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Autore: AlexiaKH    23/02/2016    3 recensioni
Elaia Larxis ora è Alexia. E' stata rapita da Xemnas e Saïx nello stesso giorno dove Heartless e Nessuno cancellarono il villaggio dove ha sempre vissuto. Lei ha una particolarità: un cuore di pura oscurità, senza però esserne soprafatta come chiuque altro, che la rende la prescelta dell'Anti-Keyblade... ovvero la Darkblade. Che ne sarà di lei ora che ha scoperto che non potrà più vivere nella luce?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Un po' tutti, Zexyon
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Questo universo deve essere distrutto e ricreato.
Sarò il bene mascherato da male,
Sarò sia l’arma distruttrice e lo scudo protettore.
Giuro che salverò questo universo,
A costo di perdere tutto,
Compresa la mia stessa umanità.
 
I am the bone of my sword.
 
Quando riaprii gli occhi mi ritrovai ancora una volta all’interno del mio cuore. Le testa mi faceva ancora un gran male e avvertivo una moltitudine di voci che sussurravano, senza però capire cosa stessero dicendo.
“Basta!” Sentii urlare dalla Darkblade, e subito calò il silenzio. Non appena la guardai rimasi a dir poco sconvolta: la riconoscevo come la Darkblade, ma non aveva più il mio aspetto. Aveva l’aspetto di una giovane donna molto alta e snella, e talmente chiara di carnagione da sembrare un fantasma. Ogni cosa di lei era di colore neutrale, niente né di troppo luminoso e nemmeno di troppo scuro, compreso il suo vestito… fatta ad eccezione dei suoi occhi e dei suoi capelli: erano di color cremisi.
Guardava un punto indefinito in alto, come se stesse osservando una cosa che solo lei poteva vedere, ero sul punto di chiamarla ma, non appena mi avvicinai, subito al suo fianco comparvero altre due figure maschili, poco definite, che la osservavano. Alla sua sinistra c’era un giovane uomo biondo, in una tenuta da combattimento che non avevo mai visto prima, mentre alla sua destra c’era un giovane uomo dai capelli corvini mossi, legati con un elastico creando un piccolo codino, e vestito con un abbigliamento così scuro da potersi quasi mimetizzare con l’ambiente circostante, se non fosse per la pavimentazione luminosa.
“Ora mi ricordo tutto” Sentii dire alle mie spalle. Mi voltai e ritrovai faccia a faccia con la stessa giovane donna di prima, con la differenza che il suo abbigliamento simile al mio, ovvero aveva addosso un soprabito tipo quello dell’Organizzazione.
“Darkblade?” Mi limitai solo a chiedere.
“Eh già.” Iniziò a dire guardandomi, facendo l’occhiolino. “E’ bello riavere il mio aspetto originario. Senza offesa sorella, ma sono molto più carina così.”
“Si, sei decisamente tu.” Dissi sospirando con tono quasi esasperato. “Hai intenzione di dirmi tutto o ci devo arrivare da sola anche questa volta?”
“Sei abbastanza intelligente per arrivarci da sola, non credi?.” Si limitò a dire, guardando con malinconia le tre figure che pian piano stavano svanendo.
“Quindi sei Alisys Faust… e per di più anche una mia antenata. Perché sembra che non sia solo una semplice coincidenza?” Commentai.
“Forse era destino che fosse una discendente di mio fratello a sistemare… il pasticcio che avevo provocato.” Disse con rammarico. “Ora so dove voleva arrivare Xeanort, dovevo capirlo che puntava a questo risultato fin dall’inizio.” La guardai con fare interrogatorio e lei, notandolo, continuò a parlare.
 “Quando tu mi liberasti dal sigillo, sei stata in coma per diversi giorni e sono subentrata io. Era tutto previsto, mi aveva fatto delle domande su cose che allora non capivo… voleva vedere se semplicemente ricordavo. Tu hai fatto il tuo patto con Xemnas nel giorno 0, io con lui avevo anche l’accordo che se ti avessi aiutata e sostenuta a dovere, avrei trovato le risposte sulle incognite del passato che non ricordavo.”
“Quindi mi stai dicendo che alla fine sono stata usata anche da te, dovrei averci fatto l’abitudine in teoria...”
“E dai! Dubito che al mio posto avresti agito diversamente, Malin si rifiutò in alcun modo di parlare di quello che è successo prima e durante la guerra. Per migliaia di anni sono stata nel regno oscuro a farmi mille domande, volevo sapere la verità su di me… anche per capire come mai avessi questo sdoppiamento del mio carattere…”
“La tua vera personalità e quella condizionata dall’oscurità, questa cosa l’hai trasmessa anche a me.” La interruppi.
“Questo è vero.” Mi disse con un malinconico sorriso. “Ma hai un cuore di pura oscurità, e questo ha reso la tua psiche… più stabile; ti ricordo che all’inizio riuscivo a prendere totale sopravvento su di te, ricordati cos’è successo con Aster, ma ora riesco solo giusto giusto a comunicare con il tuo subconscio.”
“Questo spiegherebbe tutto e, a proposito di mio nonno, mi sono sempre chiesta come mai tu avessi assunto quell’atteggiamento quando hai posseduto mia madre.”
