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Autore: Neko    24/01/2016    3 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 80: La marina riparte

 

Non sapeva dire quanto tempo era rimasta priva di sensi. Doveva essere un po’ perché il sole era tramontato e dal baccano che sentiva comprese che tutti si stavano preparando per la cena.

Robin si guardò attorno  e nonostante la poca illuminazione, data da un paio di candele, posate su un tavolo, riuscì a comprendere di trovarsi nella casa di Sasuki, la donna che era convinta che Nami fosse sua figlia, e di suo marito.

Vide Chopper indaffarato sul tavolo, tritare delle erbe medicinali e concentrato com’era non si accorse del suo risveglio.

Provò a chiamarlo, ma gli uscì solo un gemito a causa della secchezza della gola. Aveva urgentemente bisogno d’acqua.

“Robin!” urlò la renna sentendo il suo lamento e corse immediatamente al suo fianco “Ti sei svegliata finalmente. Cominciavo a preoccuparmi!” disse il dottore con le lacrime agli occhi.

Robin fece un debole sorriso, poi con la poca voce che aveva, chiese al suo amico un po’ d’acqua.

Chopper l’accontentò subito, ma mise nel suo bicchiere della polverina, che fece accuratamente sciogliere, prima di darle da bere.

“Ecco, questo dovrebbe alleviare il dolore delle tue ferite. In genere sei abbastanza veloce a riprenderti, ma sei stata ferita seriamente e potresti essere un po’ dolente!”

“Grazie Chopper!” disse Robin, recuperando ormai la voce, dopo che la sua gola era stata nuovamente reidratata.

La donna si mise lentamente a sedere e domandò “Stanno tutti bene? Gli abitanti del villaggio, i bambini e  i nostri compagni?”

Chopper annuì “Si, nonostante l’attacco di Regina, ci sono stati pochi danni, cioè molte case sono andate distrutte e ci sono stati molti feriti, ma se non fossimo intervenuti noi, probabilmente ci sarebbero state molte vittime, la maggior parte bambini, ma grazie a te, questo incubo è finito!” disse Chopper.

“Per merito mio?” chiese Robin confusa.

“Si, non hai sconfitto tu Regina?” chiese la renna confusa.

Robin si portò una mano alla testa “Uhm…si, scusa sono ancora un po’ confusa. Ora lei dov’è?”

Smoker l’ha presa in consegna!” rispose Chopper, il quale vedendo lo scardo sorpreso della donna, dovette informarla dell’arrivo della marina.

 

Tashiji era in riva al mare a guardare le onde che si infrangevano sulla spiaggia. Non aveva molta fame quella sera. Era pensierosa e non sapeva cosa fare, ma non era l’unica, infatti diversi metri da lei, dove si ergevano diversi scogli, Zoro stava facendo lo stesso.

L’uomo era persone nei suoi pensieri, ma venne distratto quando sentì dei passi avvicinarsi a lui.

“Che vuoi sopracciglio?” disse senza nemmeno voltarsi.

“Niente, solo fumare!” disse Sanji affiancando l’amico e aspirando la sigaretta. Non disse nulla per diverso tempo, ma con la coda dell’occhio guardò il suo compagno.

“Per quanto tempo starai ancora lì imbambolato, invece di passare l’ultima sera con la tua amata?” chiese infine il cuoco.

Zoro tacque e continuò a guardare dritto davanti a sé.

Tsè, sei un idiota!” disse Sanji, attirando anche se solo con lo sguardo, l’attenzione del compagno “Domani Tashigi se ne andrà e tu non fai niente?”

“Abbiamo già avuto questa conversazione. Non le dirò di restare!” disse Zoro seccato.

“Non devi dirle di restare, ma solo fare chiarezza e passare gli ultimi istanti con lei, se non lo fai, potresti pentirtene!” disse Sanji.

“Cosa vuoi dire?” chiese curioso lo spadaccino.

