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Autore: martolix    08/02/2016    2 recensioni
crossover di Harry Potter e Shadowhunters.
Jace, Clary, Simon, Isabelle, Alec e Magnus si ritrovano a dover passare un semestre a Hogwarts.
Dove conosceranno Harry, Ron, Hermione e tanti altri.
Tra presentazioni, malintesi, sfide, litigi, magie, allenamenti e tanto altro questa fanfiction vi sorprenderà.
(...)“Non capisco ancora perché ci costringi ad andare in una scuola per Nascosti. Per l’ Angelo, siamo Shadowhunters non maghetti” dice Isabell con fare arrabbiato.(...) “Direi che possiamo cavarcela senza di voi per un pò. E poi non avete scelta, domani partite”afferma Maryse con voce tranquilla
“Cosaaa?!”urlano in coro i sei ragazzi.
è la mia prima fanfiction quindi siate clementi
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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POV CLARY
SAN MUNGO
                                                
Apro gli occhi di scatto e la luce del sole mi costringe a portare un braccio sopra la fronte a mo’ di visiera.
Sole…
Perché c’è sole?
Mi guardo in torno e non vedo ne il mio dormitorio ne nessuna parte del giardino di Hogwarts.
Mi guardo intorno e vedo un cielo di un azzurro quasi irreale; il sole illumina tiepidamente quello che adesso so essere un prato verde dove, tra i fili d’erba, si possono notare tante piccole margheritine bianche.
Mi metto seduta e capisco di trovarmi esattamente sulla sommità di un piccolo colle alla cui base è situata una graziosa casetta in legno.
Scatto in piedi facendo  svolazzare l’abito che ho addosso. È un vestito bianco e azzurro, lungo fino al ginocchio e dal taglio estivo e fresco.
No so perché lo indosso ma, dopotutto, non mi dispiace il contrasto che fa con i miei capelli.
Mi dirigo verso la casa.
Cammino tranquillamente accompagnata dal canto degli uccelli che si nascondono negli alberi circostanti.
Questo posto ha un’aria familiare che mi rassicura enormemente.
In qualche minuto arrivo alla porta che apro di scatto pronta a salutare con un sorriso chiunque vi sia all’interno ma, guardando dentro, vedo una cosa che mi immobilizza immediatamente.
La casa è piccola ma accogliente: al centro un tavolo di quercia dalla forma rettangolare con quattro sedie ai lati, ad una delle pareti è stato addossato un letto singolo e in quella opposta fa bella mostra un caminetto a muro circondato di pietre.
Su una poltrona rossa vicino al camino un ragazzo da lunghi capelli biondo platino legge con concentrazione un libro che viene chiuso lentamente quando mi vede.
Riconoscerei tra mille quel volto e mi basta un unico sguardo per trovare il mio unico fratello.
Faccio automaticamente un passo indietro, lo vedo sollevarsi in piedi e dirigersi verso di me con sguardo incredulo in volto, come se non riuscisse a mettere a fuoco la mia presenza li.
Istintivamente porto la mano ad un fianco nel tentativo di afferrare il mio pugnale trovando però solo la morbida stoffa del vestito.
Faccio per urlargli di stare lontano ma lui mi guarda e i nostri occhi si incatenano.
Il mio viso, da prima arrabbiato e impaurito, passa a essere rilassato e felice mentre l’unica cosa che riesco a pensare è “Verdi”.
Verdi come il prato qua fuori.
Verdi come due smeraldi.
Verdi come quelli di mia madre.
Verdi come i miei.
Mi accorgo di star piangendo solo quando un singhiozzo mi scuote il petto. Mi porto le mani agli occhi e me li asciugo uno per volta in modo da non interrompere il contatto visivo, come se smettendo di guardarlo potesse sparire.
Il biondo porta una gamba avanti di un passo come quando si cerca di avvicinarsi ad un gatto randagio che non si fida di te e allora non fai movimenti bruschi per non farlo scappare.
Ma io mi fido completamente di lui. Questo lui.
In mezzo secondo mi ritrovo stretta tra le sue braccia piangendo e ridendo contemporaneamente mentre lui mi accarezza i capelli.
Non so chi dei due sia andato ad abbracciare l’altro ma, francamente, non mi importa.
L’unica cosa che riesco a dire mentre le lacrime continuano a uscire incontrastate è “Jonathan”
“Clary, mi sei mancata così tanto…”
 