La Darkblade rimase per qualche istante in silenzio, assumendo un espressione cupa non appena sentì il nome di mia madre. “Credo che non mi scorderò mai l’oscurità racchiusa nel cuore di Satella… era tale da sembrare infinitamente maligna, nemmeno io ne sono uscita incolume.” Iniziò a dire. “Anche se questo sia il caso di dire: tale madre, tale figlia. E’ da lei che hai preso l’enorme capacità di accidia, disperazione e odio... Ma almeno tu sei riuscita a farne buon uso, mentre tua madre… beh lo hai visto.”
Rimasi ad ascoltarla impassibile, rievocando il ricordo del nonno che vidi al Castello dell’Oblio: una donna instabile, spaventata ma… cercava in tutti i modi di lottare per sopravvivere all’oscurità che l’aveva posseduta. Ha ragione: mia madre non è stata in grado di domare la sua stessa oscurità, era emotivamente fragile. Più vado avanti e più comprendo che l’oscurità è molto più contagiosa di quel che alcuni pensavano, perché ne hanno paura; però in molti non hanno capito che è la loro stessa paura a generare oscurità, e si rischiano conseguenze irreparabili. Io l’ho accettata, l’oscurità è parte di me, anzi io sono l’oscurità stessa.
“Questa situazione però…” Cominciai a dire. “… sta veramente cominciando ad essere irritante.” Dopotutto era da tempo che avevo realizzato che tutto quello che mi è successo fino ad oggi era un disegno ben strutturato di qualcuno, ma sapere che era una cosa congegnata fin dai tempi della Guerra dei Keyblade… Mi faceva sentire più manipolata di quanto pensassi, e la cosa frustante è che, nonostante la mia volontà, sembra che stia agendo esattamente come era stato previsto.
La Darkblade, anzi Alisys, nel sentire la mia affermazione si mise a ridere. “In effetti non hai tutti i torti, Kingdom Hearts ha un modo molto singolare per far girare il nostro universo.”
“Kingdom Hearts?” Chiesi confusa. “Che cosa c’entra?”
“C’entra tutto invece, o pensavi veramente che fosse solo una fonte infinita di conoscenza e potere?”
“Non capisco dove vuoi arrivare…” Dissi confusa.
“Non ti biasimo, solo chi veniva scelto come Guardiano può entrarci direttamente in contatto, scoprire la sua vera essenza e capirci veramente qualcosa… sai quante assurde teorie ho sentito da altre persone a riguardo?” E dopo la sua ultima battuta, la sua espressione si fece seria e iniziò a parlare. “E’ difficile da spiegare ma… credo che sia più corretto definire il Kingdom Hearts come una sorta di entità onniscente, ma non onnipotente.”
“Nel senso che ha una sua volontà?”
“Più o meno, ma non posso scendere nei dettagli, i segreti che sto custodendo sono troppo per te, non è ancora arrivato il momento.”
“L’avevo detto io che questa situazione è irritante… Ma ci sarà mai una volta che mi verrà spiegato TUTTO senza omissioni, segreti o stratagemmi? Neanche insisto perché so che sprecherei solo fiato.” Sbraitai esasperata.
“Ora che ho ricordato tutto, so perché Malin non mi aveva mai voluto dire nulla ed aveva ragione...” Disse con un sorriso malinconico. “Però sai già che cosa fare se vuoi scoprire il resto, no?” Aggiunse sogghignando, guardandomi negli occhi.
“Ma ti diverte così tanto?”
“Abbastanza, è un vantaggio nell’aver vissuto per migliaia di anni.”
“Quindi lo ammetti di essere vecchia.” Dissi come piccola vendetta.
“Ma… hey!”
“Me l’hai servita su un piatto d’argento.”
Alisys voleva dirmi qualcosa per protestare, ma si bloccò e mi guardò con uno sguardo amorevole. “Hai vinto sorella, ma solo per questa volta.”
“Dammi tregua, dopotutto credo che per oggi ho inglobato troppe informazioni, e il peggio è che la giornata è appena iniziata.” Dissi esasperata.
“I pazzi sognatori non conoscono tregua… o almeno era quello che diceva Malin…” Disse con un tono malinconico. “Spero che sia in pace, dopotutto ha esaurito la sua forza vitale prima del dovuto per colpa del peso oscuro che gli avevo affidato, anche Waylan…”
“Ho come la sensazione che le donne della nostra famiglia siano tutte soggette dalla Sindrome della perdita delle persone amate, non è possibile che ti ci metta pure tu!” Esclamai interrompendola, avevo capito tutto anche solo sentendo la metà del suo triste mea culpa: si sente in colpa per la guerra, per Malin, per la sua discendenza e anche per me in particolare.
Alisys rimase senza parole nella mia esclamazione, per poi scoppiare in una risata che riecheggiò in tutto l’ambiente. “Almeno hai recuperato un po’ di sarcasmo!” Esclamò.
Non appena riaprii gli occhi mi ritrovai con la faccia sulla tastiera del computer. Mi sentivo malissimo fisicamente parlando e ancora una volta mi rendo conto di come mi sono presa poco cura di me stessa da quando sono qui, mi sentivo debole e la testa ancora mi girava, ma riuscii a raccogliere lo stesso le forze per alzare il mio busto e rimettermi seduta composta sulla sedia e, posando il mio sguardo sul documento proiettato dallo schermo del computer, ritornai a leggere da dove mi ero interrotta.
 
