Esiliato II
By Elizabeth
Goode
Legolas smonto il campo all’alba, rimuovendo ogni traccia che mostrasse che qualcuno fosse stato lì. Non voleva rischiare di essere localizzato dagli orchi, gettò uno sguardo ad Estel che ancora giaceva a terra sotto il suo mantello. Svegliare il giovane Ramingo era l'ultima cosa che avrebbe voluto fare, ma non c'era nessuna alternativa. Inginocchiandosi accanto al suo amico, gli accarezzò dolcemente i capelli scuri scostandoli dagli occhi.
"Mi dispiace, amico mio.
Dobbiamo lasciare questo posto, o rischiamo di essere trovati, ormai gli orchi si
saranno accorti che sei scomparso."
Senza nessun avvertimento,
Estel si sedette diritto, i suoi occhi erano pieni di disperazione e di incertezza. Prima che Legolas potesse
dire o fare qualcosa, Estel fu in piedi. Il giovane umano ondeggiò in modo
precario ma non cadde.
Lentamente, l'incertezza
mutò diventando riconoscimento, e Legolas sentì il suo cuore spezzarsi mentre il
suo amico si appoggiava a lui, poi trasaliva mentre il braccio danneggiato
protestava.
“L-Legolas?”
Accorciando la distanza tra
lui ed il suo amico, il principe elfo lo strinse in un abbraccio gentile. "Sì,
sono Legolas, sei al sicuro, ora".
La forza di Estel diminuì di
colpo e le sue gambe tremarono sotto di lui. Legolas lo distese giù a
terra.
"Fa male." Estel fece delle
smorfie di dolore, sibilando mentre la sua schiena entrava in contatto con la
spalla di Legolas. "Molto." La sua voce era rauca, e lui si portò la mano sana
alla gola danneggiata per massaggiarla.
Legolas spostò il ramingo
per farlo stare più comodo. "Non possiamo attardarci più molto. Dobbiamo... " L’elfo si fermò. Stava quasi per dire
che doveva portare Estel a casa, a Rivendell, dove Lord Elrond lo avrebbe
guarito dalle sue ferite e dalla sua febbre. Quello era impossibile, ora.
Concluse lui in maniera poco convincente, "Dobbiamo andare da un
guaritore."
"Tranquillo, Legolas. Non
hai detto niente di sbagliato. Suppongo che ti sia fermato a Rivendell, e sai
che non sono più il benvenuto là".
Il principe di Mirkwood
annuì. "Sono arrivato il giorno dopo che tu te ne sei andato. Tuo padre ha
commesso un errore terribile, Estel. Lui si pentirà delle cose che ha fatto e
che ha detto. Elladan ed Elrohir erano veramente arrabbiati."
"Hanno ragione. Arwen è loro
sorella e perciò è più importante di me, ho attraversato una linea che non
doveva essere attraversata."
"No, sono arrabbiati con
Lord Elrond per averti mandato via, non con te. Quando ho scoperto che eri stato
mandato via ferito, ho cavalcato alla tua ricerca, ti avevo raggiunto alla
locanda, o così pensavo, poi mi hanno informato che gli orchi ti avevano
catturato. Li ho localizzati e ti ho liberato."
Estel sorrise debolmente.
"Per questo ti ringrazio. Gli orchi mi avrebbero ucciso, ed Ugblood, il loro
capo sembrava determinato a farlo molto lentamente."
Il principe di Mirkwood si
alzò in piedi ed andò al suo zaino, rovistando dentro. Quando si voltò, fece un
sorriso arcigno. "È probabile che tu non mi voglia ringraziarmi di nuovo.
Dovremo cavalcare, Estel. Devo pulire le tue ferite e devo bendarle così che il
viaggio non le farà peggiorare. Farà male."
"Già farà male. Fai del tuo
peggio, elfo. Questo umano farà la sua parte e non
lotterà."
Legolas sapeva che
l’asciutto senso dell’umorismo di Estel era la sua tecnica per affrontare una
situazione spiacevole, ma qualsiasi segnale di umorismo era il benvenuto alle
sue orecchie dopo la lunga notte appena trascorsa. Legolas lavò attentamente ed
gentilmente le ferite sulla schiena di Estel, poi gli mise una delle sue tuniche
di ricambio contro le ferite per ripararlo prima di bendarlo con strisce di
stoffa strappata dai resti della camicia di Estel. Poi gli lavò il taglio
sulla faccia, aggrottando le ciglia
preoccupato.
