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Autore: SiriusLoire    21/02/2016    0 recensioni
“Le ferite arrecano dolore a chi le ha sul proprio corpo, e ne infligge di peggiori al cuore di chi ti vuole bene” pensò, quella volta “Non dovrebbero esistere in questo mondo, dovrebbero essere bandite, proprio come fa l’imperatore con i cattivi e coloro che lo tradiscono. Le ferite sono come infide bestie, godono nel veder soffrire te e chi ti sta intorno…”.
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Una Grande Guerra ha distrutto il mondo che noi conoscevamo. Tutto è cambiato e dalle viscere del Pianeta sono riemerse le Bestie sigillate secoli fa. Tutto sembra tranquillo, ma una nuova minaccia sta avanzando verso Draconis Patria, l'Impero che da circa tremila anni ha cercato di mantenere l'ordine tra i civili. Gli esseri divini si sono riuniti e hanno deciso di mandare i loro figli sul Pianeta: il Figlio della Luce per Shinryu e il Figlio dell'Oscurità per Kuroryu. Le due creature dovranno allearsi e combattere, ma ancora non sanno della loro chiamata.
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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-Siamo salvi…- sentenziò la figura scura, sedendosi a terra e sdraiandosi ansimante.
Haku continuava a fissare la fessura irrisoria tra le ante del portone, mentre respirava a fondo e si riempiva i polmoni di aria umida. La luce era fioca ed entrava solo dal rosone e dalle trifore poste in alto nelle due navate esterne.
-Che accidenti era quel coso?- chiese, voltandosi verso colui che lo aveva aiutato a fuggire dal mostro. Quando quella persona si tolse il cappuccio scuro, il giovane lo riconobbe.
-Tu?!- esclamò Haku, avvicinandosi a lui con fare minaccioso.
-Appena inizio a ricordare come si respira… risponderò a tutte le tue domande!- commentò William, sedendosi con calma e grattandosi la nuca con la mano destra. –Prima di tutto: quel coso era un Treant, mi meraviglia il fatto che un avventuriero come te non conosca quella specie…-
-Ok, va bene, adesso rispondi: che diavolo ci fai qui? Non eri rimasto ferito durante il combattimento contro quel troll?-
-Nah, alla fine non era niente di grave.- rispose, alzandosi in piedi –Ho preso solo una forte botta, ma tutto a posto, secondo il dottore me la cavo al massimo con un bel livido…-
-E come hai fatto ad andartene con tutti i meccanici che facevano da “guardia”?-
-Semplice: ho detto che dovevo andare a pisciare nella foresta e, appena si sono voltati dall’altra parte, ho tagliato la corda!- disse William con un’aria quasi vittoriosa.
Haku si massaggiò la fronte e sbuffò. –Non posso credere che un uomo della tua età usi ancora il termine “pisciare”!-
-Beh, è più facile da dire rispetto a “fare la pipì” e “svuotare la vescica”, non lo pensi anche tu?- ribatté il ragazzo, facendo qualche passo avanti e piazzandosi di fronte al Dra-Hagan per fissarlo dritto negli occhi. –E poi… “uomo della mia età”… Mi fai sentire vecchio! D’altronde ho ancora 19 anni!-
Haku fece qualche passo indietro, basito.
-Mi rifiuto di credere che tu abbia quattro anni in meno di me!- esclamò, riavvicinandosi.
-Se vuoi ti faccio vedere i documenti. Comunque sia, non sei troppo nano per avere ventitré anni?-
-Facile definire gli altri nani quando sei alto più di due metri!- sbottò Haku spazientito e in evidente imbarazzo.
-Per tua informazione, sono alto due metri e cinque millimetri! E tu quanto sarai alto? Sì e no un metro e settanta qualcosa?-
-Ci tengo ad informarti che sono ancora un cucciolo! Raggiungo la maggiore età l’anno prossimo, e ci sono Dra-Hagan che alla mia età non superano il metro e sessanta! E se tanto ti interessa, signor Spilungone, sono alto un metro e settantasei centimetri! Un’altezza notevole per un Dra-Hagan della mia età!-
-Frena frena frena!- disse William, agitando le mani di fronte al viso. –Prima di tutto, mi sono dimenticato che sei un Non Umano, seconda cosa…- afferrò Haku per il colletto della giacca e lo alzò da terra in modo da averlo di fronte ai suoi occhi –Come cacchio ti permetti di darmi dello spilungone, eh?-
-Adesso calmati, ti prego!- esclamò Haku, cercando di liberarsi dalla sua presa. –Non intendevo offenderti, volevo solo rimarcare il fatto che sei… ehm… abbastanza alto?-
William sbuffò, agitando la testa, e abbassò la mano, facendo in modo che Haku poggiasse i piedi a terra, lasciandolo andare.
-Bah, fanculo… Comunque sia, sai dove cavolo siamo finiti?-
Haku scosse la testa. –Non lo so… ma questa struttura ha l’aria di essere un tempio…-
-Grazie, capitan Ovvio!-
Il Dra-Hagan si limitò a guardarlo in cagnesco.
