C’ ERA UNA
VOLTA….
Trascorsero lunghi anni alla
ricerca di
un luogo dove l’anima potesse trovare quiete:
se nei fiumi ribelli o nei mari in
tempesta,
non aveva più alcuna
importanza.
Fu così
che lei si accorse,
prima in silenzio su un vecchio
ponte
poi in cammino fra le luci di un
porto
immenso,
con quanto spontaneo fare
scivolose lacrime
provassero a raggiungere casa,
in
quelle sconosciute,
ma tanto familiari acque.
Pianse.
Provando a buttar fuori quanto di
più
cattivo le invadeva ogni angolo del corpo, peggio ancora del cervello,
le vene, il sangue.
Pianse.
E portò la mano alle
labbra provando a
zittirsi.
A soffocare.
Ancora.
Stesse urla, che ormai,
invecchiavano
con lei ad ogni battito.
Un cancro che,
non potendo divorare il corpo
le aggrediva la forza e lacerava il
cuore
con perenne malattia.
Soffiò un vento gelido:
si sentì al
sicuro fra le sue braccia,
mentre le sfiorava il viso con la
stessa
intensità di una carezza.
Lo stesso fiato che da piccolina la
spaventava,
ora le stava rivelando che i veri
mostri
erano al di là del vetro…
nel suo letto, e ora, nel suo
cuore:
lui invece,
lui non tradiva.
Non andava via.
Era sempre lì,
ogni volta che il mondo le era
ostile,
che le stelle si nascondevano al
suo sguardo
e nuovi amori lasciavano a desiderare.
Lei che,
da sempre,
cercava di salvare il Piccolo
Principe
dal serpente,
e se stessa da quel bambino
immaginario
con i capelli color del grano:
lei che,
quasi donna ormai,
era ancora vittima allo stesso
brutale modo,
di una bambina senza tempo e carica
di
sogni infranti.
Non è ancora chiaro cosa
vedesse in quel
liquido riflesso,
cosa si aspettasse dal vento,
meglio ancora da sé
stessa.
Ma fu la corrente a salvarla, e il
vento
a proteggerla.
Quel giorno.
Di cui resta,
forse…a voi cari
lettori, triste
ricordo.
Mentre IO la sento
ridere…
ogni volta che le onde si
infrangono a
riva e i fiumi esplorano gli argini,
e a ruotar delle stagioni, ogni
volta
che il vento prende in custodia da vecchi alberi stanchi,
le vite di giovani foglie che
lascia
dormire, lontano, dalle tanto amate radici:
cantando sempre la stessa,
spigolosa e
rude quanto amorevole, ninna nanna.
Lottie