Libri > Artemis Fowl
Segui la storia  |       
Autore: Tactolien    20/01/2016    1 recensioni
Questa storia è ambientata dopo L'Ultimo Guardiano. Inizia con un matrimonio particolare e spero di portarla avanti fino in fondo. Dopo Una pagina di Diario e Il Sigillo di Scilla ecco questa nuova storia, magari un po' assurda, che spero possa piacervi
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 


 
“Sindaco Baltus”. Borbottò Alvin, il responsabile tecnico della Centrale, appena li vide arrivare in tutta fretta.
“Dov’è il Comandante Legnetto?”.
“E’ a guardia del castello, come da voi richiesto, signore”. Aggrottò la fronte, mandando occhiate ai due Fangosi, al demone stregone N°1 e all’agente Twist.
“Oh, giusto… e di Sp…”.
“Di Spinella Tappo avete notizie?”. S’intromise Artemis Fowl, incapace di trattenere l’impazienza.
L’elfo lo guardò stranito. Come si permetteva quel Fangosetto di interrompere il Sindaco?. Guardò quell’ultimo, chiedendo consiglio.
Baltus Ferroso annuì. Poteva rispondere senza riserve.
“Ehmm, no. Non abbiamo ricevuto nessuna chiamato dalla Caposquadra Tappo. Il Distorsore dell’Ovest risulta ancora in avaria”.
“Potete provare a chiamarla voi? Gemma non riesce”.
Se pur riluttante ad eseguire le assurde richieste di uno straniero umano, Alvin acconsentì. Trafficò un attimo sulla tastiera e premette INVIO.
Niente. Solo elettricità statica, come prima.
“No, non riesco a contattarla, che strano”.
“Allora significa che il suo computer da polso è guasto”. Ribatté Gemma, controllando il suo che funzionava benissimo.
“Guasto un accidente! I miei congegni non si guastano mai!”.
Leale inarcò un sopracciglio. Gli parve quasi di vedere Polledro. Guardò poi il suo giovane datore di lavoro; faceva di tutto per non darlo a vedere… ma era preoccupato. Lui stesso lo era: con Billy Kong in giro non si poteva mai sapere.
“E che mi dite dell’agente Amaro? -riprese il ragazzo- Almeno lui possiamo chiamarlo?”.
“Giusto, Amaro è il partner di Spinella, ci dirà lui che succede”. Fece N°1, sperando in meglio.
Spinella starà sicuramente bene. Si disse. In fondo ne ha passate di peggiori. Perché mai dovrebbe andare male adesso? Il suo computer da polso è solo difettoso.
“Bene, proviamo con Amaro”. Annuì Alvin, tornando allo schermo.
Tap-tap- tap… batté velocemente il piede Artemis, in un tic nervoso. Che si sbrigasse!!.
Il tecnico aggrottò la fronte, ritentò la chiamata e osservò il lampeggiante verde sul nome di Amaro.
“Strano”.
“Che succede?”. Chiese il Sindaco.
“Amaro non risponde, eppure il suo computer da polso è funzionante. Riceve la chiamata, ma non risponde. O non lo sente vibrare, oppure…”.
“Oppure è impossibilitato a farlo”. Completò il giovane Fowl.
“Volete dire che è capitato qualcosa di grave?”. S’impaurì il piccolo demone stregone.
Leale gli mise una mano sulla spalla: “Sono sicuro che Spinella sta benissimo. Potrebbero esserci un mucchio di ragioni per cui non rispondono”.
Artemis non ne fu tanto convinto. Un computer da polso rotto, e un agente che non rispondeva: non era buon segno, e il brutto era che non potevano farci assolutamente niente.
“Non sapete dove si trovano? -chiese nuovamente Baltus- Credevo che tutti gli agenti fossero provvisti di un localizzatore”.
“Sì, ci ho appena guardato, è integrato nel computer da polso. L’ultimo segnale e dato nell’ovest, proprio nei pressi del Distorsore. Ma solo quello dell’agente Amaro funziona –sbuffò- Significa che quello della Caposquadra è proprio rotto”.
