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Autore: piccolo_uragano_    05/02/2016    9 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Oggi vorrei dire una cosa. Tra poco sarà quasi un anno che sono qui, un anno di questa storia, e se nella vita un anno è pochissimo, posso dire che voi di vita me ne avete regalata moltissima, anche in un solo anno. Quindi. di nuovo, grazie. Grazie per seguire tutto questo senza stancarvi mai e regalandomi sempre tante tante cose belle. 
Questo capitolo, dunque, è dedicato a te che stai leggendo.
 
 


Kayla mostrò il più lucente dei suoi sorrisi nel vedere la zia tanto amata, mentre Robert le strizzò l’occhio: sapeva che sarebbe tornata al momento giusto. Harry, ancora sotto shock, provò a sorriderle ma ciò che ottenne fu una smorfia, data anche dal dolore per la presa ferrea che Ludo Bagman applicava ancora sul suo braccio.
“Ho detto: giù le mani, Bagman.” Ripeté Rose. “Lui non è il quarto campione di un bel niente.”
L’uomo si trovò costretto a replicare. “Ma … Rosalie, insomma! Il suo nome è uscito dal Calice, lui …”
“Lui non ce lo ha messo.” Rispose lei, con voce sempre più fredda. “Ed è troppo piccolo per partecipare.”
“Il limite d’età è stato imposto solo quest’anno, Redfort.” Bagman si fece più sicuro di sé.
“E questo la rende una regola meno valida, secondo i tuoi valori? Niente male, considerando la posizione che occupi.”
“Voglio dire, che il Calice …”
“Un mago mediamente potente può Confondere il Calice in ogni momento.” Replicò di nuovo lei. Poi si guardò attorno.
“No, nessuno può compromottere il Calisce …”
“E tu che ne sai, bionda? Da quanto tempo hai compiuto diciassette anni, tre giorni?”
Rose era fredda, schietta e decisa, ma i ragazzi la conoscevano abbastanza bene per capire che il suo carattere le imponeva questo atteggiamento quando la posta in gioco era estremamente alta. E, in quel caso, lo era eccome.
Fleur si rimise a sedere, tenendo comunque la testa alta, quando la porta si aprì di nuovo facendo spazio a Silente, Karkaroff, Crouch, Madame Maxime, Gazza, Moody e Piton.
“Madame Maxime!” sbottò di nuovo Fleur. “Anche il ragazzino parteciperà alla gara?”
“Ehi, bimba, calmati.” Tuonò una voce sorprendentemente familiare. “Il ragazzino ha visto più cose di quante tu non ne vedrai in dieci vite.”
Anche Harry sorrise, vedendo Martha e Sirius sulla porta. Martha gli strizzò l’occhio, per poi accomodarsi accanto a Rose, rivolgendole solo uno sguardo veloce, mentre Sirius le posò una mano sulla spalla. “Bentornata a casa.” Le sussurrò.
“Non illuderti, sono solo di passaggio.” Rispose lei.
“Non rimani?” domandò Kayla.
“Tiro fuori tuo fratello dai guai e torno a Parigi.”
“Come facevi a sapere che sarebbe successo?” domandò Piton.
“Non lo sapevo: passavo di qui per salutare i ragazzi ed il mio Spioscopio è impazzito.”
“Non lo hai messo tu, il nome nel Calice?” domandò di nuovo il Capocasa Serpeverde.
“Spiegami perché dovrei volere che Harry muoia.”
Nessuno morirà.” Replicò la McGranitt.
“La gente muore ogni giorno, soprattutto per giochi idioti come questo.” Replicò la più giovane delle Redfort.
“Abbiamo le dovute precuzioni, questa volta.” Rispose Madame Maxime.
“Io non la conosco, signora, ma mi sembra intelligente: che garanzie le ha dato il Ministero della Magia?” rispose Sirius, portando le mani dietro la schiena e iniziando a passeggiare per la stanza.
“Ad ogni modo” riprese Martha. “mio figlio non può …”
“Harry Potter non è tuo figlio, Redfort, spiacente.” Le disse Piton.
