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Autore: Felix_Felicis00    14/02/2016    5 recensioni
INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE!
La storia può essere seguita anche se non si hanno tributi.
***
Dalla storia:
Tutto era pronto ormai.
Le telecamere erano state inviate ai distretti, con gli accompagnatori e la troupe televisiva.
I nomi, scritti su foglietti di carta, erano nelle bocce.
Le piazze erano state abbellite da stendardi colorati.
I ragazzi dai dodici ai diciotto anni erano stati radunati all’interno di zone delimitate da funi e contrassegnate a seconda dell’età, i più grandi davanti e i più piccoli dietro.
Ogni cosa era preparata, i trentesimi Hunger Games stavano, finalmente, per iniziare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Strateghi, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prendere decisioni

Cornelia Banks (1), Alvin Lorcan Theroux (1), Merian Oleg (2) e Elaine Claythorne (4) – Cornucopia, secondo giorno

I quattro favoriti, dopo il bagno di sangue, avevano deciso di rimanere alla Cornucopia per controllare quali armi e provviste erano riusciti ad ottenere e poi, essendo quasi buio, avevano passato la notte lì, alternandosi con i turni di guardia. Il mattino, una volta svegli, mangiarono qualche cracker trovato in uno degli zaini e poi cominciarono a discutere su cosa fare.
- Non capisco nemmeno perché dobbiamo discuterne! – si lamentò Cornelia – È semplice: andiamo in giro per l’arena e, non appena incontriamo un tributo, lo uccidiamo. –
- Ma non possiamo non avere una strategia: dobbiamo decidere come muoverci, come attaccare… - disse nervosamente Elaine, mentre con lo sguardo cerava l’appoggio dei suoi alleati. Era convinta delle sue idee, ma aveva anche paura di mettersi contro l’altra ragazza.
- Io credo che abbia ragione Cornelia, insomma siamo i favoriti! – la appoggiò Merian.
- D’accordo, ma come facciamo con le provviste? – chiese Alvin. - Non possiamo portarci dietro tutto! –
- Uno di noi dovrebbe rimanere qui a controllarle – suggerì Elaine. - Ma forse è meglio appostarci in un altro luogo, possibilmente con dell’acqua vicino. –
- Ma qui siamo al centro dell’arena, è la posizione perfetta! – la contraddisse Cornelia.
- Vero, ma non abbiamo l’acqua – osservò Alvin
- Cosa credi che servano a fare gli sponsor? – domandò ironicamente Merian, prima di sbuffare. – Sentite, non possiamo starcene qui con le mani in mano! Se voi due volete stare qui per controllare le provviste, d’accordo. Nel frattempo io e Cornelia faremo un giro di esplorazione e se troviamo un lago, un ruscello o qualcosa del genere torneremo qui e ci sposteremo – propose Merian. Fortunatamente tutti furono d’accordo e si divisero come deciso. Quando si furono allontanati abbastanza dalla Cornucopia, Cornelia disse al ragazzo che camminava al suo fianco:
- Quei due non sono dei veri favoriti, dovremo sbarazzarci di loro, prima o poi! –
- Sono d’accordo con te, ma intanto teniamoceli buoni: finché i tributi sono ancora così tanti ci serve una mano per farli fuori, poi ci occuperemo di loro. -
- Va bene, ma spero che succeda in fretta perché sto cominciando a non sopportar più le chiacchiere di quell’odiosa gallina! –
Merian rise, subito seguito da Cornelia.
- C’è qualche tributo che desideri particolarmente uccidere? – gli chiese la ragazza.
- Nessuno di particolare, voglio che muoiano tutti, a parte me ovviamente. Sì, insomma, la ragazza del 7 non mi sta molto simpatica e nemmeno quello dell’8, ma se li uccidesse qualcun altro per me non sarebbe un problema. Tu invece? –
- Quella del 10, Felicity. Già per il suo nome la odio. Insomma, che nome è Felicity? E poi si dà troppe arie per i miei gusti. La detesto. Avrà una morte lunga e dolorosa – rispose lei con un sorriso sadico che non prometteva nulla di buono e che mise timore persino a Merian.
I due si inoltrarono nella zona che loro non sapevano ancora fosse l’inverno.

