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Autore: _Giuls17_    07/02/2016    1 recensioni
[the dark world, the same enemy but that's another story]
Hermione aveva provato sulla sua pelle il dolore vero e da quel momento aveva preso la decisione più importante della sua vita, una decisione che aveva richiesto un sacrifico che lei aveva eseguito senza indugio; ma in un mondo in cui Lord Voldemort ha preso il potere e Harry Potter cerca ancora di contrastarlo, non tutto andrà per il verso giusto.
C6: -Vorrei tanto che non fossi una stronza Serpeverde con zero capacità di amare.-
C7: “Cercavamo un amore travolgente, e l’abbiamo sempre avuto davanti, è sempre stata lei ad attirare la tua attenzione"
C8: -L’amore ci rende fragili ed io vivo in una famiglia in cui non posso permettermi questo genere di debolezza.-
C13: Ti prego non lo dire, se non lo dici non è vero e se tu non lo dici posso dimenticare, posso dimenticarti.
C19: -Io ti ho aspettato per tutta la vita.-
C23: Abbiamo deciso di distruggerci.
C44: A prescindere dal fatto che li amasse entrambi.
C48: Posso mettere la parola fine a tutto questo dolore.
C49: Hermione è una persona fatta di amore di rimpianti...
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dark World'
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Non so esattamente che dire, la mia assenza ormai sarà un dato di fatto.
Riempirvi di scuse e di bugie non ha senso, sono 
convinta, credo che ci sia sempre un legame tra me e i lettori, 
e dirvi delle fesserie mi farebbe solo stare peggio.
Il tempo è stato uno dei miei grandi problemi, il tempo e lo studio delle materie di 
giurisprudenza mi hanno tolto la vita e la capacità di ritagliarmi dei momenti solo miei.
E quando ho sentito la voglia di scrivere, di riprendere in mano tutto, il mio cane è venuto a mancare...
Per me non era un "cane", quando si è figli unici il cane diventa una parte fondamentale di se stessi, 
era mia sorella e la sua assenza è un'ombra sulla mia vita,
un buco nero che non iresco a chiudere.
Così ho ritardato, ancora, questo momento.
Oggi on c'è niente di speciale, oggi è un giorno come gli altri, ma ho sentito il forte desiderio
di essere qui con voi, di poter ancora raccontarvi qualcosa e di farvi sentire qualcosa,
in realtà volevo sentirmi ancora via, volevo sentimi anche io viva, anche solo per un minuto, 
anche solo per il tempo di questo capitolo.
Quindi grazie, davvero, a quanti di voi torneranno a leggerlo, torneranno o arriveranno.
Non so bene quando posterò di nuovo, ma al massimo in questa settimana ci sarà un nuovo capito.
Buona lettura <3


 
 
‘Cuz, i’m in love with you
 
Ginny osservò il foglio, ormai non più bianco, posato sulla sua scrivania, in attesa di un segno, di quel qualcosa che la convincesse a fare il passo successivo.
Nonostante avesse passato un Natale meraviglioso, nonostante si fosse circondata di allegria, della felicità dei suoi familiari e del suo fidanzato, un’ombra era rimasta dentro il suo cuore, tormentandola e sapeva che tale ombra portava il nome di Hermione Granger.
In fondo però sapeva che la colpa, stavolta, era solo sua: lei non gli aveva chiesto niente; lei non l’aveva minacciata, non l’aveva braccata né messa alle strette, in realtà non si era fatta neanche vedere ma questo le era bastato per mettere in subbuglio il suo piccolo cuore scoordinato.
-Cosa devo fare?-
Hermione, nel bene e nel male, era una parte di lei, forse la parte che i suoi genitori avrebbero estirpato volentieri come anche Harry, ma lei non lo avrebbe mai fatto.
Le voleva bene e lo stava comprendendo davvero solo in questo momento.
 