Gli sguardi di tutti si posarono sul Capocasa Serpeverde.
“Hai ragione.” Rispose Martha. “Harry Potter non è biologicamente mio figlio. È il figlio dei migliori amici che la vita mi abbia mai regalato, e io e mio marito lo abbiamo solo adottato, lo abbiamo nutrito, gli abbiamo messo un tetto sulla teste e gli abbiamo insegnato cosa è bene e cosa è male,  come richiesto da Lily Evans, madre biologica del ragazzo. Mio marito Sirius è stato legalmente nominato padrino di Harry dai suoi stessi genitori, e ha compiuto l’obbligo di prendersi cura di lui adottandolo e dandogli dei fratelli e una famiglia. Hai ragione, Harry non è mio figlio biologico, ma sono la cosa più vicina ad una madre che ha.” Aveva parlato molto velocemente, tenendo le braccia incrociate sul petto e avvicinandosi a Piton a grandi passi. “Hai altro da aggiungere, Severus?”
“Martha, ti pregherei di tornare al tuo posto.” La invitò Silente.
“Non abbia paura, Preside, non posso avvicinarmi troppo o scivolerei nell’unto dei suo capelli.”
Robert, nonostante tutto, non riuscì a non sorridere.
“Redfort!” esclamò Piton.
“Abbi il buongusto di stare zitto, Mocciosus.” Rispose lei, tornando lentamente al suo posto.
“Martha, siediti.” Le disse Sirius, con tono calmo.
Lei, a testa alta, riprese posto. “Per vostra fortuna quando Minerva mi ha trovata stavo già viaggiando verso Hogwarts, perché …”
“Non avresti potuto farlo.” Replicò di nuovo Piton.
“Non ricordo di averti interpellato.” Rispose lei. “Dicevo, avevo una certa urgenza di parlare faccia a faccia con Robert, quando Minerva mi ha trovata, mi ha fermata e mi ha detto che Harry era stato estratto come quarto campione per il Torneo Tremaghi. Capirete che tutto questo è assurdo: Harry non può partecipare a questo Torneo per una serie infinita di motivi, che …”
“Elencali.” Tuonò la voce di Moody dall’angolo della stanza.
Dopotutto, si disse Robert, Moody aveva notevolmente contribuito a formare l’Auror stimata che ora Martha era. Doveva essere quindi abituato a metterla alla prova. Martha raccolse la sfida con uno sguardo d’ira. “Non ha messo il suo nome nel Calice, è …”
“Qualcuno può averlo fatto per lui.” Rispose l’ex Capo degli Auror.
“Conosco Harry abbastanza bene per garantire per lui sul fatto che non potrebbe mai aver fatto una cosa simile.” Rispose. “Dicevo: è stato estratto per quarto, come secondo campione di una stessa scuola, cosa non concessa dal regolamento; ad ogni modo il giovane Diggory è stato estratto per primo, quindi anche se Harry avesse l’età giusta e avesse messo volontariamente il suo nome nel Calice, il campione legittimo sarebbe Cedric Diggory.”
“Tutto questo non ha senso, Silente.” Intervenne Karkaroff. “Credevo che la tua Linea d’Età tenesse lontani gli studenti troppo giovani, altrimenti avrei portato qui più studenti, e …”
“Non dubitare di Silente.” Lo interruppe Piton.
“Per la prima volta sono d’accordo con te.” Gli rispose Rose.
“La colpa di tutto questo, signori miei, è solo di Potter.”
“Ritiro quanto appena detto.” Aggiunse Rose. “Sei un idiota.”
“Se tuo nipote ha questa ostinazione nell’infrangere le regole, io non …”
“Tu hai questa ostinazione nel parlare quando non interpellato, invece.” Lo interruppe Sirius.
“Smettetela.” Ordinò Silente. “Harry, hai messo il tuo nome nel Calice di Fuoco?” domandò.
Harry non esitò nemmeno un attimo prima di rispondere. “No, signore.”
“Hai chiesto a qualcuno di più grande di farlo per te?”
“No, signore.” Harry si sentiva letteralmente protetto dal fatto che Kayla e Robert fossero al suo fianco e che Martha, Sirius e Rose fossero a pochi metri da lui.