Blake Dawnson (12) – Primavera, secondo giorno
Camminava in un prato fiorito, tenendo stretto tra le mani un coltello, l’unica arma che possedeva. Lo stringeva forte mentre procedeva in silenzio, guardandosi intorno con le orecchie tese. Ogni scricchiolio lo faceva sobbalzare e si girava subito verso la direzione da cui proveniva. Anche se non lo avrebbe mai ammesso aveva paura, terribilmente paura. E quel bosco con fiori colorati dall’odore inebriante e dagli alberi con frutti che parevano succosi gli metteva solo più inquietudine. Ad un certo punto sentì un rumore, come lo spezzarsi di un ramo. Si voltò, ma non c’era nessuno. Rimase fermo immobile, in allerta. Un altro scricchiolio. E poi il rumore dei passi. Erano vicini, sempre più vicini. Che cosa fare? E se fossero stati dei tributi armati fino ai denti? E se fossero stati i favoriti? Non poteva rischiare. Si arrampicò velocemente e il più silenziosamente possibile sopra un albero. Nascosto dalla chioma dell’albero spiò chi si stava avvicinando. Era una ragazza. Non si ricordava di lei, ma era certo che non fosse una del gruppo dei favoriti. Non sembrava particolarmente pericolosa, avrebbe potuto ucciderla facilmente. Si calò di colpo dall’albero, sorprendendola. Lei perse l’equilibrio e cadde per terra, spaventata. I capelli biondo cenere erano legati in una coda alta e i suoi occhi verdi lo scrutavano intimorita. Sulla guancia sinistra c’era del sangue secco e riusciva ad intravedere un taglio non troppo profondo, ma abbastanza perché vi rimanesse una cicatrice. Sul petto era appuntato il numero 10. Era disarmata e debole, sarebbe bastato scagliare il coltello contro di lei per ucciderla e, probabilmente, la ragazza non avrebbe nemmeno combattuto. Sembrava sfinita, forse non aveva mangiato. Era così facile, così facile.
“Fallo. Forza, fallo. Che ci vuole?” si chiese.
Strinse la sua arma ancora più forte, per poi sospirare e abbassare il coltello. Porse la mano alla ragazza per aiutarla ad alzarsi. Lei la guardò timorosa, ma poi l’accettò e si mise in piedi.
- Perché non mi hai colpita? – sussurrò.
- Sei disarmata, sarebbe sleale – rispose semplicemente lui con un sospiro.
- Sono gli Hunger Games. –
- Sei sola? – domandò lui guardandosi in giro per controllare se ci fosse qualche altro tributo in giro.
- Sì, la mia alleata è... morta. –
- Mi dispiace, anche la mia. –
- La ragazza del tuo distretto? Shanti, giusto? –
- Sì. Come ti chiami? –
- Felicity Morrison, distretto 10 – rispose stringendogli la mano.
- Blake Dawnson, distretto 12 – fece lui ricambiando la stretta.
- E ora che si fa? Ognuno per la sua strada, oppure… -
- Beh, potremmo stringere un’alleanza: farebbe comodo ad entrambi – suggerì Blake.
- Sì, mi sembra un’ottima idea. –

