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Autore: ely91    20/03/2005    4 recensioni
Harry torna dai Dursley pronto ad un altra estate impossibile...ma ecco che tutto gli ritorna in mente...la morte di Sirius, il senso di colpa...tornare a Grimmuld Place...e poi...di nuovo a Hogwarts. è li che lo aspettano i mille pericoli di una guerra ormai scoppiata da tempo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella camera dei ricordi

Nella camera dei ricordi

 

Fu un sollievo per Harry veder arrivare la notte; dopo quella giornata sfiancante, non chiedeva niente di meglio che dormire e riposarsi.

Diede a Ron una veloce buonanotte e si appoggiò al cuscino. Si addormentò quasi subito…

Sapeva che c’era quel pericolo per lui… probabilmente era uno degli ostacoli che avrebbe dovuto superare in fretta, per riuscire ad arrivare a lui…a Harry Potter.

Quella camera, la sua amata camera, la camera dei suoi sogni, delle sue illusioni… dei suoi insuccessi… se l’erede del principe fosse stato pronto allora avrebbe potuto sbarazzarsi di quella parte della camera…un momento! Se c’era un'altra camera vuol dire che c’era una l’altra arma… l’arma del principe.

Il volto indemoniato di pietra da cui solo quattro anni prima aveva fatto fuoriuscire il basilisco nascondeva una seconda entrata. Di tutti gli anatemi che conosceva nessuno poteva aprire quel varco. Solo lui avrebbe potuto farlo… e ora lui era pronto, ma inconsapevole. Il principe mezzosangue.

L’aria umida della camera e il rincorrersi di numerosi ratti rendevano quel luogo ancora più ostile. Si avvicinò alla bocca del demone… inutile provare. L’unica cosa che avrebbe dovuto fare ora era trovare il principe. Al più presto. Avrebbe potuto costringerlo ad aprire la porta, e lui sarebbe diventato più potente, più intoccabile…

 

Harry si svegliò di soprassalto. Accanto a lui c’era solo il buio, ma pochi attimi prima era certissimo di essersi trovato nella camera dei segreti. Lui era Voldemort…di nuovo…e Voldemort parlava di un varco, di un principe… Harry cercò di raccogliere quanti più ricordi avesse di quel sogno, ma sentiva l’urgente bisogno di andare a controllare di persona. Se nella camera c’era ancora Voldemort… non poteva… non doveva permettere di farlo entrare nella scuola.

Si vestì in fretta e acciuffò il mantello dell’invisibilità. Nel buio distinse il letto di Ron e tolse le coperte dalle mani del suo migliore amico.

-Che… che vuoi Harry? Sai per caso che ore sono? Vuoi che te lo dica? Sono le due del mattino! Quindi lasciami in pace!-

Ron non aveva capito un tubo; ma gliel’avrebbe raccontato per la strada: -Avanti, muoviti!-

 

-Aspetta un attimo… vuoi dire che tu-sai-chi è nella camera? Ora? E tu, noi ci stai andando?-

Ron guardò Harry mentre cercava di tenere il passo. Harry non voleva dare spiegazioni. Sentiva il bisogno di andare nella camera. Punto. Che ci fosse stato Voldemort a lui poco importava, la data del verdetto finale era vicina e lui non aveva più paura della morte.

Era sicuro di ricordare le parole “principe”, “camera”… “mezzosangue”… ma il sogno era confuso.

-e se fosse di nuovo un tranello?-

Harry sbuffò. Ron non riusciva a capire. Stavolta sentiva che non lo era. E poi l’unica sorpresa che Voldemort avrebbe potuto fargli era la sua presenza e questo, come aveva già detto, non lo turbava minimamente.

Il primo piano era vicino; mancavano solo poche rampe di scale… Harry sentiva una presenza aleggiare dentro di sé, qualcuno che gli prometteva certezze; aveva la sensazione che avrebbe scoperto molte cose recandosi lì. Gli tremavano le mani per il freddo e per la paura, e Ron deglutiva fastidiosamente ad ogni passo.

Il bagno di Mirtilla.

I passi di Harry si fecero incerti, mentre i sospiri di Mirtilla cominciavano già a riempirgli le orecchie. Le lampade che illuminavano il muro sembravano più tetre che mai. Harry per un attimo pensò che raggiungere la camera l’avesse messo al sicuro.

La porta scricchiolò sotto il suo tocco della mano. Mirtilla si girò di scatto; Ron lanciò un gridolino, Harry gli strappò dalla testa il mantello dell’invisibilità.

Senza fiatare si avvicinò al lavandino con il blasone del serpente; Mirtilla lo fissava.

Avrebbe dovuto dire qualcosa in serpentese, ma non riusciva a concentrarsi.

-Che vuoi Mirtilla?- chiese senza troppa gentilezza Harry.

Il fantasma parve offendersi; arricciò le labbra e rispose: -Che vuoi tu Harry. Questo è il mio bagno se non ti dispiace.-

Ron si avvicinò, ancora piuttosto scosso e assonnato. Mirtilla lo guardò per un attimo, poi, mentre Harry cercava di concentrarsi, disse:- ancora in quel lavandino? Ma che ci trovate di così interessante?- in quel preciso istante Harry fulminò Mirtilla con lo sguardo. Ron inciampò e finì di lungo per terra. –Per favore Ron!- fece Harry, spazientito. Mirtilla rise; Ron alzandosi sussurrò acido:- Cose che capitano ai vivi!- Mirtilla si offese profondamente e si ritirò nel suo cubicolo in silenzio.

