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Autore: Neko    28/02/2016    3 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 82: Si avvicina il momento…

 

Era ormai calata la sera e l’unico rumore che si sentiva sulla Sunny era il picchiettare del martello di Franky, intento a riparare la nave.

I mugiwara erano tutti tranquilli, ancora intenti a digerire la notizia che Robin aveva dato loro.

Usopp si era messo a pescare insieme a Chopper e suo padre, ma quest’ultimo poteva percepire il disagio che aleggiava intorno a loro. Usopp non faceva altro che sospirare ed era talmente perso nei suoi pensieri da non essersi accorto di aver lanciato l’amo senza esca, mentre chopper continuava a tirare su con il naso.

Yasopp non sapeva come aiutarlo non conoscendo il legame che legava suo figlio e il dottore all’archeologa, ma poteva immaginare che se quello che li univa era lo stesso sentimento che lui aveva per i suoi compagni , allora poteva immaginare che nessuna parola sarebbe servita. Avrebbero dovuto farci l’abitudine, cosa che sarebbe capitata solo con lo trascorrere del tempo. Per ora il cecchino della ciurma di Shanks poteva solo sperare di essere di conforto, almeno al figlio, con la sua sola presenza.

Nami si era rinchiusa nella sua stanza per trovare una soluzione, ma quando si sentì intrappolata fra quelle quattro mura, decise di andare a fare quattro passi.

Le lacrime le rigavano ancora le guance. Non riusciva proprio ad accettare l’idea di perdere un’amica come Robin e cercò di calmarsi ascoltando il rumore delle onde, ma non ebbe il tempo di rilassarsi che un’ombra vicino alla pineta attirò la sua attenzione.

Nami si asciugò con il palmo della mano le gocce salate dagli occhi e raggiunse quella silhouette scura.

Rufy, aspetta!” gridò, facendo voltare l’interpellato.

Nami!” disse guardandola, poi sospirando continuò “Non sono in vena di discorsi, tornerò quando mi sarò calmato!” disse voltandosi, ma la navigatrice lo afferrò per un braccio e quasi in un sussurro disse “Posso venire con te?”

Rufy la guardò e notando gli occhi arrossati, annuì.

Si addentrarono nella foresta in completo silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.

Solo i versi degli animali selvaggio rompevano quella quiete.

Rufy, ci siamo addentrati molto. Non siamo mai stati in questa parte dell’isola!” disse la ragazza.

Il capitano solo in quel momento ci fece caso. I suoi piedi avevano obbedito al comando di muoversi senza mai fermarsi.

“Vuoi tornare indietro?” chiese il ragazzo, ma Nami scosse la testa “Scherzi? Ne posso approfittare per raccogliere maggiori informazioni su questa isola, affinchè possa disegnala con maggiore precisione e…almeno riuscirò a distrarmi un po’”.

Rufy sorrise e propose alla ragazza di recarsi su una collina poco lontano da lì, in modo tale da poter avere una migliore visuale dell’isola.

Non seppero dire per quanto tempo rimasero in quel luogo. Nami era talmente concentrata a prendere appunti, che  le sembrava che il tempo andasse veloce.

Rufy invece cominciava ad annoiarsi, ma aveva paura di essere ucciso se solo avesse detto qualcosa a Nami, ma per sua fortuna, fu proprio lei a rendere un po’ più entusiasmante quella serata notando qualcosa di particolare.

Rufy? Vedi quel fumo laggiù?” chiese la ragazza.

“Forse la foresta sta andando a fuoco!” disse il ragazzo aguzzando la vista, cercando di vedere meglio.

“Ma no,  direi piuttosto che qualcuno ha acceso il fuoco. Mi domando chi, il villaggio si trova piuttosto lontano da qui e andare nella foresta con le bestie feroci non è molto furbo!” disse Nami.

Rufy alzandosi in piedi e spolverandosi i pantaloni disse tranquillamente “Bhe, c’è solo un modo per scoprirlo. Andiamo a vedere!”

