Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Mylu    02/02/2016    2 recensioni
Jo non aveva molte regole, nè convinzioni.
Le convinzioni, sono per gli sciocchi, ignoranti, dalla mente chiusa, o codardi viscidi, desiderosi di rintanarsi nel loro buco.
Lei non era nessuna di queste cose.
LEI non aveva paura!
Da anni ormai!
Come tutti i bambini, crescendo, aveva messo da parte le cose dell'infanzia: giocattoli, peluche (quasi tutti..), fantasie, amici immaginari,ecc..
L'unica differenza, era che lei, nello scatolone, ci aveva messo pure quello (la paura), prima di lanciarlo, come un giavellotto, dentro il cassonetto.
L'aveva salutata, superata.
Ora la sua mente era libera, sgombra, priva di inganni... per citare Cartesio.
Aveva mantenuto, solo tre convinzioni, tre paletti, a dividerla, dal completo caos:
-Sua sorella, Silvia.
I ricordi, l'affetto, il legame che le univa, e le sue “capacità”..
-Se stessa, pilastro fondamentale della sua ragione.
La sua sicurezza, la sua NON paura, e la sua ASSOLUTA, normalità.
-Il loro segreto; che finché mantenuto, sarebbe rimasto tale.
SOLO LORO, e sopratutto, SOLO UN RICORDO.
Guardando OVI, seppe con certezza, che le sue convinzioni sarebbero crollate,
capovolte, o forse, semplicemente scomparse.
A KEIJUKAINEN, non c'era posto per le sue certezze.
Non poteva portarle con se.
Doveva entrare da sola.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

PROLOGO

 

-Ehhciiù-

Starnutì Jo, senza più riuscire a contenersi.

Aveva provato, a tapparsi il naso per non farlo, ma non era servito.

L'aria era secca quella sera, troppo secca.

A ogni boccata d'aria, tirava su solo polvere.

Non le piaceva per niente!

Le sembrava di ingoiare, continuamente, i biscotti di zia Rosaria; talmente salati, da lasciarle sempre la bocca asciutta.

Ma Jo era una brava bambina, quindi li mangiava lo stesso, per far contenta la mamma, che diceva sempre, che zia faceva fatica a farli, e che zia era tanto cara, e che c'erano poche persone, care quanto lei, quindi dovevano tenersela stretta.

Ma la polvere non la faceva nessuno.

Quindi, perché tenersela stretta?

Nel pensarlo, assorta, prese addosso, a quello che doveva essere, un grosso masso ed inciampò.

-Ahia!- gemette poi, a terra, toccandosi il ginocchio ora sbucciato.

-Shh!- le fece Silvia, con gli occhi spalancati dall'ansia, -Fai piano, Jo!-

Jo la guardò male. Era davvero cattiva! Pensò accigliata.

Le fece una linguaccia.

Tanto, con quel buio, non poteva vederla.

-È tutta colpa tua!- le sussurrò poi arrabbiata, -Sono i TUOI sandali. Sono troppo grandi!- mentì Jo, facendo ciondolare gli enormi calzari.

In realtà le scarpe grandi le piacevano, erano comode.

Si divertiva un mondo a ballarci dentro, con i piedi liberi e felici!

-Se tu sapessi metterti le scarpe da sola, non ce ne sarebbe stato bisogno.- le rispose Silvia di rimando.

-Io le scarpe ME LE SO METTERE.- protestò Jo, incrociando le braccia al petto.

Fra neanche una settimana, avrebbe compiuto sei anni, e sarebbe andata alle elementari. Non era più una bambina piccola!

-E allora, perché non te le sei messe da sola?- le domandò Silvia continuando a camminare.

Jo sbuffo, avrebbe voluto prendere Pezzie e tirarglielo in testa!

Ma magari, poi, con quel buio non lo avrebbe trovato più...

Guardò, l'amato peluche, con la forma di un coniglio, stretto nella sua manina, e lo abbracciò forte.

Nessuno l'avrebbe mai separata da lui! Giurò Jo, stringendoselo al petto.

-Dai Jo sbrigati! Ci siamo quasi.- la chiamò Silvia a mezza voce, per non fare troppo rumore.

La bambina sbadigliò, stanca.

