Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: writer01    06/01/2016    1 recensioni
dal testo:
"Nel leggere quei due numeri separati da una barra non posso fare a meno di provare un moto di gioia dentro di me, alla fine la mia penitenza sta per giungere al termine, un altro incarico compreso questo e sarò finalmente libero. Apro la busta e tiro fuori la lettera. Come sempre c’è scritto il nome, il cognome, l’indirizzo di casa e di scuola del semidio che mi mandano a recuperare o del mostro che mi mandano ad uccidere"
orami gli mancano solo due incarichi prima di tornare ad essere libero, libero dagli ordini divini che vi vengono imposti. solo una cosa però rischia di renderlo di nuovo schiavo, l' amore.
Genere: Avventura, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, I sette della Profezia, Nico/Will, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fisso il portone davanti a me.
 
 Nyx ha capito in pieno il mio piano. Infilo la mano nella tasca destra dei pantaloni e prendo le chiavi che mi ha dato Notte. La casa si trova nella stessa via di quella di Will ed è molto simile alla sua: una grande casa a due piani circondata da un giardino medio grande con qualche albero da frutto qua e là. È notte fonda e sono sicuro che nessuno sia in giro a quest’ora, o almeno nessuno di umano. Dopo aver visto Notte ho una strana sensazione addosso, come se qualcuno o qualcosa mi stesse guardando, è una sensazione terribile. Mi guardo intorno ma non vedo niente. È buio pesto e la strada è illuminata dai lampioni lungo il marciapiede. Mi do un'altra occhiata in giro, non vedo niente ma sento ancora degli occhi puntati su di me. Chiunque stando in un viale praticamente non illuminato si affretterebbe ad entrare dentro casa, ma io no. Il buio per me non è un problema, anzi, mi rilassa. Mi piace il silenzio assoluto che si va a creare quando cala la notte. Quello che mi spaventa è ciò che si potrebbe nascondere nell’ombra. Alla fine mi decido ad entrare. Infilo la chiave nella serratura e la porta inizia ad aprirsi rivelando l’interno della casa. Come l’esterno anche l’interno fa pensare che chiunque abiti qui deve necessariamente essere uno che se la passa piuttosto bene. L’ingresso è ancora avvolto nella penombra e cerco un interruttore lasciando socchiuso il portoncino d’ingresso, altrimenti la luce dei lampioni smetterebbe di illuminare l’interno e io rimarrei nell’ombra. Dopo qualche minuto di ricerca riesco infine a trovare il fatidico interruttore e lo premo. Le luci si accendono e la luce prende il sopravvento. Di fronte a me si staglia un lungo corridoio che porta a quella che sembra una cucina. Sul lato destro del corridoio si trova una scala che porta al primo piano dove ci sono le stanze da letto. Lungo il corridoio che porta alla cucina ci sono delle porte, probabilmente sgabuzzini e forse una dà sul salotto. Mi prendo qualche secondo per guardarmi intorno e alla fine mi giro per chiudere la porta.
 
Infilo la chiave nella toppa interna e spingo la porta per chiuderla. Quando la porta sta per incontrarsi col muro guardo fuori per un millisecondo, come spinto da una strana curiosità. Ciò che vedo fa perdere un battito al mio cuore. Due occhi più rossi del sangue sono a meno di 10 cm dalla porta che mi fissano. L’oscurità del viale non mi permette di vedere la faccia ma so per certo che non è umana. Chiudo la porta con una tale forza da far vibrare le pareti. Sguaino la mia spada di gelido ferro dello Stige e poggio l’occhio sullo spioncino del portone per vedere se quegli occhi sono ancora là. Non vedo niente oltre qualche lampione. Per un secondo provo una sensazione di sollievo poi la mia mente mi richiama alla realtà. se non lo vedo è solo perché si è nascosto.
 
 
: - merda…- dico tra me e me
 
 
 Come faccio a combattere un nemico che non vedo? Almeno ora sono certo che si tratti di uno solo, ed è anche furbo. Sapevo che qualcuno mi stava osservato. Mi ha volontariamente tenuto d’occhio e ha tentato di spaventarmi, è intelligente e probabilmente può manipolare la foschia o può cambiare forma per apparire come un umano. Se prima ero spaventato ora sono terrorizzato. Sempre con la spada tra le mani attraverso il corridoio ed entro in cucina. C’è un silenzio degno della prateria degli asfodeli ma non mi lascio ingannare. Ho tutti i nervi del corpo tesi e sono pronto a qualunque cosa, anche a far uso delle mie abilità ereditate dalla parte divina. Mi avvicino al tavolo presente al centro della cucina e vedo che c’è un foglio sopra. La prendo e lo giro. nella seconda faccia del foglio c’è un messaggio scritto con inchiostro blu in corsivo a dir poco perfetto. Essendo già dislessico dio mio, tutti i riccioli e boccoli delle lettere non mi aiutano di certo. Mi ci vogliono diversi minuti per decifrare il tutto ma alla fine riesco a dare un senso a ciò che leggo.
 
