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Autore: Lidia00love    03/02/2016    0 recensioni
Una città, due famiglie, due anime giovani legati dal fuoco della passione e dell'amore che li condanna ad una vita tormentata dal dolore della perdita, dell'abbandono e della gioia di trovarsi per poi perdersi di nuovo. I giovani Lidia e Peter si troveranno di fronte ad un futuro segnato da ostacoli di ogni genere, saranno condannati ad amarsi e odiarsi per il resto della loro vita o cambiare i destini e decidere il loro fato? Un amore che è solo un bocciolo è pericoloso ma quanto può esserlo se fiorito?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Luca La Bella, era abituato a rimanere poco in uno stesso posto, perciò quando lo lasciava non era mai una sofferenza. Viveva come un nomade, da grande città a piccolo paesino si spostava, conoscendo nuove culture, religioni e nuovi modi di vivere, e tutto per lavoro, per studio. Ma l'unica eccezione la fece andarsene da Firenze, città artistica e affascinante da cui dovette allontanarsi. In quel momento dopo esattamente quattro anni passati a viaggiare, tornava. Non vedeva la famiglia da ben quattro anni, chissà come stavano i suoi genitori, i suoi fratelli. Dopo aver saputo la notizia della morte di Teo, aveva deciso di interrompere i suoi studi per recarsi dalla famiglia, per dare supporto e aiutare in qualche modo. Teo era il suo fedele compagno di stupidaggini, avevano sin da piccoli agito insieme come due fratelli, e un giorno a loro si sarebbe aggiunto anche Filippo, suo fratello piccolo. Insieme avevano affrontato gli Einaudi, dal primo all'ultimo e nonostante le conseguenze delle loro azioni abbiano compromesso in qualche modo la stabilità e la pace in città, a loro non importava, perché insieme stavano bene. Averlo perso, per mano di uno stupido Einaudi sconsiderato, lo mandava su tutte le furie. Voleva sfondare il cranio dell'assassino con una carezza, ma prima doveva scoprire chi lo aveva ucciso. Nessuno dei suoi famigliari aveva accennato al nome, poteva essere il padre Einaudi, o quel povero stolto di Berto, il cugino comprato Marco, ma era impossibile, dato che Teo per primo gli aveva tolto la vita oppure, poteva essere stato quello sconsiderato di Peter, che fra tutti Teo e Luca avevano preso di mire, dato che era l'unico degli Einaudi ad avergli tenuto testa per tanto tempo. -Mia Firenze, sono tornato finalmente-l'aria che respirava finalmente dopo tanto tempo profumava di fiori e pane caldo, proprio come se lo ricordava. Si diresse verso casa sua, era sempre nello stesso luogo, vicino al centro ma in una zona d'onore, circondata da alte mura dipinte da sua sorella Lidia e sua cugina quando erano ancora bambine. Le aveva lasciate che avevano dieci o undici anni, chissà che fiori sbocciati erano diventate. Aprì il cancello di casa sua, e sentì subito delle risate di bambini provenire dalla casa. I suoi fratelli, i suoi meravigliosi fratelli che tanto ne aveva sofferto la mancanza. Corse verso la porta dio ingresso e bussò un paio di volte. Quando la porta si aprì vide sua sorella piccola, Anna, quando l'aveva lasciata era molto piccola, soli quattro anni, ed era la bambina più bella che avesse mai visto, la sua stessa carnagione scura e gli stessi occhi luminosi. Era proprio come la ricordava, bellissima come sempre. -Luca!-esclamò contenta e allungò le braccia in alto per farsi prendere in braccio. Risentire il calore della sua sorellina fra le braccia era talmente tanto piacevole, come un piccolo Sole che stringeva. -Anna!Come stai?-chiese felice. -Bene!-sorrise e diede un bacio sulla guancia del fratello maggiore. -Dove sono la mamma e tutti gli altri?