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Autore: Socrata    12/01/2016    1 recensioni
Non era una storia come tante, come invece cercava di ripetersi ogni volta che lui tornava a tormentarla.
Lo aveva conosciuto al primo anno d'università: sostituiva il professore alle lezioni di Diritto Privato. Era osannato da tutte, ma lei lo reputava troppo innamorato di se stesso per trovarlo interessante. Eppure, fu proprio lui a chiamarla quando rifiutò il voto all'esame: era luglio del 2009.
Da allora era iniziata la loro strana relazione, fatta più di intenzioni, di parole mai dette e di delusioni che di qualcosa di reale.
Un rapporto che in bene o in male, mentre Dante era divenuto ormai professore associato, era arrivato sino alla preparazione al concorso di magistratura di Eleonora.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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quarta lezione

Avevo ormai deciso che sarei diventata una giurista migliore del dottor Dante Palermo, ma la verità era che l’impresa si dimostrava essere molto più complessa del previsto. La mia arroganza mi stava costando cara, specie con riguardo alla mia autostima: ero solo una studentessa alla sua seconda sessione d’esami e mi rendevo sempre più conto di come gli ammonimenti del dottor Palermo fossero spaventosamente veritieri. Il diritto privato non era una materia facile, il libro non era affatto agevole e di facile intuizione e sebbene le lezioni fossero servite, non erano di certo sufficienti da sole a ottenere una sufficienza.

D’altronde io non volevo la sufficienza, oh no. Io volevo il trenta, con lode.

Mentre il caldo torrido di quella estate non dava tregua, io e Alessandra ci ritrovavamo a studiare presso la sua villa a Fiumicino, dove potevamo godere della piscina privata.

La mia amica era intenta a preparare uno dei suoi esami impossibili ed io a sottolineare il libro con un pennarello rosso sangue, un colore non a caso alla luce dell’impegno che ci stavo mettendo nella preparazione.

Ero particolarmente intenta a cercare di capire cosa volesse comunicarmi il paragrafo “tesi sulla causa del contratto”, quando Alessandra mi distolse dalla mia concentrazione:

Ah! Mi sono dimenticata di dirti una cosa!

Sbuffai, onestamente qualsiasi cosa fosse non credevo potesse essere più rilevante di quelle pagine, ma cercai di non essere troppo antipatica.

Cosa?

Indovina chi c’era ieri in giro per l’università?

Iniziai a dire una sfilza di nomi al maschile e al femminile che avevano caratterizzato i nostri anni spesi al liceo, poi passai ai nomi più improbabili di persone che per disgrazia erano capitate nelle nostre vite, infine mi arresi.

Ale, onestamente non ne ho la minima idea…

C’era un ragazzo vestito in modo molto formale e ammetto molto intrigante, completo blu con giacca e cravatta. Non sono cose che si vedono alla facoltà di ingegneria e infatti NON era di ingegneria…

L’argomento continuava a non entusiasmarmi, sebbene un piccolo brivido attraversò la mia schiena. Dai, non può essere…

Insomma, un tipetto niente male: capelli mori, occhi nocciola e carnagione chiara… al che mi sono ricordata di una tua descrizione..

Ok, hai la mia attezione, ingegnere malefico!

Ovviamente sono andata ad informarmi” e nel dirlo, Alessandra si atteggiò a nobildonna dell’Ottocento con fare scherzoso, “…e bingo! Era proprio il tuo Palermo!

Di MIO non c’è niente!”, risposi risentita.

Oh andiamo, piantala di essere così suscettibile sull’argomento! Tanto ti conosco, la verità è che ti piace ed è comprensibilissimo ora che l’ho visto!

Non mi piace! Non sono come tutte le altre! Lo trovo.. irritante!

