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Autore: riccardoIII    14/02/2016    10 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, aveva creduto che sarebbero riusciti a guarire da ogni ferita.

-Serve un ricordo davvero felice, privo di ombre-
-Ho capito, James, l’hai detto mille volte!-
Lui sospirò mentre Lily lo guardava irritata.
-Pensa al giorno più bello della tua vita-­­­
-Lo sto facendo, da mezz’ora!-
-Evidentemente non  hai scelto il ricordo giusto!-
-Scusami, James-sono-sempre-felice-come-una vongola-Potter, se io nonlo sono mai stata abbastanza nella mia vita!-

Sirius sospirò, a qualche metro di distanza, concentrandosi sul viso imperlato di sudore di Peter; la nebbiolina che produceva di solito si era addensata parecchio, ma ancora non aveva acquisito una forma ben definita.
Lily invece non era affatto progredita nel suo tentativo di evocare un Patronus corporeo; Sirius non avrebbe ­­­­­­­­­­­mai creduto che la brillante Lily Evans avrebbe avuto così tanti problemi con quell’Incantesimo e in fondo pensava che James avesse ragione, che il problema fossero i ricordi che usava. Non che fosse facile scovare un momento felice della sua vita che non fosse collegato a un padre morente, una sorella che la odiava o un migliore amico che l’aveva tradita per unirsi ai Mangiamorte.­
Come se tutto ciò non bastasse, vedendo i suoi tentativi fallire Lily aveva perso fiducia in se stessa e si era innervosita. Sirius aveva deciso di dedicarsi a Peter per permettere a quei due testoni di passare qualche momento insieme in pseudo solitudine ma si stava chiedendo se non avesse sbagliato; dopotutto, lui avrebbe potuto comprendere la ragazza meglio di quanto avrebbe fatto James.
-Non è vero che non lo sei mai stata; probabilmente i tuoi bei ricordi sono stati offuscati dalla malinconia per alcune cose che sono capitate, ma io ti ho vista davvero felice-
Sirius sorrise mentre Peter lanciava di nuovo l’incantesimo e compariva una sfera di luce argentea davvero concentrata; Lily, invece, aveva spalancato la bocca.
-Quella domenica, nella Foresta Proibita, quando hai Evocato Octopus. Perché non provi a pensare a quello?-
Dire che la ragazza era avvampata era un eufemismo; le sue guance erano talmente rosse che avrebbe potuto cuocerci un uovo sopra. Mentre si congratulava con Peter dandogli una pacca di incoraggiamento sulla spalla Sirius si girò verso i due ragazzi; James sorrideva a Lily, che pareva ancora decisamente imbarazzata.
-Su, fammi contento; provaci-
Lei sbattè le palpebre e riacquistò un po’ di fermezza; chiuse gli occhi, mosse la bacchetta e per l’ennesima volta esclamò: -EXPECTO PATRONUM!-
Ma questa volta Sirius seppe che sarebbe stato diverso anche soltanto ascoltando la sua voce; si voltò verso di lei e anche Peter sembrò calamitato dalla voce della ragazza, perché il suo tentativo di Patronus svanì mentre seguiva lo sguardo di Sirius.
Si ritrovarono davanti ad un corvo argenteo che volava agitando placido le ali sopra la testa di colei che lo aveva evocato; James sorrideva, le braccia incrociate sul petto e un’espressione soddisfatta sul volto, mentre Lily guardava l’animale con espressione attonita.
-Ce l’ho fatta…- disse lei sommessamente e senza distogliere lo sguardo dalle ali che, lunghe e aggraziate, si muovevano nell’aria.
-Pare proprio di si. Un corvo, eh?- fece James, cercando di nascondere quanto fosse compiaciuto. Lei abbassò lo sguardo su di lui e lo fissò negli occhi; un po’ di rossore era tornato a tingerle le guance.
-Cosa significa, il corvo?-
-Be’, non sei tu quella che studia Antiche Rune?- fece James, sempre ghignando.
-E cosa dovrebbe avere a che fare con le rune?-
-Secondo la tradizione celtica il corvo è furbo e saggio, indica la capacità di imparare dagli errori del passato ma anche quella di andare avanti senza rimpianti-
Lily guardò James come se volesse scavargli dentro.
-Ma non è auspicio di morte?-
-Di guerra- intervenne Sirius, senza riuscire a trattenersi, -Di guerra, non di morte-
-Be’, non avevamo davvero bisogno di questo per sapere che rischieremo la vita in battaglia, dopotutto- disse lei facendo spallucce. Nel frattempo, il volatile argentato era scomparso e Lily aveva riportato lo sguardo su James, cercando di nascondere la felicità e il divertimento dietro un finto broncio.
-Non ti ringrazierò, lo sai vero?-
James le resse il gioco, ma non riuscì a camuffare il suo sorriso.
-Non mi aspettavo davvero che tu lo facessi. Che ne dici di riprovare?-
Mentre i due si rimettevano al lavoro anche Sirius invitò Peter a tentare ancora. Dopo un paio di tentativi la sfera iperconcentrata di Peter si trasformò in un topo piuttosto familiare.
Stavano giusto esultando tutti insieme, con i due nuovi Patroni a girellare attorno a loro, quando…
-Vedo che fate progressi, senza di me-
Sirius si girò, sbalordito, verso la fonte della voce; altre tre teste erano scattate insieme alla sua e i Patroni erano scomparsi in un attimo al calare dell’attenzione.
Remus avanzava sul prato di Casa Potter, le mani affondate nelle tasche e un angolo delle labbra leggermente sollevato in una pallida imitazione del suo caldo sorriso; i suoi occhi non erano totalmente assenti, ma nemmeno troppo presenti.

