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Autore: Swiss    10/01/2016    11 recensioni
STORIA INTERATTIVA - Iscrizioni aperte fino al 20 dicembre 2015
Storia ambientata durante il VI anno di Tom Riddle.
Si torna finalmente a scuola. Quest'anno ad Hogwarts sembra essere completamente uguale agli anni già passati, tutto calmo e tranquillo; ma tutto sta per cambiare. La camera dei segreti sta per essere aperta dopo essere stata chiusa per millenni. Nemici dell'Erede temete.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Barone Sanguinario, Rubeus Hagrid, Tom O. Riddle
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Capitolo 1 -
Viaggi, sonnolenza e riappacificazioni 





Seduto sul comodo divanetto del proprio scompartimento, Rubeus Hagrid si godeva il suo primo momento di tregua da quando erano cominciate le vacanze estive. Quello era stato il primo anno in cui suo padre non l'aveva accompagnato al binario 9 e 3/4, e pensarci lo faceva ancora stare male. Con la morte del padre, era scomparso tutto ciò che rappresentava la sua vita al di fuori da Hogwarts, l'unica cosa che gli era rimasta.
Era stato costretto a lavorare per avere un tetto sopra la testa, e l'unica cosa che aveva fatto in modo che Tom non lo lincenziasse aveva un nome e cognome: Albus Silente. Il vecchio preside infatti, non potendolo tenere ad Hogwarts anche durante le vacanze estive, obbligato dal regolamento, alla fine dello scorso anno scolastico lo dovette mandare a Londra. Qui era riuscito a procurargli un posto come tuttofare al Paiolo Magico. Era un lavoro sfiancante e mal pagato, ma era comunque meglio di niente.


Stava per addormentarsi, e già si beava all'idea di schiacciare un bel pisolino prima dell'arrivo, che, dentro al suo scompartimento, arrivò Coraline Temples, seguita da una annoiata Abigail Miller.


"Oddio, fa che non mi abbia visto...Non mi ha visto vero, Abby??? Perchè se mi avesse visto in queste condizioni....oh per Merlino, ma anche io non potevo pensarci prima. Perché mai ho dato retta a mia madre....questa maglietta è così babbana, oh...Abby...??? Mi stai ascoltando?"disse con voce trafelata e senza mai riprendere fiato Coraline.

Abigail alzò gli occhi al cielo, e rispose all'amica. "No, sto cercando di ignorarti. Sinceramente vorrei passare il viaggio fino ad Hogwarts in maniera tranquilla, e soprattutto senza doverti stare a sentire mentre parli di Ewan McCallister". Concluse lei sedendosi.

Quelle due ragazze erano incorreggebili. Erano amiche per la pelle, ma non potevano fare a meno di urlarsi addosso ogni 5 minuti.


"Ah...a proposito, ciao Rub" disse sempre Abby, questa volta con tono più gentile.
"Rub, ci sei anche tu? Non ti avevo visto." salutò l'altra.
"Come tu abbia fatto a non vederlo, Cora, non lo so proprio. Cioè, è addirittura un mezzogigante, direi che il suo spazio lo occupa, senza offesa Rub" replicò Abigail scoppiando in una risata argentina, mentre l'amica arrossiva fino alle punte dei capelli.


Abigail amava prenderla in giro, diceva che dava sempre una grandissima soddisfazione. Inoltre Coraline, essendo sempre impulsiva, neanche si rendeva conto di quello che faceva a volte. LA miglior definizione che si poteva darle infatti era dire che era un vulcano. E lo era, nel vero senso della parole. Coraline era un concentrato di impulsività e testardaggine allo stato puro. Aveva la capacità di parlare per ore senza mai fermarsi, inoltre non sapevi mai cosa le stesse passando per la testa.


Hagrid la considerava la sua migliore amica, si erano trovati al primo anno, sul treno, quando ancora erano dei bambini; e non si erano più separati da allora.
Abigail era arrivata più tardi: di un anno più grande di loro, entrò a far parte del loro gruppetto a metà del secondo anno quando pietrificò dei ragazzini di Serpeverde che li prendevano in giro. Fu naturale da duo diventare un trio.


