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Autore: darkjedi    11/03/2009    1 recensioni
Il titolo dice tutto!
Questa è una traduzione ed mi è stato gentilmente concessa da Elizabeth Goode
YAHOO FINALMENTE E' FINITA QUESTO E' IL QUINTO E ULTIMO CAPITOLO|
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Elrond
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esiliato II

By  Elizabeth Goode

 

Legolas smonto il campo all’alba, rimuovendo ogni traccia che mostrasse che qualcuno fosse stato lì. Non voleva rischiare di essere localizzato dagli orchi, gettò uno sguardo ad Estel che ancora giaceva a terra sotto il suo mantello. Svegliare il giovane Ramingo era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare, ma non c'era nessuna alternativa. Inginocchiandosi accanto al suo amico, gli accarezzò dolcemente i capelli scuri scostandoli dagli occhi.

"Mi dispiace, amico mio. Dobbiamo lasciare questo posto, o rischiamo di  essere trovati, ormai gli orchi si saranno accorti che sei scomparso."

Senza nessun avvertimento, Estel si sedette diritto, i suoi occhi erano pieni di disperazione e di  incertezza. Prima che Legolas potesse dire o fare qualcosa, Estel fu in piedi. Il giovane umano ondeggiò in modo precario ma non cadde.

Lentamente, l'incertezza mutò diventando riconoscimento, e Legolas sentì il suo cuore spezzarsi mentre il suo amico si appoggiava a lui, poi trasaliva mentre il braccio danneggiato protestava.

“L-Legolas?”

Accorciando la distanza tra lui ed il suo amico, il principe elfo lo strinse in un abbraccio gentile. "Sì, sono Legolas, sei al sicuro, ora".

La forza di Estel diminuì di colpo e le sue gambe tremarono sotto di lui. Legolas lo distese giù a terra.

"Fa male." Estel fece delle smorfie di dolore, sibilando mentre la sua schiena entrava in contatto con la spalla di Legolas. "Molto." La sua voce era rauca, e lui si portò la mano sana alla gola danneggiata per massaggiarla.

Legolas spostò il ramingo per farlo stare più comodo. "Non possiamo attardarci più molto. Dobbiamo...  " L’elfo si fermò. Stava quasi per dire che doveva portare Estel a casa, a Rivendell, dove Lord Elrond lo avrebbe guarito dalle sue ferite e dalla sua febbre. Quello era impossibile, ora. Concluse lui in maniera poco convincente, "Dobbiamo andare da un guaritore."

"Tranquillo, Legolas. Non hai detto niente di sbagliato. Suppongo che ti sia fermato a Rivendell, e sai che non sono più il benvenuto là".

Il principe di Mirkwood annuì. "Sono arrivato il giorno dopo che tu te ne sei andato. Tuo padre ha commesso un errore terribile, Estel. Lui si pentirà delle cose che ha fatto e che ha detto. Elladan ed Elrohir erano veramente arrabbiati."

"Hanno ragione. Arwen è loro sorella e perciò è più importante di me, ho attraversato una linea che non doveva essere attraversata."

"No, sono arrabbiati con Lord Elrond per averti mandato via, non con te. Quando ho scoperto che eri stato mandato via ferito, ho cavalcato alla tua ricerca, ti avevo raggiunto alla locanda, o così pensavo, poi mi hanno informato che gli orchi ti avevano catturato. Li ho localizzati e ti ho liberato."

Estel sorrise debolmente. "Per questo ti ringrazio. Gli orchi mi avrebbero ucciso, ed Ugblood, il loro capo sembrava determinato a farlo molto lentamente."

Il principe di Mirkwood si alzò in piedi ed andò al suo zaino, rovistando dentro. Quando si voltò, fece un sorriso arcigno. "È probabile che tu non mi voglia ringraziarmi di nuovo. Dovremo cavalcare, Estel. Devo pulire le tue ferite e devo bendarle così che il viaggio non le farà peggiorare. Farà male."

"Già farà male. Fai del tuo peggio, elfo. Questo umano farà la sua parte e non lotterà."

 

Legolas sapeva che l’asciutto senso dell’umorismo di Estel era la sua tecnica per affrontare una situazione spiacevole, ma qualsiasi segnale di umorismo era il benvenuto alle sue orecchie dopo la lunga notte appena trascorsa. Legolas lavò attentamente ed gentilmente le ferite sulla schiena di Estel, poi gli mise una delle sue tuniche di ricambio contro le ferite per ripararlo prima di bendarlo con strisce di stoffa strappata dai resti della camicia di Estel. Poi gli lavò il taglio sulla  faccia, aggrottando le ciglia preoccupato.

