Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: riccardoIII    31/01/2016    10 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima, aveva creduto che il mondo potesse fermarsi per loro.

-Mi è passata-
-Il fatto che tu continui a ripeterlo non significa che ci crederò. O che sia vero-
James sbuffò, esasperato, avvicinando alle labbra la tazza di caffè.
-Cosa posso fare per riuscire a convincerti?-
Sirius deglutì un morso di toast prima di parlare.
-Me ne convincerò quando sarà la verità-
-Ma lo è!-
Lo strillo di James fece quasi cadere dalle mani di Milly una brocca di succo di zucca.
-Calma Prongs, non fare danni. E no, non lo è. Perché avresti dovuto ringraziarmi ieri, altrimenti?-
-Perché… Perché siamo amici, e anch’io mi preoccupo per lei!-
-Non mi pare che Remus abbia sentito l’esigenza di abbracciarmi per aver offerto una stanza a Lily-
-Nemmeno io ti ho abbracciato!-
-Si chiama ironia, James, ne hai mai sentito parlare?-
-Resta il fatto che, qualunque cosa tu possa pensare, a me è passata-
Stavolta toccò a Sirius sbuffare.
-Bene, e se lei ti chiedesse di uscire tu cosa faresti, allora?-
Aveva alzato lo sguardo appositamente sull’amico, distogliendolo dal suo prezioso bacon, ma ne era valsa la pena: James annaspava come un pesce fuor d’acqua ed era arrossito. Purtroppo, però, non ebbe il tempo di sentire cosa l’amico avesse da dire a riguardo, perché Milly entrò nuovamente in sala da pranzo, stavolta provvidenzialmente priva di alcunché in mano.
-Padron James, Padron Sirius, Signori! C’è qualcuno al cancello!-
A quelle parole James si agitò ancora di più; Remus e Peter sarebbero arrivati via camino, quindi poteva essere solo…
-Ah, bene, la Rossa è puntuale!-
-Hai chiesto chi fosse, Milly?- fece James una volta ripreso il suo contegno abituale.
-Lily Evans, Signore!-
James si erse in tutta la sua statura, cercando di riconquistare una calma quantomeno apparente; sul volto di Sirius si aprì un sorriso.
-Perfetto!- batté le mani, -Andiamo ad accogliere la nostra ospite!-

I due ragazzi aprirono il portone d’ingresso e si avviarono lungo il viale per andare incontro ad una ragazza alta e con lunghi capelli fiammeggianti; indossava dei pantaloni larghi blu e una camicetta bianca che faceva risaltare il resto. Più lei si avvicinava, più era evidente quanto fosse bella e quanto la bocca di James si fosse seccata, perché Sirius riusciva a sentirlo deglutire.
-Ti è passata, eh?! Ma fammi il piacere…- gli sussurrò, sorridendo alla nuova arrivata ormai giunta a pochi passi da loro.
-Remus aveva ragione. Questa è davvero Buckingham Palace!- fece lei, portando una mano agli occhiali da sole rotondi; quando li ebbe levati, il colore accecante dei suoi occhi non fece altro che renderla più splendente.
-Buondì Rossa. Sei ogni giorno più bella- fece Sirius, facendole un elegante baciamano a cui lei rispose con una risata cristallina.
-Questo cascamorto ha ragione, Lily. Oggi sei meravigliosa-
Lo disse con una sincerità, un candore, una così totale assenza di malizia che Lily avvampò ancor più di quanto avrebbe fatto se le fosse stato rivolto un complimento sboccato. Sirius non riuscì a fare a meno di voltarsi a guardarlo e rimase impressionato dal viso di James: era disteso in un’espressione di totale serenità, come se solo guardare quella ragazza appagasse ogni suo più profondo desiderio, come se sapesse di non poter conoscere felicità più grande che bearsi della sua presenza.