Questa lettera è stata scritta in occasione della morte di Malin che, in punto di morte, mi ha rivelato le ultime volontà di mia sorella. Userò il potere che ho ottenuto per trasmettere ai miei figli i ricordi dell’esistenza di mia sorella, dopodiché sarò costretto ad abbandonarli per custodire il cristallo della magia delle origini. Mia sorella prima di morire ha predetto che una dei miei discendenti è destinato a riparare agli errori da lei commessi, forse sei tu il discendente o forse sei solo chi passerà il messaggio… Ma la Magia delle Origini deve ritornare nelle mani del suo legittimo proprietario, altrimenti senza di essa sarà impossibile rievocare l’autentico Kingdom Hearts.
 
Nella speranza che questa lettera non finisca nelle mani sbagliate.
 
Rimasi per qualche momento ad analizzare quello che avevo letto, dopotutto le informazioni che avevo raccolto erano essenziali per il mio scopo se corrispondevano alla verità. Avevo bisogno prima di tutto fare ricerche, scoprire qualcosa di più su questa “Magia delle Origini”, da lì avrei potuto verificare se la lettera fosse autentica o l’ennesima macchinazione di Xemnas… O della Darkblade, ovvero Alisys, stessa. A questo punto fatico anche a credere cecamente in lei, anche se ormai è parte integrante di me e quindi ogni suo pensiero e desiderio li avevo fatti miei nell’istante in cui ho sciolto il sigillo.
Mi venne in mente Zeno, dopotutto per un periodo è stato allievo di mio nonno, e forse sa qualcosa… sempre se l’influenza oscura non abbia intaccato anche quei ricordi. Però era un buon punto d’inizio, nel migliore dei casi avrei raccolto informazioni utili e nel peggiore dei casi sarei dovuta ritornare nel mio mondo di origine e cercare di trovare qualcosa tra le rovine di casa mia o cercare il famoso tempio nelle montagne.
L’unica cosa che mi lascia irrequieta era: quali erano le vere intenzioni di Xemnas? Conoscendolo avrebbe potuto benissimo fare da solo e mettere subito al corrente Alisys, quando i due si sono parlati… Eppure ha deciso di tacere e di lasciarmi scoprire tutto da sola, anzi prima ha persino voluto che fossi pronta nel farlo…
Forse non poteva… Pensai subito. Ma allora perché perdere tutto questo tempo con me invece di arrivare subito al sodo dopo aver sciolto il sigillo? Ci deve essere qualcos’altro sotto… Il problema però è che ora non potrei far altro se non fare il suo gioco, perché non avevo altre vie o strade da analizzare; non ho visto ancora tutti i documenti custoditi nel castello ma, a parte questo, erano tutti inutili.
Decisi per ora di mettere da parte questi pensieri per il momento, non avendo il lusso di perdermi troppo in ipotetici complotti o macchinazioni, ho un obiettivo e devo assolutamente arrivare nelle condizioni di sapere da Alisys tutta la verità, a costo di vederlo con i miei poteri… solo che già non sono allenata per sopportare il peso di prendere in un colpo ricordi di una persona che ha vissuto per più di 70 anni, altrimenti non sarei stata così male quando presi i ricordi di mio nonno, figuriamoci con una memoria millenaria…
Sentii il mio stomaco brontolare, per quanto sia resistente rimanevo ancora un essere umano e sospirai. Forse era veramente il caso che esca dal castello e prendere un po’ di aria, la vita da carcerata nel Castello che Non Esiste mi aveva condizionata più del dovuto… mi comportavo quasi peggio di Vexen e Zexion, quando si rinchiudevano per fare studi o esperimenti.
In un certo senso mi sono fatta condizionare da loro…
