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Autore: Monkey D Akiko    04/02/2016    5 recensioni
Lui è un ribelle in stile metal, lei la prima della classe con un’attitudine al cinismo. Loro, tanto diversi da essere uguali, capiranno che non potranno più vivere senza tormentare l’altro.
Tra problemi di scuola, compagni scalmanati e ricatti vari, un amore tutto particolare leverà l’ancora nei loro cuori.
*DALL’ULTIMO CAPITOLO*
“E che cosa servirebbe per conquistarti?” chiese Kidd fingendosi disinteressato.
“Se te lo dicessi non sarebbe più divertente” rispose sogghignando mentre faceva no con il dito indice.
Il ragazzo sbuffò di nuovo tentando di non darlo a vedere, poi si propose di riaccompagnare la mora a casa e la aiutò a risalire verso la strada.
Arrivati davanti all’abitazione di Law, la ragazza fece per salutarlo ma lui la fermò.
“Aspetta, c’è ancora una cosa da fare ma dobbiamo entrare in casa” disse facendo il misterioso.
“Che vorresti fare in casa mia, Eustass-ya?” chiese squadrandolo e incrociando le braccia al petto.
“Che c’è Trafalgar? Non dirmi che hai paura …” la canzonò con un sorrisetto provocatorio.

[Nuova copertina. Pubblicazione in corso su Wattpad. Nuova numerazione dei capitoli]
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Pirati di Kidd, Pirati Heart, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Il giovedì pomeriggio Law e Kidd erano di nuovo a casa di quest’ultimo a studiare, avevano infatti concordato che siccome dovevano studiare più a lungo conveniva tornare direttamente a casa sua. Avrebbero anche potuto andare da Trafalgar ma la ragazza non voleva intrusi in casa sua.
Erano comodamente seduti sul divano del salotto a studiare scienze, ormai non mancava molto alla fine, e tutto procedeva senza intoppi. La ragazza però sembrava molto affaticata.
“Se ti è tutto chiaro possiamo passare all’argomento dopo?” chiese passandosi per l’ennesima volta una mano sulla fronte per poi scostare i capelli dietro l’orecchio.
“Sì, sì andiamo. Qualche problema?” chiese notando il gesto ripetuto della ragazza.
“No, solo un capogiro, niente di che” spiegò.
“Sicura di star bene? Sei pallida e anche a scuola non mi sembravi molto in forma”
“È solo un po’ di stanchezza non preoccuparti. Andiamo avanti” rispose.
Kidd però non ci credette e le mise una mano sulla fronte per misurarle la febbre.
“Cavolo Trafalgar, scotti! Non senti che hai la febbre?”
“Ti ho detto che sto bene!” si lamentò lei.
“Basta, ti riaccompagno a casa” disse deciso alzandosi in piedi.
“Eustass-ya non abbiamo tempo per queste sciocchezze, sto bene, continuiamo a studiare” replicò alzandosi a sua volta per tenergli testa.
“Guardati, ti reggi a mala pena in piedi. Sei tutta tremolante”
E aveva ragione, Trafalgar stava in piedi a fatica ma non avrebbe mai ammesso di star male.
“Meglio se ti risiedi, ti porterò a casa quando starai un po’ meglio” continuò.
“Non sapevo fossi diventato un dottore Eustass-ya, smettila di insistere e di darmi ordini, io sto-” si interruppe.
“Ehi che succede?!” si allarmò il rosso.
Law svenne davanti a suoi occhi per colpa della febbre ma lui riuscì ad afferrarla prima che cadesse. E lei che diceva di star bene!
 