“Nei pressi del Distorsore… -borbottò Gemma, riflettendo ad alta voce- Chissà se Edward è ancora da quelle parti?”.
Leale storse gli occhi: “Ti pare il momento di pensare al tuo fidanzato?”.
“Certo, uomo-orco. Lui opera da quelle parti. Nell’ovest c’è una sezione riservata ai basilischi”.
“Basilischi? Vuoi dire serpenti?”.
“Sì, Edward è l’unico che riesce a guardarli negli occhi senza morire di paura”.
 
 
 
Pochi minuti prima, all’ovest
 
 
 
“Pensi davvero che quei due Fangosi possano aiutarci col Distorsore?”. Chiese Amaro alla sua caposquadra, mentre volevano fianco a fianco.
“Se li conosco un minimo avranno già finito”.
“Vi fidate molto del giovane Fowl, vero Spinella?”.
Quella lo guardò di sbieco. Adesso si andava sul personale.
“Artemis Fowl conosce benissimo la tecnologia del Popolo –accennò un sorriso suo malgrado- Certo, riconosco che ci sono volte in cui vorrei prenderlo a schiaffi dalla mattina alla sera, ma se c’è un guaio lui è la persona più adatta per risolverlo”.
“Ne avete passate molte insieme, o almeno così si dice”.
“Anche troppe, oserei dire”.
Amaro esitò un momento prima di continuare: “Alcuni dicono che vi siete trasferita ad Avalon per disfarvi di lui, è vero?”.
Spinella scattò a guardarlo, bloccò il volo e rimasero lì a mezz’aria per parlarsi come si deve. L’elfo temette di esser stato troppo invadente, stava per sempre parlando con una sua superiore.
“Sentimi bene, e voglio essere ben chiara in modo che tu passi l’informazione anche a questi alcuni –fece una pausa- La ragione per cui mi sono trasferita ad Avalon è perché volevo disfarmi di tutto quanto. Tutto quello che avevo a Cantuccio, per ricominciare daccapo. Il fatto di aver lasciato indietro i miei amici, Artemis Fowl compreso, è stata solo una perdita collaterale. Ammetto che mi ha messo nei guai in diverse occasioni, ma lui non c’entra niente con la mia decisione. Sono stata chiara?”.
Amaro la guardò. Annuì: “Trasparente”.
“Bene. Adesso muoviamoci, abbiamo perso anche abbastanza tempo”. E tornarono a fiondarsi in volo.
Tuttavia Amaro non aveva ancora finito: “E che mi dite di Gemma? Sarà all’altezza del suo compito? Non sarebbe stato meglio mandare qualcun altro?”.
Sorvolarono un grande lago cristallino. Alcune leggende volevano che là dentro vivesse la Dama del Lago, custode di Excalibur.
“Hai così poca fiducia nei membri della tua squadra?”.
“So che ha poca esperienza, e questa è la sua prima missione seria. Da sola, per di più”.
Spinella rise: “Tranquillo, non è affatto da sola. C’è N°1 con lei. Se ci fossero guai quel piccolo Demone stregone userebbe la sua magia, e anche se non ci riuscisse Gemma sarebbe perfettamente in grado di risolvere la situazione”.
L’elfo storse gli occhi: “Gemma? Risolvere la situazione?”.
“Certo. E’ una fata molto dotata, anche se ancora non se ne rende conto. Un giorno potrebbe diventare una perfetta Caposquadra –sulla visiera di entrambi lampeggiò qualcosa- Oh, guarda! I segnali di allerta. Stiamo per entrare nel territorio dei basilischi”.
E fecero calare sulla visiera un secondo vetro a specchio che li avrebbe protetti.
Era risaputo tanto dal Popolo quanto dai Fangosi quanto fossero pericolosi i basilischi: orribili serpenti con una crestina sulla testa e occhi rossi in grado di uccidere al solo sguardo. Erano stati importati dalla terraferma dalle più svariate aree del mondo, quando ancora Avalon era agli inizi della sua riserva naturale. Molte autorità dell’isola si erano opposte a quella decisione: perché portare simili mostri in mezzo a loro… quando potevano restare dov’erano e far fuori qualche Fangoso?.