"Estel. Cos’ha provocato
questa ferita? "
Bagliori di dolore, le grida
e le risate crudeli degli orchi si rincorsero nella sua mente. Sentiva la frusta
che feriva la sua pelle, sentiva gli stivali e i pugni che colpivano il suo
viso e il suo torace...
Un lamento, quasi
impercettibile, scappò dalle sue labbra mentre il ricordo di quegli ultimi
giorni lo colpiva a piena forza. Sempre, quando era stato ferito, suo padre
aveva curato le sue ferite. Seduto sulla terra fredda e dura con Legolas che
faceva del suo meglio per essere delicato, era così forte il contrasto tra il
giacere in un letto soffice a Rivendell sotto le cure competenti di suo - di
Lord Elrond - che il lamento fu seguito da un sussulto.
"Estel, so che hai
attraversato una grande prova, ma devo sapere cosa ha provocato questa ferita.
Sembra profonda, e probabilmente richiederà dei punti."
Attraverso la nebbia dei
ricordi, Estel rispose con un brivido. "Un coltello. Ugblood lo ha fatto con il
suo coltello quando non gli dissi - " Estel si fermò, con un'espressione di
panico negli occhi. "Rivendell! Legolas, dobbiamo avvertire Rivendell! Gli
orchi, volevano che gli rivelassi la sua ubicazione, ma io non potevo farlo.
Ecco perché loro - loro mi hanno colpito. Anche se credo che lo avrebbero fatto in
ogni caso."
Legolas scosse la testa.
"No. Tu non hai rivelato nulla, e devi vedere un guaritore, Estel. Non hai
facoltà di scelta. Trovo difficile credere che tu abbia altro
sangue.”
Testardamente Estel scosse
la testa e si alzò barcollando e con una tale espressione determinata sul suo
volto che Legolas seppe che non sarebbe mai riuscito a farlo ragionare. "Gli
orchi sono troppo vicini a Rivendell. Anche se loro non riuscissero a trovare
l'ingresso, cosa succederebbe se i miei fratelli li incontrano mentre sono fuori
a caccia? Cosa succederebbe se Arwen - " Il giovane umano rabbrividì. "Non
permetterò che Arwen soffra il fato di sua madre. Ucciderebbe nostro pa… voglio dire, ucciderebbe suo
padre."
Il principe di Mirkwood
tentò di essere per un'ultima volta la voce della ragione. "Amico mio, i
tuoi fratelli hanno ucciso più
orchi di tutti gli altri esseri della Terra di Mezzo. Essi non saranno colti di
sorpresa, e proteggeranno la loro sorella. Ho abbastanza tempo per portarti ad
un villaggio e poi andrò io stesso a Rivendell. Gli darò la caccia insieme ai
tuoi fratelli, e loro saranno morti prima che siamo trascorse tre
notti."
Estel scosse la testa. "No,
le mie recenti azioni hanno causato a Lord Elrond molto dolore. Le ultime parole
che ha detto sono state di aver adempiuto al suo dovere verso di me e che spera
che io faccia il mio un giorno o l'altro. Se io so che gli orchi si stanno
avvicinano a Rivendell e non faccio niente per fermarli, non posso più vivere
con me stesso, Legolas. Capisci? "
L’elfo annuì. "Capisco.
Estel, ma se non puoi neanche usare il braccio destro? Come puoi difenderti se
non puoi maneggiare né la tua spada e né il tuo arco? "
Usando la mano buona per
disfare la fascia al collo, Estel usò la stoffa per legare ermeticamente il
posto dove l'osso era stato rotto, poi prese la spada che Legolas gli aveva
offerto e fece un po’ di pratica
muovendola nell'aria. Lacrime di dolore scaturirono dai suoi occhi mentre il
movimento tirava le ferite sulla schiena e fitte di dolore gli attraversavano il
braccio. Come se sfidasse le sue ferite, lui ripete l'esercizio.
“Andiamo a caccia di orchi!”
Legolas fissò con timore
reverenziale il suo amico. Lui era ferito e non leggermente, i suoi occhi
brillavano di una luce febbricitante, ed era decisamente determinato a lottare
per la sicurezza di un luogo dalla quale era stato, poco tempo prima, esiliato.
Non ci si doveva stupire se quest’uomo un giorno sarebbe stato il re di tutti gli
uomini. Se prima, pensò Legolas,
lui non muoia a causa delle ferite
e della febbre.
