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Autore: Aracne90    15/01/2016    1 recensioni
Dal testo:
"[...] Dei filamenti rosa uscirono dai rubini, andando a convogliare in un'unica pietra nera dal quale era scaturito il lampo, tenuta sul palmo bianco di un uomo dagli occhi chiari. Questo osservò svogliato la stanza, lasciando solo uno sguardo all’ometto seduto con la testa ciondoloni sul pavimento, che continuava a versare lacrime di sangue.
-Dovremmo lasciarlo così? – una voce femminile si insinuò nel silenzio del laboratorio, ed un viso senza consistenza si avvicinò al ricercatore, immobile. L’uomo scosse la testa, richiudendo il palmo della mano quando l’ultimo filamento si dissolse nell’aria, volgendosi all’elementale dell’aria con voce tranquilla.
-Non potremmo fare nulla comunque. [...]"
Genere: Avventura, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il cunicolo in cui si era appena infilato era davvero stretto. Con un sospiro, l'uomo chiuse gli occhi, serrando anche la bocca e le narici, pratica indispensabile per viaggiare attraverso la Terra; la sua mente si aprì verso il luogo dove doveva arrivare, e posizionò le mani attorno i fianchi, quasi incollate sui pregiati vestiti di seta. Cominciò a muoversi prima piano, poi con più velocità; nonostante le palpebre fossero serrate, non aveva problemi a vedere dove andava, nemmeno l'aria mancava.
Si ritrovò ben presto nella radura contornata da tre fila di betulle, aprendo finalmente gli occhi e liberandosi dalla posizione autoimpostasi, e passò velocemente la mano destra sul manto nero, facendo volare via le piccole tracce di terra sulle vesti. Improvvisamente una delle betulle si mosse, abbassando i rami carichi di foglie e mostrando un viso rugoso tra le varie pieghe della corteccia, contornato da qualche foglia a mo' di capigliatura. La prima Driade* si voltò verso l'uomo, gli occhi gialli puntati su di lui, mentre piano un fischio acutissimo risuonò nella radura. Con un ghigno, l'uomo si abbassò in un inchino profondo verso l'Elementale della Terra, aspettando una di lei reazione, la mano destra sulla schiena, la sinistra sotto il collo.
Stringendo le pupille, la Driade si spostò di lato, ancorando i piedi al suolo, dal quale uscirono delle radici che la immobilizzarono, facendola tornare alla forma silvana. Lo stesso identico fischio risuonò nella radura, e mal celando la propria soddisfazione, l'uomo si avvicinò alla fila più esterna delle betulle, ed inoltrandosi nella foresta immobile. Continuò a vagare sui sentieri appena tracciati ancora per qualche minuto, con la strada illuminata solo da una luna a metà, il rumore del tacco delle scarpe come sua unica compagnia.
-Stavamo cominciando a pensare che avessi dimenticato la strada. - disse una voce quando fu vicino ad una quercia nodosa piena di radici coperte da licheni, ed un viso etereo si dipinse per qualche istante nell'Aria, svanendo immediatamente dopo accompagnata da una risata. L'uomo sbuffò, stringendo un poco il mantello, continuando a camminare, anche se più lentamente.
-Una Driade mi ha bloccato. - rispose piano lui, lo sguardo in avanti, incurante dei soffi di vento proprio al di sotto della sua nuca, senza fermarsi. -Pensavo ci fosse una migliore difesa dei territori. Se non avessi saputo il saluto.. - lasciò la frase in sospeso, arrestandosi.
La risata continuò ancora per qualche istante, aleggiando leggiadra nell'Aria, anche se con una tonalità diversa, più di scherno che di vero divertimento. -Non mi dirai- cominciò allora una voce differente, leggermente più sottile, e una figura si stampò, apparentemente palpabile, vicino all'uomo, che le rivolse una sola occhiata veloce -Che ora temi anche la Terra, nevvero?
L'uomo tacque, girando attorno ad un punto, dove sembrava essere stato seppellito qualcosa, data la terra appena smossa. -Quante ametiste?- domandò agitando entrambe le mani sul terreno, costruendo dei cerchi ampi con le dita. La Ville storse il naso (o almeno ciò che si trovava normalmente al posto del naso) e si allontanò di qualche centimetro dall'uomo, quando piano la terra smossa si illuminò di bagliori violacei, segno che le pietre venivano attivate. -Cinque.
-Molto bene. - l'uomo si alzò di scatto, battendo nuovamente il tessuto del vestito per liberarlo dalle piccole tracce di terriccio appena depositatesi. -Mi stanno già aspettando?- chiese facendo un passo in avanti, oltrepassando il punto ancora luminescente.
La Ville si disperse nell'Aria, abbandonando la sua forma palpabile, ma sempre seguendo l'uomo. -Manca la Banshee... Ma per il resto siamo tutti.
L'uomo annuì, e si portò la mano sinistra sul viso, che divenne improvvisamente scuro, indistinguibile, una maschera nera che impediva di riconoscerne i tratti del volto. -Allora cominciamo.
 