E Lily dovette capire le stesse cose che aveva colto Sirius, perché gli rispose con un sorriso così dolce, così genuino, così incantato che Sirius desiderò liquefarsi; stava assistendo alla più grande dimostrazione di tenerezza della sua vita ed era così struggente, di una potenza tanto devastante che avvertiva quasi un dolore fisico.
Quei due… L’avrebbero fatto ammattire.
-Gli altri non sono ancora arrivati- disse Sirius, più per rompere quella strana immobilità che per altro.
-Hai già fatto colazione?- le chiese James, che aveva apparentemente riacquistato le sue facoltà mentali.
-Io…Si, già fatto-
-Accetterai almeno una tazza di tè, voglio sperare-
Lei sorrise e assentì, ma per tutto il percorso verso il portone rosso non fece che guardarsi attorno, palesemente affascinata.
-Questo posto è meraviglioso, non ho mai visto nulla di simile-
James si passò una mano tra i capelli, imbarazzato.
-È dei Potter da generazioni, credo. Non so esattamente da quanto tempo, ma diventa proprietà del primo erede quando si sposa… Però i miei nonni rimasero anche dopo il matrimonio dei miei genitori. Mia madre aveva insistito, all’inizio, e poi… Con quello che è successo… Be’, mio padre aveva bisogno di aiuto e loro sono stati felici di darglielo-
Lily guardò Sirius in cerca di risposte, visto che James si era interrotto bruscamente, ma lui non poteva dargliele; non era compito suo, dopotutto.
Eppure James dovette comprendere la curiosità della ragazza perché, mentre le faceva cenno di oltrepassare per prima la soglia, riprese a parlare.
-Mia madre ha avuto dei diverbi con la sua famiglia d’origine. Be’, diverbi è un eufemismo… È una storia lunga, forse un giorno te la racconterò per intero-
-Io… Non volevo metterti in difficoltà, James… Mi dispiace di essere stata indiscreta…-
Lui le sorrise mentre la faceva accomodare in salotto; Sirius si sentiva un cagnolino al seguito dei suoi padroni, tanto passava inosservato.
-Non preoccuparti, non lo sei stata affatto. E comunque ormai lei è riuscita a superare la cosa, quindi non è più un problema. Milly!-
Immediatamente l’elfo comparve davanti a James.
-Padron James, Signore, ha chiamato Milly?-
Lily aveva sgranato gli occhi alla vista dell’elfo; Sirius si chiese se avesse mai messo piede nelle cucine della scuola.
-Si, Milly. Volevo presentarti una persona. Lei è Lily Evans, Milly, una nostra amica; lui è il nostro Elfo Domestico, Lily, ma ormai è uno di famiglia-
Gli occhi dell’elfo, che si era inchinato davanti a Lily invece di accettare la sua mano tesa, si riempirono di lacrime alle parole di James.
-Padron James è troppo buono, Signore! Milly è solo un servitore…-
-Tu mi hai cresciuto, Milly. Non sei affatto solo un servitore-
Lily sorrise a quella scena prima di parlare.
-È un vero piacere conoscerti, Milly. James e Sirius parlano spesso di te, dicono che sei un ottimo cuoco-
L’elfo pareva stravolto dalla felicità; Sirius ebbe la certezza che sarebbe scoppiato a piangere come una fontana se non avesse fatto qualcosa immediatamente.
-Milly, se non sei troppo occupato potresti portarci del tè?-
-Certo Padron Sirius! Gradite qualcosa da mangiare? Torta? Pasticcini? Tramezzini?-
-Il tè andrà benissimo, ci hai fatto mangiare abbastanza a colazione-
L’elfo scomparve all’istante e Sirius si lasciò cadere su una delle poltrone, mentre Lily non si decideva a sedere e continuava a guardarsi intorno, affascinata.
-Mi sono sempre chiesta come fosse una casa in cui vivano soli maghi… Me la immaginavo con strani strumenti dagli usi strampalati ovunque, boccette di pozioni sugli scaffali, Kneazle in giardino o roba simile… Ma questa è decisamente splendida!-
-Se lo dirai a mia madre la renderai felice, sappilo- le rispose James, divertito, prendendo posto sul divano.