“Voglio dire che quando si tratta di amore, non sei diverso da me o da qualunque uomo che vede andare via la persona che ama. Il dolore è lo stesso. Non lo ammetterai mai, ma il solo pensiero di non rivederla più ti fa star male ed è inutile che provi a negarlo, perché la tua bocca può dire una cosa, ma i tuoi occhi ne dicono un’altra. Non mantenere la tua aria da duro con me, se soffri ti puoi lasciare andare, non ti prenderò in giro né ora né mai, non scherzo su queste cose!” disse Sanji, buttando la cicca di sigaretta in mare e poi continuare “Mi dici perché non sei con Tashigi?”

Zoro studiò Sanji e disse “Perchè ci tieni così tanto ad aiutarmi?”

Sanji sorrise e scosse la testa “Siamo amici Zoro ed è questo quello che si fa tra amici. Lo hai fatto anche tu con me un sacco di volte, solo a modo tuo!”

“Io non ti sono stato d’aiuto con Lily quando ne avevi bisogno!” disse Zoro.

“Si, vero, ma perché non lo sei stato?” chiese Sanji mettendo le mani in tasca.

“perché non ci capisco  niente di queste cose!” disse Zoro sbuffando.

“Appunto. Ognuno di noi aiuta l’altro come può ed essendo già passato attraverso pene di amore, posso darti qualche consiglio. Quindi ora ti richiedo, perché non voi andare da lei?” chiese Sanji.

Zoro si arrese “Perché se le sto lontano, forse farà meno male!”.

Sanji sospirò, comprendendo, ma volle aggiungere “Sicuro che farà meno male? E se invece alla fine ti pentissi di non aver trascorso gli ultimi istanti con lei? Non sarebbe peggio?”

“Non lo so…io…davvero non lo so. So solo che ogni notte ho sperato che questo giorno non arrivasse mai. Che Smoker decidesse di rinunciare a lei o che la sua nave affondasse o che rimanesse bloccata in una fascia di bonaccia incapace di riprendere a navigare o che venisse inghiottita da un re del mare con tutto l’equipaggio. Gli ho augurato di tutto, ma niente è servito!” disse Zoro passandosi una mano sulla testa.

Sanji sorrise divertito “Io credo che tu non avresti davvero voluto che lei rimanesse con noi, solo perché nessuno la veniva a recuperarla. Tu vuoi che rimanga perché vuole stare con te!”

“Anche se lo volessi con tutto il cuore, dubito di avere qualche chance. Insomma la critico sempre e…siamo sinceri, tu resteresti con uno come me?” chiese Zoro guardando Sanji, il quale prontamente rispose “Guarda marimo che tu non sei proprio il  mio tipo!”

Zoro alzò gli occhi al cielo e Sanji si fece serio “Zoro, probabilmente ti senti inadeguato per lei e sono convinto che tu in questo momento non trovi nemmeno un motivo valido perché una come Tashigi voglia restare con te a causa del tuo carattere burbero, scontroso, rigido e via dicendo, ma sono sicuro che lei vede in te dei lati che tu non ti riconosci. A volte gli altri ci conoscono meglio di quanto noi conosciamo noi stessi!”

Zoro lo guardò poco convinto e il cuoco continuò “Ognuno di voi tiene molto all’altro e chiunque vi abbia visto insieme lo può dire, gli unici che non sono sicuri dei sentimenti dell’altro siete voi due e a causa di questo potreste perdervi per le ragioni spagliate!”

“Spiegati meglio!” chiese Zoro spalancando gli occhi.

“Che Tashigi anche se ti ama, potrebbe decidere di partire, non solo perché vuole continuare a seguire la strada che ha scelto, ma perché sia convinta che tu non la ami veramente. Glielo hai mai detto?” chiese Sanji.

Zoro scosse la testa “No!”

