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Autore: Aracne90    14/01/2016    1 recensioni
E se le storie che conosciamo non fossero quelle realmente accadute? E se si nascondessero delle verità ben più tragiche del troppo semplicistico “Per sempre felici e contenti”?
Storia partecipante al contest L'inizio e la fine di ogni cosa indetto da ManuFury sul forum di EFP
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3- Per Sempre

Il sole stava calando, lasciando spazio alla notte di luna piena che era stata preannunciata da tutto il mese. Nel cerchio di pietre sulla sommità della collina, proprio al centro, un calderone aveva cominciato a fumare, borbottando senza sosta ogni volta che scoppiava una bolla; la giovane donna che si trovava a poca distanza abbassò un mestolo di legno, girando piano il contenuto del paiolo un paio di volte.
-Pare che sia pronto.- disse una voce maschile poco distante, che era sul limitare della pietra più grande. -Lo sai, non ho mai capito perché ti ostini ad usare quel ferro vecchio per fare le tue pozioni.
Mira girò per l'ultima volta la sostanza, cambiando il verso in antiorario, e il colore del liquido divenne un bel blu brillante. -Le cose vecchie sono quelle che permettono di fare le Magie migliori, sono dieci anni che te lo dico.
Nestor abbassò la testa, portandosi la sinistra alla nuca per carezzarla piano. -Nah, non me lo dici da così tanto.
-Oh, sì che lo faccio.- rispose Mira, girandosi verso di lui, fissandolo negli occhi.
Nestor allungò le labbra in un tenue sorriso, distogliendo subito lo sguardo per interrompere il contatto visivo. -Forse sì, lo fai.
Mira fece un rumore secco con le labbra molto simile ad uno schiocco, e si voltò nuovamente verso la grande pentola di ottone, spegnendo con un movimento della mano il fuoco che scoppiettava piano sotto. All'improvviso la superficie della sostanza assunse una moltitudine di colori diversi, raggrumandosi e diluendosi in sequenze sempre più veloci; avvicinando il viso verso il bordo del paiolo, la ragazza soffiò verso il liquido, espirando oltre all'aria qualcosa che si dipanò in mille fili dorati, e che a contatto con il materiale contenuto dal calderone lo rese completamente diluito e di un bel giallo ocra.
-Lo sai, alla fine mi piace qui.- disse Nestor dopo aver visto quell'azione, incrociando le gambe e poggiandosi con la spalla alla pietra poco più alta di lui. -Non si sta male, l'aria è limpida, posso essere fisicamente a cinque piedi da te e non sentirmi male come se mi stesse venendo un attacco cardiaco….
Mira non rispose, andando a prendere il'involucro di pelle che le aveva dato la zingara il giorno prima, e cacciando un piccolo pugnale dalla lama affilatissima, che andò a infilare nel calderone, bagnandolo completamente nel materiale in esso contenuto. Era abbastanza vecchio per essere definito antico; le venature dell'elsa si colorarono di argento quando la lama toccò la sostanza, brillando appena per un paio di secondi prima di spegnersi con la stessa rapidità con cui si era acceso.
-Non sarebbe male se vivessimo qui sopra, no?- continuò Nestor imperterrito, senza smettere di guardare la ragazza. -Potremmo costruire una casetta qui, proprio accanto a questo Henge… Sai che bello d'inverno con la neve…
-Nestor.- lo interruppe Mira, alzandosi in piedi con in mano il pugnale che ora aveva cominciato a brillare piano. -Questo posto è una fonte di Magia, ma ne risucchia molta di più di quella che effettivamente offre. Non potremmo mai vivere qui, nessuno potrebbe. E nessuno effettivamente lo fa. Il fatto che ancora siamo vivi è determinato solo dalla luna piena, negli altri giorni non c'è alcuna schermatura.
Nestor rimase immobile a fissarla ancora, in silenzio per qualche momento. Era evidente che fosse nervosa; le sue parole ben poche volte erano dolci, ma così dure lo diventavano solo quando l'ansia aveva afferrato il suo cuore.