L’unica cosa che ti irrita è che non ti abbia avvicinata come avviene con tutte le altre di cui mi hai parlato. Dovresti essere più onesta con te stessa…L’incapacità di comprendere i tuoi sentimenti ti rende una delle persone più ottuse che conosca!

ah-ah! Senti chi ha parlato!” e con un sorriso le tirai bonariamente la matita che andò a finire nella piscina. Tra le risate di entrambi, mi alzai dal tavolo ed uscii nel padio per cercare di recuperare la matita. Mentre cercavo qualcosa per recuperare il mio strumento di studio, Alessandra alle mie spalle cambiò tono:

Eleonora, lascialo stare, togliti dalla testa questa specie di fissa di diventare migliore di lui. Lui sta con una tipa della mia università, un dottore di ricerca del professore di Costruzioni. Stanno insieme da dieci anni, dicono”, una fitta mi strinse il cuore e il respiro si mozzò, per fortuna la mia amica non poteva vedere il mio volto, che probabilmente avrebbe tradito qualcosa che neanche io ero in grado di riconoscere in quel momento.

Perché questa sensazione?? Era ovvio che non potesse stare da solo e che avesse una compagna! Non è una novità! E poi a me cosa interessa?? Io voglio solo diventare migliore di lui!

Dopo qualche istante di secondo, mi girai verso di lei con la serenità e la determinazione di chi sa qual è la sua strada.

Ale, davvero, non mi interessa cosa faccia o con chi stia. Anzi, era prevedibile che avesse una storia. Mi aspettavo una giurista, ma evidentemente non è così banale, mi dispiace per quella mandria di ragazzine assatanate di cui si circonda!

La mia amica mi scrutò per un po’, dopo di che scosse leggermente la testa:

Quindi è un caso che da quando ha iniziato a farti lezione, la tua storia con Marco prima ha perso qualche colpo ed infine è crollata, giusto?

Giusto. Neanche conosco il dottor Palermo, mi sembra veramente eccessivo riconoscergli tanta importanza”.

Va bene, Ele. Magari mi sbaglio, ma se così non dovesse essere… Dimmelo e cerchiamo un modo per sopprimere la sua donna!

Scoppiamo a ridere, mentre il cielo iniziava a tingersi delle tinte della sera.

*** *** ***

Le lezioni erano finite o stavano per concludersi e gli esami iniziavano ad avvicinarsi. Per la verità, passai proprio così il 29 maggio del 2008, a sostenere l’esonero di economia politica mentre mia madre ed alcuni familiari mi attendevano a casa per festeggiare il mio ventesimo compleanno.

Economia politica fu uno degli esami che mi fece seriamente prendere in considerazione l’ipotesi di cambiare facoltà, se non fosse stato per il mio sogno di diventare magistrato antimafia, forse avrei persino potuto cedere alla tentazione.

Uscii dall’aula 4 nella quale si era appena tenuto l’esonero e vi trovai Federico, il mio amico più caro insieme ad Alessandra.

Hola Mostro! Tanti auguri!!” e così dicendo mi porse un piccolo mazzo di fiori con il sorriso tipico di un bambino innocente. In effetti Federico era esattamente così, un bambino o poco più con i capelli scompigliati, gli occhi gentili e il sorriso innocente. A volte era troppo immaturo e nonostante la sua altezza, doveva ancora comprendere come funzionasse il mondo degli uomini: mi ricordava il Piccolo Principe. Era forse la persona più buona che avessi mai conosciuto, di quelle pure che non si sono fatte contaminare dalla società. Mi piace il suo modo di vivere e il suo modo di ridere, erano spontanei e contagiosi.

Grazie Teddy! Addirittura i fiori!”, il soprannome “Teddy” non era a caso, perché come l’orso di peluche che stringiamo da piccole, così Federico mi riscaldava e mi rassicurava nei momenti più tristi.

Per forza! Sei uscita dell’era dei “teen” ed entri nei “twenty”, era importante sottolinearlo!

Ehi, ci sei entrato prima tu!”, era impossibile dimenticarsi che era nato lo stesso giorno del compleanno di Roma, il 21 aprile.

Dettagli…” e così dicendo mi regalò uno dei suoi sorrisi, “come è andato l’esame?

Ah boh, spero bene!

Ci incamminammo per il grande corridoio della facoltà di giurisprudenza, quando una voce si sentì alle mie spalle e riconoscendola mi girai:

Ehi piccola matricola dispersa!

Emanuele! Da quanto tempo!”, mi fece oggettivamente piacere rivederlo.

Wow, ti ricordi il mio nome, devo aver fatto colpo!

