Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Inathia Len    29/02/2016    5 recensioni
Perché prima di essere combattenti, sono stati ragazzi. Nati e cresciuti negli anni dei figli dei fiori, sono diventati grandi con una risata e un grido nel cuore. E con l’idea che si poteva cambiare il mondo, se lo si voleva abbastanza.
Lily Evans, dolce e forte, pronta al sacrificio per coloro che ama.
James Potter, da ragazzino gradasso a uomo innamorato. Ma sempre un amico fedele.
Marlene McKinnon, convinta che l’Amore non l’avrebbe mai toccata.
Sirius Black, troppo ribelle per innamorarsi. Ma non abbastanza da evitare le frecce di Cupido.
Dorcas Meadows, strega di ferro ma dal cuore dolce, temprata dalla tristezza.
Remus Lupin, pensando di non meritare amore, trovò una famiglia.
Mary McDonald, tutta oroscopi e Destino.
Peter Minus, perché prima di tradire anche lui è stato un ragazzo.
Alice Prewett, che ha sempre saputo che l’amore sarebbe stata la soluzione.
Frank Paciock, che invece l’amore non sapeva neanche cosa fosse.
Hestia Jones, che urlava contro il mondo sperando di aggiustarlo.
Emmeline Vance, perché la dolcezza e la calma a volte premiano.
Amos Diggory, amante delle ragazza e del quiddich.
Fabian e Gideon Prewett, perchè la guerra la si può anche combattere ridendo.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Alice Paciock, Dorcas Meadowes, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Classe 1960'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

 

Remus Lupin, Hestia Jones e Mary McDonald decisamente ubriachi

Scattata da Sirius Black, autunno 1977

 

 

 

 

 

 

 

-Dove hai detto che è James?- chiese Dorcas, prendendogli istintivamente la mano mentre si riparava sotto il suo ombrello.

-Ha mugugnato qualcosa su un saggio che doveva assolutissimamente finire ed è sgusciato fuori dal dormitorio praticamente all'alba. Non credo nemmeno che abbia fatto colazione, in Sala Grande non l'abbiamo visto- rispose Remus, provando a ignorare le fitte di piacere che gli dava la sua mano intrecciata a quella di lei. Erano amici, fine della storia. Uno come lui non poteva aspirare ad altro.

-Un saggio che aveva bisogno di parecchio profumo per essere “saggiato”- sghignazzò Sirius. -Che c'è?- chiese poi, notando le occhiatacce degli amici. -Era una battuta bellissima, siete voi che non apprezzate...-

Remus scosse la testa, che ancora gli girava per via della luna piena che sarebbe stata solo due sere dopo. Ma non avrebbe rinunciato ad andare ad Hogsmeade con i suoi amici solo per quello. Il lupo gli toglieva già abbastanza, rifletté, guardando Dorcas che camminava accanto a lui e provando a convincersi che no, non stava davvero benissimo con il capello che lui le aveva regalato per il compleanno.

Sirius si stiracchiò e prese sotto braccio Mary.

-Facciamo un attimo un rapido conto, perché qui mi sembriamo un pochetto pochini. McDonald, renditi utile e aiutami.-

-Usa di nuovo quel tono e ti faccio scomparire i capelli- lo minacciò candidamente lei. Lui la guardò, poi sembrò decidere che la ragazza fosse davvero in grado di farlo e subito le rivolse un sorriso zuccheroso.

-Perdonami, ma cherie, a volte tendo a lasciarmi trasportare. Comunque dicevo: illuminami con la tua conoscenza gossippesca sul dove si trovino i nostri adorati compagni.-

Mary ci rifletté sopra, alzando gli occhi azzurri verso il cielo plumbeo. Scendeva quella pioggerellina che proprio non sopportava, quella buona solo ad arricciarle la messa in piega ed inutile per i baci romantici sotto i temporali. Aveva visto abbastanza film con sua madre da sapere che, nel caso in cui ragazzo e ragazza uscivano insieme e pioveva, c'erano alte probabilità che si baciassero entro la fine della serata.

-Allora, vediamo: Emmeline ed Hestia, nonostante fosse la loro prima uscita pubblica ufficiale, si sono lasciate convincere da Alice a stalkerare Frank e i gemelli. Però probabilmente la uccideranno prima di pranzo e poi saranno libere. Poi, Peter aveva appuntamento con una ragazza carina di Tassorosso, credo si chiami Tessa e segua Antiche Rune con Lily...-

-Come è possibile che Peter cucchi e io no?- mise su il broncio Sirius, facendo scoppiare a ridere gli altri tre.

