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Autore: writer01    04/02/2016    1 recensioni
dal testo:
"Nel leggere quei due numeri separati da una barra non posso fare a meno di provare un moto di gioia dentro di me, alla fine la mia penitenza sta per giungere al termine, un altro incarico compreso questo e sarò finalmente libero. Apro la busta e tiro fuori la lettera. Come sempre c’è scritto il nome, il cognome, l’indirizzo di casa e di scuola del semidio che mi mandano a recuperare o del mostro che mi mandano ad uccidere"
orami gli mancano solo due incarichi prima di tornare ad essere libero, libero dagli ordini divini che vi vengono imposti. solo una cosa però rischia di renderlo di nuovo schiavo, l' amore.
Genere: Avventura, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, I sette della Profezia, Nico/Will, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autore.

 

Allora, prima di tutto vi devo chiedere scusa se ci ho messo così tato ad aggiornare. Ero molto impegnato con la scuola e sinceramente non ho avuto tempo. Come promesso, questo capitlo e probabilmente nche il prosismo solo dal punto di vista di Dylan/Will. Mi son reso conto che questo capitolo, alla trama della storia, non erve a un granché ma mi piaceva e siccome mi sono divertito un mondo a scriverlo ho deciso di metterlo comunque. Eh niente, spero che mi piaccia e se vedete errori segnalatemelo perché è importante a parer mio ricevere delle critiche se sono effettivamente necessarie. Prima di lasciarvi al capitolo vi voglio chiedere una cosa ( spero mi rispondiate) vi piace Black Butler?

 

-Writer01








 

<< E così hai cambiato 5 scuole in meno di un anno?>> mi chiede Elias continuando a scrivere sul suo quaderno.

<< in sintesi si>> rispondo io tenendo la sguardo basso sul mio libro di fisica.

Siamo nel giardino di casa mia, seduti intorno a un tavolino di plastica ormai vecchio e malandato. Non capisco come faccia a reggere il peso dei nostri libri. Elias sta studiando un capitolo di storia e io sto tentando di capire qualcosa di tutti questi numeri stampati sulla lucida carta del libro.

<< perché?>> chiede lui interrompendo il silenzio. Lui deve aver capito che non so a cosa si stia riferendo perché poco dopo aggiunge << intendo perché hai cambiato così tante scuole in meno di un anno>>

<< i miei si spostano molto per lavoro, e io devo seguirli>> rispondo tentando di velare al meglio la mia insicurezza. Lui mi guarda negli occhi per qualche secondo prima di tornare a rivolgere la sua attenzione al libro.

<< è veramente interessante questo dossier sulle torture medievali. Senti un po', a volte appendevano le persone al soffitto per le braccia, finché le articolazione non si rompevano. Oppure impalavano i traditori facendo passare un palo per la cassa toracica … il poveretto doveva soffrire davvero molto. Fiumi e fiumi di uno scarlatto sangue che si sparge dappertutto!>> conclude con troppo entusiasmo.

<< che schifo! Trovi queste cose interessanti ? Sono delle schifezze belle e grosse, non capisco come possa l'uomo concepire una cosa del genere.>> quando ho urlato “che schifo!” dovevo aver un tono piuttosto stridulo perché Elias si porta la mano destra alla bocca nel mero tentativo di non scoppiare a ridere

<< non sapevo che dessero fastidio queste cose, non vuoi diventare un medico?>>

<< si ma... cioè, non mi fa senso solo che… non è la stessa cosa!>> sbotto infine.

Elias ormai non ce la fa più a trattenersi e scoppia in una fragorosa risata che contagia anche me. Sorrido e rido anch'io, mi fermo solo per lanciargli un evidenziatore rosa addosso.

<< non ti prendere gioco di me!>> dico sorridendo.

<< come mai potrei prendermi gioco del medico che ha il terrore del sangue?>> dice sorridendo sornione.

<< tu invece sembri amarlo anche troppo, non è che sto parlando con un vampiro?>> dico facendogli un gesto per farmi restituire l'evidenziatore.

<< nah, altrimenti avrei già assaggiato il tuo sangue>>.

Non fa in tempo a restituirmi l'evidenziatore che glielo ho già lanciato, questa volta colpendolo un po' più forte.

<< ehi! Perché l'hai fatto?>>

<< non lo so, provo un gusto sadico nel lanciare evidenziatori rosa alla gente>>

<< a proposito, tra tutti i colori esistenti tu hai proprio un evidenziatore rosa?>> per la seconda volta sfoggia un sorriso sarcastico che mi fa venire i nervi. Odio il sarcasmo perché è ottimo per offendere, e di offese ne sono esperto.

<< non lo so. Hai qualcosa contro gli evidenziatori rosa?>>

<< si, preferisco quelli rossi, rossi come il sangue>>

Io lo guardo male. Lui non sembra farci caso e alla fine anche io sorrido. Forse, Elias è il mio primo vero amico da quando cambia la prima scuola.

<< allora devo dedurre che ti piace prenderti gioco dei dottori che temono il sangue?>>

<< ottima deduzione, Dylan!>>

sorrido e guardo il mio libro.

<< prima che tu iniziassi a parlare di torture medievali stavo tentando di studiare>> dico con un tono quasi di rimprovero che non convince neanche me. Elias sporge la faccia in avanti per vedere l'argomento delle pagine che fisso da più di due ore.

