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Autore: Ghrian    02/02/2016    1 recensioni
Selina è una fata proveniente da Avalon che lavora come investigatrice privata tra gli umani.
Mentre è in ufficio, le arriva una lettera da uno dei più grandi maghi esistenti, che le chiede di raggiungerlo per risolvere un caso molto particolare.
Tra ritrovamenti di vecchi amici e nemici, Selina ha per le mani un caso che potrebbe costarle molto di più della vita.
Genere: Commedia, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, I Malandrini, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-E insomma ti vuoi sbrigare? Il tuo ragazzo strano sta arrivando.-

-Si, lo so. Ora vado, fammi finire di guardare questo fascicolo.-

-Ma che fascicolo e fascicolo. Forza sbrigati!- mi rimproverò Dennis, strappandomi di mano violentemente il fascicolo su un nuovo omicidio regalatomi gentilmente dalla polizia e lo sbatté sulla sua scrivania.

-Dennis! Ti ricordo che sono io che ti do sostentamento.- lo ripresi, cercando di scappare dalla sua presa.

-E io ti ricordo che il suo aereo sta per atterrare, perciò alzati e vai.-

-E va bene.- sbuffai, prendendo il giaccone invernale e le chiavi della macchina.

Già, dovevo andare a prendere il pipistrellone.

Non sarei mai riuscita a pensarlo in un altro modo, mi piaceva troppo quel soprannome. E poi ammettiamolo, gli calza a pennello.

Il fascicolo che stavo osservando in realtà non era che una lunga lettera di Oberon, ma non potevo certo dire a Dennis, l'uomo più normale di questo mondo, chi era. O chi ero realmente io.

Mi sarei ritrovata con un posto vacante e non potevo proprio permettermelo.

Oberon stava ricostruendo la città, ripartendo da zero e permettendo alla stessa terra di guarire dalle ferite che le aveva inferto il dominio di Tatiana. Ma oramai non aveva più nessun potere. Perlomeno così speravamo.

Stavano tutti bene, Sol e Jens erano tornati per qualche periodo ad Avalon a dare una mano al povero Re e anch'io avevo una mezza idea di rientrare. Ma non ora, probabilmente non appena fossero terminate le vacanze di Natale e Severus fosse ritornato a scuola.

Era quasi Natale. Quanto passava il tempo.

Entrai nel mio bel abitacolo e lo misi in moto, pronta per andare a prendere il mio caro pipistrellone all'aeroporto.

Parcheggiai la macchina e uscii, appoggiandomi sul fianco a braccia conserte, proprio come faceva sempre lui.

Insomma, era da un po' che non lo vedevo, dovevo pur rifarmi no?

Prenderlo in giro era una delle mie gioie della vita, non potevo rinunciarvici.

In lontananza vidi una figura vestita di nero da capo a piedi, ma almeno aveva abbandonato il suo mantello per confondersi con i babbani.

Strano, a parer mio ci dormiva con quel mantello.

Alzai lo sguardo ed incontrai il suo un po' offeso e un po' divertito dalla mia posa. Io gli feci un piccolo sorrisetto, avvicinandomi per prendergli il borsone che caricai in macchina.

Ci abbracciamo un po' imbarazzati e una volta saliti in macchina ci avviammo verso casa mia, in un silenzio un po' troppo cupo e carico di tensione.

Era la prima volta che ci vedevamo da allora ma sebbene ci fossimo mandati qualche lettera, non c'era stato nulla che potesse far sembrare che noi stessimo effettivamente insieme.

In realtà non ne avevamo mai parlato.

Arrivammo a casa mia e lui insistette per portarsi la sua borsa -Non sono un vecchietto.-

Ma un mio sguardo eloquente mi procurò un'occhiataccia cattiva. Come ai vecchi tempi.

In effetti io non dovrei parlare... tenendo conto della linea temporale umana io ero una matusalemme.