Il ragazzo circondò il fianco di Nami con un braccio, mentre con l’altro, allungandolo a dismisura, si aggrappò a un albero in lontananza e si fiondò verso quel fumo.

Nami si vide passare davanti tutta la sua vita, pensando di morire in quell’istante, soprattutto a causa della delicatezza del capitano che schivava gli alberi all’ultimo momento, saltando di ramo in ramo come una scimmia.

L’atterraggio non fu affatto morbido, soprattutto per Rufy, il quale era atterrato col sedere su delle braci e i suoi pantaloni avevano preso fuoco.

Il ragazzo prese a correre a destra e a manca , alimentando così le fiamme.

Nami sospirò esasperata e facendo lo sgambetto al suo amato, lo fece rotolare a terra, facendo così spegnere il fuoco.

“Vuoi stare attento babbeo!” disse la ragazza dandogli un sonoro pugno in testa, anche per punirlo per lo spavento che le aveva fatto prendere.

“Ahia, mi hai fatto male!” piagnucolò il ragazzo.

“Ma smettila che non mi avrai nemmeno sentito!” sbuffò Nami.

“Invece si, ultimamente i tuoi colpi li sento eccome! Mi ricordano quelli di mio nonno, anche se lui ci andava giù più pesantemente!”

“Stai

dicendo che sono manesca?” chiese Nami.

Rufy inclinò la testa e incrociò le braccia “C’è qualche risposta che mi può evitare di essere nuovamente colpito?”

“Non rispondere sarebbe un modo!” disse Nami sbuffando “Comunque, qualcuno è stato qui e deve essere scappato quando siamo piombati qua dal nulla!” disse la navigatrice notando gli spiedini di rana che erano intenti a cuocere.

“Deliziosi!” disse Rufy, non perdendo l’occasione di mangiare cibo gratis, ma qualcuno non fu contento di perdere la sua cena.

“Ehi, quelli sono miei!” disse una vocina proveniente da dietro a un albero, prima che il proprietario si facesse vedere.

Nami sgranò gli occhi riconoscendo la bambina che non aveva avuto ancora occasione di conoscere “Tu sei la figlia di Robin!”

La bambina fece una smorfia di disappunto e disse “quella non è mia madre!” disse, afferrando uno spiedino, che Rufy aveva puntato, mangiandoselo poi di fretta per evitare che il ragazzo glielo fregasse.

“Che ci fai qui tutta sola?” chiese Nami curiosa.

“Ci vivo, mi sembra ovvio!” indicando la struttura in legno, non proprio in buone condizioni, che si ergeva su di un ramo spesso.

“Vivi in quella catapecchia?” chiese Nami “è un miracolo se si regge in piedi!”

“Ehi, ti sfido a costruirne una migliore con pochi attrezzi a tua disposizione e da sola. Non sarà una reggia, ma mi ripara dalla pioggia e dal vento. Quindi va bene!” disse la bambina infastidita.

“Io la trovo carina!” disse Rufy sorprendendo Nami “Ma non ti piacerebbe vivere in un posto più sicuro , caldo e soprattutto in compagnia?”

La bambina lo guardò stranita “Hai qualche idea? Le case al villaggio hanno già tutti dei proprietari!”

“Che ne dici della nostra nave? Diventa un membro della mia ciurma!” disse Rufy a trentadue denti.

“Stai scherzando? Io una pirata? Mai. Io odio i pirati e solo perché lo è mia madre e forse anche il mio padre, chiunque esso sia, io dovrei seguire le loro orme?” chiese la bambina incrociando le braccia.

“Non ti piacerebbe viaggiare e vedere posti nuovi?” chiese Nami, capendo che Rufy voleva convincerla a imbarcarsi con loro per evitare di dover perdere Robin e lei era determinata a far si che questa sua idea andasse a buon fine.