Il quarto membro, Joseph Ashen, si era aggiunto solo l'anno prima. Era quando Hagrid aveva ricevuto la notizia della morte del padre e aveva deciso di non uscire più dal dormitorio maschile, che i due avevano fatto amicizia. Joseph era un Grifondoro molto strano: era socievole, ma mai abbastanza da diventare veramente amico di qualcuno; una persona molto riservata, caratteristica ambigua per una della casa di Godric.


Era da ben una settimana che Hagrid non si presentava a cena. Joseph era entrato nel suo dormitorio e, dopo averlo costretto ad alzarsi, lo aveva portato nelle cucine per mangiare. Rub era stato in silenzio per tutto il tempo, ma aveva eseguito senza fare resistenza quasi spaventato dal modo di fare del ragazzo. Avevano mangiato in silenzio una cena a base di pollo e patate arrosto, e dopo aver aiutato gli elfi a mettere in ordine, il ragazzo si era seduto accanto a lui e aveva iniziato a parlare. Gli raccontò di come lui avesse perso la madre a 14 anni, dicendogli che lo capiva e che voleva stargli accanto in questo momento difficile. Dopo quell'episodio, fu facile diventare amici. Le ragazze inizialmente faticarono a farlo entrare nel gruppo, ma conoscendolo lo accettarono.


"Ehi ragazze avete visto Joseph?"chiese loro Rubeus. "No, non l'ho visto neanche al bin...." Coraline stava rispondendo al ragazzo, quando proprio Joseph entrò trafelato nello scompartimento.


"Si parla del diavolo e spuntano le corna" disse Abigail con un ghigno più adatto a una Serpeverde che ad una Grifondoro. "Ciao ragazzi, sempre un piacere vederti Abby" parlò Joseph, lanciando una occhiata obliqua all'amica.
"Ehi che c'è? è vero, stavamo proprio parlando di te, e di dove fossi andato a finire" replicò la ragazza.

Joseph si accomodò, poi rispose:"Stavo per perdere il treno, sono salito all'ultimo minuto. Ci ho messo un sacco a trovare lo scompartimento". Abigail lo squadrò, poi con finta voce angelica chiese:"E come mai eri in ritardo, proprio tu che non lo sei mai?". Lo stava altamente prendendo in giro, e lui diventò rosso pomodoro dicendo:"Mi sono alzato tardi...". La caposcuola di Gridondoro sorrise vittoriosa."Come pensavo, ora ragazzi devo andare, Novak ha indetto un riunione dei caposcuola, che inizia fra poco. Ci si vede dopo."la ragazza si alzò e uscì dallo scompartimento, lasciando i suoi amici a confabulare tra loro.







Mira Edwards si stava chiedendo dove fosse andato a finire Wiktor Novak, il suo migliore amico. Subito dopo essere salito sul treno si era dileguato, borbottando qualcosa che sembrava essere "Vado in bagno". Ora erano passati ben 50 minuti da quando il ragazzo aveva lasciato lo scompartimento, e non era ancora tornato. Mira si stava quasi chiedendo se ci fosse annegato in bagno quando il ragazzo entrò e si sedette accanto a lei.


" Ehi, dove sei stato tutto questo tempo?"chiese lei allora incuriosita.

"Quest'anno sono il responsabile dei caposcuola, sono dovuto andare ad avvisare gli altri della riunione che sarà esattamente tra 5 minuti in questo scompartimento, quindi se non ti dispiace potresti andare da qualche altra parte, per favore??" Wiktor disse questo molto tranquillamente, come se non la stesse sfrattando dallo scompartimento, che per essere precisi aveva trovato lei. Poi vedendo l'amico sbadigliare, con delle lunghe occhiaie sotto gli occhi si rese conto di quanto fosse ridotto male. Sembrava stravolto, come se non dormisse da settimane. Non sapeva cosa fosse successo all'amico quell'estate, ma sicuramente niente di buono.