-Ginny?-
Si voltò e gli occhi rassicuranti di Harry placarono la sua angoscia e il suo tormento.
-Aiutami.- sussurrò, guardando di nuovo il foglio.
-Cos’è successo?- domandò, appoggiandosi alla scrivania per leggere la lettera.
-La spedisco o no?- chiese lei, dopo pochi attimi.
-Perché non ne sei convinta?-
-Perché lei… Hermione mi mette soggezione e io non sono Blaise, non condivido il loro stesso rapporto ed ho paura. Paura che non mi risponda.-
-Ginny se credi davvero che lei ti sia amica, allora mandale la lettera e se lei prova lo stesso sentimento, allora ti risponderà.-
-Dubito che riesca a provare sentimenti.-
-Non eri stata tu a dirmi di non pensare male di lei? Non eri stata tu a dirmi che lei in fondo era come noi, come te? Perché adesso hai cambiato idea?-
-Io non lo so.- ammise, chiudendo gli occhi, -Solo che mi sento in colpa ed ho paura che stavolta non mi perdonerà.-
-Per cosa ti senti in colpa?- Harry si abbassò e le sfiorò la guancia con le dita, per rassicurarla.
-L’ho lasciata a scuola, sola, mi sarei dovuta interessare a lei, al perché della sua scelta ma non l’ho fatto: sento di averla abbandonata.-
 
Harry prese un profondo respiro e si schiarì la gola.
-C’è Draco con lei.-
-Lui non sarà sufficiente.-
-Invece sì.-
-Cosa intendi?- chiese, guardandolo.
-Lui è rimasto lì per lei.-
-Come fai a saperlo? Cioè sapevo che era rimasto a Hogwarts, ma non la motivazione.-
-Ron l’aveva invitato qui come ogni anno, ma stranamente lui ha rifiutato, adducendo come scusante anche una vacanza improvvisa dei suoi. Io invece credo che abbia saputo che la Granger sarebbe rimasta a scuola e così ha scelto di rimanere con lei.-
-Allora avevi ragione tu.- sussurrò, stupita.
-Su cosa?-
-Lui è davvero coinvolto, lui è…-
-Innamorato? Probabilmente sì, ma non so quanto sia positivo il fatto che sia rimasto.-
-Cioè?-
-Cioè lo scopriremo al nostro ritorno, forse questo periodo di vicinanza lo aiuterà a capire se i suoi sentimenti solo reali o meno, e se lei possa o meno ricambiarli.-
-Forse dovevamo avvertirlo.-
-Forse, ma deve anche sapersela cavare. Adesso mandale la lettera, ti aspetto sotto.-
Harry si sporse e la baciò, ma Ginny decise di non interrompere il contatto e di perdersi in quel bacio.
 
***
 
Hermione aprì gli occhi, ma non si mosse, rimase ferma ad osservare il soffitto umido e polveroso della sua camera, ma qualcosa si fece strada nella sua mente.
Si sentiva diversa.
Da quando aveva rivelato quel pezzo del suo passato a Draco, qualcosa era cambiato dentro di lei e nonostante lo stesse comprendendo, aveva paura ad ammetterlo ad alta voce.
 
“Il muro si sta rompendo.”
 
Quella era la verità che Daphne le aveva predetto l’anno scorso, quella verità che lei aveva evitato per tutta l’estate e durante i primi mesi di quel quinto anno; la sua muraglia, quella che aveva eretto al secondo anno, si stava dissolvendo, anche se ancora salda adesso era percorsa da piccole crepe, che portavano il nome di Draco Malfoy.
Chiuse gli occhi, cercando di saldarle, cercando di scacciare quel sentimento che si era annidato dentro di sé, ma non ci riuscì.
 
“Lui ormai ti è entrato sotto la pelle.”
 