-Comunque… cosa ci fa un tempio nel bel mezzo della foresta?-
-Sembra una struttura molto antica.- commentò il meccanico, avvicinandosi ad uno dei pilastri della navata e analizzandolo. –Questo marmo veniva prodotto circa cinquecento anni fa nelle cave a sud di Himemura. Ormai quei luoghi non producono più nulla, quindi l’intero edificio ha almeno mezzo millennio alle spalle. Ma, se ci si sofferma ad analizzare le decorazioni nelle scanalature dei pilastri… Si può notare che ricordano molto lo stile architettonico in uso durante la dinastia dei Caesar, salita al potere mille e cinquecento anni prima dei Cornelius.-
-Quindi questo coso potrebbe benissimo avere più di duemila anni?- domandò Haku, avvicinandosi ad osservare l’artefatto. Il ragazzo annuì.
-Vicino ad ogni tempio sorge sempre un villaggio o una città, l’unica eccezione è Doleno, la città imperiale…- disse, continuando ad analizzare. –Probabilmente il centro abitato è andato distrutto in seguito a qualche disastro, il tempio non è stato usato da almeno trecento anni…-
Haku si guardò intorno. La sua attenzione fu catturata da un’enorme lastra di pietra posta alla fine della navata, proprio dietro l’altare.
-E quella? Cosa è?- chiese, percorrendo la navata e continuando ad osservarla. Sembrava fatta di ossidiana e al centro era rappresentato un essere con fattezze umane dal quale spuntavano enormi ali da pipistrello, le mani presentavano lunghi artigli e il suo volto aveva lineamenti mostruosi: gli occhi erano di forma affusolata e l’iride copriva gran parte del bulbo oculare, e la bocca era enorme e dotata di denti aguzzi e enormi.
-Sembra una lastra votiva…- commentò William, avvicinandosi. –C’è rappresentato qualcosa?-
-Sì… sembra un uomo, ma ha le ali e la faccia da mostro. Che cosa rappresenta?-
-Quella è la rappresentazione arcaica dei Dra-Hagan.-
Haku si voltò verso di lui con aria interrogativa. Come poteva essere un Dra-Hagan la figura raffigurata in quell’oggetto maestoso?
-Secondo la leggenda, i Dra-Hagan erano esseri che avevano sia le fattezze degli Umani sia quelle dei draghi. Nonostante non facessero male a nessuno, tutti li tenevano lontani per via del loro aspetto terrificante, inoltre gli Umani cercavano di allontanarli facendo in modo di distruggere le loro case, i loro villaggi… Uccidevano persino i loro cuccioli. Per questo motivo i Dra-Hagan hanno iniziato a vivere in piccoli agglomerati lontani dagli Umani. In alcuni di loro nacque odio nei confronti della razza umana.-
Ascoltando quelle parole, Haku stinse i pugni e si irrigidì: non voleva credere che nel passato gli Umani ce l’avessero a morte con la sua razza.
-Perché gli Umani avrebbero dovuto comportarsi così nei confronti dei Dra-Hagan?- domandò, avvicinandosi alla lastra e continuando a scrutarla.
-Non saprei…- commentò William, mettendosi con le braccia conserte. –La scusa per il fatto che fossero esseri brutti di aspetto è parecchio campata per aria… Molto probabilmente lo facevano per pura invidia.-
-Invidia?-
Il meccanico mugugnò, annuendo. Poi si avvicinò all’angolo in basso a destra della lastra, alta sì e no quattro metri. –Noi esseri Umani siamo esseri invidiosi. Probabilmente non gli andava a genio che i Dra-Hagan sapessero fare un casino di cose che loro si sarebbero sognati… Magari avevano anche paura che, prima o poi, il loro primato sul Pianeta fosse annientato degli Uomini Drago… Se vuoi il mio parere… Sono tutte scuse del cazzo.-
Haku continuò a fissare la stele, analizzando ogni suo dettaglio.
-Ehi!- esclamò, voltandosi verso il moro. –Certo che ne sai di cose su templi e leggende!-
-Guarda che ho dei passatempi anche io!- esclamò, tirando fuori dalla borsa attaccata alla coscia destra una fotocamera. –Poi, non so perché, le leggende mi hanno sempre affascinato. Ricordo che da piccolo mio nonno mi regalò un libro che raccoglieva tutte le leggende che giravano attorno all’Impero. Ovviamente, essendo un libro per bambini, non presentavano i dettagli più scabrosi, come omicidi, stragi eccetera… Scusa, ma adesso scatto qualche foto: un edificio così è straordinario.-
Il Dra-Hagan annuì e il meccanico si allontanò.
“Perché questo luogo mi è familiare?” pensò, avvicinandosi alla stele e esaminandola nuovamente.
-Come mai ti trovavi lontano dal gruppo?- gli chiese William, chinandosi ad esaminare un’epigrafe musiva.