"Estel. Cos’ha provocato questa ferita? "

 

Bagliori di dolore, le grida e le risate crudeli degli orchi si rincorsero nella sua mente. Sentiva la frusta che feriva la sua pelle, sentiva gli stivali e i pugni che colpivano il suo viso e il suo torace...

Un lamento, quasi impercettibile, scappò dalle sue labbra mentre il ricordo di quegli ultimi giorni lo colpiva a piena forza. Sempre, quando era stato ferito, suo padre aveva curato le sue ferite. Seduto sulla terra fredda e dura con Legolas che faceva del suo meglio per essere delicato, era così forte il contrasto tra il giacere in un letto soffice a Rivendell sotto le cure competenti di suo - di Lord Elrond - che il lamento fu seguito da un sussulto.

"Estel, so che hai attraversato una grande prova, ma devo sapere cosa ha provocato questa ferita. Sembra profonda, e probabilmente richiederà dei punti."

Attraverso la nebbia dei ricordi, Estel rispose con un brivido. "Un coltello. Ugblood lo ha fatto con il suo coltello quando non gli dissi - " Estel si fermò, con un'espressione di panico negli occhi. "Rivendell! Legolas, dobbiamo avvertire Rivendell! Gli orchi, volevano che gli rivelassi la sua ubicazione, ma io non potevo farlo. Ecco perché loro - loro mi hanno colpito. Anche se credo che lo avrebbero fatto in ogni caso."

Legolas scosse la testa. "No. Tu non hai rivelato nulla, e devi vedere un guaritore, Estel. Non hai facoltà di scelta. Trovo difficile credere che tu abbia altro sangue.”

Testardamente Estel scosse la testa e si alzò barcollando e con una tale espressione determinata sul suo volto che Legolas seppe che non sarebbe mai riuscito a farlo ragionare. "Gli orchi sono troppo vicini a Rivendell. Anche se loro non riuscissero a trovare l'ingresso, cosa succederebbe se i miei fratelli li incontrano mentre sono fuori a caccia? Cosa succederebbe se Arwen - " Il giovane umano rabbrividì. "Non permetterò che Arwen soffra il fato di sua madre. Ucciderebbe nostro pa…  voglio dire, ucciderebbe suo padre."

Il principe di Mirkwood tentò di essere per un'ultima volta la voce della ragione. "Amico mio, i tuoi  fratelli hanno ucciso più orchi di tutti gli altri esseri della Terra di Mezzo. Essi non saranno colti di sorpresa, e proteggeranno la loro sorella. Ho abbastanza tempo per portarti ad un villaggio e poi andrò io stesso a Rivendell. Gli darò la caccia insieme ai tuoi fratelli, e loro saranno morti prima che siamo trascorse tre notti."

Estel scosse la testa. "No, le mie recenti azioni hanno causato a Lord Elrond molto dolore. Le ultime parole che ha detto sono state di aver adempiuto al suo dovere verso di me e che spera che io faccia il mio un giorno o l'altro. Se io so che gli orchi si stanno avvicinano a Rivendell e non faccio niente per fermarli, non posso più vivere con me stesso, Legolas. Capisci? "

L’elfo annuì. "Capisco. Estel, ma se non puoi neanche usare il braccio destro? Come puoi difenderti se non puoi maneggiare né la tua spada e né il tuo arco? "

 

Usando la mano buona per disfare la fascia al collo, Estel usò la stoffa per legare ermeticamente il posto dove l'osso era stato rotto, poi prese la spada che Legolas gli aveva offerto e fece un po’ di  pratica muovendola nell'aria. Lacrime di dolore scaturirono dai suoi occhi mentre il movimento tirava le ferite sulla schiena e fitte di dolore gli attraversavano il braccio. Come se sfidasse le sue ferite, lui ripete l'esercizio. “Andiamo a caccia di orchi!”

 

Legolas fissò con timore reverenziale il suo amico. Lui era ferito e non leggermente, i suoi occhi brillavano di una luce febbricitante, ed era decisamente determinato a lottare per la sicurezza di un luogo dalla quale era stato, poco tempo prima, esiliato. Non ci si doveva stupire se quest’uomo un  giorno sarebbe stato il re di tutti gli uomini. Se prima,  pensò Legolas, lui non muoia  a causa delle ferite e della febbre.

