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Autore: LilyOok_    14/01/2016    1 recensioni
[...]Continuava a fissarmi... I suoi occhi erano come il cielo in tempesta: blu intenso con qualche lampo chiaro, come i fulmini che risplendono nelle notti di temporale.
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Darcy, capitolo uno.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PREMESSA: Non so esattamente se vi devo avvertire di qualcosa, però forse ci saranno delle immagini un po' "crude" ma niente di che, insomma, non credo che per questo dovrei passare da arancione a rosso però vorrei che a fine capitolo mi consigliaste cosa fare, perché potrebbe succedere ancora ^^
Grazie e buona lettura :*












≈Capitolo sei 
 
Case!
Non potevo credere ai miei occhi!
Dopo tanto camminare e faticare, finalmente un piccolo villaggio.
“Qui troveremo qualcuno che potrà aiutarti.” Dissi a Kili, che annuì stancamente.
Scesi da cavallo, legandolo ad un albero, poi mi caricai il Nano sulle spalle e mi incamminai.
“Accidenti, quanto pesi...” Mormorai, mentre mi guardavo intorno cercando un guaritore o un qualunque abitante di quel piccolo mucchietto di case di pietra.
“Hey, tu!”
Mi sentii chiamare e il modo in cui avvenne mi irritò a tal punto da dovermi trattenere dall’estrarre Tempesta.
“Dici a me?” Domandai, inarcando un sopracciglio.
Davanti a me si era parato un giovane uomo – alto, biondo, occhi chiari e sguardo seducente.
“È un Nano quello che hai sulle spalle?” Mi chiese, indicando Kili.
“Qualche problema a riguardo?” Feci subito io, sul piede di guerra.
Quello alzò le mani in segno di resa e mi sorrise, facendo un passo avanti.
“No, nient’affatto. È solo che t’ho vista un po’ affaticata e mi chiedevo se non ti servisse una mano. È ferito?”
Mi presi qualche secondo per osservarlo bene.
Effettivamente sembrava innocuo, ma sarei rimasta con i sensi all’erta.
“No, ma ha una brutta febbre. C’è un guaritore da queste parti?” Domandai, più calma. Iniziavo a sentire il fiato corto per la fatica.
“Sei fortunata, mio padre lo è. Avanti, lascia che t’aiuti.” E così dicendo, senza nemmeno darmi il tempo di rispondere, prese il giovane dalle mie spalle e se lo caricò sulle sue. “Seguimi.”
 
 
La sua casa era decisamente rustica, arredata con l’essenziale.
Vi era un grande camino alla fine del salotto, con davanti un lungo tavolo da almeno dodici persone.
Mentre Harald, il padre del giovane, si occupava di far scendere la febbre al mio compagno, io sedetti su una delle poltrone di fianco al camino, di fronte a suo figlio.
“Comunque, io mi chiamo Ben. Tu come ti chiami?”
Guardai Ben inclinando il capo da un lato.
Mary.” Dissi senza esitazione.
“Oh, carino.” Sorrise.
Come mio solito, rimasi impassibile, spostando lo sguardo sulle fiamme che ondeggiavano attorno ai ciocchi di faggio.
“E così... un’Umana e un Nano... che strana coppia.” Ridacchiò. Lo gelai con uno sguardo e lui si grattò il capo “Intendevo dire insolita.” Si corresse.
“Non siamo una coppia.” Dissi io “Siamo solo compagni di viaggio.”
Feci vagare lo sguardo sopra le pareti: qualche quadro con disegni di mappe o piante ed erbe medicinali, su uno era disegnato un cavallo.
Sopra il camino, invece, due grosse asce erano incrociate e appese alla parete.
“Sei un combattente?” Chiesi, cogliendolo alla sprovvista.
“Come, scusa?”
Indicai con un cenno del capo le scuri e lui sembrò finalmente capire.
“Ah. No, a dire la verità con quelle ci facciamo la legna per l’inverno.” Rispose, quasi imbarazzato. “Ma tu lo sei, vero?” Mi chiese poi, puntando lo sguardo sulla mia spada.
Vi posai il palmo, accarezzandone l’elsa.
“Una specie.” Dissi.
“Forte!” Esclamò “È la prima volta che incontro una donna che sappia maneggiare un’arma.”
Avrei voluto dire qualcos’altro, ma suo padre entrò nella stanza, sorridendomi.
“Il tuo amico sta meglio. Gli ho dato delle erbe che gli faranno scendere la febbre.” Mi disse.
“Grazie.” Chinai il capo in segno di rispetto. Infondo, quelle persone non sapevano nemmeno chi fossimo, ma ci avevano aiutato ugualmente.
“Hai bisogno di essere medicata, ragazza?” Mi chiese poi e io lo guardi senza capire, confusa.
“Non sono ferita.”
“La tua camicia è sporca di sangue.”

