Capitolo 82: Si avvicina il momento…
Era ormai calata la sera e l’unico rumore che si sentiva sulla Sunny era il picchiettare del martello di Franky, intento a riparare la nave.
I mugiwara erano tutti tranquilli, ancora intenti
a digerire la notizia che Robin aveva dato loro.
Usopp si era messo a pescare insieme a Chopper
e suo padre, ma quest’ultimo poteva percepire il disagio che aleggiava intorno
a loro. Usopp non faceva altro che sospirare ed era
talmente perso nei suoi pensieri da non essersi accorto di aver lanciato l’amo
senza esca, mentre chopper continuava a tirare su con il naso.
Yasopp non sapeva come aiutarlo non conoscendo
il legame che legava suo figlio e il dottore all’archeologa, ma poteva
immaginare che se quello che li univa era lo stesso sentimento che lui aveva
per i suoi compagni , allora poteva immaginare che nessuna parola sarebbe
servita. Avrebbero dovuto farci l’abitudine, cosa che sarebbe capitata solo con
lo trascorrere del tempo. Per ora il cecchino della ciurma di Shanks poteva solo sperare di essere di conforto, almeno al
figlio, con la sua sola presenza.
Nami si era rinchiusa nella sua stanza per
trovare una soluzione, ma quando si sentì intrappolata fra quelle quattro mura,
decise di andare a fare quattro passi.
Le lacrime le rigavano ancora le guance. Non riusciva proprio ad accettare
l’idea di perdere un’amica come Robin e cercò di calmarsi ascoltando il rumore
delle onde, ma non ebbe il tempo di rilassarsi che un’ombra vicino alla pineta
attirò la sua attenzione.
Nami si asciugò con il palmo della mano le
gocce salate dagli occhi e raggiunse quella silhouette scura.
“Rufy, aspetta!” gridò, facendo voltare
l’interpellato.
“Nami!” disse guardandola, poi sospirando
continuò “Non sono in vena di discorsi, tornerò quando mi sarò calmato!” disse
voltandosi, ma la navigatrice lo afferrò per un braccio e quasi in un sussurro
disse “Posso venire con te?”
Rufy la guardò e notando gli occhi arrossati,
annuì.
Si addentrarono nella foresta in completo silenzio, ognuno perso nei propri
pensieri.
Solo i versi degli animali selvaggio rompevano quella quiete.
“Rufy, ci siamo addentrati molto. Non siamo mai
stati in questa parte dell’isola!” disse la ragazza.
Il capitano solo in quel momento ci fece caso. I suoi piedi avevano
obbedito al comando di muoversi senza mai fermarsi.
“Vuoi tornare indietro?” chiese il ragazzo, ma Nami
scosse la testa “Scherzi? Ne posso approfittare per raccogliere maggiori
informazioni su questa isola, affinchè possa
disegnala con maggiore precisione e…almeno riuscirò a distrarmi un po’”.
Rufy sorrise e propose alla ragazza di recarsi
su una collina poco lontano da lì, in modo tale da poter avere una migliore
visuale dell’isola.
Non seppero dire per quanto tempo rimasero in quel luogo. Nami era talmente concentrata a prendere appunti, che le sembrava che il tempo andasse veloce.
Rufy invece cominciava ad annoiarsi, ma aveva
paura di essere ucciso se solo avesse detto qualcosa a Nami,
ma per sua fortuna, fu proprio lei a rendere un po’ più entusiasmante quella
serata notando qualcosa di particolare.
“Rufy? Vedi quel fumo laggiù?” chiese la ragazza.
“Forse la foresta sta andando a fuoco!” disse il ragazzo aguzzando la
vista, cercando di vedere meglio.
“Ma no, direi piuttosto che qualcuno
ha acceso il fuoco. Mi domando chi, il villaggio si trova piuttosto lontano da
qui e andare nella foresta con le bestie feroci non è molto furbo!” disse Nami.
Rufy alzandosi in piedi e spolverandosi i
pantaloni disse tranquillamente “Bhe, c’è solo un
modo per scoprirlo. Andiamo a vedere!”