Il nuovo arrivato passò lo sguardo da me a Federico, il quale bonariamente gli rivolse uno sguardo incuriosito. Emanuele, tuttavia, non accennò a smorzare il suo entusiasmo né face ulteriori domande sulla mia compagnia e si aggiunse a noi.

Ma tu stai sempre in giro?” gli chiesi in modo scherzoso.

Sono uno importante io, che ti credi!?”

Eh, ma infatti mi chiedevo..cosa fai?!

Mi sto laureando!” disse lui gonfiando il petto come un gallo e arricciando le labbra: la sua imitazione fece ridere anche Federico accanto a me.

Beh, credo che sia un male necessario che spetti a chiunque voglia uscire da questa università!”, risposi ancora sorridendo.

Sì, ma io non voglio uscire! Sto preparando il dottorato!

Prima guardai Federico in cerca di un appoggio, ma evidentemente neanche il mio amico ne sapeva nulla, al che mi rivolsi al mio interlocutore principale con aria interrogativa.

Il dottorato?? Non hai presente?? Ahhh ma sei proprio una matricola!” e rise nuovamente. Ormai ci trovavamo fuori dall’edificio, nel grande padio davanti all’entrata della facoltà, all’ombra del grande edificio. Emanuele stava per iniziare a parlare quando qualcuno ci interruppe:

Emanuele, buongiorno”, ci girammo tutti all’unisono e dal bar dislocato accanto a degli alberi avanzava il dottor Dante Palermo, non troppo distante da noi. Mentre procedeva, passò in un tratto baciato dal sole e i suoi occhi splendettero di una luce mai vista, divennero come l’ambra liquida e per un istante non mi curai dei ruoli, del luogo o dei miei propositi. Lo fissai incedere verso di noi, mentre sostenevo il suo sguardo e incantata non riuscivo a distrarlo: lui ricambiava e con decisione sembrava comunicarmi qualcosa, che tuttavia non compresi.

Arrivò tra noi e cominciai a pensare che fossimo veramente in troppi mentre lui proseguì rivolgendosi al laureando:

Ti ho mandato poco fa un’email, dentro troverai gli allegati di cui ti ho parlato. Mi raccomando, studiateli bene perché potrebbero essere un argomento papabile

Papabile per cosa? Non poteva trattarsi della laurea, quella gli studenti la preparano da soli…

Ero confusa e vagamente stordita e non notai che Federico non aveva perso neanche un momento della scena. Sembrava un bambino, è vero, ma era un ottimo osservatore, una di quelle persone a cui vorresti sempre chiedere “cosa ne pensi di questo comportamento?” perché spesso hanno la risposta giusta.

Sentii la sua mano poggiarsi sulla mia spalla e mi girai verso di lui, dovendo necessariamente alzare la testa, essendo Federico alto un metro e novanta.

Dovremmo andare, tua madre ci sta aspettando a casa con tutti gli altri…”, lo disse con tono perentorio, il che non era affatto da lui.

E così statuendo, guardò fisso il dottor Palermo.

Hai ragione..”, non trovavo un valido motivo per indugiare ulteriormente in quel posto, specie perché non sapevo come comportarmi col dottor Palermo, ma mentre cercavo di dare un senso ai miei pensieri, il dottore di ricerca con calma serafica si voltò:

Che splendidi fiori: margherite e papaveri. Insolito come bouquet” e così parlando, sfiorò uno dei papaveri, sporgendosi verso di me e invadendomi col suo profumo di colonia che ormai avrei riconosciuto fra mille. Lo presi come un affronto o comunque come un’invasione non autorizzata della mia privacy.

Sono i miei preferiti, per questo ci sono solo margherite e papaveri!”, probabilmente il mio tono stizzito lo incuriosì perché alzò i suoi occhi nocciola sui miei e li incatenò ai suoi. Voleva la guerra? Beh, l’avrebbe avuta!

E se posso chiedere, sono per un evento in particolare?

Cosa vuoi da me?? Pensi che ti cadrò ai piedi come le mie mediocri colleghe? Scordatelo!

