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Autore: ___scream    12/02/2016    4 recensioni
[30 kiss otp challenge - raccolta - slash - newtmas]
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1- Un bacio al sapore di whisky
2- Un bacio sussurrato
3- Un bacio pieno di odio
4- Un bacio al cinema
5- Un bacio e poi addio
6- Un bacio fasullo
7- Un bacio al ballo scolastico
8- Un bacio sotto la pioggia
9- Un bacio da nerd
10- Un bacio magico
11- Un bacio al sangue
12- Un bacio alla sposa
13- Un bacio non voluto
14- Un bacio che uccide
15- Un bacio animalesco
16- Un bacio alla tua anima gemella
17- Un bacio in televisione
18- Un bacio a Dio
19- Un bacio sulla strada di casa
20- Un bacio sotto i fuochi artificiali
21- Un bacio da musical
22- Un bacio alla fine del mondo
23- Un bacio alla persona sbagliata
24- Un bacio davanti ai genitori
25- Un bacio incestuoso
26- Un bacio che mi ricorda la mamma
27- Un bacio che mi ricorda mio padre
28- Un bacio che vorrei dimenticare
29- Un bacio indecente
30- Un bacio dato per 30 volte
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Genere: Romantico, angst, slice of life
Words: 5776
Raiting: Giallo
Pairing: Newt/Thomas, slash; Amy/Josh - originali 
Warning: AU, OOC
Note: Here we go again. Ragazzi, che settimane. Questa settimana ho avuto il concerto dei miei adorabili twenty one pilots e dire che è stato uno dei momenti più speciali della mia vita è dire poco! Okay, bando alle ciance - l'idea di come scrivere qualcosa su questo prompt mi è arrivata subito. All'inizio, volevo fare una cosa molto alla Mamma Mia!, il famoso musical. Poi, mi è venuto in mente di scrivere qualcosa gender bender, quindi trasformare uno dei due in una donna. Questa è un'idea che ho scartato subito, perché volevo che fosse qualcosa di loro. Così, è venuta fuori questa cosa qui. L'ho scritta in questi tre giorni, e ringrazio i top per il loro supporto morale (dio, ancora non ci credo che li ho visti dal vivo, mi viene da piangere c.c)! Spero tanto che vi piaccia! Ah, grazie mille ancora per tutte le recensioni, e le 23 persone che l'hanno messa nei preferiti! VI ADORO, PUNTO E BASTA. 
Disclaimer:non mi appartengono, non mi pagano e beh, vivo la vida loca immaginandomi dei married!newtmas, che dire. 



 
KISS ME LIKE YOU WANNA BE LOVED

Somebody stole my car radio, and now I just sit in silence. 

 

 “Tommy!”.
Thomas si affacciò al salotto, guardando il marito, che lo fissava con gli occhi spalancati, seduto sul divano.
“Newt? Tutto okay?”, chiese, cominciando a preoccuparsi.
“Amy mi ha scritto di stare a casa perché deve dirci una cosa importante”, disse il biondo, deglutendo. “E se..”.
“Oh, no no”, lo interruppe bruscamente Thomas. “Quell'idiota non ha ingravidato la mia bambina, c'è ancora tempo per quello. E anche per cambiare fidanzato, ma questo è un altro discorso”, borbottò.
Newt lo guardò dolcemente. “Tesoro, quando la smetterai di chiamare Josh 'idiota'? Lo sai anche tu come rende felice la nostra bambina”, disse, calcando sull'aggettivo possessivo, per fargli notare che non sarebbe l'unico a dover fare i conti con una figlia appena ventenne e già incinta. La notizia di diventare nonno a soli quarantatré anni lo entusiasmava e non poco, ma sapeva che c'era ancora tempo, e avrebbe almeno preferito che Amanda finisse il college.
“Ci ha portato via Amy!”.
“I bambini crescono! E io lo trovo molto simpatico, a dirla tutta”.
Thomas sbuffò. “È nel gene dei Newton innamorarsi di uno come quell'idiota?”, mugugnò, tornando in cucina e spegnendo il fornello. Versò l'acqua bollente nelle tazze che aveva già preparato con il filtro, prima di mettere il pentolino nel lavandino. Aggiunse il latte nella tazza di Newt e gliela portò in salotto, sedendosi accanto a lui sul divano. Poggiò la testa sulla sua spalla – Newt era sempre stato un po' più alto di lui, anche quando erano solamente ragazzini – e sorseggiò il suo tè lentamente.
“E se fosse qualcosa di grave?”.
Uno sbuffo. “Smettila, Tommy. Sarà qualcosa di bello e positivo”.
“Come fai a dirlo?”.
“Potrei rigirarti la stessa domanda”, ribatté prontamente Newt, portandosi alle labbra la tazza.
Thomas sorrise. Gli piaceva quando suo marito gli rispondeva al suo stesso gioco, lasciandolo senza una risposta da dare.
Inclinò un po' la testa, lasciandogli un bacio sulla pelle candida del collo. Sospirò felice, anche se la preoccupazione per quello che Amy doveva dire loro c'era ancora.
“Stai tranquillo, Tommy. Andrà tutto bene”.
E con quelle parole in testa, Thomas si rilassò completamente nelle braccia del marito.