-ancora non li aveva visti alla porta d'ingresso, forse l'aspettavano da qualche latra parte. -Vieni, ti accompagno-prese la mano del fratello. La casa non era cambiata per niente, era rimasta la stessa di tanto tempo fa, gli stessi quadri, le stesse foto e lo stesso arredamento. Anna lo portò in soggiorno, dove i suoi fratelli erano alla televisione e leggevano, mentre sua madre stava in cucina a lavare alcuni piatti, indaffarata proprio come ogni madre con tanti figli, pensò Luca. Anna annunciò l'arrivo di Luca, e tutti gli andarono incontro. Mancava solo Lidia, chissà dov'era. Sua madre quando lo vide, rimase per qualche secondo inerme nel fissarlo. Era così bello,lo aveva lasciato che era un ragazzo impaurito e preoccupato di non riuscire a portare niente a termine nei fiori degli anni. Era il frutto dei suoi vent'anni, quando anche lei come lui, aveva paura di non riuscire a farcela. Lo abbracciò, l'unico conforto che aveva una volta partito erano i suoi figli, che le ribadivano che non mancava molto al suo ritorno e che Luca viveva in una parte del suo cuore, se cadeva le lo avrebbe saputo come una connessione telepatica fra i due. -Sono così felice di riaverti qui-sussurrò la donna. Luca si chiese come mai sembrava così stanca. Su madre era parte del suo mondo, da sola lo aveva cresciuto e da sola aveva vegliato su di lui, se qualcuno le avesse fatto del male, lui avrebbe perso la testa nemmeno avrebbe pensato alle conseguenze delle sue azioni. -Anche io, mamma-era così tanto che non sentiva quelle parola pronunciata dal vivo, vederlo mentre la pronunciava. Luca osservò i suoi fratelli che si allontanavano e cercò sua sorella Lidia, che scendeva dalle scale, lentamente come se stesse aspettando di essere contemplata, anche se lei nemmeno se ne accorgeva. Aveva davvero abbandonato u bocciolo, ma quel fiore era al culmine della sua magnificenza. Si chiese quanti ragazzi, quanti maschi l'avessero squadrata con strategia per poterle parlarle, perché dovevano essere stati davvero molti. Lidia alla vista di suo fratello sorrise, ma Luca vide in fondo ai suoi occhi, in profondità del suo animo, tristezza e malinconia e non affatto felicità. Oh povero Luca, cosa avrebbe sopportato una volta saputa la verità. -Lidia, sei bellissima ma quanto sei cambiata, come stai?-vide lo sforzo di un sorriso sul suo viso. -Bene, Luca, benissimo e tu?-chiese così gentilmente. La Lidia che conosceva glia avrebbe fatto qualche commento sul nuovo taglio o su come era vestito, mai si sarebbe aspettato una domanda simile. -Bene, molto bene-rispose secco rivolgendole un sorriso. Lidia ricambiò il sorriso, ma sempre sforzandosi. Peter sapeva molto bene cosa stava rischiando, ma aveva bisogno di parlare con Paolo, per avere notizie sulla sua famiglia e soprattutto sulla sua amata Lidia. Il desiderio di lui bruciava nel suo cuore, nella sua mente e in tutto il resto del corpo. Ogni attimo della sua giornata lo stava a dedicare ripensando alle sue mani su di lui che lo accarezzavano, e la sua voce d'angelo che gli sussurrava dolci parole nelle orecchie. Si era vestito in modo che lo scambiassero per un mendicante, il cappuccio alzato e la giacca pensante che potesse coprirlo del tutto. Entrò in chiesa, in qualche modo gli era mancata, era il luogo in cui aveva vissuto parte della sua giovinezza e dove aveva sposato l'amore delle sua vita. -Santo cielo, Peter ma cosa ci fai qui?-esclamò allibito Paolo da una rampa di scale sopra di lui. Peter non si era mai accorto di quelle scale in vita sua. -Sono qui per parlare con lei, ho bisogno di sapere come stanno andando le cose qui a Firenze- Paolo si avvicinò-Andavano abbastanza bene, poi hai deciso di fare questa stupidaggine, sei esiliato Peter, non puoi lasciare che i tuoi sentimenti abbiano la meglio su di te in questo modo, cerca di contenere te stesso ti prego-una supplica così bizzarra. -Non posso, ho bisogno di vedere Berto, ma...-le sua parole furono interrotte dalla mano alzata di Paolo. -Berto,be...come dire, è successo qualcosa Peter, che nessuno sa, se non Dio, Berto ed io-a quelle parole Peter si allarmò un poco, il prete sembrava particolarmente preoccupato. -Cosa è successo? Qualcosa a Lidia?O a Berto?