Il ragazzo circondò il fianco di Nami con un
braccio, mentre con l’altro, allungandolo a dismisura, si aggrappò a un albero
in lontananza e si fiondò verso quel fumo.
Nami si vide passare davanti tutta la sua
vita, pensando di morire in quell’istante, soprattutto a causa della delicatezza
del capitano che schivava gli alberi all’ultimo momento, saltando di ramo in
ramo come una scimmia.
L’atterraggio non fu affatto morbido, soprattutto per Rufy,
il quale era atterrato col sedere su delle braci e i suoi pantaloni avevano
preso fuoco.
Il ragazzo prese a correre a destra e a manca , alimentando così le fiamme.
Nami sospirò esasperata e facendo lo sgambetto
al suo amato, lo fece rotolare a terra, facendo così spegnere il fuoco.
“Vuoi stare attento babbeo!” disse la ragazza dandogli un sonoro pugno in
testa, anche per punirlo per lo spavento che le aveva fatto prendere.
“Ahia, mi hai fatto male!” piagnucolò il ragazzo.
“Ma smettila che non mi avrai nemmeno sentito!” sbuffò Nami.
“Invece si, ultimamente i tuoi colpi li sento eccome! Mi ricordano quelli
di mio nonno, anche se lui ci andava giù più pesantemente!”
“Stai
dicendo che sono manesca?” chiese Nami.
Rufy inclinò la testa e incrociò le braccia
“C’è qualche risposta che mi può evitare di essere nuovamente colpito?”
“Non rispondere sarebbe un modo!” disse Nami
sbuffando “Comunque, qualcuno è stato qui e deve essere scappato quando siamo
piombati qua dal nulla!” disse la navigatrice notando gli spiedini di rana che
erano intenti a cuocere.
“Deliziosi!” disse Rufy, non perdendo l’occasione
di mangiare cibo gratis, ma qualcuno non fu contento di perdere la sua cena.
“Ehi, quelli sono miei!” disse una vocina proveniente da dietro a un
albero, prima che il proprietario si facesse vedere.
Nami sgranò gli occhi riconoscendo la bambina
che non aveva avuto ancora occasione di conoscere “Tu sei la figlia di Robin!”
La bambina fece una smorfia di disappunto e disse “quella non è mia madre!”
disse, afferrando uno spiedino, che Rufy aveva
puntato, mangiandoselo poi di fretta per evitare che il ragazzo glielo
fregasse.
“Che ci fai qui tutta sola?” chiese Nami curiosa.
“Ci vivo, mi sembra ovvio!” indicando la struttura in legno, non proprio in
buone condizioni, che si ergeva su di un ramo spesso.
“Vivi in quella catapecchia?” chiese Nami “è un
miracolo se si regge in piedi!”
“Ehi, ti sfido a costruirne una migliore con pochi attrezzi a tua
disposizione e da sola. Non sarà una reggia, ma mi ripara dalla pioggia e dal
vento. Quindi va bene!” disse la bambina infastidita.
“Io la trovo carina!” disse Rufy sorprendendo Nami “Ma non ti piacerebbe vivere in un posto più sicuro ,
caldo e soprattutto in compagnia?”
La bambina lo guardò stranita “Hai qualche idea? Le case al villaggio hanno
già tutti dei proprietari!”
“Che ne dici della nostra nave? Diventa un membro della mia ciurma!” disse Rufy a trentadue denti.
“Stai scherzando? Io una pirata? Mai. Io odio i pirati e solo perché lo è
mia madre e forse anche il mio padre, chiunque esso sia, io dovrei seguire le
loro orme?” chiese la bambina incrociando le braccia.
“Non ti piacerebbe viaggiare e vedere posti nuovi?” chiese Nami, capendo che Rufy voleva
convincerla a imbarcarsi con loro per evitare di dover perdere Robin e lei era
determinata a far si che questa sua idea andasse a buon fine.