-Anche Marlene doveva vedersi con qualcuno, credo... Non ci ha detto i dettagli...- disse con un filo di voce Mary, ma non abbastanza piano da non farsi sentire.

Remus e Dorcas si prepararono all'esplosione, ma incredibilmente non accadde nulla. Sirius stirò il viso in un sorriso che non appariva nemmeno troppo finto e incrociò le braccia dietro la testa. Accidenti a lui, era un sogno anche mezzo bagnato. O forse perché era mezzo bagnato... Un paio di ragazzine li superarono lanciandogli occhiate sognanti, ma lui non ci fece caso.

-Marlene può fare quello che vuole- disse alla fine. -Abbiamo deciso di lasciarci i nostri spazi e io sono una persona matura, quindi glielo lascerò fare. Ora, McDonald adorata, hai impegni per pranzo?-

-Ma veramente, Amos mi aveva chiesto di...-

-Amos è brutto, io sono bello. Pranzi con me- decise lui, cominciando a camminare spedito e lasciando indietro gli altri due.

-Prevedo dei disastri- commentò Remus.

-Assolutamente- rise Dorcas. -Allora, dove mi porti?-

 

 

 

-Alice, tesoro, perché non vai e gli parli?- chiese Emmeline, terza volta nel giro di un quarto d'ora, guardando l'amica sospirare. Hestia si accese un'altra sigaretta e mise un braccio attorno alle spalle di Mel, sbuffando.

Alice si mordicchiò un unghia perfettamente laccata e guardò indecisa il tavolo accanto al loro. Frank era seduto lì da solo da quasi mezz'ora. Era entrato assieme ai gemelli, ma quelli poi l'avevano abbandonato quando avevano visto qualcuno uscire da Zonko con qualcosa in mano. Non avevano specificato. E lui era rimasto solo, ai Tre Manici di Scopa, con tre Burrobirre davanti. Inizialmente aveva giocherellato con la bacchetta, poi aveva tirato fuori una rivista e aveva preso a leggere, senza toccare le bibite.

-Ma non vedi che sta aspettando che tornino i gemelli?- disse Alice, praticamente disperata. -Vado lì, gli rompo le scatole e poi?-

-Almeno smetti di romperle a noi- scrollò le spalle Hestia, guadagnandosi un buffetto sulla nuca da parte della sua ragazza. -AHIA!-

-Quello che Hestia voleva dire- parafrasò molto liberamente Emmeline, -è che se non provi non saprai mai. Che ti costa andare lì e dirgli “ciao”?-

Alice continuò a guardare dubbiosa il ragazzo. Che Frank le piacesse non era una novità, era più o meno l'unico ragazzo per cui avesse mai provato qualcosa, se si escludeva un Corvonero con cui era uscita una volta al quarto anno... solo per poi essere piantata a metà appuntamento perché non faceva altro che parlare di Frank. Le sue amiche, soprattutto Hestia e Dorcas, non facevano che prenderla in giro per quello, ma lei più passava il tempo più era convinta che Frank sarebbe stato l'unico per lei. I suoi genitori non si erano forse conosciuti a Hogwarts e sposati poco dopo? E non era accaduta la stessa cosa ai suoi nonni? Marlene spesso replicava dicendo che i suoi genitori e i suoi nonni uscivano insieme, prima di sposarsi, non passavano il tempo a guardarsi sospirando... E Alice sapeva che aveva ragione, ma era più forte di lei. Nella sua testa aveva programmato l'intero ricevimento di nozze, ma l'idea di andargli a parlare la atterriva.

-Penso che andrò a farmi un giro...- borbottò alla fine, facendo per alzarsi, ma sia Hestia che Emmeline la tirarono nuovamente a sedere.

-Tu non vai da nessuna parte- si incaponì la prima, spegnendo la sigaretta nel posacenere. -A meno che la tua direzione non sia il tavolo di Paciock. L'hai visto anche tu alla festa di Dorcas l'anno scorso e poi questa estate: se fai la persona normale, gli stai anche simpatica. E poi chissà, magari da cosa nasce cosa...-

-Hestia!- si portò una mano al petto Alice, quasi commossa. -Lo sapevo che avevi un cuore anche tu!-

-Sospetto che voglia sistemarti per avere il dormitorio libero più spesso- le sussurrò all'orecchio Mel.

