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Autore: pandafiore    29/01/2016    6 recensioni
E se Katniss non si fosse offerta volontaria?
Gli sfortunati amanti del 12 sarebbero esistiti? Forse sì, una Prim ormai cresciuta dentro di sé, e un ragazzo del Pane che cercherà in ogni modo di salvarla.
Come reagirà Prim a tutto ciò? Ma soprattutto...
Chi ne uscirà vivo?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3


~Primrose♥

Entriamo nel treno e un'enormità di cibo si presenta davanti a noi; dai crostini con il paté alle torte glassate...chissà cosa ne penserebbe Sae la Zozza! Forse aggiungerebbe qualche interiora di topo, per rendere il tutto più nel suo stile.
Guardo Peeta afferrare una crostatina e mangiarsela di gusto.. com'è cresciuto ultimamente. Ha le spalle larghe e robuste e si vede che possiede una grande forza nel corpo.
-Che c'è??- Mi chiede, scorgendomi ad osservarlo. Io arrossisco violentemente e abbasso repentina lo sguardo.
Ho guardato davvero Peeta in quel modo?
Cerco di non rifletterci troppo su, e mi fiondo anch'io sul reparto dolci, il mio preferito.

Sto per addentare un biscotto al cioccolato, quando un uomo alto si affaccia nella stanza barcollando pericolosamente.
Sbuffa, si versa un bicchiere di liquido marroncino e sta per ritornare nelle sue stanze, quando il ragazzo del pane lo blocca. -Haymitch, giusto?- Chiede, pur sapendo perfettamente chi è.
-In persona.- risponde quello, sprezzante. -Chi desidera saperlo?-
Peeta è visibilmente alterato dalla poca lucidità, o dalla finta stupidità, del nostro mentore. -Siamo i tributi del 12... io mi chiamo Peeta e lei è Prim.- Mi presenta, accogliendomi sotto al suo braccio e stringendomi a sé delicatamente. Avvampo di nuovo, come ci si può aspettare.
-Oh.. è già tempo di Giochi? Ah, mi sembrava ieri che sono morti... Beh.. che carini i due biondini del dodici!- Afferma e si volta per tornare sui suoi passi. Sto già odiando profondamente ogni parola che esce da quella sudicia bocca.
-No, senti Haymitch, tu sei il nostro mentore.-Lo richiama Peeta, non mollando per nessun motivo la sua presa su di me.
-Senti ragazzo, non venirmi a rompere i...- Si blocca, e improvvisamente mi guarda, con quegli occhi da Giacimento simili a quelli di Katniss. -Quanti anni hai tu?- Domanda, all' improvviso, perdendo il filo del suo discorso.
-Quattordici, quasi quindici.- Cerco di sembrare coraggiosa, staccandomi dal semi abbraccio di Peeta e rendendomi indipendente.
-Mmmh.. forse ti conviene rimanere sotto l'ala della chioccia, se vuoi rimanere viva. Nell'Arena intendo.- So che queste parole dovrebbero sembrarmi offensive, o quasi, ma vedo un luccichio nei suoi occhi, che sembra quasi tenerezza, o compassione... per me?? Perché non ho diciotto anni, come invece hanno i Favoriti?!
Non voglio fare pietà a nessuno.
Non si può vincere con la pietà.
Ma io non vincerò comunque, quindi tanto valere rimanere se stessi.

Mi volto e corro in un'altra cabina, lontano da tutto e da tutti. Mi tuffo nel letto e, fra le lacrime, mi addormento.

Vedo Katniss e mamma bruciare di fronte a me, e io non posso fare niente. Sembrano tizzoni ardenti e la mia inutilità mi fa venire il nervoso: voglio correre a tirarle via da quelle fiamme, ma non mi è possibile, non riesco a muovermi.
Grido, dico loro di andarsene, di scappare, ma non mi sentono.
Poi delle braccia forti mi stringono e un profumo antico quanto la vita stessa mi risveglia da quello che, ora comprendo, è stato solo un incubo.
-Shh...shh.. è tutto a posto Prim.- Una voce calda e bassa, che in un primo momento neanche riconosco, ma chi potrebbe essere, se non Peeta Mellark?
Sono giorni ormai che siamo in viaggio, e non avevo mai avuto incubi; ma oggi ci sarà la sfilata, e apparirò negli maxi schermi del mio distretto.

Mi calma immediatamente, con le sue carezze sulla mia schiena, ma non voglio che rimanga a dormire qui con me. Non riuscirei a chiudere occhio, con la sua presenza al mio fianco.
Peeta per fortuna si alza velocemente, ma scopro che lo fa solo perché non è più tempo di dormire. 
-È mattina, vieni a fare colazione. - Non è una domanda, e quasi un'imposizione. "Allora, tu non mi dai ordini è chiaro?!"
Ma poi mi ricordo che ha promesso che mi salverà la vita, quindi costringo la parte irrazionale e furibonda di me a calmarsi.