“Si, ammetto che mi piacerebbe, ma non da pirata. Soprattutto non come
compagna Nico Robin. Lo so che voi siete suoi compagni. Vi ho osservato in
questo periodo, cosa credete? Non succede niente in questa isola senza che io non
lo venga a sapere!” disse la bambina determinata e fissando Rufy
negli occhi, senza abbassare lo sguardo, dimostrando così al ragazzo di
possedere un carattere determinato.
“Robin non è una persona cattiva, ha solo avuto una vita difficile!”
cominciò Nami “Sono sicura che se le dessi una
opportunità, non te ne pentiresti e…”
“Opportunità? Tsè, tu devi avere avuto una
infanzia felice se riesci a dare una seconda opportunità alle persone. Non hai
idea di cosa voglia dire crescere senza una madre e che per di più lei ti ha
abbandonata!” disse la bambina, senza notare che Nami
aveva preso a stringere i pugni talmente forti, tanto da far diventare le
nocche bianche.
Rufy sospirò, sapendo che la bambina aveva
toccato un tasto dolente e abbassandosi all’altezza della bambina disse
“Ascolta piccola Robin, posso capire che tu sia arrabbiata e che vorresti una
vita normale con una famiglia che ti vuole bene, ma certe volte per forze
maggiori questo viene negato e purtroppo il destino ha voluto che questo
capitasse a te, ma…magari questa è la volta buona per ottenere quello che vuoi.
Robin vuole davvero essere tua madre e anche noi saremo felici di accoglierti
tra di noi!”
La bambina lo guardò infastidita “La fai così facile, se fossi al mio posto
capiresti cosa provo!”
Rufy le mise una mano sulla spalla e disse “Io
per certi versi riesco a capirti. Robin ti ha spiegato il motivo del perché ha
dovuto abbandonarti, vero?”
La bambina annuì “Ha detto che voleva proteggermi!”
“Esatto e la stessa cosa è capitata anche a me!” disse sorprendendo la
bambina, che gli diede tutta la sua attenzione “mio padre ha dovuto fare la
stessa cosa. È una persona considerata pericolosa per il governo mondiale e mi ha lasciato alle cure di mio nonno che non era molto presente. Ammetto
che la mia infanzia non è stata così disastrata come la tua, ho avuto persone
che mi hanno voluto bene, ma molte volte mi sono sentito solo, soprattutto
quando ero molto piccolo e so che fa male!” disse Rufy
e la bambina abbassò la testa rattristata.
“Sai che io avevo un fratello? Non era mio fratello di sangue, ma gli
volevo bene come se lo fosse. Anche lui era figlio di uno uomo considerato
pericoloso, il re dei pirati…lo conosci?”
“Si, ne ho sentito parlare!” disse la bimba.
“Mio fratello, sebbene nessuno
sapesse di chi era figlio, si sentiva odiato e ha sempre creduto che non
sarebbe dovuto nascere, perché tutti gli dicevano che se il re dei pirati
avesse avuto un figlio, questo doveva morire!”
“Perché? è questo che non capisco. Perché se siamo figli di qualcuno di
pericoloso o di grande, dobbiamo essere incolpati delle loro azioni?” chiese la
piccola.
“Sinceramente non so spiegarti il perché, ma l’essere umano fa spesso
scelte stupide e azioni sbagliate. Nel nostro caso forse hanno paura che
ripercorriamo le orme dei genitori o forse vogliono semplicemente ricattarli,
prendendo in ostaggio noi. Comunque potrai anche dire che non ti interessa
essere come tua madre e che vuoi semplicemente vivere una vita normale, maquesto agli occhi del governo mondiale non ha importanza.
Dovrai essere eliminata. Robin ha solo cercato di evitarti questo destino
ingiusto, se poi non hai avuto una vita felice, questo lei non poteva
prevederlo!”
La bambina si morse il labbro e poi
chiese “Perché parli di tuo fratello al passato?” chiese timorosa di sapere la
verità.
Rufy abbassò gli occhi e sospirò “E stato
ucciso dalla marina in quanto figlio del re dei pirati!”