“Sta mentendo!” esclamò Madame Maxime.
“E, mi scusi, chi è lei per dirlo?” rispose secca Martha.
“Direi che i nostri più che competenti giudici imparziali potranno decidere, tenendo conto dell’assurdità della situazione e del valore del …”
“Raccogli la lingua dai loro sederi, Igor Karkaroff.” Gli disse Martha con il suo tono autoritario peggiore.
“Mi scusi, signora Black, ma io non credo di conoscerla.” Rispose lui, fingendo un sorriso cordiale.
“Oh, ma io conosco lei: occupo una scrivania discretamente importante al Quartier Generale degli Auror, e proprio la scorsa settimana mi è capitata sotto mano la sua fedina penale, e devo dire, mio caro, che lei non è messo troppo bene.”
“Ciò che ho fatto in passato è …”
“Qualcosa in cui crede ancora moltissimo, come tutti quelli che hanno commesso i suoi stessi errori. Detto questo, mi unisco a lei nel chiedere ai giudici di decidere alla luce dei fatti.” Poi si voltò per guardare Crouch. “Bartemius?” domandò.
“Beh” rispose l’uomo, asciugandosi il sudore. “Il regolamento impone che tutti gli studenti il cui nome uscirà dal Calice avranno l’obbligo di gareggiare, quindi …”
“Nel regolamento si parla di tre studenti di tre scuole diverse.” Puntualizzò Sirius.
“Si, signor Black, questo è un caso più unico che raro, devo ammettere.”
“Benissimo!” esclamò Karkaroff. “Allora domani sera il Calice sceglierà altri due campioni per Beuxbatons e Durmstrang, per principio.”
“Il Calice si è spento, Karkaroff” gli ricordò Bagman “e non si riaccenderà fino all’inizio del prossimo Torneo.”
“E Durmstrang non vi prenderà parte!” esclamò l’uomo. “Sapete, ho una mezza idea di andarmene, e …”
“E perché diamine non lo fa?!” domandò Rose, alzando gli occhi al cielo.
Lui la scrutò. “Esattamente, che posizione occupa lei in questa riunione?”
“Lei è il tutore legale di Robert, Kayla e Harry nel caso a noi succedesse qualcosa.” Rispose Sirius. “Per una strana coincidenza, era qui prima di noi.”
“Ad ogni modo, non te ne puoi andare.” gli ricordò Moody. “Devi rimanere e gareggiare.”
“Lasciando che Hogwarts abbia una possibilità in più di vincere? No, no grazie, Moody!”
“Il suo ottimismo mi stupisce, Karkaroff; crede davvero che tutto questo si concluderà in modo positivo?” domandò Sirius.
“Protesterò ufficialmente con il Ministero della Magia per …”
“L’unico che qui ha il diritto di protestare è Harry.” Si intromise Robert.
“Ma non lo farà, perché lui muore dalla volia di ontrare in gara!” protesto di nuovo Fleur. “Noi  ci alleniamo da settimane!”
“Bionda apprezzo molto il tuo coraggio, davvero, ma non parlare di cose che non sai.” La richiamò di nuovo Rose.
“Rose, la ragazza non ha tutti i torti.” La difese Sirius. “Harry è uscito sano e salvo da moltissime situazioni, è vero, ma è stato fortunato. Queste sono battaglie vere, prove vere, in cui la fortuna non basterà, e per quanto Harry possa essere sveglio e bravo in Incantesimi o Difesa, non è pronto per una cosa del genere.”
“C’è una sola soluzione, allora, Black.” Gli disse Moody. “Qualcuno vuole il tuo caro Harry morto.”
Harry rabbrividì, e sentì Kayla avvicinarsi a lui. “Ecco perché non dovrebbe partecipare.” Aggiunse la giovane Serpeverde. “Chiunque sia questa persona, si aspetta che Harry raccolga la sfida, e …”
“Non è una sfida, ragazzina.” Rispose Bagman. “Semplicemente, non possiamo fare altrimenti.”
