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Autore: writer01    13/02/2016    1 recensioni
dal testo:
"Nel leggere quei due numeri separati da una barra non posso fare a meno di provare un moto di gioia dentro di me, alla fine la mia penitenza sta per giungere al termine, un altro incarico compreso questo e sarò finalmente libero. Apro la busta e tiro fuori la lettera. Come sempre c’è scritto il nome, il cognome, l’indirizzo di casa e di scuola del semidio che mi mandano a recuperare o del mostro che mi mandano ad uccidere"
orami gli mancano solo due incarichi prima di tornare ad essere libero, libero dagli ordini divini che vi vengono imposti. solo una cosa però rischia di renderlo di nuovo schiavo, l' amore.
Genere: Avventura, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, I sette della Profezia, Nico/Will, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora ecco il nuovo capitolo! È un po' diverso dagli altri visto che la maggior parte del racconto è costituita dal sogno\flashback di Elias ma vabbè, mi piaceva molto quella scena perciò ho voluto svilupparla per bene e infatti solo quella di circa 800 parole. Nel prossimo capitolo vorrei provare a inserire un narratore esterno, probabilmente una divinità, perché la narrazione in prima persona è oiosa e mi rende difficile anche scrivere due stupidaggini. Perciò se il prossimo capitolo dovesse essere in terza persona non assalitemi. Che dire? Se leggendo please lasciate una recensione che fa sempre piacere. Ciao e possa sempre la buona sorte essere a vostro favore ( viva Hunger Games)

 

-Writer01














 

La scena che mi si presenta mi è familiare. L'ho rivista decine di volte nei miei peggiori incubi. Un corridoio scoperto in pietra nera lungo diverse decine di metri, ai cui bordi ci sono dei ciliegi in fiore allineati perfettamente si inoltra verso quella che sembra una grotta. I bellissimi fiori del ciliegio contrasto con l'orrenda pietra nera del pavimento. Ogni tanto qualche folata di vento fa volare dei petali rosei sulla pietra. Ho fatto molto volte questo sogno e so alla perfezione cosa accade.

Inizia a contare mentalmente… 1...2...3… ed ecco arrivare due ragazzi, uno coi capelli biondi come il più raggiante dei soli e l'altro coi capelli più neri delle ombre più oscure. I due sembrano l'esempio perfetto per il detto che recita “ gli opposti finiranno sempre per attrarsi”. Quanta verità in appena 6 parole. Molte volte in passato ho urlato per tentare di fermare i due , sempre senza successo. Quello che sto rivivendo è uno sprazzo del passato, non del presente ne quantomeno del futuro. Questa volta sto zitto e osservo la scena impotente. Il moro ha una gamba ferita e tentenna un po' quando cammina mentre il biondo ha la mano sinistra con un brutto taglio. Nonostante ciò, il secondo tiene un arco teso con una freccia lucente pronta ad essere scoccata e il moro tiene una spada con la mano destra, pronto ad attaccare o a difendersi.

I due si fermano all' inizio del corridoio, dove la terra bruna e spoglia cede il passo al lastricato in pietra. I ragazzi osservano il corridoio circospetti, con l'aria di due che ne hanno passate parecchie.

<< dici che sia questo il posto?>> chiede il moro.

<< non lo so, ma di certo non è roba naturale questa. Per far crescere delle piante qui ci vuole delle magia molto forte>> risponde il biondo riferendosi al posto il cui si trovano: una grande landa desolata interrotta dal corridoio in pietra che porta all'entrata di una grotta alla base di una montagna.

<< hai ragione… non pensavo che una cosa tanto bella potesse vivere qui>> riprende il moro

<> sintetizza il biondo guardando l'entrata della grotta.

<< si, penso che dobbiamo continuare. Prova a lanciare una freccia>>.

Il biondo alza leggermente la traiettoria e molla la corda dorata che unisce le due estremità dell'arco. La freccia di luce viene scoccata e percorre velocemente il corridoio per poi immergersi nell'oscurità della grotta. Passano diversi secondi prima che si senta il rumore della freccia che si schianta contro qualcosa di solido.

<< è piuttosto profonda...>> sentenzia il biondo con uno sguardo glaciale.

<< non è una buona cosa. In questo posto tutto sembra portare o in basso o verso qualcosa di pericoloso>> dice il moro.

<< già, questo sembra portare a una cosa molto pericolosa>> risponde il biondo, con un tono secco e quasi acido.

<< senti, mi dispiace di averti trascinato in questo posto. Scusa>> dice il moro.