La piccola strinse i pugni e alzò lo sguardo su Nami
quando sentì la sua mano sulla spalla “Lo so che questo ti fa paura. Non
vogliamo spaventarti, ma metterti al corrente di come stanno le cose. Sei una
ragazzina sveglia, quindi mi sembra inutile addolcire le cose, ma sappi che se
verrai con noi ti proteggeremo e…”
La bambina si spostò e mise in chiaro che non si sarebbe mai unita a loro.
Ovunque lei fosse stata, una volta che si fosse venuto a sapere della sua esistenza,
sarebbe stata in pericolo, ma oltre a non sentir nessun legame con Robin e non
riuscendo a dimenticare la rabbia che aveva covato durante quegli anni verso la
donna come se niente fosse, anche venendo a sapere la verità, vi era anche la
questione che i Mugiwara erano pirati conosciuti che
avendo spesso a che fare con i marine e quindi considerava la faccenda ad
unirsi a loro ancora più rischiosa per la sua vita.
Robin si trovava sul ponte della nave vicino alla faccia del leone e
fissava il mare. Ripensò a tutte le avventure e alla sua vita negli ultimi anni
e si sentì stringere il cuore a pensare che tutto sarebbe presto finito.
Ricordava quando Sauro, prima della distruzione della sua città natale, le
aveva detto che un giorno aveva incontrato dei compagni e lei fin da piccola si
era aggrappata a questa speranza, ma aveva anche creduto che una volta trovati,
non li avrebbe più lasciati. Sebbene crescendo avesse compreso che le cose
nella vita sono in costante cambiamento e che non tutto è per sempre, si era
illusa veramente che sarebbe stata fino alla fine con i pirati di Mugiwara.
“Siamo pensierose?” disse una voce alle sue spalle.
Robin si voltò verso l’uomo e abbozzò un sorriso triste “Shanks, mi hai colta di sorpresa!”
L’uomo sorriso “Mi viene facile con te. Ogni volta che ti vedo sei sempre
persa nei tuoi pensieri. Dovresti
prenderti una pausa e rilassarti un po’!” disse l’uomo affiancandola.
“è più facile a dirlo che a faro!” disse Robin sospirando, poi chiese “Volevi
qualcosa Shanks?”
“Cercavo Rufy in realtà, ma mi è stato detto da Usopp e dal piccolo procione che è andato a fare una
passeggiata!” disse, facendo sorridere l’archeologa, chiamando Chopper procione.
“Mi hanno anche riferito la tua decisione di lasciare la ciurma!” disse Shanks.
Robin tornò a fissare il mare “Sei venuto a dirmi che è una scelta
azzardata?”
Shanks si appoggiò al parapetto e fissò la luna
in cielo “No, non mi permetterei mai di criticare la tua decisione. Sei una
donna adulta Robin e sei libera di decidere. Conosci i rischi e pericoli, solo
che…non vedo quale motivo hai per restare su questa isola!” disse sinceramente “Non
che voglia farmi gli affari tuoi!”
“Usopp non ti ha proprio detto tutto!” disse
Robin per poi metterlo al corrente l’uomo dai capelli rossi.
Shanks sospirò “Sai, non l’ho mai detto a
nessuno, bhe la mia ciurma a parte, ma anche io ho un
figlio. Non l’ho sa nemmeno Rufy, nonostante sua
madre sia la donna del bar che Rufy frequentava
sempre e che credo considerasse come una sorta di madre” disse, sorprendendo
Robin.
“Allora puoi capire cosa mi può passare per la testa!” disse Robin.
Shanks annuì “Si, in quanto imperatore andare a
trovare mio figlio sarebbe come condannarlo a morte, ma a differenza di tua
figlia, il mio ha qualcuno a occuparsi di lui. Al tuo posto credo che farei la
stessa cosa. La mia vita e i miei sogni passerebbero in secondo piano, davanti
al bene del mio bambino. Ma ammetto che sarebbe estremamente doloroso dire
addio a quelli che amo!”
