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Autore: LorasWeasley    30/01/2016    6 recensioni
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Prima di iniziare voglio ricordarvi che questo non è un gioco, non vi state allenando, qui se sbagliate siete morti. Siete i migliori ragazzi in addestramento che siamo riusciti a trovare, venite da diverse parti del mondo, ma ci servite tutti.
...
Spero di non aver sbagliato a fidarmi di voi. Riuscite a portare a termine questa missione e tutto il mondo vi ricorderà come degli eroi."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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20.Famiglia


Le tre ragazze stavano camminando nel buio corridoio così silenziosamente che neanche un gatto avrebbe potuto eguagliarle.
Non avevano bisogno neanche di una torcia, erano state abituate a destreggiarsi nella poca luce che dava la luna, che era anche a metà, riuscendo nelle loro missioni.
Sentirono dei passi e velocemente si nascosero dietro delle colonne. Quella scuola, costruita su uno scheletro di un vecchio castello, possedeva più nascondigli di quelli che potevano trovare in un normalissimo e moderno college.
Si scoprì essere un semplice ragazzo, assonnato e barcollante, che si stava dirigendo in bagno.
Quando scomparve oltre l’angolo, le ragazze ripresero il loro cammino.
La porta che stavano cercando era circa a metà di un piccolo corridoio, naturalmente era chiusa a chiave.
Non ebbero bisogno di parlare quando stabilirono cosa fare.
Annabeth ed Hazel si misero di guardia, una a destra e l’altra a sinistra, esattamente alle entrate dei corridoi.
Calypso recuperò una forcina dai suoi capelli e iniziò a lavorare sulla serratura.
Anche in questo caso non avevano acceso nessuna luce, quindi la ragazza ci mise più di venti secondi ad aprire la serratura, tempo che avrebbe rovinato i suoi record.
Quando la porta si aprì sgusciarono dentro e si richiusero la porta alle spalle, il tutto senza il più piccolo rumore.
Quando furono finalmente dentro si permisero di parlare.
-Non immaginavo fosse così enorme qui dentro- commentò Hazel guardandosi intorno una volta che le luci si furono accese.
Era deserta, ma solo perché erano quasi le due di notte, non sapevano per quanto altro tempo lo sarebbe stata, Calypso diede una soluzione alle loro silenziose preoccupazioni con un semplice “Dividiamoci”.
Ci vollero quasi 10 minuti, ma alla fine fu Annabeth a riuscire nella loro missione.
Ritrovò le sue due amiche ancora immerse nella loro ricerca, attirò la loro attenzione con un colpo di tosse e fece un sorrisetto vittorioso, mostrando quello che stavano cercando stretto nelle sue mani.
 