-Io e il mio maestro ci siamo allontanati con la scusa di andare ad allenarci per cercare una ragazzina scomparsa tra i passeggeri.-
-Intendi la figlia adottiva del dottor Tatsumoto?-
-Sì, lei. Io e il maestro ci siamo divisi per cercarla… ma conoscendolo si sarà perso nel bosco. Sono arrivato qui seguendo delle tracce di sangue che ho trovato sul suolo…-
-Sangue?-
Haku annuì. –Non credo sia della ragazza. Era il sangue di un Non Umano. E tu come hai fatto a trovarmi?-
-Seguendo le tue impronte e la puzza.-
-Le impronte e… LA PUZZA?!?- strillò, con aria stizzita.
-Sì, non dirmi che non ti sei accorto di aver schiacciato merda di troll! –
Haku alzò il piede destro e lo sollevò in modo da vedere la suola dello stivale: era completamente ricoperta di feci scure e maleodoranti.
-Ma che schifo!-esclamò. Per un momento perse l’equilibrio e cadde all’indietro. Andò a sbattere la schiena contro la stele, che si spostò leggermente all’indietro.
-AH! AIUTO!-
-Haku!-
William si precipitò nuovamente all’altare. Haku era incastrato nella fessura che si era creata nel pavimento con lo spostamento della lastra.
-Tutto bene?- gli chiese il ragazzo, aiutandolo ad alzarsi.
-Sì, ho solo raschiato le chiappe come sono caduto…-
Una volta in piedi, i due esaminarono meglio l’oggetto. William poggiò entrambe le mani e provò a spingere, ma la lastra non si spostava neppure di un millimetro.
-Come cacchio hai fatto a spostarla?- gli chiese, continuando a spingere, senza alcun risultato.
Haku si avvicinò a lui e poggiò la mano sulla lastra, spingendola delicatamente. Si spostò di qualche millimetro.
-Che sia una lastra che reagisce solo al tocco di un Non Umano?- chiese Haku, facendo cenno a William di spostarsi. Il meccanico fece un passo indietro. Il giovane la spinse forte con entrambe le mani. Essa si spostò velocemente, arrivando a qualche millimetro dalla conca absidale, quasi come se fosse leggera come un muro di cartapesta.
-Guarda!-
Haku guardò dove il ragazzo stava indicando. Dove c’era la lastra adesso vi era una rampa di scale in marmo che portava verso il basso, probabilmente ad un ambiente simile ad una catacomba.
-Delle scale…- mormorò il Dra-Hagan, chinandosi e annusando l’odore che proveniva da quel luogo. L’umidità e la muffa avevano reso l’aria rancida e maleodorante. –E dalla puzza direi che non vengono usate da parecchio tempo!-
-La nonna ha ragione! La merda di troll porta fortuna!- esclamò il meccanico, dandogli una pacca sulla schiena. Haku si limitò a voltarsi e a guardarlo accigliato per qualche secondo. Si alzò in piedi.
-Secondo te dove porta?-
-Ah, non lo so!- esclamò il meccanico, che nel frattempo aveva già quasi raggiunto la fine della breve rampa.
-IMBECILLE! Non ti è passato per quella testacola che potrebbero esserci dei mostri o dei guardiani?!-
-Pfff! Baggianate!- ribatté, facendogli cenno di scendere anche lui. –Andiamo! Il giovane avventuriero William Edward Blacksteam è pronto alla caccia al tesoro!-
-Il tuo secondo nome è Edward?- chiese Haku, scendendo con cautela le scale.
-Sì.- rispose il ragazzo, rovistando dentro la sua borsa e tirando fuori due torce. Ne lanciò una ad Haku.
-E non rispondere come se fosse tutto ovvio!-
-Blah blah blah! Non ti sento!-
“Che imbecille…” pensò Haku, accendendo la torcia e seguendo il meccanico. “Sarà una lunga nottata, me lo sento.”
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-Ehi, June: hai visto?-
-Sì.- rispose la ragazzina, aspettando che il Dra-Hagan e il meccanico sparissero dalla loro vista. –Quello è un passaggio che solo i Non Umani possono aprire…-
Uscì da dietro la colonna e corse verso la lastra.
-Ma che fai?!-
Lei si voltò verso il ragazzo.
-Dai! Sbrighiamoci, prima che l’accesso si chiuda come è successo appena siamo arrivati!-
-Ti ricordo che siamo riusciti ad evitare i Treant per pura fortuna. Oggi non mi va di rischiare la pelle.-
-E dai, Jeen! Non fare il guastafeste! Guarda che se non vieni ci vado da sola!-
Jeen sbuffò ed uscì anche lui allo scoperto. Indossava un pesante mantello color cuoio. Seguì a malincuore June che, nell’eccitazione, stava già scendendo le scalette.
“Non finirà bene.” Pensò, afferrando una torcia appesa al muro. “Non finirà affatto bene questa storia…”
La lastra nera chiuse il passaggio.
Alle loro spalle si levò un boato.
   
 
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