Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Little_GirlMoon005    07/01/2016    4 recensioni
[AU Dark!Legolas] [ In Revisione/piccole modifiche ]
-----
Guardalo, distruggilo.
Guardalo, corrompi il suo cuore,
E fallo impazzire.
-----
Quando il male fa breccia nel cuore di uno dei membri della Compagnia dell'Anello, alcune cose prendono una piega diversa.
Dite addio a Legolas Thranduilion, Principe di Bosco Atro, l'affascinante elfo nobile dall'animo senza macchia e senza paura.
Date il benvenuto alla sua nuova esistenza.
-----
Lasciatemi na' recensione, fateme sta' pietà
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Gimli, Glorfindel, Legolas
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Under a Dark Spell 15
Image and video hosting by TinyPic















XIV
N a m a r i e








'' Questi ricordi li tratterrò,
Con la tua benedizione andrò,
Per giungere finalmente ai sentieri che portano a casa.
Anche se non so dove la strada mi porti. Non so dirlo.

Abbiamo fatto tutta questa strada,
Ma ora è arrivato il giorno di dirti addio.

Ti saluto dal più profondo del cuore ''








...







    Una voce calda e morbida lo chiamò a se. Una melodia elfica, dolce, confortante, che l'avvolse in un piacevole tepore. Quell'incanto lo stava salvando dall'oblio, e si sentì trascinare da quel dolce canto. Una luce abbagliante e forte colpì i suoi occhi addormentati. Li aprì lentamente, rivelando il loro azzurro intenso. Un bianco accecante colpì il suo sguardo stanco, poi quella luce diminuì di più, sempre di più, fino a quando non vide sopra di sè un soffitto bianco.
Era forse in una sorta di universo parallelo, riservato alle anime sole?

Dischiuse le labbra in un sospiro e sbattè le palpebre. Si guardò ancora intorno, e vide che era in un immenso salone, vuoto, fatta eccezione per alcune colonne bianche ed un grande specchio argentato su una parete. Si mise seduto, o almeno, gli sembrò di farlo; non sentiva nulla, nè il proprio corpo, nè il proprio respiro, nemmeno il battito del suo cuore. Un pensiero gli balenò nella mente, un pensiero che nessun'uomo dovrebbe mai farsi; sono davvero morto?
Focalizzò lo sguardo sulla superficie dello specchio, ma non c'era nessun riflesso su di esso. Poi iniziò a vedere qualcosa; dei contorni pallidi e indefiniti ma che presto si trasformarono nella propria immagine; non portava stivali, solo candidi abiti che lo facevano sembrare irreale. 

Sullo specchio, come prima, vide formarsi un'altra immagine alle sue spalle.
Era forse un angelo quello che era in piedi dietro di lui, con una lunga cascata di capelli biondi, e dalla pelle chiara? Aragorn lo guardò, con occhi quasi sognanti, e l'immagine si fece più chiara; due pezzi di cielo erano incastonati nei suoi occhi. Una lunga veste bianca ricopriva il suo corpo, e una sottile corona di Mithirl vi era sul suo capo.

Aragorn ispirò lentamente. ''Legolas?'' bisbigliò sfiorando la superficie dello specchio. ''Non è possibile, deve essere un sogno...'' sussurrò ancora con voce appena udibile, fissando come ipnotizzato la sua immagine. Legolas rise. Il suono della sua risata era soave, un qualcosa di puro che riusciva a scogliere il cuore. L'uomo spalancò gli occhi quando lo sentì ridere, e lentamente si voltò.

E lo vide, ora inginocchiato davanti a sè, luminoso e splendido come avvolto da un'aura di luce.

L'uomo puntò lo sguardo sull'elfo, e non provò nessuna emozione definibile. Sentì solo che era giusto così, che tutto quello che era successo non era privo di senso, se Legolas era di nuovo lì nulla contava più. Nè Sauron, nè l'Anello, nè tutto quello che era appena accaduto, perchè Legolas era lì.



''Legolas.''