Lui e suo padre erano rimasti a Caerphilly, a casa di sua nonna, dopo il funerale; non lo vedevano da un paio di giorni e sembrava che avesse perso almeno due chili. Le cicatrici sul suo viso erano più evidenti che mai e due profonde occhiaie, che per una volta non erano dovute al Plenilunio, marcavano i suoi occhi.
-Scusate se non ho avvertito del mio arrivo, è stato Milly ad aprire i cancelli per farmi entrare-
-Questa è casa tua. Non hai bisogno di avvertire nessuno-
James stava osservando Remus intensamente e il suo sguardo era pienamente ricambiato; un sorriso tornò ad illuminare il viso di James e Remus, come se fosse uno specchio, si rasserenò. Presero a camminare uno verso l’altro, colmando la distanza che li divideva, e in un secondo si abbracciarono, senza vergogna, davanti a tutti.
-Ben tornato, Moony- fece James quando si staccarono, e Sirius vide il primo vero sorriso fiorire sul volto di Remus da quando sua madre era morta.
Lily si tirò in disparte mentre Sirius e poi Peter stringevano rapidamente Remus e ricevevano in cambio lo stesso piccolo sorriso; quando i Malandrini si furono ritrovati Remus si voltò verso la ragazza e la trovò ad osservarlo con le sopracciglia aggrottate.
-Sono felice di rivederti, Lily- le disse lui, ma non si mosse; la studiò da lontano come si potrebbe fare con un gatto selvatico.
Il suddetto gatto, però, non ci pensò un solo secondo; si gettò tra le sue braccia con un’irruenza e un impeto che lasciò senza parole il ragazzo, le cui braccia rimasero per un secondo lungo i fianchi prima di stringere Lily a sé.
-Mi sei mancato tanto, Rem-
-Anche tu, Lils. Ma sono convinto di averti lasciato in ottime mani- disse lui guardandola negli occhi.