 

“Tu—cosa?!”, gridò Thomas, nello stesso momento in cui Newt si portava le mani alla bocca.
“Mi sposo, papà!”, ripeté Amy, tendendo una mano verso di loro, che erano seduti davanti a lei al tavolo, e mostrando l'anello brillante che portava al dito. Newt le afferrò le mani con dita tremanti, guardando il gioiello con gli occhi spalancati.
Be', almeno Josh non è un tirchio, pensò, osservando il diamante che faceva mostra di sé al dito della sua bambina.
Poi si aprì in un sorriso, alzandosi dalla sedia per abbracciare Amy.
“Sono così felice, Amy!”, esclamò, stringendola tra sue braccia. Inspirò il profumo dello shampoo che la ragazza usava, lo stesso che Newt si premurava di darle ogni volta che lo finiva. Piccole cose come comprarle lo shampoo o il balsamo continuava a farle, anche dopo che lei si era trasferita da Josh, il suo- dannazione, il suo fidanzato. Nel vero senso della parola.
Josh che aveva i capelli mori e un sorriso con le fossette. Newt non ostentava a capire come mai Amy si fosse innamorata di lui. Oltre ad essere oggettivamente bello, era anche dolce e premuroso. Faceva l'avvocato – era cinque anni più vecchio di lei, e aveva subito trovato lavoro nell'azienda del padre una volta laureatosi – e non le faceva mancare niente. Non che la ragazza se ne approfittasse – anzi, tutto il contrario: Amy lavorava sodo per pagarsi in parte gli studi alla New York University, dove studiava per diventare medico. Non c'era altro da dire oltre che i coniugi Newton-Edison fossero immensamente fieri di lei.
Newt lasciò un bacio sui capelli della figlia, allontanandosi per asciugarle le lacrime. Poi si girò verso il marito.
Thomas era ancora seduto e fissava il vuoto.
“Papà..?”, lo chiamò Amy, con la voce tremante. Newt la strinse ancora brevemente, prima di dirigersi verso Thomas. Lo prese per mano, facendolo alzare.
“Ci scusi un attimo, tesoro?”.
“C-Certo. Io- mi faccio un tè”, mormorò la ragazza.
“C'è anche della cioccolata, se vuoi. Tuo padre l'ha comprata proprio ieri”.
Amy sorrise, e Newt scelse quel momento per trascinare il marito in camera da letto. Lo fece sedere, e si inginocchiò di fronte a lui.
“Tommy?”.
Thomas si riscosse, fissandolo negli occhi. Newt non stava né sorridendo – come faceva di solito – e non aveva uno sguardo dolce. Sembrava infatti parecchio arrabbiato.
“Newt, io-”.
“No, ora mi ascolti”, lo interruppe lui. “Amy è venuta qui sprizzando energia e felicità da tutti i pori, e ci ha comunicato la bellissima notizia della sua decisione di sposarsi. E sai perché l'ha fatto? Perché siamo i suoi genitori, Thomas, siamo i suoi genitori e lei ci ama così tanto da sceglierci come le prime persone a cui dirlo”. Prese un respiro profondo. “E si aspettava supporto”.
“Newt, aspetta-”.
“Un supporto che, in effetti, le ho dato solo io. Io, Thomas. Non noi, come lei avrebbe voluto. Ti sei limitato a fissare il vuoto e non la felicità di tua figlia”.
Smise di parlare, dando a Thomas del tempo per rendersi dello sbaglio che aveva fatto.
“Newt, io sono- felice, per lei. Ma non puoi pensare che io accetti una cosa del genere. Lei pensa di amarlo, pensa di volerlo sposare. Ha vent'anni! A vent'anni una persona non sa quello che vuole!”.
Newt spalancò gli occhi sentendo quelle parole. Si alzò, allontanandosi dal marito.
“Uno a vent'anni non sa quello che vuole”, ripeté, con tono quasi sprezzante. “Non mi sarei mai aspettato di sentire queste parole uscire proprio dalla tua bocca”.
Thomas sembrò pentito. “No, io-”.
Newt sbuffò una risata ironica. “Risparmiamelo. Anzi, risparmiacelo”.
Aprì la porta della camera da letto e tornò in cucina, sbattendosela alle spalle. Thomas si prese la testa fra le mani, strizzando gli occhi.
Che cos'ho fatto?

 

*

 

Io voglio le peonie”.
Io preferisco i girasoli”.
Tommy, non sceglieremo i girasoli come fiori per il nostro matrimonio!”, esclamò Newt, sbuffando.
Allora i gerani!”.
Le rose?”.
No, troppo romantiche”.
Tommy, è un matrimonio”.
Thomas sorrise, circondando la vita di Newt con le braccia. “È il nostro matrimonio, non uno qualsiasi”.
Ed è per questo che non sceglieremo i girasoli”, disse Newt, alzando gli occhi al cielo.
Rimasero un po' in silenzio a pensare ai tipi di fiori da scegliere, quando Newt chiuse ogni rivista e la buttò a terra.
Al diavolo i fiori. Ti sposerei anche in mezzo ad una strada con due senzatetto come testimoni”, dichiarò, girandosi nell'abbraccio e coprendo il corpo del fidanzato con il suo.
Thomas sorrise felice. “Risparmieremmo un sacco di soldi”.
Il biondo lo baciò lentamente, separandosi pochi secondi dopo. “Esattamente”.

