Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Tefnuth    23/02/2016    1 recensioni
Dopo l'avventura che ha visto come esito la punizione di Samahel, Michael ha deciso di abbandonare il suo compito di angelo raccogli-anime tuttavia gli è stata concessa la facoltà di restare nella dimora celeste assieme a Samahel, la sua eterna punizione. Non parla più con nessuno, con Raphael specialmente, e deve passare il tempo a salvaguardare il corpo del suo amico. Un nuovo complotto ordito da Lucifero lo costringerà a riallacciare i ponti con i suoi simili, questo gli darà la possibilità non solo di salvare il suo diavolo ma anche di scoprire ancora qualcosa di più sulla verità che lega lui e Samahel.
Le porte dell'Inferno sono aperte, la bestia è libera.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era stata un vero azzardo la richiesta che Michael aveva fatto alle Potenze, ma era stato il suo cuore a suggerirgli che quello era il momento giusto; in qualunque caso, se fosse o meno nel giusto, Lybra e Dmitryus avevano accettato. Gli avevano detto di tornare nelle sue stanze, dove Samahel lo aveva atteso per tutto il tempo della riunione, e similmente Michael attese accanto a lui che le due Potenze entrassero dalla porta, che lui aveva lasciato appositamente aperta.
Attese quasi un intero giorno (lo avevano avvertito che non ci sarebbe voluto poco), ma poi i due apparvero sulla soglia. Dmitryus aveva la solita espressione ostile (Michael ancora si chiedeva cosa avesse fatto per meritarsi il suo odio), Lybra invece era raggiante nel suo abito argenteo; tra le sue mani stava sicura una sfera color rame finemente lavorata che riluceva dall’interno
“Qui dentro c’è il nucleo di Samahel” disse lei al giovane angelo, non c’era motivo di dubitare delle sue parole poiché Michael sentì il diavolo inspirare più profondamente, come se la presenza del nucleo avesse riportato della vita nel suo corpo
“Ricorda il nostro patto angelo, o potrete entrambi dire addio ai vostri nuclei. Chiaro?” domandò astioso Dmitryus aprendo un poco le ali per enfatizzare le sue parole, ma Michael non ci fece molto caso; la sua attenzione era tutta per Lybra che, una volta aperta la sfera rivelando la luce al suo interno, si era avvicinata a Samahel e con delicatezza aveva riunito l’anima (se così si può dire) al suo corpo.
 
Mentre Michael assisteva al piccolo miracolo, all’Inferno Minosse aveva lasciato il suo posto per dirigersi nel girone dei traditori. Non era la prima volta che il giudice abbandonava il suo trono per andare a far visita all’ultimo girone, e come ogni volta il suo viaggio non era in solitaria: ad accompagnarlo c’era Artifex, il nuovo guardiano del girone; più grande e grosso di Lempo, Artifex aveva sei braccia di cui due brandivano i Sai di Hel, le altre quattro invece impugnavano delle grosse asce. Fino a poco tempo prima il nuovo guardiano era un diretto sottoposto di Lempo e da sempre aveva cercato di prendere il posto di Hel sfidandola, inutilmente; in realtà lui covava anche una sorta di amore nei confronti del diavolo fantasma: adorava la sua freddezza e la crudeltà con cui l’aveva vista più volte torturare i prigionieri; aveva giurato di vendicarla nell’istante in cui, di nascosto, aveva visto il suo sangue nero sulla spada dell’angelo che l’aveva uccisa. Era stato lo stesso Minosse a sceglierlo come nuovo guardiano del girone, una cosa insolita dato che la norma voleva che i custodi venissero creati dalle fiamme madri di quelli precedenti, ma la situazione particolare aveva richiesto una risposta pronta e immediata (ci volevano circa tre giorni prima che nascesse il nuovo diavolo). Come in ogni occasione Artifex attendeva il giudice appena dietro l’enorme porta di ghiaccio che divideva il girone dall’altro: un portone a doppio battente finemente lavorato con frasi infernali incise a scalpello e con i corpi di due dei primi angeli caduti a mo’ di immagine
“Padrone” salutò il diavolo dalle sei braccia facendo anche un piccolo inchino, ciò che gli permetteva la sua stazza, anche i diavoli minori che erano nelle immediate vicinanze si inginocchiarono
“Salute Artifex, come procede?” domandò Minosse oltrepassando la soglia. Al passaggio del giudice persino il vento che creava gli eterni ghiacciai del girone si fermò per non tediare la sua visita; non c’era diavolo che non si rivolgesse con deferenza a lui il quale, da parte sua, non li degnava di uno sguardo. Tuttavia Minosse non era giunto fin lì solo per parlare con Artifex: il suo vero interlocutore lo stava aspettando nel punto più basso dell’Inferno. Lucifero.
Il corpo del primo traditore era rimasto intrappolato nel terreno sin dalla sua caduta dai cieli, col tempo il ghiaccio aveva ricoperto il suo corpo che, col corso dei secoli, si era decomposto trasformando il bellissimo volto dell’angelo in un orribile maschera putrescente; tuttavia la coscienza e lo spirito erano rimasti intatti, tanto da poter ordire un piano anche nella totale immobilità
“I diavolo stanno uscendo a trucidare angeli e mietere anime, mio signore; i nostri eserciti sono sempre più numerosi” proferì Minosse allo scheletro senza nemmeno annunciarsi, non ce n’era bisogno dato che Lucifero vedeva tutto quello che accadeva nei suoi domini
“Le nostre porte… si stanno aprendo?” domandò il re dei diavoli con una voce che aveva perso ogni tono celestiale
“Ancora poco e potrei passarci io stesso” affermò il giudice con grande orgoglio della propria opera
“Presto saremo in grado di sferrare l’attacco finale a quelle stolte creature” Lucifero già pregustava il momento in cui avrebbe ottenuto la sua vendetta, una cosa molto più facile senza Midnight quell’odiosa creatura che aveva collaborato alla sua rovina
“Festeggeremo la vittoria sul sangue degli angeli” disse Minosse prima di congedarsi, i suoi dialoghi con il suo re non erano mai lunghi.

