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Autore: sara_twd    05/03/2016    1 recensioni
“Non urlare! Sono certa che sono di là e ci stanno ascoltando! L’importante è che tu stia bene! Ho avuto così paura quando ti hanno colpito!”
“Sto bene, non preoccuparti.”
“A quanto pare l’intero universo sta pianificando di ucciderci: i vaganti, il governatore, ora i wolves..”
“Ehi, guardami!”
Beth alzò gli occhi dal pavimento, cercando di guardarlo ,anche se la poca luce lasciava molto all’immaginazione.
“Non glielo permetterò.”
Puntata 4x13- Beth non è scappata con la macchina in seguito all'attacco della mandria di erranti, ma cosa sarà successo? Scopritelo se anche voi shippavate immensamente la coppia Bethyl.
Spero che la mia prima fan-fiction possa piacervi e spero proseguiate nella lettura e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate! ;)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 7- Never let me go

Non se lo aspettava. Tutto immaginava ma non quello.
Era così confusa, scioccata, imbarazzata e…felice.
Non aveva mai pensato a Daryl in quel modo, o meglio, lo aveva fatto in diverse circostanze, e sapeva benissimo di  provare sentimenti contrastanti per lui, avrebbe voluto veramente confessarglielo e discuterne,ma ogni volta che ci provava qualcosa la interrompeva o  per mancanza di coraggio cambiava appositamente discorso.
Si può dire che quando era insieme a lui, provava una sorta di amore-odio: passavano dalla perfetta sintonia a litigare come bambini per poi ripercorrere il “percorso” ciclicamente.
Poteva provare a detestarlo, a odiare i suoi modi cinici,ma Beth non ci riusciva.
La sua parte oscura di Daryl veniva totalmente eclissata dalla bontà che proveniva dal suo cuore: gli abbracci, le parole di conforto, la stessa convivenza con un’altra persona che non fosse il fratello era una sfida per l’uomo, uno sforzo. Lo sapeva benissimo ed erano proprio questi gesti che l’avevano portata fantasticare.
Non lo aveva previsto: Dio, Daryl mi ha baciato!
Le si era avvicinato con uno scatto felino, aveva cinto i suoi fianchi con una delicatezza tale da stupirla e l’aveva baciata. Era stato un bacio dolce, casto, senza secondi fini. E ovviamente da togliere il fiato.
Il sangue ribolliva nelle sue vene, stava impazzendo, aveva milioni di domande per la testa ma l’unica cosa che riusciva a fare era guardarlo.
Sfavillando quel suo dolce sorriso, l’arma che usava per sciogliere la corazza dell’uomo, gli accarezzava la guancia un po’ ruvida a causa della barba, perdendosi in quei meravigliosi occhi blu cobalto.
E dopo avergli sfiorato delicatamente le labbra aveva appoggiato la testa sul suo possente petto, continuando a sorridere,abbracciandolo,facendosi cullare, assaporando ogni secondo.

 

D’altra parte Daryl sapeva che quel bacio poteva essere frainteso, sapeva quanto potesse turbare l’equilibrio che aveva instaurato
con lei, ma era stufo, stufo di nascondersi e reprimere i suoi sentimenti.
Era schivo, scontroso, talvolta rabbioso, e odiava le favolette romantiche.
Non aveva mai ricevuto affetto o amore quando era un bambino, era stato solo maltrattato, deriso e trascurato. Dunque per lui era sempre stato difficile esternare i suoi sentimenti poiché  sempre costretto a reprimerli.

Datti una svegliata coglione! Falle capire che tieni a lei!
E ora l’aveva fatto. E non lo rimpiangeva.
Poteva morire da un momento all’altro, se ne era reso conto solo quando aveva incontrato lo sguardo affamato dell’errante che lo aveva attaccato, poteva diventare carne putrida, quindi lei doveva sapere quanto fosse importante.
La stringeva tra le braccia, baciandogli l’incavo del collo, inalando il profumo che emanava la sul pelle.
Speranza. Ecco cos’era. Beth era la sua speranza. E niente gliela avrebbe mai portata via.