-Un Sonazion è stato localizzato?- la voce dell'ispettore Capo era un sibilo. Nessuno in quella stanza aveva mosso un solo muscolo dopo le parole di Diana, nemmeno lei. Ma cosa diavolo le era passato per la mente? Un Sonazion si era manifestato? Solo quello poteva spiegare i rubini senza essenza, e l'improvviso risveglio del suo potere nonostante la schermatura... Diana ebbe un brivido vistoso, e tutti balzarono, osservandola tornare in sé. Scosse la testa, quasi ad aggiustare i pensieri vorticosi che giravano nel suo cervello, e osservò a lungo il sasso apparentemente semplice che aveva in mano.
-Appunto, non è possibile.- disse alla fine, quando finalmente ebbe la forza di parlare, volgendo la testa tutt'intorno.
Gaior si portò una mano al petto, rilassandosi. Dannazione, ma che razza di novellina le avevano mandato? Bastava una minima oscillazione per farla uscire di senno? Eppure non aveva mai visto nessuna delle nuove Specialiste agire in questo modo, soprattutto le Psicogus. E Diana lavorava per loro da due anni...
-Tutto bene, Ecchins?- le chiese, quando la ragazza si portò la mano alle orecchie, tappandosele. Si, erano tutti i sintomi di un risveglio improvviso; evidentemente la ragazza era molto più giovane di quanto sembrasse ad una prima occhiata, e non era ancora abituata al topazio. E il delirio sul Sonazion... Tipico, asserì tra sé l'Ispettore, richiamando con la mano il tenente Sereas poco lontano. Ma quelle profonde occhiaie sotto gli occhi della ragazza...
-Sì, capo?- chiese Vincent avvicinandosi a Gaior, gli occhi fissi sulla ragazza che aveva ancora le mani sulle tempie, massaggiandosele. E pensare che aveva temuto chissà che quando aveva visto il topazio al collo della ragazza! Invece era una Novizia! Abbozzò con le labbra un sorriso, che si spense subito quando Gaior si volse verso di lui, seriamente preoccupato. Di cosa poteva crucciarsi il capo? Era solo una ragazzina appena Graduata, una misera ventenne ancora incapace di regolare il potere tramandatole dai suoi antenati.
-Ecchins?- domandò Gaior, quando finalmente Diana alzò gli occhi su di lui, due iridi semplici, senza nulla dentro. No, c'era qualcosa di strano, di questo ne era certo. Se una Psicogus aveva risposto in questo modo, allora... Gaior si passò la mano sulla fronte, asciugandosi con le dita le goccioline di sudore che gli imperlavano il viso. -Sereas -si rivolse di nuovo verso di lui, allungando la mano verso la tasca della giacca -Tu sei l'unico che sa guidare. Porta la Signorina Ecchins allo Studio. Così portà dirci qualcosa di più... su questi sassi.-
-Cosa?- ripetè Diana, ormai completamente in sé. -No, ispettore Gaior, non è necessario...
-Non credo sia una buona scelta, capo....- si intromise Vincent, senza ancora prendere le chiavi di ferro dalla mano dell'Ispettore Capo. Ma era pazzo o cosa? Lui? Guidare? -Sarei più utile qui, ne sono certo.
-Silenzio!- tuonò Gaior, lanciando le chiavi a Vincent, che le prese, chiaramente colpito. -Abbiamo appena visto che il campo qui impedisce un corretto funzionamento del topazio.- aggiunse, con un'occhiata verso la ragazza, che aveva alzato la mano per toccarsi la piccola goccia sul collo. -Quindi la Signorina Ecchins non può lavorare con l'influsso di queste maledette lanterne. Ti sto chiedendo, Sereas- sillabò Gaior verso Vincent, mettendo in mostra i denti leggermente ingialliti – di accompagnare la signorina allo Studio, per venire a capo di questa situazione, cosa che, mi sembra di ricordare... Sia il tuo lavoro.
-Ma capo...- cercò di controbattere Vincent, porgendogli nuovamente le chiavi.
-NO, Sereas. Non ho bisogno di te, qui. Io e Creos faremo gli ultimi rilevamenti, e poi andremo in Centrale... Dove rivedremo te e la Signorina Ecchins, che ci porterete i risultati delle analisi. Tutto chiaro?
Vincent strinse le mascelle una contro l'altra, rimarcando i suoi lineamenti in maniera molto squadrata. Tutto il suo lavoro, tutto il suo impegno, tutto perso per fare da balia ad una stupida Psicogus incapace di trattenere il suo potere? No, è solo per questa volta... Un solo caso...
-Sì. Tutto chiaro, Capo.
 