 
◦◦◦
 
Il mal di testa stava scemando.
Mi era mancato il tepore di un letto, però... il calore del corpo di Darcy non valeva queste comodità.
Anche se lo aveva fatto solamente perché non potevamo accendere un fuoco, in un certo senso lei mi aveva stretta a sé, come se avesse voluto proteggermi.
Non riuscivo davvero a capire i suoi comportamenti; a volte sembrava combattuta, altre volte mi fissava quasi con dispiacere.
Di una cosa ero certo: non si sarebbe lasciata andare facilmente e io non volevo forzarla.
Sapevo però che la sua corazza si stava crepando, iniziava a cedere, con molte difficoltà.

 
◦◦◦
 
“Non è mio.” Abbassai gli occhi, ripensando al volto di Mart contratto in quella risata di scherno mentre mi augurava di bruciare.
Lo avevo ucciso. Avevo ucciso un mio compagno, un mio amico.
Ahkkár doveva aver offerto molto a quegli uomini... soldi, armi, titoli, qualsiasi cosa pur di riavermi.
Ma perché non riesce a capire che–
Sobbalzai quando Harald poggiò la sua mano sulla mia spalla.
Mi guardò con dolcezza e mi sorrise. Un po’ mi ricordò mio padre.
“Spero sia stata una buona caccia.”
All’inizio non capii, poi vidi Ben che si rilassava e allora compresi e risposi al suo sorriso, grata. “Si, lo è stata.”
 
◦◦◦
 
Dopo un leggero bussare alla porta, essa si aprì e Darcy si avvicinò a me.
“Hei.”
“Hei.” Risposi al saluto, facendole segno di sedersi sul letto.
Era calato il sole e dalla finestra si intravedevano le stelle.
“Come ti senti?”
“Meglio, grazie.” Le sorrisi, ma come al solito lei non ricambiò.
Fee un bel respiro, poi mi guardò dritta negli occhi: “Bene, perché non appena starai bene del tutto tornerai a casa. Harald può darti un pony.”
“Aspetta, cosa?! Ma che stai dicendo?” Chiesi, sorpreso e sconcertato “Vuoi lasciarmi qui?” Non potevo crederci.
“È la cosa migliore. Ti sei ammalato per seguire me, potrebbe capitarti qualsiasi cosa per seguire me! Potresti morire. Questa non è la tua guerra, è la mia. È ora che io la affronti da sola.”
Rimasi a fissarla per un lungo istante.
Ma che le era preso? Che diamine stava dicendo?
Come poteva pensare che l’avrei lasciata andare da sola?
“No. Non esiste.” Ribattei, infine.

 
◦◦◦
 
Avrei voluto lanciare un grido di frustrazione.
Perché doveva essere così difficile?
“Ma perché non vuoi capire? Avresti dovuto lasciarmi andar via da sola fin dall’inizio, non lo hai fatto. Fallo adesso! Hai la possibilità di tornare a casa, rivedere la tua famiglia. Sfrutta questa occasione, ti prego...”
Non volevo realmente che se ne andasse ma non volevo nemmeno che gli accadesse qualcosa a causa mia.
“Darcy...” Si mise a sedere e mi prese la mano.
La strinse, poggiando il capo sulla mia spalla.
Un campanello d’allarme mi risuonò nella testa, ma lo scacciai.
Non lasciarti andare mi disse la voce dentro di me, ma scacciai anche lei.
“Ti prego...” Sussurrai, sentendo una lacrima spingere per cadere dalle ciglia.
La rimandai indietro.
Darcy non piange mai.
“Non posso.” Mi disse Kili, poi alzò la testa e si portò la mia mano al petto. “Lo senti?”
Annuii. Sotto il palmo potevo sentire il battito del suo cuore.
“Non posso.” Ripeté.
Ci guardammo per un tempo interminabile e quando mi riscossi, i nostri volti erano troppo vicini.
Ma non mi allontanai.
Kili mi fece una tacita richiesta e io, con una tacita risposta, acconsentii.
E allora le sue labbra furono di nuovo sulle mie, dolci, delicate.