 

 

"Wiktor, sei sicuro di stare bene?" chiese lei infine preoccupata. "Si, si, sto benissimo, devo solo chiudere un attimo gli occhi prima di fare la riunione..."rispose sempre sbadigliando lui.


" Okay, io vado allora... Ci si vede dopo, all'arrivo".

Mira si alzò e uscì dallo scompartimento, lasciando l'amico mezzo addormentato a riposare quei pochi minuti rimasti.

Una volta nel corridoio, però non aveva idea di dove andare. Si diresse verso la fine del treno, sperando invano di trovarne uno libero. Purtroppo i suoi desideri non furono realizzati, e alla fine optò per l'andare a chiedere in giro per uno scompartimento da dividere. Vide due ragazze di Corvonero del quinto/sesto anno, sedute da sole e si diresse verso i loro posti. Aprì la porticina, e si ritrovò davanti a una discussione che sembrava essere lunga e tortuosa.


"Scusate..." disse Mira, cercando di attirare la loro attenzione. Si schiarì la voce e riprovò: "Scusate!", questa volta riuscì ad attirare la loro attenzione. Le due ragazze erano una bionda e una castana, e quella bionda Mira la riconobbe subito. Era Giselle Lesage, la ragazza del quinto anno che quest'anno avrebbe fatto il prefetto insieme a lei. Era considerata una specie di ragazza prodigio, infatti era una delle migliori studentesse la casata di Corvonero avesse mai avuto, il che era tutto dire.


" Scusate se interrompo la vostro chiacchierata, ma volevo chiedervi se posso sedermi qui? Mi hanno sfrattata dal mio scompartimento, e sinceramente non so a chi altro chiedere" Mira smise di parlare, maledicendosi mentalmente di quanto come al solito avesse parlato troppo, e aspettò per una risposta. La ragazza castana le sorrise radiosa e indicandole la poltrona davanti a loro con voce squillante rispose:" Si, siediti pure".


Mira si sedette, poi aprì la bocca per ringraziare, ma prima do riuscirci venne preceduta dalla ragazza castana. "Sei Mira Edwards, la migliore amica di Wiktor Novak? Oddio, lui si che è bello, peccato sia gay.... Comunque io sono Elèna Meredith Brandon, puoi chiamarmi Elèna. Nessun diminutivo o soprannome, non mi piacciono" la ragazza castana disse questo tutto d'un fiato, mentre  Giselle accanto a lei si lasciò scappare una risatina dovuta allo strano modo di presentarsi dell'amica.


Mira rimase un attimo interdetta dalla foga di Elèna. Poi dopo "essersi ripresa" sorrise e disse: "Piacere di conoscerti, Elèna." poi rivolgendosi all'altra ragazza: "Tu sei l'altro prefetto di Corvonero di quest'anno? Ti chiami Giselle, vero?". La bionda arrossi e per la prima volta aprì bocca e disse timidamente: "Si, sono io". Mira le sorrise e replicò: "Beh, vuol dire che quest'anno passeremmo un bel po' di tempo insieme, no?". Giselle accennò un sorriso e rispose:" Si suppongo di si". Poi prese un libro posato sulla poltrona accanto a lei, e senza dire nient'altro si dedicò alla lettura.


Elèna intanto si mise a guardare il panorama fuori dal finestrino. Mira si rese conto che il momento delle presentazioni era ufficialmente finito, e vedendo che le sue due compagnia di viaggio non avevo intenzione di fare ulteriore uso della propria bocca, decise di chiudere gli occhi e dormire un po' 

 







 

Daniel McAvoy si chiese ancora una volta perché avesse accettato di diventare Caposcuola, quella era solo la prima riunione dell'anno e già si stava annoiando a morte. Cercava di mantenere un'espressione facciale che non facesse trapelare il suo stato di menefreghismo totale. Per sua fortuna Cassiopea Fawley, Serpeverde, e Abigail Miller, Grifondoro erano superindaffarate a discutere e a confabulare qualcosa che Daniel non stava assolutamente ascoltando; Wictor Novak, Corvonero, invece stava praticamente russando sul divanetto con la testa appoggiata al finestrino. “Sarà un lungo anno, altro che quelli passati, ho la brutta sensazione che ci sarà da sgobbare parecchio” riflettè sospirando Daniel. Con un colpo di tosse richiamò l'attenzione degli altri.