Stava dormendo beata, insieme a Pezzie e Livia, quando, alle 3:12 di mattina (così diceva, l'orologio ciccione sul muro del salotto), sua sorella era venuta all'improvviso a svegliarla, dicendole che doveva mostrarle qualcosa. Qualcosa che le sarebbe piaciuto.

Jo aveva sbuffato, e si era rimessa a dormire.

Era stanca, ed inoltre c'era buio... e il buio non le piaceva per niente!

Ma Silvia non ne aveva voluto sapere! L'aveva messa seduta, ed infilato le prime scarpe che c'erano. Una volta finito l'aveva tirata su di peso, e trascinata di fuori... nel bosco.

 

Buio.. bosco.. solo le parole, le facevano venire i brividi.

 

Eppure, vi stava camminando da mezzora, incitata dalla sorella, vero, ma comunque lo stava facendo.

Pensò Jo, tutta orgogliosa di se stessa.

Talmente orgogliosa, da dimenticarsi di tenere a freno la lingua..

-Si può sapere, dove mi stai portando?- domandò alla sorella, alzando un po la voce.

Non si vedeva nulla li, e da un po, non riusciva più a capire dove fosse.

-Shhhhh!- le arrivò, istantanea, la reazione di Silvia.

Jo allora, abbassò la voce-Dove stiamo andando?-

-Lo vedrai- le rispose lei, sempre a bassa voce.

Lasciò passare qualche secondo, cercando di seguire la sua voce; ma quando, finalmente, credeva di averla trovata, la sua manina si chiuse sul nulla, e le ricadde verso il basso.

Iniziava ad aver paura.

Insomma.. il bosco ed il buio, potevano anche andarle bene... li aveva superati, dopotutto. Ma da sola no!

-Silvia.?.- la chiamò con voce tremolante.

-Shhh! Ti ho detto di fare piano!- le rispose lei.

Jo la ignorò. Non c'era spazio per la rabbia. Ora aveva solo paura.

-Dove sei?- domandò di nuovo, con voce ferma però... non era una piagnona!

-Sono qui, lagna.- disse Silvia, dietro di lei.

Jo sobbalzò per lo spavento, ma se ne stette zitta.

Non voleva darle, altri motivi per prenderla in giro..

Silvia era sempre stata la migliore tra loro due. Lei faceva ginnastica artistica, lei pattinava sul ghiaccio, lei aveva già delle amiche, lei era intelligente.. LEI, LEI, LEI!

Uff! Ed era persino la maggiore, anche se solo di due anni, come se non bastasse.

Anche Jo era brava; lei sapeva fare le bolle di sapone con il naso, sapeva sollevare le sopracciglia una alla volta, sapeva curare i lombrichi, e gli uccellini, e fare le polverine con le rocce... e nessuna di queste cose, era in grado di fare, Silvia.

Ma non a tutti importava...

All'asilo, le maestre, avevano fatto una faccia strana, quando lei aveva gonfiato il sapone con il naso.

Forse non gli piacevano le bolle..

Aveva pensato.

Solo alla sua mamma piacevano le sue doti. La mamma era la sua migliore FAN! Apprezzava molto, i suoi trucchi “fai da te”, ed era molto contenta delle cure, che riservava ai suoi pazienti. Diceva che era una bambina buona e generosa, e a Jo, piaceva molto, essere definita così.

 

Silvia, vedendo che non si dava una mossa, la affero per il pigiamino e la strattonò, fino a strapparle un lamento, che però, zittì subito con un occhiataccia.

Jo, riluttante, si lasciò trascinare, mentre si inoltravano, sempre di più, nel fitto bosco.

 

Dopo molti e molti passi, finalmente Silvia si bloccò.

Di colpo però! Jo le andò quindi a finire addosso, ma fu come sbattere su un muro. Vi rimbalzò praticamente contro, e ricadde sul sedere, facendosi piuttosto male.

Silvia non se ne era nemmeno accorta!

Le era spuntato uno strano sorrisino sul volto, e aveva lo sguardo perso in lontananza.

Qualche istante dopo, fece un cenno veloce, a Jo con la mano.

Voleva che la seguisse.

