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Autore: La_Birba    06/01/2016    1 recensioni
“Il magico mondo di Cremson”, era l'unica giocheria nella piccola cittadina di Armen. Era gestita dal signor Cremson, un uomo sulla sessantina con grossi baffi grigi. Non era mai stato sposato e non aveva neppure dei figli al quale poter lasciare il suo piccolo negozietto...
...Venivano persone un po' da tutta la provincia solo per i suoi giocattoli. Si dicevano fossero i migliori del mondo. Avevano una gran fama, soprattutto per un piccolo dettaglio. Ogni singolo giocattolo, a partire dai semplici soldatini fino ad arrivare alle bambole più complesse, erano completamente fatti a mano.
Quel vecchietto un po' ingobbito trascorreva giornate e nottate a creare giocattoli. C'erano delle piccole leggende sui suoi giocattoli, si diceva fossero magici. O meglio i bambini lo dicevano, gli adulti ovviamente pensavano fossero solo sciocchezze.
Tratto dal primo capitolo... è una storia particolare parlerà di un ragazzo, uno studente come tanti e..di una bambolina..non ci sarà alcuna storia d'amore tra loro due semplice amicizia..ma entrambi si innamoreranno di qualcuno simile a loro. è storia d'amore e di amicizia, un'amicizia un po' surreale :)
spero di avervi incuriosito se vi va' passate e magari lasciate un piccolo commento ;)
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Dopo ere geologiche ce l'ho fatta, scusate il ritardo, buon epifania e buona lettura a tutti!


 

Capitolo 3

 

 

“Cosa?! Voglio venire anch'io!” Laily era furiosa, dopo che Mattwe le aveva raccontato dell'appuntamento fissato per il giorno dopo con Josephine aveva iniziato a sbraitare. Era furibonda, anche lei voleva passare il pomeriggio con Rich! Non voleva stare in casa a fantasticare, l'aveva già fatto per tutta la giornata e aveva solo una gran confusione nella sua piccola testolina. La faccenda dell'amore le aveva fatto andare in tilt il cervello. Ora voleva solo vedere il suo meraviglioso pilota. Mattwe le aveva detto categoricamente di no, non l'avrebbe portata alle giostre. Secondo lui, la situazione era già di per sé imbarazzante senza che ci si mettesse anche lei con tutte quelle assurdità delle farfalle nello stomaco. Si sentiva un totale idiota, fino a pochi giorni fa la sua vita era nella norma ed ora invece solo perchè aveva dato retta a un giocattolo si era completamente incasinato. Si immaginava Josephine, pensava che avesse accettato solo per pena o magari per passare un pomeriggio con un compagno di scuola. Lui si era fatto riempire la testa dalle stupidaggini di una ragazzina alta poco più di venti centimetri. Gli era sempre andata bene così, l'amore era una di quelle cose poco importanti per lui. Il fatto di aver poca esperienza e di non potersi vantare con i suoi amici non era mai stato un cruccio per lui, semplicemente aveva altre priorità. La biondina l'aveva incontrata quell'estate, per caso, l'aveva colpito fin da subito, nel vero senso della parola. A lei erano caduti gli occhiali e non trovandoli era andata in panico. L'aveva sfiorata pensando che avesse bisogno di una mano e lei non aspettandosi alcun contatto reagì dandogli una gomitata in pieno volto. Si era scusata continuamente durante le ore passate insieme successivamente. L'aveva invitata a bersi un te a casa sua, che era lì vicino. Il caos regnava sovrano ma a lei non sembrava esserne infastidita. L'aveva trovata una gran bella ragazza, quasi caduta dal cielo ma non aveva fatto nulla per far capitare qualcosa di magico tra loro due. Aveva semplicemente subito gli eventi successivi, durante l'estate l'aveva vista di rado e poi era capitato in classe con lei, siccome non era riuscito a superare tutti gli esami. La considerava un'amica comune, come tante, però spesso si era ritrovato a fissarla mentre leggeva. Gli piaceva la sua aria assorta mentre studiava, quegli stupidi occhiali troppo spessi stonavano sul suo viso, le coprivano quegli occhi dolci e le lievi lentiggini. Si era poi abituato ad incontrarla alla fermata, nella convinzione che abitasse in quei dintorni. Mattwe si tirò indietro i capelli mentre ripensava al passato. Magari avrebbe potuto far felice quell'assillante bambolina pensò. La mise a tacere dicendole che l'avrebbe portata da Rich Forwaq il giorno successivo. Lei saltellò per la casa, tutta felice canticchiando una melodia inventata sul momento. Si arrampicò poi sopra le coperte e andò a dormire vicino al suo fidato amico, quel ragazzo con i capelli troppo lunghi che aveva messo la testa sotto ai cuscini per non sentirla cantare. Si accoccolò vicino alla sua mano destra e si addormentò.

