Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: ___Page    08/02/2016    4 recensioni
Raccolta di OS dedicate alle coppie di Fairy Tail, sei per iniziare ma non si esclude che possano diventare poi più numerose.
*Fan Fiction partecipante al "Ten Title Thread" indetto dal forum FairyPiece-Fanfiction&Images*
1: La voce delle Stelle | StingxYukino
2: Labirinto | GajeelxLevy
3: Non c'è tentazione più grande di una porta chiusa | GrayxJuvia
4: Io amo quello che tu odi | NatsuxLucy
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard, Lluvia, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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MINE
*io amo quello che tu odi*

 
 




Lucy amava sentire la penna scricchiolare sul foglio quando scriveva.                        
Era un suono che la faceva sentire in pace, che la rilassava, che la ipnotizzava quasi, permettendole di chiudere fuori tu e farsi catturare completamente da ciò  che stava scrivendo.
Sì, Lucy amava sentire la penna scricchiolare sul foglio e niente poteva sovrastare quell’impercettibile rumore. Niente, tranne l’assordante fracasso proveniente dalla cucina, che la fece sobbalzare. La sua mano scivolò, tracciando involontariamente una riga nera sul foglio, tutta di traverso.
Immobile, Lucy la fissò con i suoi grandi occhi marroni sgranati, iperventilando e sentendo qualcosa tendersi verso di lei, fino a spezzarsi.
-Hai visto che roba Happy?!?!-
-Natsuuuuu! Sei il migliore!!!-
Strinse le dita tremanti intorno alla penna, rischiando di forare il foglio e lasciando un grosso punto alla fine della riga obliqua tracciata per lo spaventa. Fosse stata una matita anziché una biro, l’avrebbe spezzata.
Non era da Lucy arrabbiarsi così.
Sì, era vero, si mostrava infastidita, disperata e a volte anche arrabbiata quando Natsu e Happy irrompevano a casa sua non invitati, cioè praticamente ogni giorno. Cercava di colpirli con il suo “Lucy Kick”, piangeva a fiumi la sua sfortuna di avere un migliore amico tanto invadente ma poi, a conti fatti, quella volta ogni tanto che non si facevano vedere la maga si preoccupava a morte fino al giorno successivo, quando correva in gilda per accertarsi che stessero bene.
Dopo l’anno in cui erano stati separati poi, non vederli arrivare le provocava un’irrazionale angoscia e le sembrava di vivere in apnea finché non sentiva le loro voci e vedeva i loro sorrisi, pronti a rassicurarla che non se ne sarebbero andati mai più come avevano fatto la prima volta, lasciandola indietro.
Ora, la verità, che Lucy aveva ammesso solo con se stessa e con Plue – che tanto non avrebbe potuto raccontarlo comunque a nessuno – era che Lucy amava avere Natsu e Happy in giro per casa, amava sentirli entrare dalla finestra annunciando che “erano a casa”, amava quella perfetta routine, come Natsu si incastrava alla perfezione sul suo divano mentre scriveva o sul suo materasso la notte. Era addirittura arrivata a definirlo il “loro” letto una volta, nella sua testa, senza volerlo ovviamente.
Lucy amava come Natsu e Happy si trovassero a proprio agio nel suo appartamento, come se vivessero lì da sempre e non solo dal suo arrivo a Magnolia.
Quello che Lucy non amava era la confusione gratuita quando cercava di scrivere, il loro chiudersi in cucina anziché stare nella stessa stanza con lei e l’attenzione che dedicavano al frigo.
No, quello Lucy lo odiava visceralmente.
E di quell’odio non era ancora arrivata ad ammettere il motivo neppure con se stessa. Ancora si raccontava che in fondo quello era il suo cibo, comprato coi suoi soldi, che faticava il doppio a guadagnare perché uno dei membri del suo team aveva la pessima abitudine di distruggere tutto sulla propria strada quando erano in missione, obbligandoli a usare i soldi appena ottenuti per porre riparo ai suoi danni. E quindi era ingiusto, oggettivamente ingiusto, che proprio quel membro del suo team e il suo gatto vivessero praticamente a casa sua e consumassero tutto il suo cibo o quasi senza mai tirare fuori un solo jewell.
Preferì ignorare la vocina nella sua testa che le chiese perché, allora, ogni volta che andava a fare la spesa, la faceva per tre e si preoccupava di comprare i noodle preferiti di Natsu o il pesce per Happy, perché quando andava a dormire lasciava sempre la finestra socchiusa anche in pieno inverno,  perché tirava sempre fuori degli asciugamani in più casomai Natsu avesse voluto farsi un bagno.