-Non svegliarmi dal mio sogno ad occhi aperti- la zittì Alice. -Allora, lo faccio? Ci vado davvero?-

-Sempre che tu non voglia rimanere qui a fantasticare su quanto saranno belli i vostri figli... per non dire immaginari, se la loro mammina non si dà una mossa.-

Alice fece un respiro profondo. Pur con tutta la sua malagrazia, Hestia poteva aver ragione. Se si lasciava andare, se era più se stessa e meno “la ragazza timida cotta di Frank”, lui la notava e riuscivano anche a fare due chiacchiere.

Sì, ora o mai più.

 

 

 

Marlene si guardò furtiva alle spalle e poi controllò qualcosa su un foglietto di pergamena che aveva in mano. Ancora qualche metro, poi avrebbe girato a sinistra e sarebbe arrivata.

La pioggia aveva cominciato a farsi più consistente e la ragazza si calò il cappuccio del mantello sui capelli biondi, strofinando le mani l'una contro l'altra per scaldarle. Era a mala pena ottobre e già faceva un freddo cane...

Svoltò nella stradina, come era scritto nelle sue istruzioni, e poi si fermò, notando che era un vicolo cieco e che non era ancora arrivato nessuno. Intorno a sé sentiva il vociare degli altri studenti, esaltati ed eccitati dalla prima uscita dell'anno ad Hogsmeade. Francamente, l'aveva immaginata diversamente quella prima uscita, mentre invece il gruppetto si era frammentato. Peter, che da anni era cotto di Tessa, finalmente aveva ottenuto un appuntamento e li aveva salutati, dicendo che si sarebbero rivisti a cena al castello; James e Lily erano scomparsi dalla faccia della terra -anche se su questo Marlene aveva un paio di ipotesi che le piacevano parecchio-; i gemelli e Frank se ne stavano spesso per i fatti loro, Alice si era messa in testa tanto per cambiare di seguirlo, trascinandosi dietro le compagne di stanza; Amos e Mary avevano deciso di provare ad uscire insieme come persone normali. Rimanevano Remus, Dorcas e Sirius... e le dispiaceva seriamente di non essere con loro, ma sentiva che stava facendo qualcosa di molto più importante.

Un movimento alle sue spalle la fece voltare e impose al proprio corpo di rimanere calmo.

-Sono qui. Come mai tutta questa segretezza?- chiese all'altra figura incappucciata all'ingresso del vicoletto.

-Non sia mai che uno come me venga visto girare con una come te.-

-Vuoi dire una persona bellissima e rispettabile?-

-Ora capisco perché piaci a mio fratello... stesso senso dell'umorismo distorto.-

Regulus Black le sorrise gelido da sotto il cappuccio nero e Marlene strinse i pugni. Era solo un ragazzino, persino più piccolo di lei, perché avrebbe dovuto averne paura? Poi la sua mente venne attraversata da un ricordo, un'altra giornata ad Hogsmeade... c'era la neve... lei e Sirius che ridevano e scherzavano.... poi l'attacco... Sirius a terra svenuto e pallido... la Cruciatus su di lei...

Oh, c'era una lista lunga sempre di motivi per cui avrebbe dovuto aver paura di Regulus Black, ma quel giorno non voleva lasciarsi impressionare.

-Sei venuta sola, bene. Grazie- concesse.

-E anche tu.-

-Quando do la mia parola, la mantengo sempre, McKinnon.-

-Perché mi volevi vedere, Black? E fai in fretta, i miei amici...-

-Non sanno che sei qui- la interruppe lui con un ghigno, -non hai detto a nessuno che ti saresti incontrata con me, altrimenti, se davvero questi “rinforzi” dovessero arrivare da un momento all'altro, non staresti tremando così tanto. Non giocare con me.-

Marlene deglutì. Quando due giorni prima aveva ricevuto un gufo a colazione, tutto si sarebbe aspettata, meno che una lettera da Regulus Black, dove le chiedeva se si potevano incontrare in quel vicolo a Hogsmeade. Soli.

E lei ci era andata, perché sotto sotto sperava ancora che quel ragazzino facesse marcia indietro, che almeno uno si salvasse da quella orribile guerra. E che magari quel qualcuno fosse proprio lui, il fratello di Sirius.