-Be’, posso assicurarti che non sono tutte così. Se volessi la versione tetra e Oscura potrei farti fare un giro a Grimmauld Place, ma dubito che saremmo bene accetti-
Lei si voltò a guardarlo mentre sedeva accanto a James.
-Suppongo che entrambi possiamo fare a meno di mettere il naso in quel posto-
Sirius le sorrise ma non fece in tempo a risponderle perché Milly entrò reggendo due vassoi d’argento; Lily doveva averlo colpito molto, notò Sirius, perché aveva rispolverato il servizio delle grandi occasioni. Inutile dire che, sordo alle sue richieste, aveva portato anche una gran quantità di dolci e stuzzichini.

Stavano sorseggiando il tè chiacchierando del più e del meno da pochi minuti, quando Lily guardò il suo orologio da polso.
-Strano che Rem sia in ritardo; non è affatto da lui-
-Sono solo dieci minuti, vedrai che non sarà nulla di grave. Piuttosto, hai riflettuto sulla proposta di Sirius?-
Lei sorrise e posò la tazza sul tavolino davanti al sofà.
-Ho parlato col proprietario prima di venire qui, accetta che me ne vada se pago l’intera settimana-
-Quindi è un si?-
-Se l’offerta è ancora valida, si. Ma io mi occupo della spesa, e ci sono delle regole da chiarire: non si va in giro nudi per casa e se porti una ragazza ti prego, insonorizza la stanza-
James scoppiò a ridere e anche Sirius si aprì in un ghigno che tradiva però un’autentica felicità.
-Condizioni accettate. Ti chiedo invece la possibilità di invitare i miei scapestrati amici, ogni tanto-
Lei ammiccò.
-Se non li inviti tu, lo faccio io-
Dopo una breve risata Lily si sporse verso il tavolino e afferrò un bignè alla crema che sparì molto rapidamente alla loro vista; poi riprese in mano la sua tazza e osservò da vicino i bucaneve dipinti sulla ceramica, affascinata. Sirius vide James guardare con dolcezza le dita di lei che si muovevano delicate, facendo ruotare la porcellana per studiarne ogni dettaglio; decise di comportarsi da buon amico e gli tirò un calcetto sullo stinco, facendolo sobbalzare leggermente. James lo scrutò in cagnesco per un attimo, ma poi i suoi occhi caddero sul pendolo accanto alla poltrona su cui l’amico se ne stava appollaiato e il suo sguardo divenne teso.
-Sono le dieci e venti. Remus non ha mai tardato così tanto da quando lo conosciamo- fece, stavolta lievemente impensierito.
In quel momento alte fiamme verdi si levarono nel camino spento e i tre si voltarono a guardare chi fosse arrivato, ma non fu Remus ad uscirne.
-Ehi! Scusate il ritardo, sapete com’è mia madre… Ciao Lily!-
Lei sorrise a Peter, ma ormai erano tutti piuttosto allarmati; Remus, in genere, era sempre in anticipo di cinque minuti e di sicuro non era mai successo nella storia dei Malandrini che fosse arrivato ad un appuntamento dopo Peter.
-Remus non è ancora arrivato?!- fece appunto il ragazzo non appena si accorse dell’assenza dell’amico.
James scosse la testa, corrucciato. Si alzò ed estrasse la bacchetta, muovendola verso il focolare e facendo apparire un fuco allegro, su cui lanciò della polvere presa da un vaso bianco e blu sulla mensola lì accanto. Infilò la testa dentro le alte fiamme verdi e Sirius lo sentì esclamare “Casa Lupin!”.
Qualche istante dopo James si ritirò dal camino, il viso scurito dalla preoccupazione.
-Non mi hanno risposto, il salotto era vuoto-
Sirius si alzò in piedi, allarmato; forse si stavano preoccupando per nulla, forse la loro era una reazione esagerata. Dopotutto era un semplice ritardo, eppure… La guerra era troppo vicina per impedirgli di immaginare scenari apocalittici.