---oOo---
“Quindi questo è solo un sogno?” chiedo quasi scioccata.
“Si… in teoria…” risponde mio fratello guidandomi attraverso un boschetto si querce al limitare del prato verso un luogo che non mi vuole svelare.
“Per me è più una specie di missione. Sai, la morte non è così brutta come ci si può immaginare: innanzi tutto non esiste l’inferno, quindi si finisce in paradiso a prescindere da quanto sei stato cattivo in vita” si ferma in mezzo al bosco e con lo stilo traccia una runa a terra “In pratica ti svegli, dici il tuo nome a Raziel e lui sceglie se farti diventare una specie di angelo in prova o se farti essere un semplice spirito beato per l’eternità” si passa  una mano tra i capelli mentre traccia altri simboli in cerchio “Gli serviva farti avere un messaggio ma evidentemente gli angeli scarseggiano e, da quello che ho capito, in sogno possono apparire solo gli angeli e gli spiriti che hanno avuto un solo giorno di vita. Quindi eccomi qua”
Finisce di tracciare l’ultima runa e esce dal cerchio. Non faccio in tempo a chiedere niente che la parte di terra circondata dai simboli comincia a muoversi e ne esce un piccolo scrigno che Jonathan afferra tra le mani con cautela, lo apre e mi mostra con fare solenne il contenuto: un unico foglio di carta, piegato in due per nasconderne in contenuto.
Me lo passa dicendo con fare sicuro “Aprilo solo ed esclusivamente quando sarò sparito!”
Guardo il foglietto che tengo nella mano destra con aria interrogativa e chiedo “ma questo che significa?”
Mi afferra dolcemente per le spalle e dice: “Senti Clary, so solo che lassù un angelo ha disertato e che ha portato un bel po’ di casini nel tuo mondo”. Il terreno inizia ad inglobare i suoi piedi come delle sabbie mobili, si guarda intorno nervosamente “Il tempo sta per finire… ascolta, ho fatto un patto con Raziel”, dice molto velocemente guardandomi dritta negli occhi con fare preoccupato. “Una volta all’anno potrò apparire in sogno a te, mamma e se lo vorrà anche Jace. Avremo un intero giorno insieme e io apparirò nei momenti in cui ne avrete più bisogno”. Il terreno continua a salire. “Sto per sparire, sappi che ti voglio bene”.
Lo abbraccio con tutta la forza che ho mentre lui mi toglie una margheritina bianca dai capelli e, chiudendomela nella mano libera dal foglio, sussurra: “A presto sorellina” e il terreno lo inghiotte.
“No, Jonathan! Aspetta! Noooooo...”
 
---oOo---
 
“…ooooo”
Mi sveglio con quell’urlo ancora in gola.
 
Una margherita e un foglio chiusi nelle mani.
 
E gli occhi grondanti di lacrime.
 
 
-Angolino mio-
Ok, innanzi tutto devo chiedervi scusa.
Ho attraversato davvero un brutto momento dal punto di vista creativo e gli impegni non hanno aiutato.
Stavo dieci minuti al computer, buttavo giù due righe che sembravano scritta dal mio fratellino di nove anni (e lui scrive come una capra), mi arrabbiavo con me stessa e con la storia e frustrata andavo a mangiare Nutella.
Sappiate anche che non sono per niente soddisfatta di questo capitolo, ma l’ho pubblicato ugualmente perché mi sembrava ingiusto farvi aspettare ancora…
 
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Una martolix non tanto convinta.
   
 
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