-Ho consigliato a mio padre di andarsene, nascondersi lontano da me-
Erano seduti ai margini del campo da Quidditch, sotto gli alberi che li proteggevano dal sole di mezzogiorno; davanti a loro, su una tovaglia candida, erano posati alcuni piatti con resti di pollo fritto e patatine e una brocca di succo di zucca quasi del tutto finito. I cinque se ne stavano lì, con le gambe incrociate e le sigarette tra le dita, e finalmente Remus aveva cominciato a parlare.
-Continueranno a cercarmi, ne sono certo, soprattutto dopo che ho fatto arrestare due di loro; non sarebbe sicuro per lui vivere con me. Credevo che mia nonna avrebbe potuto… Si, insomma… Ospitarlo per un po’. Ma lei… Non ha preso bene la morte della mamma. Crede sia colpa mia e soprattutto di papà, lui ha voluto dirle… La verità. È per questo che siamo rimasti lì. Mio zio ha provato a farla ragionare, ma credo sia impazzita dal dolore. Già non aveva mai accettato che la mamma avesse mollato tutto per seguire quello che hai suoi occhi era più o meno un vagabondo, ma ora... È terrorizzata da quello che sono. Aveva sempre creduto che fossi malato gravemente, venire a sapere che in realtà sono un Lupo Mannaro e che sua figlia è morta per quelli della mia specie è stato un duro colpo-
Sirius deglutì, chiedendosi quanto dolore la vita avrebbe avuto in serbo per Remus.
-Così mio padre non ne voleva sapere di lasciarmi solo, ma l’ho convinto. Sono troppo pericoloso-
-Come hai fatto a… Ehm… Convincerlo?- fece Peter, titubante.
-Gli ho detto che non l’ho perdonato per quello che ha fatto, sapete, mentirmi su Grayback e il resto…-
Sirius si irrigidì; l’amico non gli aveva confessato il motivo per cui suo padre si riteneva responsabile della sua condizione e, di conseguenza, della morte della moglie.
-È che… Mio padre, quando lavorava nella task force ministeriale, ha avuto un diverbio con Grayback e gli sono… Scappate… Delle cose. Ha detto che era infuriato, che non le pensa davvero… Anche se questo non cambia le cose. Ha urlato contro Grayback che i Licantropi sono “esseri senz’anima, cattivi e bramosi solo di morte”, quindi Lui ha pensato bene di mordere me, in modo che papà dovesse fare i conti con le sue parole ogni giorno della sua vita, associandole a suo figlio-
Finalmente quell’impressione che Sirius aveva avuto ogni volta che aveva incontrato i Signori Lupin aveva una spiegazione; era per questo che il padre di Remus si sentiva in colpa, perché si accusava della Maledizione del figlio.
-Hai fatto credere a tuo padre che lo odi?-
James guardava Remus con la rabbia negli occhi.
-Non ti sei reso conto che potremmo morire tutti domani?! E se gli accadesse qualcosa e le ultime parole che gli hai detto sono state menzogne?!-
-Credi che non sappia cosa si provi a veder morire i propri genitori, James?! Sul serio vuoi fare questo discorso con me?!-
Remus era balzato in piedi, furibondo. L’amico lo imitò e Sirius si interpose tra loro, giusto per sicurezza; i due continuarono a urlarsi contro come se niente fosse.
-Proprio per questo dovresti godere di ogni secondo che ti è dato da vivere con lui! Ha passato la sua vita a sentirsi colpevole per la disgrazia che ti è capitata, sua moglie è appena morta e crede che sia colpa sua, e suo figlio scappa dopo avergli detto che lo odia! Lo avrai distrutto, Remus!-
-Avrei tutto il diritto di odiarlo, dopo quello che ha fatto!-
-MA TU NON LO ODI AFFATTO! Tu, Remus, continui a colpevolizzare te stesso, continui a sentirti un mostro e a pensare le stesse identiche cose che tuo padre ha detto in un impeto di rabbia!-
Per un secondo Sirius fu certo che Remus avrebbe picchiato James; invece il ragazzo parve bloccarsi, cosa che caricò soltanto la rabbia dell’amico.

