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Autore: smokelife11    11/01/2016    1 recensioni
Tutto si aspettava da quello stage tranne di conoscere lui. E ora stava per diventare la principessa d'Inghilterra.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Svegliarmi con la consapevolezza che non lo vedrò non mi da la carica degli altri giorni. Mi trascino per i corridoi della scuola tutto il giorno e quando arriva sera vado a letto presto.
Fortunatamente non sto trovando molta difficoltà a studiare in una lingua straniera anche se devo ammettere che la maggior parte degli appunti li prendo in italiano. Arrivo a fine sera e mi pulsa la testa : è molto difficile stare attenti a ciò che dicono per il timore di non capire una qualche parola e lo stesso vale quando sono io a dover parlare. Molte delle volte formulo la frase in italiano in testa e poi la traduco in inglese. L'unico attimo di pace della giornata è la sera quando sotto le coperte calde del letto telefono la mia famiglia ed è un vero sollievo parlare nella mia lingua madre.
La mattina successiva mi alzo presto e vado nel cortile alla fontana anche se non è certo che trovi quel ragazzo. 
È invece è lì a sedere e si guarda intorno, per un attimo spero che stia cercando proprio me. Quando i suoi occhi catturano la mia figura, sorride e mi viene incontro. Anche se è solo un giorno che non lo vedo mi è mancato. Sorprendentemente mi abbraccia. 
-Allora, oggi è il grande giorno?- mi domanda una volta seduti sulla panchina.
-Per cosa?- 
-Per la punizione-
Mi sbatto una mano sulla fronte -Giusto me ne ero scordata-
-Cosa faresti senza di me?!- sospira teatralmente e si porta le braccia dietro la nuca incrociandole.
-Di sicuro non farei la punizione... Quindi non sarebbe tanto male-
-Non è mica colpa mia se l'hai presa.-
-No ma me lo hai appena ricordato-
-Giusto... Ieri sei venuta comunque?-
Aggrotto le sopracciglia -Qui intendi?-
Annuisce mentre io scuoto il capo in senso di negazione.
-Perché avrei dovuto, sapevo che tu non c'eri-
-Vieni qui solo perché ci sono io?-
Annuisco e sento che il calore si sta spargendo sulle mie guance.
-Ma prima venivi anche se io non c'ero-
-Era stato solo un caso, ero nervosa per il primo giorno di scuola-
-E il giorno prima allora?-
-È suonata la sveglia, mi ero dimenticata di impostare l'orologio con l'orario di Londra-
-Quindi vieni solo per vedere me- si pavoneggia.
- Non ti montare la testa-
-No però mi fa piacere che...-
-Ehi, non mi hai più chiamato- una voce squillante, troppo squillante, lo interrompe mentre sta parlando. Alziamo lo sguardo contemporaneamente e una biondina tutta gambe e capelli mi si para davanti. Ignora completamente la mia presenza e si siede in grembo al ragazzo di cui mi dimentico sempre di chiedere il nome accidenti!
Gli posa una mano sul petto e lo accarezza -Eppure mi pareva che ieri ci fossimo divertiti- sussurra avvicinandosi al suo orecchio.
Colgo il gesto come un invito ad andare via. E così faccio. 
Ecco cosa aveva da fare di tanto urgente ieri: andare da quella biondina!
Sento le lacrime formarsi nei miei occhi ma mi costringo a mandarle indietro e mi do della stupida. Non ho il diritto di sentirmi così.

Nel pomeriggio prendo la cartina, non potendo affidare sulle indicazioni di quel ragazzo, e cerco la biblioteca.
L'anziana signora che da fin troppi anni fa la bibliotecaria mi porta in un angolo della biblioteca e mi dici che devo sistemare i libri da poco arrivati negli scaffali. 
Apro gli scatoloni e sistemo per categoria e autore i volumi e dopodiché inizio a sistemarli negli spazi inferiori dello scaffale. 
Dopo un'ora ho quasi sistemato metà dei libri. 
Mi alzo in punta di piedi per sistemare un volume ma non ci riesco, faccio un saltello ma invano.
Una mano si posa sulla mia e sistema il libro al mio posto. Mi volto e un corpo robusto mi intrappola con la schiena rivolta contro lo scaffale.
-Ehi-  Il ragazzo della panchina è in piedi davanti a me e mi sorride. Che faccia tosta!
Che vada a sorridere a quella biondina tutta gambe.
Mi scosto e prendo altri libri ma questa volta li sistemo in un altro scaffale. Tutto pur di evitare lui.
-Vai via sono in punizione. Mi metterai nei guai-
Sento che si avvicina ma rimane comunque distante.
-Che hai?-
Mi giro di scatto, sono quasi tentata dal rinfacciargli la ragazza di stamani ma mi trattengo.
-Niente, è solo che sono in punizione e non voglio problemi-
-No, so che non è solo questo. Ehi guardami- mi mette due dita sotto al mento e mi obbliga ad alzare il volto.
- È per la ragazza di stamani? Guarda che se è per lei non devi...-
-Ma cosa dici?!- urlo leggermente e lui mi tappa la bocca con la mano.
Mi fa segno di abbassare la voce, siamo pur sempre in biblioteca.
Mi scosto da lui e riprendo a fare ciò che stavo facendo.
-Ammettilo, sei gelosa!-
-Ma chi io? Di quella lì?-
-Esattamente- Si appoggia allo scaffale dietro di sè e incrocia le braccia al petto.
-Per quale motivo dovrei essere gelosa? Neanche so il tuo nome-
-È questo il problema? -
Non ho la forza di rispondere.
-Mi chiamo Jack- Ha un attimo di incertezza quando pronuncia il suo nome ma gli do poca importanza.
-Adesso che sai il mio nome, sei gelosa?-
Mi ritrovo ad annuire e quando mi rendo conto di cosa sto facendo avvampo.
-No... Cioè io...-
-Va bene, lei è solo un'amica di mia sorella e a essere sinceri mi ha solo dato fastidio ciò che ha fatto oggi. È troppo invadente-
-Ah, io pensavo che... Ecco...-
-Non pensare, la prossima volta chiedi a me invece di farti filmini in testa-
Annuisco lievemente e sento che un sorriso si sta formando sulle mie labbra.
-Ora me lo dici il tuo nome?-
-Agata-
   
 
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