 

*

 

“Devi dargli tempo, Amy”.
Amy abbassò lo sguardo sulla sua tazza, fissando la cioccolata come se fosse spiritata. “Io pensavo che.. sarebbe stato felice”.
Newt coprì la mano della ragazza con la sua. “Bambolina, lui è felice. Lo è, solo che.. ne ha passate tante”. Il suo viso si adombrò. “Non lo sto giustificando. Gliel'ho detto chiaro e tondo quanto sto odiando la sua reazione e le parole che-”, si fermò, serrando gli occhi e stringendo i denti. “Lui ti ama tanto, lo sai, vero?”.
Amy sorrise tristemente. “Quasi quanto ama te”, sussurrò.
“Ehi, no”. Newt scosse la testa. “Lui ti ama più di quanto ami me. Come io amo te sopra ogni altra cosa. Sei la nostra vita, Amy. Non condannarlo se il passato lo terrorizza ancora così tanto”.
Passarono dei minuti in cui stettero in silenzio. Nessun rumore proveniva dalla camera da letto, e Newt sospirò.
“Che ne dici di uscire? Uno dei nostri pomeriggi speciali?”.
Il sorriso che fece Amy, quella volta, fu più allegro. Finì la sua cioccolata, e Newt le pulì lo sporco marrone sulle labbra con il tovagliolo, come faceva quando era piccola.
Amy amava quelle attenzioni, anche se era ormai ventenne.
“Mi metto la giacca e arrivo, okay?”.
Newt si alzò, e si diresse in camera. Esitò qualche secondo, prima di aprire la porta, lentamente. Tutto quello che vide, fu la sagoma di Thomas, sotto le coperte. Si avvicinò alla figura del marito, scostandogli i capelli dagli occhi. Dormiva profondamente. Newt se ne innamorò giusto un pochettino di più, anche se il dolore per quello che aveva detto e per come si fosse comportato era ancora una piaga aperta nel suo cuore. Non si aspettava quelle parole e la delusione bruciava. Prese il cappotto e uscì quasi di corsa dalla camera da letto.
Amy era pronta, con la sua giacca di pelle e la borsa in mano.
“Andiamo, tesoro?”.
La ragazza annuì, e seguì il padre fuori dalla porta di casa.

 

*

 

Il sole splendeva alto, quel giorno. E la sabbia scottava più di quello precedente.
Newt rise, saltellando ogni qual volta che qualche granello bollente scivolava oltre la barriera delle infradito.
Thomas camminava dietro di lui, il telone da spiaggia sulla spalla come un venditore ambulante.
Fai invidia ai bambini di cinque anni”, disse al biondo, trattenendo una risatina divertita.
Muoviti, Tommy! Voglio subito tuffarmi in acqua”.
Non avevano portato l'ombrellone e Thomas se ne pentiva amaramente. Gli piaceva la pelle pallida di Newt, non voleva che si scottasse.
Lasciò gli asciugamani al solito posto, notando come Newt avesse già disteso il suo e stesse riposando i piedi dalla sabbia bollente.
Thomas salutò con un cenno i loro vicini di ombrellone, una coppia sui trent'anni. La donna, Susan, era incinta di sei mesi e offriva sempre del gelato a Newt (sì, certe volte Thomas sentiva di stare con un bambino al posto di un ragazzo diciannovenne). Avevano fatto amicizia ed erano anche usciti a cena una sera.
Loro erano quasi alla fine della loro piccola vacanza romantica, e il pensiero di dover tornare in quella piccola cittadina dell'Ohio non faceva altro che intristirli. La coppia, invece, avrebbero trascorso un'altra settimana, prima di tornare al ritmo stressante del lavoro nella Grande Mela, che non risparmiava neppure le donne incinte. Newt aveva legato parecchio con Susan e Thomas si inteneriva a vederli parlare come se fossero coetanei.
Tommy! Andiamo, prima che il bambino di Susy nasca, per favore!”.
Sei un'ansia assurda, Newt!”.
Newt gli fece il verso, prima di cominciare a correre verso il mare. Thomas si tolse le scarpe e le ripose vicino al suo telo mare.
Sei veramente fortunato, sai”, gli disse Susan, attirando la sua attenzione. Il ragazzo si girò verso la donna. Era molto intimidito dalla sua presenza, anche se era restio ad ammetterlo.
Lo so”, replicò, con una punta di orgoglio.
Newt è un ragazzo d'oro. Vorrei tanto che questo piccolino sia come lui, una volta cresciuto”.
Thomas le sorrise educatamente, facendo per seguire il ragazzo, quando Susan parlò ancora: “Non farlo soffrire”.
Il moro chiuse gli occhi per un momento, prima di prendere la decisione di non rispondere.
Avrebbe fatto soffrire Newt e lo sapeva già. L'unica cosa che non voleva sapere era quando.