-Tu, Remus, proprio come tutta la società magica, proprio come tuo padre anni fa, sei convinto che i Lupi Mannari siano solo dei mostri senz’anima. Ti stai rovinando la vita perché non credi di meritarti di meglio. Tu non odi affatto tuo padre e non lo ritieni responsabile della morte di tua madre sicuramente più di quanto incolpi te stesso!-
Sembrò che Remus fosse stato colpito da uno schiaffo in pieno viso.
-Tua nonna ha ragione, non è vero, ad essere terrorizzata da te?! Dallo stesso ragazzo che fino a cinque giorni fa avrebbe trattato con affetto e calore?! Cosa è cambiato in te da quando è morta tua madre?! Sei forse diventato un assassino, vai in giro a sbranare le persone?! PERCHÈ  DIAVOLO CREDI DI MERITARE TUTTE LE INGIUSTIZIE IN CUI IL MONDO TI COSTRINGE A VIVERE?!-
-PERCHÉ IO SONO UN MOSTRO!-
-Meno di una settimana fa venti persone ti hanno dimostrato che non lo sei affatto! Se non ti fosse bastato il fatto che noi abbiamo deciso di esserti amici comunque, qualunque sia la tua condizione, ora hai un’altra prova che non tutti pensano che tu sia un abominio! Venti perfetti sconosciuti hanno accettato ciò che sei in meno di cinque minuti perché tu sei una persona, Remus, una brava persona a cui sono capitate brutte cose! Non conta il sangue, ma il cuore, Remus! Quando te ne convincerai?! Se non lotti tu per primo perché il mondo ti consideri per l’uomo che sei e non per il Lupo Mannaro che sei costretto ad essere, se tu per primo ti consideri un mostro, come puoi aspettarti che l’intero Mondo Magico cambi opinione su di te?!-
-Non mi aspetto che lo faccia perché non sono così idiota da farmi abbagliare da stupidi sogni di uguaglianza! Ma certo, siamo tutti uguali James, non è vero?! Tu, il rampollo Purosangue di una famiglia con più denaro di quanto se ne possa spendere in una vita intera, sei identico ad ogni Mezzosangue o Sanguesporco sulla faccia del pianeta! Infatti quanti Ministri della Magia Nati Babbani abbiamo avuto?! Quanti Nati Babbani ci sono nel Wizengamot?! Quanti Purosangue, invece, sono finiti a lavorare nella Manutenzione Magica?!-

James era avvampato dalla collera; aveva la mascella protrusa in avanti e le unghie conficcate nei palmi. Erano i chiari segni di un’esplosione imminente e Sirius, per quanto fosse d’accordo con James, pensò  che fosse meglio intervenire prima che le cose si mettessero male.
-Remus, credo tu abbia esagerato. James, amico, calm…-
-Io, Remus John Lupin, sarò anche il rampollo Purosangue di una famiglia a cui i Galeoni escono dalle mutande, e sarò anche un idealista e un sognatore, e forse un coglione che crede che le utopie possano realizzarsi, ma sono qui e sto lottando perché i miei figli possano crescere e vivere in un mondo in cui tu non debba vergognarti di chi sei. I miei genitori Purosangue e straricchi rischiano ogni giorno la propria vita e quella dei loro figli perché sono così terribilmente idealisti da non trincerarsi dietro al loro status sociale e da pretendere per te gli stessi diritti che ha il loro stramaledetto figlio col sangue dannatamente pulito. Il mio stupido fratello con l’albero genealogico migliore di quello di una stirpe reale ha abbandonato la sua nobilissima casa perché sogna un mondo in cui tu possa essere considerato uguale a lui; è stato picchiato e torturato perché crede di non essere superiore a te ed è scappato di casa a quindici anni, senza un soldo e senza una certezza, perché non tollerava di vivere con gente che ti disprezza. Peter ha combattuto contro se stesso ed è diventato un Animagus, sa usare Incantesimi di Guarigione di livello M.A.G.O. da due anni e ha fatto tutto questo per te, perché è tuo amico e crede che tu meriti tutto l’aiuto e l’affetto del mondo. Lily, Sanguesporco e fiera di esserlo, ha rischiato di morire insieme ai propri genitori, li ha messi in salvo e ora è qui, a  imparare a combattere per prendere parte ad una guerra che le consenta di dimostrare che il suo sangue babbano vale tanto quanto il mio. Suo padre sta morendo e lei è qui a evocare Patronus, a rischiare la sua vita quando probabilmente il suo desiderio più grande sarebbe quello di passare con lui tutto il tempo che gli rimane. Noi stiamo combattendo per noi stessi e per te, ma quando ti deciderai tu a  SMETTERLA DI COMPORTARTI DA CODARDO E COMINCIARE A LOTTARE PER QUELLO CHE MERITI DI AVERE?!-
Un movimento improvviso, uno scoppio e un lampo di luce; sotto il braccio teso di Sirius passò un Incantesimo che centrò James in pieno petto, mandandolo a sbattere contro uno dei pali del campo da Quidditch. Lily gridò, Peter balzò in piedi, Remus si voltò e cominciò a correre verso la casa; Sirius era sicuro di aver visto un lampo d’orrore passare negli occhi d’ambra alla vista del corpo dell’amico che si accasciava sull’erba dopo il colpo ricevuto.
-Se l’è meritato- bofonchiò James prima di svenire.