*30 minuti prima*
Leo non si era propriamente addormentato, si trovava in quella specie di dormiveglia, era infatti da due notti che non si faceva una sana e profonda dormita. Lo si poteva benissimo vedere dalle sue occhiaie marcate, non che fossero come quelle del suo compagno di stanza, ma ci stava arrivando.
Era proprio per lui che non dormiva.
Si riscosse dal suo dormiveglia quando sentì Nico tossire prepotentemente, quasi soffocando.
Si alzò di scatto, non nascondendo un sospiro, e si avvicinò al letto di Nico aiutandolo a mettersi seduto.
-Andiamo, ti accompagno in bagno.
Nico scosse la testa e afferrò il bicchiere quasi pieno d’acqua che teneva sul tavolino, bevendone un po’ a piccoli sorsi.
-Sto meglio, non devo andare in bagno.
Leo lo fissò, sembrava in effetti che la tosse fosse passata dopo averlo messo seduto, alla fine annuì.
Dopo tutta la storia del frullato e le minacce di morte, dove davvero Leo aveva temuto di non rivedere l’indomani, era stato salvato.
Non era certo se fosse stato merito di Percy, Jason o Will. Forse tutti e tre insieme.
Percy era scivolato portandosi dietro tutti loro, ma almeno Nico non era riuscito a saltargli addosso e strozzarlo. Jason era entrato nel momento perfetto, distraendoli e permettendo a Leo di fuggire via. E Will aveva infine gettato Nico sotto una doccia per fargli “raffreddare” i suoi bollenti spiriti, o almeno questo fu quello che gli venne raccontato successivamente.
Fatto sta che per il moro, quella doccia ghiacciata in pieno Novembre non aveva fatto propriamente bene e si era risvegliato con la febbre a 38 e mezzo.
Così erano due notti che si svegliava ogni 40 minuti per vomitare. Un’ora massimo se gli andava bene.
E Leo aveva capito che era molto più semplice aiutare il suo compagno di stanza ad arrivare al bagno, anche portandoselo di peso, piuttosto che ripulire le lenzuola sporche.
Quella notte invece sembrava stare un po’ meglio, aveva sempre attacchi di tosse e naso chiuso che lo facevano svegliare di continuo, ma non aveva rimesso neanche una volta, decisamente passi avanti.
Nico si sistemò meglio appoggiandosi alla tastiera del letto, consumò un nuovo fazzoletto e lo lanciò nel cestino ormai strapieno.
-Quasi quasi mi sento in colpa per come ti ho ridotto- commentò scrutando Leo per bene – Poi mi ricordo del frullato.
Leo abbozzò un sorriso – Almeno sei felice di non avermi ucciso, o non ti avrebbe aiutato nessuno a non soffocare nel tuo stesso vomito.
Nico si limitò a scuotere la testa infastidito.
Leo restò qualche altro secondo seduto sul letto dell’amico, per capire se non avesse davvero bisogno del suo aiuto, quando Nico gli disse qualcosa di davvero strano.
-Leo, voglio della Nutella.
Avete presente che quando si ha la febbre alta non si riesce a mangiare praticamente nulla? Che si ha la bocca così amara che ogni sapore è distorto e acido?
Bene, Nico non era una di quelle persone.
O meglio, quando stava male il suo cervello si concentrava solo su un cibo in particolare e riusciva a non farsi nauseare solo quel sapore. Poteva trattarsi di qualsiasi cosa, quella notte era capitata la Nutella.
-Dove pensi che ti possa procurare della Nutella alle due di notte?
Nico lo guardò male e con un tono di voce un po’ nasale rispose semplicemente –Sei un agente segreto, comportati da tale.
A quel punto a Leo era venuto il colpo di genio. Fece un sorrisetto e si affretto a prendere il cellulare.
 
Quando Annabeth, Hazel e Calypso arrivarono in camera di Leo e Nico non avevano rubato dalle cucine solo un barattolo di Nutella.
Trovarono Nico mezzo steso e mezzo seduto nel suo letto, sommerso da piumoni e coperte che con un broncio cercava di scacciare Will che cercava di fare il suo lavoro, sentirono borbottare quest’ultimo qualcosa tipo “Smettila! Sono ordini del dottore e tu mi darai ascolto”.
Percy si era addormentato mentre attendeva seduto in una sedia di una delle due scrivanie, aveva il capo reclinato all’indietro e stava visibilmente sbavando, nessuno sembrava averci fatto caso o semplicemente l’avevano volontariamente ignorato.
Frank stava per finire nella stessa situazione, aveva gli occhi socchiusi mentre stava seduto ai piedi del letto di Leo, ma si riscosse quando vide le tre ragazze rientrare con le braccia piene di roba.
Fecero lo stesso anche Jason e Leo, il primo seduto a terra appoggiato al letto del secondo, il quale c’era anche seduto sopra, stavano parlando di qualcosa che nessuno stava seguendo per davvero.
-Avevo detto di rubare un barattolo di Nutella- commentò Leo mentre la sua ragazza lasciava cadere tutto quello che teneva tra le braccia sopra il suo letto, seguita a ruota dalle altre due.
-Tesoro- rispose Calypso come se stesse spiegando qualcosa di complicato a qualcuno di immensamente stupido –Hai scritto che avremo fatto un “Nutella Party”, inoltre abbiamo appena scassinato una cucina, pensi che ci saremo limitate a prendere un solo misero barattolo di Nutella?
Leo avrebbe voluto protestare, ma la ragazza non aveva voglia di sentirlo, gli afferrò il mento e gli lasciò un bacio in bocca.
Annabeth si avvicinò a Percy e lo scosse da una spalla non proprio gentilmente.
-Svegliati idiota.
Percy si riscosse di scatto, quasi spaventato, poi si guardò intorno per mettere a fuoco la situazione.
Annabeth lo fissò con uno sguardo che il moro non riuscì a capire, alla fine commentò semplicemente “Quando dormi sbavi” e gli diede le spalle.
Hazel afferrò un intero barattolo di Nutella da 400 g. e lo portò a Nico insieme a un cucchiaio, glieli porse e affermò che era tutto per lui.
Inoltre nessuno aveva voglia di mangiare dal suo stesso barattolo beccandosi l’influenza.
Nico la ringraziò con un sorriso, mentre si cimentava a togliere la pellicola dorata che c’era subito dopo il coperchio tornò a fissare male il ragazzo biondo che era seduto al suo fianco.
Da quanto aveva capito la ragazza, Will aveva cercato di fargli prendere un qualche intruglio amaro e disgustoso. Nico era convinto che lo volesse avvelenare.
-Senza contare il barattolo di Nico ne abbiamo altri tre di Nutella, due pacchi di pancarré, due di marshmallow, scaglie di cioccolato e un paio di tavolette al cioccolato bianco, fondente, con le nocciole, le arachidi e al latte. Da cosa volete iniziare?- Frank aveva fatto il punto della situazione e adesso stava guardando tutti i suoi amici sparsi per la camera.
A quel punto tutti erano perfettamente svegli come se fosse pieno giorno.
 