 
◦◦◦
 
Mi aveva permesso di baciarla.
Le sue labbra erano morbide e calde, come la prima volta.
Quando ci allontanammo, lei mi sorrise.
“Se non puoi lasciarmi andare, sbrigati a guarire. Non abbiamo molto tempo. Questa è brava gente; non voglio che succeda niente ad Harald né a Ben.”
“Grazie.” Sussurrai, rubandole un bacio su una guancia.
“Va bene, ma ora non prenderti troppe libertà!”
Scoppiammo a ridere insieme.
 
 
 
Quando mi svegliai, trovai Darcy accanto a me, con il capo poggiato alla mia spalla.
Avrei voluto accarezzarle una guancia ma ci fu un botto e poi un grido di dolore e lei aprì gli occhi di scatto.

 
◦◦◦
 
Sentii un forte rumore e poi la voce di Ben gridare in modo straziante.
Mi alzai di scatto e Kili fece per seguirmi.
“Aspetta, Kili, prendi l’arco!” Gli ordinai e nel frattempo iniziai a scendere velocemente le scale, bloccandomi in fondo.
Quando anche lui arrivò, si paralizzò davanti a quello spettacolo raccapricciante.
Tre uomini vestiti con giacca e pantaloni di pelle neri e borchie di ferro, come me. Erano loro.
Ai loro piedi... il corpo di Ben giaceva privo di vita.
Lo avevano squarciato dal bacino fino al collo e poi gli avevano aperto la gola.
Il suo sangue imbrattava il pavimento, allargandosi sotto il suo corpo.
“Scappate!” Gridò Harald.
Mi riscossi, scattando in avanti verso la porta e trascinando con me Kili.
Darcy!” Mi si avventò contro un uomo fulvo. Non lo conoscevo, ma dalla sua stazza e i suoi muscoli intuii che fosse forte.
Sguainai Tempesta e lottai contro di lui, mentre Kili scoccò una freccia che colpì in pieno petto un altro di loro.
Con un grido mi avventai sul mercenario ma egli, con la sua scure, riuscì a ferirmi un braccio.
Lo disarmai, ferendolo all’avambraccio con il quale impugnava l’arma ma lui estrasse subito un pugnale dalla cintola e mi perforò il fianco destro.
Gridai di rabbia e dolore prima di infilzarlo e vedere la vita scivolare via dai suoi occhi scuri.
L’ultimo rimasto, che teneva Harald per i lunghi capelli striati di grigio, mi guardò schifato, sputò a terra e poi sorrise malvagio. “Ue dre nki yun, ur na shdeehr.*
Sgranai gli occhi.
Guardai Harald con rammarico, prima di prendere Kili per un braccio e fuggire via, anche se non fui abbastanza veloce da non vederlo morire con la gola tagliata.
“Kili, corri!” Facemmo più in fretta che potemmo e quando arrivammo al cavallo, lo aiutai a salire.
Mi tese la mano ma io gli sorrisi e poi battei un colpo sull’animale che iniziò a galoppare.
“Darcy!” Gridò il Nano.
“Vai a Rohan, Kili, trova Ren! Vai!” Urlai verso di lui, poi mi misi a correre e imboccai il bosco dietro il villaggio.
L’ultimo seguace di Ahkkár mi stava alle costole e io iniziavo ad avere la vista offuscata a causa del sangue che avevo perso dalle ferite.
Arrivai in prossimità di un fiume, l’Inondagrigio, ormai stremata e mi fermai.
La corrente era forte e spingeva le acque via, giù, verso sud del Grande Mare.
Sentii i passi dietro di me rallentare e poi fermarsi.
Strinsi forte l’elsa di Tempesta e mi voltai, cercando di mantenere il mio cipiglio combattivo e ignorare il dolore e la spossatezza.
Derst in ka, Ahkkár olneder.** Per cosa vi siete venduti tu e i tuoi compagni? Terre? Soldi? Donne? Mi dispiace, ma non tornerò indietro.” Dissi sprezzante, sputando del sangue a terra.
“Sei così sicura di te stessa. Le storie su di te sono vere, dunque.” Disse quello, quasi ridendo.
“Perché non mi uccidi?” Lo sfidai. Il sapore metallico che avevo in bocca iniziava a darmi la nausea.
Feci un passo in avanti ma dovetti sorreggermi alla spada per non cadere.
“Mi è stato dato l’ordine di riportarti indietro, anche in fin di vita, ma morta no. Se solo osassi, Ahkkár mi ucciderebbe. E poi che gusto ci sarebbe? Non ti reggi in piedi.” Rise schernendomi con le sue parole.
“Allora spero che mi ucciderai così poi lui ti toglierà quel ghigno dalla faccia!” Gridai e mi avventai su di lui; il fianco mi bruciava a morte e il braccio non riusciva a sostenere il peso della spada.
Finii per indietreggiare, sulla difensiva, finché non misi un piede in fallo e caddi nel fiume.
Il rumore della corrente mi inondò le orecchie, ovattando il resto.
Poi avvertii un colpo alla testa e mille puntini blu, neri e bianchi iniziarono a danzarmi intorno, finché non fui avvolta dall’oscurità.