 

*

 

Quando Newt tornò a casa, era sera inoltrata.
Era uscito a cena con Josh e Amy, per festeggiare. Aveva adorato solo un po' di più suo genero quando non gli aveva chiesto dove fosse suo marito.
Ma solo lo sguardo triste e distante di Amy era una risposta.
Non prendetevela tanto con lui, ragazzi”, aveva detto, prima di lasciare la coppietta tornare a casa. “Saprà fare quello che è giusto”.
Josh lo aveva abbracciato e Newt gli aveva lasciato una carezza fra i capelli. Quel ragazzo era prezioso, ed era così tanto che la sua Amy avesse trovato qualcuno come lui. Aveva baciato per un'ultima volta sua figlia sulla guancia e il suo cuore si era spezzato quando l'aveva vista piangere, quella volta dalla tristezza.
Tuo padre ti ama, Amy. Deve solo trovare un modo per ricordarsi che è quello l'importante”.
A Newt doleva la testa. Si tolse le scarpe, lasciandole all'entrata, e buttò il suo cappotto sul divano. Si trascinò in bagno, prendendo la confezione di aspirine. Ne buttò giù una con l'acqua, prima di lavarsi i denti e togliersi i vestiti. S'infilò i pantaloni del pigiama, che era poggiati sulla lavatrice, andando poi in camera. La porta era ancora chiusa, ma l'aprì senza esitazione.
Thomas era nella stessa posizione in cui l'aveva lasciato.
Sospirò, scostando le coperte e mettendocisi sotto. Per la prima volta, non cercò il calore del marito, anche se la voglia era fin troppa.
Chiuse gli occhi, cercando di prendere sonno.
Stava giusto per addormentarsi quando sentì un corpo caldo aderire completamente al suo. Lasciò andare un sospiro, e quando si girò non fece neppure in tempo a parlare.
Due labbra si posarono sulle sue con una rara forza. Non si stupì. Ogni volta che Thomas era arrabbiato o triste per qualcosa, tendeva a sfogarsi fisicamente. Se non prendeva a pugni il sacco da boxe, faceva l'amore con Newt.
E così fu anche quella volta. Newt non si lamentò della poca delicatezza e rispose ai baci e ai tocchi del marito.
Vennero insieme, respirando affannosamente. Thomas ansimava con la testa nell'incavo del suo collo, e quando uscì da lui, Newt si sentì più vuoto di prima. Dopo qualche minuto, con la mente sgombra dalla nebbia dell'orgasmo, si decise a parlargli.
“Perché fai così ogni volta?”, chiese, in un sussurrò, accarezzandogli i capelli. Thomas sospirò, sollevandosi un poco per guardarlo. “Lo sai perché”.
Newt ridusse le labbra ad una linea piatta. Thomas pensò che fosse adorabile, con i capelli scombinati e le guance rosse. Gli lasciò un bacio sulla guancia, leggero. Lo sentì tremare, ma sapeva che non avrebbe ceduto una seconda volta.
“Amy era davvero triste, oggi”.
E forse quella era la cosa sbagliata da dire, perché Thomas si allontanò da lui con la velocità di un fulmine, sdraiandoglisi di fianco. “Deve pensarci, Newt. Non puoi dire il contrario”.
Newt si sedette sul letto. “Ci ha pensato. Ci hanno pensato”.
“No, non l'hanno fatto. Magari Josh non è un ragazzo, ma Amy è ancora una bambina. Ha vent'anni, per la miseria”.
“E quanti anni avevi quando mi hai sposato, hm?”.
Thomas si ritrovò in difficoltà. “È diverso, Newt”.
Newt fece una risata sarcastica. “È diverso perché tu hai dei genitori di merda, che non ci hanno mai accettato e hanno fatto di tutto per dividerci. Porca puttana, mi hanno mandato all'ospedale!”.
L'altro si sedette a sua volta. “Non insultare i miei-”.
“Dio, Thomas! Li stai difendendo!”. Newt non riusciva a credere alle sue orecchie. Scostò le coperte, alzandosi per cercare i propri pantaloni. Una volta che li trovò, poco distanti dal letto, se li infilò.
“Dove stai andando?”.
“Di là. A dormire”, disse il biondo, guardandolo in faccia. “Non ti riconosco più, Thomas. Non so chi tu sia, in questo momento. Cristo, non so neppure se quello con cui ho fatto l'amore pochi minuti fa sia ancora mio marito o no”. Lasciò andare le braccia molli, lungo i fianchi.
“Newt, non dire cazz-”.
“Non dirle tu, porca puttana!”, sbottò Newt. “Difendi i tuoi genitori, dopo tutto quello che ci hanno fatto passare, dopo che non li senti da ben ventitré anni, e vieni a dirmi di non dire cazzate?!”, continuò, infuriato. “Be', Thomas, indovina la mia risposta: vaffanculo”.
Prese la coperta e uscì dalla camera, chiudendosi dietro la porta.
Quando arrivò in salotto, si buttò sul divano. Si passò le mani sul viso, prima di scoppiare a piangere silenziosamente.

 

*

 

“Take me out tonight, where there's music and there's people who are young and alive”.
Thomas si sorprese a sentire il fidanzato cantare una canzone che non fosse di un musical. Sapeva che Newt ascoltava tutti i generi di musica, anche se aveva una particolare tendenza verso il mondo di Broadway. I suoi studi non erano infatti a caso; Thomas non aspettava altro che sedersi su una di quelle poltroncine e guardarlo su quel palco, dove apparteneva veramente.
Mentre lui aveva trovato la sua strada nella Legge, Newt l'aveva trovata nella musica. Cantare era la sua vita e Thomas lo sapeva perfettamente. 