Infine si era optato per trasferirli ad Avalon, e in quel frangente si scoprì che per annullare il loro potere bastava non guardarli direttamente negli occhi. Fu allora che negli elmetti in dotazioni furono installati delle lenti a specchio.
Un po’ come per il fascino. Si ritrovò a pensare Spinella.
In ogni caso il pericolo non consisteva solo in quello; oltre ad essere serpenti perfino più grandi dei pitoni e delle anaconda, i basilischi erano rapidi e velenosi: per una squadra di Guardie era proibitissimo entrare nei loro territori senza un antidoto.
E’ una fortuna che siano molto territoriali. Da secoli non un solo basilisco ha sconfinato oltre la zona dell’ovest.
Ripensò a Edward, il ragazzo di Gemma. La sola Guardia in tutta Avalon a potersi permettere di lavorare a stretto contatto con quei serpenti senza conseguenze e senza lenti a specchio.
La prima volta che Spinella l’aveva visto… era rimesta scioccata.
“Ci stiamo avvicinando, Caposquadra”. Interruppe i suoi pensieri la voce di Amaro.
L’elfa si riscosse: “Pronti all’atterraggio”.
E cominciarono a scendere.
 
 
In giro non sembrava esserci nessuno. Spinella la trovò una cosa decisamente strana. Eppure non s’intravvedevano presenze estranee da quelle parti.
“Ma guarda come l’hanno ridotto -digrignò i denti Amaro, avanzando di qualche passo verso il Distorsore- E’ una fortuna che ci siano quelli di scorta”.
Spinella annuì. Proprio sotto il macchinario devastato dai colpi di pistola stava una scatola d’acciaio chiusa da un lucchetto; se quell’ultimo non era stato toccato significava che il Distorsore nuovo era ancora intatto e pronto all’uso.
“Bene, tieni, ho qui le chiavi”. Aggiunse lei, lanciandogli un piccolo mazzo.
Amaro le prese allegramente al volo: “Agli ordini, Caposquadra”.
Avrebbero agito insieme: la sfera metallica era troppo grande affinché un elfo da solo potesse sollevarla e posizionarla.
“Se posso permettermi un’altra domanda…”.
Spinella lo guardò, invitandolo a continuare.
“Quando hai detto che ti sei trasferita per ricominciare daccapo… intendevi in tutti i sensi? Anche sul piano personale?”.
Dietro la grande lente a specchio, l’elfa inarcò la fronte. Le stava dando del tu, era buon segno.
Sorrise. Capiva benissimo il significato di quella domanda: “Soprattutto per il piano personale”.
Amaro sorrise a sua volta: “Eh, già. Non si vive di solo lavoro –rimase lì in silenzio per qualche secondo quando finalmente si decise- Capisco che siamo superiore e subalterno… ma sarebbe una violazione delle regole se ti invitassi a bere un simil-caffè con me?”.
Lui non poteva vederla… ma Spinella arrossì sotto l’elmetto.
Amaro la stava corteggiando? Era passato molto tempo dall’ultima volta che qualcuno l’aveva fatto. A stento ormai ricordava l’unica volta che era uscita con Grana Algonzo: una serata disastrosa.
Era una bella sensazione. E Amaro poi… forse quella era la prima volta che lo guardava con occhi diversi. Lo trovò un elfo molto attraente.
In fondo… perché no?.
Sorrise di nuovo: “No, Amaro. Non la considererei una violazione delle regole. Se tu m’invitassi… accetterei volentieri”.
Gli occhi di lui brillarono: “Wow… Ti dirò che non ci speravo. In tal caso sbrighiamoci a finire questa missione, così potremo mandare al diavolo il Comandante Legnetto”.
Entrambi risero. Ma prima ancora che potessero avvicinarsi troppo al Distorsore…
BANG
Amaro stramazzò a terra. L’erba sotto di lui s’impregnò di sangue che usciva da un foro fumante, proprio all’altezza della fronte.
