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Autore: NephilimJ    22/01/2016    3 recensioni
Cosa succederebbe se Draco Malfoy non volesse seguire le orme di suo padre, rifiutando così il pericoloso Marchio Nero davanti al Signore Oscuro stesso? E se quest'ultimo decidesse di punirlo, tirando in ballo una persona che il Serpeverde mai si sarebbe aspettato di dover proteggere?
Tratto dalla storia:
"Non ne posso più di questi tuoi sbalzi d'umore! Un attimo prima sei dolce e comprensivo, un secondo dopo mi tratti male e mi dai della Mezzosangue. Io non ti capisco. So che siamo condannati a stare insieme, che non abbiamo scelta. Ma se proprio non riesci a sopportarmi lasciami stare, fingi di amarmi solo in pubblico! Ci stiamo rovinando la vita a vicenda, e lo sai beni..."
Non riuscì a completare la frase, che un paio di labbra fredde si posarono sulle sue, lasciandola di stucco.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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CAPITOLO 4:

 

 

Ecco a voi il quarto capitolo! L’ho pubblicato oggi perché domani non avrei avuto tempo… spero vi piaccia. Non accade nulla di molto importante, difatti è solo un ‘capitolo di passaggio’, diciamo. Oramai starò già diventando noiosa con tutti questi ringraziamenti, ma ci tenevo a ringraziare ancora di cuore tutti i miei lettori. Ogni giorno nuove persone aggiungono questa storia alle seguite/preferite/ricordate, e mi fa così piacere, davvero. Se vi va di lasciare anche una recensione per sapere cosa ne pensate mi rendereste ancora più felice ahah, anche perché il vostro parere, sia negativo che positivo, è davvero importante per me. 

Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare entro sabato prossimo, scuola e compiti permettendo. Ma ora la smetto di chiacchierare e vi lascio alla storia… fatemi sapere!!

Un bacio, Nephilimj 

 

 

 

Draco era disteso sul letto a baldacchino, nella sua camera a Malfoy Manor. Era intento a guardare delle figurine di alcuni giocatori di Quidditch dei Ballycastle Bats, una delle squadre più ammirate in quei tempi. 

Le vacanze estive erano appena iniziate, e aveva terminato il secondo anno ad Hogwarts. Seppur non lo desse a vedere, gli dispiaceva molto che la scuola era finita, perché a casa si annoiava terribilmente: non aveva mai nessuno con cui parlare, se non i suoi genitori, che però erano sempre impegnati. Ma ormai si era rassegnato all’idea di dover passare l’estate con loro, perciò cercava di non pensarci molto.

Finì di osservare l’ultima figurina, poi, sbuffando, le rimise al posto dentro una scatolina in legno pitturata di verde. Era lì che teneva tutte le immagini dei suoi idoli.

Proprio in quel momento, mentre pensava di poter finalmente riposare un po’, qualcuno bussò alla porta della stanza.

“Avanti!” sbuffò spazientito, alzando la testa per vedere chi entrava. Quando la porta si aprì di scatto notò un elfo domestico che lo fissava timoroso, in cerca del consenso di parlare.

“Cosa vuoi, Mary?” chiese con un tono freddo. Non aveva mai sopportato gli elfi domestici, per lui erano semplicemente delle creature inutili e timide che servivano poco a niente. Ma questo non era sicuramente il pensiero di suo padre, visto che ne tenevano circa cento in casa.

“Padron Lucius cerca Draco Malfoy perché ha bisogno di parlare con lui. Draco è atteso nel soggiorno.” bisbigliò l’elfa, poi con uno schiocco sparì, e il ragazzo si affrettò a scendere le scale. Quando suo padre lo chiamava, voleva dire solo una cosa: brutte notizie. 

Entrò in salotto tremando appena, ma quando varcò la soglia rimase paralizzato. Davanti a lui stavano suo padre, con un enorme sorriso falso in faccia, sua madre, molto annoiata a giudicare dallo sguardo perso, e la famiglia Greengrass al completo.