No!” esclamò di nuovo Kayla. “Non può partecipare, è come mandarlo al macello!”
“La ragazzina ha ragione, Silonte.” Le diede corda Madame Maxime.
“Se qualcuno ha un’altra soluzione, sarei felice di sentirla.” Rispose il Preside.
“Non lo so, magari dire a tutti che è stato uno scherzo poco divertente e rispettare il regolamento?! Tre scuole, tre studenti, nessun minorenne?!” strillò Martha.
“Non posso raggirare il volere del Calice, Martha.” Rispose Silente.
“Davvero, Silente, le decisioni di un oggetto magico facilmente Confondibile contro la vita di un innocente di quattordici anni?!”
“Ci sono delle regole, e …”
Al diavolo le regole, questo ragazzo ne ha già vinte abbastanza di prove, senza aver partecipato a nessun maledetto Torneo!”
“Martha, il desiderio di una madre di proteggere il proprio figlio – adottivo o biologico che sia – è sempre commovente, ma purtroppo non abbiamo scelta.”
Martha serrò la mascella e portò avanti il petto, sfoggiando la peggiore delle sue espressioni furiose. “Perfetto! Però esigo di essere presente ad ogni prova e di poter vedere il ragazzo almeno una volta a settimana.”
“Ne parleremo, ma …”
“Sa quanto me quanto è grande il pericolo in cui lo state gettando, Silente.” Rispose la donna.
Silente annuì. “Bene. Permesso accordato. Detto questo, si comincia.”
“Bene!” esclamò Bagman. “Ora, io e Barty dovremmo poter parlare solo con i campioni ed i rispettivi Presidi.”
“Vorrei poter parlare con Robert e Kayla, in tal caso.” Rispose.
“Credo che la Sala Comune di Grifondoro sarà più che onorata di accoglierti di nuovo, Martha.”

Attraversò il buco del ritratto come se non avesse mai smesso di chinare leggermente la testa per passarvi. Robert era immediatamente dietro di lei, mentre Sirius e Kayla decisero di andare a cercare Pix.
Martha girò attorno al vecchio divano con sguardo nostalgico, per poi sedersi lì, dove si era sempre seduta, e dove si era seduta anche la sera in cui, per la prima volta, Sirius si era seduto accanto a lei.
La Sala Comune era esattamente come l’avevano lasciata loro molti anni prima: nonostante il disordine e l’odore di alcol, che lasciavano pensare che i Grifondoro avessero festeggiato, i ricordi si impossessarono della mente di Martha.
“Ti devo parlare, pulce.” Disse, sedendosi. “Stavo venendo qui per questo. C’è una novità.”
Robert si sedette sulla poltrona davanti a lei. “Sono qui per ascoltarti, mamma, come ai vecchi tempi.” Scherzò. “E mi fa strano vederti lì.”
Martha sorrise. “Tempo fa ti feci una promessa, ricordi?” Lui annuì. “Ti promisi che, se fossi rimasta incinta, tu saresti stato il primo a saperlo.”
Il sorriso di Robert fu direttamente proporzionale a quello di Martha. “Mi stai dicendo che …”
“Che tra otto mesi in casa staremo un po’ più stretti.” Rispose lei, con le lacrime agli occhi.
Lui si alzò di scatto e corse verso di lei, per sollevarla dal divano come niente e stringerla fortissimo, come quando aveva sette anni e la sentiva piangere di notte.
“Merlino, mamma, ma non lo sa nessuno?”
“Nemmeno tuo padre.” Rispose, stringendo a sé il primogenito. “Avevi la mia parola, e lui lo sapeva bene.”
Robert rise di gusto, e quella risata riempì il cuore di Martha. “Credo sia fantastico.”  Sciolse l’abbraccio e prese tra le mani il viso di sua madre, per baciarle la fronte.  Lei aveva ancora le lacrime agli occhi, e anche lui sembrava davvero commosso.
“Non piangere, sai, Robert Black?” sussurrò con voce spezzata ma dolce.
Lui lasciò che una lacrima gli rigasse il viso tenebroso. “Nemmeno tu, Martha Black, non si piange.”