 

 ∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞

 

“Bene, bene…cos’abbiamo qui?”

Troppo presi l’uno dall’altro, non si erano accorti della presenza dell’estraneo.
Chi era?
I due si ritrassero velocemente, rimanendo però fianco a fianco.
Se ne stava in piedi davanti a loro, era alto e magro, capelli lunghi ,corvini, occhi inquietanti, sorriso maligno. La cosa più inquietante però era la W che si era disegnato sulla fronte con…del sangue?
Schiarendosi la voce continuò, con fare pretenzioso:

“Scusate l’intrusione…Non era mia intenzione disturbarvi!” concluse con una risata tanto fragorosa quanto fastidiosa.

“Chi sei, idiota?” disse Daryl scontroso

“Oh-oh, vedo che siamo un po’ scontrosi, dimmi te la stavi per scopare?” domandò lui rivolgendo uno sguardo malizioso a Beth

Era già balzato in avanti, la mano già a pugno, ma Beth lo tirò per l’altro braccio, facendogli cenno di no con la testa.
Lui era tornato di fianco, cosciente che la ragazza le stava dicendo una verità ovvia:

“Non dargli corda, sta cercando di provocarti!”

Rimase impassibile, senza mai guardarla ,mostrando solo lo sguardo duro all’avversario.

“Chi cazzo sei?” ribadì arrabbiato l’arciere

“Io? Vorrai dire noi! Forza ragazzi venite a conoscere i nostri nuovi amici!”

La radura venne invasa da una decina di persone e circondarono Daryl e Beth. Erano tutti uomini ben piazzati, sembravano pronti per attaccarli.
Stessi segni distintivi:la W, le giacche di pelle, l’atteggiamento aggressivo.
Erano come un branco.

“Ecco ora che ci siamo tutti possiamo finalmente presentarci. Io sono Jack e noi…” continuò allargando le braccia “ Siamo i Wolves.”

“Cosa diavolo volete? “ continuò Daryl, già spazientito dal tanto ciarlare dell’uomo

“Beh, diciamo che ci servono solo certe informazioni, Daryl”

“Come fai a sapere il mio nome?”

“Vi stiamo seguendo da un po’, se non ci avete fatto caso. Ora se avrete il buon senso di  consegnarci le vostre armi e seguirci e dirci tutto quello che vogliamo, non vi sarà fatto nulla”

Pensa Daryl pensa!

Loro sono quasi una quindicina, mentre noi siamo in due: non riusciremo mai ad ucciderli. Beth non deve farsi del male. L’unico modo è illuderli di fare ciò che ci hanno chiesto e poi scappare: spero solo di riuscire a tirarla fuori da questo casino.

“Dacci solo un secondo, lupacchiotto” si rivolse al capo dei wolves


Dacci un secondo? Daryl vuoi farci uccidere!? Questi ci ammazzano!

Aveva pensato la ragazza e per farsi intendere dal compagno si era girata di scatto sgranando gli occhi allarmata.
Lui l’aveva presa per mano, avvicinandosi a lei. A dirla tutta gli stava stritolando la mano ma Beth era sconcertata, non riusciva a capire cosa avesse in mente.
“Fidati di me” si limitò a sillabarle senza emettere un suono.
Con uno scatto sfilò il coltello dal fodero attaccato alla cintura di Beth e iniziò a correre, trascinandosi dietro anche lei, intrappolata nella sua presa.
I Wolves furono presi di sorpresa, Daryl ripiegò verso destra, conficcando il coltello nella gola di uno di loro, aprendosi così un varco per poter scappare.