Paralizzata… Spinella rimase a guardarlo inebetita. Gli occhi sgranati e l’espressione allucinata.
“Amaro?”.
Quello non si mosse, il computer sulla visiera dell’elmetto diede linea piatta: nessun battito. Amaro era morto.
BANG… risuonò un secondo colpo di pistola. Diretto a lei.
La colpì alle spalle, ma forò solo le ali meccaniche, bloccandosi.
Non posso volare via. Trasalì Spinella, mentre veniva sbalzata in avanti. Riuscì a non cadere, estrasse la Neutrino e cercò gli aggressori. Chi le stava sparando, e da dove? Non vedeva nessuno!.
BANG… un terzo colpo la centrò in testa, ma contrariamente ad Amaro l’elmetto si spaccò a metà, deviando il proiettile.
L’elfa cadde di lato stordita. Si portò la mano alla tempia. Era un brutto taglio e sanguinava forte.
La Neutrino. Si riscosse da vero soldato. Dov’è la mia Neutrino?.
Non l’aveva più in mano: doveva averla persa durante la caduta.
Cercò di rialzarsi in piedi; ebbe un brusco capogiro e ricadde sull’erba.
“Ma guarda chi c’è”. Saltò su una voce vagamente familiare.
Lei aggrottò la fronte. Lo vide avvicinarsi accompagnato da altre sagome
“Non sei più così spavalda come l’altra volta, vero?”.
Sobbalzò: “Billy Kong?!”.
Il calcio arrivò all’improvviso, Spinella non ebbe neanche il tempo di ripararsi con le mani. La colpì al volto, buttandola all’indietro.
“In persona, piccola diavolessa. Non ti aspettavi di vedermi qui, eh? Be’, riconosco che neanche io mi aspettavo di vederti qui adesso. Non ti avevo riconosciuta prima. E’ una fortuna che tu non si morta come quello là. Non avrei sopportato che finisse tutto così in fretta”.
Ignorando il dolore e il sangue che le usciva da naso, probabilmente rotto, l’elfa si guardò intorno cercando di mantenere il sangue freddo.
Oltre a Kong c’erano altri tre individui, tutti attrezzati con occhiali dalle lenti a specchio per evitare il fascino. Ma come aveva fatto a non vederli? Dovevano essere nascosti nella foresta con qualche telo schermante; com’era possibile che non avessero nemmeno rilevato le fonti di calore?.
Billy dovette leggerglielo negli occhi. Ridacchiò sprezzante: “Divertente, vero? Tutta questa tecnologia e vi siete fatti fregare così. Chissà cosa direbbe il tuo amichetto morto?”.
Spinella lanciò un’occhiata all’elmetto spaccato a metà. La lente a specchio ancora calata sul visore. Sbiancò.
Lo specchio!. Capì. Quando avevano azionato la lente per proteggersi dai basilischi, avevano automaticamente disattivato i filtri della schermatura e del calore. Si erano avvicinati ai nemici come due pivelli senza neanche accorgersene.
Guardò Amaro. Si sentì colpevole. Come aveva potuto lasciare che accadesse?!.
“Ora finalmente siamo soli, mia cara -la riscosse Kong- Il tuo amichetto lo ucciso con un sol colpo, ma con te voglio divertirmi ancora”.
Spinella tornò in sé, non era ancora il momento per il cordoglio. Attivò la magia e guarì il taglio alla fronte e il naso. La sua Neutrino era finita oltre i quattro uomini, c’era un solo modo per riprenderla.
Scattò di corsa, schermandosi. Aveva magia a sufficienza e con la nuova uniforme Billy e i suoi non l’avrebbero mai vista muoversi col classico scintillio, anche così vicino.
“Povera stupida”. La riprese il taiwanese per la collottola, risbattendola dove stava prima.
Filtri antischermo sugli occhiali!. Realizzò improvvisamente spaventata. Come quelli di Leale!.
“Credi veramente che non sia stato informato delle capacità di voi demoni?!”. E cominciò a prenderla a calci, costringendola a tornare visibile.
Nuovamente lei evocò la magia per guarire.
