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Autore: Mikarchangel74    06/01/2016    1 recensioni
Ho immaginato questa storia dopo aver visto La desolazione di Smaug.
Cosa succederebbe se Legolas venisse catturato da Bolg?
Legolas sarà imprigionato e torturato, riuscirà a fuggire, ma porterà con sé qualcosa di profondo ed oscuro che lo porterà verso la morte. Incontrerà una persona speciale che lo aiuterà. Riuscirà a guarire del tutto?
Genere: Angst, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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~~"Provaci ancora. Libera la tua mente, immagina ciò che vuoi creare." Disse Elrond a Iladris che stava inginocchiata a terra tenendo le mani vicino al suolo con i palmi rivolti in giù.
Chiuse gli occhi, alzò la testa al cielo e pronunciò "A Laita i Ioth Jal Aman Andòre (Benedici questo fiore che nascerà dalla terra)" Poco dopo un lieve bagliore si sprigionò dai palmi della fanciulla, ma dal terreno non spuntò che un piccolo seme.
Iladris aprì gli occhi e curvò le spalle avvilita quando vide che il risultato non era quello sperato.
"Tranquilla, ora riposati, hai provato abbastanza per oggi. Non avvilirti, hai già fatto passi da gigante." La rassicurò il Re di Gran Burrone, dandole una leggera pacca sulle spalle, ma quando Iladris si fu allontanata, un'ombra di preoccupazione passò sul suo volto.

Thranduil aveva parlato con Elrond e gli aveva rivelato di voler provare l'unico rimedio che esisteva per annullare il sortilegio di Legolas: l'invocazione della luce splendente di Earendil. Avevano letto nel grande libro di Incantesimi elfici che non lo poteva fare un singolo elfo e non uno qualunque, ci volevano gli elfi illuminati, quelli in grado di fare ed evocare incantesimi, dovevano essere cinque, come le punte di una stella ed avrebbero dovuto sopportare tutto il suo potere e indirizzarlo verso colui che doveva esser liberato dal maleficio.
Elrond gli aveva fatto presente che loro erano solo 3, al massimo 4 se chiamavano anche Arwen la figlia di Elrond e Thranduil aveva suggerito di includere anche Iladris, che alla fine era stata l'unica che per due volte era riuscita a bloccare l'oscuro potere, anche se non era ancora consapevole e padrona dei propri poteri, fatto stava che il aveva ed erano anche potenti.
Elrond aveva provato a protestare facendo presente che comunque la fanciulla non era un elfo puro sangue, che la cosa non poteva avere successo, ma sapeva anche lui stesso che non c'erano altre soluzioni. O ci provavano e se funzionava, avrebbero liberato Legolas una volta per tutte o lasciavano perdere, lasciando che l'elfo morisse lentamente o venisse attirato nella terra senza ritorno di Mordor.
Così Elrond si era recato a Lotlòrien ed aveva spiegato ad Haldir la situazione, decidendo poi insieme di accelerare il processo di studio e apprendimento dei poteri della fanciulla.
Iladris aveva già imparato molto: aveva scoperto di avere la capacità di interagire con gli elementi naturali, riusciva a smuovere piccole quantità di acqua, o creare vortici di vento, poteva curare le piante tenendole strette tra le mani e recitando parole elfiche, poteva dare sollievo agli animali feriti durante la medicazione o prima della morte come se fosse un anestetico vivente. Adesso Haldir ed Elrond stavano cercando di insegnarle la capacità di creare la vita, piccole cose, come far nascere un fiore, ma al momento ancora le rimaneva difficile.
Purtroppo non c'era modo di sapere quanto tempo avessero ancora a disposizione, ma avrebbero dovuto agire al prossimo attacco di Legolas.

Sfortunatamente le condizioni di Legolas continuavano a peggiorare, non solo per il freddo che sentiva dilagare dentro di se, ma da quando aveva sentito per la prima volta la voce, adesso la sua testa era sempre disturbata da una specie di basso ronzio continuo e asfissiante. Cercava di escluderlo assiduamente, ma se alle volte lasciava che prendesse il sopravvento riusciva a distinguere la solita voce gutturale e bassa che lo chiamava ed iniziava uno sgradevole mal di testa . Allora correva in un posto affollato affinché il rumore esterno sovrastasse la voce e tornasse al ronzio assillante, ma più sopportabile. Cominciava ad essere stanco. Non riusciva più a concentrarsi, quando era andato ad allenarsi con l'arco aveva scagliato più di una freccia a vuoto... non poteva andare avanti così, si sentiva sempre più inutile e così facendo senza rendersene conto stava già cadendo nel tranello dell'oscuro signore che tramava nell'ombra.
Non riusciva più a rilassarsi e riposare un secondo e aveva iniziato a temere e odiare la silenziosa notte, senza canto degli uccelli, discussioni o altri rumori che l'aiutavano a placare l'orribile voce.