 

Arwen cavalcava in mezzo ai suoi fratelli davanti al gruppo. Avevano insistito che lei rimanesse tra di loro per la sua protezione, e lei aveva accolto la loro richiesta. Sarebbe stato sciocco ignorare il loro consiglio quando loro avevano ucciso migliaia di orchi e lei ne aveva ucciso solamente uno, e quell'uno col suo arco e da lontano.
 
"Elladan? Perché ci fermiamo? " Arwen aggrottò le ciglia mentre Elrohir saltava giù a terra dal suo cavallo, e correva verso una piccola radura.

"Questo è un accampamento di orchi. Resta vicino a noi, Arwen." Elladan seguì suo fratello, mentre teneva gli occhi aperti per qualche trappola, ed Arwen rimase vicino a lui.

Un fuoco di bivacco ancora fumava quando smosse le ceneri e comprese così che gli orchi non erano andati via da molto. Erano vicini, per quanto Elrohir potesse calcolare, erano solamente a un giorno da cavallo da Rivendell. Troppo vicini, pensò mentre cercava nel terreno alcuni indizi. I suoi sensi di primonato così come le abilità imparate dai molti anni di viaggi con i Dunedain gli permisero di leggere le impronte come se fossero una mappa. Lui poteva vedere nella sua mente la scena di quello che stava vedendo nel terreno, e quando si diresse verso un gruppo di impronte che erano decisamente di un orco, lui sentì il cuore stringergli nel torace. La pista di impronte erano interrotte ogni tanto da quello che sembravano essere segni di trascinamento. Vide Estel che barcollava tra due orchi, le mani legate davanti a lui. Quando il giovane umano cadde, gli orchi lo trascinarono a lungo e spietatamente finché lui non riuscì a tirarsi di nuovo in piedi.

"Elrohir! " Il suono della voce di suo fratello lo costrinse ad uscire dall'incubo che la sua mente aveva creato.

"Cosa c’è, Elladan? Penso di aver trovato la pista di Estel... " Lui si fermò quando comprese che Elladan ed Arwen stavano fissando qualcosa sull'altro lato del campo. L'espressione di Elladan era di rabbia e di disgusto, mentre Arwen sembrava che stesse per scoppiare a piangere.
Quando raggiunse i suoi fratelli, lui comprese il perché. Un pezzo di legno era parzialmente seppellito in terra, rendendo davvero difficile rimuoverlo. Il palo di legno era macchiato di sangue, e la terra sotto di lui era coperta di macchie di color ruggine.

Elrohir mise una mano sulla spalla di Elladan e l'altro su quella di Arwen. "Oh, Valar, no."

Uno dei elfi sotto il comando dei gemelli si avvicinò. "Siamo stati in grado determinare la direzione che hanno preso gli orchi quando hanno smontato il campo. Viaggiano verso Rivendell, miei signori."


Legolas aveva discusso se Estel avesse dovuto cavalcare di fronte a lui o dietro sul cavallo che dovevano dividersi. Se lui avesse cavalcato di dietro, le ferite alla schiena non sarebbero state a contatto con niente, ma sarebbe potuto cadere da cavallo, invece se lui avesse cavalcato davanti, la sua schiena avrebbe strusciato e pigiato contro il torace di Legolas, ma l’elfo avrebbe potuto tenerlo stretto a sé sul cavallo. Legolas decise che una caduta da cavallo avrebbe fatto al giovane Ramingo ancora più danno, e così aveva insistito che Estel cavalcasse di fronte a lui. Fu contento della sua decisione quando sentì il corpo del suo amico rilassarsi contro di lui. Il calore si irradiò da Estel mentre la febbre si alzava di nuovo, ma lui non cadde nell'incoscienza.

Il ritmo del loro viaggio dava terribilmente fastidio al suo corpo dolorante, ma la cosa peggiore era che il dolore sembrava una manifestazione fisica dell'agonia e del tumulto nel suo cuore. Lui non aveva mai visto prima d’ora Lord Elrond così adirato, neanche quando era stato a caccia di orchi con suo padre e i suoi fratelli e Elrond aveva mostrato intenzionalmente una rabbia fredda. Gli occhi che l'avevano sempre guardato con amore o umorismo erano stati vuoti. Perso nei suoi ricordi causati dalla febbre, lui borbottò, "Scusa, Ada. Mi dispiace."