“Farà così tutte le volte?”. Chiese uno dei tre, rimasti in disparte.
Billy Kong sorrise viscido, guardando sia lei che loro pieno di sottintesi: “Tante volte quanta sarà la magia che le resta. Capito, signorina? –un altro calcio al fianco, l’elfa avvertì chiaramente una costola spezzarsi- Continuerò a darti addosso, finché alla fine non guarirai più”.
Senza più scampo, la mano destra di Spinella si mosse veloce sul polso sinistro: verso il computer da polso. Un disperato tentativo di chiedere aiuto.
Niente da fare. Kong le fu immediatamente addosso; prima l’atterrò con un calcio, poi cominciò a pestarle violentemente il braccio fino a romperle sia il computer che l’avambraccio.
“Arrg!!”. Urlò lei, nell’avvertire l’inquietante scrocchio.
Tremò per lo shok. Non era mai stato colpita in quel modo prima. Solo una volta Raponzo Tubero l’aveva presa a calci, ma non erano neanche lontanamente paragonabili a quelli.
Pochi secondi dopo il computer di Amaro prese a trillare senza ricevere risposta. Spinella non s’illuse di riuscire a raggiungerlo.
Il taiwanese non perse tempo ad aspettare che guarisse; semplicemente cominciò a sfogare su di lei tutta la rabbia e la frustrazione accumulata in anni di prigione dalla prima volta che l’aveva incontrata a Casa Paradizo. Senza contare che la credeva responsabile della morte del fratello Eric.
“Maledetti demoni –sibilò tra un calcio e l’altro- Avete ammazzato mio fratello, farò saltare voi e la vostra isola!”.
Gli altri tre umani non dissero niente. Certo, dubitavano fortemente che quello gnomo, Argh Sgrunt, avesse davvero conosciuto il fratello del loro capo, ma non era il caso di contraddire quell’ultimo quando era in quello stato.
Si voltò a guardarli: “E voi che fate? Ho bisogno d’aiuto per svuotarla della sua magia”.
Quelli non obiettarono. La circondarono ai quattro lati e parteciparono al pestaggio senza batter ciglio. In fondo… che importanza aveva se si trattava di una lotta completamente impari? Quella fata… quella cosa… non era neanche un essere umano. Perché farsi degli scrupoli? E poi erano pagati bene per cose del genere.
Quando finalmente Billy ordinò di smettere, fu solo perché cominciavano a fargli male i piedi, non perché fu sicuro di aver rotto qualche altro osso.
“Ebbene? Cosa aspetti a guarire?”.
L’elfa a malapena riuscì a respirare; per quanto si fosse raggomitolata a terra, cercando di ripararsi, sapeva di aver le gambe e diverse costole rotte; un occhio tumefatto e un paio di dita spezzate. Mugolò di dolore e in bocca avvertì il sapore del sangue.
All’uscita di Kong… non poté impedirselo. Sapeva che sarebbe stato inutile e che tra poco avrebbero ripreso tutto daccapo, ma almeno per un momento volle far sparire quel dolore insopportabile.
Per la terza volta evocò la magia che avvolse il suo corpo in un bozzolo azzurro.
Che sia questa la mia fine?. Si chiese mentre sentiva una delle gambe rimettersi in linea.
Ne aveva passate di tutte nella sua vita, aveva perfino viaggiato nel tempo e contribuito a salvare l’intera popolazione dei demoni; tra le altre e più cose.
E per cosa? Per essere uccisa da uno squilibrato a suon di botte? Tanto valeva restarsene a marcire a Cantuccio!.
Si lasciò sfuggire una lacrima. Lei, un’elfa grande quanto un bambino, in mezzo a quattro balordi umani che la circondavano. Che speranze poteva avere? Pochissime volte si era sentita così debole e impotente.
La prima era stata alla morte del Comandante Tubero; la seconda quando venne catturata dagli Estinzionisti; la terza, quando fu asservita dalla runa di Raponzo Tubero; la quarta, invece, quando non riuscì ad impedire ad Artemis di sacrificarsi al suo posto.