-Per quanto strano ti potrà sembrare, ho bisogno del tuo aiuto, McKinnon. Hai un certo ascendente su mio fratello... gli piaci...-

-Dacci un taglio: di che favore hai bisogno?-

-Gli devo parlare- ammise alla fine Black, perdendo per un attimo l'aria gelida e superiore mantenuta fino a quel momento. -Ho bisogno di... c'è una cosa che devo discutere con lui di persona, ma a me non da ascolto.-

-Chissà come mai- borbottò a mezza voce Marlene. Lui la fulminò con lo sguardo, poi riprese a parlare.

-Avrei bisogno che tu gli dicessi questo, che ho bisogno di parlare con lui con urgenza. Tutto qui.-

Marlene lo guardò per qualche istante in silenzio, poi annuì. Quanto era triste quella guerra che costringeva due fratelli a cercare un intermediario per potersi parlare?

-E di cosa dovete...?-

-Quelli non sono affari tuoi.-

Lei sospirò, poi infilò le mani in tasca.

-Va bene, va bene glielo dirò. Ma non ti assicuro un sì come risposta. Ultimamente dà poca retta anche a me...- aggiunse piano, rimpiangendo il tempo in cui erano stati come una persona sola. -Lui è...-

-Là- sbiancò Black, indicando un punto alla loro destra. -Ci ha visti.-

E si voltò anche Marlene, giusto in tempo per vedere Sirius, sottobraccio con Mary, sbiancare e poi correre via, trascinato dalla ragazza.

 

 

 

Con le braccia piene di dolci, Remus aprì usando la schiena la porta dell'Ufficio Postale e fece passare Dorcas. Lei entrò quasi saltellando e si diresse verso la zona dei gufi a lunga percorrenza. Non c'era un motivo vero per cui erano entrati lì, se non che Doe aveva una vera e propria passione per quegli animali e fosse stato per lei li avrebbe adottati tutti. Invece sua nonna, per il compleanno, le aveva regalato “un noiosissimo rospo che non fa altro che dormire e gracidare in maniera inquietante”. L'unico a cui era davvero piaciuto era stato Frank, che a quanto pare adorava i rospi e le rane tanto quanto Dorcas adorava i gufi.

Quella giornata stava procedendo bene, si disse Remus, concedendosi un'altra caramella Tutti i Gusti e guardando Doe curiosare in giro. Aveva temuto che lei avrebbe interpretato il tutto come appuntamento, essendosene andati tutti quanti gli altri, invece era proceduto tutto fin troppo normalmente. Non che non gli sarebbe piaciuto uscire con lei come due persone normali... ma lui non era normale e lei meritava di meglio. Quindi essere amici andava benissimo, migliori amici anche, ma per quanto riguardava il resto...

-Hai visto che bello quello lassù in alto?- gli chiese Doe, tornando al suo fianco. Remus alzò lo sguardo ed annuì verso un generico gufo. A lui sembravano sinceramente tutti uguali, se non che cambiava il colore.

-Uno splendore.-

-Che scemo, non stai nemmeno guardando!-

-Sì, invece. Hai detto quello là, no? Quello vicino a quello... beh, quello là, ecco- si impappinò lui, provando a gesticolare e invece riuscendo solo a far cadere buona parte dei dolciumi. -Che disastro che sono...- si giustificò, mentre lei si chinava a raccoglierli.

-Sei solo un po' tanto imbranato. Ma va bene- aggiunse poi Dorcas, facendosi vicina come per raccontargli un segreto, -alle ragazze piace tantissimo.-

Remus arrossì improvvisamente e fu grato del fatto che lei fosse tornata a piegarsi per prendere le ultime gelatine ribelli.

-Ecco, tutto sistemato. Ma forse avremmo dovuto prendere almeno un sacchetto...- rifletté la ragazza, aprendo la porta e tenendola aperta per lui, questa volta. -OH!- esclamò poi, tirandolo per una manica e rischiando di far cadere nuovamente tutto quanto.-Guarda, hanno aperto un nuovo negozio di musica! Chissà se hanno l'ultimo dei Draghi Stonati...-

-I D.S.?!- inarcò un sopracciglio lui, dirigendosi comunque in quella direzione. -Ascolti davvero quella robaccia?-

-Sono dei geni, Remus John Lupin- lo contraddisse Doe. -Prendono pezzi pop babbani e li ri-arrangiano, a volte cambiando anche qualcosa nei testi... e li fanno diventare roba quasi heavy metal. Una figata!-

-Robaccia- ribadì lui.