L'elfo sorrise, non riuscì a definire quello che provò in quel momento; forse gioia, commozione, e ringraziò dentro di sè i Valar di avergli concesso questo loro, ed ultimo momento insieme. ''Ehi, Estel.'' sussurrò l'elfo. Aragorn lo guardò, sentendo i propri occhi riempirsi di lacrime.
Legolas mosse appena le palpebre, come se anche lui dovesse scacciare le lacrime. ''Mi sei mancato.'' disse.

Aragorn si guardò la mano, e lentamente la mosse in direzione di Legolas. Egli sembrò voler arretrare. ''No Aragorn...'' sussurrò, tristemente.
''Non puoi toccarmi qui... Non puoi-'' s'interruppe, e qualcosa si contrasse dolorosamente dentro di lui quando egli riuscì a toccargli la spalla.

I due si guardarono negli occhi, muti. ''Aragorn...!'' sospirò Legolas, alzando una mano poggiandola su quella dell'uomo.
''Legolas...!'' l'uomo ripete' il suo nome, e strinse forte la sua mano.

Entrambi rimasero immobili, e poi, di scatto, Aragorn si buttò tra le braccia dell'elfo, aggrappandosi alle sue spalle con la stessa disperazione di un naufrago.
''Mi dispiace, mi dispiace.'' singhiozzò l'elfo, affondando il viso sul suo collo. ''Perdonami, perdonami. Non volevo che accadesse questo.''  l'uomo sentì le sue lacrime bagnare la sua pelle, lo strinse più forte e senza rendersene conto iniziò a piangere anche lui.

''Lo so, lo so, Legolas. Ma non è stata colpa tua.'' rispose Aragorn, accarezzandogli la schiena. ''Ma Estel, ho fatto del male, ho portato morte e distruzione...'' sussurrò ancora Legolas. Si allontanò improvvisamente, quanto bastava per guardarlo in viso. Aragorn incrociò il suo sguardo lacrimoso. ''E' stata colpa mia, tutta colpa mia.'' singhiozzò l'elfo. ''Ti prego, Estel, perdonami...''

''Ehi, Legolas guardami.'' sussurrò l'uomo accarezzandogli gli zigomi coi pollici. ''ù-moe edaved, Legolas.'' (Non c'è nulla da perdonare) disse asciugandogli le lacrime. ''Non è mai stata colpa tua.'' Gli sorrise dolcemente, e con grande sollievo vide l'altro fare lo stesso. Poi Legolas si levò in piedi e tendendo una mano verso l'uomo lo aiutò ad alzarsi. Si guardarono ancora negli occhi. ''Dove siamo?'' chiese Aragorn guardandosi attorno.

Sulle labbra di Legolas si disegnò un sorriso triste. ''Siamo nella aule di Mandos,'' spiegò. ''Adesso, gli spiriti degli Uomini e degli elfi potranno perdurare insieme nelle stesse Aule, in onore dell'Alleanza che li ha uniti da sempre; così hanno deciso i Valar, nella loro saggezza.''

''Però tu... Legolas tu...'' susssurrò Aragorn. ''Tu... non dovresti essere qui. Tu non sei morto.''
Legolas non disse nulla. ''Sei solo un illusione?'' parlò ancora l'uomo.

''No Aragorn,'' rispose l'elfo. ''Tu sei morto, e io anche. Ma solo tu hai la possibilità di fare ritorno.
Ho pregato ai Valar affinchè loro potessero strapparti via dalla morte, perché tu avevi ancora tanto da dare... mentre io... non avrei fatto altro che annegare nel tormento. Loro, vedendo togliermi la vita con la speranza di salvare la tua, hanno ascoltando la mia richiesta, e nonostante tutte le cose orribili che ho fatto... mi hanno perdonato. Il mio sacrificio ti ha donato nuovamente la vita. I Potenti ti permetteranno di vivere ancora, in onore delle tue gesta, fino alla fine del tuo tempo.''