“Tenere a una persona non è sempre sinonimo di amore, quindi cosa può farle credere che quello che c’è tra voi due non sia una cosa passeggera? Vostre figlia non è una garanzia. Sappiamo che il futuro può sempre cambiare. Anche se Tashigi sa che tieni a lei, ignora quanto profondi siano i tuoi sentimenti e questo è il problema principale. Potrebbe non voler correre il rischio. Vuoi rimanere per sempre col dubbio che se ne sia andata perché non hai avuto il coraggio di chiarire i tuoi sentimenti?” chiese Sanji.

Zoro accennò a un no.

“Allora, fatti coraggio e vai a parlarle!” disse il cuoco dandogli una pacca sulla spalla con un po’ troppa forza, che cogliendo lo spadaccino di sorpresa, lo fece sporgere un po’ troppo oltre gli scogli, facendogli perdere l’equilibrio e facendolo cadere in mare.

 

Nami guardava i suoi due compagni sugli scogli. Era un po’ pensierosa. Si era affezionata a Tashigi, ma non aveva voluto legarsi troppo a lei, sapendo che prima o poi sarebbe andata via e ora che il momento era giunto, temeva la reazione che avrebbe avuto Zoro.

La ragazza aveva chiesto a Rufy di andare a parlargli, ma il capitano non aveva fatto in tempo nemmeno a fare un passo verso il suo primo nakama, che vide Sanji avvicinarsi a lui.

“Non è il caso, è in buone mani!” disse Rufy abbracciando Nami, che si era seduta accanto a lui su di un tronco, vicino al falò.

Rufy la guardò dolcemente, ma la sua espressione si fece seria e disse “Nami, cosa c’è che non va con Robin?”

Nami sussultò “Perché pensi che ci sia qualcosa che non va?”

Rufy sospirò e disse “Robin si comporta in modo strano da quando siamo arrivati qui. È sempre stata nervosa e si è isolata. Lo abbiamo notato tutti, tu compresa. Non è per questo che hai parlato con lei ieri sera?”

Nami annuì.

“Ieri non ci ha aiutati ad salvare gli abitanti del villaggio, perché è andata a sconfiggere colei che era dietro a tutto questo e questo…questo non è da lei. Robin preferisce agire come una spalla, non combatte mai in prima linea come ha fatto oggi, quindi sono convinto che lei avesse un conto sospeso con Regina, mi chiedo solo che cosa!”

Nami sospirò “Si, hai ragione Rufy. Robin conosceva Regina dai tempi della Baroque works!”

Rufy sorpreso domandò “Come mai ci ha tenuto nascosto di conoscerla?”

La navigatrice sospirò “Era una questione personale,  molto personale!”

“Pensavo che Robin dai tempi di Ennies Lobby, avesse imparato a confidarsi con noi. Non che voglia sapere i fatti suoi, ma già una volta ci ha tenuti all’oscuro del suo passato ed è quasi rimasta uccisa. Questa volta non è stato tanto diverso. Meno pericoloso certo, ma il concetto è lo stesso!” disse Rufy dispiaciuto.

“Mi dispiace capitano!” disse Robin dietro di loro.

Rufy e Nami si voltarono e rimasero sorpresi a vedere l’archeologa dietro di loro. Rufy si spostò di lato, facendole capire di sedersi tra di lui e Nami, notando che la donna fosse ancora un po’ debole.

“Robin, dovresti riposare!” disse Nami preoccupata, strofinandole una mano sulla schiena.

Rufy, avrei dovuto dirti subito di Regina, mi dispiace!” disse Robin abbassando la testa “So che posso fidarmi e che…ho avuto paura, anche se non so di cosa, ho solo agito di conseguenza.”

Rufy guardò Nami e poi l’archeologa per poi dire “Non importa Robin e solo che mi fa rabbia non poterti aiutare!” disse per poi osservare Robin, incerto se continuare o meno, ma alla fine disse “Robin, tutta questa storia ha…ha che fare con tua figlia?”