-Ehi! A me non piacciono le tue Fanciulle Gallesi, però non vado in giro a dire che sono una vera e propria schifezza.-

-Ma perché così offenderesti tutte le persone con un minimo di orecchio musicale. Le Fanciulle Gallesi cantano le tipiche canzoni popolari gallesi in chiave jazz. Dimmi, come si fa a competere?-

-Dimmi, come si fa a restare svegli mentre le si ascolta?- lo prese in giro lei, facendogli la linguaccia ed entrando le negozio.

 

 

 

-Ehm... ciao?-

Frank alzò lo sguardo e vide Alice in piedi davanti al suo tavolo che si tormentava l'orlo del golf azzurro pallido.

-Ciao- la salutò a propria volta. Era quasi un evento storico che lei gli rivolgesse per prima la parola e vederla così, quasi intimidita dalla sua presenza, lo fece sorridere.

-Oh, ti disturbo. Lo sapevo che ti disturbo... me ne vado subito- mormorò, girando su se stessa e facendo per allontanarsi.

-Ehi, no aspetta. Perché non ti siedi qui? Fab e Gid ormai mi hanno abbandonato e queste tre Burrobirre non si berranno da sole.-

Alice si voltò di nuovo e Frank la vide sorridere apertamente. Non gli rivolse uno di quei sorrisi timidi e impacciati a cui era abituato, questo era ampio e l'aveva persino fatta arrossire. E doveva ammettere che era piuttosto carina quando arrossiva. Lui di ragazze non capiva niente di niente, ma più volte i suoi compagni di stanza gli avevano detto che Alice era cotta di lui da secoli. Frank non ci aveva mai fatto caso. Però doveva ammettere... se nella sua testa immaginava qualcuna con cui sarebbe mai potuto uscire, veniva sempre fuori una ragazza con il viso di Alice Prewett.

-Posso restare davvero?- chiese lei, scostandosi una ciocca dei capelli scuri dietro l'orecchio.

-Assolutamente! Anzi, un po' di compagnia mi fa più che piacere.-

-Gli altri dove sono finiti?-

-Hanno visto Amos uscire da Zonko poco prima e sono andati a prenderlo in giro: a quanto pare aveva appuntamento con Mary, ma lei gli ha dato buca per Sirius. O una cosa del genere- rise Frank, riuscendo a far ridere anche Alice. Non l'aveva mai sentita ridere, però quella risata aveva un suono che gli piaceva. -E tu? Cosa mi racconti di te?-

Alice arrossì di colpo e abbassò lo sguardo.

-Niente di che... sempre le solite cose...-

Frank la guardò un attimo, come colpito da una rivelazione improvvisa: i gemelli e Amos avevano sempre avuto ragione, Alice era innamorata di lui. E quella consapevolezza fece improvvisamente arrossire anche lui. Era ad Hogsmeade e se ne stava seduto con una ragazza carina ai Tre Manici di Scopa. E la suddetta ragazza carina era innamorata di lui. Era questo quello che gli altri chiamavano appuntamento? Che accidenti bisognava fare o dire, in casi come quelli?

-Ehm... il... uhm...-

-Cosa stavi leggendo prima?- chiese lei, con un filo di voce, alzando appena lo sguardo.

-Io? Oh, io stavo...- poi armeggiò con la borsa a tracolla che si portava sempre dietro e che aveva abbandonato sulla panca. Tirò fuori trionfante la rivista e la poggiò sul tavolo. -È un mensile di cinema babbano, io e mia madre ne siamo appassionati e ci siamo abbonati insieme. La copia arriva prima a lei, poi quando l'ha finita me la spedisce.-

Alice guardava la copertina come ipnotizzata.

-Ti piace il cinema?-

-Sì! L'estate, quando sono a casa, oppure quando torno per le vacanze, io e mia madre andiamo in qualche vecchia sala babbana e stiamo lì anche tutto il pomeriggio...-

-Tu e tua madre. Tuo padre?-

-Mio padre se n'è andato che ero piccolo- rispose Frank. Era una storia che non raccontava volentieri, quella. Sua madre diceva sempre che quel “delinquente” per lei era come se fosse morto, ma a Frank mancava. E anche tanto. -Nessuna storia lacrimevole- aggiunse poi, -i miei non andavano d'accordo e un giorno lui ha fatto i bagagli e se n'è andato. Tutto qui. Non l'ho visto né sentito da allora.-