Controllai il mio vestiario, ero in borghese, e poi creai un corridoio oscuro per andare in città. Non appena sbucai da uno dei vicoli, mi avviai nelle strade principali, avevo bisogno di prendere sia dei vestiti di ricambio, qualcosa da mangiare e fare rifornimento di oggetti utili al combattimento; mangiare a parte , volendo potevo utilizzare la magia, grazie anche ai ricordi di Zexion scoprii nuovi modi per sfruttare l’oscurità, ma era meglio equipaggiarmi come qualunque altro guerriero. Trovai per primo una piccola armeria, dove presi qualche coltello da lancio, delle pozioni, etere e una katana non particolarmente lunga d’acciaio, in modo da sostituire la Darkblade nel caso fossi stata obbligata a combattere in città sottocopertura.
“Sono 20340 munny, signorina.” Disse il fabbro, nell’udire il prezzo totale dovetti trattenere il mio disappunto. Grazie al cielo che guadagno bene nelle missioni che mi affida Saïx…
Pagai e uscii dal negozio, mi misi in disparte e sistemai i nuovi acquisti, riponendo i coltelli e gli oggetti curativi in due apposite fondine che tenevo ai miei fianchi, attaccate alla mia cintura, e feci sparire la katana, in modo da evocarla con la magia come farebe chiunque.
Quando finì notai che una ragazza mi stava osservando: credo che sia poco più grande di me, molto carina, con i capelli castani e molto lunghi, legati a coda di cavallo facendo cadere una lunga treccia, e indossava un lungo abito rosa. Solo nel guardarla sembrava che ispirasse un senso di tranquillità e pace nell’area circostante, cosa che mi faceva sentire a disagio.
 “Finalmente ci incontriamo!” Mi disse in un primo impatto, mentre si avvicinava.
“Prego?” Chiesi confusa.
“Sei l’amica di Zeno, Alexia giusto? Sei la prima persona che vedo con i capelli bicromatici.”Mi rispose con un caldo sorriso. Abozzai un sorriso ma distolsi lo sguardo da lei, mi metteva veramente a disagio, il sorriso di questa ragazza è troppo puro, come lei del resto, per i miei gusti.
Si può sapere questa che cosa caspita vuole? Pensai irritata.
“Mi chiamo Aerith.” Riposai lo sguardo verso di lei per stringerle la mano.
“Io… beh lo hai detto prima come mi chiamo.”
“Le tue caratteristiche particolari fisiche non passano inosservate.” Mi disse senza malizia. “E poi Zeno ci ha parlato spesso di te, di come venivi trattata.”
“Ne parli come se ti riguardasse.”
“No no… però quello che diceva Zeno di te mi aveva sempre incuriosita.”
Sospirai. Questa ragazza era decisamente troppo onesta e pura, anche se non mi sembra stupida anzi non si è avvicinata a me solo per fare amicizia, sembra che in un certo senso mi voglia osservare, anche se è per soddisfare la sua personale curiosità. Non credevo che Zeno avesse parlato così tanto di me, nemmeno ci parlavamo al villaggio. “E’ una conversazione decisamente strana, per due persone che s’incontrano per la prima volta”
“Ho sempre avuto primi incontri strani, come conoscere ragazzi che cadono dall’alto.”
“Allora mi è andata decisamente di lusso.” Commentai beffarda, mentre Aerith scoppiò in una piccola risata.
“Aerith!” Sentii una voce vagamente familiare, e infatti era della ragazza che incontrai assieme a Zeno, quella vestita da ninja. “Che ci fai… oh! Allora sei viva!” Disse in appena mi vide con un sorriso sgargiante. “Cominciavamo a pensare che fosse successo qualcosa, per come sei sparita dalla città”
“Avevo delle cose da occuparmi” Dissi senza troppi giri di parole.
“Su questo aspetto mi ricorda un po’ Cloud, non trovi?” Disse Aerith all’amica.
“Sul sparire senza lasciare tracce e riapparire all’improvviso con nonchalance, o sull’essere evasivi nelle domande che non vogliono rispondere?” Chiese in maniera retorica. “Avevo già il sospetto la prima volta che l’avevo vista quando Zeno le aveva parlato, ma ora ne ho la conferma.”