Arwen
cavalcava in mezzo ai suoi fratelli davanti al gruppo. Avevano insistito che lei
rimanesse tra di loro per la sua protezione, e lei aveva accolto la loro
richiesta. Sarebbe stato sciocco ignorare il loro consiglio quando loro avevano
ucciso migliaia di orchi e lei ne aveva ucciso solamente uno, e quell'uno col
suo arco e da lontano.
"Elladan? Perché ci fermiamo? " Arwen
aggrottò le ciglia mentre Elrohir saltava giù a terra dal suo cavallo, e correva
verso una piccola radura.
"Questo è un accampamento di orchi. Resta
vicino a noi, Arwen." Elladan seguì suo fratello, mentre teneva gli occhi aperti
per qualche trappola, ed Arwen rimase vicino a lui.
Un fuoco di bivacco
ancora fumava quando smosse le ceneri e comprese così che gli orchi non erano
andati via da molto. Erano vicini, per quanto Elrohir potesse calcolare, erano
solamente a un giorno da cavallo da Rivendell. Troppo vicini, pensò mentre
cercava nel terreno alcuni indizi. I suoi sensi di primonato così come le
abilità imparate dai molti anni di viaggi con i Dunedain gli permisero di
leggere le impronte come se fossero una mappa. Lui poteva vedere nella sua mente
la scena di quello che stava vedendo nel terreno, e quando si diresse verso un
gruppo di impronte che erano decisamente di un orco, lui sentì il cuore
stringergli nel torace. La pista di impronte erano interrotte ogni tanto da
quello che sembravano essere segni di trascinamento. Vide Estel che barcollava
tra due orchi, le mani legate davanti a lui. Quando il giovane umano cadde, gli
orchi lo trascinarono a lungo e spietatamente finché lui non riuscì a tirarsi di
nuovo in piedi.
"Elrohir! " Il suono della voce di suo fratello lo
costrinse ad uscire dall'incubo che la sua mente aveva creato.
"Cosa c’è,
Elladan? Penso di aver trovato la pista di Estel... " Lui si fermò quando
comprese che Elladan ed Arwen stavano fissando qualcosa sull'altro lato del
campo. L'espressione di Elladan era di rabbia e di disgusto, mentre Arwen
sembrava che stesse per scoppiare a piangere.
Quando raggiunse i suoi
fratelli, lui comprese il perché. Un pezzo di legno era parzialmente seppellito
in terra, rendendo davvero difficile rimuoverlo. Il palo di legno era macchiato
di sangue, e la terra sotto di lui era coperta di macchie di color
ruggine.
Elrohir mise una mano sulla spalla di Elladan e l'altro su
quella di Arwen. "Oh, Valar, no."
Uno dei elfi sotto il comando dei
gemelli si avvicinò. "Siamo stati in grado determinare la direzione che hanno
preso gli orchi quando hanno smontato il campo. Viaggiano verso Rivendell, miei
signori."
Legolas
aveva discusso se Estel avesse dovuto cavalcare di fronte a lui o dietro sul
cavallo che dovevano dividersi. Se lui avesse cavalcato di dietro, le ferite
alla schiena non sarebbero state a contatto con niente, ma sarebbe potuto cadere
da cavallo, invece se lui avesse cavalcato davanti, la sua schiena avrebbe
strusciato e pigiato contro il torace di Legolas, ma l’elfo avrebbe potuto
tenerlo stretto a sé sul cavallo. Legolas decise che una caduta da cavallo
avrebbe fatto al giovane Ramingo ancora più danno, e così aveva insistito che
Estel cavalcasse di fronte a lui. Fu contento della sua decisione quando sentì
il corpo del suo amico rilassarsi contro di lui. Il calore si irradiò da Estel
mentre la febbre si alzava di nuovo, ma lui non cadde
nell'incoscienza.
Il ritmo del loro viaggio dava terribilmente fastidio
al suo corpo dolorante, ma la cosa peggiore era che il dolore sembrava una
manifestazione fisica dell'agonia e del tumulto nel suo cuore. Lui non aveva mai
visto prima d’ora Lord Elrond così adirato, neanche quando era stato a caccia di
orchi con suo padre e i suoi fratelli e Elrond aveva mostrato intenzionalmente
una rabbia fredda. Gli occhi che l'avevano sempre guardato con amore o umorismo
erano stati vuoti. Perso nei suoi ricordi causati dalla febbre, lui borbottò,
"Scusa, Ada. Mi dispiace."