Newt tornò in salotto, dove c'era lui sdraiato sul divano, e gli si buttò addosso.
“Take me out tonight, because I want to see people, and I want to see life”. Gli tracciò il profilo del mento con le labbra, lasciandoci piccoli e dolci baci.
Come mai i The Smiths?”, chiese Thomas, curioso.
Newt si mise comodo, facendo strusciare involontariamente i loro bacini e causandogli un verso strozzato. Ghignò, soddisfatto del risultato, dando un'altra piccola spinta.
Quando ho capito di provare dei sentimenti per te, ho fatto una playlist col tuo nome, su una cassetta”, disse, baciandogli il collo. “E i The Smiths erano quelli che ascoltavo di più insieme agli Oasis”.
Thomas sorrise. “Ho fatto una cosa simile”, disse, apparentemente non più vittima dei gesti del fidanzato. “Solo che erano tutte canzoni dei Nirvana. Ero piuttosto arrabbiato con me stesso”.
Newt sospirò, strusciando la punta del naso sulla sua pelle. “È stata tutta colpa dei tuoi, lo sai, vero?”.
Il moro annuì. “Sì, lo so. Anche se è passato solo un anno io-- non posso dire che mi manchino, però vorrei tanto che fossero state due persone diverse”.
Newt gli accarezzò la guancia. “Ti amo, lo sai, vero?”. Lo fissò negli occhi, intensamente.
Ti amo anch'io”.
Ed era tutto quello che serviva.

 

*

 

I giorni si susseguirono in un'atmosfera di completo disagio. E rabbia inespressa.
Thomas stava tutto il giorno in ufficio, e tornava solamente a sera inoltrata, quando Newt era già addormentato.
Non avevano mai affrontato una cosa del genere, ma Newt non voleva cedere alle idee del marito. Sapeva che Thomas non pensava niente delle cose stupide che aveva detto, non gli serviva una laurea per riconoscerlo.
Thomas era terrorizzato. Tutte le sue insicurezze come padre, come marito e come persona, erano spuntate fuori dopo una cosa come l'imminente matrimonio di Amy. Nonostante questo, non poteva certo giustificarlo. Thomas aveva un problema e stava facendo soffrire tutti loro.
Suo marito non era mai stato una persona egoista. Sì, aveva un carattere difficile ed era piuttosto.. freddo, sotto alcuni aspetti, ma Newt era sempre riuscito a scavare sotto quell'armatura con cui insisteva a coprirsi. Era una situazione che non poteva risolvere da solo. Per questo, passava tanto tempo a teatro, tra una prova e l'altra.
Essere una star di Broadway era difficile, quando non avevi la forza psicologica per affrontare tutto. Beveva caffè alternati a tazze di acqua calda e miele, per la voce.
Quella sera, dopo dieci ore di prove sfiancanti e con la gola in fiamme, quando si trovò davanti alla porta di casa non riuscì ad entrare neppure al pensiero di un bagno caldo.
Controllò l'ora: le otto e mezza di sera. Thomas doveva ancora essere in ufficio, in quella settimana tornava ad orari impossibili.
Prese un respiro profondo, tirando fuori le chiavi e aprendo la porta del loro appartamento nell'Upper East Side. Buio. Tutto completamente scuro e silenzioso.
Quando si sentì tirare un sospiro di sollievo, si rese conto che le cose stavano degenerando.
Non si era mai sentito sollevato all'idea che suo marito non fosse a casa; amava Thomas con tutto il suo cuore e con tutta la sua vita. Lo amava alla follia, come amava Amanda.
Al pensiero della figlia, il suo cuore si spezzò. Aveva sentito Amy la sera precedente, e le era sembrata ancora più sconsolata quando, per l'ennesima volta, era stato lui ad aver risposto al telefono.
Posò le chiavi sulla mensola all'entrata, togliendosi le scarpe e il cappotto. Fece per appoggiarlo al divano quando notò una figura seduta proprio su di esso.
“Thomas..”, mormorò.
Thomas stava piangendo. Era seduto con la testa fra le mani e piangeva, singhiozzando forte. Con passi lenti e calcolati, Newt gli si avvicinò.
Si sedette sul divano, prendendolo tra le braccia.
“Mi hanno chiamato, Newt”.
Anche se non specificò il soggetto, Newt lo capì comunque.
“Che ti hanno detto?”, chiese, arrivando subito al punto. Gli accarezzò i capelli con le dita, cullandolo dolcemente.
“Mio padre è morto”, disse, dopo qualche attimo di silenzio. “Mio padre è morto e mia madre ha chiamato per dirmelo”.
Newt non disse che gli dispiaceva. Non si sentiva neppure cattivo a dirlo. Insomma, avevano fatto di tutto per rendere un inferno la vita del loro suddetto figlio, non poteva certo stare male sapendo che quell'uomo fosse morto. Stava male a vedere cosa quella notizia avesse fatto a suo marito.
“Quando ti hanno chiamato, Tommy?”, chiese, cercando di non infuriarsi. Non solo con Thomas, anche per sé stesso.
Viveva con quell'uomo da più di vent'anni e ancora non aveva imparato a riconoscere quando stava male. Sapeva che la telefonata non gliel'aveva fatta quel giorno. Aveva capito che quello era qualcosa che si portava dietro da un po' di giorni.
“Lunedì”, sussurrò Thomas, la voce debole.
Lunedì. Il giorno prima della visita di Amy.
“Li ho abbandonati e questo è quello che è successo”, disse Thomas. “È tutta colpa mia se è morto. Non avrei dovuto fare niente di tutto ciò”.
Newt si scansò. “Non avrei dovuto fare niente di tutto ciò?”, ripeté. “Ti senti quando parli?!”.
“Newt, mio padre è appena morto!”.
“Sono sicuro che sia morto per il fatto che suo figlio lo prende nel culo, invece di fingere di essere etero e avere una bella mogliettina con pargoli al seguito!”, ribadì lui, ironicamente. “Thomas, ti stai dannando per la morte di una persona che non ti ha mai considerato suo figlio. Ti stai dannando per qualcuno che ha smesso di essere tuo padre anni fa!”.
Thomas balzò in piedi, puntandogli contro un dito. “Non ti azzardare a dire cose del genere!”.
Newt rise istericamente. “Cosa vuoi fare, hm? Stare qua a piangere per una persona che non ha fatto altro che odiarti e sminuirti per tutto il corso della sua vita? Non lo sentivi da ventitré anni, Thomas, Ventitré. Quale padre farebbe una cosa del genere?”, sbottò. “Non dirò che mi dispiace per una persona che mi ha fatto picchiare a sangue, che ti ha cacciato di casa e che ci ha sbattuto la porta in faccia quando abbiamo provato a fargli conoscere sua nipote”.
L'altro era furioso. Si passò una mano sulla bocca, prima di mettersi la giacca e fare per un uscire di casa.
“Dove stai andando?”, gli chiese Newt, seguendolo.
“Fuori. Lontano da te, lontano da questo. È stato tutto un errore, Newt”.
E lì poté sentire il suo cuore frantumarsi.
Newt lo afferrò per un braccio. “Thomas, ti prego. Non essere lui. Ti prego”.
Thomas si girò, guardandolo negli occhi per qualche minuto. “Andrò a stare da mia sorella. Lasciami stare”.