Lei, dolorante, ubbidì, controllandosi i pantaloni , per assicurarsi di non averli bucati. Erano i suoi preferiti! Con Dumbo e tutto il circo!

Seguì, la vestaglia cangiante della sorella, che era parecchi passi più aventi, ma che ora camminava con circospezione, tentando di non fare rumore.

A Jo, ricordava molto l'andatura dei gatti...

con i loro passetti felpati e silenziosi, ma allo stesso tempo, agili e forti.

Silvia svoltò a sinistra, e poi a destra, e poi ancora a sinistra, per due volte.

La bambina era costretta, a guardarsi in continuazione le mani, per starle dietro!

Quando finalmente, la sorella si fermò, Jo le distava solo di pochi passi, che cercò di colmare, imitando il passo agile di Silvia.. anche se, non con buoni risultati.

Era sicura, di aver spezzato, almeno una decina di rami, in neanche qualche secondo!

Silvia nemmeno se ne accorse. Il suo sguardo era perso, davanti a se; illuminato, da un arcobaleno di colori sgargianti.

Jo, terminò gli ultimi passi quasi di corsa, per la curiosità.

Si dimenticò all'istante del rumore, del buio e del bosco.

Quei colori, l'attiravano come una calamita.

E quando il suo sguardo li incontrò... ne rimase completamente affascinata!

Non erano colori! Erano luci!

E volavano tutt'intorno a loro.

Ciò su cui si affacciavano lei e la sorella, era una specie di radura... ma di come non ne avevano mai viste!

La terra e le rocce, erano opalescenti e limpide come uno specchio,

gli alberi che la circondavano, erano, come illuminati dall'interno.

I ciuffi d'erba, i ramoscelli e le foglie delle piante sembravano iridescenti; i cespugli, di solito acuminati e ruvidi, sembravano morbidi come il manto di una pecorella, e brillavano di un vivido colore dorato.

Le corolle brillanti dei fiori, apparivano come gemme preziose, e i rivoli d'acqua che si facevano largo tra le rocce, sembravano impalpabili al tatto.

Jo, non aveva mai visto nulla più meraviglioso!

Fu quasi tentata di ringraziare la sorella, che osservava lo spattacolo in muta ammirazione.

Poi si ricordò della manica strappata del pigiamino, e del suo sedere dolorante e cambiò idea..

Tuttavia un luogo così bello e magico, non andava sprecato ma ammirato!

La cosa più stana di quel luogo, che sembrava appartenere a tutto, fuorché al loro misero, buio bosco, erano le creature che vi abitavano.

Ad una prima occhiata, Jo, aveva pensato, che si trattasse di lucciole; ma si era ricreduta..

Le lucciole erano bianche o gialle, ma non rosse , verdi, viola e blu!

Non aveva senso.

Con uno sguardo più attento, si accorse, che quelle minute, deliziose creature luminose, avevano delle piccole braccina e gambine, molto simili alle loro.

In effetti, osservandole ancora, si accorse, che l'unica cosa che le distingueva da loro, a parte le dimensioni e il colore sgargiante, erano delle sottilissime ali, di velo, che ricoprivano tutto lo spazio intorno a loro.

Erano le ali, si accorse la bambina, ad irradiare la luce.

Ali così piccole, da poterle stare tra le mani, eppure così grandi, rispetto al loro corpicino!

Una delle creaturine , che giravano in tondo, muovendosi in una danza antica ed armoniosa, di colpo si bloccò, uscendo dal cerchio.

A Jo parve una cosa molto strana, e ne rimase quasi delusa.

Quella danza era così bella e unica, ed ora che lei era uscita, le sembrava di intravvedere la sua assenza, in quel girotondo.

La luce della creaturina solitaria, si oscurò un poco, quasi a conferma delle teorie di Jo, sul fatto che doveva tornare al suo posto.

Ma lei rimase immobile, sul posto.

Jo aggrottò la fronte, perplessa.. c'era qualcosa che non andava.

Lo capiva, lo sentiva. Sentiva sempre, quando qualcuno, stava male... per questo si occupava sempre delle sue bestioline. Le sembrava di capile meglio di chiunque altro, e non si sbagliava mai.

Neanche quella volta.

Dopo un attimo di esitazione, la delicata creatura, cadde.... precipitando.