Appena entrati, buttò il borsone per terra ed esplorò la casa, da cima a fondo finché non fu contento e si sedette sulla sedia in legno in cucina di fianco a me.

-Vuoi un tè?- chiesi tranquilla.

-No grazie. Vorrei solo riposarmi.-

-Oh, certo. Ti ho preparato una stanza.- dissi preparandomi un caffè.

Lui mi lanciò uno sguardo strano che non compresi e portò il suo borsone nella stanza che gli avevo descritto.

Non scese per cena e non si fece vedere per tutta la serata. Iniziai a preoccuparmi, non volevo aver combinato qualche disastro senza essermene accorta.

Non ho mai convissuto con un umano, non so cosa vogliono o quali sono le loro abitudini. Ero completamente ignorante ed impreparata su questo.

Verso le due di notte mi decisi ad andare a dormire, leggere sulla poltrona iniziava a darmi sui nervi. Ero costantemente scomoda e la luce non era dei migliori.

Mi alzai dolorante e mi sistemai il mio pigiama felpato, enorme per la mia figura e con tanti piccoli panda stampati sopra.

-Sei ancora sveglia?- mi fece sobbalzare una voce profonda.

-Si, ma ora vado a dormire.- risposi sbadigliando e stiracchiandomi.

Lui fece ancora quel suo sguardo strano e allora mi venne in mente che non aveva cenato -Hai fame? Ti ho lasciato un po' di pesce nel forno.-

-No, grazie. Voglio solo sapere una cosa.- disse secco.

-Dimmi.-

-Tu vuoi che rimanga?- domandò, evitando di guardarmi negli occhi.

-Certo che si. Perché? Vuoi andare via?-

-No. Quello che non capisco è perché sembri che non te importi.-

Ecco, avevo davvero fatto qualcosa di sbagliato.

-Ascolta, se ho combinato qualcosa mi dispiace, ma devi capirmi io non ho mai vissuto con un essere umano, non so cosa vada bene e cosa no.- ribattei, posando il libro sulla poltrona.

-Cosa leggi?- evitò il discorso, avvicinandosi a me.

-Sogno di una notte di mezza estate.-

-Shakespeare. Hai buon gusto, per essere un Fae.-

-Ho anch'io i miei pregi, non credi?- ironizzai, sussultando quando mi prese la vita con un braccio.

-Sarà meglio. Non voglio rimanere per le vacanze di Natale con una sarcastica rompiscatole.- sussurrò, dandomi un bacio sulla guancia.

-Stessa cosa vale per te, caro il mio pipistrellone.- dichiarai, scoppiandogli a ridere in faccia.

Lui prima mi guardò sconvolto ma poi fu contagiato dalla mia risata poco femminile e mi abbracciò stretta.

Finalmente era tutto finito.

Davvero tutto finito.



















NOTA: Saaaaaalve!

Eccoci qua con un nuovo capitolo che, purtroppo o per fortuna è l'epilogo, il capitolo conclusivo di questa storia.
Non so come mi sento, so solo che sono felice.
Felice perché è la mia prima storia arrivata ad una conclusione su EFP ed è anche quella con cui ho iniziato.

Che dire, solo che voglio ringraziarvi tutti per aver seguito questa storia, per averla messa tra le preferite e chi tra le ricordate. Vedendo il numero di visualizzazioni, le recensioni e le persone che l'aggiungevano tra le seguite, mi veniva sempre più voglia di pubblicare e di andare avanti.

Non sarò certo una brava scrittrice, non mi reputo tale, ma amo scrivere e continuerò a farlo. 
Grazie per aver letto questa piccola parte di me. 

So che le note non vengono praticamente mai calcolate, perciò la smetto qua. Potrei andare avanti per ore a ringraziarvi.
Spero di ritrovarvi in una prossima storia e chi volesse esprimere la propria opinione su questa storia, non si faccia problemi, anche per messaggio privato.

Buona serata a tutti e grazie ancora.

   
 
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