“Si, ammetto che mi piacerebbe, ma non da pirata. Soprattutto non come compagna Nico Robin. Lo so che voi siete suoi compagni. Vi ho osservato in questo periodo, cosa credete? Non succede niente in questa isola senza che io non lo venga a sapere!” disse la bambina determinata e fissando Rufy negli occhi, senza abbassare lo sguardo, dimostrando così al ragazzo di possedere un carattere determinato.

“Robin non è una persona cattiva, ha solo avuto una vita difficile!” cominciò Nami “Sono sicura che se le dessi una opportunità, non te ne pentiresti e…”

“Opportunità? Tsè, tu devi avere avuto una infanzia felice se riesci a dare una seconda opportunità alle persone. Non hai idea di cosa voglia dire crescere senza una madre e che per di più lei ti ha abbandonata!” disse la bambina, senza notare che Nami aveva preso a stringere i pugni talmente forti, tanto da far diventare le nocche bianche.

Rufy sospirò, sapendo che la bambina aveva toccato un tasto dolente e abbassandosi all’altezza della bambina disse “Ascolta piccola Robin, posso capire che tu sia arrabbiata e che vorresti una vita normale con una famiglia che ti vuole bene, ma certe volte per forze maggiori questo viene negato e purtroppo il destino ha voluto che questo capitasse a te, ma…magari questa è la volta buona per ottenere quello che vuoi. Robin vuole davvero essere tua madre e anche noi saremo felici di accoglierti tra di noi!”

La bambina lo guardò infastidita “La fai così facile, se fossi al mio posto capiresti cosa provo!”

Rufy le mise una mano sulla spalla e disse “Io per certi versi riesco a capirti. Robin ti ha spiegato il motivo del perché ha dovuto abbandonarti, vero?”

La bambina annuì “Ha detto che voleva proteggermi!”

“Esatto e la stessa cosa è capitata anche a me!” disse sorprendendo la bambina, che gli diede tutta la sua attenzione “mio padre ha dovuto fare la stessa cosa. È una persona considerata pericolosa per il governo  mondiale e mi ha lasciato alle cure di  mio nonno che non era molto presente. Ammetto che la mia infanzia non è stata così disastrata come la tua, ho avuto persone che mi hanno voluto bene, ma molte volte mi sono sentito solo, soprattutto quando ero molto piccolo e so che fa male!” disse Rufy e la bambina abbassò la testa rattristata.

“Sai che io avevo un fratello? Non era mio fratello di sangue, ma gli volevo bene come se lo fosse. Anche lui era figlio di uno uomo considerato pericoloso, il re dei pirati…lo conosci?”

“Si, ne ho sentito parlare!” disse la bimba.

“Mio fratello, sebbene  nessuno sapesse di chi era figlio, si sentiva odiato e ha sempre creduto che non sarebbe dovuto nascere, perché tutti gli dicevano che se il re dei pirati avesse avuto un figlio, questo doveva morire!”

“Perché? è questo che non capisco. Perché se siamo figli di qualcuno di pericoloso o di grande, dobbiamo essere incolpati delle loro azioni?” chiese la piccola.

“Sinceramente non so spiegarti il perché, ma l’essere umano fa spesso scelte stupide e azioni sbagliate. Nel nostro caso forse hanno paura che ripercorriamo le orme dei genitori o forse vogliono semplicemente ricattarli, prendendo in ostaggio noi. Comunque potrai anche dire che non ti interessa essere come tua madre e che vuoi semplicemente vivere una vita normale, maquesto agli occhi del governo mondiale non ha importanza. Dovrai essere eliminata. Robin ha solo cercato di evitarti questo destino ingiusto, se poi non hai avuto una vita felice, questo lei non poteva prevederlo!”

La bambina  si morse il labbro e poi chiese “Perché parli di tuo fratello al passato?” chiese timorosa di sapere la verità.

Rufy abbassò gli occhi e sospirò “E stato ucciso dalla marina in quanto figlio del re dei pirati!”