Scacciò via le coperte e si alzò dal letto, legò i capelli in una crocchia imperfetta ed abbandonò il pigiama a terra, doveva uscire da quella stanza il più velocemente possibile, doveva schiarirsi le idee o sarebbe impazzita, o non avrebbe smesso di pensare a lui.
Indossò dei jeans, converse e un maglione grigio con lo scollo profondo per poi uscire, decise di non passare neanche dalla Sala Grande per la colazione, sapeva che lo avrebbe trovato lì, sapeva che lui la stava aspettando e se anche una parte del suo cuore avesse il desiderio di vederlo decise di reprimerla e di correre verso l’aula di Vitious.
 
*
 
Draco alzò nuovamente la testa verso il portone della Sala Grande ma non la vide entrare.
Sbuffò e si concentrò su quel poco cibo che aveva toccato quella mattina, lasciando cadere la forchetta poco dopo.
Quella notte non aveva chiuso per niente occhio, quelle parole lo avevano tenuto sveglio, lo avevano fatto riflettere e lo avevano portato a comprendere chi fosse davvero Hermione Granger e il risultato finale lo aveva destabilizzato parecchio.
Non era la ragazzina che lui aveva creduto, non era la Regina di Ghiaccio che tutti credevano, quella era semplicemente apparenza, una maschera indossata per mettere paura, per tenere tutti alla larga dalla vera lei, da quella ragazza impaurita per colpa della famiglia.
Non si era pentito di aver ascoltato la conversazione tra Madame Chips e Silente ma ciò che lo aveva destabilizzato erano le sue cicatrici: le aveva intraviste dalla tende quando l’infermiera le stava ripulendo e in quel momento aveva compreso.
Hermione cercava di proteggere se stessa con quella maschera, cercava di proteggere quel che rimaneva di stessa ma con lui non c’era riuscito.
E questo lo aveva meravigliato.
Non si era mai aspettato un simile risultato, anche se aveva deciso di restare per lei, non si era prospettato quel cambiamento, se così poteva definirlo.
Si alzò dalla tavola, e uscì a passi spediti dalla sala.
Aveva fatto tutti quei progressi per un motivo, perché alla fine si era innamorato, forse della ragazza più sbagliata del mondo, ma alla fine lo aveva fatto e proprio adesso che era successo non l’avrebbe lasciata andare, non le avrebbe permesso di volare via.
Voleva conoscere la vera Hermione e ci sarebbe riuscito. Forse solo allora lei avrebbe lasciato cadere la maschera, per sempre.
 