***
 
Quando Law aprì gli occhi ebbe la sensazione di trovarsi in un posto familiare, sentiva un profumo che conosceva ma non riuscì a ricondurlo a niente; poi si guardò attorno più attentamente e riconobbe la stanza di Kidd. Lei era sdraiata nel suo letto dal quale proveniva il suo profumo. Che cosa ci faceva lì?
Ricordava la discussione che stavano avendo e di aver perso i sensi, ipotizzò quindi che ce l’avesse portata lui.
Improvvisamente si aprì la porta e spuntò il rosso.
“Ti sei ripresa finalmente. Per fortuna che stavi bene, sei rimasta a dormire per più di un’ora” le disse sfoggiando il ghigno di chi aveva ragione.
“Più di un’ora? Allora è tardissimo, dobbiamo rimetterci a lavoro!” esclamò tentando di alzarsi.
“Ferma dove sei, non sei nelle condizioni di poterti muovere figuriamoci di spiegare scienze”
Ma Trafalgar non gli diede retta, spostò le coperte e si alzò.
“Non darmi ordini Eustass-ya, faccio quello che voglio e tu fai ciò che dico io” sentenziò andando verso la porta.
“Cavolo sei proprio testarda e anche una stronza!” ringhiò in risposta seguendola.
Law iniziò a scendere le scale ma la testa le girava così forte che rischiò di cadere, Kidd però la afferrò prontamente per la vita e la tenne stretta a sé per sorreggerla. Il cuore della ragazza perse un battito.
“Finché non cadi non ci credi? Smettila di fare la bambina e torna a letto!” la sgridò.
La mora non riuscì a ribattere perché in quel momento la porta di casa si aprì ed entrò una donna dai lunghi capelli rossi.
“Kidd sono a casa! – urlò chiudendosi la porta alle spalle – Ma che succede qui?” chiese vedendo il figlio abbracciato ad una ragazza che non conosceva.
I due arrossirono rendendosi conto della situazione.
“Non fraintenda signora, non sta succedendo niente” spiegò Law.
“Oh ma che bella ragazza! Finalmente me ne porti a casa una decente!” esclamò la madre.
Questa non era certo la reazione che si aspettava Trafalgar.
“Dimmi cara, come ti chiami?” continuò esaltata la donna.
“Trafalgar Law” rispose titubante.
“Oh ma certo! Tu devi essere quella che aiuta Kidd con la scuola. Non sai quanto ne sia felice, spero che non ti faccia dannare troppo questo mascalzone”
“Mamma smettila, non è il momento per certe cose” ringhiò il rosso.
“Suvvia non essere timido adesso! Ma tesoro sei sicura di star bene? Sei così pallida”
“Sì io-” iniziò ma Kidd la interruppe subito affermando il contrario.
Quando poi le spiegarono che Law aveva la febbre e che viveva da sola si offrì di ospitarla e di prendersene cura.
“Che cosa fai ancora lì impalato? Portala in camera tua e falla riposare, io arrivo subito”
Trafalgar tentò di dissuaderla ma fu tutto inutile. Kidd la prese in braccio e la riportò nel suo letto. Forse era la febbre a farla delirare ma Law si sentì come una principessa, e soprattutto non avrebbe mai pensato che il rosso potesse essere così premuroso.
“Mi dispiace che dovrai studiare da solo e che occuperò il tuo letto” gli disse piano.
“Pensa solo a riposare adesso, io me la cavo, il divano non è male. E poi posso dire di averti portato a letto” ghignò in risposta.
“Questo non posso negarlo” ridacchiò a sua volta prima che lui la lasciasse sola.
Poco dopo entrò la madre che le portò una medicina e le diede da indossare una tuta di Kidd.
“Ora dovrebbe andare meglio. Io stasera ho un impegno e tornerò tardi, se ti serve qualcosa chiedi pure a Kidd”
“La ringrazio per quello che sta facendo”
“Figurati! Ma chiamami Karin e dammi del tu, non sono così vecchia ahahahah”
Certo che aveva proprio il caratterino del figlio.
Ora la ragazza era sola nel letto del rosso, circondata da quel suo inebriante profumo. Non lo avrebbe mai detto ma le piaceva averlo vicino, si sentiva al sicuro tra le sue braccia; questo però non negava il fatto che fosse un’arrogante testa vuota. Ripensando a tutto ciò che era successo dal suo arrivo si rese conto che Kidd minava seriamente la sua salute mentale, la mandava continuamente in confusione facendole provare sentimenti contrastanti. Quello che non sopportava era che quando la metteva alle strette, come per il giorno prima che se lo era ritrovato addosso, da una parte si sentiva punta nell’orgoglio per essersi fatta sopraffare, dall’altra voleva che le stesse più vicino.
Lei credeva di averlo in pugno ma in realtà era lui ad avercela, fortunatamente non lo sapeva. Trafalgar era stata poco attenta, avrebbe dovuto evitare questa situazione ma non ci era riuscita, o non aveva voluto. Tutto era iniziato con quel nastro rosa tra i capelli e poi il fato aveva preso il sopravvento. Quella volta a casa sua, quando lo aveva abbracciato e gli aveva dato un bacio sulla guancia, si era fermata in tempo perché aveva rischiato di baciarlo davvero.
Che le stava succedendo? Non poteva essere solo la febbre, non era sempre malata. Perché Kidd si era intromesso nella sua vita e perché ora non riusciva ad escluderlo?
La stanchezza vinse sulle sue preoccupazioni e si addormentò con un pensiero per la mente.
Cosa mi stai facendo, Eustass-ya?  

NOTE DELL'AUTORE
Salveee a tutti! <3 Rieccomi con un nuovo capitolo. Spero che non ci siano errori perchè l'ho scritto e pubblicato di getto ^^" Perchè? Perchè oggi è il mio primo anniversario su EFP e volevo festeggiarlo pubblicando un nuovo capitolo! Davvero è una gioia per me essere iscritta a questo sito perchè mi ha dato la possibilità di realizzare il mio sogno di far conoscere a tutti le mie storie, perchè ho conosciuto molte persone che mi hanno sempre sostenuta e perchè tutti voi che leggete mi date davvero tantissime soddisfazioni *^*

Parlando della storia, come avevo promesso ora sappiamo cosa ne pensa Law, il seguito poi sarà nel capitolo successivo. Mi chiedo se sarà ancora malata poverina... E grande sorpresa: ha conosciuto la suocera Karin, che ripeto è un personaggio di mia invenzione ^^
Spero che vi piaccia, ringrazio tutti coloro che leggono la storia, chi l'ha messa tra le preferite, seguite e ricordate e My_sunshine, ssj13 e Fenice_blu per aver recensito il capitolo precedente! <3
A presto!
Monkey D Akiko <3 <3
   
 
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