Scortato da Artifex  Minosse tornò sul suo trono oltrepassando i corridoi principali; era nell’umore giusto per vedere quelle piccole formiche che strisciavano nel fango per fare a gara a chi si inginocchiava di più. Ma i corridoi del terzo piano non erano fatti solo di roccia: tra le sue insenature c’erano anche le anime dei dannati lussuriosi le quali, avendo sviluppato una certa propensione a ficcare il naso negli affari altrui, non tardavano mai nel riferire a Cleo gli spostamenti del giudice
E’ passato di qua….il padrone è andato al girone gelato” sussurrarono in coro i dannati che componevano le pareti della stanza della regina del terzo girone
“Di nuovo? Qui la cosa mi puzza” disse la diavola tra sé. A lei non era per niente andata giù che Minosse avesse ordinato di uccidere Samahel e ora i suoi spostamenti, sempre più frequenti, l’avevano messa in allerta. Decise che, di nuovo, si sarebbe rivolta a una delle fonti e così, dopo essersi “vestita” con un mantello, utilizzò il tunnel segreto nella stanza per dirigersi al nono cerchio.

La sua venuta fu meno gradita dell’ultima volta, Cleo stessa  temeva Artifex e quando se lo trovò davanti ebbe un fremito in tutto il corpo
“Che vuoi tu? Non sei la benvenuta” le intimò il diavolo dalle sei braccia, i cui occhi viola sembravano penetrare la pelle di Cleo, e la diavola, una volta fattasi coraggio, gli pose la sua domanda
“Cosa c’è qua di così tanto bello da suscitare l’interesse di Minosse?”
“Nulla in cui tu potresti ficcare il tuo nasino” tagliò corto Artifex in modo molto duro, parlare con lui era come dialogare con una roccia
“Concedimi il beneficio del dubbio almeno, in fondo siamo colleghi” propose la diavola ammiccando, non avrebbe mai pensato che avrebbe sedotto un altro guardiano per prendere informazioni
“Non scherzare con me, Cleopatra. Ora te la faccio io una domanda: perché ho visto l’angelo uscire da quello stesso tunnel che hai usato tu adesso? Se non erro l’ingresso della galleria sta dietro una parete delle tue stanze” l’alto tono usato dal diavolo fece sobbalzare Cleo come mai prima d’ora
“Osi insinuare che io ho aiutato l’angelo a entrare qui di nascosto? Sei proprio sulla strada sbagliata” ribatté la guardiana incrociando le braccia e facendo la scocciata (e in effetti un po’ lo era)
“Io non insinuo…io SO! L’ho visto uscire da quel condotto come l’ho anche visto uccidere Hel” poi avvicinò il suo orrendo viso all’orecchio di Cleo e aggiunse “So cos’hai fatto, traditrice”.
Tutto il corpo di Cleo fu percorso da forti tremori, tanto che la diavola fu costretta a stringere tra loro le mani per evitare che Artifex notasse la sua paura; alla fine se ne andò con la coda tra le gambe sotto gli sguardi predatori dei diavoli minori. Una volta imboccato il tunnel Cleo iniziò ad accelerare il passo, facendo risuonare la galleria del rumore dei suoi piccoli tacchi con la gonna dell’abito che le svolazzava attorno alle gambe; dovette darsi un contegno prima di sbucare nel corridoio pieno di diavoli che, accortisi di lei, iniziarono a sussurrare tra loro. Non sapendo dove andare (non certo in camera sua, dove era da sola), Cleo girovagò per i tunnel cercando di dar l’impressione di essere solo in passeggiata; anche se ormai era palese che gli altri la stavano tenendo d’occhio.
Una mano bianca e gelida le afferrò il braccio, trascinandola in una piccola insenatura, giusto in tempo per evitare di essere vista da un gruppo di feroci diavoli persecutori
“Ti hanno scoperta, devi andartene via da qui” una voce femminile famigliare e amica, quella di Hel, che stava parlando per lei, anche se avrebbe dovuto includere anche se stessa nella frase dal momento che anche la sua presenza non era più tollerata
“E dove dovrei andare?” chiese Cleo ancora confusa per la situazione
“Potresti chiedere all’angelo che ha salvato Samahel, non si sarà dimentica che gli hai dato una mano” le rispose Hel controllando, di tanto in tanto, che nessuno le avesse individuate
“E se anche fosse? Dove andrai tu? Non voglio lasciarti sola” replicò decisa la guardiana dei lussuriosi, non avrebbe lasciato che l’amica rimanesse in quel luogo dove l’avrebbero uccisa a vista
“In due siamo bersagli troppo facili, e poi non ho più le mie armi: non posso proteggerti a dovere. Troverò un posto dove stare, sono un soldato ci sono abituata” tagliò corto la diavola fantasma sperando che bastasse per convincere Cleo, però non fu così
“Non te lo permetterò – la lussuriosa afferrò il braccio di Hel - . So io dove possiamo andare e guadagnare un po’ di tempo” Cleo costrinse l’amica a seguirla e correre insieme a lei, attraverso le vie segrete degli Inferi, verso l’uscita.

 
  
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