"Estel?" L’elfo guardò il suo amico con
preoccupazione. Se il delirio avrebbe afferrato di nuovo la giovane creatura
umana, allora sarebbe stato un problema serio.
Al suono della voce di
Legolas, Estel si costrinse a sedere dritto. "Sto bene. "
Erano
solamente ad un giorno di viaggio da Rivendell, ed i sensi di elfo di Legolas
l'avvertirono che c’era qualcosa che non andava. Lui fermò il cavallo,
ascoltando attentamente.
"Cosa c’è, Legolas? " La mano di Estel rimase
sull'elsa della spada e pronto a lottare se questo fosse stato
necessario.
L’elfo sollevò la sua mano per farlo tacere, poi continuò ad
ascoltare. L’udito di Estel, benché fosse il più acuto fra i Raminghi, non era
al livello dell’udito degli Elfi. Qualche attimo più tardi, sentì il grido lontano di un orco. Scivolando
rapidamente giù dalla sella quanto gli permettevano le sue ferite, mise un orecchio a terra e chiuse gli
occhi, concentrandosi per ascoltare le vibrazioni, attraverso la
terra.
"Due squadre diverse. Probabilmente Ugblood ha mandato a chiamare
il resto della sua compagnia a raggiungerlo. In totale ce ne sono almeno un
centinaio."
Legolas
annuì d’accordo. "Sono a poche miglia da qui, diretti a Rivendell. Avevi
ragione, amico mio. Anche se loro non possono trovare la strada per arrivarci,
possono ancora attaccare alcuni elfi che stanno viaggiano, e non tutti saranno
muti come lo sei stato tu. Dobbiamo fermarli e dobbiamo diffondere l'allarme ad
Imladris."
Montando di nuovo
a cavallo, l’elfo e l’umano cavalcarono verso ovest sperando di raggiungere
Rivendell prima degli orchi. Raggiunsero i bordi di Rivendell un momento prima,
erano solamente ad un'ora in anticipo sugli orchi. Quando Legolas fermò il
cavallo, Estel scivolò giù a terra e tirò fuori la sua spada.
"Estel,
cosa stai facendo? "
"Quello che devo. Io non posso entrare a Rivendell,
ma questo non vuol dire che non posso impedire gli orchi dal farlo. Loro non
troveranno mai Imladris, ma questi boschi sono sacri agli elfi. Questi boschi
sono la mia casa, la mia vera casa. Anche se non potrò mai più camminare fra
questi alberi, non permetterò che li taglino con le loro rozze asce per fare i
fuochi. Vai, Legolas. Vai dove io non posso e porta
aiuto."
Il
principe elfo iniziò a protestare, poi il pensiero andò a Mirkwood. Il dolore per
la corruzione della sua bella casa era ancora fresca nel cuore di tutti gli elfi
di Greenwood, ora diventata Mirkwood. Ogni volta che i ragni, gli orchi, o
qualche altra brutta creatura spuntava fuori, Thranduil mandava un gruppo di
guerrieri per cancellare la questione. L'unico modo di liberare la loro foresta
era affrontare una battaglia alla volta.
"Legolas, devi andare! Io sono
un Ramingo, e so cosa fare, li porterò un po’ in giro prima che riescano a
circondarmi, e quando lo faranno, non cadrò senza lottare. Con un po’ di
fortuna, tu tornerai con i gemelli ed i loro guerrieri, anche prima che li debba
affrontare faccia a faccia."
Sapeva che il Ramingo aveva ragione ed in
effetti voltare il cavallo e lasciarlo solo erano due cose molto diverse. Con un
sentimento di paura nel suo cuore, lui tirò fuori un pugnale e lo diede ad
Estel. "Tieni. Hai altre armi oltre al pugnale ed alla spada? "
"Ho il
tuo arco supplementare."
Legolas rimosse due frecce dalla sua faretra e
le diede ad Estel. "Temo che ne avrai bisogno più di me. Tornerò il più in
fretta possibile con i rinforzi. Non ti abbandonerò, Estel. La misteriosa
fortuna dei Raminghi sia con te."
Con quello, Legolas cavalcò veloce
verso Imladris, ed Estel rimase in piedi lì sul terreno, aspettando l'arrivo
inevitabile degli orchi.