*
 
Hermione aveva iniziato a suonare una semplice melodia, calma, come quelle che suonava di solito ma improvvisamente percepì i suoi sentimenti prendere il sopravvento, percepì il suo cuore chiederle di lasciarlo libero, almeno per una volta, e i suoni tristi avevano lasciato il posto a dei suoni più marcati, più profondi, che avevano perso la solita gentilezza.
Teneva gli occhi chiusi, ma lo sentì lo stesso, rendendosi, effettivamente conto del cambiamento, adesso il suo corpo percepiva la sua presenza, come se dentro di sé si accendessero migliaia e migliaia di interruttori, come se fosse attraversata da centinaia di spilli che gli annunciassero il suo arrivo.
-Immaginavo che saresti arrivato.- sussurrò, senza aprire gli occhi e senza smettere di suonare.
-Non avevo mai sentito questa canzone.-
-Non è il mio genere preferito.-
-Non lo sapevo, ma in effetti ti ho sempre sentito suonare un altro genere di musica.-
Percepì i suoi movimenti, mosse la testa nella sua direzione, ma non smise di suonare, lo sentì sedersi vicino a lei nello sgabello del pianoforte e solo in quel momento decise di rallentare il ritmo frenetico.
-Ti aspettavo a colazione.-
-Non credevo avessimo un appuntamento.- gli fece notare lei, aprendo finalmente gli occhi e trovandosi vicinissima ai suoi.
-Farò in modo che lo sia la prossima volta, se questo è l’unico modo di vederti.-
Hermione si bloccò, percepì il corpo paralizzarsi al suono di quelle parole, ma non fece niente.
Ancora una volta provò quella spiacevole sensazione che solo Draco Malfoy riusciva a darle, percepì l’incredulità farsi strada nel suo cuore di ghiaccio, accompagnata da qualche altra cosa a cui non volle dare un nome.
-Perché?- chiese, sapendo di aver usato la sua stessa domanda.
-Cosa?-
-Perché io?-
Era quella la domanda che le frullava dalla sera precedente, perché proprio lei. Lei che non aveva mai fatto niente di buono nella sua vita, lei che aveva fatto tutte le scelte sbagliate e compiuto azioni orribili, lei che era una persona orribile, lei che era un mostro.
-Perché non tu?-
-Non è una risposta.- disse, alzandosi di corsa, per mettere un po’ di distanza da lui.
-Hermione non c’è niente che non vada in te.-
-Invece c’è! Ma ti ostini a non vederlo, ti ostini a vedere qualcosa che non c’è, non c’è nessuno dietro la maschera, smettila di cercare!- urlò, sentendo il suo cuore galoppare nel petto e il muro cadere a pezzi.
-Io l’ho vista, ho visto qualcosa e non lo puoi negare. Non sei sempre stata così.-
-No, hai ragione. Una volta ero diversa, una volta avresti avuto davanti un’altra Hermione, ma quella ragazzina è morta! Non esiste più, io sono questa ora!-
-Ti sei convinta di questo, ma dimmi Hermione, cosa vedi quando ti guardi allo specchio? Vedi sempre e solo la tua maschera o vedi anche quell’altra parte di te?-
Lei indietreggiò.
Non aveva mai creduto che qualcuno potesse capire, che qualcuno potesse anche solo mettersi nei suoi panni e comprendere il disagio che aveva provato per tutta la sua vita, la scelta difficile che aveva dovuto compiere per poter stare bene e per sopravvivere al padre.
-Io l’ho vista quella parte che tu nascondi: la sera della festa me l’hai lasciata vedere e anche la sera che ti ho trovato in mezzo al corridoio della scuola.-
-Perché io.- chiese nuovamente, a denti stretti, chiudendo le mani a pugno.
 
Ti prego non lo dire, se non lo dici non è vero e se tu non lo dici posso dimenticare, posso dimenticarti.
Posso continuare a tenere la mia maschera e a fare finta di niente.
Posso dimenticare il brivido che mi attraversa la schiena quando mi sfiori, o il calore delle tue mani sul mio corpo freddo, posso scordare i tuoi occhi, i tuoi occhi grigi che mi hanno folgorato.
Posso, ma tu non dirlo, ho sacrificato tutta la mia vita per essere questa persona, per essere la Regina di Ghiaccio, ma se dici quelle parole, non sono sicura di poterle sacrificare.
Non sono sicura di poter sacrificare te.
 
-Perché mi sono innamorato di te.-
 
“Non potai mai dimenticarle.”
 