-Salve, ragazzi. Ci siamo tutti?-
Fabian avanzò nella sala riunioni del Quartier Generale, sorridendo loro e togliendosi il mantello.
-In realtà no, manca ancora Remu…-
-Scusate il ritardo-
Remus, accaldato e leggermente rosso in viso, si richiuse la porta alle spalle. Con la testa bassa si posizionò in fondo alla fila, accanto a Peter, nel punto più lontano da James che riuscì a trovare.
-Bene, adesso sì che ci siamo tutti. Allora, ho qui le note che il Capo ha stilato su di voi; pare che non siate affatto male, in fondo, e se lo dice lui potete star certi che c’è da crederci.
Il piano di lavoro per questo pomeriggio prevede un’esercitazione nei duelli, come immaginerete. Ora vi dividerete in coppie; chi rimane senza compagno non si preoccupi: a turno cambieremo avversario.
So che la volta scorsa avete puntato a Disarmare, quindi oggi faremo un passo avanti. Dovete mettere al tappeto il vostro compagno, possibilmente senza ferirlo. Potete usare qualsiasi Incantesimo, Fattura o tattica vogliate; analizzare i vostri stili mi permetterà di finire di stilare il profilo di ognuno di voi, così dal prossimo allenamento potremo puntare a rafforzare i punti su cui siete carenti.
Se siete pronti scegliete un compagno e schieratevi in posizione di guardia; chi rimane da solo potrà venire qui accanto a me, mi sarà utile avere una persona che vi conosca e mi aiuti a capire come agite-
Come se non attendesse altro che quello dal giorno prima, James si diresse verso Remus e gli si parò di fronte; entrambi non parevano infuriati, semplicemente decisi. Lily continuava a far saettare gli occhi dall’uno all’altro, diffidente, e Peter fece per parlare, preoccupato, ma Sirius con un gesto lo bloccò. Peter deglutì, annuì e si voltò verso Fabian, ma Sirius lo fermò di nuovo.
-Sto fermo io, va’ con Lily-
Anche questa volta Peter non fece obiezioni e Sirius con un paio di passi si portò sul fianco destro dell’uomo, che aveva guardato la scena incuriosito.
-C’è qualcosa che dovrei sapere?- fece in tono ironico, ma Sirius era troppo concentrato a scrutare i suoi amici per coglierlo.
-Ieri James e Remus hanno avuto una brutta discussione, si sono urlati contro di tutto. Alla fine Remus ha fatto schiantare James contro un palo, provocandogli una commozione cerebrale, ed è scappato. Non lo vediamo da allora-
Fabian aggrottò le sopracciglia, segnando qualcosa sulla pergamena che reggeva in mano.
-Non credi che si uccideranno qui, vero? Il Capo mi urlerebbe nelle orecchie per giorni-
Sirius, tutto concentrato a osservare Remus parare un raggio arancione che James gli aveva diretto contro la spalla sinistra, fece spallucce.
-Non credo dovremo pulire il loro sangue dalle pareti, almeno-
Fabian alzò gli occhi su Lily, che era appena riuscita a Pietrificare le gambe di Peter col risultato di farlo cadere bocconi, e tornò a scrivere sul foglio, in una delle caselle della griglia che vi era tracciata sopra.
-Be’, questo è davvero confortante, si-
In quel momento uno scoppio più forte degli altri attirò la loro attenzione: Remus era stato appena atterrato, una fune spessa legava insieme dietro la sua schiena polsi e caviglie e la sua bacchetta era a qualche passo da lui, sul pavimento. James torreggiava ancora sull’amico, le dita della mano destra serrate attorno alla propria arma.
-Mi dispiace-
Peter, appena rinvenuto dopo la Schiantesimo di Lily, voltò il capo verso i due ragazzi. Lei, invece, rimase con la mano protesa verso Wormtail, in una chiara offerta di aiuto a cui nessuno dei due stava più pensando. Sirius convenne con loro che sentire Remus scusarsi proprio ora che era in una posizione tanto ridicola, in bilico sul ventre in una buffa imitazione di un dondolo, aveva un che di scioccante.
-Ho esagerato anch’io-
-Non volevo farti male, sul serio. Mi sono lasciato prendere dalla rabbia-
-Va bene, Rem, non è successo nulla. Scusa se ti ho urlato addosso in quel modo. Non avrei dovuto. Non che non pensassi ciò che ho detto-
-Lo so che lo pensi. Ma è difficile per me-
-È per questo che ci siamo noi, vero?-
La bacchetta di James si mosse, liberando Remus dalla sua posizione assurda; in un baleno il ragazzo fu in piedi e guardò James dritto negli occhi.
-Sono stato da mio padre. Gli ho detto la verità-
-Hai fatto benissimo-
-Grazie-
-Sono qui per questo-