“Beth, corri, dobbiamo seminarli!” le urlò l’uomo senza lasciare andare la sua mano

Lei non smise di correre. Corsero come dei forsennati per circa un’ora, facendosi strada nella foresta fitta, sperandosi di averli seminati.
Trovarono una postazione di tiro, essendo quella zona di caccia, praticamente una piattaforma coperta, a 3 metri d’altezza, eretta su dei pioli, raggiungibile solo tramite una scaletta.
Salirono, e stremati si distesero sul pavimento di legno, riprendendo fiato

“Tu sei veramente fuori di testa, Daryl Dixon!” disse Beth sogghignando cercando di sdrammatizzare la situazione.

L’uomo là ricambio, con il suo solito sorriso sghembo,tirandosi su e sedendosi mentre lei, ancora distesa faceva respiri profondi dopo l’intensa attività fisica.

“Beth! Stai bene, vero? Non ti sei fatta male?” si accertò lui allarmato

“Si,si, sto bene, non preoccuparti…sono solo stanca.” Ribbatè con tono dolce e rassicurante  “Ehi! Tu invece stai bene? Oddio fammi vedere!” scattò poi verso di lui, esaminandogli le braccia e toccandogliele delicatamente, senza tralasciare nessun punto.

“Mhh-Mhhh…sto bene”

Continuando a esaminargli le braccia, per medicargli eventuali ferite, gli chiese allarmata: “Daryl, chi sono? Cosa vogliono da noi?Non abbiamo nulla! Che informazioni posso volere? ” continuò Beth, preoccupata

“Non lo so. Porca puttana, non lo so! Ieri mattina non mi sono accorto di niente! Se ti avessero fatto qualcosa io…”

“Daryl smettila! Siamo riusciti a scappare grazie a te!”

“Dio, avrei spaccato la faccia a quel coglione!” disse con cattiveria, appoggiando la schiena contro la ringhiera della postazione, rivolgendo il suo guardo all’interno solo alla compagna.

Lei, lo aveva accarezzato, provocandogli  il solito irrigamento e dicendogli in modo dolce:

“Lo so. Sono stata io a fermarti. Ma devi smetterla di rischiare la  vita per me. Non voglio che tu ti faccia male.”

“E’ più forte di me.”

Fitta al cuore: Beth avrebbe voluto abbracciarlo, baciarlo, confortarlo,  ma non voleva complicare la situazione e non voleva assolutamente parlare del bacio di prima, quindi si limitò a guardarlo, a sorridergli ma poi usando come scusa il cibo si allontanò per prendere lo zaino, tirare fuori le poche provviste e sedersi molto più lontano rispetto all’uomo.
Ormai il sole stava calato e la notte incombeva su di loro.
Era pericoloso aggirarsi per la foresta di notte, dunque avevano deciso di fermarsi li.
Quella giornata iniziata nel modo più tranquillo possibile si era trasformata nel giro di pochi minuti in una corsa contro la morte e oltretutto i due non erano riusciti a tornare nel bungalow quindi le uniche cose che erano riusciti a salvare erano le balestre e i propri zaini.
La ragazza si teneva le ginocchia tra le braccia, tremando a causa del vento gelido, sperando di disperdere la minor quantità di calore corporeo: aveva addosso solo un maglioncino leggero e il freddo la stava consumando.
Stava facendo di tutto per evitare che Daryl si accorgesse del tremolio ma ogni sforzo fu vano.

“Hai intenzione di morire di freddo?” constatò lui in tono irriverente

Stava per rispondergli con una battuta ma poi l’uomo fece un gesto talmente dolce e sorprendente che a stento riusciva a crederci: aveva aperto le braccia, pronta ad accoglierla, per riscaldarla.
Beth, che stava decisamente morendo di freddo, decise di avvicinarsi e di stringerlo.
Appoggiò la guancia destra sul suo petto ormai familiare, circondandogli il busto con le braccia, chiudendo gli occhi. Anche lui a sua volta la circondò con le braccia, appoggiando la testa contro la sua.
La ragazza si strofinò più e più volte contro il petto dell’uomo cercando di riprendere sensibilità e estasiata dal tepore che la pelle di Daryl emanava si ritrovò a dire ad alta voce

“Daryl, sei così caldo

Ma si accorse troppo tardi che la frase conteneva un doppio senso troppo palese.