-Dobbiamo andare lì, controllare la casa-
-No che non dobbiamo!- saltò su Lily, rapida, -Non da soli, almeno! James, chiama tuo padre, chiama l’Ordine!-
-Non posso mandargli un gufo, ci vorrebbe un sacco di tempo! E non so nemmeno se sia al Ministero o in perlustrazione… Non possiamo presentarci all’ufficio di Moody, sarebbe alquanto sospetto!-
-I Patronus, James! Tu e Sirius riuscite a evocarli, dovreste provare a farli parlare e inviarli a chi potete…-
-E se non ci riuscissimo?! Salazar, Lily, potrebbe essere in pericolo!-
-Credi che non lo sappia?! È anche amico mio, sai?! Sono preoccupata quanto te, e attraverserò quelle fiamme con te, ma non rischierò la vita di tutti noi per un’azione avventata! Se non riusciremo ad avvisare l’Ordine sarò la prima ad andare a cercare Remus, ma non sono disposta ancora una volta a metterti le mani dentro al petto per evitare che tu muoia!-
Lily aveva urlato contro Sirius, che tuttavia non pareva del tutto convinto di lasciar perdere.
-Ok. Proviamo, una volta sola, poi partiamo. Va bene, Sirius?-
Il ragazzo spostò lo sguardo dagli occhi fiammeggianti della ragazza a quelli determinati e decisi del suo migliore amico; fece solo un cenno col capo, poi estrasse la bacchetta.
-Pete, va’ in camera mia e aspettali. Faremo una prova-
Il ragazzo annuì e corse oltre la porta; Sirius sentì i suoi passi rimbombare sulle scale, o forse era solo il pulsare del sangue nelle sue orecchie.
James lo guardò e annuì, pronto come lui.
-Expecto Patronum!-
Un cane e un cervo comparvero davanti ai due ragazzi; entrambi li fissarono, poi agitarono ancora la bacchetta ed esclamarono: -Nuntius!-
In un secondo i due animali argentei furono fuori dalla stanza; dopo un attimo di trepidazione sentirono la voce di Peter dal piano di sopra.
-Funziona! Funzionano!-
Senza nemmeno aspettare che l’amico ricomparisse, i due mossero ancora una volta la bacchetta e di nuovo il cervo e il cane furono davanti a loro; alla seconda stoccata si lanciarono di corsa oltre le finestre del salone e sparirono all’orizzonte.

Ci vollero circa cinque minuti prima che le fiamme, che James non si era preso la briga di spegnere, diventassero di nuovo verdi; ne sbucò fuori la figura zoppicante ma solida di Charlus Potter, con al seguito la moglie.
-Cos’è successo? Dov’è Remus?- disse subito Dorea,  piuttosto agitata.
-Non lo sappiamo. Doveva essere qui mezz’ora fa e non è da Remus tardare senza avvisare. L’ho cercato al camino, ma non risponde nessuno in casa. Volevamo partire subito, ma Lily ha insistito per chiamarvi-
-Avete fatto benissimo- si intromise Charlus, nemmeno l’ombra di un sorriso sul volto, -Ho avvertito Alastor prima di tornare a casa, gli altri sono in allerta. Non agitatevi, potrebbe non essere accaduto nulla di serio. Se sarà necessario chiameremo i rinforzi-
-Perfetto, allora andiamo- fece Lily, in piedi accanto al divano. Dorea la guardò con una strana espressione in volto, come se volesse soppesarla, e stava per aprire bocca, ma Sirius la precedette.
-Non ci lascerete indietro, non questa volta. Siamo parte dell’Ordine anche noi, ormai, e qualsiasi cosa diciate non resteremo qui dentro ad aspettarvi-
Charlus fissò Sirius negli occhi e lui si sentì scavare dentro; gli sembrava quasi che lo stesse mettendo alla prova.