"Estel?" L’elfo guardò il suo amico con preoccupazione. Se il delirio avrebbe afferrato di nuovo la giovane creatura umana, allora sarebbe stato un problema serio.

Al suono della voce di Legolas, Estel si costrinse a sedere dritto. "Sto bene. "

Erano solamente ad un giorno di viaggio da Rivendell, ed i sensi di elfo di Legolas l'avvertirono che c’era qualcosa che non andava. Lui fermò il cavallo, ascoltando attentamente.

"Cosa c’è, Legolas? " La mano di Estel rimase sull'elsa della spada e pronto a lottare se questo fosse stato necessario.

L’elfo sollevò la sua mano per farlo tacere, poi continuò ad ascoltare. L’udito di Estel, benché fosse il più acuto fra i Raminghi, non era al livello dell’udito degli Elfi. Qualche attimo più tardi, sentì il  grido lontano di un orco. Scivolando rapidamente giù dalla sella quanto gli permettevano le sue ferite,  mise un orecchio a terra e chiuse gli occhi, concentrandosi per ascoltare le vibrazioni, attraverso la terra.

"Due squadre diverse. Probabilmente Ugblood ha mandato a chiamare il resto della sua compagnia a raggiungerlo. In totale ce ne sono almeno un centinaio."

Legolas annuì d’accordo. "Sono a poche miglia da qui, diretti a Rivendell. Avevi ragione, amico mio. Anche se loro non possono trovare la strada per arrivarci, possono ancora attaccare alcuni elfi che stanno viaggiano, e non tutti saranno muti come lo sei stato tu. Dobbiamo fermarli e dobbiamo diffondere l'allarme ad Imladris."
 
Montando di nuovo a cavallo, l’elfo e l’umano cavalcarono verso ovest sperando di raggiungere Rivendell prima degli orchi. Raggiunsero i bordi di Rivendell un momento prima, erano solamente ad un'ora in anticipo sugli orchi. Quando Legolas fermò il cavallo, Estel scivolò giù a terra e tirò fuori la sua spada.

"Estel, cosa stai facendo? "

"Quello che devo. Io non posso entrare a Rivendell, ma questo non vuol dire che non posso impedire gli orchi dal farlo. Loro non troveranno mai Imladris, ma questi boschi sono sacri agli elfi. Questi boschi sono la mia casa, la mia vera casa. Anche se non potrò mai più camminare fra questi alberi, non permetterò che li taglino con le loro rozze asce per fare i fuochi. Vai, Legolas. Vai dove io non posso e porta aiuto."


Il principe elfo iniziò a protestare, poi il  pensiero andò a Mirkwood. Il dolore per la corruzione della sua bella casa era ancora fresca nel cuore di tutti gli elfi di Greenwood, ora diventata Mirkwood. Ogni volta che i ragni, gli orchi, o qualche altra brutta creatura spuntava fuori, Thranduil mandava un gruppo di guerrieri per cancellare la questione. L'unico modo di liberare la loro foresta era affrontare una battaglia alla volta.

"Legolas, devi andare! Io sono un Ramingo, e so cosa fare, li porterò un po’ in giro prima che riescano a circondarmi, e quando lo faranno, non cadrò senza lottare. Con un po’ di fortuna, tu tornerai con i gemelli ed i loro guerrieri, anche prima che li debba affrontare faccia a faccia."

Sapeva che il Ramingo aveva ragione ed in effetti voltare il cavallo e lasciarlo solo erano due cose molto diverse. Con un sentimento di paura nel suo cuore, lui tirò fuori un pugnale e lo diede ad Estel. "Tieni. Hai altre armi oltre al pugnale ed alla spada? "

"Ho il tuo arco supplementare."

Legolas rimosse due frecce dalla sua faretra e le diede ad Estel. "Temo che ne avrai bisogno più di me. Tornerò il più in fretta possibile con i rinforzi. Non ti abbandonerò, Estel. La misteriosa fortuna dei Raminghi sia con te."

Con quello, Legolas cavalcò veloce verso Imladris, ed Estel rimase in piedi lì sul terreno, aspettando l'arrivo inevitabile degli orchi.

 

 

 

 

 

  
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