Si abbracciarono di nuovo, piangendo di felicità. “Tu sei il primo pulce, e sei così grande, così simile a tuo padre che … Merlino, a volte non mi sembra vero. Sai, dovrai d-darci una mano, perché noi non abbiamo più vent’anni, e tu …”
Lui le baciò i capelli. “Scherzi? Ti ho vista crescere due figli da sola a ventuno anni, questa volta sarà una passeggiata.”
Lei allargò ancora di più il sorriso e scomparve nell’abbraccio del figlio, ormai alto come lei.
In quel momento, Sirius e Kayla varcarono la soglia, ridendo. Quando videro Martha e Robert abbracciati, rimasero perplessi. Li guardarono per qualche istante con le sopracciglia aggrottate e la stessa espressione, ma quando Martha si girò, Sirius vide nei suoi occhi la gioia e sul suo viso le lacrime.
“Oh, porco Merlino.” Sussurrò.
Nessuno dei tre ebbe il coraggio di richiamarlo per la bestemmia, perché lui, in cuor suo, aveva già capito tutto. “Non sei stata a Diagon Alley, oggi pomeriggio.” Sussurrò. Lei scosse la testa. “Sei andata in quella clinica babbana, e …”
Lei annuì. “E il dottor Shaw ti manda ci manda le sue congratulazioni.” Rispose, con la voce ormai rotta dal pianto. “Perché ce l’abbiamo fatta.”
Lui si passò una mano sul viso. “Godric, Martha … dillo. Ho bisogno che tu lo dica. Ho voglia di sentirtelo dire.”
“Sirius Orion Black.” Disse lei, avvicinandosi. “Aspettiamo il nostro quarto bambino.” Sussurrò.
Anche gli occhi grigi di Kayla, in quel momento, si riempiono di lacrime.  Sirius rimase immobile un paio di secondi, prima di attirare Martha a sé e stringerla contro il suo petto con espressione ancora shockata. “Non piangere, piccola.” Sussurrò.
“Piango perché sono felice.” Rispose lei, mentre Robert abbracciava Kayla, la quale si sforzava di trattenere le lacrime come Sirius.
“Perché sei felice?” domandò la voce di Harry sulla porta.
Martha e Sirius sciolsero l’abbraccio e lei percorse di corsa quei cinque o sei passi che la separavano da Harry. “Senti, so che questo non è un bel momento, che sei preoccupato, siamo tutti preoccupati, ma …”
“Oh, Morgana, sei incinta?” domandò lui.
Lei annuì, e anche lui l’abbracciò. Lei gli accarezzò i capelli e gli sussurrò: “Sei forte, Harry James Potter. So che sei forte, tieni la testa alta, guardati le spalle e fai vedere chi sei. Non dare retta a chi ti parlerà alle spalle, tieniti stretto i tuoi amici e non abbassare mai la guardia. Quando questo bambino nascerà, sarai a casa sano e salvo. Mi hai capita?”
Lui annuì, sorridendo.
“Okay, piccoli Black e piccolo Potter” disse Martha, tirando su col naso. “Il medico mi ha sconsigliato di dirvelo prima della fine del primo trimestre, ma a me le regole non sono mai state simpatiche. Quindi divulgate la notizia con discrezione e guardatevi intorno: ognuno di voi sceglierà uno dei nomi che questo mostriciattolo porterà, e noi non li vogliamo sapere fino a quando non lo avremo tra le braccia.”
I tre ragazzi sorrisero. “Quando potremo sapere se è maschio o femmina?”
“Tra un bel po’, principessa.” Rispose Sirius, scompigliandole i capelli. “Ora andate a dormire, o la McGranitt ci uccide.” Scherzò. “Kayla, ti riaccompagno nella tana dei serpenti. Harry, dove hai lasciato tua zia?”
Lui alzò le spalle. “Credo stesse litigando con Karkaroff.” Rispose, con aria fintamente innocente.
“Oh, Merlino.” Sospirò Martha. “A dormire, forza. Io vado a recuperarla. Godric, non è ancora tornata e già combina guai?!” baciò la fronte di tutti e tre i ragazzi e poi disse a Sirius che si sarebbero visti direttamente a casa.
