprio destino, senza andare incontro alla morte perchè deciso da qualcun altro o dal caso.

E' questo il momento in cui dovrei avere paura? Immagino di si. Paura di cosa esattamente? Di morire? Di vedere morire le persone che amo? O di non vincere la guerra? Credo che la cosa che più mi spaventi sia l'ultima. Non ho paura di morire, perchè ho votato la mia vita a questa rivolta nel momento in cui è iniziata. Anche quando la rivolta era ben lontana dall'iniziare, ho sempre pensato che se ci fosse stato un qualche movimento rivoluzionario io ne avrei fatto parte, con tutte le conseguenze del caso. Certo, ho paura di vedere le persone che amo morire davanti a me. In realtà è soltanto una quella esposta davvero alla battaglia. Ma l'idea di perdere la guerra mi terrorizza più di tutto, perchè in quel caso le persone che amo rimaste in vita ne subirebbero le conseguenze. Violenze, torture, uccisioni, fame, morte, peggio. Il solo pensiero mi fa rabbrividire.

Non accadrà, perchè noi abbiamo un motivo troppo importante per lottare. Noi lottiamo per la vita, non per le scarpe alla moda o la parrucca del momento. Lottiamo per la libertà, non per i trucchi appariscenti.

E allora che guerra sia.

 

La corda si tende.
Finito.
Il cappio è pronto per te, Presidente Snow.

 

And when he saw her, raised for the slaughter,
Abraham's daughter raised her bow.
- How darest you child defy your father?
You better let young Isaac go.”

 

Angolo dell'autore
Questa breve oneshot è ispirata alla canzone "Abraham's Daughter", Arcade Fire, dal punto di vista di Gale la sera prima dell'inizio dell'attacco a Capitol City.

  
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