Ora capisco… Pensai. Mi sembrava strano che fin da subito sono risultata così simpatica, nonostante Zeno: sono abituati a trattare con persone con questo atteggiamento. Meglio per me, così non sono costretta ad avere un atteggiamento più amicale per risultare meno sospetta.
“A proposito, hai sue notizie?” Chiese la bruna.
“Ovviamente no.”
Parlarono ancora ma io non prestai più ascolto, con la coda dell’occhio mi guardai intorno perché mi sentivo osservata. Dopo qualche minuto mi accorsi che anche Yuffie e Aerith avevano avevano avuto la mia stessa sensazione, infatti la prima aveva le mani che quasi sfioravano la fondina, mentre la’ltra si guardava cautamente.
“Forse è il caso di tornare in base.” Disse Yuffie.
La mora annuì e mi guardò con un espressione decisa e seria. “E’ meglio che venga anche tu con noi, da qualche ora l’aura oscura della città si è intensificata, saresti più al sicuro.”
L’aura oscura, eh? Credo che sia colpa mia e dell’MCP, con Tron fuori dai giochi ora è libero di utilizzare le sue risorse come meglio crede, invede di sprecarle per dargli la caccia. Pensai, quel programma non mi ha mai detto sulle sue intenzioni reali… però mi è parso d’intuire, visto il suo evidente disprezzo, che mira alla distruzione dei creativi residenti in questo mondo; probabilmente mi sento osservata per via del sistema di sorveglianza del castello, il che non significa che non corro pericoli, dopotutto l’ho minacciato per mantenere fede ai patti. “Sono d’accordo” Risposi, mentre seguii le ragazze.
A quanto pare non era ancora finita con l’MCP. M’intendo di computer, ma ancora non sono in grado di programmare un sistema altrettanto potente come l’MCP, questo è troppo anche per le conoscenze che mi ha lasciato Zexion. Se nel gruppo di Zeno ci fosse qualcuno in grado di cavarsela con i computer, allora potrei indirizzarlo nel creare qualcosa che possa ostacolare temporaneamente l’MCP da una qualsiasi azione, in modo che io possa usare il computer e finire la mia missione senza essere pugnalata alle spalle, poi è libero di fare quel che vuole.
“Yuffie, è un problema se Alexia viene con noi?” Disse la mora all’amica.
“No, anzi! Capita a fagiolo: Leon voleva vederla.” Disse per poi voltarsi verso di me. “E non accetto un no come risposta, hai idea delle energie che ho usato per cercarti?”
“Credo che sia più sicuro che tu venga con noi.” Disse Aerith, e onestamente mi convinse molto di più lei nel dire si, aveva negli occhi un’enorme fermezza.



 

Angolo dell'autrice.

Si... di nuovo in ritardo, scusate...
Ma ero in crisi per la parte finale del capitolo, avevo un ummagine di Aerith molto condizionata dal manga di KH, dove l'avevano descritta a momenti come una svampita... quindi mi sono ristudiata il personaggio, e questo significa impiegare molto più tempo.
Mea culpa.
Comunque sono curiosa di sapere i commenti su chi si era fatto le sue teorie sui misteri che avevo messo dall'inizio della trama (si Angel, mi riferisco in particolare a te XD) per sentire se molti avevano indovinato o no. La stessa Alisys ha detto su come si era divertita nel sentire le teorie altrui (anche se nel testo si riferiva al Kingdom Hearts, ma era tipo una frase dedicata a tutti i lettori che avevano avuto con me uno scambio di opinioni e teorie, in modo da poter scrivere al meglio l'universo del videogioco).
Detto questo ci vediamo al prossimo capitolo, sta volta evito di dire "il possimo capitolo è già strutturato, quindi arriverà presto" perchè ogni volta che lo dico mi ritrovo una marea di imprevisti che mi fa ritardare la pubblicazione... in breve sembra che me le cerchi! XD
Al prossimo capitolo!
  
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