Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Roscoe24    11/01/2016    0 recensioni
"Devi promettermi che qualsiasi cosa ti sembrerà strana, mi chiamerai immediatamente. E io arriverò il prima possibile."
Era stato lui a dirglielo, quel giorno di sei anni fa quando si erano salutati.
"Promettimelo."
Lei aveva promesso, senza capire bene a cosa potesse riferirsi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Sai dove abita?” chiede Dean, l’acceleratore pigiato al massimo per divorare meglio i chilometri.
“Pasadena.”
A questa velocità la raggiungeranno in massimo dieci ore.
“Non mi ha lasciato un luogo dove trovarla, quindi l’ho cercata su Facebook.”
“Su Facebook?” fa eco Dean.
“Talia non è una criminale, quindi sarebbe stato pressoché inutile cercarla negli archivi della polizia. L’ho cercata nel modo in cui le persone normali si trovano.”
“E l’hai trovata?”
“Si. A quanto pare fa la cameriera da Tasty Food. Quanto pensi ci metteremo ad arrivare in California?” gli chiede, leggermente agitato.
“Poco. Sta’ tranquillo, Sammy. Non le succederà niente.”


Pasadena, 23.58.
Dopo le cose che ha visto, essere l’ultima a lasciare il locale a quest’ora non le fa piacere. Ha iniziato a guardare il suo capo con timore e non quello tipico di chi ha paura di essere licenziato, diciamo più con il terrore di realizzare che al mondo esistono persone che mangiano altre persone. Lei non vuole essere mangiata, cacchiarola. Lei vuole vivere una vita lunga lontana da qualsiasi zanna possibile e immaginabile. Sospira mentre volge le spalle al negozio e si incammina verso casa. Non prende mai la macchina per venire a lavorare, di solito le piace fare il tragitto a piedi anche perché richiede solo una mezz’ora di cammino. A quest’ora di notte, però, con le strade semi deserte e un capo mangia-dipendenti, la mezz’ora di cammino non è per niente invitante. Rabbrividisce, nonostante non ci sia quel gran freddo, probabilmente è solo la paura che le sta attanagliando lo stomaco. Si tira su il cappuccio della felpa e si stringe in se stessa. Quel gesto la fa sentire un po’ più protetta. Continua a camminare a passo svelto, ogni tanto si guarda le spalle e ad ogni macchina che le passa accanto il cuore le salta, facendole rischiare un mini infarto tutte le volte. Inspira ed espira. Ancora. Dentro. Fuori. Calmati. Sono le cose che si ripete ad ogni passo. È quasi a metà strada quando sente una macchina rallentare proprio al suo fianco. È la volta buona che ci lascia le penne, altro che vita lunga e lontana dalla zanne, lei sta per morire in una stradina periferica che puzza di pipì di gatto e vomito. Sta per mettersi a correre quando dal finestrino esce una voce familiare.
“Grazie a Dio ti abbiamo trovata.”
Si china per guardare dentro alla macchina cercando conferma ai suoi pensieri.
Si apre in un enorme sorriso quando riconosce Sam.
“Sam Winchester. Mi hai creduta! Non sai quanto te ne sia grata!”
Sam esce dall’auto ergendosi in tutta la sua altezza. Talia rimane a guardarlo un attimo, come imbambolata. Sam è estremamente, esageratamente alto, lei gli arriva si e no al petto. Porta i capelli lunghi e il suo viso ha perso quell’innocenza che lo caratterizzava a Stanford nonostante i suoi occhi esprimano sempre quel senso di purezza e fiducia che lei ha sempre trovato rassicurante. Si china per stringerla a se e per un attimo la ragazza si sente come avvolta da un enorme plaid, quelli caldi che d’inverno ti riscaldano dal freddo glaciale e ti fanno sentire protetta da eventuali mostri notturni. Lo stringe perché averlo lì in quel momento è una benedizione e vuole esprimergli tutta la sua gratitudine. Sono sei anni che non si vedono, né sentono, ma è bastata una telefonata e lui è arrivato. I suoi muscoli si rilassano sempre di più, tanto che smette di tremare.
“Ok, Talia. Va tutto bene.” le sussurra, passandole una mano sulla schiena. “Sali in macchina, ti portiamo a casa.”
Talia obbedisce. Sale sul sedile posteriore e si rannicchia, ancora leggermente spaventata. Saluta il ragazzo alla guida che deduce essere il fratello di Sam, Dean. Non l’ha mai conosciuto, ma Sam l’ha nominato, qualche volta. Dean, il fratello maggiore che si prendeva cura di lui quando suo padre non c’era. E a detta di Sam, suo padre non c’era mai.  
“Grazie per essere venuti.” Dice.
“Di niente.” Risponde Dean, guardandola dallo specchietto. Nota che la ragazza abbassa subito lo sguardo. È rannicchiata in se stessa, non sa bene se sia per la paura provata poco prima o per l’imbarazzo. È bassina, sarà sul metro e sessanta – l’ha dedotto paragonandola all’altezza di Sam, poco prima. I suoi capelli sono lunghi e ricci, di un castano rossastro. Non riesce a vederle bene il viso, visto la penombra che regna nell’abitacolo, ma sembra carina. Gli ricorda una bambola di porcellana. Quelle che metti su una mensola e ammiri per il resto della tua vita, ma che non sposti mai perché hai paura che toccandole potresti farle cadere e finire in mille pezzi.