“Cosa?” disse lui in tono giocoso, ma senza spostarsi di un millimetro dalla compagna

“Ehm…oddio…volevo dire...” probabilmente aveva le guance bordeaux.

“Attenta Greene, sai un uomo potrebbe fraintendere quello che hai detto”

“Ahh! Ma piantala di fare l’idiota! Oggi mi hai talmente spaventata con il tuo piano che non so più quello che dico! E sicuramente la tua vicinanza non aiuta!”

“Eh, Beth, a proposito di vicinanza, volevo dirti che il…bacio…io…” continuò

“Daryl ti prego non dire nulla, non voglio rovinare questo momento…possiamo  parlarne domani?” disse lei fissandolo negli occhi

“Certo” acconsentì lui, nel tono più gentile possibile

“Grazie” disse Beth, dandogli un bacio sulla guancia.

Si sarebbe aspettata una reazione negativa, un insulto, ma non l’aveva fatto: è possibile che Daryl Dixon fosse veramente cambiato? Oddio cosa vuole dirmi del bacio? Mi odia? Gli faccio schifo? Cavolo Beth tu e la tua boccaccia: potevo farlo parlare..magari quello che aveva da dirmi non era così brutto…ohhh..taci..taci…
L’uomo interruppe i suoi pensieri, sussurrandogli:

“Cerca di dormire un po’, faccio io la guardia”

“Va bene, svegliami tra qualche ora, così ti do il cambio”

“Mh-Mh.”

La ragazza non abbandonò la presa, si limitò solamente a chiudere gli occhi e ad addormentarsi.
Sembrava tutto tranquillo, non aveva sentito rumori di motori o di persone, perciò l’agitazione e la rabbia che Daryl aveva nel sangue si placò leggermente.
Dopo essersi assicurato di non disturbare Beth, si era alzato più volte, controllando il tutto sempre restando sulla piattaforma.
Si era anche tolto la giacca di pelle per mettergliela addosso dato che tremava lo stesso come una foglia e si era seduto ancora al suo fianco.
Gli occhi si chiudevano da soli, era stanchissimo. Lo stress, la fuga e la corsa lo avevano sfinito, cercò di resistere ma l’oscurità lo circondò.
Si risvegliò allarmato poche ore dopo, maledicendosi e stiracchiandosi ancora gli occhi si stava già scusando con la ragazza:

“Scusa, mi sono addormentato e...Beth?”

Terrorizzato si era girato…e lei non c’era. C’era solo la giacca.

No…

 

NO.

Era sceso di corsa, controllando in tutte le direzioni, urlando a squarciagola il suo nome, dimenticandosi dei vaganti. Quando ad un tratto sentì degli schiamazzi.
Era lei. Iniziò a correre, caricando la balestra, verso il luogo da dove provenivano i rumori.
Se li ritrovo in men che non si dica davanti: Lei in piedi, che si dimenava, trattenuta da Jack, le stava dietro, tenendogli con forza le braccia legate e gli stava mormorando delle cose all’orecchio, sfiorandogli la gola con un coltello. Tutti gli altri li guardavano ridendo e sghignazzando di gusto.

“Non lo so, non lo so!Lasciami andare!Ti prego!” stava urlando Beth

“Se non lo sai sarò costretto a tagliarti la gola, tesoro…almeno che tu non voglia fare qualcos’altro per me…” conclusa la frase aveva allontanato di poco il coltello iniziando ad annusarle il collo.

“Allontanati da lei, pezzo di merda! Lei non sa niente!” ringhiò Daryl puntando la balestra nella direzione della testa di Jack.

“Ah, eccolo qui! Immaginavo di rivederti presto.”

Jack lo stava guardando con tono di sfida, ma abbassò il coltello e lasciò Beth.
Lei rimase immobile senza avvicinarsi a Daryl. Lo aveva guardato in tono riconoscente, mostrando anche una certa preoccupazione.

