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Autore: Francy_Kid    05/02/2016    2 recensioni
Ashura è riuscito a rubare dei testi importanti per evocare dei demoni e far cadere il mondo nella follia. Tutti gli studenti della DWMA si allenano duramente per stanare il Kishin e sconfiggerlo una volta e per tutte, ma quando Kid e Maka con le loro armi raggiungono il nascondiglio di Ashura, lui è accompagnato da un'altra persona. Un demone.
Subito dopo la loro sconfitta, Kid e Maka si allenano duramente e vengono loro rivelate cose che non conoscevano sul passato dei loro genitori, e capiscono di provare sentimenti per l'altro. Ma non funziona.
Maka chiede aiuto ad Ashura e ai demoni; scopre così di essere un Nephilim e dell'esistenza di una profezia.
L'amore tra Nephilim e shinigami non è impossibile come lo credevano loro.
[Storia presente anche su Wattpad]
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Kami, Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Sommo Shinigami
Note: Missing Moments, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti ^^
Vorrei occupare un piccolo spazietto in cima per dire una cosuccia: la storia è ambientata subito dopo la liberazione di Ashura (cap. 22 del manga • ep. 24 dell'anime), con la differenza degli eventi avvenuti in seguito; le Falci della Morte non si riuniscono, Arachne e i suoi scagnozzi non si fanno vedere, il Brew non è ancora stato trovato e Spirit non rischia di essere trasferito (LOL). In poche parole, gli eventi presenti nella mia storia non corrispondono con la trama del manga o dell'anime a seguito della fuga del Primo Kishin.
Ora vi lascio al capitolo ^^
Buona continuazione :)

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_Cap. 13: Aniva Rock

La piccola barchetta a motore scivolava sull'acqua, saltando sulle onde e facendo schizzare quel poco d'acqua sul viso di Sid, che cercava di asciugarsi dai continui spruzzi. Malgrado l'imbarcazione non fosse una delle migliori – la vernice era completamente sbiadita e in alcuni punti il legno era perino marcio, mentre il motore faceva un rumore assordante –, ma era in grado di sorreggere uno zombie e la sua partner armati fino ai denti e il proprietario di quella bagnatola, che avevano pagato abbastanza bene per convincerlo ad accompagnarli – seppur fosse ancora titubante –.

Finalmente, raggiunsero le coste frastagliate dell'isola Sachalin; per fortuna era mattina, così potevano vedere fin dove la barca non colpiva gli scogli.

Scesi dall'imbarcazione, Sid e Nygus diedero una rapida occhiata in giro, dicendo al proprietario che li aveva accompagnati di aspettarli a bordo; anche se lui non voleva neppure scendere.

I due partner si camminarono verso il faro, percorrendo le scale scheggiate dal vento e dall'acqua, fino a raggiungere l'immensa – e decadente – costruzione.

La prima cosa che saltò all'occhio furono gli insistenti avvertimenti di pericolo in russo, scritti su dei cartelli deteriorati o spezzati.

Il meister, seguito dalla sua arma spalancò la porta arrugginita, facendola cigolare in maniera agghiacciante; la puzza di muffa e ruggine invase le narici di Nygus, che respirò lentamente per adattarsi all'odore nauseabondo.

Quel piano del faro era ridotto piuttosto male: c'erano buchi nel muro e finestre rotte a terra; sulla destra, delle scale poco sicure conducevano al piano superiore, dove, pensò l'artigiano, ci doveva essere il faro che guidava le navi; sotto le scale erano presenti delle scatole di metallo, e dei tubi che portavano al piano superiore, circondati da cartelli che dicevano di non toccare; sulla sinistra erano presenti altre scatole, solo più grandi, caratterizzati da sei simboli di attività radioattiva; tutto il resto, era un cumulo di macerie, polvere e corpi di gabbiani morti in putrefazione.

Nessuna traccia del laboratorio di Eibon.

Sid fece segno alla sua compagna di salire al piano superiore, magari avrebbero avuto più fortuna, così salirono le scale pericolanti, sperando che non si fossero sbriciolate mentre camminavano; raggiunta la fine della scalinata, furono accolti dal disordine: l'enorme lampada che avrebbe dovuto far luce per guidare le navi era rotta in mille pezzi, sparsi a terra; le apparecchiature che regolavano il funzionamento del faro erano piene di polvere e ragnatele, con alcuni circuiti circondati da un alone nero e bruciati.

I due cercarono dei segni del passaggio di Eibon, ormai riluttanti al pensiero che quello potesse essere un suo laboratorio; non c'erano marchingegni, martelli, viti o altri elementi caratteristici.

Era un normalissimo farò abbandonato, pensò l'arma spostando con il piede un tipo morto.

L'artigiano continuava a cercare, finché non si trovò di fronte uno strano pulsante sulla tastiera del computer: era l'unico intatto e sembrava essere stato aggiunto di recente, e sopra era stata incisa una "E" scritta con uno strano carattere. Sid lo premette e dal piano terra di udì un rimbombo.

I due corsero verso la fonte del suono, notando che al centro della sala si era aperta una scala a chioccia che conduceva nel buio. Nygus si trasformò in arma, atterrando nelle mani dello zombie, che scese cauto, accendendo una torcia che si era portato appresso.