Harry chiuse gli occhi. Parlare in serpentese…parlare…

Un rumore sordo gli fece aprire gli occhi. Ron indietreggiò di qualche centimetro. Il baratro che portava alla camera si era aperto. Era molto profondo, ma sia Harry che Ron sapevano che non c’era nulla da temere. Senza troppi complimenti Harry si ci tuffò trascinandosi dietro Ron che aveva afferrato per la divisa pochi secondi prima.

-Ahhhhhhhhhhhhhhhh!-

-Possibile che non puoi fare silenzio una buona volta?-

Ron storse il naso. Harry cominciò a percorrere velocemente i vicoli stretti della camera. Fai presto… vai… conosceva a memoria le tubature… strette, maledettamente umide e tutte uguali… un vero labirinto… sbucò a destra, poi a sinistra e di nuovo a destra: qualcuno lo stava guidando, il suo cervello non connetteva più, sentiva solo il folle desiderio di raggiungere la camera…

Finalmente, dopo aver imboccato due vicoli ciechi, Harry e Ron arrivarono nella camera dei segreti; la camera del ricordo di Voldemort… la camera del basilisco… Harry per un attimo rivide il corpo di Ginny sul pavimento.

Non doveva avere paura… non c’era nessuno ora… solo la camera del principe. La camera del principe?

Dentro di Harry c’era una voce che parlava, una voce che gli suggeriva, che gli infondeva sicurezza… piccole sensazioni che non riusciva a percepire…

I suoi passi lo portarono a fermarsi accanto al profilo del mostro. Era vero… c’era una porta incisa nella pietra… ma una porta senza maniglia… una porta che Lui voleva aprire, di cui voleva prelevare il contenuto… Harry sfiorò la superficie liscia della porta e quella si illuminò. Il pavimento tremò leggermente. La voce dentro di sé tornò a paralare.

“Non puoi aprirla e lo sai, ma non perché non ne sei degno, ma perchè dobbiamo difenderla da lui… dobbiamo attendere il principe”.

La porta smise di diffondere quella luce. Harry la toccò, la spinse, ma non successe più nulla. Ron, che aveva osservato il tutto con crescente attenzione, chiese.- che-che cosa hai visto?- Harry osservò il suo migliore amico. Lui aveva ancora paura che Voldemort potesse spuntare da un momento all’altro. Ma riflettendoci, Voldemort stava vivendo il ricordo, il sogno, non poteva trovarsi lì… com’era stato stupido a crederlo anche per un momento…

Harry ripetè le parole che aveva udito dentro di sé.

-Come fai a sapere tutte queste cose? Le hai viste? Hai visto tu-sai-chi?-

-Sei fuori strada Ron. Stavolta era una voce che parlava- Ma, a vedere la faccia stupita di Ron, Harry aggiunse:- non era Voldemort che parlava.-

qualcosa adesso lo intimava a lasciare la camera. Non c’era nient’altro che avrebbe potuto sapere ora.

In silenzio lui e Ron tornarono al loro dormitorio (Mirtilla aveva cercato di far scivolare nuovamente Ron bagnando il pavimento e Msr Purr aveva miagolato rumorosamente quando al di sotto del mantello, Ron e  Harry le avevano sfiorato la coda) e Harry non smise per un attimo di pensare a quello che stava accadendo. Pensò che forse aveva maltrattato un po’ Ron, ma poi si convinse che non avrebbe potuto fare da meno poichè non aveva tempo per spiegare o raccontare, poiché aveva Fretta.

Aspettò l’arrivo dell’alba per scendere in Sala Comune. Si chiese se sarebbe stato intelligente inviare un gufo a Lupin ma poi si disse che sarebbe stato meglio attendere una risposta, prima di inviare una nuova missiva.

Ron lo seguì poco dopo. Si sedette sul divano, accanto a Harry e chiese:- stanotte ho sognato o era vero?- Harry lo guardò: - No Ron, non era un sogno. Siamo entrati nella camera e ho sentito delle voci dentro di me che mi dicevano delle cose sconclusionate su quella porta e su un principe- cercò di riassumere Harry.

- Davvero? Allora è meglio chiedere spiegazioni a Silente, Harry. Ed è meglio che non metti scuse, stavolta.-

Il volto di Hermione era spuntato dalle scale del dormitorio femminile.

Forse era davvero il momento di chiedere spiegazioni a Silente. Anche se non parlava con il Preside dallo scorso Giugno, aveva urgente bisogno di spiegazioni. Non voleva ficcarsi in qualche altro guaio. Stavolta voleva la verità. Nuda e cruda.

Ma non ebbe neanche il tempo di avvicinarsi a Silente o di comunicare la sua idea a Ron e ad Hermione perché in Sala Grande tutti parlavano della nuova aggressione ad Hanna Habbott, che era stata portata al San Mingo al reparto “lesioni da incantesimo”, sotto lo sguardo radioso di Draco Malfoy e dei suoi scagnozzi.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao gente! Volevo ringraziare tutti x i commenti!

M fa piacere ke piace a tutti qst fic!!

Grazie marco, ke l’hai commentata ora, anke se nn l’avevi seguita adall’inizio!!!!!!

Vvb continuate così!

p.s. x il prox chap forse aspetterete 1pò d time x ustioni d tempo!

 

  
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