Si rifiutava di vedere quanto ormai avere Natsu sotto lo stesso tetto fosse diventata un’abitudine allo stesso livello che fare colazione dopo essersi alzata o lavarsi i denti prima di andare a dormire. E perciò trovava molto poco carino che degli ospiti la ignorassero per starsene in cucina a saccheggiare il frigo e distruggerle gli utensili.
Perché, per paradossale che fosse, Lucy riusciva a concentrarsi molto meglio con Natsu e Happy nella stessa stanza, anche se parlavano, ridevano, urlavano. Fin tanto che non al colpivano fisicamente, ribaltando il tavolo o la sua sedia, Lucy si lasciava ipnotizzare dallo scricchiolare della penna sul foglio e le loro voci diventavano un piacevole sottofondo che le teneva compagnia, lontane, ovattate e che l’aiutava a non rischiare di perdersi nel suo mondo di lettere e inchiostro, indicandole la strada per tornare.
Le loro voci erano casa.
Ma quando le loro voci provenivano dalla cucina, chiaramene soffocate dal cibo che stavano ingurgitando, accompagnate da un frastuono di cui solo il cielo sapeva l’origine… Beh in quei casi non riusciva a scrivere un bel niente!
E Lucy lo odiava!
Fu quando un suono metallico rimbombò attraverso la porta chiusa che la maga rinunciò nel suo intento, mollò la penna e si diresse a passo di carica verso l’altra stanza. Spalancò la porta con la stessa forza che ci avrebbe messo per scardinarla.
-Si può sapere cosa…- cominciò, furente, ma le parole le venirono meno mentre lasciava cadere la mascella, incredula.
Il tavolo della cucina era pieno di pentole, tutte le sue pentole, poste a diverse altezze con l’aiuto di scatole di cereali e piatti e due coperchi erano in equilibrio sulle gambe di una sedia ribaltata a testa in giù. Dietro quell’apparato, che sembrava avere una sua logica di fondo per quanto di difficile comprensione, c’era Natsu, in piedi e con in mano due mestoli di legno, la sciarpa legata intorno alla fronte e il torace nudo. Aveva le braccia sollevate sopra il capo e un’espressione che aveva poco di rassicurante.
Ma che diavolo…
-Luuuuuushy!!! Guarda che bella batteria abbiamo costruito io e Natsu!!!-
-Batteria- mormorò la bionda, abbandonando le braccia lungo i fianchi.
Non era una domanda, non era neppure più nemmeno incredula, Lucy.
Era rassegnata, solo rassegnata.
-Yo Luce! Sei arrivata appena in tempo per sentire l’assolo del grande Natsu “Flame Eater” Dragneel!-
-Vai Natsuuuu!!!-
-Voi siete stati in cucina tutto questo tempo per costruire una batteria con le mie pentole?- chiese, monocorde e sottovoce.
-Aye!-
-Non è fantastico?! Happy hai avuto un’idea geniale, molto meglio che starcene in salotto a…-
-A fare cosa?! Annoiarvi?!?!-
Natsu si girò verso l’amica, colpito dal suo tono così innaturale, accusatorio, scosso.
Spalancò gli occhi nel trovarla tremante e con gli occhi pieni di lacrime, i pugni stretti lungo i fianchi e lo sguardo omicida. Fece un passo verso di lei, preoccupato, abbassando i mestoli di legno.
-Luce?- la chiamò, agitandosi.
Cosa le prendeva?!
-Lo sai, nessuno vi obbliga a stare qui! Nessuno vi ha mai chiesto di introdurvi in casa mia ogni singolo giorno e mangiare il mio cibo!- cominciò, indicando l’elettrodomestico a braccio teso -Nessuno, Natsu, ti ha mai domandato di usare il MIO salotto come fosse tuo se la cosa ti annoia tanto! Se ti annoi a stare qui, perché io pretendo un po’ di silenzio per scrivere il MIO libro in casa MIA, puoi anche fare a meno di venire! Perché io odio tutto questo Natsu!!!- alzò la voce, mentre le prime lacrime rompevano gli argini.
Una voce in fondo alla sua testa le chiese perché quella reazione, così esagerata, così fuori luogo, così improvvisa ma Lucy era troppo impegnata a urlare per prestare ascolto, per rendersi conto.
-Odio che tu venga qui senza neppure chiedere con il solo intento di svuotarmi il frigo!!!-
Rendersi conto che odiava che Natsu prestasse più attenzione al frigo che a lei.