“Vedo che me la sono presa con la persona sbagliata, allora. Matt, Jimmy, prendetelo. E anche la ragazza. Li portiamo al quartier generale”

“No, lasciatela star…” replicò Daryl, ma i due uomini lo avevano aggredito alle spalle e lo avevano colpito in testa, facendogli perdere i sensi.

“DARYL!” Urlò Beth aveva visto tutto e senza alcuna speranza era caduta sulle ginocchia. Non poteva farcela senza di lui.

 

∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞

 

 

Buio.
Un fetore assurdo.
La stanza in cui si trovava aveva un piccola luce che proveniva dal soffitto. Era fastidiosa. Le braccia gli facevano malissimo e non riusciva a muoverle.
La testa pulsava, Dio, se pulsava. Neanche una delle sue peggiori sbronze lo aveva fatto stare così male.
Era legato, anzi immobilizzato dalle catene che lo costringevano a tenere le braccia dietro alla schiena. Tirava invano, sperando di staccarle dal muro ma erano rinforzate ed era impossibile farlo. Cosa vuole sapere?

"Daryl?”

 “Beth!”

Dall’altro lato della stanza, giaceva la ragazza, nella sua stessa posizione: inginocchiata ed incatenata.

“Dove ci hanno portati?”

“Non lo so, dopo che ti hanno picchiato ci hanno caricato su uno dei loro furgoni, ma mi hanno messo dietro, al buio e non so dove siamo, ci hanno poi buttati qua dentro.

Jack mi ha detto che sarebbe tornato presto perché voleva controllare che stessi bene…cazzate!”

“Quel figlio di puttana! Se avesse le palle non ci avrebbe rinchiuso qua dentro!”

“Non urlare! Sono certa che sono di la e ci stanno ascoltando! L’importante è che tu stia bene! Ho avuto così paura quando ti hanno colpito”

“Sto bene, non preoccuparti.”

“A quanto pare l’intero universo sta pianificando di ucciderci: i vaganti, il governatore, ora i wolves..”

“Ehi, guardami!”

Beth alzò gli occhi dal pavimento, cercando di guardarlo anche se la poca luce lasciava molto all’immaginazione

“Non glielo permetterò.”

 
∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞

 

Dopo essersi scambiati quelle parole rimasero entrambi in silenzio. Erano terrorizzati. Sembrava di dover aspettare il diavolo in persona. Nessuno però si era fatto ancora vivo da quando erano stati rinchiusi.
Improvvisamente sentirono uno scatto, come quando apri una porta.
Beth si era già rassegnata all’idea di essere torturata o toccata da quell’animale di Jack, Daryl si aspettava altre botte, ma non si trovarono davanti lui.
Il ragazzo che si trovarono davanti aveva un aspetto troppo familiare.

Glenn. Glenn!
Era entrato con il suo passo felpato, seguito da un altro, faccia da bravo ragazzo, capelli corti ricci e delle tronchesi in mano.

Siamo salvi.
Glenn cercando di emettere il minor rumore possibile e disse

“Ragazzi, le spiegazioni a dopo, lui è Aaron, tranquilli è con me, ora vi liberiamo e poi usciamo, senza emettere rumori.
A due isolati da qui abbiamo il furgone. E poi vi portiamo a casa. Ad Alexandria

Aaron aveva già liberato Beth ed ora si accingeva a liberare Daryl.
Era una corsa contro il tempo, ma dovevano farcela. Dovevano almeno provarci.

 

 



 

 

S.A.: Ciao a tutti! Tranquilli non sono stata divorata da nessuno ma purtroppo sono sempre più impegnata e ho poco tempo per scrivere. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia e come al solito vi invito a scrivermi cosa ne pensate tra le recensioni oppure anche con messaggio privato. Tutto è accetto anche le critiche. Con la speranza di avervi intrattenuto come si deve, vi saluto e vi aspetto con il prossimo capitolo. Un bacione :-*

   
 
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