Quando la porta di casa si chiuse, sbattendo, Newt perse tutto.

*

“Papà, apri. Sono io, sono Amy”.
Appena Newt sentì quella voce dietro la porta d'ingresso – la stessa che non era riuscito a fissare dopo che si era chiusa sbattendo – si riprese dal suo stato di trance.
Amy era davanti a lui, i pantaloni della tuta e una felpa troppo grande per essere sua addosso. Aveva i capelli raccolti e la sua espressione si fece preoccupata non appena vide in che stato fosse.
“Oh, papà”.
Newt si lasciò abbracciare e scoppiò a piangere sulla spalla della figlia. Si era tenuto dentro tutto troppo tempo per non scoppiare. Amy lo strinse forte, e sentì qualcuno chiudere la porta, ma non si curò di chi fosse.
“Ci sono io, papà. Ci sono io, adesso”.

 

*

 

Newt e Amy insieme erano qualcosa di stupendo.
Thomas li fissò mentre giocavano sul tappeto pieno di pupazzi, gli occhi innamorati.
Tieni, gioca con questo”, le disse Newt, mettendole in grembo un coniglietto di pezza fra le mani.
Da ta ta ta ta”, mugugnò la bambina, afferrandolo e sventolandolo in giro.
No, no, devi prenderti cura di lui”, le spiegò il biondo, e la bambina lo guardò con gli occhioni spalancati. “Guarda, così”. Le tolse il coniglietto dalle mani, prendendolo e accarezzandolo. Amy seguì tutti i suoi movimenti attentamente, e dopo pochi minuti reclamò il possesso dell'oggetto.
Una volta che ce l'aveva ancora in braccio, cominciò a dargli delle carezze, copiando i movimenti del padre.
Bravissima!”, esclamò Newt, battendo le mani. Thomas sorrise, e si sedette insieme a loro.
Amy gli rivolse un sorriso smagliante non appena lo vide, gattonando verso di lui. Thomas la prese in braccio e cominciò a darle tanti bacini sulla guancia. Sentì la risata cristallina di Newt e incrociò il suo sguardo, mentre la bambina giocava con i suoi capelli, il coniglietto di pezza abbandonato vicino a loro.
State lì fermi!”, disse Newt, all'improvviso, prima di correre in camera. Tornò pochi secondi dopo con la polaroid in mano.
Amy! Amy, guarda qui!”.
La bambina, sentendosi chiamare, si girò verso il padre, regalandogli un sorriso sdentato.
Newt premette il tasto rosso e scattò la foto. Non appena fu stampata, la sventolò per farla asciugare.
Poi, si fermò a guardarla e gli venne da piangere dalla gioia.
La sua famiglia. La sua bellissima famiglia, piena di amore.