La piccola strinse i pugni e alzò lo sguardo su Nami quando sentì la sua mano sulla spalla “Lo so che questo ti fa paura. Non vogliamo spaventarti, ma metterti al corrente di come stanno le cose. Sei una ragazzina sveglia, quindi mi sembra inutile addolcire le cose, ma sappi che se verrai con noi ti proteggeremo e…”

La bambina si spostò e mise in chiaro che non si sarebbe mai unita a loro. Ovunque lei fosse stata, una volta che si fosse venuto a sapere della sua esistenza, sarebbe stata in pericolo, ma oltre a non sentir nessun legame con Robin e non riuscendo a dimenticare la rabbia che aveva covato durante quegli anni verso la donna come se niente fosse, anche venendo a sapere la verità, vi era anche la questione che i Mugiwara erano pirati conosciuti che avendo spesso a che fare con i marine e quindi considerava la faccenda ad unirsi a loro ancora più rischiosa per la sua vita.

 

Robin si trovava sul ponte della nave vicino alla faccia del leone e fissava il mare. Ripensò a tutte le avventure e alla sua vita negli ultimi anni e si sentì stringere il cuore a pensare che tutto sarebbe presto finito. Ricordava quando Sauro, prima della distruzione della sua città natale, le aveva detto che un giorno aveva incontrato dei compagni e lei fin da piccola si era aggrappata a questa speranza, ma aveva anche creduto che una volta trovati, non li avrebbe più lasciati. Sebbene crescendo avesse compreso che le cose nella vita sono in costante cambiamento e che non tutto è per sempre, si era illusa veramente che sarebbe stata fino alla fine con i pirati di Mugiwara.

“Siamo pensierose?” disse una voce alle sue spalle.

Robin si voltò verso l’uomo e abbozzò un sorriso triste “Shanks, mi hai colta di sorpresa!”

L’uomo sorriso “Mi viene facile con te. Ogni volta che ti vedo sei sempre persa nei tuoi pensieri. Dovresti  prenderti una pausa e rilassarti un po’!” disse l’uomo affiancandola.

“è più facile a dirlo che a faro!” disse Robin sospirando, poi chiese “Volevi qualcosa Shanks?”

“Cercavo Rufy in realtà, ma mi è stato detto da Usopp e dal piccolo procione che è andato a fare una passeggiata!” disse, facendo sorridere l’archeologa, chiamando Chopper procione. “Mi hanno anche riferito la tua decisione di lasciare la ciurma!” disse Shanks.

Robin tornò a fissare il mare “Sei venuto a dirmi che è una scelta azzardata?”

Shanks si appoggiò al parapetto e fissò la luna in cielo “No, non mi permetterei mai di criticare la tua decisione. Sei una donna adulta Robin e sei libera di decidere. Conosci i rischi e pericoli, solo che…non vedo quale motivo hai per restare su questa isola!” disse sinceramente “Non che voglia farmi gli affari tuoi!”

Usopp non ti ha proprio detto tutto!” disse Robin per poi metterlo al corrente l’uomo dai capelli rossi.

Shanks sospirò “Sai, non l’ho mai detto a nessuno, bhe la mia ciurma a parte, ma anche io ho un figlio. Non l’ho sa nemmeno Rufy, nonostante sua madre sia la donna del bar che Rufy frequentava sempre e che credo considerasse come una sorta di madre” disse, sorprendendo Robin.

“Allora puoi capire cosa mi può passare per la testa!” disse Robin.

Shanks annuì “Si, in quanto imperatore andare a trovare mio figlio sarebbe come condannarlo a morte, ma a differenza di tua figlia, il mio ha qualcuno a occuparsi di lui. Al tuo posto credo che farei la stessa cosa. La mia vita e i miei sogni passerebbero in secondo piano, davanti al bene del mio bambino. Ma ammetto che sarebbe estremamente doloroso dire addio a quelli che amo!”

Robin annuì e si rattristò nuovamente.