Uscì dal buco del ritratto di nuovo come se fosse un abitudine, e non dovette pensare nemmeno un secondo alla strada da fare per raggiungere Rose. Conosceva ogni angolo di quel castello, e per quanto fosse contenta della vita che aveva condotto una volta fuori da lì, passeggiare per quei corridoi le mancava tremendamente.
Le urla di Rose la attirarono da tutt’altra parte rispetto a dove l’aveva lasciata: a quanto pare, lei, Piton e Karkaroff si erano spostato in un corridoio deserto.
“Stai zitto una buona volta, Mocciosus, sto litigando con questo stronzo!”
“Lei è una donna molto maleducata, signora Redfort, io esigo rispetto!”
“Le darò rispetto quando lei ne darà a me, per Morgana, si rende conto di …”
“Rosalie.” La richiamò Martha con voce flebile. “Non ho voglia di difenderti ad un processo perché hai Cruciato questi due.”
“Oh, non ti preoccupare: non lascerò prove!” ringhiò lei.
“Rose.” La richiamò di nuovo Martha. “Andiamo a casa, abbiamo molto di cui parlare.”
Rose si voltò lentamente, e la sua espressione da furiosa si fece colpevole. Martha aveva ragione: Rose era stata in Francia quasi sei mesi. Avevano molto di cui parlare.

Rose si sedette sui gradini della veranda di casa Black, porgendo una tazza da tè a Martha, che osservava la notte, mentre Sirius le aveva annunciato che si sarebbe concesso una sigaretta ‘ben lontano dallo sguardo di mia moglie’.  Tornare lì le fece capire che ‘casa’  era dove stanno le persone che ami, e lei ora aveva anche un’altra casa. Martha accettò la bevanda con un sorriso e poi si perse ad osservare il fumo uscire dalla tazza. “Hai detto che non ti fermerai.”
“Infatti non lo farò.” Rispose l’altra. “Ho … devo vedere Remus.”
“Sei tornata per vedere Remus?” chiese la secondogenita, stranita. “Pensavo fossi partita per non vederlo più!”
“Si, è vero. Ma sono successe delle cose.” Rispose Rose, spostando i lunghi capelli schiariti dietro le spalle.
“Che genere di cose?” domandò di nuovo Martha.
Lei sospirò e si morse un labbro. “Ho un uomo.”
Martha sorrise, guardando la sorella. “Davvero?”
Rose annuì. “Davvero!” rispose. “E sono felice.”
“Allora, cosa c’entra Remus?” 
“Voglio capire quanto potere ha ancora su di me.”
Martha aggrottò le sopracciglia. “Potere?”
“Voglio capire … sai, Damian, si, lui ha … un bambino. E per quanto possa piacermi, una storia con un padre vedovo è una cosa dannatamente seria, e io non voglio avere dubbi.”
Martha annuì, lentamente. Batté una mano sulla spalla della sorella. “La piccola Rose è cresciuta!” esclamò, ridendo. Anche Rose rise, e Martha trovò la sua risata più vera, più serena. “Anche io ho una novità.” Disse, sentendo i passi di Sirius sulla veranda dietro di loro.
“Posso?” domandò Padfoot, indicando lo scalino su cui erano sedute le due sorelle.
Rose annuì. “Che novità?” domandò, poi.
Martha sorrise e Sirius soffiò nei capelli di Rose. “Indovina, Redfort grande.”
“Vi trasferite di nuovo?” domandò lei.
“Beh, diciamo che dovremo stringerci.” Rispose Sirius, sorridendo.
“Per qua – oh, Morgana! Sei incinta?”  Martha annuì, mentre Rose la stringeva a sé con le lacrime agli occhi. “Oh, sono così felice! Ce l’avete fatta!” poi abbracciò Sirius. “Sarò qui tra nove mesi, giuro, porterò qui Damian, lo costringerò se necessario, e …”
“Fermati!” le ordinò Sirius. “Esigo di sapere tutto – ma proprio tutto – sul tuo francese!”