La frusta si muoveva veloce nell'Arena, ma la Bestia non sembrava per nulla pronta a smettere di ringhiare contro la sedia inerte in mezzo alla passerella vuota. Con uno sbuffo, Deanna Ecchins si portò la mano alla testa, riavviandosi i ciuffi troppo lunghi dietro l'orecchio sinistro. Dannato smeraldo e la sua influenza tipicamente silvana! Non era riuscita più a chiudere occhio, dopo la fuoriuscita precipitosa della sorella; ma perchè si ostinavano a chiamarla usando quella pietra? Uno smeraldo, cavolo! Erano a Eldorado, non ad Avalon, dannazione... Ok, andava bene se le chiamava David in quel modo (Poverino, lui non aveva altra maniera in quall'isola piena di nebbia) ma gli Ispettori di Fregard potevano utilizzare... uhm... Un granato! Ecco, si, un granato! Almeno quello si che le avrebbe permesso di dormire... Giusto un poco di più.
La Bestia non sembrava minimamente intenzionata a smettere di ringhiare, e Deanna fece sibilare la frusta un altro paio di volte. Ma che aveva quella Chimera**, anche lei ci si metteva? Non che fossero animali rinomati per la loro intelligenza (La testa di capra nel mezzo era scientificamente impossibile da rimpiazzare con quella di un delfino) tuttavia non ne aveva mai vista una che temeva uno stupido pezzo di legno... E dall'alto dei suoi quattro anni da Domatrice*** questo Deanna lo sapeva bene.
-Ma che ti prende?- domandò all'animale, quando quello ignorò completamente il colpo ricevuto sul fianco per allontanarsi di altri due metri dalla sedia, chiaramente spaventato. Persino la testa di serpente non faceva altro che mostrare le zanne... Ma di cosa avevano timore?
-Che cos'hai?- chiese alla fine, abbandonando la frusta per avvicinarsi alla Chimera, allacciandosi con uno sguardo i copriavambracci di pelle. Era un animale dell'esercito, la cavalcatura degli ufficiali di Eldorado; non era possibile che una Chimera temesse una stupida sedia. Ormai in prossimità dell'animale, allungò la braccia verso la testa di leone, abbozzando ad un inchino con la testa. Era uno dei modi per essere avvicinati da una Chimera senza essere inceneriti dalle fauci di fuoco dell'animale; uno dei pochi, pensò la ragazza, quando avvertì il pelo leonino nelle mani, ed alzò gli occhi verso quelli di lui, o almeno, quelli della testa felina.
-Ma che..? - Cos'era ciò che leggeva in fondo a quelle iridi, si chiese Deanna. Paura? Non era possibile... Le Chimere avevano paura di una sola cosa. E quella cosa era stata perduta dieci anni prima.
Possibile davvero che un Sonazion fosse stato recuperato?
 
-Ne è sicuro?- chiese il tenente Francis Drois al signor Nivoder, che teneva in mano ancora il cappello stropicciato, le nocche ormai bianche per quanto stretta era la presa.
L'uomo annuì, facendo sbatacchiare la barba grigia di qua e di là, sopra le guance rosse. -Il locale è ben protetto, e io stesso ho portato il carico di rubini al signor Sonsfel, stamattina. Rubini, tenente, non sassi.
-Ma non è possibile!- sbottò Francis, dando un colpo al tavolo, non abbastanza forte per impressionare il custode. -Abbiamo trovato solo sassi, è sicuro..
-Rubini, tenente, non sassi. Rubini.- continuò Nivoder, sbatacchiando la barba in segno di diniego.
-Ma allora come spiega il fatto che non c'erano rubini nel Laboratorio, ma solo sassi?- domandò Francis, portandosi la mano davanti agli occhi.
Il custode rimase in silenzio, stringendo ancora più forte il cappello. -Non sono uno Specialista, Tenente. Sono solo un custode. Tuttavia ho lavorato in quello stabile per venti anni, e ho visto una sola pietra capace di fare una trasformazione da rubino a sasso... O da qualsiasi altra pietra a sasso. Ed è perduta da dieci anni.
Francis sgranò gli occhi. -Ma non è possibile...
-Figliolo -disse Nivoder, un sorrisetto sul viso, quasi completamente coperto di rughe. -Nulla è impossibile, se si parla di quelle pietre.
 