Aragorn lo guardò sconvolto. ''Che cosa? Che cosa hai fatto?'' sussurrò, incredulo. L'elfo semplicemente gli sorrise, prendendogli una mano.
''L'ho fatto per te.'' disse semplicemente. Aragorn continuò ad agitare il capo, le lacrime che ricominciarono a pungergli gli occhi. ''Tu meritavi la vita, Aragorn. La Terra di Mezzo ha bisogno di te, della tua guida; la stirpe dei Re deve continuare.'' parlò ancora Legolas.

''Volevo solamente rimediare ai miei errori, volevo che tu fossi vivo.'' una lacrima solitaria gli rigò lentamente una guancia. Aragorn non si accorse nemmeno di aver ricominciato a piangere. ''Tu eri vivo, Legolas. Nonostante l'Anello fosse stato distrutto, eri vivo! Perché l'hai fatto?''

''Perché sei mio amico, e ti voglio bene.'' rispose il Principe, lo sguardo carico di tenerezza.
''Per me non ci sarebbe stato nessun conforto per alleviare il dolore della tua scomparsa. Sarei stato trascinato nell'oscurità e nel dubbio. Quella sarebbe stata la mia dimora, e avrei consumato i miei lunghi anni nel mio dolore nascosto da tutto e da tutti. Ma non poteva finire così, non in quel modo, perché era quello che Lui voleva. E lì, davanti al Morannon oramai distrutto, con il tuo corpo privo di vita tra le mie braccia, ho tentato il tutto per tutto. Ti prego, non tormentarti per me, io non valgo nulla.''

Aragorn avvolse la sua mano con le proprie. ''Invece vali molto. '' disse. ''Sei un fratello, e un amico. Tutto ciò che è successo ci ha allontanati per molto tempo, ma non dubitare mai dell'affetto che provo per te.'' Legolas semplicemente rise, una risata sforzata.

''Io... non posso farcela senza di te, Legolas.''
''Puoi invece.'' ribattè l'altro, con decisione. ''Non sei solo. Hai Arwen, l'affetto del tuo popolo e dei tuoi cari, e avrai l'amore del tuo futuro figlio. Tu hai la forza per andare avanti!'' intrecciò le proprie mani sul cuore di Aragorn. ''Io ci sarò... sempre.'' L'uomo non aveva la forza per parlare. 

''Ma che senso avrà avuto tutto questo... se mi lascerai?'' sussurrò poi. ''Tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto per te, per salvare la tua vita! Ma ho fallito.''
''No,'' replicò Legolas dolcemente, ma deciso. ''Non darti colpe, perché finalmente la sento, Estel...''

''Che cosa?''
''La Pace, mi sento in pace con me stesso.'' esclamò Legolas, quasi con gioia.
''Tu mi hai salvato e io voglio ricambiare. Se era destino che dovessi morire, bene, allora che le Aule di Mandos accolgano il mio spirito!''
Aragorn, continuando a stringere la mano dell'elfo, la portò vicino al viso e le sue lacrime andarono a bagnare la candida pelle di Legolas. ''Ti prego,'' implorò l'uomo. ''Non lasciarmi, Legolas. Non posso sopportarlo.''

''Io non ti lascerò mai, Estel.'' ribattè Legolas con dolcezza. Delicatamente prese la mano dell'uomo portandola al proprio petto, in direzione del cuore. Poi fece la stessa cosa con la propria mano, poggiandola però sul petto dell'uomo. ''Sono sempre qui.'' sussurrò. ''A occupare una piccolissima parte del tuo cuore.''
''Credimi,'' fece Aragorn. ''Non è poi così piccola.''

E allora Legolas sorrise, sorrise come non faceva da tempo.
Un sorriso dolce accompagnato da una risata pura e innocente.