-Non ti agitare. Andrà tutto bene.
Mira girò il viso verso di lui al suono di quelle parole, sbuffando piano per ricacciare un ciuffo ribelle. -Non puoi saperlo. Non puoi dirlo con sicurezza.
Nestor ridacchiò appena, grattandosi il mento dove cresceva una piccola ombra di barba. -Lo so, invece.
-Ma se non funzionasse? Se non riuscissimo?- La voce di Mira era appena poco più alta del normale, ma rimbombò come un urlo nella piccola valle sottostante completamente deserta, generando diversi echi che vennero silenziati da un piccolo bagliore proveniente da tutte le pietre. -Questo è l'ultimo tentativo che abbiamo, Nestor. La mia Magia è finita, dopo oggi. Non può andare nulla storto.
L'uomo si rimise diritto, scuotendo la testa tristemente. L'unica cosa che voleva fare era stringerla a sé, ma rimase comunque fermo, in attesa. -Non andrà nulla storto, Mira. Non oggi. Appunto perché la tua Magia è finita, appunto perché l'ultimo filo che ci lega al passato e a tua madre che ci ha maledetti si distrugge dopo stanotte, appunto perché finalmente i nostri cuori non si trasformeranno in pietra quando ci toccheremo, né verremo trasportati chissà dove senza poterci trovare. Appunto perché quel dannatissimo Fiore non ci condizionerà da ora, e finalmente domani potremo cominciare la nostra vita.
Mira alzò lo sguardo verso di lui, sgranando appena gli occhi.
-Ce lo meritiamo. Non credi?
La giovane annuì piano, facendo un passo in avanti. La lama cominciò a brillare piano non appena si avvicinò alle pietre, ma lei non lo guardò neanche, avendo gli occhi fissi sull'uomo che la stava aspettando a dieci metri di distanza.
-Allora, ora che fai, Fiorellino? Mi infilzi con l'ultimo pugnale di tua madre?- scherzò Nestor, sorridendole a 32 denti. -Pensavo che almeno prima mi avresti fatto assaggiare le tue labbra…
-Non scadere nel volgare, ladruncolo.- esclamò Mira, avanzando ancora.
-Che cosa? Vorresti insinuare che non ti piacerebbe?
Mira scosse il capo, stringendo appena le labbra. Oh, se lo desiderava! -Non stuzzicarmi….- sospirò, fermandosi.
Li dividevano circa due metri di terreno, e la distanza cominciava a farsi sentire. Nestor avvertì una piccola fitta al cuore, seguita dal battito che rallentava inesorabilmente, ma non fiatò, stringendo i denti. Doveva solo aspettare un altro poco. Solo un altro minuto.
-Se devi farlo, fallo subito, Fiorellino.- disse, facendo anche lui un passo in avanti. Avvertiva che le sue gambe stavano cominciando a cedere, ma non ci fece caso, armandosi di coraggio per evitare di mettersi ad urlare, o di scappare. Anzi, si sbottonò la camicia velocemente, lasciando il petto nudo alla vista della donna, dove una cicatrice gemella alla sua si trovava sul petto in bella vista, lunga e profonda esattamente come la propria.
Mira strinse appena un poco di più l'elsa del pugnale, inspirando aria. Era arrivato il momento.
-Ti amo, Nestor.
L'uomo ridacchiò appena, ignorando completamente il fatto che ora avvertiva l'interno del suo petto pieno di lava. -Lo so, Mira. Ti amo anche io.
Ebbe appena il tempo di terminare la frase, prima che la ragazza alzasse la piccola arma verso di lui, puntando verso il petto; il gesto fulmineo gli impedì anche solo di pensare di proteggersi con le braccia, quindi il pugnale arrivò senza impedimenti alla sua destinazione, scoppiando in una moltitudine di luci e colori quando la punta toccò la pelle dell'uomo. L'onda d'urto relativa al tocco fu talmente tanto potente da far mandare in mille pezzi la lama, che si dissolse nell'aria, e da far volare la giovane indietro di qualche metro, facendola ruzzolare per terra senza grazia.