Una notte senza stelle, mentre Legolas stava seduto sul davanzale del suo alloggio, lottando come sempre contro il ronzio che già dalla mattina si era intensificato nella sua testa imprecò 'Basta. Ti prego basta.' Ma la voce arrivò ancor più forte e chiara < Legolas, adesso è il momento. Vieni. Vieni da me.> L'elfo scosse la testa ma si sentì fortemente attratto. Il corpo e la mente erano stanchi di lottare, stavano cedendo
Come in trance si alzò uscì dalla sua abitazione e si incamminò per il sentiero che portava fuori dal reame. Tauriel che lo sorvegliava corse da Thranduil per avvertirlo.
"E' tempo." Disse preoccupato il Re, prese un pipistrello dalla voliera, gli sussurrò alcune parole all'orecchio e lo liberò all'esterno del palazzo.
Il volatile notturno volò ad avvertire Elrond, poi Galadriel e in breve tempo si presentarono a palazzo seguiti anche da Arwen, Haldir e Iladris che sbadigliava per il sonno.
"Che succede?" Farfugliò la fanciulla stropicciandosi gli occhi. Haldir ed Elrond si scambiarono un'occhiata, poi Haldir si abbassò guardando sua figlia e appoggiando le mani sulle sue spalle "Te la senti di aiutare un'ultima volta Legolas?" Al sentir quel nome Iladris si raddrizzò di colpo sveglia e preoccupata "Ha avuto un altro attacco?"
"Una specie, ma stavolta c'è bisogno di tutti noi per scacciare una volta per tutte ciò che lo fa soffrire."
Iladris spostò lo sguardo passando dall'una all'altro degli Elfi presenti poi annuì "Sono pronta."
Il gruppetto seguì le impronte leggere lasciate da Legolas e con una breve corsa lo raggiunse poco fuori dai confini di Bosco Atro.
"Legolas fermati." Gli intimò suo padre, ma lui non dette segno d'aver sentito e con le braccia abbandonate lungo i fianchi proseguì il suo cammino, il suo sguardo era perso nel vuoto, guardava senza vedere. Pareva una statua, non fosse stato per il movimento delle gambe.
"Dobbiamo bloccarlo in qualche modo" Esclamò Elrond.
"Lo tengo io" Si offrì Haldir e avvinghiò il torace di Legolas, piazzando ben saldi i piedi a terra.
Probabilmente questa mossa non piacque a Sauron che aggredì Legolas con tutta la sua ira. Se non poteva averlo lui, l'elfo non sarebbe sopravvissuto.
Legolas gettò di scatto la testa all'indietro e crollò a terra nell'erba umida scosso da tremende convulsioni. Si morse la lingua e un filo di sangue uscì dalla sua bocca.
"Presto dobbiamo agire adesso!" Urlò Thranduil con il cuore straziato dalla vista di suo figlio in quelle condizioni.
Si presero tutti per mano, Helrond stava alla testa di Legolas, alla sua destra Iladris, poi Galadriel, Arwen e Thranduil.
Iniziarono a recitare "Oh Earendil elenthaari/ Lasto beth lammen/ Boe ammen i dulu lìn/ Legolas Fìr/ Anta lìn tùr/ Anta lìn alka galad/ Beriatha dan in i-Dhùath!" (Oh Earendil regina delle stelle/Ascolta la nostra voce/Abbiamo bisogno del tuo aiuto/Legolas sta morendo/Concedici il tuo potere/Concedici un raggio della tua luce/Proteggilo contro il potere dell'ombra!).
E continuarono a ripeterlo una, due...tre ...quattro, cinque volte, le loro mani erano bianche per la stretta energica con cui si tenevano. E ripeterono la preghiera ancora ed ancora, i minuti scorrevano e Legolas stava soccombendo.
Finalmente un potente bagliore accecante irruppe in mezzo a loro. Iladris gridò e voltò la testa di lato chiudendo gli occhi. Era un potere immenso, lo sentivano crepitare e spingere contro i loro corpi, ma non potevano assolutamente rompere il contatto o il potere si sarebbe disperso.
"Tolo Dan Nan Galad Legolas!" (Torna alla luce Legolas!) Gridò Elrond, ma non successe niente.