Una luce bianca e pura sembrò avvolgere il corpo di Aragorn. E Legolas si girò, dandogli le spalle. ''Devi andare.'' sussurrò.
Ma si sentì afferrare per un braccio, e si ritrovò nuovamente tra le braccia di Aragorn, che lo strinse forte a se'.
Legolas ricambiò l'abbraccio, e rimasero uniti ancora per qualche istante, un ultima volta.
''Hannon le.'' disse Aragorn.
Tante erano le parole che avrebbe voluto pronunciare, ma sentì che quel grazie sincero era abbastanza.


Poi si staccarono lentamente, Aragorn continuava però a stringergli la mano.
''Promettimi che quando tuo figlio sarà grande, gli insegnerai ad usare l'arco per me. Promettimi che dirai a mio padre che l'ho voluto bene.''
disse Legolas., e s
i allontanò. Aragorn tenne ancora la sua mano, ma poi la distanza lo costrinse ad allentare la presa.

''E prometti, prometti che andrai avanti!''
Aragorn rimase immobile, lentamente la luce acquistò maggiore intensità fino a diventare quasi accecante ma non chiuse gli occhi.
La voce di Legolas divenne via via più lontana, indistinta, poi quella luce lo pervase e la sentì entrare dentro di sè, e portarlo via, lontano...
E Legolas lo vide sparire nella luce.


''Namarie, mellon nin.''







...








Il sole della sera illuminava dolcemente una tranquilla camera della Casa di Guarigione a Gondor. Aragorn si svegliò di soprassalto, sbarrando gli occhi, il cuore che dava l'impressione di voler uscire dal suo petto. Si accorse di essere disteso sopra un soffice letto, e di trovarsi in una stanza dalle proporzioni enormi; le colonne di marmo sfilavano come soldati lungo le pareti; il cielo notturno si apriva in una voragine azzurra aldilà di bianchi archi.

La luce della luna scorreva dentro la sala, riflettendosi nel pavimento lucidato, un catino d'acqua chiara stava in un angolo. Una smorfia di dolore si dipinse sulle sue labbra, scosso da un dolore al petto. Si accorse solo in quel momento essere a petto nudo, e delle bende bianche gli fasciavano la ferita. Le sfiorò con le dita, e capì che dovevano essere state cambiate da poco. Lentamente si mise seduto, e notò una piccola figura accanto a lui; bassa di statura aveva la testa riccioluta poggiata sul materasso, e Aragorn udì il suo lieve russare.

Avvicinò una mano alla sua spalla, e lo scosse dolcemente. ''Pipino?'' come disse il suo nome, il giovane hobbit alzò il capo, svegliandosi di botto. Aprì la bocca da cui uscì un gran sbadiglio. ''Ah, quanto tempo devo aver dormito!'' si disse, strofinandosi gli occhi, e nel momento in cui si accorse che Aragorn era sveglio, spalancò occhi e bocca. Non gli diede il tempo di dire qualcosa che si alzò immediatamente correndo fuori dalla stanza con aria gioiosa. Aragorn lo sentì gridare; ''E' sveglio! Aragorn è sveglio!''

Dopo pochi istanti, i restanti membri della compagnia entrarono nella stanza; Gandalf apparve innanzi a lui, vestito di bianco, Glorfindel accompagnato da Gimli, e i quattro giovani hobbit si avvicinarono subito a lui. Pipino balzò sul letto e si strinse forte a lui, piangendo e ridendo allo stesso tempo. Merry tentò inutilmente di staccarlo da Aragorn. E Sam e Frodo, affianco come sempre, si limitarono a sedersi sul bordo del letto. Aragorn strinse a se i giovani hobbit, passando una mano fra i loro capelli riccioluti. Gandalf lo osservò sorridente, Gimli piangeva di gioia e Glorfindel cercava di consolarlo.

''Come ti senti, Signor Grampasso?'' chiese Sam sorridente. L'uomo rimase un attimo silenzioso. ''Non ci credo, state tutti bene...'' riuscì a dire dalla gioia. Li osservò uno per uno; erano tutti vivi, eppure aveva la sensazione che mancasse qualcosa. O meglio, qualcuno. Gli hobbit capirono che qualcosa non andava. ''Aragorn, va tutto bene?'' chiese Frodo, vedendo il suo sguardo perdersi in un punto non preciso della stanza. Aragorn sussultò e guardò lo Stregone. Le parole gli uscirono lente; ''Dov'è Legolas?'' chiese.

