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Autore: itsmegeorg    22/01/2016    1 recensioni
Questa FF è Una raccolta di one shot-missing moments Captain Swan.
Dal testo:
"Ci separammo per riprendere fiato e decisi di dire io qualcosa. "Ti amo, Killian. Ti amerò per sempre", mi sorrise "Ti amo anch'io, Emma Swan". Era diventato così semplice dire quelle paroline. Tutto era diventato più semplice; persino amare."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non era mai stata così stanca in vita sua.
Eppure la sua vita era sicuramente più calma.
Storybrooke era più calma.
Lei stessa lo era.
Le giornate, tuttavia, erano lunghe. Un po’ per la pioggia incessante e un po’ per la lontananza da Henry. Il suo ragazzino stava crescendo, doveva ammetterlo. Né per lei né per Regina era stato semplice lasciarlo solo in un mondo per niente magico.
Era partito da già due settimane, ma sembrava essere passato un secolo. Il suo subconscio faceva brutti scherzi: a volte sentiva la sua voce darle dei consigli o rimproverarla. Era, effettivamente, parecchio lontana da suo figlio. Francia.
Per la miseria se era lontano da lei. L’Europa di certo non era dietro l’angolo, ma quella era un’opportunità che non potevano negargli. Non era cresciuto in un posto normale o in una famiglia come le altre e quello era il momento giusto per assaporare la vita vera. Fare esperienze, viaggiare, conoscere. Emma, e tutti gli abitanti di Storybrooke, glielo dovevano. Henry era un ragazzo sveglio e intelligente e meritava tutto lo svago necessario e richiesto dalla sua età.
Sì, la stanchezza di Emma era dovuta anche ad altre mille preoccupazioni. Però tutte di poco conto o almeno assumevano poca importanza di fronte a ciò che l’aspettava a casa.
Killian.
Non ci aveva fatto l’abitudine, per niente. Tornare da lui ogni sera, dopo il lavoro, aveva sempre lo stesso effetto sulla salvatrice. O meglio, lui le faceva sempre lo stesso effetto. Si sentiva come una bambina al luna-park.
Si imbarazzava anche solo a pensarla un sciocchezza del genere, non era da lei. Quante smancerie inutili. Oh, ma chi prendeva in giro. Oramai si sentiva pienamente a suo agio respirando quell’aria di tenerezza e leggerezza che l’accarezzava.
Mise le ultime cose in borsa e organizzò mentalmente tutte le faccende che avrebbe sbrigato il giorno successivo, chiudendo a chiave l’ufficio dello sceriffo.
Si avviò verso il suo maggiolino giallo e mise in moto.

Non si sarebbe mai immaginata una cosa simile.
O forse sì. Chissà.
Lui era, stranamente, immobile sul loro porticato. In piedi mentre fissava l’oceano d’avanti a sé. Cercava di calmarsi.
Poche volte si soffermava sui particolari, anche se erano proprio quelli a contare.
Era bello da togliere il fiato. Lì nella semplicità e nella sua spontaneità. In quel preciso istante, forse riuscendo a intravedere i pensieri della sua Emma, Killian sorrise. Uno dei suoi sorrisi maliziosi ma dolci. Iniziò a grattarsi dietro l’orecchio alzando il sopracciglio. Eccoli i particolari di cui stava pensando. Lo conosceva così bene, sapeva a memoria ogni sua abitudine e avrebbe potuto indovinare ad occhi chiusi cosa egli provasse…senza nemmeno doverlo guardare o parlargli.

Era nervoso. Inspiegabilmente nervoso.
“Ehilà, capitano!” salì quei due scalini che li separavano e lo accolse fra le sue braccia, o magari lui accolse lei. Fa lo stesso.
“Mi stavi per caso aspettando?” tradusse un “che diavolo fai qui al freddo?” in modo più carino.
“Ovviamente sì, Swan. A chi sennò. Com’è andata oggi, sei stanca?!” le posò un bacio sulla fronte, era il suo modo per darle il bentornata…
Era sempre così, inevitabilmente adorabile. Come aveva fatto a vivere 29 anni della sua vita senza di lui?
“Già, come sempre del solito. Tu che mi racconti?”
“Senza di te è una noia lo sai bene…” si guardava intorno, forse preoccupato. I dubbi di Emma non erano infondati. Le stava nascondendo qualcosa.
“Sta per mettersi a piovere di nuovo, possiamo entrare o…”
“ ‘o’ Cosa?!” rispose lui immediatamente, incerto sul da farsi.
“Beh, trovandoti qui ho pensato che…forse…tu…beh. Credevo che dentro ci fosse una sorpresa!” al diavolo le insicurezze. Il loro rapporto non era mai stato equilibrato, a causa di tutto quello che avevano dovuto affrontare. In fondo lei era la figlia del Principe Azzurro e Biancaneve e lui Capitan Uncino. Cosa poteva mai esserci di equilibrato in tutto ciò? Però ora potevano definirsi quasi una coppia adatta al 21^ secolo. Ne avevano tutte le sembianze.
Vedevano il SuperBowl insieme, passeggiavano al porto mano nella mano e lei gli preparava le cene più squisite. Anche se tutti preferivano di gran lunga Granny’s.
Avrebbe dovuto fare delle domande se lo avesse ritenuto opportuno. Ed in quella situazione era opportuno, eccome. Doveva sapere perché a Killian tremassero le mani, doveva sapere perché era fuori ad aspettarla.
Doveva.
Sapere.
Perché.
Ora stava a lui darle una risposta e soddisfacente, come minimo.
Emma sarebbe rimasta delusa se non avesse avuto in servo per lei alcuna sorpresa. Ci aveva fatto un pensierino.
Eccola tornata come la bambina del luna-park.
“Beh, non ti ci si può nascondere proprio un bel niente, Swan.”
Bingo. Aveva fatto centro.
Le farfalle avevano cominciato a svolazzarle nello stomaco. La testa le girava. Una sorpresa tipo un regalo? Oppure aveva cucinato lui quella sera? Ecco, ci siamo. Le aveva preparato un bel bagno caldo con delle candele accese sui bordi della vasca.
Emma adorava rilassarsi in quel modo. Non aveva spesso il tempo per farlo, ma lo aveva rivelato a Killian, ed egli le aveva promesso che un giorno sarebbero riusciti a fare un bagno assieme.
Era la sera giusta. Ma non era esattamente quello che aveva in mente il pirata.