Ben presto non riuscirono più a trattenere il potere, le loro mani scivolavano e perdevano la presa le une con le altre. Iladris gridò ancora. La luce sembrò esplodere e scaraventò i cinque all'indietro a terra.
Haldir era l'unico che non aveva subito l'energia della luce stellare, era inginocchiato e sorreggeva la testa del principe che ebbe gli ultimi due spasmi poi giacque immobile.
"Nooo!" Gridò Thranduil disperato. Si guardarono tutti frastornati e sgomenti, anche Elrond ormai non aveva più risorse, non sapeva più cosa fare. Poi Iladris si alzò e tutti gli sguardi si posarono su di lei. Era avvolta da un'aura di luce ... la luce di Earendil era dentro di lei, i suoi occhi brillavano della stessa luce. Si avvicinò incerta e si inginocchiò accanto a Legolas appoggiando le mani sul suo petto. "Ditemi cosa devo dire." Chiese con voce piatta rivolta a Elrond e Galadriel così loro si sbrigarono a recitare le parole elfiche.
"Tolo Dan Nan Galad Legolas!" Ripetè ad alta voce Iladris e tutta la luce che tratteneva dentro fuoriuscì dal palmo delle mani colpendo il petto di Legolas penetrandovi all'interno.
La ragazza stremata si guardò le mani, erano bruciate e le dolevano terribilmente. Sfinita, dondolò e cadde di lato, ma Haldir le evitò di battere la testa a terra.
Il corpo immobile di Legolas si sollevò e ricadde giù e poco dopo un fumo nero come la pece, fuoriuscì dalle narici, dalla bocca e dalle orecchie e si disperse nelle tenebre della notte.
Silenzio. Nessuno disse niente, Galadriel e Thranduil trattenevano il fiato, mentre Elrond e Haldir respiravano velocemente, fissando il corpo inerme di Legolas e della ragazza come se attendessero un movimento da parte di uno di loro. Arwen si mise in ginocchio e una lacrima scivolò sulla sua guancia cadendo a terra.
Era stato tutto vano. Legolas era morto e forse avevano fatto del male anche a Iladris. Non era pronta per un potere del genere. Haldir le accarezzò i capelli e le lacrime traboccarono dai suoi occhi.
Elrond le si inginocchiò vicino e appoggiandole una mano sulla fronte recitò alcune invocazioni elfiche di guarigione.
Nel buio della notte, il silenzio era infranto solo dai deboli singhiozzi di Thranduil e Arwen.
Il tempo scorreva, secondo dopo secondo inesorabile, passò un minuto che ai presenti sembrò una vita.
Improvvisamente il corpo di Legolas s'irrigidì, aprì la bocca e inspirò profondamente, riempiendo i polmoni che erano rimasti vuoti troppo a lungo. Con le mani artigliò la terra e strappò l'erba umida.
Il re di Bosco Atro annaspò verso di lui e sollevandolo, se lo mise in grembo "E' vivo! Mio figlio è vivo!"

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Iladris si riprese completamente e tornò a Lotlòrien con Haldir, gli elfi ormai la consideravano una di loro.
Si appassionò e si sentì utile curando qualunque cosa e chiunque avesse bisogno di lei.

Di quella terribile avventura Legolas ha sempre un ricordo nascosto nel suo cuore, ma niente di più.
Una volta ristabilito e tornato in forze partì nuovamente, accompagnato da Tauriel, per Esgarot, la città di Pontelagolungo, dopo aver appreso la notizia dell'attacco devastante da parte di Smaug, il drago della Montagna Solitaria.
Una volta lì.
"Cos'hai? A cosa stai pensando?" Domandò l'alta elfa dall'aspetto fiero e deciso vedendo Legolas pensieroso.
"Devo andare a pareggiare i conti con Bolg." La guardò dritta negli occhi "Vieni con me?"
"Dove?"
"A Gundabad!"

The End

   
 
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