C’erano Daphne e Astoria, insieme ai loro genitori, e perfino il loro elfo domestico. Il ragazzo non poté fare a meno di chiedersi cosa ci facevano lì le sue compagne Sempreverdi con la loro famiglia. Come ad intuire i suoi pensieri, Lucius gli si avvicinò e con fare falsamente paterno gli mise una mano sulla spalla.

“Draco, caro! Hai visto che bella visita che abbiamo? La tua amica Daphne, con i suoi simpaticissimi genitori e la sua cara sorellina Astoria! Abbiamo una grande notizia da darti!”

“Ciao” salutò il ragazzino, facendo un cordiale cenno del capo. Era stato interrotto dai suoi ‘impegni’ per andare a salutare quella smorfiosa di Daphne. Non gli stava affatto bene. 

“Ciao, Draco. Tutto bene?” chiese freddamente il padre delle ragazze, rivolgendogli un sorriso tirato.

“Sì, grazie.”

Dentro alla stanza calò il silenzio. Narcissa continuava a spostare lo sguardo da suo marito a suo figlio, e qualche volta scrutava anche la famiglia Parkinson. Lucius si scambiava occhiate complici con l’altro uomo, mentre Draco, Astoria e Daphne si osservavano seri. La madre di quest’ultima invece, si osservava le unghie perfette senza interesse.

“Bene, ora, meglio dare la fantastica notizia. Vuoi procedere tu?” esclamò alla fine Lucius, rivolgendosi al signor Greengrass con fare altezzoso.

“Certo,” il padre delle ragazze si schiarì la voce, poi parlò, lasciando tutti senza fiato “ci siamo riuniti tutti qui, per annunciare ai nostri carissimi figli, Astoria e Draco, il loro matrimonio, che si terrà subito dopo il settimo anno.”

 

Il Serpeverde si riscosse dai suoi pensieri. Si ricordava perfettamente quel brutto giorno, quasi quattro anni prima. Ricordava anche che da quel momento non aveva rivolto la parola a nessuno per più di tre o quattro giorni, e si era rinchiuso in camera sua uscendo solo di notte per andare nelle cucine a rubacchiare un po’ di cibo. 

Adesso era tutto cambiato: lui non avrebbe più dovuto sposare Astoria per mantenere il nome dei Malfoy intatto, ma una Mezzosangue Grifondoro, per colpa, ovviamente, di suo padre. Era nei guai, lo sapeva perfettamente. 

Si girò pian piano verso Pansy, guardandola negli occhi. Vide che i suoi luccicavano di malignità, e per un attimo ne ebbe timore. Poi prese un respiro e annuì, ghignando.

“Okay.” disse.

Lei lo fissò male, senza capire. Poi dopo averci pensato un po’ su un sorriso soddisfatto gli spuntò sulle labbra, e gli fece una carezza, lasciandolo interdetto.

“Okay cosa, Draco?” chiese continuando a far finta di non capire, per sentirsi dire quelle parole che tanto desiderava sentire nel profondo del cuore, per dare una lezione alla Mezzosangue. 

“Okay, verrò al ballo con te. Ma adesso vattene!”

Lei sorrise trionfante e senza dire più nulla gli schioccò un bacio sulla guancia, lasciandogli il segno del rossetto sulla pelle pallida. I baci di Pansy a Draco non facevano nessun effetto da sempre, ma quello aveva un che di provocante, e se ne rese subito conto. Lui la fissò mentre usciva. Poi scoppiò in una grossa risata che rimbombò per tutta la stanza. Ce l’aveva fatta. 

In quell’istante Blaise entrò dalla porta, e rimase a fissarlo per un attimo.

“Draco, si può sapere cos’è successo? Come mai ridi? E perché Pansy è uscita dalla tua stanza così soddisfatta?” chiese chiudendosi la porta alle spalle e osservando l’amico, in cerca di spiegazioni adeguate.

“Blaise, credo che per una volta, riuscirò a fare una vendetta degna di Pansy Parkinson. Si pentirà amaramente di aver provato a toccare la mia ragazza e aver provocato me, Draco Malfoy!”