 

Sempre nel piccolo paesino di Armen, ma ai lati opposti c'era una ragazza che stava letteralmente svuotando il suo armadio dicendo la classica frase “Non ho niente da mettermi!”. Josephine che fino a poche ore prima era tutta entusiasta per l'uscita proposta da Mattwe, in quel momento era in una crisi isterica. La ragazza perfettamente ordinata se n'era andata lasciando spazio alla pazzia e al caos totale. Non era mai stata una “ragazza alla moda”, anzi! Aveva uno stile tutto suo, le sue maglie erano tutte monocolore, tutte sul bianco o grigio. Quella che si poteva considerare un po' più colorata era di un bordeaux così scuro che sembrava quasi nero. I pantaloni aveva solo classici jeans, non avevano nessun ricamo o strappo, come usavano tutti i ragazzi. Si sdraiò per terra su quella massa informe di abiti. Non si era mai comprata ne una gonna ne un vestito. Lei era una di quelle ragazze che anziché andare nei negozi di vestiti preferiva frequentare le librerie e darsi a uno sano shopping di letteratura. Sua madre la voleva più alla moda, più truccata, voleva una persona che non era lei ma che in quel momento avrebbe voluto essere. Si ricordò solo allora della scatola con vari oggetti comprati da sua madre. L'aveva nascosta sotto al letto e non si era mai osata aprire. Josephine aprì quello scatolone. Al suo interno trovò oltre a oggetti di dubbio gusto, come mutande semi trasparenti o sottili quanto il filo interdentale, anche una maglietta bianca con vari fiori violetto disegnati sopra, le maniche erano corte e svolazzanti. Evitò di cercare ulteriori cose, quella era la cosa più carina dell'intera casa, dunque puntò su quella e su uno dei tanti jeans.

Poco prima di andare a dormire andò allo specchio a iniziò a fare le boccacce. Provò a togliersi gli occhiali ma non vedendo nitidamente neppure la propria immagine allo specchiò decise di indossarli nuovamente. Aveva il cuore che batteva a mille e un'intera camera da mettere apposto. Aveva cercato di far capire a Rich qualcosa in più sull'amore, aveva provato a parlargli di Laily ma aveva sempre cambiato argomento. Era arrossito vistosamente con tutti i suoi discorsi. Il giorno prima era completamente andato in tilt vedendo la bambolina ed aveva iniziato a parlare solo della sua macchina. Lui era un gran pilota doveva essere o almeno sembrare sicuro di sé. La sua timida Josephine aveva un appuntamento con il suo lui, mentre lui sarebbe stato lì, da solo. Infondo sapeva di non poter pretendere troppo, lui era solo un giocattolo sapeva di non poter provare dei veri sentimenti per nessuno fuorché il suo proprietario. Entrò nella sua macchina volante, mentre si immaginava di gareggiare contro il perfido Dott. Marcheus si addormentò.

 

Il giorno successivo Mattwe si svegliò di buon ora, stranamente prima di Noè. Era la prima volta da quando l'aveva adottato che si svegliava prima di lui. Fece dunque colazione con tutta la calma possibile e poi andò a disturbare il suo adorato cucciolo. Non capiva come facesse ma appena sveglio lui era più che energico! Il ragazzo appena svegliato era già tanto se capiva dove si trovasse. Dopo la solita passeggiata, svegliò Laily e uscì nuovamente di casa. Ci mise una decina di minuti ma arrivò in largo anticipo rispetto all'autobus sotto casa di Josephine. Citofonò ed aspettò. La ragazza in questione stava sognando il tanto atteso appuntamento con Mattwe, proprio poco prima che le loro labbra si congiungessero un rumore le spezzò tale incantesimo. Si svegliò di mala voglia, voleva rimanere nel suo meraviglioso sogno, un paio di secondi dopo si ricordò che la realtà era ancora meglio! Rich spuntando dalla sua macchina volante la avvisò che avevano suonato al citofono, la biondina afferrò gli occhiali ed andò a rispondere non aspettandosi nessuno.

“Chi è?”

“Sono io!”..quella voce...

“Io chi?”

“Mattwe!”

Solo a sentire il nome del ragazzo il suo cuore accelerò il suo ritmo. Cosa ci faceva lì di prima mattina? Aprì, andò in camera e solo in quel momento si ricordò che la sua camera era un perfetto disastro! Si era addormentata senza neppure riordinare! Avrebbe voluto morire in quel momento!

“Permesso?”

“En..Entra pure!”