 


“Credo sia l'ora i finirla qui. Temo che se continuiamo Novak farà il pisolino di bellezza più lungo del dovuto” disse semplicemente. Le due ragazze annuirono, dandogli ragione.

 


“Allora, dichiaro la prima riunione dei Capiscuola, conclusa“ annunciò formalmente Abigail, alzandosi. Fu presto imitata da Cassiopea e da Daniel, che si astenne dal commentare.

 


“Bene, buonanotte” fece sbadigliando Wictor, prima di addormentarsi definitivamente. Daniel si dileguò in fretta, per evitare che Cassiopea o Abigail lo fermassero per una riunione straordinaria in corridoio.


‘Bene, ora voglio un posticino calmo e tranquillo’ pensò camminando per il treno con le mani in tasca. Inutile dire che il suo desiderio fece tutto tranne che avverarsi, infatti quando entrò nel vagone successivo si trovò davanti una scena piuttosto singolare.


Clara Winterdoom e Jonathan Foster si stavano ringhiando contro una quantità piuttosto consistente di insulti, che probabilmente sarebbero bastai per la vita di un vampiro. Accanto a loro, voltata di spalle, c'era Eleonor Van Hossen con la sua inconfondibile chioma di riccioli biondi. ‘Addio, calma e tranquillità’ fu l'unico, tormentato pensiero di Daniel quando li vide.


Si avvicino ad Eleonor, toccandole un braccio.

 

“Che è successo stavolta?” domandò con voce sofferta all'orecchio dalla ragazza.

 

“Sai, non ne ho la minima idea” rispose sincera, scuotendo la testa. Ma, dopotutto quando mai i litigi fra marito e moglie hanno senso, non che Clara e Jonathan stessero insieme, anzi si odiavano a morte, però era estremamente divertente prenderli in giro su questo.

 


“Uh, fantastico” borbottò lui sarcastico. E quando un Tassorosso inizia a diventare sarcastico, la situazione è davvero critica. Daniel era sicuro al duecento percento che la sua giornata non avrebbe fatto altro che peggiorare. Continuò ad osservare il cane e il gatto scannarsi.

 


“Qualche idea su come separarli?” chiese Daniel ad Eleonor.

 

“Oh, sì” disse con un ghigno diabolico lei. Poi bisbiglio il suo piano all'orecchio del ragazzo e il ghigno diabolico passò anche sul suo volto. Intanto il litigio tra i due aveva superato i limiti dell'impossibile. Con passo felpato Daniel si avvicinò alla porta dello scompartimento che aprì con la dovuta furtivitàPrimo punto del perfido piano di Eleonor Van Hossen, fatto.


Fu la volta della ragazza che con un spinta che di delicato aveva poco buttò dentro i due litiganti. Secondo punto del perfido piano di Eleonor  Van Hossen, fatto.


Dopodichè Daniel richuise la porta e incastrò le maniglie per evitare che Clara e Jonathan potessero uscire. Terzo punto del perfido piano di Eleonor Van Hossen, fatto.

 

 

“Perchè separarli, quando puoi fare molto di meglio?” chiese retorica l'ideatrice del misfatto. Poi prendendo a braccetto Daniel si allontanò dalla zona del delitto. Quarto punto del perfido piano di Eleonor Van Hossen, fatto.





 



Cassiopea Fawley uscì dallo scompartimento, sollevata e irritata al tempo stesso. La riunione era finalmente finita, e non aveva ancora capito la necessità di Novak di farla visto il suo inesistente contributo.