-Odio che tu faccia casino nella stanza accanto mentre io cerco di portare a termine qualcosa nella vita!!!-
Rendersi conto che faceva male sapere che Natsu trovava noioso stare semplicemente nella stessa stanza insieme anche senza interagire, perché lei invece amava anche solo respirare la sua stessa aria.
-Odio come ti infili nel MIO letto ogni singola notte!!! Non ce l’hai il tuo letto a casa tua?!?! Ti sembra normale, ti sembra sano fare una cosa del genere, Natsu?!?!-
Rendersi conto che odiava svegliarsi tra le sue braccia solo per rendersi conto un attimo dopo che quell’abbraccio per lei significava molto di più di quanto avrebbe mai significato per lui.
-Odio che tu te ne stia qui come se questa fosse casa tua!!! Non lo è!!! Se fosse casa tua, divideremmo l’affitto e forse, forse staresti attento a non sprecare subito tutti i jewell che guadagniamo in missione solo perché sei incapace di stare attento a dove metti i piedi!!! Ma questa è solo casa MIA e IO devo pagare l’affitto ogni mese per poi vederti entrare qui come se avessi qualche diritto, mangiare il MIO cibo, lamentarti delle MIE abitudini!!! Lo odio!!!- urlò, fuori di sé, chiudendo gli occhi e portando le mani a stringersi le tempie, ignara dell’espressione sconvolta che si era dipinta sul viso del dragon slayer e dell’Exceed, ignara persino di quello che stava dicendo -Odio avere così bisogno della tua presenza, odio quanto mi agita non sapere dove sei, odio avere bisogno di averti nella stessa stanza per poter scrivere!!! Io ti odio Natsu Dragneel!!! Odio essere la tua migliore amica!!!-
Non fece in tempo a vedere le facce sconvolte e sofferenti di Natsu e Happy, non fece in tempo ad accorgersi di quanto assordante fosse il silenzio calato ora nella cucina. Si voltò, precipitandosi in camera sua, e si sbatté la porta alle spalle prima di gettarsi sul letto, il viso immerso nel cuscino, il corpo scosso dai singhiozzi.
Cose le era preso?! Cos’aveva detto?!?!
Perché faceva così male?!?!
Ma non riusciva a pensare a niente, Lucy, tranne a quanto si odiava per aver permesso a Natsu di entrare così nella sua vita, di diventare così importante, di diventare una costante.
Non riusciva a sentire niente, Lucy, tranne il battito impazzito del suo cuore e i suoi stessi singhiozzi che le rendevano anche difficile respirare.
E non si accorse del lieve cigolio prodotto dalla porta della sua stanza e del lieve tonfo che seguì quando venne richiusa.
-Non mi stavo annoiando-
Lucy sobbalzò scottata da quella voce, la sua voce.
Non sapeva quanto fosse passato, il solo riferimento che aveva era che i gemiti e il pianto si erano finalmente calmati.
Si girò, più istintivamente che per sincero desiderio di guardarlo in faccia dopo la scenata che gli aveva appena fatto.
Gli occhi rossi, le labbra gonfie, il viso umido.
-Non mi stavo annoiando, Luce. Non mi annoio mai quando sto con te- le disse, rimanendo addossato alla porta.
La maga si sentì morire nel mettere a fuoco al luce disperata e mortificata che gli accendeva gli occhi. Assomigliava così tanto al Natsu di Edolas, in quel momento.
Ma quello non era il Natsu di Edolas, quello era il suo Natsu, sempre forte, sempre sorridente, a cui lei aveva provocato quello sguardo e quella sofferenza, dicendogli che lo odiava, che odiava essere la sua migliore amica.
Puntò gli occhi al pavimento, incapace di guardarlo oltre, rimanendo con il busto mezzo sollevato.
Fremette nel sentirlo sospirare. Lo stava portando al limite, lo sapeva. Rimase in attesa di sentire la porta sbattere di nuovo, segno che se n’era andato.
-Amo stare con te, nella stessa stanza. Anche solo stare lì, senza fare niente. Amo guardarti scrivere-
Lentamente, Lucy sollevò uno sguardo incredulo e nuovamente umido sul ragazzo che però stava fissando fuori dalla finestra con un sereno sorriso sul volto, lieve eppure così bello da mozzare il fiato. Sembrava stesse pensando alla cosa più bella del mondo.
-Amo presentarmi qui senza chiedere perché amo come ti illumini quando io e Happy piombiamo dalla finestra, anche se dopo cerchi quasi sempre di picchiarci. Amo fare casino nella stanza accanto, perché così tu senti che ci siamo anche se non puoi tenerci d’occhio, come fai sempre mentre scrivi, perché so che hai ancora paura che ce ne andiamo di nuovo senza dirti niente. Amo svuotarti il frigo perché amo vedere come lo riempi ogni volta con il mio cibo preferito, mi fa sentire… importante. Amo usare il tuo salotto come se fosse il mio, amo comportarmi come se fosse casa mia. Perché è… è bello pensare a questo posto come casa mia- si strinse nelle spalle, lo sguardo testardamente perso nel vuoto.