-Non potete ancora partecipare alle missioni effettive…- cominciò l’uomo, e questa volta fu il figlio a interromperlo.
-Non ti sto chiedendo di portarmi sul campo di battaglia, ti sto dicendo che non riuscirai a impedirmi di raggiungere Remus-
-… Ma in questo caso faremo un eccezione- continuò l’uomo come se non fosse stato interrotto, rivolgendo uno sguardo di rimprovero a James, -Chi se la sente può venire con me e Dorea, ma sarebbe meglio che qualcuno restasse in casa, in modo da avvisarci se Remus dovesse arrivare-
-Posso rimanere io, se voi volete andare- fece Peter, timidamente, e Sirius fu certo che Charlus avesse imbastito la scusa della necessità solo per dargli l’opportunità di chiamarsene fuori.
-Tieni questo, allora. Così comunicheremo facilmente. Sir, tu hai il tuo?-
Sirius annuì e Peter afferrò lo Specchio di James, guardandoli con apprensione.
-Ci divideremo in due squadre; Dorea, James, voi prenderete la Metropolvere. Io, Sirius e Lily ci Smaterializzeremo all’esterno della casa. Ci sono delle regole, però: voi- e li fissò negli occhi, tutti e tre, a uno a uno, -Rispondete a me e Dorea; qualsiasi cosa noi vi ordiniamo, voi la farete. È chiaro?-
Annuirono.
-Se vi chiediamo di scappare, scappate. E non importa chi o quanti degli altri lasciate indietro. Mi sono spiegato?-
Sirius strinse i denti, ma annuì ancora.
-Bene. Dorea- e si voltò verso la moglie che già stringeva la bacchetta, -Ci serviranno tre minuti per oltrepassare le protezioni. Tra quattro minuti entrate nel camino. Fate attenzione, vi prego-
Lo sguardo ansioso che Charlus lanciò prima alla moglie e poi a James scossero Sirius nel profondo; si rese conto che quella era la prima volta in cui l’Auror scendeva in campo insieme ai suoi figli e non osò nemmeno immaginare quanto dovesse essere terrorizzante.
-Sir, Lily, se siete pronti… Dobbiamo andare-
I tre si diressero velocemente verso la porta d’ingresso e percorsero il viale a passo di marcia; una volta fuori dai cancelli Charlus li invitò a posare una mano sul proprio braccio e, un secondo dopo, erano nel limbo della Smaterializzazione.
Ricomparvero in aperta campagna, nascosti in un boschetto di faggi; davanti a loro potevano vedere un piccolo cottage piuttosto grazioso, anche se non in perfette condizioni: i rampicanti risalivano la facciata principale tra le finestre bianche oscurate dalle tende e nel giardino spiccavano cespugli fioriti di non-ti-scordar-di-me. Sembrava un pittoresco quadretto dipinto ad acquerelli, eppure qualcosa stonava.

La porta d’ingresso era aperta, da fuori si scorgeva il piccolo ingresso che appariva decisamente vuoto; non c’era anima viva nei dintorni, nulla che lasciasse pensare che qualcuno fosse uscito di fretta, dimenticandola aperta.
Eppure non c’era alcun Marchio sparato in cielo; questo piccolo dettaglio ebbe il potere di far tirare a Sirius un sospiro di sollievo.
-Fuori le bacchette. Guardatevi intorno, e fate attenzione.Non andate avanti senza di me, capito?-
I due ragazzi annuirono, la presa ferrea sulle bacchette e gli occhi determinati, poi seguirono l’uomo allo scoperto, guardandosi febbrilmente attorno; pareva però che non ci fosse nessuno.
Charlus aprì il cancelletto ed entrò per primo nel giardino, subito seguito da Lily; cercando di fare meno rumore possibile, Sirius chiuse la fila. Seguirono il vialetto di pietra viva che si snodava tra l’erba curata e gli alberi, ma non c’era nulla di nascosto tra i cespugli. Charlus fece loro un cenno del capo e ritornarono sui loro passi, varcando la soglia.