Chiuse rapidamente la porta di camera sua e si voltò per salutare Mattwe. Vedendo poi il suo viso arrossarsi si ricordò non solo di star indossando una semplice maglia da hockey che le copriva appena le cosce, ma che non si era neppure pettinata. Con un sorriso forzato e una scusa si dileguò in camera sua, dicendogli di fare come se fosse a casa sua. Il ragazzo si era imbarazzato più che altro perchè non era abituato a vedere la biondina con vestiti o in quel caso una maglia che gli arrivava a metà coscia. Dovette proprio ricredersi, era davvero una bellezza solo che non la si notava troppo. Sorrise mentre si sedette ripensando ai suoi capelli spettinati, alla sua voce impastata dal sonno e alle sue guance con ancora le righe del cuscino. Si rallegrò vedendola così, quasi umana, imperfetta. Nella stanza accanto lei si stava letteralmente disperando per essersi presentata in quel modo osceno dinanzi a Mattwe. Si era cambiata e lavata alla velocità della luce, ora venivano i capelli. Quella mattina avevano deciso di prendere vita, ora capiva cosa provava medusa ad aver dei serpenti in testa. Non riuscendo ad aggiustarseli in alcun modo optò per farsi due trecce. Si vedeva bruttissima, pensò che avrebbe voluto darci un taglio netto a quei capelli troppo lunghi. Nei giorni successivi ci ripensò, ci aveva messo una vita per avere i capelli dei suoi sogni. Si sentiva un po' Raperonzolo. Se solo fossero stati meno selvaggi sarebbe stato meglio.Prima di uscire dalla stanza buttò alla rinfusa tutto nell'armadio ripromettendosi di riordinare quella sera stessa. Quando riaprì la porta Mattwe era lì con Laily. Vedendola così, riconobbe la cara classica Josephine, la solita secchiona.

“Scusa per l'intrusione senza avviso, ma ho pensato che siccome noi usciamo anche i nostri giocattoli avrebbero potuto passare un po' di tempo insieme..se non ti crea disturbo ovviamente!”

Dovette calmarsi mentalmente, quante volte aveva voluto che succedesse ciò che stava succedendo in quel preciso momento. Annuì dandogli perfettamente ragione.

 

I due ragazzi scesero lasciando la mini coppia alla sua tranquillità. Parlarono del più e del meno, Laily era imbarazzata, si sentiva strana insieme a lui. Era euforica ma allo stesso tempo insicura. Eppure non le sembrava che lui provasse le medesime cose, ciò la scoraggiò leggermente. Gli aveva portato un orsetto gommoso rosso, quelli che a suo parere erano i più buoni. Voleva condividere con lui le cose più buone che conosceva. Lui gli sorrise e lo mangiò gustandoselo. Andarono poi nella macchina di Rich e iniziò a raccontarle le sue avventure contro perfido Dott. Marcheus. Uno stupido, a detta sua, con una ridicola tutina gialla aderente, la bambolina scoppiò a ridere più che altro perchè lo stesso Rich aveva addosso una tutina aderente. Le spiegò essere il suo rivale numero uno, quella notte nel suo sogno era riuscito a batterlo! A volte capitava anche di perdere ma quelle erano rare. L'intero pomeriggio praticamente volò senza che neppure se ne rendessero conto. Avevano riso, scherzato, avevano ballato come due matti accendendo la radio di Josephine. Si erano stretti in un lento per poi scatenarsi con il Rock. Stanchi si erano poi sdraiati per terra l'uno accanto all'altra e guardandosi erano di nuovo scoppiati a ridere. Chi li avrebbe visti avrebbe detto che erano due pazzi. Arrivata poi l'ora in cui sapeva che sarebbe presto finito tutto, lei aveva provato un approccio più diretto abbracciandolo, cosa che lui aveva corrisposto. Era stata al settimo cielo fino a quando non le aveva detto all'orecchio quella fatidica frase: “Sono stato fortunato ad incontrarti, sei un'ottima amica!”

Laily, subito non ci era rimasta male, eppure ripensandoci quella stessa sera avrebbe voluto scoppiare in un pianto disperato. Fortunatamente non le rovinò il pomeriggio poiché tale cosa avvenne solo pochi minuti prima dall'essere interrotti dall'arrivo dei due ragazzi. Lei rossa in viso più che mai e lui con una mano in tasca si fissava la punta dei piedi, si tirò indietro i capelli in un movimento nervoso, prese al volo la bambolina, salutò velocemente e se ne andò chiudendo la porta dietro di sé.

 




*****
tadannnnn...ok chiedo perdono per l'immenso ritardo! semplicemente non avevo voglia di scrivere (ops lo ammetto) comunque spero vi sia piaciuto..sinceramente questa storia sta prendendo una piega un po' strana rispetto all'idea iniziale..perchè se all'inizio pensavo protagonisti indiscussi mattwe e la bambolina devo dire che invece mi piace un sacco josephine...bo fatemi sapere..sto andando anche forse un po' lenta devo ammettere..ma voglio fare una storia d'amore progressiva o almeno ci voglio provare..bhe ringrazio tutti e anche con un immenso ritardo buone feste (anche se ormai sono finite sigh!) e buon inizio anno ;) un bacio a tutti ;)

  
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