Talia guarda fuori dal finestrino, guardinga. Dean mette in moto e parte, lasciando quella stradina e dirigendosi sempre più verso il centro, dove c’è la vita. Gente che cammina per strada, ragazzi che hanno sforato di troppo il coprifuoco e stanno tornando a casa, correndo. Il cacciatore si ferma al semaforo rosso e tira un’occhiata furtiva alla passeggera. Sembra più rilassata, tanto che ha persino smesso di mordicchiarsi il labbro.
Quando il verde scatta, Dean riparte, ma si rende conto di non sapere dove andare.
“Ehm.. Talia?” la chiama. La ragazza lo guarda nello specchietto. “Dove devo andare?”
“Oh, giusto. Scusate. Curva ora a destra.”
Dean obbedisce. Sbucano in una strada piena di casette tutte piccole e tutte attaccate l’una all’altra, divise solo da delle strisce di giardino laterali.
“Ecco, imbocca il vialetto a sinistra.”
Dean fa nuovamente come gli dice e sbucano davanti ad una casetta veramente piccola, bianca con le persiane blu. Parcheggia nel vialetto e scendono dalla macchina.
I Winchester d’istinto si mettono ai lati della ragazza e Talia, improvvisamente, si sente una specie di nana da giardino. È sempre stata consapevole della sua bassezza, ma mai come in quel momento, dove alla sua destra sta Sam che ad occhio e croce supera il metro e novanta e alla sua sinistra sta suo fratello che sarà un metro e ottanta se non di più.
Una volta arrivati davanti alla porta, Talia rovista dentro alla sua borsa per trovare le chiavi, apre e fa entrare i due fratelli.
“Questa è la mia umilissima dimora. Mi casa es tu casa, se si dice così.” Dice accendendo la luce.
La casa è piccola, ma in ordine. La cucina e la sala sono praticamente la stessa stanza, divise solo da mezzo muretto. C’è un corridoio che probabilmente porta alle camere e al bagno. Tutto sommato, è accogliente.
“Talia..” comincia Sam.
Lei si volta a guardarlo. Capisce dalla sua espressione cosa vuole sapere e lei è pronta a dirglielo.
“Metto su del caffè, ok? Ne ho bisogno.”
I due annuiscono, Dean torna in macchina a prendere il borsone con le armi per precauzione e Sam rimane con Talia.
La osserva mentre si toglie la felpa, rimanendo con una canottiera bianca che le aderisce perfettamente al corpo, evidenziando la pancia piatta e – nonostante Sam si sforzi di non notarlo – il seno sorretto perfettamente dal reggiseno anch’esso bianco.
La guarda legarsi i lunghi capelli in un ciuffo disordinato da cui esce qualche riccio. Sorride. Quel gesto gli è così familiare. Lo faceva sempre quando doveva concentrarsi per fare qualcosa.
Talia inizia a trafficare con la moca del caffè e non si rende conto di avere gli occhi di Sam puntati addosso.
Quando Dean torna, invece, è la prima cosa che nota. Lo sguardo negli occhi di suo fratello è languido e tenero. Guarda quella ragazza come se fosse una specie di visione paradisiaca e in effetti non fa fatica a capire il perché, Talia ha decisamente dei punti a suo favore, tipo il culetto a mandolino, fasciato perfettamente nei jeans. Ma Dean ha l’impressione che nello sguardo di suo fratello ci sia qualcosa che vada al di là dell’evidente bellezza fisica della ragazza.
“Sam?” lo chiama per distoglierlo dalla sua improvvisa trance.
Il minore si volta verso il fratello. “Mh?”
“Vuoi un fazzolettino per asciugare la bava, per caso? C’è qualcosa che non mi hai detto?” assottiglia lo sguardo mentre chiede l’ultima domanda, come se volesse scrutare dentro alla testolina instabile di suo fratello.
“No. Ti ho detto tutto.” Conclude, alzando le spalle.
Dean sgrana gli occhi, sentendosi palesemente preso per il culo.
“Quindi una tua vecchia amica del college la guardi come se avessi appena visto la cosa più bella di questo mondo? Hai idea di che faccia avessi, prima che entrassi? Sembravi in estasi!”
Sam si sente ferito nel vivo, vorrebbe ribattere che non ha capito un bel niente, ma Talia li chiama.
“Il caffè è pronto!”
Il maggiore dei Winchester tira un’occhiata al minore come per dire non te la caverai così, piccolo bastardo e Sam semplicemente lo liquida con un gesto della mano. Cosa che fa ancora più infuriare Dean. Come si permette?
Dean si toglie il giubbotto e lo sistema sul divano – dopo che Sam ha fatto la stessa cosa. Si tira su le maniche della camicia e si accomoda al tavolo, vicino al suo caro fratellino.
Com’è che si dice? Prima il dovere poi il piacere. Se sono lì è per un motivo serio, quindi ascolterà ciò che Talia ha da dire e poi procederà a fare domande che non riguardano in alcun modo i Leviatani.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Roscoe24