Il meister entrò in una stanza fredda, piena di apparecchiature elettroniche risalenti agli anni cinquanta: sulle pareti erano appesi dei fili di rame e dei pezzi di chissà quali marchingegni.

La donna riprese le sue sembianze umane e, con la sua torcia, iniziò a cercare con lo sguardo qualcosa che possa attirare la sua attenzione.

-Questo è il laboratorio di Eibon.- esclamò Sid rabbrividendo per l'atmosfera agghiacciante.
-Sid.- lo chiamò la donna in fondo alla stanza. -Credo di aver trovato qualcosa.-

Lo zombie camminò verso di lei, aiutandosi con la torcia per non inciampare nei fili che is ramificavano a terra; appena raggiunse la compagna guardò il figlio che aveva in mano: era una pianta fi un edificio, con una grande "X" rossa a segnare una stanza.

-Che costruzione è?- domandò il maestro d'armi inclinando la testa di lato, come se potesse aiutarlo a capire di che luogo si tratti.
-Non ne ho la minima idea. Portiamola da Shinigami, forse saprà dirci a quale edificio appartiene.- rispose Nygus arrotolando la carta, per poi riporla nella sacca di Sid.

I due, terminata la loro missione, tornarono al piano terra, salendo le scale e lasciando il laboratorio alle loro spalle. Usciti dal faro, salirono sull'imbarcazione –malgrado lo zombie era sicuro di dover tornare a Death City a nuoto–, e partirono per la terraferma.

-Mi è appena arrivata la comunicazione che Sid e Nygus stanno rientrando da Aniva Rock, e che hanno trovato qualcosa.- disse Spirit, raggiungendo la piattaforma su cui c'era Shinigami, intento a guardare lo specchio.
-Molto bene!- esclamò felice. -Grazie per avermi avvertito, Spirit.- aggiunse voltandosi verso l'arma, che gli rispose con un sorriso.
-Dov'è andata Azusa?- chiese la falce, notando che l'assenza della sua collega.
-È andata con Marie. Sai come sono fatte le donne...- mormorò l'ultima frase con un gesto della mano.

Ovvio che Spirit conosceva le donne. Ci passava maggior parte del tempo libero! Per questo Maka lo odiava, senza contare il fatto che aveva tradito la moglie... più volte.

-Come procede l'allenamento dei ragazzi con Stein?-
-Molto bene. Anche se Maka dovrebbe rimanere a riposo ha deciso di allenarsi ugualmente.- cinguettò la divinità con un tocco di fierezza nella voce.

Certe volte, il Lord sentiva come se Maka fosse la sua seconda figlia –oltre Liz e Patty, loro erano le "sorellastre" di Kid, e ormai facevano parte della famiglia–, non solo perché era una ragazza gentile e beneducata, anche se un po' irascibile, ma lui si era parecchio legato alla ragazzina.

Gli ricordava molto la madre, Kami.

Valac e Kyra erano rimasti in quell'umida caverna, in attesa che Ashura rientrasse dalla sua caccia a nuove anime umane, e si stavano annoiando.

La duchessa si guardava le unghie, sbuffando ogni cinque minuti, il che faceva irritare il "compagno di grotta", che stava scarabocchiando sul terreno con i suoi artigli affilati.
-Allora.- cominciò la donna. -Come stai?-
Valac si voltò verso di lei, fissando la con gli occhi bianchi. -Non c'è male...- rispose per poi tornare a guardare verso il basso. -Tu invece?-
-Annoiata...- sbuffò, sdraiandosi sulla roccia piatta su cui era seduta.
-Non si era notato!- esclamò con sarcasmo.

Tra i due ci fu ancora silenzio, finché non fu l'uomo ad interromperlo. -Davvero tu ti fidi di Ashura?- chiese, facendola sbuffare.
-Valac, ne abbiamo già parlato...-
-Lascia stare il fatto che lui ci ha evocati e quindi non ci possiamo ribellare; intendo personalmente.- spiegò un po' adirato.
Kyra assunse un'espressione pensierosa. -Non saprei. L'idea di conquistare il mondo mi ha sempre alettato...-
-Ma chi ti dice che dopo non ci rispedisce negli inferi? Che dopo aver distrutto il regno pacifico di Shinigami ci tradisce un'altra volta?-
La duchessa si mise a sedere di scatto, irritata. -Tanto vale rimanere con lui.- esclamò esasperata. -Valac, ho atteso centinaia di anni prima di essere libera, di vagare per il mondo degli umani a portare caos e distruzione; non voglio tornare in quel luogo desolato solo perché tu ti sei legato al dito fatti accaduti quasi mille anni fa!-

Detto ciò, Kyra si diresse verso l'entrata della grotta, agitando la lunga coda per l'irritazione.

Il demone rimase senza parole, lasciato da solo nella caverna e, mentre sentiva la roccia spostarsi in lontananza, iniziò a pensare a cosa sarebbe giusto fare: dare ragione a Kyra e fidarsi di Ashura, o fare in modo di rompere il contratto con lui ed essere così libero?
  
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