 
◦◦◦
 
Tornai indietro il più in fretta che potei.
Cavalcare un cavallo era più tosto difficile, visto che non arrivavo alle staffe.
Strinsi le ginocchia e tirai le redini quando arrivai in prossimità del fiume al confine con il Minhiriath e l’Ened Waith.
Saltai giù dalla sella, consapevole che non sarei più riuscito a risalirvi.
Comico, ma sarei dovuto arrivare a Rohan a piedi.
Darcy aveva detto di cercare un certo Ren. Fosse lui l’amico di cui parlava?
Ma non potevo certo abbandonarla, no.
Non in quel momento.
Né mai.
 
Cercai le sue tracce lungo la sponda, finché non vidi delle macchie di sangue sporcare il terreno chiaro.
“No...” Mormorai, iniziando a guardarmi intorno.
Non vi era traccia di lei, ma le macchie del suo sangue finivano esattamente dove la corrente attraversava il suo letto.
Che vi fosse stata spinta o vi fosse caduta, Darcy era stata portata via dal fiume e Mahal solo sapeva se era ancora viva.
“Darcy!” Gridai, lo sguardo rivolto al cielo.
Non poteva essere successo davvero.
Non poteva essere morta.
Lei... mi aveva salvato.
Gridai di rabbia e scagliai una pietra in acqua.
Dapprima non me ne resi conto, ma poi realizzai che il sasso aveva colpito qualcosa di metallico.
Mi avvicinai e mi affacciai sulla sponda: impigliata alle radici di un albero stava Tempesta.
La recuperai e l’accarezzai, pensando a lei.
Mi ripresi dal dolore e mi alzai in piedi, iniziando a camminare verso il villaggio.
Avrei preso un pony, anche con la forza se necessario, e poi avrei costeggiato il fiume fino a trovarla... o almeno a trovare il suo corpo.




* PROVA A SCAPPARE E LUI MORIRA'
** SALVE A TE, SEGUACE DI AHKKÁR (Riguardo a questo, ogni volta che leggerete "Derst in ka" significa "Salve a te". Questo è il loro saluto, della gente di Darcy ^^)





















-Angolino autrice-

Buonsalve miei dolci lettori ^^
Ecco a voi un capitolo un po' movimentato, direi uhuhuhhu....

Allora, qui è avvenuta una bella separazione, AHI AHI AHI, e ora?
A patto che Kili riuscirà a trovare Darcy o il suo corpo, cosa farà poi?
E Darcy? Potrebbe essere morta, infondo aveva perso troppo sangue... l'acqua poi non aiuta.
Magari si risveglierà nell'aldilà o magari no.... chi può dirlo? (Io, ma non ve lo dico HAHAHHAHAHA)

Ad ogni modo, penso ci possiate arrivare, insomma, è alquanto sgamabile.

CHI SARA' MAI QUESTO REN? Uhuhuhuhu, voglio instillare in voi un dubbio: secondo voi Darcy è così restia nei confronti di Kili per via di qualcun'altro che occupa il suo cuore? Non sappiamo nulla di questo Ren e ora lei ha mandato un Nano a cercarlo, stesso Nano al quale ha dato il permesso di baciarla.
Ma magari Ren è solo un amico o... dell'altro.

Okay, basta, mi piace essere enigmatica ma sto esagerando HAHHAHAHAHA perdonatemi u.u

In ogni caso, mi sto divertendo a morte con i banner e vorrei lasciarvi con questa ^^

Bacioni, 
Juls :*




   
 
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