E rimasero lì a ridere e a raccontarsi frammenti di vita e d’amore.

“Buongiorno, Ron.” Disse Kayla, quando Ron si sedette al tavolo Grifondoro con espressione imbronciata.  Il rosso rispose con un grugnito, afferrando un pezzo di torta per andarsi a sedere cinque posti più in là rispetto a Harry, Kayla, Robert e George. “Harry” lo richiamò allora la Serpeverde “è successo qualcosa?”
Harry annuì. “Abbiamo discusso.”
“Perché?” domandò Robert. “Non ti crede?”
“Esatto.” Rispose Harry. “Mi passi il burro?”
Kayla gli allungò il burro. “Come può non crederti?”
“Beh, è inverosimile come storia.” Intervenne George. “Ti odierei, se non ti credessi.”
“Grazie, George.” Rispose lui, tra i denti.  “Sei molto d’aiuto.”
Kayla sorrise. “Riprova, sarai più fortunato!” ironizzò, notando che tutti – tutti – fissavano Harry, sussurravano, e lo indicavano. Nessuno, nemmeno i Corvonero, che erano sempre stati in ottimi rapporti con i grifoni e sarebbero dovuti essere quelli più razionali, sembravano parlarne bene. Sgranò gli occhi quando notò che anche il labiale di Hermione e Ron, se controllato, risultava come ‘Harry’ o ‘Calice’ ogni cinque parole.
Afferrò Robert per la camicia e senza alcuna delicatezza lo attirò verso di sé, per sussurrargli all’orecchio “Non lasciarlo da solo nemmeno un secondo.”
“Ho lezione!” rispose lui. “Mi stai incitando a saltare le lezioni? Remus non ne andrebbe troppo fiero, sai?”
Kayla lo spintonò, alzando gli occhi al cielo, e annunciò che era in ritardo per la lezione di Incantesimi. Robert le scompigliò i capelli e Harry le fece un sorriso, mentre George ne approfittava per accaparrarsi un altro biscotto. “A proposito, Harry” disse il rosso “io ti credo. E Ronald è stupido.”
“Grazie, George.” Rispose Harry.
“E visto che siamo sull’argomento” aggiunse Robert “ti starò attaccato al sederino.
Harry sorrise. “Stai iniziando ad eliminare le parolacce dal tuo vocabolario? I bambini non parlando prima dell’anno di vita.”
“Bambini?” domandò George. “Sei incinto, Robert?”
“Io no, ma i miei si.” Rispose, alzandosi. “Ti vengo a prendere dopo Pozioni, Harry Potter.”
“BLACK!” strillò George. “Dannazione, Black, ti sembra una cosa da dirmi così?”  si alzò anche lui e lo rincorse, e Harry si perse a guardarli, sorridendo e dimenticandosi per un momento di tutti gli occhi che lo fissavano. Quelli che facevano più male, senza dubbio, erano quelli del suo migliore amico.


Beeeeeeeneeeee! Il momento è arrivato. Spero di non aver deluso nessuno di voi.
Il nome del mostriciattolo credo di averlo già deciso, ma si accettano ancora proposte!
Ringrazio come sempre Distretto_9_e_34 (aspetto le tue dritte sul personaggio di Fleur), felpato8 (che dici oggi del lavoro del mio cervellino?), Kicchan7 (spero davvero che la tua ansia sia stata soddisfattadal capitolo), love_is_everthing, il mio cuore di panna vittoriaM20 (tesoro, come è andato l'esame? Ti ho scritto una mail!) e _Alyss_ che ha fondato un fan club anche per Rose, con un titolo molto fantasioso:
#RoseSposami
Quindi per la mia dolce Alyss per Afx13, che mi ha chiesto di dare un volto a Rose, ma anche per tutti voi, oggi aggiungo questa foto!

 
spero che l'attrice scelta rispecchi le vostre aspettative: io la trovo bellissima, perchè non è bella in modo classico e piatto come tante attrici e modelle, è bella perchè è imperfetta.
Detto ciò:
#RobertSposami!

ecco, spero che siate soddisfatti. 
Un bacione
Claude






   
 
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