-Mi dispiace davvero tanto- mormorò Alice, poggiando istintivamente la mano su quella di lui. -Tua mamma deve essere una donna speciale, però, per averti cresciuto da sola.-

-Eh, mio padre se ne andò che avevo appena otto anni... si è rimboccata le mani, ha trovato un lavoro part-time e ha comunque sempre avuto tempo per me e per andare al cinema insieme. In realtà, di lavorare non ne avrebbe avuto bisogno, ma diceva che la teneva occupata. Altrimenti avrebbe passato il tempo a cercare un modo diverso al giorno per uccidere mio padre.-

Ed eccola di nuovo lì, la risata di Alice. Perché lui l'aveva fatta ridere. Lui. Lui, Frank Paciock, aveva fatto ridere una ragazza che era innamorata di lui. Forse non era così tutto scemo con le ragazze.

-Se torno a casa per le vacanze invernali, mamma ha detto che dobbiamo andare a vedere questo: Guerre Stellari- aggiunse, indicando la copertina.

-Oh, ne ho sentito parlare! Mi sa che lo andrò a vedere anche io, se riesco...-

-Beh, magari io posso vederlo due volte, se ne vale la pena. E tu puoi venire con me. Che ne dici?-

 

 

 

Sirius si appoggiò contro la parete di una casa, scivolando per terra. Mary, davanti a lui, si mordeva il labbro inferiore, indecisa sul da farsi.

-Era Regulus quello, vero?- chiese lui a un certo punto e sembrava che parlasse dall'Oltretomba. -Non è che ho visto male e...-

Ma dei passi lo interruppero. Marlene arrivò di corsa a propria volta, rischiando di scivolare sui ciottoli bagnati.

-Sirius!- lo chiamò. -Mi hai fatto venire un colpo prima... ma perché sei scappato via?-

-Che ci fai tu qui? Non vorrei che per venire dietro a me avessi lasciato solo il tuo principe azzurro...-

-Ma che accidenti...?- chiese la ragazza, voltandosi verso Mary, che si strinse nelle spalle.

-Penso che creda che tu e Black jr aveste un qualche appuntamento- le spiegò e Marlene scoppiò a ridere.

-Ma non è assolutamente vero.-

-Ah, tesoro, è lui che devi convincere, non me. E ora vi lascio chiarire, mi sembra di vedere Doe e Remus in fondo alla strada. Fate i bravi: non picchiatevi e non limonate senza prima esservi riappacificati. Ciao ciao!-

Sirius guardò la ragazza allontanarsi, poi sentì Marlene sedersi accanto a lui. In quel momento, era l'ultima persona che voleva accanto a sé, ma non ebbe la forza di scacciarla. Sapeva che gli sarebbe bastato chiedere e lei gli avrebbe detto perché era in quel vicolo con Regulus, ma le avrebbe creduto? Fu quel pensiero che gli fece crollare la terra sotto i piedi: perché non si fidava più di Marlene, della ragazza di cui sosteneva essersi innamorato?

-Non avevo un appuntamento con Regulus- disse lei a un certo punto, spezzando il silenzio. -Non un “appuntamento” con lo intenderesti tu. Non mi piace tuo fratello, in nessun senso. Ha anche provato a ucciderci, Sirius!-

-Quello me lo ricordo...-

-Bene. E allora secondo te io potrei mai provare qualcosa per qualcuno che ti ha fatto del male, in ogni senso?-

-E allora perché eravate lì?- scattò Sirius, voltandosi verso Marlene. Vicina, oh così vicina... eppure questa volta baciarla era l'ultima cosa che voleva fare.

-Per te- disse lei, sorridendogli appena. Sirius si rese conto che aveva gli occhi pieni di lacrime. -Mi aveva chiesto di incontrarlo e io ho sperato... spero anche adesso... mi ha detto di dirti che ti vuole parlare. A quattrocchi. Da solo. Sirius, magari si è pentito delle sue scelte e ha finalmente capito che Voldemort è il male. Pensaci, potresti riavere tuo fratello e...-

-Ci sto pensando- la interruppe lui. -Quello che non capisco è perché non me lo hai detto.-

-Perché sapevo che ti saresti arrabbiato. Che avresti avuto paura e quindi ti saresti arrabbiato, tu funzioni così. Avresti insistito per accompagnarmi, Black ti avrebbe visto e avreste litigato, come sempre. Come l'altra volta. E io non voglio più vederti così... sembravi morto, Sirius... non voglio vivere in un mondo in cui tu sei morto...- sussurrò Marlene, dopo aver parlato con foga. E questa volta le braccia di lui la circondarono, quando la ragazza poggiò la testa sulla sua spalla, finalmente piangendo. Le accarezzò piano la schiena e poggiò a propria volta il capo su quello di lei.