-Nestor!- urlò Mira, girandosi per rimettersi in piedi, cercando con lo sguardo l'uomo. La luce stava modificandosi velocemente, mutando colore ogni istante per infine raggiungere la consistenza dell'arcobaleno; questo effetto durò solo un paio di secondi prima di scomparire definitivamente, lasciando visibile l'uomo che stava con la testa piegata indietro, le mani chiuse a pugno lungo i fianchi. Non appena si rese conto di poter vedere, andò a guardarsi il petto sotto la camicia che ormai era diventata un mucchietto di stoffa bruciacchiata: la lunga cicatrice bianca che aveva tanto danneggiato la loro esistenza stava scomparendo, svanendo con un piccolo sibilo.
Mira si avvicinò ancora un poco, gli occhi fissi anche lei sul prodigio che stava avvenendo sulla pelle dell'uomo, incapacitata a guardare qualunque altra cosa. Fu solo quando il rumore scomparve nell'aria che alzò lo sguardo verso gli occhi di Nestor, con aria quasi allibita.
-Ha… Ha…- provò a dire, biascicando le parole .
-Ha funzionato.- concluse Nestor, degluendo vistosamente. -Ha funzionato.- ripeté, stupendosi sempre di più al suono delle sue parole, non ancora convinto di ciò che stava dicendo. -Ha funzionato, ha funzionato, ha funzionato…
La ragazza alzò la mano verso il petto, fermandola ad un paio di centimetri di distanza dalla pelle, facendo zittire l'uomo in un solo istante. Dovette tossicchiare qualche secondo per trovare il coraggio di superare quella minima distanza, e trovò la pelle di Nestor calda al tocco, avvertendo sotto i polpastrelli le pulsazioni compiute dal suo battito cardiaco. In un solo momento il suo viso si aprì in un solo enorme sorriso, ed una lacrima solitaria scese lungo la guancia sinistra, raccolta dalla mano di lui che aveva cominciato a carezzarla.
-Tu…- disse Mira in un piccolo singhiozzo.
Non riuscì a terminare la frase che il viso dell'uomo si avvicinò, posando le labbra sulle sue. Sapevano di mare, di vento, di sole e di luna; troppi gusti si mescolarono insieme in un solo istante, lasciando la ragazza leggermente stordita, ma felice. Era come se tutto quel tempo, quegli anni, non fossero mai passato; per un istante Mira divenne nuovamente la giovane rinchiusa nella torre dalla madre che veniva salvata dal ladro che cercava riparo dalla guardia reale. Era perfetto, finalmente. Era arrivato il suo per sempre.
Il bacio durò più di quanto entrambi potessero mai immaginare, lasciandoli un poco confusi quando finalmente allontanarono le labbra tra di loro, tutti e due sorridenti, i nervi rilassati completamente. Fu per questo che non si accorsero che poco più lontano sulla destra giaceva l'elsa del pugnale ormai distrutto, e che aveva cominciato a brillare sempre più forte, ingrandendosi ad ogni minuto che passava in un globo argenteo.
Non ebbero neanche il tempo di parlare, di baciarsi, o anche solo di toccarsi. In un solo istante Mira scomparve all'interno del portale, esattamente come era successo due anni prima; solo che questa volta la Magia non la avrebbe più permesso di tornare a casa, in quanto era stata proprio quella l'ultima briciola del Potere del Fiore, la finale beffa della Maledizione Cuoredipietra, il totale fallimento della loro ultima speranza.

Nestor abbassò il bicchiere ormai vuoto sul bancone, con una veemenza che assolutamente non percepiva di avere. Non si crucciò minimamente del fatto che anche stavolta aveva rotto il contenitore di vetro; semplicemente rimase lì a fissarlo con gli occhi stralunati, scuotendo infine la testa prima di posarla sulla fredda ed umida superficie in legno.
   
 
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