- Paolo appoggiò entrambe le mani sulle spalle del ragazzo e scosse la testa-No, no, ascoltami, devi venire con me, Berto mi sta aspettando sarà una bella sorpresa vederti-. Paolo in cuor suo, sapeva che ciò che stava per fare avrebbe avuto conseguenze sul futuro di Lidia e Peter, sul passato delle due famiglie. Teniamo ancora questo clima di sospetto, perché una cosa simile è assolutamente inaudita, i defunti amanti di Verona non avevano avuto la sfortuna di vivere due volte il dolore, hanno dovuto sopportare tutto ciò solo per una volta e allora come mai erano così crudeli con i poveri Peter e Lidia, cosa mai avevano fatto di male se non innamorarsi?Quello non era un peccato, anzi era la più grande delle benedizioni, l'amore fra due piccole stelle. Poalo condusse in una lunga passeggiata di circa un'ora Peter verso un centro medico. Durante il viaggio aveva parlato di Lidia però e del ritorno in Paese di Luca La Bella, notizia che allarmò molto Peter. Non aveva paura di Luca, ma lo odiava, lo odiava quasi quanto Teo dopo aver ucciso Marco. Erano i re di tutta Firenze, lui, Berto e Marco, nessuno poteva fermarli ma qualcuno si, ha deciso di porre alla fine di uno di loro e Luca avrebbe messo fine alla sua. Arrivarono al centro medico che non era un vero e proprio ospedale, ma odorava come gli ospedale .Berto era appoggiato allo stipite di una porta e quando vide il cugino corse ad abbracciarlo disperato, Quei tempi senza di lui, quei pochi giorni erano stati davvero difficili. Avevano bisogno l'uno dell'altro, e senza Marco sarebbe stata dura, ma senza Peter ancora più dura. -Allora figlioli, lo so che non vi aspetterete questo, ma dovevo avvisarvi, questo è come un miracolo un miracolo divino-si avvicinò ad una porta chiusa. Tutti e due i ragazzi stavano fermi a fissarlo, impazienti nel cuore impauriti nella mente. Un uomo di chiesa in un ospedale era insolito, ma allo stesso tempo non potevano badare a certe cose, erano davvero troppo curiosi di sapere che cosa stava per succedere. Paolo aprì la porta che dava su una corta rampa di scale che portava ad un'altra porta. I corridoi di quel piano erano desolati completamente, erano bui e davvero strani. Paolo aprì la seconda porta, la stanza che videro era grande e spaziosa, ma non c'era un filo di luce provenire da alcuna finestra dato che erano tutte chiuse come in una prigione. C'era un letto sfatto e la sagoma di qualcuno appoggiato alla finestra. Una corporatura che entrambi avevano veduto altre volte, muscolosa e con indosso solo un paio di pantaloni di cotone grigi. Peter stava per perdere il respiro quando sentì la sua risata e Berto quasi trasalì-Voi dite i e del mondo, ma di che cosa, a chi faremo paura?Siamo i re del nulla o poco più, mie cari amici. Siamo persi nelle vie della città come topi e come cuccioli in calore che cercano piacere, ma io no, non ne ho di paura-si voltò e il volto sorridente di Marco riempiva i loro occhi. I suoi di occhi erano vivi, non morti come se li ricordava-Ho assaporato la morte sulla punta della lingua e sai Peter, ho sognato come mi dissi tu, sognai il mio nemico trucidato da me, e tante tante donne ma poi l'immagine è cambiata e noi arrancavamo nel fuoco come nelle fiamme dell'Inferno, e io che affronto Dio stesso che però mi ha riportato qui-sussurrò con al sua voce fine. Berto si fece uscire una lacrima mentre Peter rimaneva paralizzata come la statua di una adone greco-Il mondo de morti mi ha risputato qui-. Bene,adesso che la storia ha preso una direzione diversa dal classico comincerò a commentare, succederanno delle cose abbastanza particolari da ora in poi, e spero che vi piacciano perché mi ci sono davvero distrutta il cervello, notte a tutti...
   
 
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