Robin e Nami sussultarono e fissarono incredule Rufy, il quale riparò subito dicendo “Scusa, ho detto una sciocchezza. È solo che ho visto una bambina sui dieci anni, uguale alla tua foto di quando eri bambina, presente sulla tua vecchia taglia e…bhe ho pensato che dieci anni fa, quando ancora non ti eri unita a noi, avresti anche potuto aver avuto una figlia e che Regina te l’avesse rapita. Sarebbe stato un motivo per cui hai voluto combattere tu con lei e…ma credo di aver viaggiato troppo con la fantasia!” disse grattandosi la testa.

Robin sorrise tristemente e guardando il fuoco disse “Sai Rufy, ho sempre pensato che fossi un ragazzo speciale,  ma la tua capacità di leggere e capire le persone riesce ancora a sorprendermi. Non hai sbagliato, o almeno non del tutto. Si, ho una figlia,  ma sono stata io ad affidarla a Regina, ma una volta qui, scoprendo la persona orribile che era diventata e di come ha trattato mia figlia…ho voluto vendicarmi. Non vi ho aiutato con gli abitanti durante l’attacco, sono andata subito da Regina e l’ho affrontata ma solo per salvare la mia bambina, non per gli abitanti! Sono stata un’egoista e mi vergogno di questo!”

Rufy appoggiò una mano “Robin, io non credo che tu sia stata egoista. Non è che non hai voluto salvare gli abitanti del villaggio, perché ti importava solo di tua figlia. Quello che penso è che tu sapevi di poter lasciare gli abitanti a noi e tu occuparti di tua figlia. Siamo una squadra e ci dividiamo i compiti e il tuo compito in quel momento era quello di occuparti della tua bambina.  Va bene così, qualunque sia stato il motivo, l’importante ora è che tutti siano salvi!”

Robin annuì.

Nami sorrise a Rufy e poi rivolgendosi alla sua compagna chiese “Ora Robin che intenzioni hai?”

“Non lo so, Nami!” disse in un sussurrò l’interpellata.

 

Tashigi sospirò e si abbracciò le gambe portando le ginocchia a fin sotto al meno. Era combattuta, ma aveva deciso ormai cosa fare.

Sperava solo di aver fatto la scelta giusta. Continuò a fissare il riflesso della luna, quando ad un certo punto, un movimento captato con la coda dell’occhio la fece voltare verso destra.

Vide un’ombra uscire dall’acqua a gattoni e si avvicinò cautamente, con la Katana in mano per capire cosa fosse.

“Zoro?” chiese stranita “Che diavolo stai facendo?”

L’uomo sbuffò “Mi sono fatto una nuotata per schiarirmi le idee!” disse sedendosi a terra e togliendosi gli stivali per far uscire l’acqua in eccesso.

Tashigi si sedette vicino a lui e lo osservò, ma distolse immediatamente il suo sguardo quando comprese che l’uomo stava per girarsi verso di lei.

Si sentiva gli occhi puntati addosso e si sentiva a disagio.

“Così domani te ne vai?” chiese Zoro.

“Si!”

“Sei sicura di quello che fai?” chiese lo spadaccino.

Tashigi lo guardò sorpresa e domandò “C’è qualche ragione per cui non dovrei partire?”

Zoro distolse lo sguardo e scrollò le spalle.

Tashigi tornò a guardare l’oceano al silenzio dell’uomo e dopo un po’ di silenzio disse “Sai, mi sono trovata bene in questo periodo con voi. Siete dei tipi davvero bizzarri e mi mancherà tutto questo e…mi mancherai tu!”

“Allora non partire!” disse Zoro in un sussurrò.

Tashigi spalancò gli occhi “Come? Cosa hai detto?”

“Niente. Non ho aperto bocca!” disse Zoro sbrigativo.