Con loro varcarono la porta un migliaio di incertezze e riluttanze.
Uncino non era ancora del tutto sicuro di quella mossa. Forse troppo azzardata, nonostante avesse chiesto consiglio a David.
Esatto, proprio il padre della sua bella fidanzata. Appunto: fidanzata. “per poco…” pensò speranzoso tra sé e sé il giovane eroe.
Eroe. Un nome che ora gli si addiceva perfettamente. Aveva dimostrato, ancora una volta e persino da morto, le sue intenzioni e il suo amore durante quella ‘gita’ nell’oltretomba. Erano stati anche quei momenti, insieme a quelli trascorsi a Camelot, che avevano portato Charming ad appoggiarlo. Ma questo non contava poi così tanto per Killian, a lui importava solo della risposta. Di quella di Emma, ovviamente.
Chiuse la porta alle sue spalle e portò un braccio intorno alla vita delle bionda. Lei sembrò vacillare al contatto con la sua giacca di pelle. Che strano ed incontrollabile potere che aveva su di lei, su ogni minima particella e fibra del suo corpo.
La condusse al centro del salotto, intimandole di restare lì ferma. Fece qualche passo in avanti e il sangue incominciò a ribollirle nelle vene.
Il bagno non centrava chiaramente nulla. Dannazione. Cosa diamine stava succedendo.
Il pavimento sotto di lei ora sembrava sabbie mobili.
Cosa.
Diamine.
Stava.
Succedendo.
Killian tornò dopo pochi istanti e le si parò d’avanti. Si guardarono negli occhi senza proferire parola. Lei impaziente e lui emozionato.
Emma ancora non ci era arrivata. Quando era con il suo adorato pirata ogni rotella del suo cervello smetteva di funzionare.
L’altro tirò su col naso e cercò di darsi un po’ di contegno. Un’immagine un po’ più virile. Stabilizzò la sua voce e cominciò:
“Per me non sarà facile dirti queste cose, ma è giunta l’ora. Swan, io ti amo.
Ti amo con tutto me stesso, non ho mai amato nessuna come amo te.
Nemmeno Milah.
Tu sei diversa, sei preziosa. Sei mia. Solo mia.
Una sensazione indescrivibile, tesoro. Saperti sempre al mio fianco, sana e salva. Poter vivere la nostra favola tutti i giorni. Quella che dopo anni di sacrifici, ci siamo meritati. Entrambi.
Ti prometto che avrai sempre accanto un uomo che sappia quanto vali.
Sempre un uomo che sappia capirti. Sappia proteggerti. Mi avrai sempre.
Ed è proprio per un sempre, uno di quelli eterni, che ora farò una delle cose più imbarazzanti della mia vita…”
Ci era arrivata, finalmente. Non trattenne le gambe. Cedette e cadde sul divano dietro di loro. Killian accorse afferrandole il braccio e si accasciò vicino a lei. Guardavano un punto fisso. Indefinito.
Non aveva fatto in tempo a finire il suo discorso. Non aveva nemmeno tirato fuori l’anello. Quello della madre.
Ma prese coraggio e cacciò da dentro la tasca della giacca una scatolina. La aprì lentamente, usando la sua unica mano. La porse ad Emma.
Lei solo allora alzò lo sguardo. Incatenarono i loro occhi gli uni con gli altri. Le lacrime pungevano i suoi color verde smeraldo, combattevano per uscire. Poi scesero pian paino e caddero sul diamante.
“Wow” pensò.
“Amore mio…” disse invece.
“Allora, Emma vuoi spo-“
Cosa successe dopo non lo sanno nemmeno loro. Versi indistinti e gesti imprecisi. Una notte indimenticabile. Una notte tutta loro, nella loro casa e nella loro nuova vita. Ma ad Uncino non mancò occasione per chiederle di dargli una risposta vera, per potersela imprimere bene nella mente.
“Dimmelo, andiamo. Solo una volta.” Sussurrò al suo orecchio, inspirando l’odore e il calore della sua pelle nuda accoccolata a lui.
“Cosa?” rispose lei, con un sorriso compiaciuto sulla faccia. Chissà se per la proposta o per emh, beh, avete capito.
“Quel ‘sì’. Non che il bacio non mi fosse bastato ma sai com’è, sono sentimentale.”
Ridacchiarono.
Emma si ricompose e si appoggiò su un gomito per poterlo squadrare attentamente.
Che gran bel pirata aveva di fronte.
“Sì, Killian. Io ti sposerò.” Lo baciò appassionatamente.
“Ci sposeremo.” Un altro bacio…
“Mi sposerai” un ultimo e ancora più passionale bacio.
Sì lecco le labbra assaporando ancora il gusto imparagonabile della bocca del compagno.
“Mi sa che tu non andrai a lavorare domani…”
La inchiodò sotto di lui e le fece il solletico. La sua risata era proprio bella da ascoltare. Bella quasi quanto colei che la emetteva.
Avevano il loro ‘sempre’. Se l’erano promesso. Nessuno li avrebbe più separati.

 
   
 
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