Un silenzio imbarazzato scese attorno a loro. Fabian si schiarì la voce, riportando James e Remus coi piedi per terra.
-Bene, siete stati molto bravi. Ora scambiatevi di coppia; Sirius, prendi il posto di uno di loro-
Sirius affrontò Remus e James si scontrò con Lily, mentre Fabian scrutava tutto con occhi attenti e faceva qualche domanda di tanto in tanto a Peter. Sirius si trovò ad essere bersagliato da una raffica di incantesimi che non gli diede tregua, costringendolo a parare senza poter scagliare nemmeno un Expelliarmus fino a che Remus si stancò; ci mise un secondo di troppo a scagliare la Fattura Gambemolli, così Sirius riuscì a spedirgli contro un getto d’acqua ad alta pressione. Si rese conto del proprio errore non appena Remus ghignò: questi Evocò una lastra di vetro che lo proteggesse dall’acqua che continuava a sgorgare dalla bacchetta del suo avversario; scontrandosi con la superficie trasparente il liquido cominciò a scorrerci sopra, confondendo i contorni del corpo di Remus  e impedendo a Sirius di prendere la mira per un secondo incantesimo. Sirius imprecò, scagliando un Reducto contro il vetro che andò in mille pezzi, ma a quanto pareva Remus stava aspettando solo quello: appena la lastra scoppiò Sirius vide un raggio rosso dirigersi  verso il suo stomaco, troppo rapidamente perché potesse fare alcunché. Si ritrovò sul pavimento a osservare Remus tendergli la mano, dopo averlo fatto rinvenire dallo Schiantesimo.
-Bel colpo Rem-
-Ho avuto ottimi maestri- gli rispose quello, tirandolo su di peso e stringendogli la mano per un attimo di troppo. Sirius gli sorrise.

A quanto pareva James e Lily se le stavano dando di santa ragione: Fabian doveva aver creato una specie di barriera tra le coppie di duellanti in modo che gli incantesimi deviati di uno scontro non interferissero con quello che avveniva loro accanto, così i due non erano stati investiti né dall’acqua né dalle schegge che avevano aperto invece un bel po’ di tagli su volti, mani e abiti di Remus e Sirius. Nulla che un rapido colpo della bacchetta di Sirius non riuscisse a sistemare, comunque.
-Oppugno!-
Lily aveva appena aizzato una decina di picchi comparsi dal nulla contro James, ma stranamente il ragazzo scoppiò a ridere; con un pigro movimento della bacchetta gli uccelli scomparvero, soppiantati da una nube nera e densa che si frappose tra i due.
-Hai davvero cercato di usare la Trasfigurazione con me?-
-Era un implicito complimento alle tue doti da insegnante- rispose lei, tentando di far Evanescere la nube.
“MMMhhh… Pessima idea…”
Infatti la strana nebbia scura svanì, ma questo portò in svantaggio Lily: mentre lei era ancora impegnata nell’Incantesimo James fu libero di attaccare spedendole contro un Trantallegra che la colpì di striscio al piede destro, ma tanto bastò affinché le sue gambe cominciassero a danzare con frenesia. Lily guardò James con sfida: se avesse posto rimedio all’incanto di James avrebbe perso sia la possibilità di attaccare che la mira sull’avversario, ma comunque non era facile scagliare un incantesimo con precisione mentre ci si agitava come degli ossessi. James ghignava, probabilmente pensava di avere già la vittoria in pugno ma non osava attaccare perché lei poteva pur sempre evocare lo scudo che gli avrebbe riflettuto l’incantesimo contro. Lily si morse un labbro, poi senza alcun preavviso si buttò per terra sulla spalla sinistra.
Sirius ghignò: quella ragazza era un genio.
Essere a terra in genere significava essere in una posizione svantaggiosa; in quel caso, però, era l’unico modo per poter lanciare un incantesimo prendendo bene la mira, non essendo più sballottata qua e là dalle proprie gambe. Lily, nello specifico, da quella posizione aveva anche un’ottima visuale della zona che voleva colpire così James, preso alla sprovvista dal gesto della ragazza e in svantaggio a causa dell’angolazione di circa novanta gradi della traiettoria scelta da lei, non fece in tempo a difendersi dalla Fattura Pungente che la ragazza scagliò contro un punto decisamente delicato del suo inguine.
Con un lamento di atterrito dolore il ragazzo cadde in ginocchio e la bacchetta gli sfuggì di mano. Lily disse “Finite!” e le sue gambe tornarono immobili. Alle sue spalle, tuttavia, di immobile non c’era proprio nulla: Fabian, Peter, Remus e Sirius avevano cominciato a ridere in maniera incontrollata; qualcuno piangeva, qualcuno si reggeva la pancia. Sirius, nello specifico, non ricordava di aver riso tanto in vita sua nemmeno ai tempi dello scherzo delle Caccabombe a colazione.
Lily, arrossita per l’imbarazzo, fece un movimento della bacchetta verso James che piagnucolava senza ritegno, accovacciato in posizione fetale e con le mani a coppa attorno a una parte del corpo maschile in genere ipersensibile. Immediatamente lui parve trovare sollievo, perché almeno smise di frignare come una ragazzina.