“ehi ragazzo, non puoi capire le risate che mi sono fatta vedendo lo spavento che ti sei preso. Non ridevo così da diversi milioni di anni, dovrei farlo più spesso. Comunque non ti preoccupare, questa casa è protetta da confini magici, come quel campo per voi semidei. A meno che tu non gli dia il permesso, nessuno può entrare, compresi i mostri. Solo questo ti ha salvato dalle grinfie di Thanatos. Ricorda che mi sei debitore.
 
                                                                                                                                                     La tua cara Notte”
 
Appena realizzo ciò che c’è scritto crollo su una delle sei sedie intorno al tavolo. Se nessuno può entrare qua senza il mio permesso dovrei essere al sicuro. So che è un errore fidarsi di Notte ma non ho altra scelta. Guardo l’orologio digitale che porto al polso. Sono le tre di notte e decido di andare al piano di sopra per coricarmi.
 
 
Ci sono due stanze da letto, io entro in quella matrimoniale in modo da avere un letto pensato per due solo per me. Apro l’armadio e prendo uno dei tanti pigiami e mi butto sul letto. È incredibile la velocità con cui prendo sonno e, di conseguenza, precipito in uno dei miei incubi.
 
                                                               ________________________________
Nel mio incubo non ho ne forma e né peso, sembro un fantasma. Osservo il paesaggio che mi si rivela. Sono in una delimitata parte di un bosco. C’è un grande albero che risalta in mezzo agli altri più bassi. Una strana sensazione mi dice che quell’albero l’ho già visto, ha un qualcosa di importante che risveglia in me delle strane sensazioni ormai assopite da tempo. Aspetto, incapace di muovermi finché non sento due voci. Sono chiaramente maschili. Poi vedo arrivare i due ragazzi proprietari di quelle voci e per la seconda volta in questa giornata il mio cuore perde un battito. Questo non è un incubo, è un flashback di uno dei tanti momenti felici che ho passato con lui. mi ricordo che tre anni fa, quando entrambi avevamo 13 anni io lo trattavo in modo molto acido e scontroso. Potendo, tornerei indietro nel tempo e prenderei a schiaffi il mio me di 3 anni fa. Non avevo ancora capito pienamente cosa lui fosse per me. I due ragazzi si siedono sotto il grande albero e il ragazzo con i capelli neri, il me tredicenne, poggia la testa sulla spalla del ragazzo biondo. ora ricordo bene questo momento, è stato quando ci siamo scambiati il nostro primo vero bacio. Non so se i fantasmi possono piangere, ma io probabilmente lo sto facendo in questo momento. Ascolto la loro conversazione, anche se me la ricordo come se l’avessi fatta ieri
 
: - Nico, come la prenderanno secondo te i nostri padri su questa cosa? -
 
 
: - quale cosa? -  chiede il mio vecchio me anche se sa bene a cosa si riferisce l’altro.
 
: - si cioè, insomma, noi due che stiamo ins… cioè, hai capito. – dice il biondo iniziando a balbettare, è chiaramente in imbarazzo.
 
: - Oh beh, io ho vissuto il 90% della mia vita senza essere a conoscenza dell’esistenza di mio padre, perciò, se non dovesse andargli bene sono più che sicuro che riuscirei a vivere anche il resto della vita senza di lui. tu che ne pensi? –
 
: - Nico? –
 
A quel punto il moro si gira ma non fa in tempo a dire una parola che le labbra del biondo si sono posate sulle sue. Decisamente il miglior modo per mettere a tacere una persona, sai essa maschio o femmina. Ricordo questa scena perfettamente, ricordo perfettamente il momento in cui le mie labbra hanno incontrato le sue. Ricordo bene il formicolio che avevo provato in tutto il corpo dandomi i brividi. Quello era stato il mio primo bacio, senza contare quelli che mi davano mia madre e mia sorella quand’ero piccolo. Mia sorella, la mia Bianca, un’altra parte nera della mia vita.
 
 Improvvisamente la scena si blocca. Il vento smette di soffiare e la natura di vivere. Sembra tutto congelato poi una strana creatura dagli occhi di rubino fa la sua comparsa dall’ombra e mi guarda fiso negli occhi, fa un gesto con quello che sembra un braccio e la scena scompare.
 
 
 
                                                           _________________________________
 
 
Mi sveglio di soprassalto, grondante di sudore nonostante sia dicembre inoltrato. Senza il mio permesso una lacrima solitaria mi segna il viso, come le mie emozioni hanno segnato la mia vita. Guardo l’orologio, sono le sei di mattina ma mi alzo dal letto per andare a farmi una doccia. Non ho intenzione di riaddormentarmi solo per vivere un altro flashback e poi mi devo preparare, oggi devo andare a scuola.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: writer01