Gli hobbit abbassarono lo sguardo; Gimli sentì i propri occhi riempirsi nuovamente di lacrime; Gandalf sembrò esitare. Nessuno parlò. Aragorn li guardò ancora, aspettando una qualsiasi risposta. Ma temeva il peggio. L'unico che non abbassò lo sguardo fu Glorfindel.
Egli fece un profondo sospiro e, con la voce soffocata dall'angoscia, disse; ''Mi dispiace, Aragorn.''




...








A ogni passo che fa il Sovrano di Bosco Atro si avvicina sempre di più alla consapevolezza di ciò che già sa, ogni passo lo porta verso l'orrida realtà, e ogni passo è un dolore che non lo lascerà guardare oltre. Il vento gli accarezza le pelle mentre avanza tra i giardini reali di Minas Tirith, un unico pensiero lo fa sentire in colpa, un unico pensiero gli sporca la coscienza. Continua sui suoi passi mentre il tramonto infuoca la cittadella bianca e ciò per cui Thranduil è venuto, lasciando il suo Regno.

Rimane lì, immobile, a contemplare la pietra tombale che recitava il nome di suo figlio.
Dei piccoli fiori bianchi e dorati erano stati adagiati sopra la sua tomba, insieme al suo arco, simbolo della sua forza.
Come legge il suo nome sente formarsi un nodo alla gola e un gonfiore agli occhi.
Questo vento, a lui così gelido lo costringe a stringersi il busto con le braccia e cadere in ginocchio.

Riesce a raccogliere del coraggio, quanto basta per allungare una mano e toccare la lapide; un brivido gli percorre il corpo. Quella pietra era così fredda...
Sfrega il palmo contro quella lapide, come se volesse accarezzarla. Era ruvida, le parti scheggiante tagliavano, ma Thranduil non se ne curava.
Voleva accarezzarlo. Voleva accarezzare i capelli biondi di suo figlio almeno un'ultima volta, ma si doveva accontentare della gelida pietra.

La morte di Legolas è un suo personale fallimento. Non come Re, ma come padre.

Si stringe di più nelle braccia e chiede perdono, perdono per non essere stato il padre che Legolas avrebbe sempre voluto.
Il dolore sembra lacerargli il petto, e il Re mostra le sue lacrime, quelle lacrime che aveva tenuto nascosto per molto tempo.
La disperazione apre la pelle del suo volto, mostrando l'orrida cicatrice che lo sfigura.

Non c'è nessuna magia che possa cancellare questo dolore.

E adesso non era più il gelido Sovrano di Bosco Atro.
Era Thranduil, che piangeva davanti alla tomba del proprio figlio.

Sente dei passi avvicinarsi, e i suoi singhiozzi cessano mentre il vento gli asciuga le lacrime che restano sulla sua pelle.
Re Elessar si inginocchia accanto a lui, e sembra cercare il suo sguardo. ''E' colpa mia...'' dice semplicemente Thranduil, osservando la fredda lapide.
''Sono io che lo mandato a quella missione. L'ho mandato io alla morte.''
L'uomo, di slancio ma con delicatezza, lo abbraccia, stringendo l'antico elfo a sè. E lui si lascia andare tra le sue braccia.

''Thranduil,'' l'uomo sussurra il suo nome con dolcezza. ''Non è colpa tua.''
L'elfo ricomincia a piangere, singhiozzare, aggrappandosi alle spalle del Re degli Uomini. Quest'ultimo lo stringe a se, quasi cullandolo.
''Io ti devo ringraziare, Sire,'' dice Aragorn sforzandosi di sorridere. La sua voce tremava.
''Per che cosa?''
''per aver permesso che le nostre strade si incontrassero.''