-Ehm... Signore.- un essere minuscolo ricoperto da licheni si avvicinò all'uomo biondo, seduto liberamente sul trono di felci, apparentemente senza alcun pensiero in testa. Apparentemente, sia chiaro; la forte dose di silafin che aveva inghiottito schermava bene i suoi pensieri, persino dinanzi alle orecchie dei Siona****, ben capaci di sentire anche il più piccolo barlume di ragione. L'uomo alzò gli occhi sul piccolo folletto dinanzi alle sue scarpe; non superava il metro e dieci in altezza, la barba e i capelli di licheni ricoprivano la maggior parte del suo corpo, e solo un paio di occhietti lucenti neri lo distingueva da una radice. Quando il piccolo Siona fu ormai a due passi di distanza, l'uomo alzò la mano, dicendogli con uno sguardo che poteva parlare. No, non dicendolo, intimandolo; l' effetto collaterale del silafin, unico riscontrato da tutti coloro che lo avevano ingerito, era la totale paralisi mentale che implicava. Nessuna telecinesi. Nessuna telepatia.
-Dimmi, Quopezo. Cosa avviene?- chiese una voce eterea, la Ville che accompagnava l'uomo biondo, che ora giocava con un sasso perfettamente levigato, facendolo rotolare su per i braccioli dello scranno boschivo.
-Signora- esclamò il Siona, colpito.- Signora, mi avevate detto che dovevo avvertirvi non appena... Uh...
-...Trovavano l'uomo, sì, Quopezo. L'hanno trovato?- domandò gentilmente l'Elementale, rivelando il proprio viso al Siona, che per poco non cadde, dato il movimento improvviso dell'Aria.
-Sì, mia Signora... Lo hanno trovato.- sibilò piano Quopezo, riassestandosi in piedi, e rivolgendo un lungo inchino verso il viso appena definito nell'Aria. -Tuttavia, mia Signora... Volevo informarvi che...
Il sopracciglio disegnato della Ville si alzò appena, curioso. -Che?
-Oh, beh, ecco... C'è una Psicogus. Con loro.
La Ville si disperse nell'Aria, nel momento stesso in cui l'uomo scattò in avanti, riuscendo a sillabare due parole. -Una Psicogus?
-Si, Signore...- disse piano il Siona verso di lui, offrendogli un profondo inchino come quello rivolto alla Ville poco prima. -Una Psicogus che, beh...- ma il folletto non terminò nemmeno di parlare, che un soffio di vento lo portò via, lontano dai due, ad una distanza tale che il suo udito era ben incapace di intendere le parole pronunciate dei due.
-Che facciamo?- chiese la Ville non appena Quopezo fu allontanato, la voce che seguiva l'uomo in continuo movimento intorno allo scranno.
Il biondo non rispose. Una Psicogus? Di già? Dannazione... -C'è solo una cosa da fare.- rispose piano, afferrando il sasso e lanciandolo lontano, verso un albero secco completamente nero. -Metti in atto il piano B.- disse alla fine, volgendo lo sguardo verso l'Aria, mentre una flebile risata si spargeva tutt'intorno, mescolandosi per bene in tutto lo spazio.
 
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*Elementale della Terra.
**Esseri favolosi, col corpo di leone e tre teste, una propria del felino, una di capra posta sulla schiena, e una di serpente, al posto della coda. Nella mia storia sono le cavalcature degli Ufficiali, L'Esercito di Eldorado, che arruola nei suoi ranghi anche i Gladiatori.
***Un particolare plotone dell'Esercito, impegnato nella cura delle creature del fuoco: Chimere, Fenici, Viverne.
****Folletti boschivi, creature della terra al pari dei Satiri, caratterizzati da una pelle rugosa, simile ad un tronco di radice, coperti solo dai lunghi capelli e dalla barba incolta, entrambi simili ai licheni.
 
 
 
 
Spazio Autrice:
Salve a tutti! Beh, che dire... Innanzitutto ringrazio tutti coloro che hanno letto questa storia!Spero davvero che vi incuriosisca almeno un po'! :-*
Cos'altro? Nulla... Fatemi sapere se vi è piaciuto, mi raccomando!!!
Baciotti
Dia
   
 
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