-Non mi perderai, Marls- la rassicurò, la rabbia che sembrava scomparsa velocemente com'era arrivata. -Io non vado da nessuna parte...-

-Mi manchi- mormorò lei, alzando appena lo sguardo. -Mi manchi ogni giorno di più.-

Sirius la strinse più forte e le asciugò le lacrime, arrischiando un bacio sulla fronte. Lei chiuse gli occhi a quel contatto, ma non si sottrasse. Sentiva che era giusto, che era la cosa che voleva, adesso.

-Mi incontrerò con Regulus, sentirò cos'ha da dirmi. E nel frattempo aggiustiamo le cose tra di noi, okay? Perché ancora non vanno tanto bene... questa cosa del lasciarci spazio per capire, è una cavolata. Concordi?-

-Con ogni sillaba. Ma ti prego, niente appuntamenti al chiaro di luna o sbrodolate romantiche. Altrimenti scappo di nuovo. Voglio stare con te, Sirius, ma con il vero te. Quindi va bene... ma con calma.-

Sirius si alzò piano e le tese la mano per aiutarla.

-Posso almeno tenerti per mano mentre andiamo verso i Tre Manici di Scopa?-

 

 

Dorcas vide Mary raggiungerli mentre stavano entrando ai Tre Manici. Dietro di lei, incredibilmente mano nella mano, Lily e James stavano scendendo il sentiero che portava alla cittadina, mentre dividevano lo stesso ombrello. Da una stradina laterale, Peter stava salutando qualcuno e poi si diresse anche lui verso il pub. Più in là ancora, i gemelli ed Amos emersero chiacchierando animatamente con Emmeline ed Hestia, che faceva finta di non trovarli divertenti mentre in realtà rideva sotto i baffi. Infine, arrivarono anche Marlene e Sirius, anche loro mano nella mano.

Dorcas sorrise tra sé e sé: non avevano un vero e proprio appuntamento per pranzo, ma tutti loro avevano lasciato perdere quello che stavano facendo per ritrovarsi lì. Remus le aprì la porta da vero cavaliere e lei gli strizzò l'occhio, facendolo arrossire per l'ennesima volta nella giornata. E lui che pensava che lei non se ne fosse accorta...

Dentro, al tavolo di poco prima, Alice e Frank chiacchieravano tranquillamente e li salutarono con un gran sorriso quando li videro tutti entrare. Lui fece scalare la ragazza e poi le fece cenno di aiutarlo ad unire un paio di tavoli.

Sì, si disse Dorcas mentre si sedeva tra Remus e Peter, sì quella doveva essere la felicità. O qualcosa di molto simile. Vederli lì, tutti insieme, eventuali dissidi alle spalle e solo sorrisi... Dorcas si disse che quello era il mondo in cui voleva vivere. In cui la guerra non era un argomento di conversazione e si aveva tempo per uscire con il ragazzo per cui si aveva una cotta -inutile negarlo ormai, Remus le piaceva-.

Ubriaca di chiacchiere, si poggiò contro lo schienale della sedia e si lasciò avvolgere dal tepore, il nuovo disco dei Draghi Stonati poggiato in grembo.

C'era Peter che raccontava a nessun in particolare di quanto fantastica Tessa; c'erano James e Lily, che si guardavano finalmente innamorati e senza paure nel mostrarlo; c'era Amos che provava a spiegare qualcosa a Mary, mentre lei faceva gli occhi dolci ai gemelli; c'erano Hestia ed Emmeline, la seconda che voleva seriamente ascoltare Peter e la prima che si accendeva l'ennesima sigaretta; c'erano Marlene e Sirius, di nuovo insieme, senza più musi lunghi, che discutevano animatamente con Remus di un possibile futuro scherzo...

Sì, decisamente andava tutto bene. E tirando fuori il portafoglio dalla tasca, Dorcas fece cenno a Madama Rosmerta di portare delle altre Burrobirre, anche se tutti ne avevano già bevute abbastanza.

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Inathia Len