Robin annuì e si rattristò nuovamente.
“Io fossi in te, non mi rattristerei troppo. Non so perché, ma qualcosa mi
dice che tutto si sistemerà e in genere le mie intuizioni si avverano!” disse Shanks sorridendole e Robin provò la stessa sensazione di
quand’era bambina, di quando il gigante le aveva dato speranza e sorrise,
convinta che le parole dell’imperatore si sarebbero in qualche modo avverate.
Shanks si allontanò dalla Sunny
dirigendosi verso la sua nave, quando dalla pineta vide spuntare fuori Nami e Rufy.
“Ehi Shaks!” disse il capitano della Sunny alzando un braccio in segno di saluto.
“Ehilà, stavo giusto cercando te!” disse l’uomo.
Rufy alzò un sopracciglio curioso.
“So che ti ho promesso che avrei celebrato le tue nozze, ma rimanere troppo
a lungo su di un’isola, non è una buona idea. Ormai si sarà diffusa la notizia
della nostra presenza qui e anche della vostra e capirete bene che sarebbe
meglio levare l’ancora il prima possibile!”
Rufy sospirò “Certo, capisco. Io credo ci
fermeremo ancor un paio di giorni, sperando che questa faccenda di Robin si
sistemi e…”
Shanks mise una mano sulla spalla dell’uomo “Se
la bambina non è intenzionata a venire con voi, non c’è niente che puoi fare Rufy!”
Il capitano della Sunny abbassò la testa.
“Si, credo che mi venga solo difficile accettare l’idea. Forse è meglio che
ripartiamo anche noi!”
Nami guardò Rufy
dispiaciuta, ma poi guardando Shanks gli chiese “Quando
hai intenzione di partire?”
“Il mio carpentiere ha rimesso in sesto la nave, quindi pensavo domani
mattina!” disse Shanks, cogliendo sia Rufy che Nami alla sprovvista non aspettandosi una partenza così
immediata.
“Non puoi rimandare a domani pomeriggio?” chiese la navigatrice.
“Nami cosa…?” chiese Rufy
confuso.
“Perché?” chiese Shanks.
“Potremo sposarci domani mattina!” disse Nami
determinata.
Rufy sgranò gli occhi sorpreso “Ma non volevi
un vestito per te e per me, per gli altri, fiori, cibo e qualsiasi cosa ci
voglia per celebrare un matrimonio?”
Nami alzò le spalle “Al diavolo quelle cose
materiali, siamo pirati infondo. La cosa più importante ce l’ho…” disse
riferendosi a Rufy “…ma vorrei che Robin ci fosse.
Vorrei che fosse presente in uno dei giorni più importanti della mia vita!”
Rufy sorrise a trentadue denti d’accordo sulla
richiesta di Nami, poi guardò Shanks
e chiese “Tu che ne pensi?”.
“Che domani si festeggerà un matrimonio!”
disse Shanks felice di accontentare la coppia.
Uffa, un altro capitolo di chiacchiere…che
pizza direte…e ma anche nell’anime e manga ci sono alcuni punti di noia (bhe noia forse è un po esagerato) prima di una battaglia.
Allora volevo dirvi che mi è venuta in
mente un’altra cosa, quindi posso evitare gli spoiler che avrei messo, ma mi
sono resa conto che uno spoiler lo avrei fatto comunque, pensando che in Italia
si sapesse già questa cosa. Comunque sono andata a vedere e questa cosa che
vorrei utilizzare, in Italia uscirà con il manga di marzo, quindi mi basterà
attendere che il manga esca in edicola
per poter pubblicare senza spifferare niente e dato che mancano solo pochi
giorni, non dovrebbero esserci poi tanti
problemi.
Però tengo a precisare che questa cosa
rimarrà uno spoiler per chi segue la serie animata italiana, ma se devo
aspettare che la programmazione televisiva si metta alla pari con le idee…è
probabile che passeranno secoli.
Comunque metterò l’avvertenza spoiler così
chi non vorrà sapere, sarà avvertito.
Alla prossima
Neko.