Tashigi sospirò delusa, ma volle comunque cercare il contatto con l’uomo appoggiandosi la testa alla sua spalla.

Zoro la guardò dall’alto verso il basso, restò qualche minuto ad ammirarla e sentì improvvisamente il suo cuore battere più forte.

Tashigi…io…” cominciò, ma si interruppe.

La ragazza alzò il capo per guardarlo negli occhi e disse “si?”

Zoro sospirò “…credo che mi mancherai anche tu!” disse, sentendosi il viso avvampare.

“Credi?” chiese Tashigi sorpresa, ma Zoro scosse subito la testa “No, non lo credo io…io lo so per certo!” disse imbarazzato.

La donna sorrise dolcemente sapendo quanto fosse difficile per Zoro aprirsi e prendendo coraggio disse “Baciami!”

“Cosa?” chiese Zoro colto alla sprovvista.

“Baciami zoticone per l’ultima volta!” disse Tashigi mettendogli le braccia intorno al collo e poggiando le labbra su quelle dell’uomo.

Zoro non si fece pregare e rispose al bacio che divenne più passionale man mano che passava il tempo.

Dopo diversi minuti si separarono per riprendere fiato e Zoro guardandola negli occhi disse “Ti amo Tashigi!”

La donna a quelle parole si paralizzò e lasciò la presa dall’uomo e i suoi occhi si riempirono di lacrime e alzando gli occhi su Zoro, che la guardò confuso, disse “Ho fantasticato su questo momento diverse volte e tu…tu mi vieni a dire ti amo la sera prima della mia partenza. Perché…perché me lo dici ora? Perché rendi sempre tutto così complicato?”

Zoro si alzò in piedi e disse “Io rendo tutto più complicato?”

“Si, se solo me lo avessi detto prima io…” cominciò Tashigi alzandosi anch’essa, ma venne interrotta da Zoro che spazientito disse “Cosa? Non avresti preso la decisione di partire così facilmente?”

Tashigi scosse la testa “Non è stata una decisione facile, ma…”

“Ma cosa? Ah non posso crederci, mi sono tormentato sul fatto se fosse meglio o no, venire da te ed esprimerti i miei sentimenti e…e ora mi fai sentire un cretino perché ho detto che ti amo, è…è…”

“è stupido? Si lo è questa situazione. Se non mi avessi detto niente sarei partita non sicura di come sarebbe andata a finire tra noi, dato che sei sempre stato così confuso, e io mi sarei ripetuta fino alla nausea, fino a convincermi che tu non eri quello giusto per me e forse fra un giorno lontano mi sarei dimenticata di te, ma ora…ora partirò sapendo quello che provi e sarò sempre tormentata da quello che avrebbe potuto essere!” disse Tashigi guardando a terra.

Zoro sospirò “Io non la vedo così… o almeno secondo quanto mi ha detto sopracciglio arrotolato, è meglio prendere la decisione sapendo la verità. Se fossi partita senza sapere cosa provassi io realmente per te, allora ti saresti domandata veramente se io ti amavo e se le cose sarebbero andate bene, invece se parti ora sapendo quello che provo, allora avrai detto no, un no secco a quello che avrebbe potuto essere. Non ti tormenterai, hai rinunciato e basta. Hai scelto la tua strada con lucidità e sarà quello che realmente avrai voluto e non perché non sicura di cosa sarebbe successo!”

Tashigi si morse il labbro, ma non potè smentire quanto detto da Zoro.

“Quindi ora fai la tua scelta o se vuoi prenditi tutta la notte, solo non avere più dubbi, fai quello che ti rende più felice e io sarò felice per te!” disse lo spadaccino, stringendo i pugni.

“Partirò. Sono un marine, è quello che volevo essere sin da bambina. Mi dispiace!” disse Tashigi tirando su col naso.

Zoro poggio le mani sulle spalle della ragazza “No, non devi essere dispiaciuta. Se è quello che vuoi è giusto così! Abbi cura solo cura di te!”