“Io fossi in te, non mi rattristerei troppo. Non so perché, ma qualcosa mi dice che tutto si sistemerà e in genere le mie intuizioni si avverano!” disse Shanks sorridendole e Robin provò la stessa sensazione di quand’era bambina, di quando il gigante le aveva dato speranza e sorrise, convinta che le parole dell’imperatore si sarebbero in qualche modo avverate.

 

Shanks si allontanò dalla Sunny dirigendosi verso la sua nave, quando dalla pineta vide spuntare fuori Nami e Rufy.

“Ehi Shaks!” disse il capitano della Sunny alzando un braccio in segno di saluto.

“Ehilà, stavo giusto cercando te!” disse l’uomo.

Rufy alzò un sopracciglio curioso.

“So che ti ho promesso che avrei celebrato le tue nozze, ma rimanere troppo a lungo su di un’isola, non è una buona idea. Ormai si sarà diffusa la notizia della nostra presenza qui e anche della vostra e capirete bene che sarebbe meglio levare l’ancora il prima possibile!”

Rufy sospirò “Certo, capisco. Io credo ci fermeremo ancor un paio di giorni, sperando che questa faccenda di Robin si sistemi e…”

Shanks mise una mano sulla spalla dell’uomo “Se la bambina non è intenzionata a venire con voi, non c’è niente che puoi fare Rufy!”

Il capitano della Sunny abbassò la testa.

“Si, credo che mi venga solo difficile accettare l’idea. Forse è meglio che ripartiamo anche noi!”

Nami guardò Rufy dispiaciuta, ma poi guardando Shanks gli chiese “Quando hai intenzione di partire?”

“Il mio carpentiere ha rimesso in sesto la nave, quindi pensavo domani mattina!” disse Shanks, cogliendo sia Rufy  che Nami alla sprovvista non aspettandosi una partenza così immediata.

“Non puoi rimandare a domani pomeriggio?” chiese la navigatrice.

Nami cosa…?” chiese Rufy confuso.

“Perché?” chiese Shanks.

“Potremo sposarci domani mattina!” disse Nami determinata.

Rufy sgranò gli occhi sorpreso “Ma non volevi un vestito per te e per me, per gli altri, fiori, cibo e qualsiasi cosa ci voglia per celebrare un matrimonio?”

Nami alzò le spalle “Al diavolo quelle cose materiali, siamo pirati infondo. La cosa più importante ce l’ho…” disse riferendosi a Rufy “…ma vorrei che Robin ci fosse. Vorrei che fosse presente in uno dei giorni più importanti della mia vita!”

Rufy sorrise a trentadue denti d’accordo sulla richiesta di Nami, poi guardò Shanks e chiese “Tu che ne pensi?”.

“Che domani si festeggerà un matrimonio!” disse Shanks felice di accontentare la coppia.

 

Uffa, un altro capitolo di chiacchiere…che pizza direte…e ma anche nell’anime e manga ci sono alcuni punti di noia (bhe noia  forse è un po esagerato) prima di una  battaglia.

Allora volevo dirvi che mi è venuta in mente un’altra cosa, quindi posso evitare gli spoiler che avrei messo, ma mi sono resa conto che uno spoiler lo avrei fatto comunque, pensando che in Italia si sapesse già questa cosa. Comunque sono andata a vedere e questa cosa che vorrei utilizzare, in Italia uscirà con il manga di marzo, quindi mi basterà attendere  che il manga esca in edicola per poter pubblicare senza spifferare niente e dato che mancano solo pochi giorni,  non dovrebbero esserci poi tanti problemi.

Però tengo a precisare che questa cosa rimarrà uno spoiler per chi segue la serie animata italiana, ma se devo aspettare che la programmazione televisiva si metta alla pari con le idee…è probabile che passeranno secoli.

Comunque metterò l’avvertenza spoiler così chi non vorrà sapere, sarà avvertito.

Alla prossima

Neko.

  
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