Ora si trovava a centro del corridoio deserto dell'Hogwarts Express senza alcuna idea precisa di dove andare. Lei e Ewan avevano litigato, di nuovo. Questa volta il motivo era stato il fratello di lui. Secondo lei avrebbe dovuto rispondergli e cercare di parlargli, nonostante quello che aveva fatto. Lui alla sua affermazione aveva risposto furioso che per lui suo fratello era morto, e che lei non doveva intromettersi in cose che non la riguardavano. Non appena lui aveva pronunciato quelle parole, lei non ci aveva visto più. Se ne erano dette di tutti i colori, ed ora non si parlavano. Camminò per i corridoi guardando dentro agli scompartimenti  alla ricerca di facce amiche, finché non trovò quello di Agnes Grey e Tom Riddle.


Il ragazzo proprio non lo poteva sopportare, ma la ragazza era sua amica, anzi addirittura la si  poteva considerare anche una delle migliori amiche che Cassiopea avesse mai avuto. Entrò e, non appena Agnes la vide, le fece un lieve sorriso.


"Cass, ciao che piacere vederti, siediti pure!" Agnes era sempre stata gentile con lei, anche per questo la apprezzava molto come persona. Si sedette vicino alla ragazza, incontrando così gli occhi di Tom che la ghiacciarono sul posto.

"Fawley, sempre uno spiacere vederti" disse lui con la sua faccia da schiaffi. Cassiopea non capiva come Agnes facesse ad essere amica di un simile individuo. Tom Riddle era spocchioso, antipatico, si credeva un  Dio, era arrogante e soprattutto un razzista del cavolo. Lei, pur essendo un purosangue, aveva sempre cercato di non essere razzista. E finora ci era quasi sempre riuscita. "Lo stesso vale per te, Riddle." replicò allora lei.

 

Il problema di Riddle era che lui era geloso marcio di tutti quelli che stavano, parlavano, o anche solo incontravano Agnes. Era così possessivo che a volte sembrava ossessionato dall’amica. Ma Agnes era come se non se ne rendesse conto, per lei era il suo più grande amico, e con lei era perfetto. Cassiopea dovette ammattere che quel ragazzo le faceva anche un po' di paura. Decise di smettere  di fare certi pensieri, e si mise a parlare con l'amica di quello cha avevano fatto durante le vacanze. Andò tutto bene finché non vennero interrotte dal rumore della porta che si apriva.


"Cassie, potresti venire fuori a parlare per favore?" Ewan McCallister dall'alto del suo metro e ottanta la guardava con uno sguardo triste. Gli occhi erano rossi, come se avesse pianto. 'Ma no' si disse Cassiopea incredula ' Non può aver pianto'. Sembrava distrutto, e fu proprio questo a farla uscire, perché, per dirla tutta, lei di parlargli non aveva per niente voglia.


Ed eccola lì di nuovo nel corridoio, anche se questa non era più da sola. "Ehi Cassie, mi sei mancata!Io…non so come dirtelo, ma mi dispiace veramente tanto per quello che ho detto. Sono stato imperdonabile, non mi sarei mai dovuto permettere" Ewan disse tutto d'un fiato. Cassiopea non ci poteva credere, Ewan le stava veramente chiedendo scusa?? Era risaputo quanto il suo ragazzo fosse orgoglioso, tanto che quando litigavano di solito era lei che doveva risolvere la situazione.


"Si hai ragione, non ti dovevi permettere" replicò lei, ancora arrabbiata. "Dai, Cassie, mi dispiace veramente tanto. Puoi perdonarmi??" disse lui con le lacrime agli occhi.


"Va bene, ti perd...." Cass non ebbe il tempo di finire la frase che Ewan la baciò con trasporto. Dopo lo sbalordimento iniziale, lo ricambiò. E in quel bacio sentì tutta la voglia di lui di farsi perdonare. Sembrava che la volesse divorare, come se avesse paura di perderla, come se lei fosse capace di lasciarlo andare. Nonostante tutto quello che aveva spesso dovuto sopportare per colpa sua, lei lo amava con tutto se stessa. Quel bacio fu un bacio perfetto. Quel bacio fu il loro attimo perfetto. Lì in quel corridoio polveroso, mentre il movimento oscillatorio del treno continuava a sballotarmi da una parte all'altra, loro vivettero l'attimo perfetto.


Tutto era risolto, Cassie era a casa, finalmente.



   
 
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