Tashigi annuì e lo guardò negli occhi, ma Zoro riuscì a mantenere il suo sguardo per poco, poi senza dire una parola si allontanò da lei.

 

La  mattina arrivò in fretta, per tutti coloro che non  volevano che il momento degli addii arrivasse e i marine si stavano preparando alla partenza.

Tashigi stava salutando tutti. Se qualcuno in passato le avesse detto che si sarebbe affezionata a una ciurma di pirata, gli sarebbe scoppiata a ridere in faccia. Invece in quel momento si ritrovava con le lacrime che volevano a tutti i costi uscire. Aveva abbracciato Brook, il quale per una volta non le domandò di farle vedere le mutandine. Abbracciò Franky che le sorrise augurandole buona fortuna. Diede il cinque ad Usopp, che volle regalarle qualche suo proiettile speciale e una piccola fionda rosa, dicendole che con quelle avrebbe potuto attaccare navi pirati che avevano cattive intenzione, senza doversi trovare a una distanza ravvicinata.

Salutò Chopper che con il faccino rigato dalle lacrime, l’aveva prima abbracciata alle gambe e dopo le aveva dato qualche medicinale, in caso di fosse fatta male in futuro.

Sanji la salutò facendo le solite smancerie, per nascondere la sua tristezza e le diede un bento gigante da portare a bordo.

Nami e Robin si diedero un abbraccio triplo e ognuna di loro disse quanto si sentivano fortunate nel venire a conoscere l’altra. Si augurarono inoltre di vedersi presto.

Rufy le sorrise a trentadue denti e le disse che anche se lei si era sempre rifiutata di essere considerata una pirata della sua ciurma, per lui era stata un prezioso sulla sua nave e che la sua mancanza si sarebbe sentita. Tashigi lo ringraziò per tutto e gli disse che era dispiaciuto a non poter assistere al suo matrimonio con Nami.

La donna della marina salutò anche la ciurma di Shank anche se in modo molto più sbrigativo,  e infine Tashigi si guardò intorno alla ricerca di Zoro.

Abbassò  la testa  non vedendolo. Sapeva che sarebbe partita verso quell’ora, quindi la sua assenza voleva indicare che lui non voleva essere presente al momento dell’addio e da una parte lo capiva.

“Dite a Zoro che…che lo saluto!” disse la donna ai mugiwara con un sorrise triste. I presenti annuirono, per poi vedere la loro amica tornare al suo nido di origine.

La nave partì con un mare e vento favorevole e lentamente cominciò ad allontanarsi. Tashigi si affacciò a poppa, affiancata da Smoker, per poter vedere la ciurma dei mugiwara fino alla fine e fu in quel momento che vide Zoro correre sulla spiaggia e fermarsi a pochi passi dall’acqua.

Zoro strinse i pugni e decise di restare a guardare la sua amata fin quando non sarebbe scomparsa all’orizzonte.

 

 

Ehilà. Dopo tanto tempo eccomi qua. Sembra passato un secolo, invece sono passati tre mesi…bhe dai vi ho fatto aspettare di più.

Caspita che fatica questo capitolo. L’avrò riscritto almeno 3, 4 volte prima di decidere quello definitivo.

Pensavo sarebbe stato più semplice lo ammetto. Invece mi sono incartata soprattutto sul dialogo con Zoro e Tashigi e qualche volta anche su Zoro e Sanji. Insomma vediamo sempre zoro così rigido, che dargli una parte più morbida mi sembrava sempre di farlo uscire fuori dal personaggio e sinceramente ho ancora questa sensazione, ma cavolo, con l’amore è ammissibile che si sciolga un po’, no?

Come sempre vi ringrazio per aver letto, nonostante vi faccia aspettare e se avete tempo e voglia, fatemi sapere cosa ne pensate.

Ciauuuu

A presto

Neko =^_^=

 

 

  
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