-No.-
Abbassò gli occhi, percepì ancora una volta sua doppia personalità venire alla luce, da un lato lo odiava, odiava il fatto che lui si fosse innamorato di lei, per averla messa davanti quella scelta ma dall’altro amava il fatto che lo avesse fatto, che vedesse la redenzione per le sue azioni.
-Tu non puoi amarmi. Io non posso… Non posso.- sussurrò, allontanandosi da lui.
-Non ti sto chiedendo niente, Hermione. Non pretendo niente da te, neanche che tu mi risponda, ma è successo e non potevo tenermelo per sempre.-
-Avresti dovuto! Come puoi amarmi? Mi ha visto, sai di cosa sono capace.-
Ed in quel momento ricordò le parole che Fred gli aveva urlato nell’aula di pozioni l’anno scorso, anche lui si sarebbe pentito di quella scelta, di aver scelto lei e non un’altra.
-So anche di cosa non sei capace, non sei quella cattiva persona che credi, ai miei occhi sei diversa.-
-Come posso essere diversa se io non riesco neanche a sopportare il mio riflesso? Se io non riesco neanche a guardarmi attraverso di esso! Ti avevo detto di non immischiarti, ti saresti fatto del male e non posso…-
Draco avanzò verso di lei e per la prima volta non vide un ragazzo di quindici anni, ma vide un uomo, aveva l’aspetto di uomo, il profumo di un uomo e i suoi occhi la guardavano con desiderio ma anche con amore, non la guardavano come aveva fatto Fred, lui era diverso e questo le faceva paura.
Le faceva paura l’indecisione del suo cuore.
Le faceva paura il fatto che potesse anche lei innamorarsi di lui.
Provò ad uscire dall’aula ma lui fu più veloce e le prese il polso, senza farle male però la costrinse a guardarlo negli occhi, la costrinse a fare quello che aveva sempre evitato da quando erano iniziate le vacanze.
Fare chiarezza nel suo cuore.
-Se sapessi il mio passato scapperesti, scapperesti lontano da me per non tornare mai più, ti sei innamorato di una bella faccia e di un corpo con le forme giuste, di niente altro.- disse, acida, adesso che la paura stava passando doveva proteggere il muro che stava ancora crollando.
-Credi? Sì, forse sei davvero la più bella ragazza della scuola e credimi se ti dico che ci sono davvero dei ragazzi che sbavano solo per il tuo corpo, ma come ti avevo già detto: io non sono come loro.
Non scapperò, se ti deciderai di aprirti con me, anche se credo sia inutile, conosco già parte della storia.-
-Tu non sai niente di me, credi di sapere qualcosa, credi che ti basti guardarmi negli occhi per capire come sono fatta ma non è così.
Tu non hai idea di quello che ho dovuto passare, del dolore che mi hanno inflitto.-
-Forse è come dici tu, forse non ti conosco Hermione, ma io ti vedo attraverso quella maschera e so per certo che hanno martoriato il tuo corpo e il tuo cuore, so che tuo padre non ha avuto rispetto per la sua stessa figlia e che tua madre avrebbe dovuto proteggerti, invece di voltare lo sguardo.
So che non hai preso una strada facile, ma che spegnere il tuo cuore è stato il più alto dei sacrifici che hai dovuto fare, so che mai nessuno ti ha guardata come sto facendo io adesso, ma non voglio farti male, perché come te ho paura.
Paura che tu possa travolgermi e spezzarmi.-
-Io?-
Scosse la testa, non riuscendo a credere a quelle parole. Lui aveva paura e lei cosa avrebbe dovuto dire? Lei era terrorizzata da quello sguardo, dai quei sentimenti che aveva sempre represso.
-Lasciami restare.-
-Me lo hai già chiesto.- gli fece notare.
-E la tua risposta?-
Ci pensò, ci pensò veramente.
Se avesse risposto di no, lui sarebbe andato via, l’avrebbe lasciata in pace e avrebbe fatto in modo di dimenticarsi di quei sentimenti che stavano per sconvolgere entrambe le loro vite, ma se avesse detto sì… Lo avrebbe lasciato stravolgere tutto?
-Non è mai cambiata.- sussurrò, guardandolo negli occhi.
 
 
“Per la prima volta la muraglia che ti sei costruita è stata buttata giù e qualcuno ha visto oltre la Regina di Ghiaccio, ha visto Hermione Granger, impaurita dalla vita, terrorizzata dai suoi stessi sentimenti; ha visto una ragazza fragile, eppure non ne ha approfittato, eppure non è scappato.”
Resterà.
Stravolgerà la mia vita come uno tsunami in piena regola, annienterà le mie certezze e farà crollare quel muro, farà cadere la maschera e si prenderà il mio cuore e solo quando di sarà stancato mi butterà via e di me resterà solo un guscio vuoto.
“Puoi sempre impedirlo, puoi sempre non farlo restare.”
Non posso, e non voglio che vada via. Preferisco raccogliere ancora una volta i cocci del mio cuore che sentire il freddo di un guscio vuoto.
 
 
 
 
 
   
 
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