Quelle quattro volte, che già erano tante, le aveva superate grazie all’aiuto e il sostegno dei suoi amici. Ma dov’erano si suoi amici adesso? Non c’erano. Non sapevano che lei era in quella situazione. Nessuno sarebbe venuto ad aiutarla.
Il bozzolo di scintille si dissolse. Magia esaurita del tutto.
Un tirapiedi fece per darle nuovamente addosso, ma Billy lo fermò scostandolo via. Sorrise compiaciuto, ora gli altri non gli servivano più, poteva fare da solo.
Sollevandosi a carponi, Spinella tossì sputacchiando sangue. L’addome le diede delle fitte lancinanti. La magia non l’aveva guarita del tutto, si era solo concentrata sulle ferite più gravi: ossa rotte e lesioni interne, ma alcuni tagli ripresero sanguinare e l’occhio sinistro non si sgonfiò neppure.
“Sei solo una bestiolina patetica –tornò a parlare il taiwanese, dandole un nuovo calcio nello stomaco- Quella volta a Nizza ti ho sottovalutato perché non conoscevo le tue capacità, ma una volta privata della magia sei soltanto una personcina con le orecchie a punta”.
A Spinella mancò il respiro, si portò le mani sulla pancia, accasciandosi. Provò ad arretrare, a strisciare sull’erba in un disperato tentativo di allontanarsi ma le sue gambe si mossero appena. Ancora Kong la percosse mirando al viso; l’elfa riuscì ad alzare la mano per ripararsi l’occhio ferito ma il risultato fu un avambraccio nuovamente rotto. Il secondo tentativo andò a segno spaccandole il labbro inferiore, rovesciandola supina. Completamente esposta.
“Che intenzioni hai con lei, capo?”. Chiese uno dei tre scagnozzi.
“Semplice, prima di tutto mi prenderò le sue belle orecchie per appenderle al muro come trofeo. Poi semplicemente la farò finita, e la prima sarà sistemata”. Ed estrasse un pugnale.
Spinella respirò profondamente cercando di non svenire. La prima sarà sistemata, aveva detto lui. Era chiaro che i prossimi sarebbero stati i suoi amici.
Peccato… Stavolta non sarò con loro ad aiutarli.
Si voltò debolmente verso Amaro. Una seconda lacrima le uscì dall’occhio sano, piena di rimpianti per ciò che avrebbe potuto essere. Quell’elfo le era piaciuto fin da subito.
Mi dispiace. Non potremmo più prendere quel simil-caffè insieme.
E fu proprio quando Billy Kong cominciò ad accostarsi a lei con la lama in pugno… che un verso spaventoso s’innalzò dalla vegetazione. Un qualcosa a metà tra l’urlo e il ruggito.
Tutti, Spinella inclusa, si voltarono verso destra.
Una scia di alberi cominciò a cadere da tutte le parti come se un qualcosa di enorme ci stesse correndo in mezzo, puntando dritto verso di loro.
“Ma che…?”. Borbottò qualcuno, arretrando di un passo.
Che cos’è?. Ebbe la forza di chiedersi Spinella tossendo un altro fiotto rosso. Quale creatura era tanto forte da abbattere gli alberi?.
Un basilisco? No. I serpenti non ruggivano in quel modo.
Un troll, allora. Che altro poteva essere? Anche ad Avalon ce n’erano; anche se in genere preferivano starsene nel sottosuolo fino al tramonto per evitare la luce.
Un troll attirato dall’odore del mio sangue. Tremò l’elfa all’avvicinarsi della furia.
“Preparatevi, uomini!!”. Latrò Billy Kong, estraendo la pistola.
Gli altri lo imitarono, si tennero pronti.
Che stupidi. Avrebbe voluto dire Spinella. Pensavano davvero di abbattere un troll con quei giocattoli?.
Prima avrebbe fatto scorpacciata di carne umana. Poi avrebbe avuto lei come dessert.
Quasi quasi preferivo il pestaggio.
E appena la furia uscì allo scoperto…
  






 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Artemis Fowl / Vai alla pagina dell'autore: Tactolien