 

*

 

Ad Amy venne da piangere quando vide le foto appese nel salotto dei genitori. Ogni passo importante della sua o della loro vita era lì. Afferrò la cornice che ritraeva lei e suo padre Thomas.
Aveva solamente pochi mesi quando Newt l'aveva scattata, ed era uno dei ricordi più preziosi che Amy custodiva.
“Avevi sei mesi e mezzo”, disse Newt. Amy sobbalzò, girandosi.
“Papà..”.
Newt si avvicinò, sfilandole la cornice dalle mani e osservandola lui stesso. Sorrise, tristemente. “Dio, eravamo così giovani. Così giovani e pieni di energia. Ne abbiamo passate tante, io e tuo padre. Non è mai stato un tipo facile con cui andare d'accordo, e le litigate non mancavano neppure quand'eravamo ragazzi”, ricordò. “Ma lo amo così tanto che fa quasi male. Non ho mai smesso e non penso che smetterò mai. Anche dopo tutte le cose che ha detto in questi giorni. Tutte le cose che mi ha nascosto.. non posso davvero biasimarlo del tutto”.
“Cosa.. ti ha nascosto?”, chiese Amy, cautamente.
Newt la guardò per qualche istante, prima di rispondere. “Cose del passato. Che riguardano i suoi genitori. Sono tornate molte cose a galla”.
“Quei bastardi figli di puttana”.
Newt si girò verso il divano, dove Susan stava fumando una sigaretta. “Puoi dirlo forte”, le diede ragione, con un cenno della testa.
“Quel ragazzo deve ritrovare la ragione. Non penso che sia mio figlio che non gli vada a genio, perché non è mai venuto a lamentarsi o altro”.
Amy scosse la testa. “Anche se fosse, Josh è l'amore della mia vita, Susan. Sposerò tuo figlio in qualsiasi caso, che mio padre ci sia o no”. Dirlo fu difficile, e non si sentì affatto meglio dopo che quelle parole uscirono dalla sua bocca.
“Ci sarà”, insistette Newt. “Ci sarà perché tornerà a casa proprio adesso. Qui, con me”.
Amy e Susan lo guardarono, quasi compassionevoli. Newt non badò a nessuna delle due, dirigendosi in camera per mettersi le scarpe e il giaccone.
Quando uscì, nessuna delle due provarono a fermarlo.
Camminò per chilometri e chilometri, decidendo di non prendere i mezzi pubblici.
La casa di Teresa, sua cognata, non era tanto distante dal loro appartamento, ma impiegava ben mezz'ora di camminata spedita.
Suonò il campanello, più volte.
“Apri, bastardo!”, urlò. “Apri questa dannata porta, la vedo la luce accesa!”.
Non si curò dei vicini; a New York erano tutti abituati a quel genere di rumori, nessuno ci avrebbe fatto caso.
“Vattene via, Newt”.
Sentire quelle parole da Thomas fece meno male del previsto. Forse perché c'era un tremolio nella sua voce, segno che la facciata si stava per rompere una volta per tutte.
“Tommy, apri questa fottuta porta, o la butto giù. Sai che posso farlo. E sai che potrei ripagare i danni a tua sorella in un batter d'occhio”.
La porta si aprì, ma fu Teresa quella che comparve sull'uscio.
“Newt, ehi”.
“Teresa”, la salutò lui. “Fammi parlare con mio marito, per favore”. Non si sprecò nei convenevoli, ritenendo che fosse molto più importante arrivare subito al punto della faccenda.
“Lui.. lui non vuole parlarti”, tentò di dire la donna, mordendosi il labbro.
Newt sospirò. “Be', la questione non si risolverà da sola. E non accetterò una fottuta firma su una carta che nessuno dei due vuole”, disse, duramente. “Voglio solo farlo stare meglio, Tessa. Per favore”.
Teresa sembrò combattuta, ma poi si fece da parte e lo lasciò entrare. Newt la ringraziò con un abbraccio, prima di andare dal marito.
Thomas era seduto sul divano, lo sguardo vacuo e gli occhi rossi dal pianto. Quando lo raggiunse, il moro lo guardò per qualche minuto, non sapendo cosa dire.
“Ehi, Tommy”.
Tutta la rabbia che lo aveva fatto scoppiare qualche minuto prima era completamente svanita alla vista dell'uomo che amava, ridotto come uno straccio.
Tornare a chiamarlo con il suo soprannome aveva sempre funzionato. Era come una parola di sicurezza. Quel soprannome simboleggiava tutto quello che li univa, quell'amicizia che non se n'era andata anche dopo che l'amore aveva fatto la sua gloriosa entrata.
“Mi dispiace così tanto, Newt. Non so cosa--”.
Newt lo guardò, incitandolo a continuare.
“Non so cosa mi sia preso. Io non sono così. Dio, non sono così, devi credermi”, disse, scuotendo la testa. “Non ero io, te lo giuro”.
Newt lo abbracciò forte. “Ehi, shh”. Gli accarezzò la schiena, mentre Thomas affondava il viso nella sua spalla. “Andrà tutto bene. Lo sapevo, che non eri veramente tu, stupido”. Gli prese il volto fra le mani. “Mi dispiace per non esserti stato vicino quando quella notizia è arrivata. Mi dispiace di averti detto tutte quelle cose”.
Thomas scosse la testa. “Avevi ragione-”.
“Non ce l'avevo del tutto”, disse il biondo. “Quell'uomo rimarrà sempre tuo padre, anche dopo tutto il male che ti ha fatto. Hai continuato a volergli bene, nel tuo profondo, anche se volevi solamente odiarlo”. Thomas fece per scostare lo sguardo, ma Newt lo trovò un'altra volta. “Mi dispiace. Ti amo”. Fece una risatina. “Strano dire queste due frasi vicine, hm? Come se potessero essere una scusa”.
Thomas sorrise. “Per noi non lo sono mai state”, disse. “Sono tutto quello che abbiamo, Newt”.
Newt annuì. “Ti amo”, ripeté.
“Ti amo anch'io”.