Zabini si avvicinò con un’espressione alquanto sconvolta. Non riusciva a credere che Draco avesse intenzione di fare del male a Pansy, per proteggere Hermione Granger. Era molto curioso di sapere cosa avesse intenzione di fare l’amico, così gli scoccò un occhiata curiosa.

“Cos’hai intenzione di fare?” chiese.

 Draco sorrise.

 “Oh, lo scoprirai molto presto. Ma ho bisogno del tuo aiuto.”

Il moro aspettò un attimo prima di rispondere. Sapeva quanto Draco odiasse Pansy, anche se fingeva il contrario, e doveva proprio ammettere che anche a lui non andava particolarmente a genio. La trovava stupida e decisamente oca, per questo cercava di evitarla il più possibile, anche se finiva sempre per bisticciarsi.

Così pensò che non c’era nulla di male nel far capire alla Serpeverde che chi comandava lì, non era lei. 

“Certo, non mancherò.” rispose alla fine, deglutendo.

 

                                                                   ***

 

“Adesso però andiamo a lezione, dai! Ricordi no, che quelli del quinto e del sesto anno di Grifondoro e Serpeverde hanno Erbologia insieme oggi? Vogliono far vedere a noi cosa ci spetta l’anno prossimo! Su, alzati, andiamo!”

“Sì, Ginny, arrivo. Abbiamo poco tempo, dobbiamo muoverci.”

Le due ragazze erano state per parecchio tempo nella stanza di Hermione a parlare della punizione di Malfoy, e sfortunatamente, né una né l’altra aveva ancora trovato nessuna scusa per liberare la maggiore da quel peso. Ginny aveva pensato a molti modi, come scappare da Hogwarts, parlarne con Silente, o addirittura cercare di uccidere Malfoy, ma Hermione aveva rifiutato tutto, pensando che l’amica fosse troppo esagerata.

Tenendosi a braccetto, le due scesero le scale che portavano alla Sala Comune, che trovarono completamente vuota. Attraversarono il quadro della Signora Grassa, e in quell’istante si sentì un fruscio d’ali, e un bellissimo gufo color miele planò sul braccio teso di Hermione, dandole una beccata sul palmo della mano.

“Ei, attento, così mi fai male.” si lamentò la ragazza.

 “Su, su, aprilo! Chi è che ti manda un gufo adesso?” Ginny continuava a fissare la piccola busta tra le zampe della creaturina, che dava l’aria di essere molto importante. 

Con un sospiro Hermione slegò la lettera e diede una carezza al gufo, lasciandolo andare via. Con la lentezza di un bradipo l’aprì e srotolò la pergamena, lasciando intravedere una lunga marea di parole, scritte con una grafia bella e ordinata.

Cominciò a leggere, con Ginny che spiava da dietro una spalla. A mano a mano che scendeva tra le righe, il suo viso impallidiva sempre di più e gli occhi diventavano furibondi.

 

Signorina Granger,

sono Lucius Malfoy, il padre di Draco. Non ho intenzione di andare per le lunghe, perciò arriverò dritto al punto.

Se non esegui alla lettera la punizione, fingendoti innamorata cotta di mio figlio, ci sarà una punizione ancor peggiore per te. Perciò stai molto attenta a quel che fai, capito?

Vorrei anche dirti, visto che sei ormai di ‘mia proprietà’, che non dovrai assolutamente frequentare Potter e Weasley d’ora in avanti. Non vorrai certo farti vedere in giro con quei due ignoranti, quando sarai moglie di Draco Lucius Malfoy, o sbaglio? 

Perciò vedi di non tradirmi in alcun modo.

Ah, un ultima cosa. Draco mi ha raccontato di quanto tu sia noiosa nel vestirti, con quelle orribili gonne grigie. Per questo al più presto ti farò mandare vestiti degni della moglie di mio figlio, ed esigo che tu, d’ora in avanti, li indossi. 

Mezzosangue, ti conviene seguire alla lettera anche le mie, di regole, o come ho già detto, saranno guai seri. 

 

L.M

 

“Non ci posso credere! Ma come si permette quel vecchio barbone arrugginito?” gridò la Weasley dopo aver letto e riletto la lettera.  