Sto per entrare nella cabina per la colazione, quando noto Haymitch e Peeta presi in una vivace (e sembra anche piacevole) conversazione; non sento molto, ma ciò che odo mi travolge:
-Hai davvero intenzione di proteggerla?-Chiede il mentore, sconvolto.
-Sì. Sempre.- Allora non mi ha mentito... ma....
-Ma perché?- Haymitch anticipa la mia stessa domanda, ma Effie entra nella sala giusto mentre Peeta sta dando la tanto ardita risposta e non sento cosa dice. Dannazione!
Non so come il ragazzo del pane sia riuscito a risvegliare Haymitch dal suo stato di totale ubriachezza, ma qualcosa è accaduto.
In ogni caso entro nella stanza ignorandoli, mi prendo un mini bignè e mi stendo sul divano a mangiarlo, fingendo tranquillità, mentre dentro ardo.
-Si è svegliata la principessina...- Mi provoca Haymitch, ridendo dello sguardo micidiale che riceve come risposta.
-Dai tesori, preparatevi tra pochi minuti arriviamo a Capitol!- Quell'accento capitolino... è Effie che parla, tutta eccitata. Spero sia solo una maschera, e che si renda effettivamente conto che uno dei suoi 'tesori' morirà per forza.


Scendiamo dal treno alla svelta e una massa di persone stranissime (perfino più di Effie) ci si para davanti.
Hanno tutti, o quasi, parrucche di vari colori, orrendi trucchi sfavillanti e rossetti che variano dal viola al verde; qualcuno ha perfino la pelle colorata.
Fortunatamente i Pacificatori, per una volta, fanno il loro dovere e ci aprono un varco tra la folla.
Peeta, fra tutte queste persone, mi prende la mano e ho un sussulto al cuore. Ma cosa sta facendo?!
Sento fischi e gridolini, mentre cerco di aumentare il passo per raggiungere in fretta l'edificio di preparazione, ma Peeta sembra far di tutto per mostrare le nostre mani intrecciate. Non so cosa fare, forse ha un piano e non posso distruggerlo così, mollando la presa.
Lo trascino via da tutte quelle persone, che sembrano già adorarlo, e in un attimo siamo dentro ad un enorme edificio interamente di vetro. "E pensare che nel 12 si muore di fame..."

Veniamo immediatamente separati, e il brivido che provo nel sentire la mano vuota mi angoscia terribilmente. Più che altro.. perché?
Troppi quesiti e troppe poche risposte affollano alla mia mente, così mi lascio andare liberamente al trattamento estetico che mi riservano prima della sfilata.
Dopo ore e ore di cerette e massaggi (non piacevoli, come ci si potrebbe invece immaginare) mi spediscono dallo stilista.
È un uomo sulla quarantina, con un'aria calma e buona; una leggera riga di eyeliner dorato sugli occhi fa risaltare la sua pelle bruna. È un uomo molto bello, e soprattutto non sfarzoso come tutti i capitolini.
Si presenta e vengo così a conoscenza di 'Cinna'; mi annuncia che ha in mente qualcosa di speciale quest'anno, e dialoghiamo per qualche minuto, finché non arriva il momento di vestirsi.


Una tuta tutta nera e aderente ricopre il mio corpo, mettendo in evidenza le forme che mi sono cresciute in quest'ultimo periodo. 
-Ti darò fuoco.- Ride, Cinna. Cosa intende dire? Non mi sta più tanto simpatico...... -Ovviamente non sarà fuoco vero. Ma provenite dal distretto del carbone, e la solita tutina nera un po' impolverata mi sembrava banale.-
Ha ragione, ora speriamo di fare colpo per gli sponsor.

Mi aiuta a salire sul carro, trainato da cavalli neri come la pece, e poco dopo vengo raggiunta da un Peeta affascinante. Gli hanno sistemato i capelli in modo che gli contornino il viso in maniera molto naturale, e i suoi occhi sono più lucenti del solito. È splendido.
Anche io sono truccata, ma non credo proprio di fare lo stesso effetto, nonostante Peeta mi raggiunga sopra al carro e mi sussurri all'orecchio un:-Sei bellissima- che mi fa arrossire fino alla punta dei capelli. Deve smetterla....

Il carro parte e, prima che me ne accorga, siamo incendiati.
Ma soprattutto Peeta ha circondato la mia mano con la sua... voglio morire, vi prego aiutatemi.
La folla ci adora e decido di fare una cosa assolutamente non da me: sollevo le nostre mani unite, in segno di forza e di potenza.
Dobbiamo almeno dare questa impressione, sennò è come se fossimo già morti e tanto vale ordinare le nostre bare.
Ma no.
Lui mi proteggerà, glielo ho sentito dire per ben due volte, e così sarà. Non può tradirmi.
Non può.
Lo ha promesso.




 
___
Salve bellissimi♥
Che ne pensate??
Sto cercando di inserire delle allusioni di Peeta nei confronti di Prim, ma non troppo evidenti o sfacciate, semplicemente un sentimento che il povero ragazzo del Pane non riesce a reprimere.♥♥

Un grazie enorme a tutti voi♥

Sempre vostra,
pandafiore

   
 
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