Dalla cucina proveniva profumo di salsicce e caffè; accanto ad un piatto ancora mezzo pieno se ne stava la Gazzetta del Profeta, aperta a pagina cinque a mostrare un articolo sull’approvazione della legge che avrebbe conferito poteri straordinari agli Auror. In una scodella sul ripiano accanto ai fornelli quello che sembrava pollo era stato messo a marinare in aceto e olio, probabilmente per il pranzo.
Tornarono nell’ingresso e Charlus sporse la testa nel salone, ma la ritrasse facendo un segno di diniego con la testa. Stavano per avviarsi lungo le scale quando  dal pianerottolo del piano superiore sbucarono Dorea e James, i volti tesi e le bacchette pronte; anche loro non avevano trovato nulla. Charlus attese che li raggiungessero in fondo alle scale prima di parlare.
-Non c’è il Marchio, non ci sono segni di  lotta… Non hanno avuto il tempo nemmeno di fare colazione, ma sinceramente non riesco a capire. Se li avessero rapiti ci sarebbe qualche segno, Remus e Lyall avrebbero dato battaglia. E se fossero riusciti a scappare prima di dover combattere di certo gli assalitori avrebbero distrutto almeno la casa, e Remus avrebbe portato tutti a Casa Potter perché sa che è il posto più sicuro…-
-Nel pollo mancavano le spezie-
Charlus tacque e tutti si voltarono verso Lily, interdetti.
-Nella marinata non c’erano spezie… Forse la Signora Lupin era uscita a raccoglierle…-
Charlus  si perse ancora un secondo a guardarla, poi si voltò verso la porta e la attraversò in un lampo. Tutti si affrettarono a seguirlo in giardino e lo videro sparire in uno stretto passaggio sotto un arco d’edera che si tendeva tra il lato nord della casa e la recinzione del giardino; Sirius non l’aveva nemmeno scorto, prima.
Quando ebbe seguito James oltre la galleria di foglie si ritrovò nel retro del giardino; altre piante, alcune magiche e alcune babbane, crescevano in quello spazio nascosto e profumavano l’aria delicatamente, in un mix affatto disturbante.

Lily aveva ragione, la Signora Lupin era uscita a raccogliere le spezie per la marinata: nella mano sinistra stringeva rametti di timo e rosmarino, nella destra un paio di cesoie. Ma c’era qualcosa che non andava, perché le cesoie erano affondate nello stomaco della madre di Remus e attorno alle lame una macchia rossastra si era espansa, impregnando il grembiule giallo e il leggero abito verde sottostante.
Sirius si stupì di quanti dettagli insignificanti i suoi occhi fossero capaci di cogliere: si stava preoccupando del colore del grembiule da cucina che la Signora Lupin indossava quando c’erano cose ben più importanti da notare; il fatto che la donna fosse accasciata a terra in una posa scomposta, che avesse gli occhi sgranati e un sorriso appena accennato illuminasse quel viso dolce così simile a quello di Remus.
Remus che se ne stava in piedi, la bacchetta in pugno levata impietosa davanti a sé e il nulla negli occhi; non tremava, non piangeva, Sirius non era nemmeno certo che respirasse. Continuava a guardare sua madre, il suo grembiule giallo e il vestito verde, senza curarsi degli altri due corpi riversi per terra lì vicino, immobili quanto lei. Lyall Lupin era in ginocchio accanto alla  moglie; anche lui non piangeva, si limitava a guardare le erbe che Hope Howell in Lupin stringeva nella mano.

Sirius si chiese distrattamente da quanto tempo il mondo di Remus si fosse congelato, da quanto in quel giardino dai profumi inebrianti l’odore di morte avesse soffocato tutti e tutto. Era un veleno, si disse, perché anche lui in quel momento non riusciva a fare altro che stare fermo, bloccato, a guardare lo scempio.
La morte, infine, era giunta a scardinare anche le vite dei Malandrini.
 

 
   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: riccardoIII