<< oh, la forza di Coriolis… non è molto complicata...>> dice.

Io lo guardo in malo modo << io sono qui a scervellarmi da due ore e tu mi dici “ non è molto complicata” ?! Ci rinuncio, chiederò spiegazioni al prof.>> sbuffo, chiudo il libro e mi butto sullo schienale della sedia grigia e sporca ormai anch'essa vecchia e malandata. Fa uno strano rumore e preferisco alleviare il peso piuttosto che rompere la sedia e cadere a sedere a terra, quello si che sarebbe un qualcosa di cui Elias riderebbe. Mi prenderebbe in giro a vita.

<< il sole sta per tramontare e c'è uno strano odore, non lo senti?>> dice Elias improvvisamente serio. I suo repentino cambio di umore mi mette in allarme, è normale che una persona cambi stato d'animo in meno di due secondi? A mio parere, no.

<< siamo a gennaio, è normale che faccio buio così presto e riguardo all'odore strano ,no, non sento niente. Anzi ora che ci penso l'odore che senti potrebbe essere mia madre che mi prepara da mangiare per tutta la prossima settimana>>

<< cioè?>> mi chiede lui di nuovo improvvisamente serio.

<< te l'ho detto, i miei viaggiano per lavoro e per tutta la prossima settimana saranno in Europa per affari. Sono agenti immobiliari per una importante impresa edilizia. In sintesi, passerò la prossima settimana senza i miei in mezzo ai piedi>>.

Elias sbianca in viso e si alza dalla sedia, facendo un rumore infernale. Raccoglie i suoi libri e quaderni e mette tutto dentro allo zaino. Io sono basito e mi limito a fissarlo.

<< scusa, mi son ricordato che devo fare una cosa importante a casa. Mentre i tuoi sono via on preoccuparti nel chiedermi qualcosa. Sai com'è, gli amici esistono anche per questo e poi per io sono sono letteralmente il ragazzo della porta accanto. A domani Dylan!>> dice e se va con passo spedito verso un cancelletto che porta al cortile d'ingresso.

<< amico, mi ha chiamato amico>> dico tra me e me con un sorriso ebete stampato sul volto. Metto alla rinfusa la roba dentro lo zaino e mi avvio verso l'entrata sul retro per entrare dentro casa.

Entrando dentro cassa realizzo che l'odore che ha sentito Elias non proveniva dalla cucina di casa mia. Mia madre sta leggendo da un foglio e man mano sbarra qualche punto dell'elenco. Dovete sapere che mie madre è una persona estremamente previdente, controlla e ricontrolla le cose almeno una decina di volte prima di decidere che vada tutto bene. Si giustifica sempre dicendo “prevenire è meglio che curare”.

<< le magliette… le carte di identità… tutti i numeri di emergenza memorizzati sul telefono… direi che siamo pronti per andare!>> dice mia madre non notando la mia presenza finché non faccio due finti colpi di tosse. Lei mi guarda con i suoi occhi azzurri che rispecchiano perfettamente la sua personalità. Angela, mia madre, è a mio parere la persona più solare e spensierata di questo mondo triste e preoccupante: niente e nessuno può togliere dal suo viso quel sorriso caldo che ammalia gli uomini. Si guarda in giro e quando mi vede sfoggia uno dei suoi incredibili sorrisi, facendo sì che le si formino alcune increspature sulla faccia.

<< oh Dylan, dobbiamo proprio scappare, abbiamo il check-in tra meno di un'ora e mezzo e... mi dispiace che dobbiamo stare via così tanto, ma sai com'è, il capo e il lavoro...>>

<< non vi preoccupate, posso resistere per qualche giorno anche da solo.>> rispondo con un po' di rammarico. I miei genitori sono davvero poco presenti, ma infondo non è colpa loro. Mia madre non fa in tempo neanche a finire di dire qualcosa tipo papà dovrebbe arrivare tra poco” che il diretto interessato entra in cucina con una grande valigia marrone e una ancora più grande valigia rosa piena di adesivi delle città che mia madre ha visitato

New York, Boston, Chicago, Berlino, Napoli, Helsinki, Oslo, Milano e molte altre.

<< oh eccoti, stavo giusto spiegando a Dylan che siam di fretta perché abbiamo il check-in tra meno di due ore. Io inizio ad andare alla macchina.>> dice e inizia ad avviarsi verso la porta quando poi si blocca, torna indietro, mi abbraccia e mi stampa un bacio sulla guancia destra, lasciandomi impresso sulla faccia il contorno delle sue labbra col rossetto rosso. Poi torna a dirigersi verso l'uscita, finché non la raggiunge ed esce.

In cucina siamo rimasti solo io e mio padre, il quale mi si avvicina e mi stringe in un goffo abbraccio.

<< fate buon viaggio e, mi raccomando, portatemi una cartolina dall'Austria.>> dico io

<< certo>> mi risponde lui prima di sollevare le due enormi valigie e iniziare a trascinarsele dietro con fare faticoso. Resto immobile a fissare mio padre che si allontana finché non esce anche lui, lasciandomi da solo in cucina. Resto per un bel mezzo minuti fermo a guardare la porta d'ingresso, non a pensare ai miei genitori, ma a pensare al repentino cambio di umore di Elias quando ha saputo della partenza dei miei.

<< mbha>> dico tra me e me << almeno ora ho la casa tutta per me>>.

   
 
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