 

Quando tornarono a casa, Amy era addormentata sul divano. Susan aveva lasciato un biglietto, dicendo che era tornata a casa.
Thomas si sedette sul pavimento, e scosse dolcemente la figlia.
Amanda sbadigliò, strofinandosi gli occhi con le mani. “Papà?”, disse poi, sorpresa.
Thomas annuì, la voce tremolante che preferì tenere al sicuro nella gola. Amy sembrò capire, perché si lanciò su di lui, e si ritrovarono a piangere sul pavimento del soggiorno.
“Mi dispiace, Amy”, gracchiò, “mi dispiace così tanto”.
Amanda scosse la testa, asciugandosi le lacrime. “Niente di queste scuse. Ti voglio tanto bene, papà”.

 

 

*

 

 

Guardare Newt e Amy vicini era la cosa preferita di Thomas. Non si stancava mai di farlo, perché loro erano tutto quello che aveva.
E in quel momento Amy stava sorridendo felice, aggrappata al braccio di Josh, che la guardava come se fosse la persona più straordinaria dell'intero universo. Newt gli posò una mano sulla coscia. “Non sono stupendi?”, sussurrò al suo orecchio.
“Lo sono eccome”.
“Piccioncini, voi ce l'avete già avuta la vostra giornata, smettetela di tubare”, commentò Susan, ridendo dietro il suo bicchiere di vino.
Newt amava il fatto che sua figlia fosse finita insieme al figlio di una delle sue più care amiche. Se chiudeva gli occhi, poteva rivedere quella spiaggia e il pancione di Susan.
Thomas rise. “Ogni giornata è sempre la nostra giornata”.
Susan roteò gli occhi, non accennando però a smettere di sorridere.
Dopo cena, ci furono vari discorsi e molti, molti balli. Thomas si staccò dalla presa di Newt e si diresse verso il palco. Prese il microfono, picchiettandoci sopra.
“Posso avere la vostra attenzione?”, chiese agli invitati. Quando tutti gli occhi furono su di lui, annuì soddisfatto. “Bene. Allora, ho temuto questo giorno fin da quando io e mio marito vedemmo questi occhioni azzurri e una testa pelata. Inutile dire che fosse la piccola Amanda”.
“Papà, che stai--”.
“L'ho temuto ancora di più quando ha cominciato ad andare all'asilo”, continuò, ignorando le proteste della figlia. “E c'erano tutti questi maschietti che le giravano intorno, come se fosse una calamita. Ai tempi, io ero stato appena assunto in un studio importante di avvocati a New York, mentre Newt stava cominciando la sua scalata a Broadway”, sorrise, ripensando a quei momenti. “Tutto quello che aspettavo, era la fine della giornata per tornare a casa da mia figlia e mio marito, e vederli sorridere”. Fece una pausa, prendendo un respiro profondo per non commuoversi. “Vi faccio solamente pensare a quanto il pensiero di questo giorno mi abbia spaventato, quando Amy ha cominciato ad avere le mestruazioni-”.
“Papà!”.
“-e, insomma, ormai era una donna! Etero, per giunta”. Tutti risero, e lui tossicchiò. “Per colpa del mio passato, ho rischiato di perdere sia lei che l'amore della mia vita. Non è stato facile, uscirne. Ma ora, tutte le paure che ho avuto riguardo questo momento, mi sembrano solo stupide. La mia bambina è felice, non l'ho mai vista più radiosa. Forse solamente quando le avevamo comprato la Play Station 3, e mio marito aveva comprato tutte le versioni esistenti di GTA, ma quella è un'altra storia”. Gli invitati ridacchiarono di nuovo. Lui si rivolse alla figlia. “Amanda, voglio solo dirti che sono così fiero di te, oggi più che mai. Sono fiero di come tu sia cresciuta, e sono fiero di averti come figlia. Ti amo con tutto il mio cuore, con tutto quello che sono. E vederti felice con Josh, sposata.. be', chi sono io per impedirti tutto questo? Io ci sarò sempre per te. Sarò sempre il tuo papà, qualsiasi cosa accada”.
Amanda, in lacrime, si alzò e si diresse verso di lui. Thomas aprì le braccia e la strinse a sé. Tutti applaudirono alla scena, e si sentì qualche singhiozzo.
“Sei il migliore, papà”, sussurrò Amy al suo orecchio.
Thomas le stampò un bacio sulla guancia, separandosi con uno schiocco. La sua bambina era cresciuta in un batter d'occhio, ed era la donna più bella che lui avesse mai visto. Guardarla andare via, poche ore dopo, fu difficile, ma non a livelli inimmaginabili.
Newt gli pizzicò un fianco, scherzosamente. “Tè, avanzi della torta nuziale di nostra figlia e maratona di Dexter?”.
Thomas sorrise, circondandogli la vita con un braccio. “Non direi mai di no ad una cosa del genere”. 

  
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