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Autore: Roscoe24    11/01/2016    1 recensioni
"Devi promettermi che qualsiasi cosa ti sembrerà strana, mi chiamerai immediatamente. E io arriverò il prima possibile."
Era stato lui a dirglielo, quel giorno di sei anni fa quando si erano salutati.
"Promettimelo."
Lei aveva promesso, senza capire bene a cosa potesse riferirsi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Erano passati anni, forse troppi.
Fissava il cellulare che aveva in mano indecisa sul da farsi. Forse non era opportuno.
Ma dopotutto nemmeno quello che aveva visto quella sera le sembrava opportuno. Per qualche istante si è ripetuta che doveva aver visto male per forza, che certe cose non sono naturali.
Ma poi l’aveva rivisto e questa volta non di sfuggita, l’aveva visto chiaro come il sole e a quel punto non c’era più posto per i dubbi.
Si passa una mano tra i capelli.
Devi promettermi che qualsiasi cosa ti sembrerà strana, mi chiamerai immediatamente. E io arriverò il prima possibile.
Era stato lui a dirglielo, quel giorno di sei anni fa quando si erano salutati.
Promettimelo.
Lei aveva promesso, senza capire bene a cosa potesse riferirsi.
Ma con tutto ciò che ha visto negli ultimi giorni, forse un’idea se l’è fatta.
Chiude gli occhi ed espira.
Li riapre e decide di far partire la chiamata.
Dopo interminabili squilli, scatta la segreteria.
Sono Sam. Lasciate un messaggio e sarete richiamati.
“Ehm.. ciao Sam.. non.. non so se ti ricordi di me.. Sono..” Dio quanto si sente stupida. Ciò che sta per uscire dalla sua bocca è una vera assurdità “..Sono Talia. Talia Harrison. Non so se ti ricordi, ma sei anni fa, prima di partire mi hai fatto promettere che se avessi visto qualcosa di strano ti avrei chiamato.. non so se la proposta è ancora valida, ma sul serio non so chi chiamare..” Sente la sua voce incrinarsi un po’ per il panico, ma poi prosegue.. “Sam credo che il mio capo si mangi le persone.” 

--

La casa di Bobby non c’è più. È andata. Persa. Bruciata. Si sono trasferiti in mezzo ad un bosco, in una specie capanna dove vivono senza elettricità, acqua calda, riscaldamento. Dean non fa altro che ripetere che vivere così non è vivere, che se deve passare la sua vita nascosto come un ratto tanto vale andare a farsi mangiare dai Leviatani.
Suo fratello, a volte, è insopportabile, pensa Sam. Non c’è bisogno che faccia notare tutti i loro disagi. Sia lui che Bobby hanno gli occhi e tutti gli altri sensi funzionanti al cento per cento, sanno di vivere in una bettola. Sospira. Questa storia dei Leviatani sta diventando sempre più grande e loro brancolano sempre più nel buio.
“Sam!” lo chiama Dean a gran voce.
“Che vuoi?” gli risponde lui prontamente.
“Il tuo telefono vibra ogni due minuti da dieci minuti. O lo fai smettere o lo lancio fuori dalla finestra! Disturba il mio sonno!”
Sam sbuffa. Tu disturbi la mia pazienza, invece si trova a pensare, ma non lo dice ad alta voce. Sa che inizierebbero a litigare ed è troppo stanco per affrontare un litigio.
Si dirige in sala dove Dean è stravaccato su quello che chiamano divano. Ha gli occhi chiusi, ma sa che non dorme.
Afferra il telefono e ascolta il messaggio che la segreteria gli segnala.
Non può crederci.
Quella voce. Non la sente da troppo tempo! Si è ricordata di lui! Chissà cosa avrà pensato negli ultimi anni, visto ciò che passano in tv: la rapina con Heriksen, i loro sosia Leviatani che uccidono masse di persone, eppure l’ha chiamato lo stesso.
Si ricorda bene di Talia. Erano al college insieme, lei era un anno più piccola di lui. Era così gentile e così impacciata che l’ha sempre trovata adorabile. Arrossiva sempre appena qualcuno le faceva un complimento e non parlava mai a voce troppo alta, nonostante sapesse dire la sua ragione e fosse capace di dare filo da torcere con quella lingua tagliente che si ritrovava.
Il suo messaggio, comunque, non promette niente di buono. Scuote Dean dal suo non-sonno e lo obbliga ad alzarsi da quel divano pulcioso.
“Siamo appena tornati da una caccia, perché mi rompi l’anima?” brontola, mettendosi a sedere.
Sam lo guarda con la sua tipica faccia da rimprovero, stringendo le labbra e alzando leggermente gli angoli della bocca. Quella tipica faccia che suo fratello chiama “la bitchface”. Pff.
“Abbiamo un lavoro da fare!” si limita a dirgli, lanciando il cellulare che Dean afferra al volo. Ascolta il messaggio e senza dire una parola, afferra il borsone ancora pieno di armi, le chiavi della macchina e con Sam al suo fianco esce di casa per salire sull’Impala.


 
   
 
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