Hermione non sapeva che dire. Qualcosa, in lei, dopo aver letto quella lettera, era cambiato. Si sentiva terribilmente male, aveva lo stomaco attorcigliato e le mani, che stringevano ancora la lettera, sudate. L’ultima cosa che si aspettava era ricevere una lettera dal terribile Lucius Malfoy. Certo, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare anche lui, ma non pensava in questo modo.

“Herm, dì qualcosa.” sussurrò Ginny osservandola attentamente, quasi con timore.

Lei scosse la testa.

“Non c’è proprio nulla da dire.”

 “Sì invece! Io penso che tu debba parlarne con Malfoy, al più presto possibile!”

Ginny aveva ragione. Doveva assolutamente andare dal Serpeverde, e capire cosa ne pensava di tutta quella storia. Chissà se sapeva che Lucius le aveva scritto una lettera. Magari ne aveva scritta una anche a lui. Annuì con un cenno del capo e dopodiché sorrise timidamente all’amica, incitandola a seguirla lungo il corridoio.

Camminarono silenziosamente per tutto il tragitto, guardandosi di tanto in tanto. Erano tutte e due molto preoccupate per quello che sarebbe potuto succedere appena Hermione avesse parlato con Malfoy.

Arrivarono alle serre e presero posto, il più lontano possibile dal gruppo di Serpeverde che si era formato. Al centro c’erano Tiger, Goyle e Malfoy. Quest’ultimo lanciò uno sguardo verso le due Grifondoro. I suoi occhi e quelli di Hermione per un attimo si incontrarono, ma lei girò subito lo sguardo e prese posto insieme all’amica.

“Ehm… Hermione… Malfoy ti sta fissando.” sussurrò Ginny nell’orecchio della mora. Hermione si girò lentamente, e quando incontrò lo sguardo del Serpeverde si accorse che quello che le aveva detto l’amica era vero: Draco la stava ancora guardando. Non le piaceva quando la guardava così intensamente, la metteva a disagio. E non era certo la prima volta che capitava. Quando lui si accorse che anche Hermione lo stava guardando, le fece un sorrisino sarcastico e le fece cenno di avvicinarsi.

Hermione guardò Ginny abbastanza preoccupata.

“Vado?” chiese, cercando l’aiuto dell’amica.

“Ma certo! In fondo è il tuo ragazzo, no?” rispose la rossa facendole l’occhiolino.

La Caposcuola scosse la testa divertita, poi a testa alta si avvicinò alla banda dei Serpeverde. Appena li raggiunse, tutta la classe, compresi i Grifondoro, si voltarono a fissarla. Hermione arrossì violentemente, ma continuò a camminare e in poco tempo raggiunse ‘il suo ragazzo’.

“Ei, Hermione.” esclamò lui avvicinandola a sé con un braccio. Pansy Parkinson, e molti altri Serpeverde, sbuffarono schifati.

“Ciao Draco.” rispose calcando il suo nome con la voce. Non era ancora abituata a chiamarlo così, ma sapeva di dover farlo.

“Resta qui con me, durante la lezione. Dobbiamo far vedere a tutti, che bella coppia siamo, insieme.” le sussurrò nell’orecchio. Hermione a quel contatto rabbrividì, e sentì una strana sensazione invaderla. Si era anche dimenticata di chiedergli della lettera di suo padre.

“Non ho nessuna intenzione di stare in mezzo ai Serpeverde, mi dispiace.” ribatté lei in modo che solo lui potesse sentirla. Lui la squadrò, socchiudendo gli occhi.

“Granger, comportati nel modo corretto. Resta qui, mia sposa.”

 “Ma come sei cordiale oggi, Malfoy. Cos’è successo? Il Signore Oscuro ti ha per caso minacciato… di nuovo?”

“Non proprio. Diciamo che qualcun altro l’ha fatto, ma non penso che ti interessa sapere chi. Piuttosto, dimmi un po’, hai già deciso cosa metterti oggi pomeriggio, visto che non abbiamo lezione?”