Un compleanno…” risposi imperturbabile. Era evidente che in quel momento stessimo tenendo una conversazione che aveva ben poco a che fare con i fiori e che sapeva di sfida, anche se onestamente non riuscivo a comprendere le sue intenzioni. Specie ora che ero a conoscenza della sua storia con l’ingegnera dottore di ricerca, proprio quel ricordo mi portò a guardarlo con gelo ed il mio cambio di atteggiamento non passò inosservato. Federico mi guardò con aria interrogativa mentre il dottor Palermo raddrizzò la schiena. Mi diede un’ultima occhiata e forse avrebbe aggiunto qualcos’altro se Emanuele non fosse intervenuto:

Grazie Dante, lo farò sicuramente!” Dante?? Lo chiama per nome??? Ero veramente stupita.

Piccola matricola, mi dispiace ma non ricordo il tuo nome!

Eleonora…

Esatto, Eleonora! Tanti auguri! Vedrai che l’esonero sarà andato alla grande!

Avevo lo sguardo basso, non volevo che il dottor Palermo sapesse di me più di quanto non potesse apprendere da solo, eppure grazie all’entusiasmo di questa nuova conoscenza ora sapeva non solo il mio nome, ma anche che era il mio compleanno e che avevo appena sostenuto un esame.

Non sapevo perché ma non volevo condividere nulla con lui, la mia insofferenza cresceva.

Andiamo Fede, è tardi. Grazie per gli auguri, arrivederci dottore” Fui il più telegrafica possibile, ma Emanuele ancora una volta sembrava non volermi lasciare andare:

Possiamo sempre andare a bere qualcosa al bar per festeggiare!

Volevo sotterrarmi. Il dottor Palermo rimase immobile nella sua posizione e non aggiunse altro, io mi mordevo nervosamente il labbro ma per fortuna potevo contare su un valido aiuto.

Credo che sarebbe un’idea fantastica, ma purtroppo non oggi. Se non la riporto a casa per festeggiare, mamma Carola mi fa a pezzetti e credetemi non è simpatico il Generale quando è infuriato!” finalmente intervenne Federico e prendendomi sottobraccio iniziò a trascinarmi via, mentre espirai un sospiro di sollievo.

Sarà per la prossima volta, ciao!”, non avevo intenzione di guardare verso la direzione del dottor Palermo, avrebbe letto forse il mio sguardo contrariato per cui senza aggiungere altro, seguii Federico che si avviava verso la macchina.

Il vento che decretava la fine della primavera e l’inizio prossimo dell’estate portò a me quello che era poco più di un sussurro:

Auguri, studentessa raccomandata…” e per un istante mi bloccai, per un brevissimo istante anche il mio cuore smise di muoversi. Iniziavo ad odiare questa sensazione così spiacevole e sconosciuta.

Fede, mia madre non tornerà a casa prima di stasera..

Lo so, ma dovevo portarti via…

Perché?

Pensavo stesse organizzando qualcosa, ma si girò verso di me e i suoi occhi verdi erano carichi di una preoccupazione e di una serietà che raramente avevo riscontrato:

Perché non ti ho mai visto così spaventata

Io… non ero… spaventata

Lo eri Ele, lo eri. E forse, da oggi, lo sono anche io…”, aggiunse abbassando lo sguardo con aria triste.

… Non capisco...”, dissi realmente confusa.

Non importa, Ele. È il tuo compleanno, tutto il resto può aspettare

Mi dedicò un sorriso sincero che spazzò via la mia inquietudine, almeno fino al giorno dopo.

 

 

 

Angolo dell’autrice: Allora, ho aggiornato subito perché non vedevo l’ora di presentarvi Federico! È un personaggio a cui voglio molto bene e spero vivamente che vi piaccia come piace a me, non ho volutamente detto molto di lui perché sono curiosa di sapere come ve lo state immaginando.

Piano piano il dottor Palermo prende forma, vi chiedo di essere pazienti.

Grazie per le recensioni che mi avete lasciato, come vedete più mi scrivete più mi infervoro a scrivere eheheh

Ringrazio come sempre siuri1, Beatrice29 e Angyblu: grazie ragazze, siete la mia marcia in più!

Alla prossima! (non vi abituate ad aggiornamenti così rapidi!... o forse sì eheh)

   
 
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