-Ragazzi davvero, tutto questo non ci fa per niente bene, soprattutto a quest’ora- commentò Will decisamente poco convinto mentre dava un morso al suo tramezzino ripieno di Nutella e cioccolato bianco.
Non che il biondo volesse seriamente rifiutare tutto quel ben di Dio, ma si sentiva in dovere di avvertirli, era una sua responsabilità non farli morire per il diabete, no?
-Oh, sta zitto- rispose Leo con la bocca impastata – Piuttosto, sai cosa non ti fa bene? Stargli così vicino. Se prendi l’influenza anche te io ho smesso di trasportare la gente in bagno.
-Io non prendo l’influenza- rispose pronto Will, seduto nel letto di Nico – E comunque volevo stare comodo e il tuo letto è tutto occupato.
Era la peggior scusa di sempre, ma fecero finta di crederci.
Percy stava mangiucchiando una pezzo di cioccolato alle nocciole dopo averlo immerso nel barattolo della nutella e stava scrutando Hazel e Frank, i ragazzi erano seduti vicini nel letto di Leo, con la schiena appoggiata al muro.
-Fatemi capire, quindi voi vi siete messi insieme o no?
I due ragazzi diventarono bordeaux e iniziarono a balbettare qualcosa tipo “Bè … ecco … forse …”
-Guardate che vi abbiamo visto mentre vi sbaciucchiate in continuazione durante il giorno- si intromise a quel punto Jason con un sorriso.
-Sta parlando- commentò allora Calypso – Sbaglio o Piper ti odiava?
-Non avrà resistito al suo fascino- scherzò Percy.
I due ragazzi sembravano aver messo da parte i disaccordi. Jason si limitò a sorridergli.
Continuarono a mangiare iniziando conversazioni più o meno futili quando Hazel disse.
-Ragazzi, vi voglio bene. Siete diventati la mia nuova famiglia.
-Lo stesso è per me- rispose Leo, Calypso al suo fianco annuì convinta.
-Anche per me- proruppe Will e Annabeth sorrise annunciando il suo essere d’accordo.
A quel punto Nico borbottò – Ho creato dei mostri con tutto questo zucchero …
Risero.
Passarono così buona parte della notte, come una vera comitiva di amici, o meglio, come una vera famiglia.
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Ciao! Ed eccoci di nuovo qui, alla fine di una nuova settimana.
Che dire? Dopo finalmente 20 capitoli (già siamo a venti?) capiscono di essere quasi una famiglia.
Hanno avuto un sacco di tempo per creare questi legami e vorrei ricordare il modo in cui sono cresciuti. Sempre a combattere e allenarsi, sempre soli, sempre impegnati in delle missioni che non uravano più di tre mesi. Questo è quindi quello che secondo loro si avvicina più a una famiglia.
E' ovvio che tra di loro ci siano antipatie e simpatie, chi più e chi meno rispetto a qualcun'altro. Ma comunque, nel complesso, hanno imparato tutti quanti a volersi bene.
Quindi, insomma, in questo capitolo non si parla di qualcosa nello specifico che serve alla missione finale, semplicemente volevo mostrare come si è evoluto il loro rapporto dopo 20 capitoli. (Rircordamo anche che i primi giorni era anche un "vediamo chi uccide prima chi").
Quindi, bè, spero vi sia piaciuto!
Alla prossima, Deh
  
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