Tutta quella conversazione si stava svolgendo silenziosamente, poiché ancora tutta la classe li fissava sbalordita.

“Come sarebbe a dire, cosa indosserò? La divisa, ovviamente!”

Malfoy scoppiò a ridere.

“La divisa? Stai scherzando spero! No no, almeno quando non c’è lezione vestiti meglio, okay? Come sicuramente saprai già, mio padre a breve ti spedirà dei nuovi vestiti, che tu sarai obbligata ad indossare, okay, Hermione?” Draco disse tutto questo a voce talmente bassa che anche la ragazza fece fatica a comprendere tutto. Ma quando ci riuscì, il viso impallidì leggermente.

“Già, a proposito del tuo caro paparino… mi ha inviato una lettera orribile!”

“Sssh, non parliamone qui, in classe. Poi tra poco arriverà la professoressa, penso che sia ora che tu torni dai tuoi amichetti.”

Hermione lo guardò confusa.

“Non dovevo stare qui?”

“Eh, lo so che ti piacerebbe, ma se vogliamo far vedere a tutti quanto siamo sdolcinati, penso che sia il caso che tu te ne vada.”

La ragazza continuava a non capire, finché Draco, sotto gli sguardi di tutti, la prese per la vita e la tirò a sé, abbracciandola. Hermione all’inizio rimase ferma, immobile, ma quando capì che doveva ricambiare per rendere la finzione vera, appoggiò la testa nell’incavo del suo collo e lo strinse leggermente. Non seppe il perché, ma in quell’abbraccio si sentì quasi bene. Lui gli mise le mani attorno alla vita, senza però stringere troppo. Rimasero in quella posizione per poco tempo, o almeno, a lei sembrò così. Finché Draco non l’allontanò lentamente, e sempre sotto gli sguardi impressionati di tutti, le diede un bacio sulla fronte. 

“A dopo, Hermione.” le disse, sbuffando divertito, per poi girarsi e tornare dai Serpeverde.

La Grifondoro lo guardò, mordendosi l’interno guancia. Non riusciva ancora a credere di aver avuto quel momento così ‘intimo’ con Draco Malfoy, il suo più grande nemico. Solo ora che si erano allontanati si rendeva conto della grossa cavolata che aveva appena fatto. Come aveva potuto pensare, anche solo per un istante, di essere stata bene tra le braccia di Malfoy?

Lentamente si avvicinò a Ginny, che la fissava sorpresa.

“Meglio non fare domande, giusto?” le sussurrò non appena la mora tornò da parte a lei.

“Già.”

In quel momento la professoressa Sprite entrò nella serra, e tutti smisero di parlare di ciò che avevano appena visto. Harry e Ron, poco distanti da dove si trovavano Hermione e Ginny, fissavano l’amica abbastanza scossi, poiché non erano ancora abituati a quei gesti d’affetto tra lei e il loro più acerrimo nemico. Quest’ultimo invece era circondato da Serpeverde che, alcuni schifati e altri arrabbiati, gli chiedevano spiegazioni, che lui ovviamente non voleva dare. 

“Ciò che faccio non è affar vostro.” lo sentì dire Hermione, che ancora lo osservava con sguardo confuso. Per fortuna la professoressa aveva chiesto il silenzio per poter cominciare la lezione, altrimenti i pensieri su quello che stava succedendo tra lei e Malfoy non le avrebbero dato tregua. Durante le due ore di lezione gli sguardi del Serpeverde e della Grifondoro si incrociarono più volte, e quest’ultima lo guardava con leggero astio, cercando però di farsi notare soltanto da lui, che invece cercava di ignorarla il più possibile. Hermione cercò pure di parlare con Ron ed Harry, ma Ginny continuava a tenerla vicina a sé e ad aggiornarla sugli sguardi dei Serpeverde davanti a loro. 

“La Parkinson ti sta letteralmente uccidendo con lo sguardo.” le sussurrò per l’ennesima volta la rossa. “Mi sa che qualcuno qui è geloso…”

Hermione scosse la testa.

“Non ne ha nessun motivo.”