I due Re si lasciano andare a un pianto libero, davanti a quella fredda lapide.
Su di essa vi erano incise, nella lingua Sindarin, le seguenti frasi;








L E G O L A S   V E R D E F O G L I A,
F I G L I O   D I   T H R A N D U I L

C O L U I   C H E   E'   S T A T O   U N   P R I N C I P E,
U N   G U E R R I E R O,
U N   E L F O   V A L O R O S O,
U N   A M I C O,


Q U I   D O R M E   A V V O L T O   N E L   S U O   S O N N O   D I   P A C E










Così, trapassa Legolas Verdefoglia, distrutto dal male e dall'oscurità di Sauron.
E tutti lo ricordano così, negli anni a venire.
...
Ma Aragorn lo ricorda come colui che morì solamente per amicizia.
















-angolino autrice.
Ebbene... siamo giunti alla fine.
Questo è un capitolo a cui ci tengo particolarmente. Perché è dedicato a loro due, Aragorn e Legolas, i miei personaggi preferiti in assoluto della Terra di Mezzo. Forse leggendo avete notato dei leggerissimi accenni di Aralas (non proprio leggerissimi ma meh credo di essermi presa fin troppa libertà per quest'ultimo capitolo!)

L'ho modificato talmente tante volte che ne sono usciti due di finali; un Good Ending dove tutti sarebbero sopravvissuti, compreso Legolas. E poi... questo che avete appena letto.

Non so se definirlo un Bad ending, alla fine è un finale abbastanza semplice; si è salvato chi si doveva salvare, ed è morto chi doveva morire. Aragorn riporterà la pace nella Terra di Mezzo mentre Legolas ci dice bye bye.

Sapete, ancora non ci credo di averla scritta! Ero davvero restìì a pubblicarla e tenermela invece come progetto personale, perché non ne vedevo nessun potenziale -soprattutto dal fatto che è nata da una oneshot scritta completamente di getto- ma alla fine l'ho fatto, volevo proporre qualcosa di innovativo, per quanto lo può essere.

Io spero vivamente che l'idea sia stata apprezzata da voi, e che abbiate trovato la storia piacevole da leggere. Non sarà la più bella che abbiate mai letto, ma spero sia stata un qualcosa che vi abbia appassionato fin dal primo capitolo. E se siete arrivati fin qui... direi che sono riuscita a creare qualcosa di buono. 

Io ringrazio in particolare coloro che hanno recensito la storia, ovvero...
evelyn80
(grazie per la fiducia che hai avuto per questa fic :'')
Kishin Shruikan
(grazie per le recensioni che mi hanno fatto scompisciar dal ridere),
Thranduil_Oropherion
(grazie mille, my dear),
e... anche dragonwolf (ok, ne hai lasciata solo una XD ma ti ringrazio lo stesso!)

Ringrazio anche quelle poche persone che l'hanno aggiunta tra le seguite, o anche tra i preferiti.

Ma se permettete, vorrei chiedere una recensione anche da parte di color che si sono limitati a leggerla, senza però esprimere la loro opinione -dai, dai, lo so che siete lì ;) ammesso che ci siano altri, e non i soliti che ho appena citato, che hanno seguito la storia-

Nel caso dovessero esserci, ve lo chiedo col cuore in mano; almeno per questo ultimo capitolo, fateme' sta' pietà. E non chiederò altro. Perché senza di voi non sarei mai andata avanti. Ultima cosa, poi ho finito, giuro; le parole a inizio capitolo sono tratte dalla canzone The Last Goodbye, del nostro amato Billy Boyd, conosciuto da tutti come Peregrino Tuc!


Hannon le,
... e vissero tutti felici e contenti, dopo tutto.

Un abbraccio,
GirlMoon :)





...
ah, NON ho finito; per questo capitolo mi aspetto recensioni che superino le 15 righe ;)
Quindi... dite tutto quello che volete dire. Le voglio belle lunghe ;))

Chiedo forse troppo? ;D

















  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Little_GirlMoon005