Il biondo impallidisce, getta l'arco dorato per terra e si gira di scatto verso il moro, che sembra farsi più piccolo. Il biondo si avvicina al moro e prende tra le mani il suo viso.

<< no! Non dire più una cosa del genere!>> scoppia il biondo << non è colpa tua e ne usciremo vivi insieme, io mi fido di te, ti seguirei ovunque, dovesse significare mettere in pericolo la mia stessa vita.>>

il moro sorride e risponde con un semplice “ Grazie”. Il biondo sembra felice della risposta e recupera il suo arco.

<< andiamo, restando qui non faremo altro che perdere tempo>> dice il biondo mettendo un piede sul lastricato nero e iniziando a farsi strada con l'arco teso verso la grotta.

L'altro lo segue, con la spada tra le mani e un passo leggermente claudicante dovuto alla ferita. Sebbene l'espressione del moro non lo dava a vedere, era incredibilmente felice. Dopo che il suo compagno di viaggio aveva terminato di dire quelle parole il suo cuore aveva avuto un sobbalzo. Il loro legame era davvero forte fino a questo punto, forte fino al punto di rischiare la vita per seguire o salvare l'altro? Ovviamente, si. Così il moro prosegue nel seguire il biondo con un'espressione seria e cupa, che non rivela il suo vero stato d'animo. In questo momento potrebbe finire tutto ma lui sarebbe felice. Ha il cuore che gli brucia di una nuovo sentimento mai provato prima, o almeno mai provato in quel modo. Un sentimento talmente forte da mettere in dubbio la pericolosità di cioè che stanno facendo, talmente forte da scaldare una persona che per anni ha vissuto nell'odio e nel rancore. Lo stesso vale per il biondo, mai aveva provato un sentimento tanto intenso in vita sua. Mai aveva provato un sentimento tanto sincero, mai tanto potente da conferire il coraggio necessario per affrontare la morte, sperando di poterne pure uscire vivo. Così i due, uno di fianco all'altro, muovono i primi passi in quel corridoio che sembra portare dritto tra le braccia di Thanatos.

mettere in pericolo la mia stessa vita , le parole riecheggiano nell'aria.

La scena si dissolve.

 

 

Quando mi sveglio non ho né il fiatone né sono sudato. Semplicemente sono troppo triste e scioccato per anche solo pensare di alzarmi dal letto. Ho sempre fatto incubi molto realistici, ma da quando mi sono avvicinato a Dylan sono aumentati. Sono più vividi, mi sembra di rivivere personalmente ogni volta le scene che ci ritraggono insieme, mi sembra di provare le emozioni che provavo quando Dylan era ancora Will, il mio Will. Una lacrima solitaria si fa strada sulla mia guancia, lasciando dietro di sé una scia umida che segna la mia pelle finché non cade sulla coperta, bagnandola. Con gli anni ho imparato a nascondere i miei sentimenti, a volte provando anche a nasconderli a me stesso, assurdo, no?

In questo istante una parte di me mi sta dicendo “ tu non sei triste” mentre l'altra parte vorrebbe solo nascondersi sotto le coperte e piangere fino a finire tutte le lacrime. La seconda parte sta vincendo il conflitto con la prima, ne è testimone la seconda lacrima che mi riga il viso, poi una terza, una quarto e una quinta.

Sto iniziando a piangere sul serio, con singhiozzi e spasmi, e non me ne vergogno. Alla fine tutti finiscono col scoppiare. Anche persone brave come me a nascondere tutto, a restare impassibili e freddi quando ci si vorrebbe solo nascondere. Non mi vergogno di versare lacrime, mi vergognerei di non farlo, mi vergognerei di dire che lui non mi manca. Lui era diventato una parte di me e io una di lui. A entrambi manca una parte fondamentale del loro io. Entrambi stiamo male senza l'altro, sono sicuro che anche lui inconsciamente stia soffrendo. Sento un terribile senso di vuoto che mi accompagna come un' ombra.

Mi prendo 5 minuti buoni per non fare niente e affogare nella mia tristezza, poi guardo l'orologio, la sveglia suonerà tra circa 20 minuti così decido di alzami per andare a fare una doccia calda, chissà che almeno quella mi scaldi. Mentre vado verso il bagno in camera do una rapida occhiata alla finestra, come spinto da un sesto senso primitivo e ciò che vedo mi lascia senza fiato. Anche se per pochissimo, potrei giurare di aver visto un petalo bianco-rosato volteggiare di fronte alla mia finestra.

   
 
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