Ci vollero dieci minuti, un Glacius, un Incantesimo di Guarigione e un bicchiere di acqua fresca perché James si riprendesse. Poi prese ad urlare contro Lily.
-È un allenamento, per i reggicalze di Morgana! Non dobbiamo farci male sul serio!-
-Andiamo, James, ho reagito d’istinto! Dovresti essere felice che io sappia difendermi bene!-
-Lo sono! Sono felicissimo che tu sappia come difenderti, gradirei solo continuare ad avere dei genitali!-
-Ma sono tornati a posto, di cosa ti lamenti?- fece lei guardando per aria, cercando di dissimulare l’imbarazzo e il senso di colpa.
-Merlino, non so se torneranno mai “a posto”! Dovrei farmi visitare da un Medimago! Potrei essere diventato impotente! O sterile! Oh Merlino, Morgana, Godric benedetto! Dimmi che non mi hai reso sterile, Lily Evans!-
Sirius scosse la testa, voltandosi verso Fabian.
-Al posto tuo, più che preoccuparmi di quello che mi farebbe Moody se qualcuno di noi morisse qui dentro, mi preoccuperei di quello che ti farà Charlus quando saprà che sotto la tua giurisdizione ha rischiato di perdere la possibilità di avere un nipotino-
Il sorriso di Fabian si congelò mentre il suo viso sbiancava. Parve riprendersi quel tanto che bastò per muovere la bacchetta e far apparire un grosso toro argenteo.
-Caradoc, abbiamo bisogno di un consulto. Subito! Codice rosso!-
E mentre il toro spariva oltre la porta, James continuava a supplicare qualunque mago famoso conoscesse e Lily si ostinava a dire che stava esagerando, Sirius si voltò verso Remus e lo vide ridere come avrebbe fatto un mese prima. Un fuoco cominciò ad ardergli nel petto e in quel momento seppe che, in fondo, qualunque cosa fosse potuta accadere, ce l’avrebbero fatta a rialzarsi. Insieme.

 
Note:
grazie ad una delle più fedeli lettrici, alias HadleyTheImpossibleGirl, ho scoperto questo detto inglese meraviglioso, "felice come una vongola", e non sono riuscita a impedirmi di inserirlo nella storia, me ne sono innamorata.
Questione che credo vi interesserà parecchio, il Patronus di Lily: ho scelto il suo e tutti gli altri che sono comparsi o compariranno nella storia basandomi sulle credenze celtiche sulla simbologia degli animali, mi sembrava la cosa più in linea con la saga.
Ancora una volta i riferimenti alla storia di Grayback sono da attribuire a J. K. Rowling e alla biografia di Remus pubblicata su Pottermore: la questione della nonna e del tentativo di Remus di allontanare il padre invece è farina del mio sacco.
Alla prossima e grazie!

 
   
 
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