“Invece sì, perché lei non sa che non state realmente insieme. Ovvero, state insieme, ma solo voi ne sapete il vero motivo. E non è certamente perché tutto d’un tratto vi siete innamorati e avete cominciato a vedervi di nascosto!”

Hermione guardò male l’amica, poi riprese a seguire le parole della professoressa che stava spiegando i compiti per la settimana successiva, tra gli sbuffi della classe. 

“E mi raccomando, il tema lo voglio di una pergamena e mezzo, scritto con cura e non scopiazzato dai libri!” concluse la Sprite, per poi congedarli tutti.

Hermione e Ginny si affrettarono a raggiungere Harry e Ron, ma prima che potessero farlo Malfoy e Zabini si misero davanti a loro, bloccando il passaggio.

“Ei, Hermione, perché non andiamo a fare due passi?” chiese Malfoy, utilizzando il tono più cortese che potesse avere e lanciando uno sguardo scocciato alla Weasley, che per tutta risposta si limitò a corrugare le sopracciglia.

Hermione fissò prima lei, poi Blaise Zabini, ed infine il suo fidanzato. Era indecisa sul da farsi; certo che Malfoy stava facendo proprio sul serio con questa storia dello stare insieme, e da una parte poteva capirlo. Se già lei era terrorizzata all’idea che Voldemort teneva d’occhio ogni loro mossa, chissà quanto lo era lui. Lanciò uno sguardo di scuse a Ginny, e l’abbracciò.

“Serpe in agguato, ci vediamo stasera a cena.” le sussurrò all’orecchio strappandole una risata. Dopodichè la rossa raggiunse Harry e suo fratello, che le stavano aspettando poco distanti. Quando Ron vide che Hermione non li avrebbe raggiunti il suo sguardo mutò: dapprima divenne confuso, poi la confusione lasciò posto ad una profonda delusione. Lei gli fece un timido sorriso, sentendosi tremendamente in colpa, ma lui non ricambiò, e i tre si allontanarono silenziosamente. Ginny però si girò un’ultima volta, mandandole un bacio con la mano. L’ultima cosa che Hermione voleva era che questa cosa con Malfoy l’allontanasse dai suoi migliori amici, ma sapeva di non avere scelta.

“Dove andiamo, Malfoy?” gli chiese. Solo in quell’istante parve rendersi conto che con loro c’era anche Zabini, che continuava a fissarla. Hermione si chiese se per caso lui sapesse della punizione del Signore Oscuro, o se pensasse che i due stavano davvero insieme. Nel dubbio, non chiese nulla, lanciando però uno sguardo interrogativo a Malfoy, che guardò a sua volta l’amico.

“Blaise, forse è meglio se ci lasci soli.” disse con una nota di sarcasmo nel tono di voce. Lui non se lo fece ripetere due volte, e lanciando un ultimo sguardo sospettoso ad Hermione si allontanò con una camminata altezzosa, da tipico Serpeverde.

“Bene, Granger. Seguimi, ti porterò in un posto in cui possiamo parlare senza interruzioni.” disse il Serpeverde una volta che furono soli.

“E dove sarebbe questo posto esattamente, Malfoy?” ribatté lei, per nulla fiduciosa.

“Oh, nulla di grave, semplicemente la Stanza delle Necessità. Penso che tu sia al corrente dell’esistenza di questa utile stanza… o mi sbaglio?”

“La conosco perfettamente. Mi chiedo soltanto perché dovremmo stare da soli. In fondo, noi dobbiamo solamente fingere davanti agli altri di stare insieme.”

Lui rimase per un attimo in silenzio, non staccando un attimo il suo sguardo freddo da quello fiero della Grifondoro.

“Semplicemente per il fatto che se io devo stare con qualcuno, vorrei chiarire un paio di cosette prima di cominciare. E visto che so per certo che finiremo per litigare, preferirei farlo in un luogo in cui nessuno ci può vedere. Non sei d’accordo anche tu, Mezzosangue?”

Hermione si mise una mano sulla fronte, stravolta.

Ma in che guaio l’avevano cacciata?

  
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