Jo non ci pensò due volte, e di getto, preoccupata per l'incolumità di quel fragile esserino viola, si gettò a terra dentro ala radura , e ne bloccò la caduta con le sue manine, giunte a coppa.

Calò un'enorme silenzio.

Pure Silvia tratteneva il fiato.

Jo neanche se ne accorse; stava osservando la creaturina che teneva stretta tra le mani.

Per un attimo questa rimase immobile, poi all'improvviso, la bambina si sentì le mani le bruciare, e scottata la lasciò cadere.

Questa volta però, non precipitò, ma si alzò in volo, tramutando il suo aspetto, da un incantevole colore viola, ad un violento blu.

Tutt'intorno, la stessa radura taceva, immobile.

Quella, che poco prima gli era sembrata , una docile e vulnerabile personcina, ora stava di fronte a lei, all'altezza della sua testa.... e non sembrava affatto docile.

All'improvviso, gli si gettò addosso, ad una velocità sorprendente.

Guardandola avvicinarsi,non percepiva altro che pericolo.

Scatto indietro, uscendo dalla radura , ma la luce blu, gli fu addosso in un istante.

A Jo mancò un battito.

Rieccola , la famigliare sensazione..... la paura!

Talmente forte da bloccarla, da farla rimanere immobile , nonostante il pericolo, da congelare il suo sguardo, in un'unica, profonda, espressione di terrore.

In un riflesso istantaneo, portò le mani al volto, aspettando pietrificata, l'arrivo del dolore.

Ma il dolore non arrivò.

Al suo posto, sentì un improvvisa folata di vento, davanti a se, e un ombra oscurarle la vista.

Silvia!

Era davanti a lei.

La sorpresa ebbe la meglio, ed abbassò le braccia;

appena in tempo , per vedere sua sorella, sferrare un colpo alla creatura volante, con la mano destra, per allontanarla da loro.

Nell'istante in cui, le due vennero in contatto, un'enorme onda blu scaturì da loro, propagandosi in tutta la radura, facendo volare in aria la stessa Jo.

Subito tutto si fece buio.

Ogni fiore, ogni foglia, ogni ramo, ogni luce, spazzata via. Sostituita dal buio.

Jo sentì il suo corpo tremare, in reazione a quanto era appena accaduto.

Sconvolta, cercò con lo sguardo la sorella , aiutata solo dal leggero bagliore delle stelle.

La trovò accovacciata in un angolo, al limitare estremo della radura.

IMMOBILE.

Le fu subito al fianco, e la scosse, con le braccine che ancora le tremavano.

-Silvia! Silvia! Silvia!- la chiamò implorante, senza smettere di scuoterla.

La chiamò ancora, e ancora, la voce sempre più incrinata.

Sentiva, una muta disperazione, crescerle dentro, come un rampicante spinato, e attorcigliarsi attorno al suo stomaco.

Una sensazione, che una bambina della sua età non avrebbe mai dovuto provare.

La chiamò di nuovo, e ancora e ancora.

Stava per abbandonarsi contro la terra umida, priva di forze, quando, un leggero rumore, la blocco.

Un battito.

Alzò la testa di scatto, e guardo la sorella negli occhi.

Un altro battito.

Aspettò di sentirne un altro, immobile.

-Tum............................tum.tum,tum. Tum.tum,tum. Tum.tum,tum...-

Jo esultò, e lasciò andare il fiato, che aveva trattenuto fino a quel momento. Assieme a questo, sgorgarono le lacrime, che in un istante le bagnarono il viso, corrodendolo, acide e salate,ma sopratutto amare.

Non appena Silvia, aprì gli occhi, le si getto addosso, abbracciandola.

C'era qualcosa di diverso in lei... si, ma non le importava.

Non le importava di nulla ora. Pensò stringendola a se.

Stretta in quell'abbraccio, Jo si sentì al sicuro, come mai prima d'ora.

Li, al buio, nel bosco. Si sentì al sicuro.

E stretta in quell'abbraccio, sostenendo la sorella, che debole, era accasciata su di lei; giurò a se stessa, con una nuova ed insolita determinazione, che MAI E POI MAI, D'ORA IN AVANTI, AVREBBE Più AVUTO PAURA!

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Mylu