Lucy, ora in ginocchio sul letto, non riusciva a staccare gli occhi da lui, una miriade di sensazioni che l’attraversavano.
-E amo dormire con te-
La maga distolse lo sguardo, sentendo la faccia andarle a fuoco mentre Natsu si fermava per prendere un profondo respiro.
-Amo sentire come ti scaldi quando mi infilo sotto le coperte con te e amo svegliarmi con te tra le braccia-
Per tutti gli spiriti stellari, ma era davvero Natsu quello?!? Lucy non riusciva a credere che fosse capace di dire cose del genere e ancora una volta si diede della stupida.
Continuava a dimenticare quanto la perdita di Igneel e l'anno in solitaria lo avessero aiutato a maturare. Anche più di quanto osasse credere.
-Se è un problema per te, se ti fa stare così, tutto questo può cambiare, dico davvero- continuò imperterrito Natsu e Lucy sentì il cuore accelerare per il panico, mentre sgranava gli occhi ancora puntati sulle proprie ginocchia.
No! Che stava dicendo?!
-Però abbiamo un grosso problema, Lucy. Se odi essere la mia migliore amica abbiamo davvero un problema-
Santo cielo, che aveva fatto?!?!
Per la terza volta gli occhi le si riempirono di lacrime. Come aveva potuto dire una cosa così... così... abominevole?!
-Natsu!- lo chiamò, sollevando finalmente il capo.
E il fiato le si mozzò in gola.
Quando si era avvicinato?! Quando si era seduto sul letto?! Com'è che non se n'era nemmeno accorta?!?
Deglutí a vuoto nel trovarlo così vicino, nel sentire i loro respiri mischiarsi.
-Perché vedi io temo...- continuò il dragon slayer, posandole una mano sulla guancia per asciugarla -...di amare la mia migliore amica. Ma se tu non vuoi più essere la mia migliore amica perché lo odi allora...-
Lucy non riusciva neppure a sentire il proprio cuore, difficile dire se perché si fosse fermato o perché picchiasse in modo assordante contro il suo petto e nelle sue orecchie.
Aveva sentito bene?!?! Natsu aveva detto... lui la...
-Sai io... forse non è così complicato- riprese finalmente a parlare il mago -Forse basta...-
Cosa?!? Bastava cosa?!?
-Basta dire che amo la mia Luce- sorrise al suono delle sue stesse parole -Tu che ne dici?!- le chiese con un misto di speranza e implorazione negli occhi.
La sua Luce?!?
Sua?!
Se Lucy pensava di essersi sentita scoppiare di felicità prima di quel momento, non aveva capito niente della vita.
Non fosse appena successo quello che era appena successo, avrebbe temuto per la propria salute nel sentire il cuore accelerare a quel modo, la testa girare quasi staccata dal corpo, un calore ustionante propagarsi in tutta la sua persona.
Ma in quel preciso momento il solo comando che il suo cervello riuscì a mandare a segno fu quello di sollevarsi dai talloni, aggrapparsi a Natsu e baciarlo fino a fargli perdere il fiato.
Una scarica elettrica l'attraversò quando le loro labbra si toccarono, fremiti incontrollati la colsero quando Natsu la circondò con le sue braccia per tirarsela contro. Si era dimenticata, nella foga del momento, che il ragazzo era senza maglietta ma se ne ricordò molto bene quando il suo seno, coperto solo dalla sottile canotta di cotone si modellò sui suoi pettorali.
Impotente, concentrata ad assaporarlo, gli permise di farla sdraiare sul letto e sovrastarla, attento a non pesarle addosso.
Fu quando si separarono per prendere aria che Lucy, aprendo gli occhi in stato semicomatoso, realizzò cosa stava succedendo e tornò in sé in un attimo.
-Natsu! Non possiamo! Happy...-
-Happy è andato alla gilda- sussurrò subito il ragazzo, accarezzandola dalla tempia alla mandibola.
Un'ondata di eccitazione e sollievo la pervase mentre richiudeva gli occhi e si lasciava andare, incapace di opporsi o resistere.
Lucy odiava l'effetto che Natsu Dragneel aveva su di lei.
Ma era piuttosto certa che entrambi amassero il fatto che lei non potesse farci proprio niente. 

 
  
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