David Wood, Capo Stratega - Capitol City, secondo giorno
Il Capo Stretga, David Wood, scrutava l’ologramma della sua arena con occhio critico. Già sapeva che era piaciuta molto al pubblico di Capitol City grazie ai risultati del sondaggio che aveva indetto. Poteva quindi ritenersi contento, ma non lo era affatto in quanto c’era troppa poca azione. Dal giorno precedente non c’era stato nessun morto, nessuno scontro, al contrario si era formata una nuova alleanza. I tributi - esclusa Cornelia: lei metteva un po’ di paura persino a lui -  erano più noiosi di quanto gli fossero sembrati alle interviste e quindi toccava a lui movimentare la situazione.
Merian e Cornelia erano entrati nell’area dell’inverno: sarebbe bastato bloccare qualche strada con tronchi o ghiaccio per fare in modo che arrivassero al luogo dove si trovava l’unica alleanza presente in quella stagione, quella costituita da Reylen, Vegas e Kaya.
- Fate in modo che i Favoriti raggiungano i tributi dell’8 e la ragazza del 6: ci serve un po’ di azione - ordinò ai suoi collaboratori, che si misero subito al lavoro.
- Quanti ne devono morire? - chiese una donna con un orrendo taglio di capelli.
- Non più di due. Cercate di salvare Cornelia, almeno per adesso. Mi piacerebbe vedere qualche altra scena con lei, magari con la ragazza del 10. Ma non preoccupatevi troppo di difenderla, se la sa cavare da sola - rispose lui con un sorriso, divertito da come - nonostante fossero i tributi a combattere - potesse ancora lui decidere chi far morire o meno. Erano tutti sotto il suo potere. Era lui a decidere. Certo, cercava di far in modo che gli scontri andassero per il suo corso, ma se serviva interveniva.
Osservò Kaya alzarsi da terra e fare gesto ai sui alleati di fare silenzio, probabilmente aveva sentito un rumore o delle voci, beh non si sbagliava: poco lontano la coppia di Favoriti si dirigeva verso di loro. I tre si nascosero dietro degli alberi dal tronco abbastanza largo per non essere avvistati, così da coglierli di sorpresa quando gli altri li avrebbero raggiunti.
Entrambe le alleanze erano abbastanza rifornite di armi (coltelli, lance, asce e spade) ed erano entrambe molto forti. Sarebbe stato uno scontro interessante.
- Concentrate le telecamere su questa zona, nelle altre stagioni non sta succedendo nulla di importante - ordinò.
- Dieci secondi allo scontro - annunciò un uomo. - Tre. Due. Uno. È iniziato. Telecamera 3 su Merian. -
- Voglio che telecamera 3 riprenda dall’alto, dobbiamo avere anche una visione generale! - esclamò David.
- Sì, signore - rispose, prima di eseguire gli ordini.
I cinque stavano combattendo valorosamente: erano tutti molto preparati, ma i Favoriti - nonostante fossero di meno - erano più forti. Kaya era già stata ferita a un braccio da Cornelia e stava perdendo molto sangue.
- Signor Wood, il tributo del distretto 6 è caduta. Merian si sta preparando ad attaccare - lo aggiornò una donna anziana, anche se non ce ne era bisogno: lui era attento alla situazione.
- Bene. Primo piano sul ragazzo… Perfetto, ora spostatevi sudi lei. Okay ora ripresa dal basso. -
Merian lanciò una lancia e Kaya venne colpita esattamente al centro del petto: i suoi occhi si spalancarono e la sua bocca si aprì come per urlare, ma nessun suono uscì dalla sua bocca. I suoi alleati la guardarono con sguardo triste e allo stesso tempo spaventato: ora erano due contro due. I due Favoriti sorridevano, invece, era un sorriso malefico e freddo, il loro.
- Controllo del battito cardiaco - disse.
- Nessun battito, signore. È morta - gli rispose uno degli strateghi.
- Fate partire il colpo di cannone. Non voglio altri morti, altrimenti perderemmo i due tributi dell’8 e li voglio dentro, almeno per un po’. Fate in modo che smettano di combattere. -
- Bufera di neve o Yeti, signore? - chiese l’addetta agli effetti speciali.
- Bufera di neve. Teniamoci gli ibridi per più avanti - rispose lui.
- Perfetto. Tra tre. Due. Uno. È iniziata, signore. -
La neve cominciò a cadere forte sopra le loro teste, impedendogli di vedere e di riconoscere le persone con cui stavano combattendo. Vegas afferrò Reyeln per un polso e cominciarono a correre il più velocemente possibile lontano da loro, lasciando però le provviste, che furono recuperate dai Favoriti. Merian e Cornelia si fermarono, in attesa che la bufera finisse.
- Bel lavoro. Ora devo andare, chiamatemi se succede qualcosa degno di nota. -
David Wood uscì dalla stanza con un sorriso trionfante: era riuscito a dimostrare anche oggi che era lui ad avere il controllo e che i tributi erano solo pedine dei suoi giochi.




SPAZIO AUTRICE
Ciao,
so che l’ultima volta che ho aggiornato è stata talmente tanto tempo fa che probabilmente c’erano ancora i dinosauri e so anche che vi avevo promesso di aggiornare presto. E il capitolo era anche pronto per la data stabilita, ma – sì, c’è un ma – come scrivere l’ultimo pezzo e mi è venuta solo poco tempo fa l’idea di farlo dal punto di vista del Capo Stratega. Poi ho perso la chiavetta dove avevo salvato tutto il lavoro e dunque… eccomi qui solo oggi!
Mi dispiace davvero, sono imperdonabile, spero solo che ci sia qualche anima pia disposta a leggere ancora questa storia.
Comunque, spero di pubblicare il prossimo capitolo entro due settimane.
Un bacione,

Felix
  
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