“Andrà
tutto bene”
“E’
il momento.”
La voce di Daiki era venata di timore e trepidazione.
Aki si alzò dal letto, più sveglia di Shira che invece sbatteva ancora le palpebre, sorpresa da
quell’annuncio arrivato in piena notte.
La sacerdotessa si vestì in un attimo
per poi prendere il loro bambino, nato un mese e mezzo prima, che profondamente
addormentato non si accorse di nulla. Shira la imitò
anche se più lentamente.
Erano stati mesi duri per tutti alla
Città dei Draghi, l’oscura personalità che aveva orchestrato il rapimento di Aki e il furto dell’uovo era ancora avvolta nel mistero. Il
Maestro aveva tirato i fili di ogni sua conoscenza, nelle Libere Città, tra i Lords e persino tra i pacifici Clans
delle montagne, ma nessuno era stato in grado di fornire un indizio.
Hellis, la fiorente
città del mare, era stata distrutta e i sopravvissuti erano disperati e sotto
shock, i cavalieri avevano portato loro soccorso, aiutandoli a trovare una
nuova casa, giostrandosi, grazie alla loro posizione privilegiata, tra i poteri
politici affinché fossero accolti. Per mesi la cittadella era stata un via vai
di draghi, in arrivo e in partenza. La sicurezza della città era stata
rinforzata e così quella dei cavalieri, che ora portavano armi nelle loro
missioni.
Aki e Shira però non erano state coinvolte nelle ricerche, Daiki doveva rimanere con il suo uovo e la sacerdotessa
dovette prima riprendersi fisicamente e poi portare a termine la gravidanza.
Così come Harry, Sansone e Sun, che avevano
necessitato di mesi per riprendersi appieno dalla droga data loro.
Shira si chiese
ancora chi ci fosse dietro a tutti quegli eventi, di sicuro un uomo potente e
malvagio, qualcuno da temere. Con un sospiro allontanò quei pensieri per
concentrarsi sul presente.
Lei e Aki
stavano entrando nella grotta, l’unica luce era quella di una torcia. Daiki era accoccolato attorno al suo uovo, gli occhi fissi
su di lui.
Shira tremò mentre fissava
il lucido guscio nero dell’uovo. Tante cose potevano andare storte. Il loro
bambino poteva non riuscire a legarsi al drago, oppure il drago poteva essere
incapace di fondersi a causa dei giorni passati solo, lontano dal genitore. Con
tutta se stessa aveva voluto crederci, ma ora, al momento della verità un
piccolo brivido le percorse la schiena. Se non avesse funzionato Aki e Daiki ne avrebbero avuto il
cuore spezzato e così lei.
“Andrà
tutto bene.”
La voce possente di Daiki era piena di calore e Shira sentì la mano di Aki
scivolare nella sua in un gesto di conforto a cui erano abituate, ma che non
mancava mai di fare effetto.
Il loro bambino, ancora senza nome, come
voleva la tradizione per i futuri sacerdoti, fu deposto accanto all’uovo, i
suoi occhi si aprirono e si guardarono attorno curiosi.
Un colpo secco attirò l’attenzione di
tutti sull’uovo. Il guscio si fessurò.
Shira prese un
profondo respiro e strinse la mano di Aki. Doveva
andare bene, doveva! Lei amava con tutto il cuore quel bambino perché era parte
di Aki e lo avrebbe amato per sempre.
Con stupore percepì la mente del
neonato tendersi verso l’uovo. Un ampio sorriso si aprì sulle labbra di Aki e Shira seppe, in un momento
di chiara consapevolezza proveniente dalla mente ancora neonata di suo figlio, che
sarebbe stato bianco: un drago bianco con sfumature argentee. La principessa lo
seppe e sorrise a sua volta, mentre l’uovo si apriva rompendosi.
Note
Significato dei nomi:
Shira: poesia
Aki:
splendido/brillante
Daiki: grande
nobiltà/splendore/valore
Kimi: imperatrice
Ai: affetto/amore/indigo
Haru (sacerdote di
Ai e compagno di Kimi): sole/primavera
Harry: ricco/forte in patria/signore
Sansone: forza/figlio del sole
Sun: sole